Nuove generazioni, nuove sfide: come la sostenibilità cambia prospettive e attitudini dei giovani
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Nuove generazioni, nuove sfide: come la sostenibilità cambia prospettive e attitudini dei giovani
Cosa pensano millennials e generazione Z dei temi ESG? Quali impatti su stili di consumo e visione del futuro? In anteprima per il Festival di Trento i risultati di un sondaggio che esplora il rapporto tra nuove generazioni e sostenibilità.
Un'estate di trance Un'estate di trance Un'estate di trance Un'estate di trance Un'estate di trance Un'estate di trance Un'estate di trance UN EVENTO UN SAUFFense Zbarat� têm Il nostro corso gratuito è in descrizione. Il nostro corso gratuito è in descrizione. Il nostro corso gratuito è in descrizione. Il nostro corso gratuito è in descrizione. Il nostro corso gratuito è in descrizione. Il nostro corso gratuito è in descrizione. Il nostro corso gratuito è in descrizione. Il nostro corso gratuito è in descrizione. Il nostro corso gratuito è in descrizione. Il nostro corso gratuito è in descrizione. Il nostro corso gratuito è in descrizione. Il nostro corso gratuito è in descrizione. Il nostro corso gratuito è in descrizione. Il nostro corso gratuito è in descrizione. Il nostro corso gratuito è in descrizione. Il nostro corso gratuito è in descrizione. Il nostro corso gratuito è in descrizione. Il nostro corso gratuito è in descrizione. Il nostro corso gratuito è in descrizione. 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Ci sono quattro eventi fuori festival, Ci sono quattro eventi fuori festival, fuori festival è la categoria fuori festival è la categoria a cui sono stati assegnati questi eventi a cui sono stati assegnati questi eventi incentrati proprio sui giovani. incentrati proprio sui giovani. L'uno sulle professioni così dette STEM, L'uno sulle professioni così dette STEM, l'uno su competenze di scelta, l'uno sulle professioni di scelta, l'uno sulle professioni di scelta, l'uno sulle professioni di scelta, l'uno sulle professioni di scelta, l'uno sulle professioni di scelta, l'uno sulle professioni di scelta, l'uno sulle professioni di scelta, l'uno sulle professioni di scelta, l'uno sulle professioni di scelta, l'uno sulle professioni di scelta, per la propria. Volevo partire invece il professor Pregliasco che sia Utrend sia CSA hanno realizzato in questo sondaggio che è stato chiesto è un sondaggio sono più sondaggi in realtà che è stato chiesto proprio da Angelini Industries e quindi dalla dottoressa Isabella Falautano per comprendere qual è il sondaggio che ha cercato dei giovani quindi stiamo parlando di generazione Z e anche in certi casi di generazione alfa per chi non è eh familiarizzato con queste sirie da sociologi. Parliamo di gente nata sicuramente dopo il novanta se proprio ci vogliamo spingere già eh generazioni che sono proprio resumibilmente già attive nel mondo del lavoro ma arriviamo fino ai primi anni zero di questo secolo persone nate nei primi anni eh un sondaggio che ha cercato di cogliere proprio per eh questo tipo di coorti come direbbero quelli che si occupano di previdenza per questo tipo di coorti quali sono alcune aspettative rispetto al lavoro rispetto alla famiglia ai consumi al vivere sociale in generale quindi Pregliasco a lei per primo sì vi dovrete passare il microfono con una scatola, eccoci. Ma intanto grazie grazie di di di questa opportunità di di condividere alcuni dati della ricerca e di confrontarci eh su sul significato no? Che che che hanno temi così importanti quali quelli della sostenibilità eh la la ricerca che abbiamo svolto con CSA Research saluto Monica Fabris che che qui con noi questa mattina per Angelini per la ricerca è un'opera di come si raccontano quelle che possiamo definire le generazioni native sostenibili no? Eh quindi la Gen Z che cosa intendiamo con eh Gen Z che abbiamo una slide metodologica di rite insomma intendiamo popolazione italiana tra il quattordici e ventinove anni c'è stata una doppia eh direttrice di ricerca il panel di CSA Research più una serie di monografie etnografiche e una parte invece che abbiamo seguito più più direttamente noi interviste via social sempre a questo questo segmento di popolazione italiana. Intanto molto rapidamente non la pensano allo stesso modo tutti i giovani della cosiddetta Gen Z ci sono delle segmentazioni. I giovanissimi quelli sotto i diciott'anni tra i quali abbiamo registrato sicuramente una maggiore spinta di un'attività integrale ma fosse anche un po' meno ed è comprensibile concretezza sui comportamenti una fascia intermedia quella diciamo degli universitari no? Tra i diciott' e ventiquattro anni più proiettati al futuro più ottimisti e infine la fascia over venticinque venticinque ventinove anni nella quale abbiamo eh visto una propensione notevole a comportamenti sostenibili nei fatti cioè a una una applicazione di di una di una di una di una di una di due o tre giovani. Parto con un paio di di elementi poi dopo ci sarà no? Modo di di tornarci li li buttiamo lì per gli ASCO e poi li sentiamo le altre le relatrici, li sentiamo proietti fantastico e peraltro fa parte del campione mi viene da precisare perché rientra proprio non lo so. Per età si può dire perché non non trattandosi di una signora non è sgarbato dirlo lei rientra e se non attorno nei primi anni novanta diciamo così genericamente. E poi eh c'è il tempo passa il tempo passa eh no questo è dato già importante no? Eh abbiamo registrato nel nostro sondaggio che oltre sessanta per cento dei giovani italiani eh considera probabile l'idea che il pianeta diventi inabitabile nel corso della propria vita attenzione non in assoluto in un modo che non è in assoluto in una propria vita. Eh quindi c'è una una consapevolezza che sfocia nella preoccupazione evidentemente e segnalo questo dato che ci ha molto colpito. Cioè una eh tendenza a aver già effettuato o a maggior ragione a poter effettuare in futuro azioni di eh boicottaggio. Cioè di acquisto un segnale socio politico eh consapevole per inviare un segnale socio politico lo vedete nel caso in cui si consideri iniquo socialmente o pericoloso l'operato di un azienda. Questo è un tipo di ehm come vediamo di di di propensione abbastanza abbastanza rilevante no? Addirittura siamo oltre il quaranta per cento nell'agenzia che ha già eh effettuato questo tipo di di comportamento. Io credo che questa slide già ha la possibilità a compiere a modificare i propri comportamenti di consumo in ragione di informazioni che non sono necessariamente legate alla bontà del prodotto. Sia già un perdonate mettere i piedi nel piatto. Allora eh Falautano per cosa significa per un gruppo come Angelini eh non so quanti di voi conoscono Angelini Industri ma è presente io credo forse nella totalità delle farmaci di grande uso di grande diffusione parliamo di eh di di l'Innes parliamo di eh come si possono definire tutte queste parti di salute, tecnologia, pannolini eh? Il moment ce l'avete presente? La Tachipirina ecco Angelini Industries allora per chi è eh così presente su l'internet? No. La boomer sì. Eh non lo non lo dica a me non non sottolineiamo questi aspetti più difficili della nostra nel nostro momento. Prego. No la domanda la domanda è ovvia cioè questo secondo me un un pochino vi preoccupa no? Allora questo è un dato interessante eh che va anche a un po' di spazio, non so se fare spoiler, posso? Posso sicuro. Che è il dato eh della disponibilità molto più accentuata rispetto alle altre generazioni anche a pagare un premium price per la sostenibilità, cioè a pagare un pochino di più per un prodotto che ha delle caratteristiche fortemente sostenibile quindi anche un costo sottostante maggiore alla produzione. No, ma è la prima generazione veramente attivista rispetto proprio la prima del millennio ma dopo i sessantottini, new age è la prima prima generazione che veramente prende posizione su certi temi in modo forti è sicuramente una sfida per i gruppi imprenditoriali. Questo significa non solo eh avere un approccio di sostenibilità latoimprese serio quindi non di washing non so se avete sentito parlare di questi termini di raccontare le cose un po' diverse da come sono in realtà quindi significa avere un approccio di grande serietà nel fare le cose in modo diverso e questo comporta tempo per le aziende perché significa valutare inserire nei modelli di business elementi diversi da quelli tradizionali e i gruppi si stanno muovendo in questa direzione non solo perché la regolamentazione lo chiede ma anche perché questi trend dei consumatori di oggi sempre più in futuro non possono non essere considerati però comporta anche una seconda sfida che è quello del dialogo e e sempre attivo è sempre aperto con generazioni che vogliono entrare in dialogo anche su temi non necessariamente economici e che quindi escono un po' no dai domini tradizionali di dialogo delle imprese che sono molto più brave a parlare di temi economici e e si stanno avvicinando a questo mondo del dialogo e non significa comunicare in maniera unidirezionale significa dialogo e come tutti i dialoghi c'è un ingrediente del dialogo che fa funzionare almeno il dialogo anzi sono due che sono la coerenza quindi bisogna aver fatto bene il proprio lavoro dietro prima di parlarne e poi l'autenticità le imprese devono imparare ad essere autentiche a confrontarsi e questo guardate una sfida pazzesca per tutti i dialogi che sono in grado di dire solitamente l'abitudine è a un comportamento eh come dire monodirezionale cioè l'impresa comunica delle cose poi le affida in qualche modo al mercato ai social ai suoi utenti eh chiamo in causa però la professoressa Eleonora Broccardo perché sul boicottaggio ma più in generale anche sui eh finanza e rischi quindi non so se è un po' importante cioè eh environmental social in governance sono vedo che molti annuiscono allora non sto a spiegare una cosa che ovvia per tutti e come farebbe ogni buon giornalista però si sta proprio occupando sta seguendo eh questi temi ha già eh diffuso diversi articoli tra il duemila e ventitore e quest'anno duemila e ventiquattro e faccio una domanda un po' brutale ma il boicottaggio in questo momento che viene per tutti da pensare che sia una cosa anglosasso ne statunitense può dire può dire quello che vuole non la vedo vedo che mi guarda come chiedere posso dirlo? Sì certo. Era un boicottaggio appunto. Questo è un atto di boicottaggio. Eh e quindi ovviamente mangiato e digerito gli risultati del sondaggio eh questo generation gap sulle scelte eh basate su una preferenza sostenibile si vede anche nelle scelte finanziarie di composizione del portafoglio eh però a me prima di sottolineare una cosa e a me sembra anche normale perché quando si chiede di trasformare la propria ricchezza magari costruita nel tempo su un'ora più rischiosa o che eh non promette di crescere nel tempo è una generazione che eh ha un orizzonte temporale davanti a sé più breve per me anche comprensibile che dica ma magari ci metto una parte del mio portafoglio un po' meno perché quanto tempo ho poi per recuperare quello che ho messo da parte invece un giovane ha tutto un orizzonte, una spinta, una propulsione, quindi questo è un'ora che ho osservato e poi direi che ehm intenzioni e impatto sono due cose diverse quindi quando un economista vede la parola boicottaggio pensa eh voglio votare coi piedi cioè me ne vado è la exit strategi questa non mi piace questo prodotto non lo compro non mi piace questa azienda non ci lavoro e questa azione non la compro più e va bene esprime la impatto che genera e la rendo molto banale ma sicuramente nel mondo c'è qualcuno disposto comprare qualcosa che costa un po' meno perché è sporca che aspetta che le azioni di un azienda dirty e sporca scendano così tanto da poterle comprare quindi quando uno va a boicottare qualcosa la domanda è produce un effetto sicuramente eh perché le persone ne sentono parlare e quindi socialmente le preferenze le possono cambiare ma attenzione che noi possiamo boicottare uscire ma entra qualcun altro quindi il consolidato è cambiato no allora eh la ricerca empirica su questo ci offre dagli studi su boicottare durante l'apartheid Sud Africa o quando c'è quella guerra in Iraq furono boicotate le aziende francesi vitivenicole eh si produce qualcosa sicuramente gli studi però non sono così importanti nel dire sì il boicottaggio produce un cambiamento che nel tempo rimane allora qual è la seconda strategia quella che un po' a noi viene in mente quando vediamo la parola boicottaggio exit richiamando Hirschman negli anni settanta è la voice cioè io voglio esprimere la mia voce voglio prendere posizione voglio cambiare l'azienda e ci vuole tempo ci vuole engagement e ci vuole partecipazione alle decisioni quindi non tutte le aziende permettono di fare questa decisione sono in mano a pochi soci come facciamo non tutte le aziende lo fanno ma mi chiedo e rilancio la palla queste generazioni sono anche le più impegnate a esprimere nel tempo con un voto con una presenza la loro percezione basta proietti pantosti ma poi le do la parola fallautano perché stiamo cercando ascoltando pregliasco lei e poi la professoressa broccardo vi viene da pensare stiamo cercando un punto di intersezione rispetto delle prospettive temporali differenti cioè un conto è il boicottaggio io non io dico a mia figlia ma senti non comprare sta roba da questo da questa piattaforma da che perché ha una pessima fama so che fanno lavorare eh i bambini che o che non pagano i dipendenti e che non pagano i dipendenti eccetera adesso non voglio fare nomi per non boicottare nessuno però se frequentate un pochino l'e-commerce sapete avete sicuramente qualche esempio a disposizione ed è un aspetto dopodiché però ci dice la professora Broccardo sì però ci sono anche le strategie di impresa le strategie di impresa possono essere differenti ad esempio può esserci una presenza dei fondi di investimento nel consulio di amministrazione e che dicono che se voi andate avanti con questi comportamenti potreste anche non avere degli effetti nella vostro fatturato ma a noi non sta bene e quindi ce ne andiamo e quindi non sosterremo più le vostre decisioni e le vostre azioni allora quel punto effettivamente no magari non c'è un effetto immediato professore Sabrocard però l'effetto poi c'è perché quell'azienda lì si deve in qualche modo confrontare. Proiettipantosti che si tratta di una parte del campione come ho detto prima ma questa lei ha fatto diverse azioni con i giovani per i giovani proprio per la pubblica amministrazione e poi anche una cosa bellissima scusate non l'ho detta prima reo assunto per l'inserimento lavorativo delle persone che hanno subito una condana si trovano in carcere questo sembra un'attività meritoria tra l'altro anche il sole ventiquattore sta sostenendo un progetto del CNEL che è che è che è che è recidiva zero quindi questo ci tenevo a dirlo. Potete fare un applauso perché secondo me queste sono iniziative da sostenere. Quale le sembra essere la posizione corretta tra queste due? Cioè reagisco immediatamente il boicotaggio mi porta a reagire immediatamente oppure no? Consideriamo la la condizione i giovani non hanno non sono neanche nella migliore risposta che ho mai avuto io i boomer hanno potuto lavorare per più tempo e quindi hanno accumulato più risparmi. Quale quali sembra essere la posizione giusta come persona vicina al mondo giovanile non solo come partecipante diretto? La risposta giusta ovviamente è dipende perché è una risposta da boomer molto saggia. O d'avvocato se preferisce. Credo che sia un aspetto relativo al boicotaggio che è molto evidente che che non può essere un boicotaggio in un solo passo che è esco ma devo uscire e entrare da qualche altra parte. Quindi deve essere un boicotaggio con delle conseguenze. Che è azienda X non mi convince allora come dire supporto attivamente azienda Y che poi può essere un'azienda politico eh diciamo qualsiasi associazione qualsiasi cosa. Ehm quindi da una parte c'è una posizione che eh io nel nel mio piccolo e che ho visto fare a diciamo ad altri coetane anzi ormai diciamo io sono nella coda lunga del del campione quindi non non sono veramente rappresentativo ma quindi devo in qualche modo forte chiedere che sia come dire semplicemente la scelta di consumo a spostare la strategia aziendale perché ci sono fattori demographici che che diciamo è inutile ignorare quindi se se se anche la generazione Z e alfa si sposta in una certa reazione soprattutto in Italia eh come dire il il paniere di un'altra fetta generazionale quindi credo che ci sia mh come dire una dinamica a a due motrici cioè una dinamica dei noi consumatori se ci vogliamo porre così una dinamica di scelte forti di aziende che coraggiosamente anche se oggi non vedono immediatamente i risultati eh lì come dire si muovono in quella direzione. E quindi ci sono delle scelte che ormai se vogliamo volgarizzato è Patagonia tra l'altro c'è il negozio qua davanti lo vedevo prima eh ci sono delle scelte che nel caso di pagato Patagonia è stata veramente early mover hanno pagato in diciamo pubblicità gratuita eccetera ci sono delle scelte che gruppi come come Angelini come diciamo vari degli sponsor ma ma in generale non sono spostare un pochino l'asticella e anche spostare quello che è l'asticella di chi dice compro il prodotto a meno eh non compro il prodotto più sostenibile cioè una chiosa che secondo me è rilevante è eh come faccio ad avere una voce più forte del boicottaggio come giovane oltre a diciamo boicottare, parlarne sui social, parlarne con i miei amici, poi il come dire la sedia nella sedia nella sedia nella sedia. Non ce la avrò io. E una bella una bella iniziativa che ho visto emergere è quella di creare delle stakeholder board e non shareholder board quindi non sono semplicemente i proprietari dell'azienda ma sono anche le persone direttamente o indirettamente coinvolte all'azione dell'azienda che sposta. Esattamente non gli azionisti ma anche quello che può essere la presenza la compresenza delle istituzioni del territorio piuttosto che eh sono le istituzionalizzate possono essere anche rapporti di altra natura. Le concedo un minuto Falautano perché vedevo che eh ci teneva a intervenire sulla cosa e poi ridiamo le slide ritorniamo alle slide pregliate. Ci tenevo perché eh devo dire una lettura un po' da boomer quella di Hirschman che anche a me è piaciuta tantissimo. Dico boomer che mio figlio quando vuole insultarmi punto mi dice mamma sono a boomer. Quindi Hirschman eh sostiene che ci sono tre strategie no? Semplificando al quale il fit? Iguale boicottaggio voice io prendo posizione rispetto a cioè non mi sta bene qualcosa prendo posizione per cambiare anche attivamente dare un contributo per cambiare le cose ho loyalty metto lì a tappetino mi sta bene la situazione no? E mi piego. E e ovviamente la vita è fatta di un ciclo di queste tre fasi non si può sempre solo spingere su uno sull'altra. Ah per le aziende e adesso oggi si tratta di mettersi in discussione con un dialogo, un confronto aperto. Il che significa anche creare per esempio gli stakeholder advisory panel per confrontarsi ma significa poi veramente essere anche recettivi verso istanze che poi possono aiutarti a migliorare no? Perché poi tanti spunti, tante cose che vengono da fuori possono aiutarti a vedere le cose in modo diverso. Se ci pensate che cos'è la sostenibilità? La sostenibilità è fare il business in un modo che ti consenta di contemporaneamente aspetti diversi anche aspetti collettivi no? Semplificando al massimo. E poi significa una seconda cosa mettere insieme due assi temporali il domani però anche il lungo periodo cioè dire avere prendersi la responsabilità di esserci di essere in salute di dare posti di lavoro perché guardate le dimensioni SG sono tante eh pensate anche alle imprese come datori di lavoro da cui si vede la città di regia no? E nel lungo lunghissimo periodo. Quindi si tratta di fare le cose in modo diverso e puoi farle in un modo diverso anche se ti apri eh alle istanze, i confronti su come farle bene e con tanti interlocutori diversi. Cioè il tema dell'attivismo in positivo lo considero molto importante. Non basta protestare, ma bisogna fare l'extra mile no? Anche prendersi la responsabilità di contribuire a un cambiamento no? Che può essere positivo per dire. È molto giusto per il senso ESG non è soltanto l'ambiente. La prima slide eh ci portava sul tema del clima ma in realtà ESG significa appunto anche una buona organizzazione aziendale un un'azienda inclusiva, un'azienda che non ha differenze di genere, un'azienda che eh promulga e attua l'inclusività al suo interno e anche al suo esterno insomma anche nei comportamenti per fare la pubblicità alla presenza dei suoi rappresentanti in occasioni come questa e così via. Friiasco eh andiamo velocemente altrimenti non lasciamo più tempo l'abbiamo. Ci siamo. Eh dunque tema della sostituità sociale, siamo partiti appunto più più con un foco sul clima e ehm però c'è un'attenzione, c'è una sensibilità forte, questo è uno dei dati appunto che sono S sulla sostenibilità sociale, in particolare, lo vedete, la chiave di lettura è quella del superamento delle disuguaglianze. Nella fascia di popolazione gen Z che abbiamo intervistato, quasi il 60% ci ha risposto che sostanzialmente non possono esistere disuguaglianze perché una società sia equa e giusta. Questa è una percezione che ha delle conseguenze, ha delle conseguenze che chiamano in causa direttamente l'azione dei giovani rispetto a quello che diceva anche Isabella Falottano poco fa. Lo vediamo. Alla domanda, ma da chi ci si aspetta che nasca davvero la spinta più forte a sostegno della sostenibilità? Guardate che tipo di differenze che abbiamo. Nel complesso della popolazione italiana, ci dicono i dati di CSA Research, solo il 18% della popolazione dice che dai giovani nascerà la spinta forte sulla sostenibilità, ma secondo i giovani siamo, come vedete, ben sopra a quel dato. Arriviamo addirittura al 30% tra i giovanissimi, cioè tra gli under 18 nel nostro campione. Quindi c'è una generazione di nativi sostenibili e anche attivisti, diciamo ecoattivisti, dando un taglio più sulla E, che è emersa con grande rilievo nella nostra ricerca. Posso raffreddare rapidamente le ultime due? Chiedo al moderatore. Sì, poi se mi torna su quella lì perché volevo fare una considerazione. La povera o cronista, ci mancherebbe, prego. Ecco la seconda metà del ragionamento. Il boicottaggio è un po' più grande, ma guardiamo invece a quanto i giovani dicono di essere disposti a fare acquisti sostenibili anche se questo significa spendere un po' di più. Anticipo la perplessità, che è corretta, un conto e l'intenzione, un conto e il comportamento, ma senza intenzione non può esserci comportamento. Chi si occupa di opinioni pubblica, questa cosa la conosce bene. 60% della Gen Z dice sì, sarei disposto a pagare un po' di più per un prodotto veramente sostenibile e qui c'è anche un grosso tema di responsabilità nel raccontare correttamente la sostenibilità dei prodotti. Chiudo con le ultime due. Abbiamo tanto una mappa, una geografia della sostenibilità percepita. Questa è, devo dire, stata una domanda che è emersa a un certo punto e che ci ha dato in qualche modo una mappa di quali, intanto delle città rispetto alle aree non urbane, quali sono considerate più sostenibili dai giovani. E poi una sorta di classifica delle città italiane. La domanda, come vedete, era se dovessi usare come criterio per andare a vivere in una città quella sostenibilità, in quale andresti a vivere? È interessante notare che, insomma, tendenzialmente c'è una scelta più orientata sul centro nord. Ci sono alcuni dati, c'è un po' in controtendenza, perché Milano e Torino hanno grandi problemi, come sappiamo, da torinese, ad esempio, di inquinamento, però sono anche città che rappresentano una dinamica di innovazione che forse è premiata, però Bologna e a seguire Firenze sono particolarmente indicate nel nostro campione. Forse per la dimensione, una dimensione da grande città ma non troppo grande, è una delle interpretazioni che abbiamo pensato e che c'è stato un grande ruolo mediatico di Bologna nelle ultimi mesi in relazione al traffico, ai limiti, quindi forse questo ha accentuato un pochettino la percezione. Però segnalo anche che poi la gran parte, anche degli italiani, Gen Z non vive in una grande città. Noi siamo un paese di piccole città e di provincia, ricordiamolo sempre, perché sennò poi ci perdiamo i veri trend di opinione e di comportamento. E chiudo su questo perché, insomma, prima diceva Isabella Faloutano, per le aziende c'è anche un tema di employer branding, cioè di forza nel raccontarsi come un luogo in cui è desiderabile lavorare, i dati di CSA Research su questo ci mostrano che la retorica, la narrazione del work-life balance è importante, spiega un pezzo del fenomeno ma non tutto. I giovani chiedono obiettivi e valori condivisi più rispetto alle altre generazioni per lavorare bene. Allora grazie, se mi torna un attimo sulla successiva, perché questo mi fa dire un'altra cosa, e qui guardo, dottoressa Faloutano, non hanno nessuna fiducia in noi, cioè in coloro che non appartengono a queste corti, diciamola così molto genericamente, quindi che sono nati prima del 90, pochi o tanti anni prima non conta. Le pelose le fa sempre a me di domande. Scusi però. A ragione, nel senso che abbiamo discusso moltissimi dati della ricerca, semplificando. Perché poi sono dei blocchi, sono arrabbiati giustamente con le generazioni precedenti, in qualche modo causa generatori del problema di questo degrado del mondo in cui viviamo, però il messaggio positivo molto importante è che a fronte di un problema che visto come creato da altri c'è una grande volontà di impegnarsi anche in maniera libera con soluzioni diverse di discontinuità, perché non ci si vede come parte in causa, per trovare delle soluzioni e quindi c'è una percentuale molto alta del panel di riferimento che dice di sentirse laddosso questa responsabilità e possibilità di risolvere le cose e questo è un segnale importante perché una generazione, adesso è vero che si dice, quando si è giovane si pensa di poter cambiare tutto, però questo trend rimane in tutti e tre gli spaccati, non solo tra gli adolescenti, dove si pensa di poter cambiare tutto anche dopo, quindi è una generazione che è pronta a prendere in mano anche una bella fetta di responsabilità in positivo per cambiare le cose, un po' quello che dicevi anche tu, non basta solo fare exit, bisogna anche impegnarsi, fare voice per provare a cambiare le cose e questo è il messaggio positivo che emerge, questa è una generazione pronta a prendere in mano anche attivamente le cose per provare a cambiarle, avere un contesto ambientale, sociale più positivo rispetto a quello che hanno trovato. La chiamo in causa per questo Dottor Proietti, perché lei ha seguito questo progetto proprio per coinvolgere i giovani nel dare idee, progetti, contribuzioni di varia natura alla pubblica amministrazione, quindi anche probabilmente svecchiare mi viene da dire, ma non solo perché poi tutta la pubblica amministrazione sia fatta da burocrati in carta pecoriti. La chiamo in causa allargando il discorso alle altre slide di Pregliasco, che tipo di lavoro, perché in fondo potremmo anche ridurre questa conversazione a delle domande elementari, quali consumi si aspettano le persone nate dopo il 90, quale famiglia hanno in mente, quale posto dove vivere hanno in mente, quale lavoro hanno in mente, perché l'ultima slide che ci ha mostrato il Dottor Pregliasco, il Professor Pregliasco, faceva vedere che c'è una quasi parità tra il famoso work life balance, l'effetto che stiamo raccontando in questi anni, il candidato che si alza dal colloquio di lavoro e anziché attendere il le faremo sapere dice vi farò sapere, che è un rovesciamento, certo c'entra anche la demografia, ci sono un po' meno candidati di prima e quindi diventano merce un po' più preziosa, però subito dopo sentirmi realizzato in quello che faccio, ma l'esperienza che lei ha fatto per appunto fornire progetti alla pubblica amministrazione, che cosa le ha indicato, si riconosce in questo che è emerso dalla ricerca CSA e U-Friend? Direi di sì, credo che la premessa sia che sono come parte del campione un po' deluso dal campione perché mi aspettavo un delta maggiore, vedo diciamo, il delta maggiore sugli obiettivi condivisi del 5 per cento, quindi 15 versus 10, che mi sento di dire anche il cuore su cui abbiamo costruito il progetto officina, perché l'idea era la pubblica amministrazione è il sistema operativo del paese, se sfiliamo oggi le istituzioni rimane poco su cui costruire tutto il resto e questo ha sicuramente ha avuto un ruolo importantissimo nel coinvolgere ragazzi e ragazzi media di 25-26 anni, quindi persone con un paio di anni di esperienza a fare quel passo in un mondo che non è super attraente ancora ad oggi, quello del governo, le amministrazioni locali eccetera, l'altro aspetto che vedo cruciale è l'elemento della crescita e della realizzazione, obiettivamente il famoso portare a casa la pagnotta è sempre rilevante ma non basta, non muove e deve essere bilanciato con altre esigenze che possono essere lo smart working, possono essere il trovare dei valori maggiori, più forti, più di lungo periodo in cui ritrovarmi, credo però appunto di non poter prendere una posizione oracolare su quello che le noi abbiamo detto. Lei però ha avuto questa possibilità di una testimonianza sul campo, poi lo sappiamo benissimo, ognuno è sempre condizionato, anche l'osservatore più scientificamente inattaccabile è sempre condizionato dal suo proprio campo di osservazione, questo lo capiamo, però io sono rimasto colpito, qui chiamo in caso la professora Sabrocardo, perché centra con questioni proprio economiche di finanza aziendale anche di organizzazione dell'azienda. Allora la retribuzione adeguata superiore al mercato va bene ma non benissimo, diciamo così, vince più lavorare in un posto piacevole, quindi mi immagino che già, è il sondaggio, quindi voi dovete vedere il secondo, in ogni Instagram guardate il secondo numero, ecco, condividere i valori aziendali si piazza malissimo, peggio per la popolazione in generale, va bene, insomma anche condividere, e poi c'è questo drammatico ma l'abbiamo già esplorato come tema, avere colleghi e capi a cui ispirarmi, io qui ho una giovane collega in platea, ecco capisco che non avete nessuna fiducia in me, vi voglio ringraziare pubblicamente, lo so, sono anziano, pensionate, cosa vi devo dire, quello che potevo fare ho fatto e questo voglio dirlo anche nella chiave di tutto quello che stiamo discutendo, cioè è vero, noi abbiamo sicuramente una generazione che ha sicuramente molte colpe, la più grave secondo me è che abbiamo affibbiato ai più giovani un debito colossale che non so bene come si farà pagare, ma su questo poi forse la professore Sabro Cardo può dire cose molto migliori delle mie, però abbiamo fatto anche molti passi avanti, devo dire specialmente nelle modalità di produzione e manifatturiere, oggi in Italia e in generale negli Stati più evoluti c'è un'attenzione che vi assicuro, 40 anni fa, io c'ero già, assolutamente non c'era, non c'era, vuol dire non c'erano neanche le normative e quindi il tutto era sversare la roba nei fiumi eccetera eccetera, succedeva questo, poi è anche la sicurezza sul lavoro nonostante ci sia ancora tantissimo da fare, ha fatto molti passi avanti rispetto a quello che era in generale in 60 e 70, quindi se fatto quel che si è potuto, ecco lo dico anche alla mia giovane collega, anch'io Camilla ho fatto quello che ho potuto, Broccardo, non riesco a metterlo su questi risultati, a intravedere un commento sulle disperanze, mi sembra dire che volendo tutti vogliono tutto, posso dire che effettivamente se mi dici che allora è una la voce che mi viene in mente quando di questi temi dobbiamo parlarne secondo me mettendo a terra e concretamente come li realizziamo, il costo, a posto che la prima sostenibilità deve essere economica perché altrimenti chiediamo allo stato di salvare le aziende che non funzionano, ci ho detto è bello che l'azienda non abbia desegualiance, produca prodotti che non inquire, nessuno può non essere d'accordo con queste, ma il costo chi lo paga? Allora perché a me è anche avuto in mente quando si avete chiesto quali sono le desegualiance che spaventano i nostri giovani immagino quindi nel nostro contesto, siamo sicuri che siamo nella società con le maggiori e più gravi desegualiance? Perché forse vorremmo l'egualianza di tutti i lavoratori del mondo e quindi forse chi inquina ti tratta male le donne, e da un'altra parte, quindi io reagisco in maniera, prendiamo atto e consapevolezza, e mi raggancio a quello che ha detto lei, di tutto quello che si fa, che i nostri boomers hanno fatto comunque in questi anni in questo Paese, perché non è che stiamo consegnando un Paese di aziende che sfruttano, cioè un po' di, partiamo dalla consapevolezza di dove siamo, poi tutto è migliorabile, però allora dobbiamo aver chiaro chi paga, in che tempi, e se davvero chi è così desideroso di lavorare in un ambiente migliore, avere, rinuncia a qualcosa, perché allora io mentre guardavo vivere in campagna, ricordavo i ricordi della mia nonna, mi diceva quando abitavano in campagna, e non inquinavano, ma non c'era il bagno, non c'era l'acqua calda, non c'era nessun device tecnologico, allora siamo tutti pronti veramente a vivere in campagna, senza però consumare per affare arrivare in campagna tutto quello che serve per non rinunciare a nessuno dei benefit, cioè io trovo un po' di perdoni, tutti parliamo di questi temi e a tutti piacciono, chi ha che dicere, però il costo poi vero, a chi chiediamo di pagarlo? Allora, abbiamo la risposta, ieri sera Ale Franz per chi c'era ha fatto una gag meravigliosa sul fatto che Ale comincia a cercare di bere da una bottiglia di plastica e Franz arriva al fatto che allora lui si reccherà dal contadino per avere le cose a chilometri zero con un carro trainato da mucche, eccetera eccetera, però se lo pescate su internet, vi giuro, ho riso fino alle lacrime, prego. Diciamo che appunto abbiamo una parziale risposta all'acquisito da professoressa, perché abbiamo chiesto chi dovrebbe farsi carico principalmente dei costi legati, la risposta forse è quella un po' più semplice anche diciamolo, più indicata è lo stato, incentivi, 64% secondo l'agenzì, 59% secondo la popolazione generale, quindi diciamo tutti noi, però però segnalo che c'è un 10-12% sulle aziende che tra l'altro, ecco questo diciamolo in termini di metodo, sale un dato che sale molto tra i giovani interpellati tramite social rispetto a quelli interpellati tramite panel, è uno dei pochi elementi su cui abbiamo visto una differenza. Cioè di più sul social, cioè l'idea che le aziende debbano farsi carico di questo, sale decisamente poi i consumatori quindi di nuovo noi in un certo senso con il loro stile di vita, però insomma chiaro poi tutto è tutto legato, nessuno di questi è slegato dagli altri, però sì c'è un'aspettativa di un investimento pubblico su un valore percepito come pubblico di tutti, però in dieci secondi è la conferma di una cosa, cioè che quando si parla di sostenibilità si parla di un tema su cui le persone quindi da un lato sono forza di cambiamento perché hanno delle aspettative ma dall'altro sono dall'altra parte, cioè si aspettano che qualcun altro, lo stato poi non è qualcun altro perché siamo tutti noi, li metta nelle condizioni di vivere in un mondo più sostenibile, quindi c'è questa tensione. Allora abbiamo tre minuti per qualche domanda dal pubblico, mi piacerebbe che fosse della generazione coinvolta ma se non lo è non importa perché siamo molto inclusivi, non so se abbiamo un microfono dedicato, mi pareva di sì, giusto? Sì, grazie. Abbiamo anche un valletto perché su questo siamo stati inclusivi. Prego è qui in seconda fila credo, il signore. Voci migliori, preduito i complimenti che era stato molto interessante, ho letto il tema dell'attivismo del click, cioè i giovani sono attivi ma online, cioè non uscendo più in piazza diciamo, rispetto a 68, non è un po' paradossale perché il digitale inquina, quindi anche il digitale inquina, inquina tanto. Chi risponde? Faloutano, Pregliasco? No, sull'inquinamento, anche la piazza inquine, anche non sarebbe... Secondo me però è uno dei temi su cui effettivamente l'attivismo dei giovani non è solo online, nel 2019 ci siamo molto stupiti di quanto quella mobilitazione sul clima avesse anche una dimensione fisica un po' di una volta, nel senso che non avremmo più tanto abituati alle manifestazioni. Quindi è vero, perché il tema anche dell'attivismo performativo sui social è fortissimo, però meno che su altri temi, cioè l'ambiente è un campo sul quale abbiamo avuto testimonianze di un attivismo che andava anche oltre al digitale. Proietti, prego. Due parole sul fatto che la piazza non funziona più dalla prospettiva della mia generazione. I social non funzionano abbastanza, siamo in un periodo di transizione in cui probabilmente maturerà una nuova forma di vera partecipazione alle scelte. Oggi questi sia i social che la piazza che altri strumenti si sono un po' sgonfiati del loro valore, quindi pretendere che si sposti dal social alla piazza non ha veramente senso. Posso aggiungere una cosa, neanche più le votazioni funzionano perché in Italia e non solo in Italia, a volte abbiamo percentuali di votanti rispetto alla popolazione e alla popolazione che potrebbe votare inferiori al 50%. È un altro modo di non dire la propria opinione, se vogliamo, o di aver perso fiducia in quel tipo di voice come l'avete di volte evocato. Abbiamo spazio per un'altra domanda, rubando un minuto, poi dobbiamo uscire perché qua hanno tutte le procedure severissime e potrei essere anche fustigato. Ci sono punizioni corpolari per i moderatori che non fanno rispettare i tempi. Non ci sono domande, siete sazzi di sapere, anche perché leggete sempre solo le 24 ore. La domanda che allora vi faccio io è questa, perché noi abbiamo due problemi, una perdita di fiducia nella rappresentanza politica, la gente non va più a votare e secondo me specialmente i giovani, io non so, per gli ascolesi occupo proprio anche di marketing elettorale, quindi forse mi può dare una conferma su questo, e l'altra è la bassa natalità, perché tanta spinta verso il futuro però non si traduce nel desiderio di avere un figlio. Ce lo spieghiamo col fatto che mancano gli strumenti, i sussidi, eccetera eccetera, sì ma non può essere solo questo. Generazioni che ci hanno preceduto hanno avuto figli in condizioni assolutamente peggiori delle nostre e quindi perché? Perché abbiamo più metodi anticoncezionari, scusate la banalità della spiegazione. Potrei fare 5-6 ore di questo piccolo, 10 secondi. Intanto all'Europa, tra pochi giorni vedremo la fluenza, non ci aspettiamo che sia altissima, anche se in positivo c'è una sperimentazione sul voto fuorisede, come sapete gli studenti soltanto per adesso però possono accedere a questa sperimentazione di voto fuorisede dopo molto tempo che veniva richiesta. Quindi chiudiamo con questa nota positiva. Sulla natalità, anche qui enorme tema, cito solo un dato, l'anno in cui sono nati più bambini in Italia era il 1964, da cui il concetto di boomer, baby boom, miracolo economico, erano anni di enorme crescita tecnologica economica sociale, ma non è che lo stile di vita medio in Italia fosse paragonabile a quello di oggi, cioè oggi viviamo enormemente meglio e con tenore di vita enormemente più alto di quello che c'era in Italia negli inizi anni 60, credo che su questo siamo tutti d'accordo, probabilmente conta un tema di aspettative, cioè l'aspettativa era che il futuro sarebbe stato migliore del passato, oggi non tanti ti rispondono in questo modo se glielo chiedi. Allora chiedo scusa al professor Sabrocardo e al dottor Proietti, lascio la parola conclusiva a Isabella Faloutano, le cose più difficili le ho detto che le devo dare a lei, no? Ah no, non le dovevo dare a lei, però le ho date poi casualmente a lei, prego. Io vi ringrazio per aver partecipato, non so per cosa altro dire, è stata una conversazione interessante, sono sicuramente temi su cui è importante attivare dialogo, confronto tra diverse tipologie di attori, quindi non solo tra generazioni, per comparare anche percepito e volontà all'azione tra diverse generazioni, ma anche tra soggetti diversi, quindi mondo universitario, mondo della ricerca, associazionismo, startup, imprese, ecco sempre di più quando si parla di sostenibilità bisognerà farlo a rete, quindi avendo la capacità di attivare gli ecosistemi, se no il vero cambiamento non si riesce a netare, quindi è un percorso in cui ciascuno dovrà fare la sua parte e sicuramente alcune imprese autenticamente sono pronte a fare la loro e altre seguiranno anche perché le spinte regolatorie vanno in quella direzione. Grazie, grazie a tutti, grazie a voi che mi avete partecipato e buon proseguimento al Festival dell'Economia, grazie. Grazie a tutti, grazie a voi che mi avete partecipato e buon prossimo Festival dell'Economia, grazie a tutti. Grazie a tutti, grazie a voi che mi avete partecipato e buon prossimo Festival dell'Economia, grazie a tutti.
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