La rivoluzione del lavoro
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La rivoluzione del lavoro
Un dibattito che esplora la "rivoluzione del lavoro" analizzando fenomeni come le grandi dimissioni, l'impatto dell'intelligenza artificiale e il ruolo delle startup come laboratori di innovazione. Si discute l'importanza di dare senso al lavoro, bilanciando vita privata e professionale e considerando nuovi modelli di organizzazione, flessibilità e nomadismo. Si riflette sull'abbondanza e la scarsità in un mondo in rapida trasformazione, sottolineando la necessità di un nuovo umanesimo che accompagni lo sviluppo tecnologico.
Piuttosto che i tuoi bambini Benvenuti a tutti a questa Sessione su La Rivoluzione del lavoro Benvenuti al Festival dell'Economia che quest'anno mi sembra se possibile ancora più ricco rispetto allo scorso anno, quindi ormai è una competizione contro se stesso questo festival, sia per il tipo di redattori, le persone presenti, sia per il pubblico, so che ci sono stati parlati di qualche decina di migliaia di presenze già a oggi e sia poi ho visto i partner che rappresentano un po' anche la partecipazione da parte delle imprese intorno a questo sforzo del solo 24 ore. Questa sera noi chiacchieriamo, direi è proprio un'idea di una conversazione, sulla rivoluzione del lavoro con Francesca Cohen che è qui di fianco a me, Massimiliano Magrini, Luciano Pietro Nero e Sara Roversi che in arrivo ha avuto un deviazione nel percorso di viaggio. Io sono Massimo Bergmin, sono un professore di organizzazione aziendale nell'Università di Bologna dove mi occupo anche del coordinamento della business school. Allora abbiamo qua una sociologa, abbiamo un executive della sua vita passata che adesso invece fa venture capitalist, poi intimorito abbiamo un professore di fisica, un collega di fisica. Io ero non malaccio quando facevo fisica al liceo, però questa fisica mi intimorisce sempre un po' con delle esperienze accademie che giro per il mondo importanti e anche con molte collaborazioni di tipo industriale. Poi arriverà Sara Roversi che è un'imprenditrice, un'imprenditrice adesso molto impegnata nel mondo del food innovation, ma con un particolare attenzione all'impatto sociale di questa food innovation. Dopo aver fatto partire un po' di imprese adesso a questo istituto che si chiama Future Food Institute e a Pollica è un bellissimo progetto collegato con il mondo e ora lavora anche con la fondazione Ora rivoluzione del lavoro, già la parola rivoluzione a me pone sempre qualche tema, nel senso che le rivoluzioni poi hanno delle caratteristiche particolari per come avvengono, per l'impatto che hanno, per quello che lasciano e quindi io non so se quella che stiamo vivendo sia effettivamente una rivoluzione, se quella che ci aspetta sia effettivamente una rivoluzione, piuttosto che una semplice evoluzione, spero che la parte un po' più violenta, però un po' più dura della rivoluzione possa essere assorbita dai nostri sistemi sociali, però in dubbio che ci sono alcuni aspetti che stanno connotando il mondo del lavoro e stanno interessando il mondo del lavoro in maniera importante. Adesso tra poco ascolteremo la voce della sociologia, ma quello che è accaduto dopo il Covid con questi numeri così significativi di persone che hanno lasciato il lavoro probabilmente ha un mix di cause, perché sicuramente c'è il pezzo delle tecnologie disponibili, c'è il pezzo dell'esperienza che le persone hanno fatto nel periodo del Covid, però io credo che fosse anche un... forse lì c'è stata un po' un'accelerazione, non mi sembra che sia una cosa spuntata come un fungo nel corso della notte. Questo fenomeno poi ha dato, se vogliamo, ancora maggior rilievo al tema del bilanciamento tra la vita e il lavoro, si parla di Work-Live Balance, è stato pubblicato, uno dei miei colleghi ha pubblicato proprio la settimana scorsa un libro che si chiama In equilibrio, con questa idea del Work-Life Balance, che a me non piace, lo dico, perché Work-Life Balance già come definizione mette in contrapposizione Work and Life, e mentre secondo me c'è Life e poi dopo Work sarebbe bene che fosse un pezzo della vita, però questa è la mia opinione personale che conta quanto un'opinione. Ho cennato prima il lavoro che fa Sara quando arriva, ce ne parla un po' lei, sicuramente ci sono dei fenomeni strani di nomadismo, di persone che cambiano, persone che lavorano dai posti più disparati e poi ci sono anche dei fatti molto hard, molto strutturali, che toccano indubbiamente l'oggi ma che sono destinati forse a toccare ancora di più la nostra esperienza di domani e penso inevitabilmente all'intelligenza artificiale che aggiunge un pezzo importante alla dinamica che già era presente con l'evoluzione delle tecnologie digitali. Penso ai paesi occidentali e al modo in cui i paesi occidentali, modi di quali sono anche paesi di manifattura, si troveranno a porsi di fronte ai problemi demografici, rispetto ai quali tendiamo a far finta che non esistano, mi sembra ampiamente, ma che invece stanno arrivando con un impatto forte su diversi pezzi della società e poi magari, non voglio toccare tutto, abbiamo modo di parlarne e quindi un ruolo ancora diverso dei temi dell'inclusione. Questo insieme di cose sicuramente ci porterà nel giro, io credo, in molto breve a conoscere il mondo del lavoro qua molto diverso da quello che era il mondo del lavoro di dieci anni fa, che sia una rivoluzione, ne parliamo insieme, però indubbiamente io individuo queste forze principali, non in maniera esostiva evidentemente. Allora sentiamo la nostra sociologa come Francesca, cosa vi racconto? E se trovi che questo bozzetto fatto sia centrato o ti incontri con questa? Ma dunque forse partirei proprio dal termine che su cui ti eri soffermato, cioè il termine rivoluzione, che forse è un termine fuori posto, diciamo, per guardare quello che sta accadendo, nel senso che più che una rivoluzione sono una serie di smottamenti nel mondo del lavoro, una serie di smottamenti, forse anche, io la parola che ho usato di più, che consideravo più opportuna in questo testo, le grandi dimissioni uscite ormai una no fa per i Naodi, che è stato il primo testo a livello internazionale a guardare il tema appunto della crescita del turnover, la parola che avevo usato era disaffezione, che tende un po' questa parola a mostrare un cambiamento rispetto a un'idea di fedeltà al lavoro che abbiamo un po' ereditato dalle generazioni precedenti che però già, come dire, negli anni 90 negli Stati Uniti si diceva è morta a partire dalle prime ristrutturazioni aziendali, dai primi licenziamenti, dalla fuoriuscita dal fordismo, insomma. Però la ragione per cui secondo me è interessante parlare di dimensioni di crescita del turnover volontario, da un lato è ricordando anche che nella storia le fasi di crescita del turnover volontario ci sono state spesso in concomitanza con momenti di grande trasformazione, oppure, insomma, all'inizio dell'epoca fordista le fabbriche fordiste avevano il 370% di turnover volontario, ford doveva assumere quattro volte gli operai di cui aveva bisogno per far funzionare le fabbriche perché su 50 mila che ne assumeva doveva la continuità produttiva gliele davano 12-13 mila però nel 1913 c'era un turnover volontario del 370% poi sceso due anni dopo al 16% in seguito a tutta una serie di interventi organizzativi. Quindi da un lato il tema del turnover ci forza, ci obbliga secondo me a guardare quelle che sono i modelli produttivi organizzativi che sono in crisi di cui forse l'aumento del turnover volontario è una sintomatologia. L'altro tema che secondo me rende rilevante questa questione è la questione della crisi demografica che si innesta appunto sulla crescita del turnover volontario creando un'esperienza quotidiana per molte aziende, molti imprenditori che prima del covid non era il centro del dibattito pubblico che ora è, se non al centro del dibattito pubblico, al centro dell'esperienza di molte aziende che hanno difficoltà a trattenere, a reclutare personale che quindi si stanno chiedendo giustamente cosa fare per trattenere e reclutare e che però rischia di essere strutturale proprio alla luce della congiuntura tra inverno demografico e quindi nelle società europee si dice che mancheranno 7 milioni di persone da qui al 2030 e di disaffezione al lavoro, disaffezione al lavoro che poi è stata planetaria, negli Stati Uniti abbiamo avuto 48 milioni e mezzo di persone che si sono dimesso nel 2021, 50 milioni nel 2022, in Italia siamo stabili a 2 milioni di missioni volontarie annue e quindi il tema mi sembra capire che cosa sta avvenendo nelle aziende e nel senso collettivo per generare appunto questa crescita del turnover? Non so se vogliamo fare delle risposte lunghe o brevi. Mi sembra un buon primo mattoncino, tu Max prima hai fatto l'executive di una grande impresa di Google, è stato amministratore delegato di Google in Italia che è un'impresa che poi ricordo negli anni forse proprio in cui tu lavoravi lì era molto attenta anche alle modalità di inclusione e di coinvolgimento delle persone attraverso tutta una serie di persone, siamo andati tutti a vedere i campetti da beach volley piuttosto che le sale e massaggi, piuttosto che gli orti, io ero andato a vedere il ristorante che aveva 6 cucine etniche diverse a Monteviou e tutto quello che in qualche modo cercavano di fare per mediare un po' quello che veniva richiesto alle persone, e quindi tu forse hai un pezzo di quello che è successo lì, di cosa rimane di quella parte, poi c'è il tuo nuova vita che invece è quella rispetto alle imprese nuove e forse le imprese nuove più di altre intercettano modalità nuove perché non hanno l'inersia e il retaggio della grande organizzazione, io lavoro in un'organizzazione che esiste da 937 anni, un po' di inersia c'è. Grazie per la domanda perché mi consente poi di affermare un punto che secondo me è cruciale, nel senso che è difficile analizzare un fenomeno e la sua interezza e quindi prendendo un punto di vista magari diventa più facile, il punto di vista che mi hai offerto è quello di oggi noi pensiamo a Google come una grandissima azienda, non lo era nel 2002, era un'azienda di poche centinaia di persone in giro per il mondo che aveva un solo building a Monteviou e non esistevano gli uffici in giro per il mondo, quindi è una buona esempio di quali sono le caratteristiche che deve avere un'azienda per intercettare un certo tipo di persone, le persone che arrivavano a Google nel 2000 non sono le persone che arrivano a Google oggi e l'infrastruttura è ovviamente un'infrastruttura che nel frattempo è cambiata perché è cambiata l'azienda, sono cambiate le persone, sistemi di motivazione e quant'altro e questo per dire che cosa? Secondo me perché è interessante guardare il mondo delle startup di cui Google è diciamo archetipo importante perché sono quell'angolo in cui è consentito di innovare perché oggi di fatto le aziende che hanno la caffetteria, la sala massaggi sono innumerevoli perché hanno occupato quel playbook ma i tempi era veramente rivoluzionario perché di fatto tu andavi a prendere e riattrattivo nei confronti di persone, persone che di fatto volevano avere un grosso impatto ed erano disponibili per avere questo impatto o prendersi il rischio di entrare in un'azienda piccola e non conosciuta perché questo è il prezzo che paghi di fatto per far parte di un mondo come quello delle startup cioè tu ti prendi un rischio oggettivamente elevato perché le dice la statistica la percentuale di startup che hanno successo sono meno di un terzo di quelle che partono quindi perché un essere razionale secondo la teoria economica dovrebbe mettersi nella condizione di dover rischiare per lavorare una startup perché è in grado secondo me di dare senso a quello che l'individuo sta facendo perché sono persone che in qualche maniera hanno voglia di avere un impatto e vogliono avere un rapporto diretto tra quello che vogliono fare e il senso di quello che percepiscono fare ed è un aspetto fondamentale perché in molte aziende invece di dimensioni grande questo questo elemento viene perso e ovviamente non è che ci sono aziende buone e che è facile tendenzemente poterlo fare quando c'è una startup di poche persone è molto complesso farle in organizzazioni complesse con tantissime persone questo è un po secondo me l'aspetto di rimente per uno come me che ha fatto startup è entrato in una fase di startup è accompagnato la crescita l'unica cosa che pensavo fosse corretta col mio modo di intendere il mondo fosse ricominciare a fare questo mestiere dall'altro punto dell'altro parte del tavolo cioè supportare imprenditori in questo percorso che è un percorso complicato dove però l'aspetto di diciamo scienza organizzativa importantissimo perché il contratto sociale delle persone che lavorano in startup è completamente diverso rispetto al contratto sociale delle persone che lavorano una grande impresa e molto spesso è molto difficile riuscire a spiegare questo perché molti dei miei colleghi hanno formazione solo economico finanziarie e magari questo aspetto non viene percepito nella sua importanza invece la capacità imprenditoriale è prima di tutto la capacità di costruire un framework di senso all'interno delle quali le persone sono disponibili a dare qualcosa in più le startup senza persone che danno qualcosa in più non vanno avanti mentre probabilmente nelle organizzazioni tradizionali ti puoi accontentare di una produttività che arriva in percentuale probabilmente l'inerzia ti consente di andare avanti lo stesso la startup no a questo constraints molto forte del fatto che magari hai raccolto i soldi per andare avanti un anno un anno e mezzo e in quell'anno e l'anno e mezzo devi fare delle cose però quel fare quelle cose quella pressione da il senso anche di gruppo tra le persone che lavorano insieme e quindi fenomeni diciamo di nepotismo fenomeni di politica a basso livello su tutte cose che non albergano la cultura di una startup di successo perché ammazzo immediatamente l'ambiente quindi l'imprenditore deve essere prima prima di tutto un architetto sociale della sua organizzazione questa è fondamentale perché sono la startup non vive tutte queste logiche invece non vivo nella grande impresa perché nella grande impresa dove l'inerzia è più importante di innovazione governare i processi i riconoscimenti c'è tutta una letteratura che fa sì che si tende a perdere il senso di quello che si fa e allora da qui molto spesso ci sono questi fenomeni di disaffezione nelle confronti del mondo del lavoro che derivano secondo me proprio da questo caratteristica cioè se tu prendi parte del presupposto che l'azienda le persone non lavorano solo per un tema di sostanza economica finanziaria hanno bisogno di qualcos'altro e molto spesso queste grandi organizzazioni non sono in grado di dare quel qualcos'altro alle persone che decidono di lavorare ed è secondo me molto importante invece il mondo delle startup perché sono come se fossero una sandbox organizzativa dove è importante imparare certe logiche un po come dicevi tu google ha innovato ai suoi tempi perché aveva la caffetteria e massaggi lo sport adesso ci sono altre cose che stanno accadendo in questa sandbox che servono utili per le grandi imprese per cercare di capire quali sono i bisogni delle persone e farli in maniera tale da poterli se possibile riprodurre anche all'interno delle proprie organizzazioni. Grazie e cosa c'è tra fisica con tutto questo? Allora la prima cosa che ci possiamo chiedere è a quale campo appartiene l'intelligenza artificiale perché non c'è il campo dell'intelligenza c'è un po' di tutto io mi posi questa domanda proprio quando uscì l'algoritmo di google 95 96 algoritmo di google è una cosa estremamente semplice per chiunque ha un minimo di conoscenza tecnica quindi io pensai perché sono stato così fesso che non l'ho inventato io come molti altri e mi sono posto seriamente questa domanda e la risposta è che io avrei visto la soluzione ma non vedevo la domanda la domanda che mi si poteva porre era questa caro professor pietro nero lei che studia queste cose complicatissime perché non si mette a categorizzare i siti internet io avrei nella mia mente pensato a mettere le etichette ai libri della biblioteca c'è un lavoro ripetitivo noioso di come guardi che io sono un grande scienziato mi faccio stupidaggini quindi non avrei capito la domanda se uno mi spiegava la domanda meglio si guarda internet è un fantastico network complesso devi creare un algoritmo che fa sta cosa quella era facile allora mi sono chiesto ma a che cavolo di disciplina apparteneva l'algoritmo di google alla matematica alla fisica la cosa e questo ma un po' influenzato molto e allora possiamo pensare quando sono nata le discipline attuali cioè chi ha inventato la fisica la chimica la matematica come solo oggi perché ai tempi di leonardo da vinci dei carrileo era tutto insieme ognuno perché la vinci faceva anche qualche quadro poi guardava il corpo umano l'acqua come scorreva l'acqua e c'era tutti facevano tutto dopo l'illuminismo del 700 con le riforme napoleoniche si creano le discipline attuali quindi la fisica chimica matematica esistono da tre secoli circa hanno avuto un certo successo perché è andato l'uomo sulla luna ci abbiamo l'iphone e un sacco di altre belle cosette ma la domanda è ma oggi il mondo di oggi è ottimizzato rispetto a queste discipline sono ottimali rispetto al mondo di oggi e chiaramente un po' sì e un po' no come dimostra l'algoritmo di google o anche ai no che il campo è ai quindi qual è l'idea diciamo dalla prospettiva della fisica la fisica è la scienza naturale più rigorosa perché cerca le leggi fondamentali nell'economia in questi altri campi è difficile che ci siano leggi fondamentali ci sono dei modelli che funzionano però noi possiamo usare il metodo scientifico il più possibile cosa che in economia viene fatto a mio parere molto poco per ragioni ideologiche e già nella fisica non è che tutta la fisica è uguale perché nella fisica l'idea è che uno ripeta gli esperimenti dovunque li fa a qualunque momento no ma la strofisica non è che ci sono esperimenti pochi insomma pochissimi quindi la strofisica è una scienza osservativa però nonostante ciò pensiamo che è fisica la geofisica pure più o meno osservativa quindi l'argomento è ma l'economia o questo tipo di fenomeni dado che c'è un sacco di dati e quindi l'osservazione ce n'è tanta potrebbe diventare come la strofisica questa è la mia domanda quindi il gioco è rilassiamo un attimo i criteri rigidi della fisica e questo perdiamo un po' di rigore per acquisire problematiche importanti questo è il trade off chi decide se funziona il risultato risultato se poi funziona bene se no non ci può essere una ricetta a priori che ci garantisce questo però noi pensiamo che questa strada può essere interessante e l'abbiamo percorsa in varie problematiche per esempio nell'economia nel definire dei criteri di crescita dei paesi nel capire nuovi indicatori diversi dal pil da gtp o cose del genere come si proietta questo nell'intelligenza artificiale? Allora l'intelligenza artificiale c'ha secondo me due diciamo due grandi categorie chi faccia ctp cioè questi grandi player sostanzialmente della silicon valley e chi li usa? Allora per mettersi al tavolo dei grandi player bisogna mettere sul tavolo delle cifre molto importanti e la domanda è ha senso che l'Italia lo prova a fare? La Francia lo prova a fare perché vuole difendere la lingua francese e quindi ha fatto il progetto che pare Mistral si chiama che è circa 500 milioni noi abbiamo avuto delle interlocuzioni anche con i ministri italiani l'impressione è che non sia così adatto anche perché ctp già funziona molto bene con l'italiano cioè ctp contiene tantissima lingua italiana quindi per essere chiari avrebbe avuto senso di dire facciamo google algoritmo italiano? No perché google algoritmo funziona per tutte le lingue quindi non avremmo avuto effetto. Cosa che invece va fatto? Quello che va fatto è l'utilizzo desti metodi quindi l'utilizzo toccherà praticamente tutti chi più che meno ma è difficile per le visioni del futuro sono un po' difficili in genere ma è chiaro che ci sarà un enorme impatto in tutti i campi e quindi l'idea è di prepararsi a questo impatto e quindi l'idea sicuramente investimento è quello in educazione qualcuno stamattina era un'altra sessione insomma parlava dell'abbasso livello dell'educazione italiana quindi quello è certamente un investimento che vale quindi non vale forse sfidare ctp in italiano ma vale espandere un'educazione di questo tipo a tutti insomma il più possibile questo è un po' l'idea. Poi come si organizza concretamente come si risponde alla domanda quali settori saranno toccati? Questo lo stiamo facendo adesso ve lo riassumo in un minuto. Si prendono le attività lavorative si definiscono quali capacità sono necessarie per ogni attività si chiamano skills poi ci sta un po' e questo è abbastanza codificato poi c'è un sito insomma un'informazione pubblica dove degli esperti dicono quanto ognuno di queste capacità sarà toccata dall'intelligenza artificiale vabbè da tutto questo si crea il risultato quali lavori sono toccati più o meno ve lo sto dicendo. Questo risultato non è convincente per una serie di motivi e quindi noi abbiamo pensato di eliminare l'aspetto soggettivo della valutazione del quanto le skills sono toccate utilizzando le startup quindi uno guarda y-combinator opposti di questo tipo e uno va a vedere come è descritta una certa startup, guarda quella descrizione poi guarda la descrizione di un lavoro mette questi due pezzi dentro a chattcp o qualcosa del genere e gli dice secondo te queste due descrizioni avranno un impatto l'una con l'altra e quindi possiamo avere adesso una informazione oggettiva rispetto a chi investe in questa trasformazione rispetto all'impatto della e-suit e quindi save jobs. Poi quello che avviene è tutta una classifica di 700 attività lavorative dove alcune sono più sostituibili altre meno però questo è quello che stiamo facendo. Grazie, molto interessante. Certo che cercando di modellizzare qualcosa che è in movimento deve essere complesso perché il campo di gioco mi sembra che sia in continua evoluzione, se capisco quelle che possono essere alcune delle difficoltà principali. Sara, arrivi da Pollica poi ci state il Signore a Bologna, sei passata da Milano, arrivi qua, stasera sei a Napoli, tu fai del nomadismo da tua esistenza, raccontaci un po'. Se mi presenti così sembro veramente una nomade e faccio del nomadismo nella mia esistenza in realtà occupandomi di innovazione ed essendo costantemente la ricerca dell'innovazione, 12 anni fa volavo a Mountain View e entrava a far parte del Google Food Innovation Lab perché Michael Bacher aprì un dipartimento e un momento di incontro che era il Google Food Innovation Lab dove si parlava di cibo come food care e quello per me era l'innovazione e in questi dieci anni lì si andava a cercare l'innovazione. Oggi in realtà le cose sono molto cambiate perché la pandemia ha cambiato tutte le nostre vite almeno per me è stata un'enorme opportunità per rendermi conto che ho girato tanto per andare a cercare il futuro senza rendermi conto che le radici di tanto pensiero che ha generato ed è stato forse un motore propulsore di questo futuro, tante sono qua e quando qualcuno al G7 dell'agricoltura a Bergamo nel 2017 mi disse tu stai sempre in giro a parlare di food and sustainability, food and climate change, non parli mai di dieta mediterranea adesso in questi mesi ormai ci esce dagli occhi a tutti questa dieta mediterranea però sentirselo dire da un regista americano che è a casa a pollica che quando mi disero vai a pollica in cilento io dissi dove in Puglia? No in Campania e già lì mi senti una grandissima ignorante e poi questo regista italiano ogni volta che veniva in Italia mi diceva Sara sono qui vieni a trovarmi che ti faccio capire e io ero sempre a Singapura, a Tokyo, a Shanghai, San Francisco, New York. Poi la pandemia mi ha bloccato io ho avuto l'occasione di incontrare il benedetto sindaco di pollica prima che scoppiasse la pandemia scoppia la pandemia comincia a vedere i suoi post online delegato da De Luca nella famosa task force di gestione covid e comincia a sentire e vedere lui che parla dei suoi centenari e del fatto che deve proteggere i suoi centenari e gestire la questione covid in un borgo che è abitato principalmente da centenari e così dico senti sindaco spiegami un attimo pollica raccontami lui dice senti visto che ho ancora capito che tu non hai ancora capito niente della dieta mediterranea ti faccio una bella lettera di invito era Pasqua 2020 eravamo tutti bloccati c'era forse un treno da nord a sud e da sud a nord vado in stazione con il mio invito e decido di passare un po di tempo a pollica e lui mi dice ti racconto che cos'è per noi la dieta mediterranea e mi ha portato a velia e mi ha detto la dieta mediterranea parte con parmenide l'equilibrio uomo natura poi sai qui c'è Salerno qui è nata la scuola medica salernitana prima scuola medica del medioevo nata dai saperi del mediterraneo non da noi dall'incrocio fra i saperi le regioni greci romani ebrei musulmani erano insieme se pensiamo oggi al ruolo che ha il mediterraneo e cosa sta succedendo qui vicino a noi ci dobbiamo fare un po di domande scuola medica salernitana e poi ferdinando secondo la prima legge sul food waste un editto che in italia già cominciava a dire come bisognava gestire gli scarti ferdinando secondo un territorio che però spicca perché se guardiamo i dati europei siamo nella provincia che ha il più alto tasso di abbandono scolastico il più alto tasso di obesità infantile la mecca della dieta mediterranea dove abbiamo gli stessi nonni centenari e quindi mi ha sploso un mondo e noi che abbiamo la sede a tokyo avevamo la sede a san francisco e bologna dove transito ogni tanto e abbiamo deciso di aprire lì un campus internazionale ci metto di meno a volare a new york e andare a pollica perché è un'area veramente marginale il cilento come tantissime aree italiane poi però arrivi lì e capisci che questa dieta mediterranea che non è la dieta mediterranea che conosciamo noi quella che c'è stata raccontata dal mercato in realtà è un framework culturale perché se leggiamo il dossier onesco scopriamo che è un patrimonio vivente che è un framework culturale che parla di stile di vita la diaita stile di vita ci insegna tanto di più e soprattutto che se guardiamo questi i famosi obiettivi di sviluppo sostenibile in realtà dieta mediterranea è un esempio molto concreto ma non solo se andiamo a quel 2015 in cui sono stati annunciati gli obiettivi di sviluppo sostenibile papa francesco ci parla di ecologia integrale e di un equilibrio che va trovato fra una visione politica la valorizzazione delle risorse essenziali quindi la tutela del pianeta e poi la salute umana lo sviluppo sociale il pilastro culturale lo sviluppo economico che devono trovare un equilibrio e quello stesso equilibrio che tornando alla scuola eleatica parmenide ci fa capire che forse ci sono dei modelli interessanti allora li abbiamo deciso di aprire il campus sta avvenendo gente da tutto il mondo lo scorso weekend abbiamo il nostro retreat e avevo persone dal governo di singapore messico paul polman in venti un retreat ci ritroviamo da tutte le parti del mondo a pensare come scalare questi modelli dove parlando di algoritmi uno degli algoritmi sui quali ci stiamo confrontando e qual è il vero algoritmo della longevità questa longevità di cui tutti tanto parlano pensando all'estensione della nostra vita ma che in realtà dobbiamo ragionare su veramente quali sono i fattori che fanno sì che il nonno centenario abbiano delle capacità cognitive viva da solo senza badante quasi autonomo e alcuni di loro magari mai ospitalizzati nello stesso contesto in cui la famiglia non riesce a offrire a un ragazzo opportunità di sviluppo crescita di sviluppo culturale tale per cui abbiamo quei tassi di abbandono scolastico e quindi penso la rivoluzione del lavoro rivoluzione del lavoro è una rivoluzione che secondo me rappresenta quella che è una delle grandi anche crisi valoriali che abbiamo visto in questi ultimi anni questo weekend una delle cose che è emerso è il fatto di cominciare a riportare al centro una connessione forte fra scienza e spiritualità nel mondo del lavoro non si è mai dato spazio alla parola spiritualità alla reciprocità la consciousness ora con gli un dp si lavora con la conscious food systems alliance e poi si parla di consciousness nel fare sviluppo e quindi questo mondo del lavoro secondo me ci sta insegnando tanto il mondo delle startup anche mi risuonavano tanto le cose che appunto prima dicevi il mondo delle startup è interessante perché anche noi siamo ovviamente surrounded da startup in continuazione è interessante perché chi c'è dentro non è un numero e la startup ha bisogno di gente che può farla a differenza nelle grandi aziende è tutto un po' lico e fatto si fa fatica a fare la differenza a sentirsi utili e vedo che questo ecosistema oggi almeno il nostro è fatto da persone che vivono il lavoro sempre di più come una missione e ovviamente in questa missione devono trovare un equilibrio e quindi nel mio tanto viaggiare in realtà mi trovo costantemente a incontrare stimoli che portano verso una direzione molto diversa rispetto a quella che ci circondava fino a qualche anno fa ed è interessante perché comunque nonostante le tragedie che ci circondano vedo degli sprazi di positività interessante all'orizzonte e molti alla domanda ma se tu potessi scegliere per scalare il tuo business cosa vorresti molti dico io non voglio scalare voglio fare bene voglio vivere bene e quindi questo mondo delle startup per me è interessante perché da un lato quello che è l'impatto i kpi che è stato dato tanto dai numeri dei business plan fatti su carta che poi difficilmente sono stati raggiunti questi questi kpi adesso devono includere tanti altri elementi che devono puntare più sulla qualità della relazione della vita degli impatti che generiamo questa questa visione così che porta dei germogli dei scintilli prezioni anche di speranza se vogliamo in un mondo che ha degli elementi un po di pesantezza parto da stare e torno indietro come come si concilia con il concetto di scarsità perché uno potrebbe dire naturalmente una provocazione che queste sono belle riflessioni in un contesto in cui comunque c'è una certa abbondanza uno dice non faccio scala perché non è bisogno tutto assommato c'è abbondanza dalle tue parole invece emerge senza averlo reso così esplicito o senza averle fatto un manifesto sottolineandolo emerge la possibilità di fare delle cose diversamente e che quindi questo potrebbe anche coinvolgere alcune delle dimensioni che stiamo vedendo intorno al lavoro forse non quelle forzate dai grandi sistemi ma quelle più basate sulle motivazioni dei singoli no assolutamente sì il contesto di abbondanza secondo me è da valutare bene perché molto spesso noi pensiamo che il contesto di abbondanza sono fortunati hanno tutto non è detto che sia così se pensiamo il contesto nel quale tornando a dieta mediterranea si è consolidata di età mediterranea si è consolidata in un contesto di povertà dove comunque era una cucina frugale un modo di vivere che valorizzava quello che era il patrimonio dato dall'ecosistema la stagionalità la cucina che era contro lo scarto non perché era figo fare la lotta al food waste ma perché quella era la vita e si mangiava poco e vivevano molto bene e quindi noi parliamo di qualcosa oggi in un contesto che è molto distante da quello che è invece stato l'origine di un principio e mi ricollego a uno stimolo interessante che abbiamo dibattuto in gruppo di lavoro ad avos qualcuno ha detto oggi si parla di marginal centered innovation se riprendiamo i principi della frugal innovation e tutto quel mondo sicuramente c'è qualcosa che possiamo andare a mutuare quindi tutta questa abbondanza bisogna capire veramente dov'è perché secondo me tanta di questa abbondanza poi dopo finisce ad essere spreco ed essere superfluo secondo me il fatto del ritornare un attimo a quelli che sono i bisogni essenziali valori essenziali diventa cruciale alla fine questo è secondo me la cosa su cui dobbiamo andare a riflettere e quindi professor Pietro Nero ci possiamo immaginare un mondo così dal punto di vista del sistema in cui chi si occupa della parte hard è l'intelligenza sintetica l'automazione e c'è spazio per il nuovo umanesimo? Sicuramente sì, io non vedo un contrasto, l'umanesimo c'entra sempre nella vita non è che la matematica sostituisce l'umanesimo perché tutta una serie decisioni diciamo di politica anche spirituali eccetera possono benissimo coesistere perché ognuna stia nell'alveo suo cioè quello che io forse mi ripeto un secondo e ci sarà un mondo che faccia ctp per tutti come è stato fatto google per tutti e poi ognuno lo userà secondo me l'italia deve puntare su questa parte qui cioè non deve puntare sulla grande potenza che sfida la Silicon Valley come un po' fa la Francia e quindi puntare su questa parte qui significa per esempio che io sono stato coinvolto da un gruppo di ricercatori di oncologia da cui un premio Nobel che pensano che il cancro si risolverà con un problema dei big data e algoritmi quindi hanno chiamato me per discutere questa cosa io gli ho detto che mi sembrava, mi mettevano leggermente in imbarazzo però loro hanno pensato questo ora sarà vero non sarà vero ci faremo una prova però queste sono le cose dopo si utilizzerà intelligenza artificiale algoritmi eccetera per una varietà di argomenti noi l'abbiamo usato nel nostro ambito per alcuni aspetti dell'economia per portarli a un livello scientifico e questi permettono per esempio oggi di fare le previsioni della crescita del PIL migliori di quelli del fondo monetario e sono fatte con un gruppetto di cinque persone algoritmi e cose del genere cose di questo tipo io ne vedrei tantissime e credo che l'italia si debba attrezzare e ottimale che si attrezzasse a questo tipo di sviluppo più che alla sfida globale sulla meccanismo diciamo sulla battaglia dei CACTP che diventerà una commodity insomma un po come che ne so la macchina elettrica ormai prima il motore a scoppio c'era il motore ferrari il motore alfa-romeo oggi si parla più del motore il motore non esiste quanti cavalli vuoi 100 500 spingi un pulsante quindi quello è diventato un oggetto del tutto diverso da come era prima nell'automobile io vedrei la CACTP analoga al motore elettrico dell'auto cioè non è più un oggetto di grande passione mentre prima lo era magari per chi lo fa lo rimane però per noi non è che stiamo pensando che l'italia farà il motore elettrico speciale italiano come prima c'era l'alfa-romeo la maserati eccetera ancora ci stanno invece molto diverso sarà quale uso verrà fatto di questo tipo di motori e penso che quella è la strada per noi questo è un po e noi qualche piccolo passo lo abbiamo fatto in questa direzione non so se ho risposto quindi c'è una varietà di aspetti della vita che saranno toccati e lì è inutile avere paura uno si deve buttare nuotare cioè è una questione ma che succede ma chi lo sa che succede di preciso lo sa nessuno però di sicuro se tutti organizzi farai meglio di chi non s'organizza perché la previsione esatta di come questo impazzerà tutto il mercato del lavoro pure io che la faccio mi rendo conto che di qualità limitata e però la miglior cosa è organizzarsi educazione questa è la nostra ricetta max poi ci dici come sta la viticoltura biologica col venture capital però prima volevo dire che questa settimana ho portato un gruppo di studenti internazionali lì da music smetcher che è una società che massimo ha finanziato un unicorno bolognese che adesso è stato acquistato da texas pacific ed eravamo lì col fondatore che avrei voluto qui questa sera ma che aveva altri pegni presi da molto tempo prima e al certo punto ci ha messo a parlare dell'industria della musica e dell'industria cinematografica insomma i doppiatori non ci sono più doppiatori non sono più e anche il movimento dei labbra adesso nei video anche nei film viene in qualche modo a seconda le traduzioni che arrivano e poi parlavamo dei video musicali e quindi i video musicali adesso sappiamo che il prossimo passo sull'immagine sulle immagini sui video cioè mi sembra che alla fine noi con questo problema demografico questi tedeschi artificiali può anche essere di aiuto per qualche aspetto però inutile che se non nascondiamo un po' di mestieri saltano e poi bisogna ripensarli e non so se nel breve e dicono cosa scontate che sappiamo tutti non so se nel breve riusciamo a recuperare le persone che magari vengono espuse da questo è un tema molto affascinante ora mi tocca fare l'economista però sostanzialmente poi ci arrivo sul tema la viticoltura però il tema dell'economia è molto semplice hai detto tu cioè sono industrie che sono strutturalmente non in grado di trovare persone che ci lavorano un dato di fatto alcune industrie ed è un dato di fatto che l'utilizzo della tecnologia sarà lo strumento adatto per recuperare questo genere di produttività il problema però da porsi è come verrà costruito il valore e chi ne beneficerà perché sostanzialmente è ovvio che se tu hai delle industrie che invece utilizzare delle persone utilizzeranno dei software tipicamente avrà un ritorno sul capitale quasi infinito il punto è come farai in maniera tale che quel valore sia redistribuito nella società per tenere insieme una società perché se tu non sei in grado di redistribuire quel valore hai ritorno nel fito sul capitale mai zero capitale sociale questo è il grande problema e da lì i temi di redistribuzione tassazione che sono oggettivamente gli unici serie da porsi nei confronti dell'introduzione e dall'avvento di queste tecnologie che non si tratta più di ragionare stanno avvenendo mentre ne parliamo con grande rapidità purtroppo possiamo anche citare ci sono guerre che stanno combattendo con le armi sintetiche lo sappiamo cioè non è che sono dei fatti il punto però oggi è che dovremmo adattare questo dibattito a parlare di questa cosa qui se creo valore infinito nel capitale investito in queste iniziative come faccio in maniera tale da redistribuirlo per avere persone che per mantenere la società in quanto tale perché se avrò dei disoccupati avrò la possibilità comunque di integrare la società comunque anche se saranno disoccupati o investire nel risk healing tutto quello che vogliamo questo secondo me è un punto chiave un po' assente nel dibattito mentre si stressano molto gli aspetti diciamo fobici sull'avvento delle macchine che ci distruggono tutti ecco secondo me andrebbe riattualizzato quel modello invece per tornare al tema dell'agricoltura molto semplice ci sono settori che sono facilmente scalabili il software scalabile all'infinito la natura no il cibo neanche e quindi se cerchiamo di scalare il cibo abbiamo dei problemi enormi cioè se applichiamo le logiche del software al cibo siamo finiti come come genere umano e io sono avvicinato all'agricoltura con puro curiosità intellettuale su un tema di agricoltura regenerativa proprio sulla base del fatto che l'agricoltura ha quelle leggi lì non le forzare più di tanto e se vediamo vedere invece come è stata industrializzata nostra agricoltura e facciamo un po di analisi critica forse ci sarebbe da ragionare da riflettere in maniera puntuale francesca più ci si il fondo ci commenti cosa questo dibattito cosa ti suggerisce cosa ci vuoi lasciare secondo me ci sono due ci sono due questioni grosse almeno mi sembra una è l'edicotomia tra appunto il tema dell'intelligenza artificiale dell'automazione quindi quello che si diceva fino a un po di tempo fa cioè distruggerà il lavoro e però quel dal mio osservatorio quello che vedo vedo anche aziende che dicono io non trovo lavoro quindi queste due spinte opposte per certi versi controintuitive come le conciliamo c'era il caso dei magazzini amazon per esempio che ha fatto un grande investimento in automazione nel momento stesso in cui non trovavano più personale negli stati uniti c'è tutta totale carenza di personale per quel tipo di di di professione quindi è l'interazione tra le due che poi naturalmente va spacchettato tra settore a settore che secondo me diventa interessante però c'è un altro tema interessante che appunto poneva assimiliano prima che era quello delle grandi aziende perché poi alla fine io qui sono un po un elemento esotico forse nel senso che io faccio ricerca tra lavoratori nella fascia bassa del mercato del lavoro che lasciano quindi io negli ultimi due tre anni ho passato i mesi ad ascoltare le ragioni di chi lascia e lasciano tanto nei livelli bassi nei livelli beh insomma nei settori in cui lasciano di più sanità lavoro sociale servizi per le imprese e commercio e ristorazione questi sono i settori in italia e svizzera dove lavoro adesso negli stati uniti in cina sono settori critici un po in tutto il mondo e in molti casi appunto parliamo proprio di grandi aziende quindi mi sembra che ci sia un po uno scollamento appunto tra il potenziale che possiamo immaginare e poi quello che veramente avviene nei piani bassi appunto del mercato del lavoro stavo leggendo l'ultimo rapporto di confindustria il report mensile che mostrava delle cose mostrava due cose interessanti turismo e servizi crescono industria crolla e rispetto all'anno scorso più 8,4 per cento di cassa integrazione per cui un paese che sta cambiando sotto sotto la soglia sta cambiando proprio fisiologia diciamo la struttura produttiva ed è proprio lì nei servizi poveri nel lavoro povero che le persone si disaffezionano quindi secondo me un po questa crisi esistenziale di che senso al lavoro che lavoro vogliamo che in italia non abbiamo ancora risolto da un po di tempo e che è un po la domanda secondo me degli anni a venire grazie mi pare siano puntualissimi a me della chiacchierata con i colleghi è piaciuto il fatto che non siamo entrati infatti troppo pratici ma è stato veramente il tentativo di riflettere intorno a delle idee e di confrontare delle idee delle prospettive che è un po un pezzo che mi porto via sul lavoro io che mi sono un po occupato di identità ai tempi del dottorato ma che continuo da carezzare come tema ricordo sempre che noi facciamo ciò che siamo ma diventiamo ciò che facciamo e quindi penso che sul futuro dell'umanità il lavoro che faremo avrà una grande importanza grazie di essere stati con noi questa sera s
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