Patrimonio Unesco, beni immateriali e ricadute sul territorio
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Patrimonio Unesco, beni immateriali e ricadute sul territorio
Vengono letti e analizzati dati di ricerche sull'impatto positivo dei riconoscimenti UNESCO, evidenziando l'aumento del turismo, delle imprese e dell'occupazione. Vengono, inoltre, discusse le sfide legate all'overturismo e alla necessità di strategie di valorizzazione sostenibile, con particolare attenzione al ruolo delle cooperative e al caso della dieta mediterranea come patrimonio immateriale. Infine, si discute della candidatura della cucina italiana a patrimonio immateriale UNESCO.
Un'estate di trance Un'estate di trance Un'estate di trance Un'estate di trance Un'estate di trance Un'estate di trance Un'estate di trance Un'estate di trance Un'estate di trance Un'estate di trance Un'estate di trance Aah aii da a' Paul Il suo corpo è in grado di svolgere il suo corpo e il suo corpo è in grado di svolgere il suo corpo e il suo corpo è in grado di svolgere il suo corpo e il suo corpo è in grado di svolgere il suo corpo www.mesmerism.info Mesmerism.info Il suo corpo è in grado di sfruttare il suo corpo e di sfruttare il suo corpo In questo modo, il suo corpo è in grado di sfruttare il suo corpo e di sfruttare il suo corpo Il suo corpo è in grado di sfruttare il suo corpo e di sfruttare il suo corpo In questo modo, il suo corpo è in grado di sfruttare il suo corpo Il suo corpo è in grado di sfruttare il suo corpo e di sfruttare il suo corpo Il suo corpo è in grado di sfruttare il suo corpo Il suo corpo è in grado di sfruttare il suo corpo e di sfruttare il suo corpo Il suo corpo è in grado di sfruttare il suo corpo Il suo corpo è in grado di sfruttare il suo corpo e di sfruttare il suo corpo Il suo corpo è in grado di sfruttare il suo corpo Il suo corpo è in grado di sfruttare il suo corpo Anche a seconda della harmony Il suo corpo è in grado di sfruttare il suo corpo Il nostro corso gratuito è in descrizione. 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Vi presento i ospiti che animeranno questa discussione, abbiamo Irene Bongiovanni che è presidente con co-operative cultura turismo e sport, alla mia sinistra c'è Sara Farnetti che è un medico, una specialista in medicina interna ed una grande esperta di dieta, di alimentazione, è un volto del divisivo molto molto noto e capiremo bene a fondo come entri in questa discussione sulla base della sua esperienza. Il professor Petrillo è un costituzionalista, un esperto di diritto comparato ma soprattutto un grande esperto di questo tema, probabilmente non ci poteva essere una personalità più indicata per parlare di questo tema avendo lo stesso seguito dal punto di vista più teorico nel nostro Paese, l'elaborazione intorno ai riconoscimenti UNESCO e poi per aver lavorato, istruito materialmente alcuni dei dossier più importanti che sono stati effettivamente poi accolti dalla comunità internazionale. L'UNESCO è espressione comunque di un'organizzazione delle Nazioni Unite molto articolata dove ci sono al proprio interno diversi settori che riguardano l'alta diplomazia, riguardano l'approfondimento scientifico e il nostro Paese, da ultimo, ha avuto un riconoscimento per quanto riguarda il canto lirico, adesso si prepara ufficialmente il responso sulla cucina italiana e il discorso che poi riguarderà noi più da vicino sarà capire quali ricadute per il territorio questo comporta. In ultimo abbiamo l'assessore Roberto Failoni che è assessore al commercio, al turismo, ai foresti e della provincia autonoma di Trento, quindi si trova a giocare in casa e ci può dire molto di quello che accade in una regione che del turismo ha fatto anche il cuore della sua attività. Comincerei con Petrillo per fare un primo giro per portarci un po' dentro alla questione, avendo appunto lui è stato anche capo dell'organismo internazionale tecnico scientifico di valutazione delle proposte, quindi sono passate per le sue mani insieme agli altri esperti essendo un collegio le proposte di tutto quanto il mondo. Lui magari farà riferimento ad alcune di queste che poi sono anche orgoglio italiano. La domanda essenzialmente iniziale che è un po' il calcio d'inizio è qual è il bello di essere un esco? Io un po' scorrendo, comandami di economia e della cultura, ho scorso abbastanza le rassegne stampa e tutto quello anche dal punto di vista dell'accademia, della riflessione universitaria, cioè su questo e sono stato invaso da una quantità di approfondimenti di alto livello su questa materia, cioè un po' una corsa generale di antilocali, di comunità specifiche ad ottenere questo marchio e evidentemente questo seguendo le tracce indica che c'è dell'interesse forte, allora qual è in definitiva il bello di essere un esco? Grazie, grazie Nicola, buongiorno a tutti. Oggi noi possiamo dire che l'un esco è un selettore di scelte individuali, cioè sostanzialmente quest'agenzia delle Nazioni Unite che si occupa di cultura, di educazione e di ambiente è diventata nota negli ultimi 40 anni per questo marchio dei siti un esco, qui ne abbiamo alcuni, le Dolomiti ma ce ne sono altri, in realtà l'un esco fa tante altre cose tra cui anche riconoscere alcune porzioni di territorio in giro per il mondo e alcune tradizioni piuttosto che alcune aree naturalistiche come patrimonio dell'umanità, tutti effettivamente vogliono questo riconoscimento. In Italia ogni giorno ogni mattina c'è un sindaco che si sveglia e propone una candidatura all'un esco, nove volte su dieci senza sapere che cosa vuol dire, quali sono le implicazioni, la responsabilità che c'è dietro, la complessità del processo, però rivendica il riconoscimento un esco perché sa bene che anche soltanto l'avvio di un percorso di candidatura porta delle ricadute sul territorio. Poi che siamo a Festival dell'Economia io mi sono permesso di portare qui alcuni dati che sono il frutto di una ricerca, non so se possiamo vedere, ho preparato delle schede esattamente, vediamo ora se sono così bravo da capire il funzionamento, funciona perfettamente, è una ricerca che stiamo conducendo in università di Rigola, Cattadone, un esco all'università di Roma, una ricerca che stiamo conducendo a livello internazionale, noi coordiniamo questa ricerca proprio per capire qual è l'impatto economico dei riconoscimenti un esco perché ve ne sono tantissimi, quelli più famosi a cui oggi facciamo riferimento sono quelli dei siti patrimonio dell'umanità, cioè dei luoghi fisici come appunto le Dolomiti o il centro storico di Colosseo a Roma e faremo oggi riferimento anche ai patrimoni culturali immateriali, cioè le tradizioni, saper fare, le conoscenze che tramandandosi di generazione definiscono l'identità di un territorio. I dati che stiamo elaborando, la ricerca si concluderà l'anno prossimo, sono già molto interessanti. Il primo dato, possiamo dire con degli slogan molto semplicistici ma che rendono l'idea, l'un esco ha neutralizzato il Covid, in che senso? Se noi andiamo a vedere i flussi turistici e quindi le presenze di non residenti nei siti un esco ci rendiamo conto che subito dopo il Covid l'impressione che abbiamo avuto è che il turista e il viaggiatore abbia scelto prima di tutto i siti un esco, un po' come se uscito dalla reclusione obbligatoria d'imposta dal Covid abbia detto ma chissà che torniamo ad essere reclusi, andiamoci a vedere prima di tutto quei siti che l'un esco ha dichiarato essere unici al mondo, patrimonio dell'umanità. Vedete come la presenza di turisti su siti culturali in Italia sia cresciuta in maniera significativa rispetto ovviamente agli anni del Covid ma la presenza di turisti nei siti un esco sia cresciuta in modo molto più significativo, abbiamo un differenziale di circa il 17%. Se voi andate a vedere il tendenziale prima del Covid i dati erano più o meno sostanzialmente identici con in alcuni casi delle punte ma la media dei siti un esco era identica quindi prima del Covid il numero di visitatori nei siti un esco era sostanzialmente identico a siti culturali simili ai siti un esco ma non ancora riconosciuti dall'un esco. Dopo il Covid questa è impennata. Un altro dato anche questo molto interessante i siti un esco attraggono più imprese turistiche e questo non solo dopo il Covid ma anche prima. Noi per ciascun sito italiano e i siti degli altri paesi che sono oggetto di studio ci stiamo andando a prendere i dati prima del riconoscimento e dopo il riconoscimento e qui è molto interessante vedere il trend del numero delle imprese perché dopo il riconoscimento sono cresciute in maniera esponenziale le imprese che hanno una qualche connessione con quel riconoscimento, le imprese culturali, le imprese creative, le imprese che offrono servizi turistici, le imprese ad esempio agroalimentari perché alcuni riconoscimenti sono strettamente connessi al settore agroalimentare ad esempio molto più a sud di Trento Pantelleria ha ottenuto due riconoscimenti un esco uno legato alla coltivazione della vite ad alberello che è una tipica coltivazione vitivinicola l'altra legata ai muretti a secco. E' spaventoso il dato delle aziende agrituristiche che sono cresciute che sono state create dopo il riconoscimento perché in quel caso addirittura arriviamo al 60% la media è del 41 e 9 vedete a livello nazionale nel periodo 14-19 pre covid la crescita è stata del 2 e 5 nei siti un esco invece del 41 e 9 per cento stiamo parlando di uomini e di donne che hanno deciso di fare impresa di investire su questi territori, sono oggettivamente più attrattivi. Altro elemento il riconoscimento un esco aumenta la forza lavoro aumenta l'occupazione è evidente se aumentano le imprese aumentano tendenzialmente anche i lavoratori. Qui uno dei casi che abbiamo esaminato è un caso vicino se volete che è quello del sito un esco che è un sito culturale il paesaggio culturale del prosecco superiore di Conegliano e Valdobbiadene un territorio ben definito limitato piccolo dove siamo andati a vedere cosa è cambiato dopo il riconoscimento un esco tenete presetta che riconoscimento del 2019 quindi in periodo covid puro e no scusate si è 2.000 e vedete come i dati delle strutture extra alberghiere crescono in maniera spaventosa nonostante il covid passiamo da 438 a 531 i posti letto passano da 3470 a 4211 ma siamo in pieno covid e nonostante ci sia il covid il numero dei posti letto in quel territorio crescono in modo significativo perché essendo tra l'altro un paesaggio culturale estremamente ampio questo è un altro elemento che abbiamo verificato i turisti hanno preferito questi luoghi a i centri storici aumentano le aziende spumantistiche aumentano gli addetti alle case spumantistiche in maniera significativa da 3042 a 3514 la forza lavoro complessiva da 6.500 addetti al comparto industriale legato al settore vitivinicolo a 6.867 2022 sono gli ultimi dati disponibili aspettiamo tra poco i dati del 2023 l'altro caso andiamo completamente ad un altro tipo di realtà l'arte dei pizzaioli napoletani è un patrimonio culturale immateriale quindi appartiene a quella categoria di tradizioni e saper fare identità che rappresentano il bagaglio culturale di una comunità la pizza non è patrimonio dell'umanità e non lo sarà mai mentre il saper fare connesso alla preparazione lo è stato è stato riconosciuto qualche anno fa anche qui vedete l'impatto del riconoscimento unesco che risale al 2019 dopo il riconoscimento aumentano in maniera spaventosa le richieste in italia ma soprattutto all'estero di corsi professionalizzanti legati alla all'arte dei pizzaioli napoletani corsi cioè realizzati dalle associazioni che sono due essenzialmente che sono le comunità portatrici delle conoscenze legate ai pizzaioli napoletani qui è interessante anche un altro tipo di ricaduta perché noi oggi parliamo delle ricadute economiche ma le principali ricadute di un riconoscimento unesco non sono economiche sono sociali sono culturali sono emozionali nel caso dei pizzaioli e questo è così finisco il tema è ancora più interessante perché prima del riconoscimento unesco fare il pizzaiolo era la cosa più brutta da augurare a qualcuno nell'ambito della ristorazione io che ho scritto questo dossier come come molti altri mi sono confrontato con molti pizzaioli e alla domanda perché fa il pizzaiolo la risposta era tendenzialmente perché non potevo fare altro non sapevo fare altro quindi mi hanno detto metti di affare la pizza e nella catena della ristorazione il pizzaiolo era considerato l'ultima ruota del carro dopo il riconoscimento è cambiato completamente il volto di questa professione e oggi c'è un orgoglio tale e anche una consapevolezza che è una professione che bisogna acquisire delle conoscenze che perfino i grandi chef adesso si sono messi a fare la pizza ovviamente coinvolgendo grandi pizzaioli quindi è cambiato completamente il volto di una professione e questo è uno degli effetti del riconoscimento unesco ecco questi primi dati nicola penso che rappresentino bene la risposta alla tua domanda cioè perché tutti vogliono l'unesco qual è l'impatto e i numeri ci confermano che c'è un grande ritorno anche economico sui territori. Sì la curiosità diciamo è soddisfatta nel senso che noi come giornale quotidiano abbiamo dato risalto a questi dati preliminari con ottima evidenza dal momento che sembra effettivamente forte la ricaduta complessiva di queste forme di riconoscimento della bellezza italiana con vantaggio del sistema complessivamente inteso quindi ci sono come tu richiamavi dei vantaggi che sono sociali sono ampli nella conoscenza ma anche un interesse economico molto forte che richiama le imprese la centralità delle imprese e qui avrei chiamato in casa in causa Irene perché è vero l'hai richiamato l'italia nel mondo è il paese che ha i maggiori riconoscimenti nella lista dei patrimoni dell'umanità ci sono i centri storici delle città più importanti d'italia c'è Venezia c'è il centro storico di Napoli di Firenze ma c'è un pulviscolo di realtà più piccole meno conciute ma che hanno altrettanta carica di importanza al punto di avere richiamato intorno a sé l'interesse di un organismo come un esco e abbiamo visto dunque anche per l'impresa culturale che cosa questo possa significare dunque la prospettiva da parte vostra che rappresentate questo genere di imprese di aziende qual è che cosa vi rimanda l'attenzione che c'è intorno all'italia rispetto a questo. Sì grazie io devo ringraziare il professor Petrillo perché mi ha dato un assist straordinario ovviamente dai dati che abbiamo visto partirei da un assunto se mi permetti cioè il patrimonio un esco i beni immateriali sono una straordinaria opportunità di sviluppo i dati ce lo dimostrano ancora di più in un periodo come quello del post covid quindi è un dato di fatto da cui partire però ecco forse non è tutto già fatto e perfetto perché mi soffermerei molto sulla terza parte del titolo sulle ricadute sul territorio perché perché guardate se tutto funzionasse davvero benissimo e se il patrimonio un esco i beni immateriali e in generale il patrimonio culturale diffuso in italia fosse già una straordinaria opportunità affermata in termini di occupazione di sviluppo sostenibile allora racconteremo ancora altri dati allora io voglio soffermarmi su tre temi in particolare per provare a ragionare su quali risposte poterci dare tutti insieme uno a mio avviso il tema della valorizzazione il secondo è quello del lavoro nell'ambito culturale lo ha accennato il professore e il terzo un po le strategie che come sistema paese dobbiamo darci per poter trasformare tutto questo in una reale opportunità di sviluppo il primo e trema è quello della valorizzazione e mi soffermo in particolare su questo perché le nostre cooperative a livello nazionale questa insomma è una competenza elevata che hanno ed è effettivamente creano delle buone pratiche delle buone opportunità sui territori nel nostro paese ci si è occupati spesso da tutti i punti di vista della diciamo mi permetterete qualche semplificazione delle mura del nostro patrimonio in qualche modo ci si è occupati molto della ristrutturazione della riqualificazione della manutenzione che è assolutamente ineccepibile come come linea di intervento però però troppo spesso e qui guardo anche la pubblica amministrazione quanto poi la preoccupazione di che cosa mettiamo dentro queste mura di che cosa facciamo di quale progetto di sviluppo a base culturale portiamo avanti perché non è soltanto occuparsi di quale animazione mettiamo dentro però partendo dai beni culturali partendo dal patrimonio che abbiamo ecco che noi se riusciamo a valorizzare questo rapporto tra pubblico e privato e poi ci torno partendo dai beni culturali che ripeto possono essere i patrimoni unesco i beni immateriali quanto poi sui saperi anche le cooperative nelle aree interne nei borghi hanno fatto ecco che allora passiamo nella logica del progetto di sviluppo a base culturale entriamo una logica di lunga durata entriamo una logica di occupazione e di sviluppo realmente sostenibile ecco questo è un cambio di passo significativo i primi timidi segnali le abbiamo colti faccio proprio uno degli esempi gli ultimi a livello temporale anche qui non è ovviamente non ha la partesa di essere esaustivo però stando sui temi del pnr la linea borghi tanto discusso per mille ragioni però cerchiamo di salvare il buono in questo momento la linea borghi del ministero della cultura ha sostenuto di fatto tre linee di intervento cerco di semplificare una linea la linea a che quella che è rivolta a questi borghi che riceveranno 20 milioni di euro la linea b che invece si rivolge a tantissimi comuni sotto i 5.000 abitanti e qui introduciamo il tema delle aree interne e poi una linea c rivolta alle imprese dicevo che cosa ha funzionato in questo in questo bando ha funzionato il fatto che per la prima volta abbiamo due elementi significativi il primo la premialità ha un rapporto tra pubblico e privato che non sia più solo nella logica dell'affidamento di servizi a un privato ma sia la logica della progettazione insieme quindi io proprietario di beni pubblica amministrazione mi si da un tavolo con un privato e discuto di un progetto di sviluppo di lunga durata questo per il privato essenziale lo sappiamo se ho una logica di progettualità di 10 20 anni è logico che anche la mia capacità di investimenti come privato è significativa che non una logica noi abbiamo visto degli affidamenti di pochi mesi rispetto a un privato non si può fare strategia di sviluppo e questo è il primo dato essenziale il secondo è che finalmente si sostenevano anche attività di valorizzazione allora questo è fondamentale perché altrimenti noi continuiamo a sostenere bellissimi murei sempre per semplificare ma non ci occupiamo del sostegno allo sviluppo di lunga durata sostenibile in quei territori soprattutto se guardiamo alle aree interne allora questo è lo scatto che dobbiamo fare in qualche modo quello che ci permette di trasformare queste opportunità patrimonio unesco e beni materiali in leve di sviluppo sostenibile ma sostenibile da tutti i punti di vista perché anche qua dobbiamo intenderci è sicuramente uno sviluppo sostenibile appunto vista ambientale ma come detto prima il professore è sociale è economico ed è di lavoro e qui mi ricollego al terzo punto per poi tornare ancora la linea c del bando impresa perché qualche riflessione sono usciti da 7 8 giorni i dati ci deve insomma qualche riflessione ce la consegna il lavoro nell'ambito culturale è anche qui proviamo a ribaltare i punti di vista ultimamente il lavoro nell'ambito culturale insomma chi segue questi temi lo avrà visto si discute molto del contratto di riferimento il pagamento del benissimo io però vorrei appunto ribaltare il punto di vista 20 o 30 anni fa nel nostro paese questi temi non c'erano semplicemente perché e chi lavora nell'ambito culturale creativo lo sa non c'era questa forza lavoro io vi do alcuni dati sulla cooperazione quindi guardo soltanto al settore delle cooperative nell'ambito delle imprese culturali e creative la cooperazione esprime 50 mila lavoratori ed è un numero che comincia a essere davvero significativo quindi questo significa che dobbiamo cominciare a trattare questo settore con una dignità di lavoro importante perché se le cooperative ci consegnano questo dato insomma a livello paese le icc cosiddette cominciano ad avere una dignità propria tant'è che nell'ultimo decreto made in italy abbiamo finalmente dopo tanti anni lo abbiamo sempre richiesto la nascita del settore imprese culturali creative qui che cosa manca per dare sostanza a questo tema del lavoro culturale intanto una strategia che abbia un focus chiaro su questo perché anche non basta far nascere le icc noi lo diciamo subito c'è un fondo che sostiene le icc e allora come strategia paese dovremmo dirci che è importante sostenere le icc laddove sono più fragili non abbiamo bisogno io sono molto chiara di sostenere il settore delle icc delle imprese culturali creative voi potete immaginare i grandi settori della creatività italiana ma abbiamo bisogno di far sì che questo sistema di icc cresca anche laddove un pochino più fragile quindi il tema del lavoro nell'ambito culturale creativo è essenziale per fare di nuovo questo salto vado al terzo punto il terzo punto è quello delle strategie quindi che cosa dobbiamo fare poi magari dopo torneremo su altro mi ricollego la linea c anche qui l'intuizione giusta l'intuizione del ministero nel pnr è stato quello di investire anche sulle imprese che in particolare sulle aree interne quindi su parliamo di comuni di 5.000 meno di 5.000 abitanti sulle imprese che volevano andare a lavorare investire in queste aree ed è giusto in una fase di sviluppo dare un sostegno a in qualche modo a una start up a un qualche cosa che sta nascendo vi dicevo i dati sono usciti da poco 7 10 giorni scorrendo appunto i destinatari di queste risorse cosa vediamo che nella grandissima maggioranza dei casi sono imprese singole persone singole a livello di cooperazione sono circa 100 le imprese coinvolte questo però ci deve far riflettere ci deve far riflettere perché è normale se parliamo di aree interne di borghi sotto i 5.000 abitanti è evidente che molte saranno delle imprese singole o delle persone singole però questa è una grande fragilità noi dobbiamo fare attenzione perché se vogliamo dare sostanza e uno sguardo di lunga durata noi dobbiamo lavorare sulle fragilità vi do ancora due dati e poi mi vado in conclusione sempre focus aree interne e borghi la cooperazione del settore turistico e culturale nel 2022 vedeva operare 1300 cooperative intendo in tutti i settori trasvertali del turismo quindi anche per esempio la ristorazione di servizi sussidiari alla turismo per un totale di 7.000 lavoratori anche qui un dato significativo che cosa ci deve preoccupare la fragilità finanziaria di queste imprese allora se vogliamo fare un ulteriore salto e far sì che oltre occuparci di overturism nel nostro paese ne parlavamo prima con nicola dobbiamo anche dare sostanza a una strategia di sviluppo che nelle aree interne nei borghi partendo dal patrimonio che abbiamo patrimonio unesco beni immateriali tutta l'astraordinaria opportunità che ci offre il nostro paese dobbiamo fare in modo ecco che tutto questo abbia un sostegno per una durabilità di questi interventi è una strategia importante che guarda all'occupazione che guarda sicuramente a uno sviluppo sostenibile di questi territori chiudo dicendovi perché a nostro avviso la cooperazione può fare la differenza perché credo che la cosa migliore sia darvi un dato il 26 per cento delle imprese cooperative di tutti i settori perché ben ha detto il professore molto ha a che fare con l'agricoltura guardo il presidente gardini cultura e cultura stanno spesso insieme molto ha a che fare con tanti altri settori beh allora se il 26 per cento delle nostre imprese di tutti i settori ha sede nelle aree interne la cooperazione là c'è già dobbiamo solo fare in modo di avere una strategia di sviluppo che sostenga e che creda in questo strategia per lo sviluppo in queste di queste aree allora adesso proviamo a mettere un po di pepe a questa discussione chiamando in causa l'assessore un po con una provocazione nel senso che nelle interviste che ho fatto al professor petrillo emerge spesso dopo un po una specie di riflesso nel senso che l'organismo delle nazioni unite ha effettivamente questa capacità di fare da driver di attrazione ma poi si dimentica e lui lo richiama spesso che questo muove anche una obbligatoria riserva di cautela e salvaguardia di questo patrimonio e le dolomiti sono qui ed è patrimonio dell'unesco la capacità turistica è comunque limitata di un territorio nei giorni scorsi ho letto molte cose che riguardavano anche questa che è stato definito turismo del selfie cioè del fatto che si arriva in un posto il tempo necessario per scattare una foto con background particolarmente bello e poi si scappa i turisti non so quanto alla fine abbiano a godere di un'esperienza del genere non so quanto le imprese turistiche gli alberghi il sistema intorno a tutto questo ci sono le popolazioni residenti c'è tutto un complesso intorno a queste bellezze e quindi non c'è rosa senza spine il che per un paese come l'italia è un po sospesa come questione nel senso che abbiamo queste bellezze abbiamo questo patrimonio che abbiamo ricevuto turisti arrivano il troppo non va bene oppure li mandiamo a casa o non ne vogliamo più o facciamo delle cose per regolare tutto questo visto che poi alla fine è un grazie alla fine è un grande punto di onore anche ospitare stranieri persone che cosa fate ecco ci parli da in concreto non da una scrivania di chi prende decisioni su un territorio così che ha delle fragilità naturalmente ma che tutti sappiamo adesso essere straordinari interesse buongiorno anche da parte mia e grazie anche per gli interventi precedenti ha fatto la domanda giusta alla persona giusta credo perché io ho la fortuna di non vivere nel capoluogo ma di vivere nelle drogomiti quindi conosco anche la crescita che abbiamo avuto gli ultimi anni come trentino noi abbiamo due riconoscimenti uno sono le dolomiti il secondo è la biosfera guarda dolomiti che è una novità che ancora pochi conoscono però è una straordinaria opportunità di crescita di un territorio che va dal garda alle dolomiti quindi in pochissimi chilometri passiamo da un clima mediterraneo a un clima alpino pensate la fortuna che abbiamo però dall'altra parte come diceva lei io questa parola sono allergico dico in maniera chiara chi vi conosce lo sa noi di overturismo parliamo molto poco però tanti ne parlano poi nei fatti mettere a terra le cose non è facile noi prima di avere il riconoscimento un escope le dolomiti il trentino ha una storia a una storia lunga ha una una conoscenza di come siamo partiti tanti anni fa di come ci siamo sviluppati anche in poco tempo però dopo il riconoscimento le responsabilità aumentano perché diceva il professore tutti vogliono questo riconoscimento pochi lo hanno perché credo che vada anche meritato però tanti che ma che loro richiedono non sono a conoscenza da una parte delle vere opportunità che lei ha posto prima in maniera perfetta la ringrazio ma dall'altra parte delle grandi responsabilità che si hanno noi come e abbiamo qui il presidente della trentino marketing abbiamo coniato questo termine le belle stagioni che sarebbero i periodi di bassa stagione già ormai da due anni perché perché stiamo provando a fare in modo di convincere più turisti possibili a venire in periodi diciamo meno meno carichi chiamiamolo così poi abbiamo il fatto che noi italiani con la scuola sempre ben definita e qua ci vorrebbe un po di coraggio basterebbe copiare dagli altri stati europei noi abbiamo un turismo invernale molto forte ma grazie alle vacanze scolastiche di stati importanti che vanno dalla Germania alla Polonia al Regno Unito e queste situazioni aiuterebbero il turismo a fare un ulteriore passo perché abbiamo quello che diceva lei che in Trentino è ancora agli albori questo possibile scontro tra cittadino Trentino e coloro che sono all'interno del sistema del turismo e qua noi anche da ormai un tempo stiamo non raccontando una storia stiamo dicendo la verità e cioè ogni investimento che facciamo ha una priorità assoluta per il cittadino Trentino e poi arriva il turista abbiamo noi abbiamo un sistema del turismo particolare unico in Italia voi sapete che la tassa di soggiorno Trentina non va ai comuni ma va alle aziende per il turismo abbiamo una legge nuova che ho fatto io tre anni fa in pieno covid professore bel coraggio eh pieno covid però il territorio dopo un lungo pellegrinaggio all'interno perché noi Trentini siamo anche un po chiusi siamo magari a volte allergici anche ai cambiamenti però se vengono spiegati bene e si capisce le grandi opportunità che ci sono poi le strade si apre in una maniera molto molto importante e qui il ragionamento che tutto il sistema ha capito che non ci possiamo permettere questo scontro cittadino mondo del turismo guai e dall'altra parte credo che legata al patrimonio dell'UNESCO e ai nostri siti e ci sia la più grande sfida forse che è quella della mobilità noi siamo abbiamo tutte piccole valli abbiamo tante difficoltà e credo che anche qua stiamo già lavorando ormai da più di un anno per trovare dei sistemi come le dicevo prima di iniziare per fare in modo che dobbiamo riuscire a far capire a chi arriva da noi che ha questo grande privilegio quello di poter dimenticare l'utilizzo dell'automobile questo è forse una delle sfide più grandi che dobbiamo portare avanti in questi anni noi ci stiamo lavorando abbiamo anche un'autonomia molto importante anche decisionale anche legislativa e questa la dobbiamo anche meritare io dico sempre non è abbastanza averla bisogna anche meritarsela ed è per questo che noi abbiamo capito perfettamente che cos'è l'UNESCO per noi perché come dicevo prima le doloromiti e la biosfera che ho spiegato velocemente prima esistevano anche prima di avere questo riconoscimento però questo riconoscimento e i dati sono chiarissimi ci ha fatto capire che soprattutto a livello internazionale perché a livello internazionale c'è forse una sensibilità maggiore in italia sul patrimonio dell'UNESCO e questo per noi è un'altra straordinaria opportunità perché noi per riuscire ad allungare le stagioni a fare in modo che anche il problema del personale diventi un problema diciamo meno forte come oggi è riuscendo a garantire un periodo di lavoro maggiore dobbiamo andare ad aggredire questi mercati internazionali soprattutto extra europei altospendenti e questo è uno dei sistemi che utilizziamo prima qualcuno ha fatto vedere si parlava dei dati per esempio degli agriturismi noi quest'anno abbiamo addirittura avuto credo un gran coraggio quello di utilizzare come comunicazione sulle tv generaliste questa esperienza straordinaria dell'agriturismo noi abbiamo parlato quando siamo arrivati cinque anni fa delle esperienze pochi ne parlavano oggi tutti parlano di esperienze e noi trentini forse siamo stati tra i primi a portare avanti tutte queste esperienze però ripeto non è difficile anche comunicare le dolomiti credo che non è che sia particolarmente complicato però a livello soprattutto extra europeo noi stiamo facendo questo lavoro grazie anche al riconoscimento unesco per fare in modo che riusciamo a fare quello che dicevo prima cioè non farsi che abbiamo troppi momenti durante l'anno con un carico di turisti che diciamo dai dati perché noi poi quando abbiamo questi flussi molto importanti andiamo anche a raccogliere dei dati e ci accorgiamo che magari sono il periodo in cui il turista spende di più ma è anche abbiamo corriamo il pericolo di avere anche il turista meno contento che magari in altri momenti di per noi è una straordinaria opportunità le siamo consapevoli però le sfide sono tante prima di dare la parola sarà una curiosità nelle varie evidenze che sono venute fuori dagli studi del professor petrillo è emerso che in molti casi i centri storici delle grandi città sono stati come mangiati dai bed and breakfast dal punto di vista della ricettività voi avete fatto in questa regione degli interventi per aumentare la capacità ricettiva o questo fenomeno vi è sconosciuto avete fatto emergere seconde case e poi sì noi abbiamo in alcune soprattutto in alcune zone del Trentino tipo il Garda comunque le zone a maggior capacità di attrazione turistica anche noi il problema diciamo del cittadino che deve assolutamente trovare una casa dove abitare e allora già tre anni fa noi abbiamo inventato questo codice cipat che adesso ci sarà un nuovo codice cin a livello nazionale per tutte le strutture ricettive di ogni tipologia e abbiamo fatto emergere un numero importante di seconde case che era sconosciuta però abbiamo ancora un grande lavoro da fare anche qua perché ne abbiamo ancora troppe sconosciute e qua noi addirittura abbiamo messo anche a disposizione metà della tassa di soggiorno raccolta per le seconde case a disposizione dei comuni per fare questa tipologia di controlli è una sfida che al momento abbiamo perso però noi non ci rendiamo mai e la vogliamo assolutamente portare avanti perché credo che sia l'unico sistema per fare in modo che io dico gli chiamiamo i furbi a volte no ecco non dici non molti dicono che in italia un po il paese dei furbi no ecco però noi trentini ci siamo sempre dimostrati persone molto oneste e corrette in questo caso possiamo fare di più possiamo fare di più però dobbiamo trovare io non dico dei sistemi repressivi perché a me non piace però dobbiamo veramente far crescere la cultura anche perché con l'arrivo di bnb con l'arrivo di questi grandi portali ognuno è andato un po dovunque a farsi diciamo promuovere tra virgolette e il turista è arrivato in maniera anche naturale oggi c'è l'obbligo di mettere su questi portali questo codice c'è l'obbligo adesso a livello nazionale si arriverà mi sembra ottobre non so come faremo tutti ma dovremo farci noi ci arriveremo di sicuro però ripeto questo è stato un inizio per fare in modo che provassimo a risolvere questa questione però c'è anche da noi non è magari così sentita come a roma o a firenze o venezia ecco perché abbiamo anche situazioni molto diverse i nostri grandi centri sono trento e roveretto 120 mila abitanti e 40 mila abitanti poi però abbiamo riva del garda che ha circa venti mila abitanti ma una capienza enorme calcoliamo che solo il garda trentino fa più di quattro milioni di presenze che non sono poche insomma ecco e il trend nostro è sempre in aumento anche se e chiudo per farle capire un po che quello che le dicevo prima non sono chiacchere ma sono fatti l'anno scorso finalmente abbiamo avuto un inizio di calo nei periodi più affollati e malgrado quello abbiamo aumentato le presenze trentine in ogni ambito turistico questo vuol dire che abbiamo intrapreso una strada molto difficoltosa che però sta iniziando a darsi dei risultati importanti è ancora lunga noi ci crediamo ci siamo dati quattro anni e questo credo che sia però ripeto a noi piace sì parlare però piace anche mettere le cose a terra perché poi qua in provincia del trento vengono a chiederci conto subito e quindi non è che possiamo scherzare molto grazie grazie mille ho trovato davvero utile profigo questa discussione si unora per dei soggetti che materialmente dal punto di vista delle decisioni pubbliche dal punto di vista dell'impresa hanno iluminato quello che sono anche i risvolti negativi del discorso della bellezza italiana e all'inizio ho premesso che la presenza di sara era un po singolare invece spiegherò perché impreziosisce il nostro discorso lei è un medico e una grande esperta di alimentazione e una divulgatrice quindi si è molto occupata anche nella sottilità pubblicistica di affrontare questi temi e c'entra molto nel nostro discorso perché se è vero che nella prima parte storicamente parlando l'unisco ha focalizzato la sua attenzione su le bellezze naturali sui muri diciamo come per utilizzare l'espressione di rene le bellezze sia naturali fisiche più di recente con un buon successo anche dell'italia sono entrate lo spiegava bene il professor petrillo prima un insieme di cose che caratterizzano l'identità di un popolo e quindi un fenomeno mondiale quindi richiama tutte queste caratteristiche che riguardano feste popolari riguardano pratiche che interessano la capacità umana di creare di costruire di direare quindi il genio italiano e se le pietre tutto quello che effettivamente richiama bellezze naturali anche la salvaguardia di questo comporta anche delle si direbbe tecnicamente esternalità negative cioè delle conseguenze negative ci sono delle cose su cui l'italia può già dice la sua e può dire ancora di più la sua che riguarda invece tutto quello che ha solo vantaggi ed è la dieta mediterranea è abbastanza poco intuitivo immaginare che la dieta mediterranea diventi un bene da salvaguardare pure se un'organizzazione internazionale lo fa e perché il mondo di mangiare caratterizza noi siamo quello che mangiamo non un grande filosofo diceva in questo senso e la perché la dieta mediterranea è qualcosa che va osservata mantenuta che informazioni ci da su noi stessi come italiani e quale importanza può rivestire nella vita di tutti quanti leggo dalla motivazione che la dieta mediterranea è molto più che un semplice elenco di alimenti questo lo spiega bene essa promuove l'interazione sociale perché il pasto in comune è alla base dei costumi sociali e delle festività condivise da una data comunità e ha dato luogo a un corpus di conoscenze canzoni massime racconti e leggende la dieta si fonda nel rispetto del territorio e della biodiversità e garantisce la conservazione e lo sviluppo delle attività tradizionali e dei mestieri collegati alla pesca e all'agricoltura nelle comunità del mediterraneo ecco sara la dieta mediterranea fa proprio bene alla salute questo lo possiamo dire anche perché lei ha anche scritto un libro nel quale mi colpiva il titolo pesa un po le nostre conoscenze rispetto a quello che sappiamo delle diete e quindi ci sono molte false credenze rispetto a questo si è incaricata spesso anche in tv molte volte di fare un po da certificatore di queste notizie ci allunga la vita e quindi tutto sommato ci fa bene se ci spieghi se questo è fino in fondo vero e se anche perché questa motivazione richiama anche il mangiare insieme cioè ci sono anche dei vantaggi dei benefici nell'esperienza del mangiare se ci dice un po la tua su tutto questo buongiorno grazie presidente buongiovanni ha accennato la l'idea del riconoscimento unesco come opportunità sicuramente la dieta mediterranea un'opportunità un'opportunità economica perché assolutamente il turismo si nutre del fatto che vengono nel mediterraneo in italia specialmente a mangiare bene ma è un'opportunità di salute e io parlo di salute oggi ovviamente l'opportunità di salute si estrinsega non tanto nella dieta mediterranea perché è un patrimonio è una postura ma si estrinsega nell'utilizzo degli alimenti mediterranei e se vuole questo è diciamo la verità quella che mi chiedeva di leggere oltre la dieta mediterranea racconta di utilizzare certi alimenti che nel bassino mediterraneo sono molto diffusi le nostre olive il nostro olio ma anche l'avocado del marocco l'avocado della sicilia ormai o piuttosto le verdure la miriade di vegetali che abbiamo i cereali cucinati in un certo modo sempre raccontato che la dieta non è un mix di alimenti punto la dieta è un'ideale associazione strategica dove gli alimenti è trasformato e la dieta mediterranea ci ha insegnato a trasformare nel modo migliore più funzionale di parlo sempre di funzionale possibile e i nostri nonni mia nonna almeno faceva così prendeva la cicoria e la ripassava e piuttosto facevano i broccoletti affogati quindi l'utilizzo dell'olio in cottura è una cosa straordinaria in medicina oggi abbiamo capito che quello è un sistema per mantenerci in salute e già questo non era proprio così ovvio anzi c'hanno sempre detto per carità l'olio è crudo poco perché ci ingrassa la dieta mediterranea ci ha raccontato questo poi nel tempo questa dieta mediterranea è stata un po' travisata perché ne abbiamo fatto un metodo no è un patrimonio è una postura lo ripeto quindi l'ideale sarebbe cerchiamo di essere circolari nella salute perché poi alla fine è questo io parlo di salute circolare che vuol dire dobbiamo essere sostenibili per noi per il nostro ambiente la dieta mediterranea ci insegna anche ad essere sostenibili per l'ambiente e per il nostro corpo le scelte salutari rendono sostenibile per noi appunto rendono sostenibile l'essere in salute che costa se ci ammaliamo costa noi costa il sistema ma rendono sostenibile anche il nostro impatto nel nostro legame il nostro approcciarci con l'ambiente se mangiamo bene in modo equilibrato senza eccessi risparmiamo risorse ambientali e se mangiamo bene risparmiamo risorse per il nostro corpo quindi ci manteniamo in salute oggi l'obiettivo dell'uomo è la longevità sana la longevità sana significa quantificare la salute io dico sempre questo la medicina fino ad oggi ha quantificato la malattia quanto sei malato c'è che ha l'infarto di abete colesterolo alto no oggi l'obiettivo è quanto sei sano a poter avere una persona non malata ma poco sana poca salute come faccia a migliorare la salute di quella persona ecco l'opportunità della dieta mediterranea perché si ritorna a un utilizzo intelligente strategico dico funzionale dove funzionale intendo che funzioni per i nostri sistemi organici gli organi e proprio attraverso l'utilizzo di quegli alimenti quindi questi alimenti sono chiave perché fanno parte della nostra struttura del nostro archetipo se vogliamo perché perché se ci pensiamo bene vi voglio dare una una una lettura un po più particolare se volete avete sentito parlare tanto di digiuno si parla di strategie un po sui generis della dieta chetogenica in realtà se a noi andiamo a vedere dietro tutti questi sistemi portano a un unico obiettivo il controllo ormonale e lo sapete di cosa dell'insulina non voglio parlare di medici oggi però perché vi parlo di questo perché la dieta mediterranea ci insegna ad utilizzare alimenti che sono a basso impatto insulinico la dieta mediterranea non è quella che dove si mangiava 100 grammi di pasta no la dieta mediterranea quella dove quello che costava meno che era appunto il vegetale era sicuramente molto rappresentato sulla tavola dove il grasso non era demonizzato ma i nostri grassi erano quelli sani le noci le vandurle l'olio le olive questa è la dieta mediterranea anche il burro quando c'era qualche ma quello già era un pochino più sofisticato perché costava un po di più prima di olive ce n'erano tante adesso ce ne sono poche quindi un problema quindi l'idea è proprio questa di tornare a capire perché funzionava poi nel tempo come al solito noi ci prendiamo quello che ci fa comodo l'abbiamo spostata sui cereali ma non era così ma nemmeno sull'eccesso proteico quindi la dieta mediterranea riletta in modo funzionale quelle competenze di oggi e quella più vicina al digiuno al digiuno intermittente ai metodi stramppalati del tolgo le proteine mette i carboidrati li rimette no l'idea è sempre quella cercare di capire perché funzionano le cose perché funziona la dieta mediterranea perché se noi la leggiamo come utilizzo di alimenti cruciali chiave del mediterraneo del bacino mediterraneo pensate alla grecia pensate al marocco pensate ma alla stessa spagna quali sono gli alimenti cruciali di quelle aree questi vegetali grassi sani e quindi se noi riusciamo a cogliere perché funzionava e perché può funzionare la dieta mediterranea abbiamo in mano la chiave della longevità dico sempre a longevità non si predica la predichiamo tutti i giorni dobbiamo essere in salute la gente si pratica tutti i giorni a pasto e come faccio bene oggi lo sappiamo perché siamo andati nel microcosmo nel microcellulare controllo ormonale anche vanno di modo a tanto puntura adesso per dimagrire realtà stiamo facendo un controllo ormonale anche lì magari sintomatico col cibo lo possiamo fare causale quindi l'utilizzo di certi alimenti in modo funzionale quindi utilizzando le strategie anche di preparazione e cottura che ci hanno lasciato gli avi la cucina ebraica araba sempre mediterraneo sono molto simile alla nostra noi abbiamo una cucina monastica se noi la studiamo le tecniche di cottura non sempre quelle cucinare velocemente in padella gli alimenti che posso molto simile a quelle anche cinesi walk che ci hanno segnato niente e noi abbiamo a certo punto no quello no demodizzato mettiamo al forno dove l'olio pensate ecco il fake lì l'olio arriva a 180 gradi per 20 minuti 30 minuti 40 minuti in padella ci sta 70 gradi per 10 minuti forse salta ramele in padella però il forno è più sano vedete lì è proprio il concetto del forse del misunderstanding di non essere attenti a come funziona quindi l'idea che voglio lasciarvi è se noi riuscissima a recuperare l'utilizzo funzionale degli alimenti mediterranei avremmo realizzato la chiave della longevità perché ripeto oggi conosciamo l'insulina conosciamo gli ormoni alla base la coli cistochinina alla base della dieta come funziona il cibo allora utilizziamo più di quegli alimenti che abbiamo demonizzato non certo le verdure anche se se ne mangiano poche perché la west diet di verdure non c'è non è che se mangiamo a mcdonald al ristorante prendo le verdure in italia nel mondo no ve lo dico perché tanti pazienti nel mondo quindi ritroviamo sicuramente le verdure perché ci sazia la verdura perché è capace di ridurre la produzione di certi ormoni e perché è capace di ridurre l'indice insulinico dei pasti ma soprattutto per esempio una cosa recuperiamo i grassi è molto facile non stiamo a fare la fai da proteine carboidrati carboidrati proteine torniamo indietro i grassi erano quelli che ci hanno mantenuto in vita quando c'era poco e allora recuperiamo i grassi che invece abbiamo sempre demonizzato e ricordatevi che nel mediterraneo i grassi sono alimenti sempre fondamentali cruciali l'olio è cruciale e mi dispiace che ancora oggi io senta colleghi che dicono meno olio per favore soprattutto se c'è la dislibidemia soprattutto se ho un diabetico soprattutto se ho il sovrappeso meno grassi meno olio l'olio fa bene ma meglio poco che significa che stiamo a tradendo la dieta mediterranea b non abbiamo capito niente di come funziona il metabolismo quindi io sono sempre quella che dice comprendiamo come funziona e cerchiamo di tornare anche indietro alle tradizioni il passato il nostro futuro e concludo dicendo cambiamo l'inizio per cambiare la fine lo dico sempre per i bambini dico cambiamo inizio che a me torniamo all'inizio per migliorare il nostra longevità sana grazie grazie sana mi prendo qualche minuto per andare oltre il limite di tempo che ci siamo dati giusto per dire che l'italia ha formalmente candidato alla cucina italiana come punto bene che riguardi il patrimonio immateriale e il professor Petrillo ha preparato questo corpus di molto ampio di documentazione a sostegno di questa proposta molto molto molto spinta dal governo italiano dal ministro san giuliano e anche al contempo dal ministro Brigida perché sono entrambi mondi che convergono intorno a questo tema e quindi in una coda chiederei al professor petrillo di tornare sulle cose che sarà richiamato che sarà parlato di questa parola in tutta la diciamo il suo pensiero che il funzionale quindi di una anche proprio rivisitazione di cose vanno come la stessa dieta mediterranea vanno messe nella giusta dimensione e la domanda è la cucina italiana quindi anche qui possiamo soltanto tutti quanti immaginare quali potrebbero essere le ricadute complessive per per questo che c'è molta insistenza su questo l'idea del piacere sarà quindi mi piacerebbe che anche dopo alla fine in questo discorso chiudendo così perché hai parlato di grassi e parlato di olio cioè tutte cose che tutto sommato nell'idea sono piacevoli insomma penso che tutto sommato nel quello che contraddistingue l'italia c'è la bellezza e c'è anche il gusto quindi come questo discorso può come questo tema entra nel nella formulazione della proposta e sarà dopo alla fine come vedi questo idea del piacere nella dieta ecco allora due due questioni molto velocemente visto il tempo la prima la dieta mediterranea come diceva la dottoressa Farnetti nel 2010 è diventata patrimonio dell'umanità perché non per la lista degli ingredienti ma per la sua dimensione culturale ed è un aspetto che la collega sottolineava molto importante perché la parola dieta quando noi la sentiamo ci mette paura a dieta mi metto a dieta quindi mi privo di qualcosa che è bello che mi dà piacere che mi dà gioia perché evidentemente ritengo di avere un qualche problema in realtà la parola dieta non vuol dire privazione ma vuol dire stile di vita che è una cosa completamente diversa mettersi a dieta non vorrebbe dire che mi devo privare di qualcosa ma che semplicemente devo cambiare qualcosa nel mio stile di vita e la dottoressa Farnetti spiegava il suo mestiere cosa devi cambiare il tuo stile di vita ma non vuol dire privarsi del piacere ed è innegabile e questo il dossier di candidatura che facevamo a suo tempo nel 2010 lo illustra lo spiega cioè l'idea che è uno stile di vita basato sullo stare insieme sulla convivialità perché è tutto l'opposto dell'immaginario della dieta no io non posso uscire stasera a cena con gli amici perché non mangio quello mangio quello mangio no invece l'unesco ha riconosciuto il fatto che i popoli del mediterraneo e i trentini fanno parte del mediterraneo hanno bisogno è certo hanno bisogno all'epoca anzi scusate all'epoca del 2010 quando facevamo il dossier di candidatura il ministro era luca zaia il quale mi disse mi raccomando sottolineiamo il fatto che il veneto affaccia sul mediterraneo non c'è dubbio è la capitale del mediterraneo e quindi però voglio dire quello è il tema il tema di fondo e sulla cucina italiana il ragionamento che si sta facendo è sostanzialmente simile quello che noi stiamo abbiamo cercato di raccontare nel dossier di candidatura che è stato formalmente presentato pochi mesi fa il 30 marzo e il cui esito si avrà entro dicembre del 2025 quindi c'è un lungo processo c'è un lungo negoziato prima con i valutatori e poi con l'organo politico internazionale quello che noi abbiamo detto è che essenzialmente la cucina italiana è qualcosa che domina la vita degli italiani in italia e all'estero è qualcosa di quotidiano è quel qualcosa per cui noi parliamo continuamente di cucina di cibo di ricette la prima domanda ecco ne ha legato al dossier di candidatura c'è un video di pochi secondi molto carino in cui c'è un bambino di pochi anni che dice la nonna un po scocciato ma perché la mattina quando mi svegli la prima domanda che mi fai è cosa vuoi mangiare a pranzo neanche mi dici buongiorno mi chiedi cosa vuoi mangiare a pranzo e la nonna un po interdetta non sa che rispondere prima farfuglia poi insomma viene al noccio della questione perché voglio prendermi cura di te e noi questo cerchiamo di spiegare nel dossier cioè che per la cultura del popolo italiano in italia all'estero il cucinare non è un modo per soddisfare un bisogno del corpo ma è un modo per prendersi cura degli altri un modo per dimostrare amore affetto condivisione è un modo per trasmettere le conoscenze che sono state acquisite e questo all'italiano all'estero è ancora più forte che che all'italiano che rimangono che rimangono in italia in fondo e questo è il motivo per cui quando noi ci mettiamo a tavola talvolta anche senza avere fame lo facciamo per la condivisione ancora una volta del piacere di stare con gli altri durante il pasto di che parliamo parliamo del pasto prossimo parliamo di quello che ci piace mangiare parliamo tutto questo è il secondo punto finisco è un attrattore tutto questo è un attrattore cioè può sembrarci strano perché noi siamo apparteniamo a questa cultura ma diventa un attrattore di altri di persone che appartengono ad altre culture cioè il motivo per cui veniva ricordato prima si viene in italia non è soltanto il muro ma è quello che c'è dentro le mura cioè anche certamente c'è la dimensione della bellezza statica che ci dà il paesaggio che ci dà il monumento ma un attrattore sempre di più anche perché diceva prima bene l'assessore ormai il turismo è come si dice esperienze esperienzale no per cui tu vuoi vivere un'esperienza non semplicemente vedere un luogo allora quello che ti attrae è il patrimonio materiale ed è innegabile che noi lo studio lo conferma abbiamo una marea di persone di turisti stranieri che vengono in italia perché vogliono capire comprendere perché siamo malati del cibo finisco quando feci nel 2010 la candidatura della direttà mediterranea dovetti negoziare all'epoca 190 stati adesso sulla cucina italiana son 204 e a parte alcuni paesi diciamo latino americani per il resto tutti gli altri mi dicevano ma perché perdete tutto sto tempo a mangiare e io dicevo non è che stiamo perdendo tempo è un modo di crescere un modo di parlarci quanta gente a cena è l'unico momento per parlare coi figli per parlare con i genitori per condividere anche situazioni critiche di discussione no di dibattito e questa cosa che per noi è scontata vi posso assicurare che per nove popoli su 10 non lo è per niente perché io avevo gente che mi diceva avete fame andate lì aprite il frigo mangiate state a posto e tornate a lavorare tornate a giocare tornate a fare quello che volete e questo stile di vita appunto è l'attrattore è quello che fa sì che la gente venga in italia ma è anche il modo con cui io riesco a vendere i prodotti all'estero cioè se io voglio vendere l'olio extravergine d'oliva e nel garda ce n'è di qualità straordinaria in cina piuttosto che in altri paesi prima di tutto devo spiegare il senso culturale di quel prodotto devo spiegare che fa parte di quello stile di vita come il vestito armani come la ferrari fa parte di quel modo di essere di concepire la realtà ed è fondamentale farlo e da questo punto di vista l'unesco è fondamentale vedete se noi parliamo fuori da questo paese e chiediamo qual è il gelato più famoso del mondo nessuno pensa all'italia tutti pensano a dagan daz se chiediamo le famose caffetterie quali sono raramente si parla si pensa all'italia perché il caffè si chiama in un solo modo nel mondo starbucks e vi assicuro la pizza non è italiana l'hanno inventata gli americani perché la pizza si chiama pizza att cioè gelato caffè pizza tre prodotti che noi riteniamo tipici della nostra italianità non lo sono a livello mondiale tutti questi tre prodotti non vengono ricondotti all'italia allora in qualche modo il riconoscimento unesco è servito anche a questo ad affermare come dire non dico la proprietà perché questa è impensabile però una connessione tra la nostra dimensione culturale questo tipo di elementi essenziali del nostro stile di vita. Sara allora mettiamo da parte questo lato punitivo della dieta e riscopriamo diciamo il piacere come la vedi? Sì perché ciò che fa male è il cibo ultraprocessato. Ho detto una cosa mi ha fatto pensare che c'è un libro che è uscito adesso bellissimo la pizza pizza att non è la nostra pizza se uno va a vedere le calorie sono le stesse forse anche meno ma quella fa male la nostra no a dirà della pizza che è un alimento molto complicato quindi l'idea del cibo che fa bene cibo che è buono sì si può c'è un connubio ovviamente possibile è che noi abbiamo pensato la dieta cioè se addirittura arriviamo al digiuno come unica via per la longevità è come dire l'unica via per vivere la morte insomma non è no quindi invece no dovremmo dire il digiuno fa parte della fisiologia umana di notte digiuniamo tutti o no sì c'è niente di noi che abbiamo spentato qualcosa di strano solo che la sera magari non mangiamo la steakhouse chissà cosa perché non la digeriamo utilizzeremo delle strategie che funzionano meglio quindi assolutamente sì perché la privazione non serve io vedo persone che seguono dei sistemi dei metodi dove c'è tanta privazione e non è funzionale al loro benessere cioè dopo un cancro togliere la carne e il pesce tolgo le proteine perché mi sento male perché vanno male vanno venire il cancro quante volte l'abbiamo sentito ma è giusto è funzionale adesso sono arrivata in patologia no perché se quel cancro nasce pure perché c'è un insulino di resistenza io do solo il cereale a quel paziente lo sto esponendo ha un rischio maggiore sì però non mangia la tossicità della carne che potrebbe essere tossica in quanto ci sono gli ormoni erriamo sbagliamo quindi torniamo a pensare che è possibile mangiare in modo sano intelligente anche piacevole io sono quella che racconta di mangiare il fritto e mangiare la panna montata perché la panna montata ma chi se la sogna in dieta la dieta che fa bene che funziona sì la panna montata è acido botirico puro che fa benissimo al nostro intestino non ci facciamo l'integratori e la panna montata è un grasso o mica un dolce e a livello insulino funziona meravigliosamente se la diamo ai nostri bambini bambini con la panna montata e un po di fragole non hanno fame un minuto dopo se noi diamo purtroppo la merenda per dire merenda generale levita un minuto dopo una mezz'ora dopo hanno ancora fame quindi l'idea del piacere a volte anche legata purtroppo non al piacere alla necessità nervosa o comunque metabolica di mangiare quindi un conto è mangiare perché ci piace un conto è mangiare perché ci fa bene un conto è mangiare per convivio un conto è mangiare per squilibrio metabolico allora lì è quella fame nervosa che ci fa ingurgitare cose che non abbiamo bisogno che non sanno di cui non conosciamo più nemmeno il sapore quindi mangiare in modo intelligente ci aiuta veramente a godere del piacere della tavola e della convivialità e non ingurgitare cibo ma ricordatevi che la scelta del cibo giusto controlla anche quell'appetenza malata la fame quindi è un circolo vizioso scelgo bene mangio bene o meno fame mi faccio del bene allora se io mangio un bel pugno di mandorle a merenda piuttosto che un pacchetto di cracker o piuttosto altro di dolciastro non ho fame arriva a pranzo felice mangio il mio piatto e sto tranquillo invece no sbaglio erro avrò voglia di cibo junk che non è cibo mediterraneo e allora lì innesco un meccanismo patologico un circolo vizioso che ci porta a consumare salute a non guadagnarla allora il nostro tempo esaurito grazie a tutti quanti voi da parte mia da parte del solo 24 ore per l'attenzione grazie ai relatori penso per una discussione bella interessante che ho trovato molto interessante grazie a tutti
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