Globalizzazione e pace
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Globalizzazione e pace
Dopo i grandi massacri delle guerre mondiali, l’umanità ha saputo ridurre e contenere l’uso della forza. In questa riduzione ha avuto un ruolo lo sviluppo economico, che ha spostato l’attenzione dei governi e delle opinioni pubbliche dalla conquista militare alla crescita e al benessere. Allo stesso tempo, la globalizzazione ha anche provocato reazioni identitarie che hanno portato a conflitti violenti. Fino a che punto globalizzazione, pace e conflitto sono inestricabilmente legati?
benvenuti a tutti anche questo incontro nel festival di economia per parlare di globalizzazione e pace io devo solo fare una rapida introduzione io sono stefano feltri del fatto quotidiano ma voi siete qui per sentire la lezione di filippo andreatta filippo andreatta per quelli di voi che non lo conoscono e ordinario di scienza politica a bologna insegna a dottorato nella normale di pisa qui a trento e direttore del centro di ricerca sulla politica internazionale e la risoluzione dei conflitti alla fondazione bruno kessler e a roma e vicepresidente dell'area che molti di voi avranno sentito nominare in questo periodo perché l'area è quel centro di ricerca ho voluto appunto ma nino andreatta papà di filippo di cui era segretario generale fino a poche settimane fa enrico letta che si è sospeso per passare alle sue note occupazioni attuali e giusto solo due parole per ricordare perché appunto siamo qui a parlare di globalizzazione e pace è una decina di anni fa c'era tutti parlavano di globalizzazione ai libri più venduti in libreria non loco queste cose qui erano tutte su questo tema poi è arrivata la crisi finanziaria nel 2007 del 2009 abbiamo completamente smesso di preoccuparci di quello che succedeva fuori dai nostri confini perché eravamo troppo impegnati a sopra cercare di sopravvivere quindi diciamo l'orizzonte che il dibattito pubblico italiano si è dato era soltanto quello dell'europa nessuno s'è mai più preoccupato di cosa succedeva in altri paesi o di cosa c'era dietro appunto l'espansione del commercio mondiale però la globalizzazione non si è fermata per quanto a noi possa sembrare che in questi anni sia tutto andato male il commercio mondiale ha continuato a crescere ma stato da 12.000 miliardi nel 2009 a 18 mila miliardi nel 2012 anche se noi eravamo in recessione affrontavamo tutto quello che sappiamo quindi la globalizzazione ha continuato a crescere ed è diventata sempre più importante non tanto per noi quanto per altri paesi che hanno sperimento hanno sperimentato costi e benefici come molti di voi sapranno ci sono molte teorie che legano il commercio internazionale e alla pace sono le teorie principale dicono semplicemente che le democrazie tendono a non farsi la guerra tra loro che il commercio crea dei legami che rendono più costoso farsi la guerra può farsi appunto creare legami di ostilità e poi c'è anche l'idea che appunto se democrazie crescono e si creano tra loro nei legami sì c'è la possibilità di creare dei cuscinetti che rendono i conflitti più difficili ci sono soldi per finanziare lo sviluppo soldi per leo ng eccetera eccetera ovviamente il punto debole tutte queste teorie è sempre il legame causale cioè un paese in pace perché si sta globalizzando oppure sta globalizzando perché in pace è democratico le democrazie non si fanno la guerra perché sono democrazie o semplicemente di paesi pacifici tendono essere democratici e così via c'è un libro molto bello che trovate anche qui nella bibliografia che è stato appena pubblicato da mondadori di steven pinter che uno psicologo americano anche dice che è stato il declino della violenza che non abbiamo mai vissuto in un epoca così pacifica come quella attuale ventesimo secolo ha incluso sono dei grafici impressionanti su quanto si ammazzavano nelle civiltà pre statuali e con l'idea che più organizzazione c'è meno violenza si sviluppa ovviamente tutto questo è molto bello però come sappiamo e come appunto questo è un aspetto che invece è rimasto nel dibattito conta anche cosa succede dentro paesi durante la globalizzazione quindi le disuguaglianze che si accumulano e qui in zona una piccola notazione da mio lavoro di stare sul quotidiano mentre professore andreatta ha una visione un po più ampia noi ci sono notizie che non abbiamo ormai neanche più è cambiato il direttore del world trade organization se mondiale del commercio e nei giornali italiani è stata una breve adesso c'è un brasiliano si chiama roberto a2 vedo al posto del francese pascal lamy e quasi nessuno se n'è accorto come quasi nessuno si è accorto nei giornali italiani che è crollato un palazzo un palazzo è crollato un quartiere in bangladesh sono morte 1.100 persone nella rana plaza perché stavano lì a a preparare somma lavorare su indumenti che poi venivano venduti dai grandi marchi occidentali per pochi euro comunque c'era anche benetton per esempio ecco tutto questo ormai non interessa più a nessuno perché siamo troppo presi dalla nostra vita quotidiana dall'imu dalla cassa integrazione eccetera però appunto nel lungo periodo non è vero che siamo tutti morti ma saremo qui è la globalizzazione conterà molto più dell'imu e soprattutto conterà appunto capire qual è il legame con la pace con la violenza e con queste dinamiche anche tra stati ma per tutte queste ragioni credo che sia molto interessante adesso sentire la lezione di filippo andreatta si grazie per questa introduzione perché mi dà occasione di appunto partire con delle considerazioni ottimistiche nel senso che di fronte alla crisi ovvia di fronte alla quale ci troviamo tutti i giorni in europa e in italia in modo particolare ci sono però nel lungo periodo decennale diciamo delle buone notizie a livello globale e quindi vorrei partire prima delle buone notizie prima di parlare delle brutte notizie dividerò in cinque sezioni diciamo le considerazioni sarò breve che voglio condividere con voi per poi stimolare magari un dibattito su questi temi così importanti è la prima dato diciamo è una considerazione che ha a che vedere come il mondo si è cambiato negli ultimi decenni questi sono una rappresentazione compreso da un sito per chi di voi fosse interessato si chiama gapminder lo svedese particolarmente aggiornato in termini di visualizzazione che fa vedere alcuni dati importanti per capire come stanno i vari paesi i paesi sono distribuiti qui ciascun paese ha una dimensione diversa a seconda della popolazione quindi paesi più popolosi hanno una dimensione maggiore vedete la cina in rosso e l'india in azzurro i paesi diciamo occidentali sono qua in alto e sono gli stati uniti ai vari paesi europei in arancione e questa graficizzazione misura due elementi importanti uno le aspettative di vita e quindi la vita media dunque i vari paesi e qui invece il pil pro capite quindi una misura diciamo più quantitativa di benessere di ricchezza e quindi vedete che per esempio la cina negli anni 60 aveva un reddito pro capite molto basso tra i 400 ai 1.000 dollari all'anno e un'aspettativa di vita altrettanto bassa era il momento la rivoluzione culturale tra i 30 ed i 35 anni e ci siamo fissati in queste immagini in un mondo molto verticale in cui c'era una fase una parte del mondo sviluppata e una parte del mondo invece nettamente sottosviluppata questo è l'immagine con cui la mia generazione è avvenuta su pensando a un mondo appunto molto gerarchico dove c'erano paesi che erano destinati a essere più poveri degli altri e quello che invece è successo in questi decenni e che il quadro è completamente cambiato il mondo è diventato un mondo molto più orizzontale thomas friedman diceva un mondo piatto guardiamo a dieci anni di distanza cosa è successo vediamo che nel 1980 alcuni dei paesi cosiddetti sottosviluppati hanno cominciato a uscire da quella gabbia che li vedeva precedentemente appunto condannati questo il 1990 il 2000 e infine al 2010 vediamo come i paesi occidentali sono usciti di poco dal quadrato dei paesi che erano sviluppati ma che gran parte dei paesi che erano sottosviluppati sono adesso quello che una volta consideravamo sviluppati quindi hanno delle aspettative di vita che sono il doppio di quelle che erano negli anni 60 adesso siamo attorno ai 70 75 anni per la cina dai 30 35 che dicevamo prima e con l'eccezione di alcuni stati africani di cui parleremo oggi il mondo si può dire che è ben indirizzato verso un quadrante diciamo in alto a destra che vuol dire più ricchezza ma anche più aspettativa di vita più sanità e quindi quello che è successo in questi decenni è che sì c'è stata appunto una maggiore difficoltà in occidente soprattutto in europa ma la gran parte del mondo è sicuramente migliorata e questo punto non dobbiamo dimenticarlo se guardiamo in particolare la povertà vediamo questa è una distribuzione anche questa per regioni geografiche del reddito mondiale nel 1970 con un dollaro al giorno che è considerata la soglia di povertà assoluta quindi chi ha meno di un dollaro al giorno di pil pro capite viene considerato sull'orlo della fame sostanzialmente e vediamo come quasi metà del mondo nel 1970 forse al di sotto di questa soglia di povertà vedete i colori rappresentano le varie aree geografiche soprattutto l'asia orientale e l'asia meridionale quindi india e cina si trovavano al di qua della linea di povertà qui vedete soprattutto l'occidente come invece era la zona più ricca del pianeta con un reddito compreso tra i 10 ei 100 dollari al giorno se guardiamo la situazione adesso con due anni di proiezione vediamo che c'è molta più gente c'è stata crescita demografica ma la maggior parte delle persone sono uscite dalla trappola della povertà non faccio vedere in sequenza così lo vedete più velocemente questo è il risultato di quello che facevo vedere prima cioè che il pil pro capite medio è migliorato soprattutto in asia sia in asia meridionale quindi in india sia in cina e negli altri paesi dell'asia orientale rimane ovviamente soprattutto in africa un grosso problema di povertà assoluta ma in qualche modo c'è stato un miglioramento anche in termini di lotta alla povertà al tempo stesso vorrei cercare di condividere insieme a voi qual è il significato per le vite quotidiane di questa riduzione della povertà perché ovviamente tra l'avere una povertà assoluta cioè meno di un dollaro al giorno e avere uno standard di benessere invece elevato ci sono molte e scale di grigio allora lo trovo cercato di trovare un modo di descrivere la qualità della vita di questa distribuzione del reddito che abbiamo abbiamo appena visto e lo faccio con una stilizzazione quindi una grossa approssimazione utilizzando una figura che rappresenta un miliardo di persone all'ora in maniera molto semplificata questa è la stessa distribuzione al reddito che vi ho fatto vedere prima in quelli st g diciamo morbido dove metà dei 4 miliardi di persone che c'erano nel 1970 sono al di qua della soglia di un dollaro al giorno poi c'è un miliardo in una soglia intermedia e un miliardo che è sostanzialmente il l'occidente la zona ocse diciamo quindi con il giappone eccetera che si trova invece nella categoria migliore cioè quella sopra i 40 dollari al giorno di pil pro capite c'è stato un aumento demografico d'acqua miliardi siamo passati a 7 miliardi quindi praticamente quello che è successo è che la parte ricca come noto ha una minore propensione all'esplosione demografica e quindi il miliardo di persone nella zona ocse è rimasto più o meno un miliardo di persone tutto il resto del mondo è praticamente raddoppiato quindi immaginate che ciascuno di quelli di quel simbolo che rappresenta o meno di persone sono diventati due miliardi di persone ma abbiamo visto che la distribuzione del reddito e migliorata e quindi abbiamo solo un miliardo di persone adesso sotto la soglia di povertà assoluta c'è un secondo miliardo in una soglia immediatamente superiore cioè entro i 2 dollari pro capite al giorno e vedremo appunto cosa significa poi abbiamo tre miliardi di persone in questa zona intermedia un miliardo di persone non ocse è una nuova borghesia possiamo dire che viene dai paesi emergenti che è in una fascia tra i 40 e gli 80 dollari pro capite al giorno e invece l'ocse che mediamente è sopra gli 80 dollari al giorno allora cosa significa essere in una di queste fasce e ho provato a farlo con i desideri di queste persone allora chi è sotto a un dollaro al giorno ha problemi di sostentamento alimentare la gente che rischia di morire di fame quotidianamente chi è al di sopra convenzionalmente non è a rischio di carestia salvo che non succeda qualcosa tipo una guerra ma non ha i servizi essenziali non ha l'acqua corrente non ha neanche dell'energia elettrica tre miliardi di persone hanno l'energia elettrica ma non hanno i soldi per comprarsi una lavatrice il miliardo di persone tra i 40 e gli 80 dollari ai soldi per una lavatrice però magari vuole un consumismo più di marca e l'ultimo miliardo io avevo messo delle pillole originariamente per dire che aveva interessi di tipo sanitario poi ne ho parlato con gli studenti e parlavano invece di pillole di acido però nel senso che diciamo dei desideri superflui insomma oltre quello che il consumismo può offrire allora evidentemente siamo sì in un mondo più eguale questa è una buona notizia però bisogna contestualizzare questo vuol dire che ci sono 5 miliardi di persone oggi che fanno il bucato in questo modo a mano e senza avere l'acqua corrente in casa 2 miliardi di questi non hanno neanche la possibilità perché non hanno la corrente elettrica di farlo alla luce e quindi sono costretti a farlo al buio questa è una foto di giacarta che è una delle grandi tigri emergenti alla capitale dell'indonesia quindi bisogna relativizzare evidente che c'è stato un miglioramento c'è stata una differenziazione minore dell'economia rispetto a 40 anni fa però rimane comunque una grossa differenza nelle aspettative chiunque di voi viaggi in un paese emergente si rende conto che di fianco alla grande ricchezza che alcune hanno accumulato permangono invece delle sacche di povertà e questo crea un problema politico di cui parliamo infatti in una seconda nella seconda parte parliamo prima però delle opportunità della politica rispetto a questa situazione perché si è detto che una maggiore ricchezza offre maggiori possibilità la gente non è costretta tutti i giorni a pensare al proprio sostentamento e quindi può pensare anche a altri elementi questo può magari portarla via da ricercare delle soluzioni di tipo violento e in particolare vorrei citare quattro opportunità che ci vengono da questo mondo più piatto questo mondo diverso rispetto a quello di 40 anni fa allora il primo è il fatto che è un mondo meno occidentale allora questo bisogna che ci chiariamo evidente che nella parte occidentale del mondo crea un po diano allora oltre ai problemi gravissimi quotidiani che abbiamo di fronte appunto la spesa pubblica la cassa integrazione il lavoro c'è perché c'è anche nei paesi che vanno meno male per esempio la germania o gli stati uniti una certa ansia del fatto che si è perso un po il controllo del mondo questo è comprensibile che è abituato da secoli a dominare il mondo quando perde questo controllo si sente un po spaesato però da scienziato politico non posso che dire che un mondo con minori disuguaglianze e meglio perché crea meno tensione politica nel lungo periodo e quindi in realtà non solo per il resto del mondo ma per il mondo nel suo intero occidente incluso un mondo più equilibrato a mio modo di vedere è una buona notizia questi sono dati i dati migliori che abbiamo sono dati coraggiosi perché vanno molto indietro fino al 1820 della proporzione del pil di queste due grandi aree geopolitiche l'europa occidentale e gli stati uniti rispetto al pil mondiale e vediamo come in realtà se guardiamo questa cosa in prospettiva storica quello che sta succedendo è un ritorno alla normalità prima della rivoluzione industriale nel 1820 gli stati uniti non contavano ovviamente niente perché erano appena nati e erano piccoli erano industrializzati solo nei tredici colonie c'erano gli indiani le grandi praterie eccetera ma l'europa aveva solo il 25 per cento del pil mondiale produceva solo il 25 per cento del pil mondiale e questo è un dato molto simile al dato demografico perché aveva più o meno un quarto della popolazione mondiale e in un mondo rurale agricolo dove il 90 per cento del pil era rurale e evidente che la demografia quindi la capacità di produzione agricola era quello che determinava gran parte del pil quindi il pil del mondo stava nel resto del mondo dove si stavano grandi popolazioni milioni milioni di persone in asia soprattutto ma nel 1820 l'europa controllava il 35 per cento del mondo extra europeo tra delle colonie e su questo vorrei provare a fare una riflessione su questo dato ovvero quello che rendeva speciale l'europa che poi è diventato essere un'economia più efficiente fino al 1820 era in realtà una maggiore capacità militare politica non economica quindi quello che rende le che ha reso a lungo l'europa capace di dominare il mondo tra il 1500 1820 non era la tecnologia dopo è arrivata anche quella ma all'inizio era una capacità imperiale di espansione più efficiente di quella delle altre civiltà e questo ci può indurre un pochettino a riflettere sul nostro passato non il passato recente in cui l'europa è riuscita a guadagnarsi un dna pacifico ma un passato più remoto dove appunto eravamo specialmente brave a conquistare gli altri poi però arrivata la rivoluzione industriale e quindi le quantità di persone sono diventate meno importanti e la produttività delle singole personalità più importante quindi è cominciato a crescere fino a un picco per l'europa attorno al cambio del secolo tra ottocento e novecento poi c'è stata l'esplosione americana dopo la seconda guerra mondiale c'è stato il picco per cui un miliardo di persone in occidente produceva e godeva di metà delle risorse economiche mondiali quindi con un pil superiore al 50 per cento poi appunto a partire da questo processo che abbiamo identificato attorno agli anni 60 70 questa cosa è cominciata questa cifra è cominciata a scendere fino ad arrivare alla attualmente al 40 per cento qui non c'è il giappone per questo che l'ocse in realtà al 48 per cento in questo momento ma ho messo solo l'occidente diciamo in storico in senso stretto per cui per la prima volta alle economie sviluppate non sono più di metà del mondo per la prima volta nella nostra memoria anche se nella storia questa era la normalità li stiamo tornando un mondo come lo era sempre stato con l'eccezione di un secolo e mezzo ripeto non è un mondo sano un mondo dove un settimo della popolazione mondiale 1 miliardo su 7 controlla più del 50 per cento produce e controlla più del 50 per cento delle risorse non può che provocare tensione quindi questo riequilibrio se ben gestito e dopo ne parleremo dovrebbe essere positivo la seconda buona notizia e qui prendo sul serio nell'introduzione l'appunto che ci ha fatto stefano sul fatto che non è chiara la direzione causale di questo processo però è indubbio che globalizzazione pace vadano a braccetto siano correlati da un lato ovviamente la pace quindi l'anno necessità di dover fare la guerra quindi di investire risorse sugli eserciti ma anche di stare attenti ai propri vicini perché non si sa mai se si può dichiarare una guerra no l'assenza di questa minaccia permette una maggiore integrazione di cui abbiamo il grande esportatore europeo cioè la germania che fino alla prima guerra mondiale era globalizzante si stava globalizzando e poi ha avuto il periodo delle guerre mondiali dove viceversa c'è stato un regresso molto forte all'autarchia a un'economia di guerra un'economia che non si integrava per avere poi un'esplosione nella successivamente nella seconda guerra mondiale quando appunto l'impero è diventato la repubblica federale di germania a me importa molto però anche l'altra direzione questi sono dati tra l'altro elaborati proprio al centro di ricerca deve sdk citato poc'anzi che fanno vedere come la probabilità che un paese dal 1816 a oggi entra in un conflitto armato è molto nettamente inversamente correlata con l'aumento della ricchezza quindi tutto questo miglioramento della ricchezza che sia stato in almeno in alcune parti del mondo riduce la probabilità che ci sia un coinvolgimento e quindi si passa da una percentuale molto elevata vicino a il 70 per cento per gli stati più poveri a delle probabilità invece che tendono allo zero per paesi molto ricchi e quindi il miglioramento di ricchezza e non una garanzia ma è una forte l'induzione del fatto che la probabilità che ci siano dei conflitti violenti tra stati viene a diminuire e questo senz'altro e diciamo una buona notizia non può che essere una buona notizia se vogliamo immaginare proprio un caso concreto l'ase orientale è il caso più eclatante quando l'ase orientale era povera è poco integrata quindi da questa parte del grafico la cina ha combattuto una guerra civile al suo interno due crisi militarizzate con taiwan la guerra di corea nel 1950 contro gli stati uniti e gli alleati delle nazioni unite degli stati uniti ha combattuto la guerra contro l'india nel 1961 ha combattuto tramite i vietcong ha aiutato i vietcong nella guerra del vietnam tra il 1965 1973 finita la guerra del vietnam ha fatto due guerre col vietnam dramma a questo punto unificato nel 79 il che vuol dire e forse più rilevanti di tutte c'è stata una disputa militarizzata violenta una guerra ma con morti feriti tra cina e russia sul fiume oppure alla fine degli anni sessanta quindi praticamente tutti i vicini della cina hanno avuto uno scontro violento con la cina nei primi diciamo vent'anni dopo la seconda guerra mondiale poi c'è stato un cambiamento di politica economica c'è state le riforme di deng c'è stata una maggiore integrazione e da allora non c'è stata più alcun conflitto militarizzato in asia orientale per cui abbiamo proprio un'idea di due momenti il momento prima in cui le società erano ancora belligeranti e il momento dopo dove le società hanno cominciato a concentrarsi più su attività come il profitto la crescita economica e meno sull'espansione militare l'altra ultima questo è un indicazione invece a livello globale chiedo scusa fa vedere il numero di morti in combattimento che sono ovviamente solo una frazione dei morti delle guerre poi ci sono i morti tramite carestia i morti tramite altri epidemie eccetera eccetera però sono meno calcolabili viceversa le stime sui morti per mano violenta durante le guerre sono abbastanza precisi questi sono dati del centro studi per la pace di oslo e ci fanno vedere come ci sia un trend di riduzione dei conflitti vediamo come all'inizio subito dopo la seconda guerra mondiale che aveva mietuto 60 milioni di vittime bisogna ricordarselo ci sono facilmente anno in cui varie centinaia di migliaia di persone vengono uccise in combattimento e vediamo come invece piano piano ci sia nettamente un trend di riduzione c'è un trend di riduzione quantitativo per cui adesso molto raro arrivare vicino a 100 mila vittime so che sono aritmetiche terribili perché si parla di 100mila persone però lo stesso tempo sono trend appunto secolare che pinker commerciata va nell'introduzione stefano stimava in decine di milioni prima su popolazioni molto più piccole quindi stiamo riducendo ovviamente non siamo vicini a 0 ma stiamo riducendo al tempo stesso c'è un forte importante riduzione qualitativa nel senso che voi trovate in azzurro all'interno di questi in the g quelle che possono essere definiti come guerre principali cioè uguale tra grandi potenze importanti no quelle che ci ricordiamo a distanza di decenni la guerra civile cinese la corea la guerra vietnam la guerra tra iran e iraq la guerra di afghanistan e vediamo come la prima fase quella russa diciamo 79 89 e vediamo come questi istogrammi azzurri siano innanzitutto scomparsi o comunque speriamo che non ce ne siano quindi grandi guerre sono ancora più rare delle piccole guerre e questo comporta una forte riduzione la mortalità perché se eliminiamo queste poche 56 guerre abbiamo un trend più controllabile l'ultimo miglioramento a che vedere con una dimensione invece molto significativa e del fatto che un legame pericoloso tra sviluppo economico e politica internazionale a che vedere con le risorse allora finché l'espansione economica ha dato risorse praticamente illimitate questo ha ridotto i conflitti però c'è un limite oltre il quale risorse come l'acqua la terra fisicamente possono diventare scarse e quindi c'è un pericolo che appunto di fronte a un mondo troppo piccolo i paesi comincino a tornare a litigare per pezzi di terra disputandosi gli uni con gli altri al tempo stesso però lo sviluppo economico come aveva già fatto in occidente sta moderando e modificando le tasse di esplosione demografica in altri paesi man mano che diventano più ricchi riducono la loro fertilità c'è un allungamento il dato fondamentale correlato con la mortalità infantile finché la mortalità infantile è superiore a certe cifre quindi molto probabile che i bambini piccoli muoiono allora c'è una crescita quasi senza limite dal punto di vista del numero di bambini e arriviamo a media di 78 bambini per coppia man mano che si riduce la mortalita a causa di un maggiore benessere un miglioramento della sanità si va verso le percentuali che 30 40 anni fa erano normali sono in occidente cioè due bambini per coppie che vuol dire la stabilità demografica allora qui vediamo che dopo un momento in cui si guadagnava facilmente due miliardi di persone ogni 25 anni quindi si passava da 2 miliardi negli anni cinquanta a quasi 4 nel 75 quasi 6 nel 2000 quasi 8 nel 2050 vediamo che poi invece per passare da 8 a 9 e dopo dovrebbe stabilizzarsi attorno a 9 miliardi ci si mette invece tutta la seconda metà del xxi se che vuol dire che man mano che la ricchezza viene globalizzata anche altri paesi entrano in una sorta di maggiore stabilità demografica lo vedete in nord america in europa che rimangono praticamente identiche le popolazioni e quello che erano negli anni 50 e quindi questo dovrebbe a regime creare meno tensione e interessante forse non si vede benissimo ma adesso vi aiuto vedere che tanto prima arriva questa esplosione questa entrata di prepotenza nel meccanismi economici globali tanto prima si sgonfia la bolla diciamo demografica qui ovviamente c'è tutta l'asia orientale ma soprattutto la cina vedete come la cina in realtà raggiunga un picco di demografia attorno al 2025 e poi diventi più piccolo ci sia una decrescita addirittura li dovuta a una pratica che conoscete sicuramente alla legge del bambino solo è quindi evidente che due persone in coppia che hanno un bambino solo questo prima o poi riduce la popolazione l'asia meridionale cioè l'india in maggior modo avrà un esplosione ancora più significativa di quella della cina quindi l'india diventerà ancora diventerà il paese più popoloso di gran lunga della terra e questo beneficio demografico farà sì che d'india appunto aumenterà grandemente la propria economia e quindi la l'india dei prossimi vent'anni potrebbe essere quello che la cina è stato nei vent'anni precedenti ma anche qui attorno a metà del secolo se queste previsioni ma le previsioni demografiche sono tra le più precise anche qui attorno alla metà del secolo comincerà ad esserci un contenimento e la grande esplosione avverrà nell'ultimo continente che arriverà più tardi degli altri nella economia mondiale cioè l'africa ed è impressionante vedere come l'africa che aveva nel 1950 meno abitanti del nord america adesso a tanti abitanti quanto l'europa e alla fine del prossimo secolo avrà più abitanti di america del nord america latina messi insieme quindi si parla di più o meno tre miliardi di persone a partire da probabilmente tre o quattrocento mila quindi la seconda metà del secolo sa molto dominata da questo spostamento demografico dall'asia verso l'africa ci sono però anche dei rischi è uno scienziato politico non può non sottolinearli e questi sono soprattutto punto 4 rischi che vorrei condividere con voi sicuramente ce ne sono altri ma a mio modo di vedere sono quelli nel presente e nel prossimo futuro più cogenti e pericolosi primo la globalizzazione se mi permettete il gioco di parole non è affatto globale non è che tutto il mondo sta vivendo gli stessi benefici effetti di questa entrata nel mercato globale sicuramente questo in europa non è così però ci sono dei paesi che possono tagliati fuori dai processi di globalizzazione e spesso questi paesi tendono viceversa implodere a peggiorare la loro situazione rispetto a quella precedente quindi se i grandi paesi come india e cina sono migliorati ci sono paesi che in questo momento stanno peggio hanno una degenerazione istituzionale molto forte tanto che alcuni parlano di stati falliti cioè di posti dove lo stato le istituzioni non esistono più sono fallite e pertanto c'è un disordine endemico questo avviene in un arco una cintura che va dalla africa centrale fino all'asia centrale passando per in parte il medio oriente che però questo processo è fortemente attutito dalla presenza in molti paesi di risorse petrolifere importanti ma non quei paesi come la siria allo yemen che non hanno risorse petrolifere importanti sono soggetti a questo io credo che ci sia un elemento culturale economico sociale ma anche alla fine un po geopolitico in questo nel senso che si tratta dei paesi meno marittimi quelli più quindi che fanno più fatica a integrarsi nell'economia mondiale perché sono un pochino più bloccati da un punto di vista geografico e anche infrastrutturale chiunque abbia viaggiato in africa ha in mente cosa sta dicendo non a caso nel 2012 2012 non è stato buon anno dal punto di vista dei conflitti sono stati quasi centomila morti concentrati in nove conflitti i nove conflitti sono tutti non conflitti internazionali tra stati sono conflitti appunto da fallimento dello stato con l'eccezione del messico sono tutti collocati in quella fascia che vi dicevo che va dalla asia centrale per arrivare fino all'africa centrale e sono i più eclatanti ovviamente quello in siria che quest'anno sta battendo il record del 2012 con più di 40.000 morti quello in messico che è un po dimenticato comporta una guerra civile tra narcotrafficanti e polizia che ha causato più di 18 mila morti l'anno scorso più una serie di problemi a birmania burma in in iraq ovviamente il sudan e la somalia nei paesi invece in giallo come l'india il caucaso russo i mali la colombia ci sono dei conflitti che nel 2012 però non hanno prodotto più di mille morti e quindi le ho messe al di sotto della soglia però evidente che ci sono alcuni paesi che non si sono integrati in questa onda di miglioramento delle condizioni economiche e questo si vede anche dal punto di vista delle relazioni politiche tanto che è cambiata in maniera quasi impercettibile ma ormai decisa la nostra stessa percezione di minaccia all'inizio di questo processo negli anni 70 e 80 la nostra idea di una minaccia in uno stato molto forte uno stato che poteva comprare molte armi mobilitare un grande esercito adesso impercettibilmente questa polarizzazione che c'è stata tra paesi che ce l'hanno fatta dei paesi che non ce la fanno far sì che noi adesso consideriamo la debolezza degli stati una minaccia cioè l'esatto contrario abbiamo ribaltato in qualche modo la nostra percezione della sicurezza mentre prima eravamo preoccupati da grandi stati potenti adesso siamo preoccupati per piccoli stati che falliscono ok la seconda elemento è che sicuramente sono cambiate le disuguaglianze in meglio tra stati quindi gli stati sono più simili oggi in media con eccezioni rilevanti di quanto non lo fossero tre o quattro decenni fa ma all'interno degli stati c'è stato invece un aumento della disuguaglianza siamo qui a parlare di globalizzazione e quindi non mi soffermo sull'italia ma l'italia un caso eclatante di aumento delle torce uguaglianza negli ultimi 20 anni ma ci sono dei casi più eclatanti questa è una mappa della cina nel 2010 divisa per regioni e vi è il nome non della regione ma dello stato a cui quel pil pro capite corrisponde e quindi vedete come ci siano delle differenze regionali molto significative e ci siano vabbè le zone costiere più note oppure hong kong eccetera che hanno dei pil addirittura superiori a quelli europei di pil pro capite quindi i sauditi o qatar o singapore ma convivano nell'interno del pil pro capite che sono comparabili invece a paesi non ancora globalizzati quali l'angola o il congo brazzaville e allora immaginatevi dal punto di vista politico a prescindere da giusti elementi di equità che questo situazione una situazione del genere pone ma dal punto di vista politico può porre a un governo dover governare simultaneamente un tipo di società simile a quella di singapore è un tipo di società simile a quella della gola questo dal punto di vista politico come dicevo la disuguaglianza protratta nel tempo è necessariamente fonte di tensione e quindi anche lì va appunto calibrato dobbiamo imparare a non guardare più semplicemente delle medie anche perché sono si tratta di paesi enormi tutte queste potenze emergenti brasile larus la russia un po meno ma soprattutto brasile india e cina sono paesi che amano demografia tale che sono grandi come un continente per cui è molto difficile e importante che ci adeguiamo percettivamente queste dimensioni sia perché sennò non capiamo i fenomeni che ci sono è evidente che non ha un senso limitato sapere qual è il pil pro capite cinese medio quando è così differenziato al suo interno e devo dire c'è un problema di reciprocità un paese come questo non percepisce l'italia come uno stato pari lo percepisce come una regione dell'europa cioè ha bisogno di una dimensione analoga per riuscire a capirlo e pertanto appunto questo è un ulteriore problema percettivo a livello a livello mondiale ma c'è qualche cosa che sono pronto a scommettere influenzerà l'agenda globale economica di questo secolo un paese come questo che ha ancora gravi problemi di povertà assoluta sotto il dollaro nonostante tutto in alcune regioni è un paese che concentrerà tutta la propria attenzione sulla crescita economica per cercare di togliere dalla povertà assoluta sotto 1 2 dollari parti ingenti della propria popolazione se vuole sopravvivere perché sennò creerà un problema politico che potrebbe farlo ribaltare in pratica prima o poi presto la cina e le altre potenze emergenti diventeranno le economie più importanti nel mondo più grandi quindi che hanno i processi che le influenzano maggiormente come vi ho fatto vedere prima viceversa a noi da 150 anni siamo abituati che questa economia siano occidentali il che vuol dire che erano importanti queste economie perché non ho ricche non perché erano grandi e popolose perché aveva una grande capacità di produttività avendo la rivoluzione industriale solo in quelle zone spero che non abbia perso il filo quello che voglio dire è che la prima volta da almeno da secoli in cui le economie più grandi più importanti non sono le economie più ricche e questo da un punto di vista della gente economico globale potrebbe creare un problema almeno per noi che siamo abituati appunto a economie relativamente ricche nel senso che nella nostra faticosamente agenda economica abbiamo introdotto delle cose molto importanti di natura sociale per esempio la difesa dei lavoratori di natura ambientale la difesa dell'ambiente delle risorse di natura sanitaria difesa dei consumatori la parità tra generi che ha un'economia non ricca possono sembrare dei lussi a cui si arriva solo dopo che si è diventati ricchi per cui io vedo in una situazione di questo genere il fatto che è facile che si vedrà una maggiore diversità nel modo in cui si vedono le priorità nei prossimi decenni e nei paesi emergenti sicuramente avranno legittimamente dal loro punto di vista una maggiore concentrazione su la crescita e una minore concentrazione su altre cose mentre noi siamo abituati avere un agenda prima regata un altro dei rischi a che vedere con le gerarchie politiche diciamo nel mondo sappiamo che prima o poi la cina diventerà e qui si sprecano le previsioni rispetto a quando scenderà l'economia più grande del pianeta questa è una piccola invece proiezione delle spese militari che ovviamente sono legate a quanto è grande e l'economia e come vedete c'è una grande variabilità perché è difficile fare previsioni le uniche previsioni serie sono quelle demografiche come vi ho detto al tempo stesso vediamo come in un qualche periodo compreso tra più o meno il 2030 o il 2050 la cina supererà gli stati uniti non dal punto di vista economico ma dal punto di vista militare allora in passato ci sono stati dei grossi rischi quando questo è successo perché chi era forte prima vorrebbe mantenere una posizione di primato chi invece sta diventando forte tende a spingere per avere lui quei benefici e privilegi e quindi anche a livello di gerarchie in filigrana nel futuro ci potrebbero essere dei problemi in qualche modo speriamo che questi passaggi di testimone siano più pacifici di quelli che erano quando le potenze erano europee ho detto che sicuramente fino al 1820 quello che rendeva speciale gli stati europei era il fatto che erano estremamente bellicosi e quindi quando qualcuno superava un altro generalmente litigavano fino alla guerra speriamo ecco che un'altra civiltà abbiano appunto una maggiore civiltà da questo punto di vista l'ultimo dato a che vedere viceversa con le risorse perché è vero sì che noi avremo una stabilizzazione della demografia questa è una buona notizia non avremo 20 o 30 miliardi di persone che devono vivere nello stesso pianeta in cui adesso ne vivono 78 però la crescita economica comporta una certa tensione qui ritorno invece a le piccole figurine che aveva utilizzato prima ed è l'ultima cosa tra l'altro che volevo dire di questa sera questa è la distribuzione del reddito oggi con 7 miliardi di persone e questi anche qui si tratta di approssimazioni rappresentano ciascuno di questi simboli rosa un una misura che è la tonnellata il milione di tonnellate equivalenti di petrolio è una misura per misurare il consumo energetico e saprete già che sappiate nostra voglia di crescere non lo sapete già va forse che al momento nel mondo vengono consumate 12 negate appunto 12 unità di questo genere di cui la metà e questo lo sapete viene consumato nei paesi ricchi quindi 6 su 12 vengono consumati da quel miliardo di persone zona ocse due vengono consumati dalle persone in mezzo quindi se vi ricordate quelli che usano le lavatrici ma magari non hanno l'ultimo cellulare uno a miliardo quindi un sesto per per pro capite dai 3 miliardi in mezzo e i 2 miliardi ultimi insieme non fanno neanche un mega tel abbiamo detto che da qui al 2050 arriveremo a 9 miliardi di persone da 7 ce ne saranno due in più ma ci sarà secondo molte previsioni un ulteriore miglioramento della globalizzazione che era la buona notizia che noi abbiamo cominciato questa chiacchierata ovvero presumibilmente non arriveranno al miliardo e quindi non valgono la pena di essere rappresentate con un omino non arriveranno al miliardo le persone sotto la soglia di povertà quindi dei 9 miliardi ce ne saranno quattro in questa fase intermedia ricordate quelli con la luce elettrica ma senza le lavatrici tre saranno nella zona diciamo della borghesia e chi era nella borghesia sarà diventato ricco come la zona ricca e quindi saranno due miliardi di cui un miliardo non ocse nella zona dei ricchi se noi assumiamo che le persone all'interno di queste rappresentazioni consumano la stessa energia che oggi viene consumata in quel segmento di riferimento abbiamo un raddoppio dei consumi quindi due miliardi di persone in più non tanto per la demografia ma quanto perché diventano più ricchi quindi vogliono consumare di più vogliono avere più lavatrici fa sì che i 4 miliardi tra i due ei quattro abbiano 4 miliardi 1 a testa tra i 40 e gli 80 dollari 2 a testa si era detto quindi sono sei e ai sei che viene consumato adesso in occidente se ne sommano altri sei di un nuovo miliardo di gente ricca quelli delle pillolina che avevamo messo allora questo rappresenta una grossa sfida che a mio modo di vedere è la grande sfida dei prossimi decenni o noi riusciamo non a ridurre i consumi individuali questo non credo sia irrealistico a livello di miliardi di persone perché qui stiamo parlando appunto non tanto del consumo al margine molti di noi hanno già e possono potrebbero gli farebbe pure bene prendere la bicicletta invece che la macchina però dubito che improvvisamente 500 milioni di europei smetto di usare la lavatrice quello che possiamo sperare è che questo aumento della domanda sia con tecnologie nuove verdi siamo molto lontani dall'essere questo sono sotto al 10 per cento adesso è quindi necessario che lo sviluppo tecnologico riesca a rendere credibile il fatto che gran parte della produzione tutta la produzione che ci serve in più per finanziare questo sviluppo possa venire dalle nuove tecnologie qual è l'alternativa è l'alternativa è che non ci sono idrocarburi per tutte queste cose qui e quindi vuol dire tornare indietro di 150 anni cominciare a litigare per pezzi di territorio dove ci sono risorse scarse che altrove non ci sono e quindi è un imperativo assoluto quello di continuare su questa strada che abbiamo preso grazie mille estremamente efficace e anche originale pur essendo il tema così vasto credo che ci siano tanti spunti non tutti di ottimismo forse però sicuramente tanti spunti interessanti abbiamo una mezz'oretta per le domande la regola è sempre quella se fate domande brevi e magari con il punto di domanda alla fine è meglio e così riusciamo poi a parlare tutti precoce è una cui già in prima fila se non c'è un microfono quindi volevo chiederle nelle sue esposizione lei ha paragonato il livello di povertà un dolo nel 1170 è il dollaro di attuale però se consideriamo il 1970 un key un quintale di frumento era 3 euro adesso è intorno ai 27 euro quindi non so come possa essere della relazione perché i cinque volte di più quindi quell'euro quel dollaro e 00 20 insomma quindi professore non riesco a capire effettivamente la correlazione perché un dollaro nei settanta aveva maggior valore che non adesso scusi e quindi praticamente un poveraccio nel minuten 70 acquistava più pane che non adesso per cui c'è uno spostamento secondo me della povertà perché 4 a 4 dollari adesso si compra praticamente meno grande di prima magari ne raccolgo però questa è una risposta puntuale una domanda molto puntuale appropriata posto che io non sono un esperto econometrico però i dollari utilizzati in questa proiezione sono dollari costanti innanzi tutto quindi sono al netto dell'inflazione il che vuol dire che un dollaro al 1970 è valutato per essere un dollaro del 2013 non un dollaro del 1970 sono standardizzati questo non vuol dire che non ci sia stato un aumento dei prezzi al di là dell'inflazione soprattutto per esempio di prezzi alimentari che ha avuto infatti delle conseguenze molto significative io sono convinto che nelle cosiddette primavere arabe ci sia stato una fortissima spinta del fatto che questi paesi che ne sponda sud del mediterraneo che si sono trovati in un'esplosione demografica simultaneamente all'esplosione dei prezzi degli alimentari ha creato una tensione politica molto forte al tempo stesso se uno guarda le popolazioni appunto in media in cina in india sicuramente negli ultimi 40 anni c'è stata una trasformazione dello standard di vita allora è difficilissimo misurarle ripeto io non sono un economia tricot e quindi mi fido di questi i dati diciamo però è indubbio che la aspettativa di vita per esempio su quei dati sono molto più precisi sia raddoppiata allora evidentemente è successo qualcosa di positivo anche a livello alimentare questo è per dire che questo tipo di semplificazione hanno dei difetti evidentemente perché cambiano i contesti però quello che io volevo contestualizzare e il fatto che dopo dieci anni che sostanzialmente soprattutto in italia ci diciamo che l'economia va a rotoli che è un momento terribile eccetera ed è vero per noi se uno guarda a una prospettiva mondiale ci sono miliardi di persone che hanno radicalmente cambiato la propria vita e questo mi sembrava giusto dirlo perché appunto in un'ottica globale mi sembra anche i può ricordarsi cosa fanno miliardi di persone piuttosto che poche centinaia di milioni in europa bene raccogliamo adesso due o tre e così facciamo pure rispondere professore andrea tutti insieme si è visto i cambiamenti se con lei le stazioni internazionali tipo l'onu o la raffinata dove la rata si e se sì come qualcun altro qui c'è lei prima ha sottolineato come sia cambiato un po il panorama economico nel momento in cui le grandi economie non sono più le economie più ricche quindi ha parlato di parametri ambientali adesso per entrare un po più nello specifico per esempio del rispetto dei diritti umani questa globalizzazione crea un anche dei parametri diversi per le popolazioni di queste economie quindi una sorta di privazione non più assoluta ma relativa e quindi questo potrebbe creare delle tensioni all'interno di questi di questi paesi e nascono dal basso dalle popolazioni quindi questo potrebbe incidere su quel grafico di di calo dei conflitti che abbiamo visto all'inizio non ho trovato nei nei dati nelle variabili che lei ha citato uno che mi sarei aspettato di trovare né fra i rischi nelle né fra le opportunità cioè le migrazioni dei popoli breve sintetico c'è un primo giro di risposte poi continuiamo basterebbero queste testare questa sera però cercherò di essere breve anche se appunto meriterebbero molto di più sono tutte ottime domande e allora le migrazioni sono un tema fondamentale effettivamente forse è proprio che io non sono non riesco a metterlo nei tra i rischi nelle opportunità è evidente guardiamo un attimo al daf dato demografico che vi dicevo prima allora no allora quando vedete quella curva demografica per l'africa sub sahariana dove ripeto passano da 2 300mila persone che erano nel 1950 a 3 miliardi ok quindi una decuplicazione allora è evidente che questo se non ci fosse migrazione creerebbe delle condizioni tensione esplosiva che poi tutto il mondo dovrebbe gestire e quindi evidente che ci sarà da leggere da questi dati un forte aumento delle migrazioni trans diciamo continentali a prescindere dalle politiche che possiamo mettere in atto se mettiamo la marina la gente arriva nuoto questi sono dati in cui le migrazioni sono destinate a crescere e questo è una buona notizia sicuramente perché è una valvola di sfogo in paesi che hanno dei problemi appunto di sopravvivenza di abbiamo parlato di fallimento dello stato ed è anche una buona notizia per quelle società che ricevono queste migrazioni soprattutto se si tratta di società la cui demografia sta invecchiando voi sapete qual è l'età media di un italiano io lo so perché a quell'età 80 no effettivamente forse dovrei fare un po di sport allora 44 ci sono tanti più italiani più vecchi di me tanto più giovani per ogni italiano bisogno di me c'è un'intera più vecchi ma questo ha implicazioni elettorali sapete qual è l'età media in afghanistan cioè quanto a metà della popolazione 17 anni ok allora è evidente che è solo un bene che società così giovani contribuiscano persone a società così recchi peso non entrò sul perché per come si è giusto non è giusto dovevamo fare una serata a porta però al tempo stesso è evidente di questo segnalo che parleremo esattamente domani in una tavola rotonda alla fondazione bruno kessler che tutta questa globalizzazione e soprattutto gli aspetti appunto migratori che mettono a contatto culture diverse hanno degli effetti cacofonici cioè di mettere insieme cose che possono non andare bene insieme nel breve periodo possono provocare tensione reazioni nazionalistiche etniche eccetera per cui io credo che si sia un'opportunità quella delle migrazioni dei popoli però non escludo che non possono portare anche delle tensioni e quindi è per questo che non ne ho menzionate sulle applicazioni relative sono un concordo ma lei cioè c'è un grave problema del fatto che nonostante il miglioramento rimangono delle condizioni di vita molto diverse dal nostro standard di vita allora qualcuno che lavora 18 ore al giorno e non ha la corrente elettrica non può pagare la corrente elettrica in casa di fronte a il vicino di casa o diciamo il vicino di città che viceversa va in aereo privato questo può creare un problema politico credo che comunque sia importante in ogni caso mettere diciamo un minuto di concentrazione sul miglioramento assoluto che c'è stato rispetto a un'aspettativa di vita di 35 anni un'aspettativa di vita di 70 mi sembra un miglioramento per l'umanità poi queste gestioni questa gestione politica sia facile non lo credo tanto che penso che tanto più rapido è l'aumento delle potenze emergenti la cina in particolare tanto più sarà difficile che avvenga in un clima in un contesto sociale di diciamo che lo consente ovvero continua così velocemente a far diventare tutti più ricchi oppure appena si rallenta e quindi ci sono ricchi e poveri che sono destinati a rimanere poveri rischia di essere un inclusione sociale che ferma quel particolare modello c'è poco che possiamo fare in questo c'è molto che possiamo fare nella prima domanda cioè le strutture deboli ma esistenti multilaterali di governo del mondo sono strutture occidentali scritte e costituite in un momento in cui avevamo visto l'occidente dominava la scena era più di metà del mondo senza non è sovietica senza giappone quindi la parte diciamo a cui siamo abituati a pensare era il 70 all 80 per cento dell'economia mondiale adesso non è più così allora i casi sono due o avremo la lungimiranza di aggiornare adattare i grandi fuori multilaterali in modo che vengano sentiti propri anche da chi non le ha contribuiti a scrivere 50 anni fa oppure prima o poi verranno delegittimati e quindi perderemo anche quella forma debole ma io penso efficace parzialmente faticosamente ma comunque positiva di governance multilaterale globale che abbiamo fino adesso perché l'altra metà del mondo semplicemente non la riconoscerà le avrò tempo ancora per un paio di domande prendevano anch'io c'è qualcuno che vuole fare richiesta intanto faccio la mia rom in curiosita tra le punti di tensione alla fine il fatto che la competizione per le risorse e il sorpasso nella forza militare possono avere tempi diversi quindi mi chiedevo qual è lo scenario più preoccupante quello in cui diciamo la cina diventa più forte degli stati uniti e quindi può competere per le risorse da una posizione di forza quella in cui gli stati uniti vedendo che la cina comincia cresce militarmente iniziano a usare la loro residua superiorità militare per fare quello che hanno fatto in iraq per cercare di bloccare il problema sul nascere la cioè un'altra e poi è un'altra perfetta sono anche vicine questo vediamo sì direi sì si crea me invece è incuriosito quando prima menzionato chi si faceva paura ieri i primi conflitti ovvero sembrava la cina in quella con l'immagine e chi ci fa paura alla russia è che c è chi ci fa paura oggi probabilmente li si potrebbe discutere anche magari che ci fa paura oggi non è che ci faccia veramente paura noi occidentali ma magari e diciamo che le nostre potenze nostre multinazionali spingano anche per creare conflitto in quelle zone più povere perché probabilmente ci sono interessi economici ci sono prodotti petroliferi piuttosto comunque risorse energetiche e quindi convenzionalmente spingono ma non sono i media gli stereotipi pregiudizi a farci vedere queste popolazioni come dei come delle proposizioni di paura e sono io mi rifaccio alla prima domanda che è stata fatta dal signore no quando diceva del dollaro al giorno nell'ottocento 20 quando era anche supponendo che con lo stesso dollaro secondo si comprava la stessa cosa però le esigenze di adesso sono assolutamente cambiate cioè io penso che una volta vivevano tranquillamente con pochissimo e riuscivano vivere adesso non si riesce più a vivere con quel pochissimo di conseguenza se cambia lo scenario del mondo cioè se i miei figli non posso a mandarli a scuola non posso vestirmi una volta avevano un paio di pantaloni e li mettevano solo la domenica per cui il dollaro forse era sufficiente cioè per me la povertà è aumentata a parità di dollaro al giorno cioè stanno peggio adesso quelli che sono sotto il dollaro al giorno ma non lo so vorrei sentir lei c'è un'altra domanda qui grazie ovviamente sono qui le cose che sono state dette sono tantissime e mettere in ordine le idee ovviamente credo richieda un momento di riflessione però personalmente la cosa che mi ha colpito è questo rapido cosa rapida diciamo crescita delle potenze emergenti in relazione al fatto che lei ha detto incida in qualche modo sul fissare l'agenda politica di questi paesi importi in particolare perché prevede una maggiore concentrazione su su quella che è la crescita rispetto a quella che può essere agenda politica degli stati come possono essere i nostri dell'area dell'ocse che possono avere appunto priorità diverse mi chiedo quindi in questo contesto quanto difficile possa essere da parte nostra condizionare questa diciamo questa questa agenda politica e se effettivamente un elemento per esempio di condizionamento può esser che cercare di vincolare riuscire diciamo a vincolare incidendo su questa crescita cioè mi spiego lei ha detto alla fine che ci saranno maggiori consumi e diciamo la crescita in questi paesi non necessariamente è legata a diciamo a politiche sostenibili dal punto di vista ambientale eccetera quindi mi chiedo se un condizionamento anche attraverso i fori multilaterali cercando di incidere su come dire su condizionando sostanzialmente questi stati a seguire delle politiche ad esempio maggiormente sostenibili può portare da parte nostra un condizionamento della loro agenda capisco che è stato confuso e anche per me però mi chiedo se può essere un elemento per cercare di influenzare in qualche modo che dicesse che riescono un po più chiaro forse è meglio anche per noi no la crisi da qui piano però cercare di attraverso l'utilizzo della governance multilaterale come diceva prima il professore cercare di tra virgolette vincolarli a nel rispetto delle terminazioni anche ad un condizionamento diciamo condizionare la loro crescita e incidendo appunto sul questi consumi eccessivi grazie ok anche qui appunto sarà dura essere sintetici però io è una mia opinione tra l'altro la trovo molto stimolante le gare effettivamente non ci hanno mai pensato cosa succede cosa potrebbe succedere prima tra una tensione politica tra cina e stati uniti a livello politico o una tensione invece sulle risorse economiche e io personalmente tendo a essere più preoccupato per la seconda rispetto alla prima la cina al contrario della europa e dopo dell'occidente con gli stati uniti quando è stata potente e successo sostanzialmente in due momenti con la dinastia ming e nel quindicesimo secolo con la dinastia song a cavallo dell'anno mille non è stata espansionista la cina aveva sia una concezione gerarchica diciamo delle relazioni internazionali ma in cui i cinesi non doveva non certamente conquistare gli altri popoli magari da rendevano tributari ma i cinesi devono stare tra cinesi sostanzialmente quindi aveva un'idea abbastanza distaccata quasi autarchica molti non sanno per esempio che i primi viaggi transoceanici non sono stati fatti dai portoghesi o da cristoforo colombo ma all'inizio del 1400 da genchi che era un ammiraglio ming che appunto girava e girava per gli oceani non con tre caravelle girava con 100 navi e 30 mila soldati su queste navi venivano chiamati le navi dei tributi perché al solo vederle si precipitavano a fare regali per dire con questi qui meglio non avere a che fare perfetto la dimensione di queste navi era doppia tripla quadrupla rispetto alle caravelle portoghesi e spagnoli ma non hanno fatto un impero al contrario dei portoghesi degli spagnoli per cui io ho fiducia nel fatto che appunto le nuove potenze siano più simili alle potenze occidentali degli ultimi 50 anni piuttosto che a quelle dell'era bering licosa del sette ottocento questa la mia impressione della lettura storica quello che mi preoccupa di più è viceversa una oggettiva competizione sulle risorse perché forse sono stato errato nella mia nella mia presentazione dicendo che l'agenda economica in qualche mondo sarebbe migliore se diventassero più verdi le potenze emergenti questa situazione 2013 il miliardo di persone consuma la metà siamo noi quindi non sono loro a dover dire fermi tutti non crescete o noi veramente abbiamo il coraggio di andare a dire no no fermi tutti rimanete a lavare i panni amano perché sennò qui il mondo ma stata facile ritenete che abbia una forza morale molto forte quando noi un miliardo consumiamo metà delle risorse quindi così come non credo sia molto credibile oggettivamente che in europa se a meno che la crisi non continui così perché adesso stiamo abbiamo negli ultimi tre anni dei figli splendidi risultati su il protocollo di kyoto per forza si è fermato tutto non consumiamo più e quindi siamo rientrati dentro prima fino al 2008 c'è la preoccupazione perché non stavamo tagliando niente adesso stiamo tagliando che stiamo chiudendo le fabbriche quindi non consumiamo di però scherzi a parte è evidente che la realtà sta nel mezzo bisogna cercare di sperare che la sensibilità ambientale nelle potenze emergenti aumenti gli aumenti di più di quella che è stata quando noi stavamo crescendo anche qui una richiesta arresto devono di essere più saggio di come è stato a decidere
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