L’Italia alla sfida di un nuovo welfare
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L’Italia alla sfida di un nuovo welfare
L'Italia sta affrontando una sfida demografica con una popolazione che invecchia e un basso tasso di natalità. Il sistema sanitario nazionale, basato su un modello universalistico, sta mostrando limiti nella sua sostenibilità. Il governo ha approvato una riforma per le politiche in favore delle persone anziane, con l'obiettivo di garantire dignità e assistenza domiciliare. La cooperazione tra pubblico, privato e privato sociale è fondamentale per costruire un nuovo modello di welfare sostenibile.
Sottotitoli e revisione a cura di QTSS Buongiorno a tutti, sono Rita Fatiguso, giornalista del sole 24 ore e sono molto felice di essere qui e di affrontare questo tema con chi in effetti poi deve trovare soluzioni. Il tema è quello dell'invecchiamento della popolazione, anche come in qualche modo far fronte a questo tipo di tutte le problematiche collegate. Quando 22 anni fa, prima di occuparmi di Cina, mi occupavo anche di welfare, ma non pensavo che la Cina aveva avuto gli stessi problemi, un paese esterminato che adesso se la passa molto male dal punto di vista e in futuro vedrà un pericolo. Sì, si va più che a differenza che loro sono veramente tanti, quindi se ci saranno tanti anziani, sarà veramente una situazione molto complicata. Diciamo che noi siamo per pista come italiani perché appunto la nostra è una situazione già abbastanza nota e conosciuta purtroppo e per questo probabilmente siamo ancora più avanti nel trovare un punto di soluzione o comunque di tenere sotto controllo alcune conseguenze. Io intanto chiamo a fare un discorso introduttivo la dottoressa di Loreto che è direttore generale di Conf Cooperative. Il mio sarà soltanto un saluto, porto il saluto della Conf Cooperative nazionale che è la più grande organizzazione di rappresentanza delle cooperative in Italia, 17 mila cooperative in tutti i territori nazionali e soprattutto in tutti i settori produttivi. Porto anche il saluto della Federazione Trentina che ci ospita in questa bellissima sede e in questa bellissima città e come introduzione lei l'ha già detto stiamo parlando di un tema che sta a cuore a tutti i cittadini, a tutti quanti noi le cooperative si prendono cura delle persone e dei territori e per questo noi partiamo con questo festival di cui siamo top partner con un tema tra il fuori festival nel programma del fuori festival con questo primo appuntamento che parla appunto del welfare. Vorrei anche ringraziare la nostra ospite che è la viceministra al lavoro alle politiche sociali Maria Teresa Bellucci che ci segue sempre in questi eventi ed è collegata e naturalmente non introduco i nostri relatori perché questo è il suo compito, lo lascio a lei, vi dico soltanto che Conf Cooperative anche quest'anno è presente in piazza Duomo, abbiamo un nostro cloud, un nostro stand dove potrete vedere che siamo impegnati in diverse iniziative, buon lavoro. Grazie, grazie dottoressa di Loreto per questo saluto inaugurale. Allora lei ha già introdotto il tema più specifico sanità e voi avete una branca ben precisa che si occupa di questo tema quindi io invito Giuseppe Milanese a raggiungerci qui e a prender posto e un po' a un qualche modo delineare a questa platea quali sono anche diciamo gli aspetti critici e in qualche modo anche quelle che potrebbero essere soluzioni che voi in qualche modo già avete intuito e portate avanti, grazie. Grazie, le soluzioni rispetto a questo problema, io personalmente ho provato a darlo a quattro figli per cui rispetto a un mondo che invecchia io il mio penso da averlo fatto ma oggi oggettivamente c'è questo problema che è legato a una senescenza di massa dicono quelli bravi per cui oggi un terzo degli italiani è un'ultra 65enne e tenderà a diventare la metà di una popolazione, noi siamo una delle popolazioni con l'età media più alta, siamo ormai a 44 anni medi per ogni ragazzo sotto i 18 anni ci sono quattro ultra 65 anni quindi anche quando fra di noi diciamo non ci sono i giovani perché una società dove i giovani sono pochi e quindi rispetto a questo quali sono le soluzioni che noi abbiamo in mente, la prima è comunque una soluzione di sistema cioè noi nella nostra azione cerchiamo di portare soluzioni che non siano individualistiche, siamo un mondo che genera competizione, noi educhiamo i nostri figli da quando sono piccoli alla competizione, ecco la prima soluzione che noi vorremmo ricordare è quella che cooperare più bello si vive meglio cioè è una condizione umana da cui partire ed è una condizione umana che inevitabilmente impatta una proposta umana che impatta su una popolazione che inevitabilmente diventa fragile, gli ultra 65 anni ce lo dice l'Istituto Superiore della Sanità, il 60% di essi ha una malattia cronica, questo lo dice l'OMS dal 78 a dire il vero diciamo noi come paese ci siamo accorti un po' dopo e dal 78 che si dice ai paesi guardate il problema non è la cuzie è la cronicità rispetto a questo cos'è il metodo cooperativo in sanità, me colpisce molto il fatto che di 24 mila realtà che hanno diciamo un assetto privato, quindi si parla tanto di pubblico verso privato in sanità sono 24 mila le società oltre 8 mila sono adottano il metodo cooperativo quindi un terzo e più di metà del personale impegnato è dato dalla cooperazione quindi è un metodo che tra i professionisti in qualche modo esiste, è un metodo che i professionisti in sanità quando lo adottano scoprono che ha il valore dell'appartenenza a un sistema anche tutto il fenomeno dei gettonisti che non riguarda solo la cooperazione anche se quando si parla dei gettonisti c'è la parola cooperativa è sempre appiccicata ma molte sono società di capitale anzi la maggior parte, un medico io sono un medico va via dal sistema pubblico se non si sente appartenere a un sistema, ha bisogno di protezione di un sistema perché affronta quello che è il bisogno principale di una persona che è il bisogno di salute quindi oltre questo metodo che noi proponiamo c'è anche e ci sono delle progettualità che riguardano il sistema territoriale, il nostro sistema sanitario è a pezzi perché ognuno si occupa di un pezzo nessuno mette insieme il puzzle che riguarda innanzitutto il bisogno delle persone e il secondo difetto è che si è sempre occupato di chi produce e non per chi produco quindi il complemento oggetto in sanità fondamentale che ho davanti oggi ho davanti un paziente anziano che vive una cronicità e che ha il diritto di vivere anche questa cronicità nella propria casa questo poi è l'introduzione anche della legge sugli anziani la casa come primo luogo di cura ecco noi abbiamo affrontato il problema da questo punto di vista quindi le nostre realtà e in conf cooperative sono oltre 6.500 le realtà che si occupano di socio sanitario le nostre realtà sono andate lì dove esiste il bisogno dove nelle case nelle residenze nelle nei centri di urni cercando di collegare i puntini di questo sistema quindi abbiamo un'idea di come dalla farmacia dei servizi che può essere l'accesso a come la medicina generale che deve in qualche modo valutare i bisogni a come tutti i servizi erogati dalle nostre cooperative possano rispondere a questi bisogni quindi ridurre quel access quel ricorso improprio ai pronto soccorso diciamo prima che oggi somigliano più a dei gironi infernali perché c'è un ricorso improprio ma è improprio perché non ci sono risposte di sistema sul territorio quindi il nostro lavoro la nostra opera la nostra fatica non è quella solo di erogare servizi in quanto braccia ma di ripensare il sistema in termini di modello e quindi collegare i punti che fanno di questo sistema che farebbero di questo sistema realmente una proposta di risposta e quindi poi collegarci a tutte le altre professioni la medicina generale la farmacia noi abbiamo cooperative importanti di medici di medicina generale che hanno scoperto che lo stare insieme è più utile non solo ai pazienti ma anche a se stessi abbiamo cooperative di farmacisti che stanno immaginando sistemi di risposta tramite i quali l'anziano può trovare dalla farmacia vicino casa le risposte più appropriate. Mi sembra appunto un discorso anche molto più di sistema quello che lei sta come dire evidenziando quindi un sistema ha bisogno anche di professionalità specifiche io su questo chiedo al nostro amatissimo direttore presidente delle cooperative Stefano Granata di illuminarci quindi se ci può raggiungere a questa esatto e no nel senso che veniva fuori tutto un universo di anche parlando dal punto di vista diciamo delle specifiche cooperative però tutte quante ecco ma questo chiaramente nella sanità implica anche tutto un sistema di capacità voi avete programmi comunque chiaro questo aspetto poi ovviamente a lei ritorniamo milanese sul suo tema in un secondo giro di domande. Nel rispondere riprentato buongiorno a tutte e a tutti nel rispondere prendo spunto comunque perché la nostra strategia è comune e parto da un elemento che è fondamentale che ci riguarda tutti e che non è una questione di addetti ai lavori ma da cittadini ho partecipato recentissimamente un importante convegno sul tema della nuova autosufficienza in Bocconi dove il professor Pagnoncelli ha presentato neanche un indagine proprio una ricerca sulla percezione degli italiani rispetto alle questioni più urgenti o che rettengono più determinanti per la vita individuale e collettiva del nostro Paese. Il tema più urgente era avvertito in percentuale l'occupazione che è abbastanza stupefacente perché non abbiamo mai raggiunto livelli occupazionali come nel tempo recente da trent'anni a questa parte quindi il secondo tema era quello della sicurezza sul tema delle immigrazioni e sappiamo che c'è uno scarto di 20-30 punti tra la percezione di quello che è il tema reale dell'immigrazione. Sulla non autosufficienza era ritenuto come un problema urgente e fondamentale solo per il 9% della popolazione il che è stupefacente se guardiamo i numeri lo si capisce di più perché in Italia ci sono 4 milioni e mezzo di persone non autosufficenti 4 milioni vuol dire che hanno un genitore, un figlio, un qualcuno che se ne fa carico, un livello familiare che sono direttamente interessati. Se poi aggiungiamo gli operatori sociali e un milione e mezzo di badanti che lavora in questo Paese, raggiungiamo l'interesse diretto di quasi 12-13 milioni di persone però nella ricerca esce che solo il 9% lo ritiene come lo traduciamo questo che alla fine c'è quasi una sorta di rassegnazione del fatto che non c'è un diritto reale all'assistenza cioè siamo in una dimensione dei diritti fortemente di far valere i diritti in questo Paese ma alcuni diritti essenziali come se avessimo abdicato per 13 milioni di persone non c'è un diritto all'assistenza perché fondamentalmente si ha la sensazione che si debba cavare da soli. L'arete sociale mi sembra che sia prevalente ancora in questa nostra cultura è per questo che il nostro ruolo nel costruire il sistema è sì importante un'azione ovviamente di programmazione di interesse sull'allogazione di servizi sull'innovazione e quindi di fornire quelle professionalità che sono fondamentali ma è anche un lavoro culturale che è sempre stato quello della cooperazione che è quello di far uscire dal basso non solo i bisogni ma anche una condivisione culturale. Quale sono le priorità nella vita delle persone? Sicuramente per queste 13 milioni di persone la priorità è quella perché hai un tuo caro di cui devi fartene caro e che non è in grado da solo di farlo e quindi sei direttamente interessato ma il rischio è di viverlo individualmente abbiamo bisogno di ripensare non solo al bisogno ma la risposta in termini collettivi a partire proprio dalla percezione della consapevolezza questo è un diritto di tutti e faccio un altro esempio per rimanere sul tema addirittura la questione della salute mentale era individuata nel 2% come priorità e noi sappiamo benissimo dagli indicatori che abbiamo e poi lo leggiamo anche voi giornali riportate anche del dramma delle nuove generazioni sul tema della tenuta della fragilità sulla salute mentale anche qui non c'è una risposta di sistema si lascia molto a un fiorire per carità meno male che ci sono di psicoterapeuti ma si va individualmente quando sappiamo che il disagio è collettivo anche di queste nuove generazioni quindi saper immettere una consapevolezza ma soprattutto di come dire colettivizzare anche la possibilità di condividere dentro una comunità è una responsabilità è un bisogno della comunità le cooperative nascono perché nascono dalle comunità rispondono alle comunità l'azionista di riferimento di una cooperativa sociale è la comunità. Lei vede di più questa operatività a livello di grandi città o diciamo più effettivo a livello diciamo periferico questa modalità collettiva? E' ovvio che stiamo parlando di comunità diverse un conto è stare nella grande città e un conto è stare nel paese disabitato in luoghi di abbandono però il bisogno da punto di vista è uguale cambiano i sistemi di aggregazione cambia la modalità di aggregare bisogno cambia la modalità di accrescere la sensibilità il problema però è simile le persone sono lasciate sole ed essere solo in un paesino o essere solo in una città non cambia il paradigma è lo stesso ho bisogno di trovare delle persone con quale confrontarmi ho bisogno di pensare dove condividere il mio disagio e quindi l'incidenza del mondo cooperativo ha questo minimo multiple diciamo uso questo come un denominatore perché ha questo effetto potenziale cioè chi siano un luogo nell'altro il mio compito è aggregare non solo il bisogno ma le risorse competenze ovviamente non farlo da solo perché vuole dire incidere in quella comunità far riuscire questa percezione e quindi quindi un lavoro dal basso molto importante che porta che fa cambiare anche le priorità politiche di un contesto sociale spesso volentieri vediamo anche e questo vale sia per i piccoli contesti che le grandi aree urbane che spesso e volentieri le priorità politiche sono scentrate da quello che è il vivere quotidiano delle persone tante volte si c'è la politica non riesce a entrare nella vita le persone si sentono lontane della politica ma perché non c'è questo comprendere di quello e soprattutto mancano gli strumenti di lettura e di interpretazione ecco perfetto ha illuminato effettivamente una serie di elementi molto importanti noi però abbiamo un sistema sanitario che insomma comunque io ho avuto esperienze recenti anche durante il covid per ragioni familiari non sono state in italia non dico nemmeno in che paese non è certo la cina e magari facciamo un indovinello il paese in cui è stato proprio inventato il sistema come dire di assistenza gratuita ma che adesso versa in condizioni disastrose e non dico il nome però va beh e comunque e quello che voi state dicendo adesso sicuramente insomma è oro veramente oro ci ho detto però abbiamo anche un sistema italiano che non è più magari quello di un tempo per ragioni storiche per ragioni economiche per le evoluzioni stesse per cui effettivamente il vostro sistema delle cooperative e in qualche modo può essere una risposta a integrare questo tipo di quindi io chiamo a poter così a prendere parte del nostra chiacchierata e michele odorizzi che proprio si occupa della parte saluto per vedere un po' capire come è possibile integrare il pubblico con questa forma molto tipica anche del nostro paese comunque perché diciamo che anche noi siamo un paese molto forte dal punto di vista della tendenza a agire in maniera cooperativa abbiamo una tradizione e quindi a che punto siamo in questa siamo su una una via io devo dire appena intrapresa per certi aspetti almeno per il lavoro che riguarda in specifico cooperazione salute che è una mutua sanitaria dico appena intrapresa perché se c'è un tratto che ci contraddistingue non è non è l'arroganza ma no ritengo sia molto più opportuna quella modestia che è in grado di assumere piena responsabilità che siamo di fronte a delle questioni veramente grandi enormi epocali noi parliamo delle transizioni ecologiche parliamo delle transizioni demografiche usiamo questo termine non lo usiamo per lo stato sociale c'è una transizione che riguarda lo stato sociale mio avviso che riguarda il welfare che è altrettanto rilevante se non più impegnativa per quanto riguarda poi le condizioni effettive di benessere delle persone che dobbiamo assumere come ormai cogente nel nostro nel nostro contesto mi piace riprendere da due dati perché gli abbiamo accennati ma forse è bene che ci gli abbiamo sempre sempre presenti si è detto di un paese di un paese che invecchia ma è un paese dove si nasce poco per la prima volta abbiamo meno di 400 mila nati in italia sono 379 mila allora milanese dice prima il mio dovere l'ho fatto sono quattro figli ma non è questo il tasso che abbiamo di natalità più diffuso insomma ormai abbiamo 1.2 figli per bisogna vedere i suoi figli che intenzioni ha l'altro è questo però lo lascio dire a lui ma non mi sa che se lui ha fatto scuola o no con i figli ci sono dei nipoti ma non so ma non so quanti siano però ecco questo è un dato è la denatalità nascono effettivamente meno giovani a fronte di quella popolazione che invecchia nel dato che veniva rappresentato prima e questo cosa significa di fatto che un paese nostro che sta diventando progressivamente più piccolo no si si riduce nella nella dimensione nel ridursi nella dimensione abbiamo una proiezione che è quella che ci dice che avremo un bel po di milioni in più di over 65 a breve tra pochi anni e avremo 8 milioni in meno alla fine di popolazione in età attiva di lavoratori allora noi parliamo di welfare no parliamo di modalità che occorre individuare per rendere sostenibile il sistema di welfare di cui vorremmo beneficiare ma questo va sostenuto va alimentato ne dobbiamo assumere l'evidenza del costo e questa oggettivamente è la questione oggi rilevante e che dobbiamo affrontare cioè quel signore che citava che prima che ha dato uno slancio a via al sistema di welfare universalistico di cui beneficiamo un sistema sanitario nazionale che è ispirato appunto alle no a quelle teorie di beve regge insomma no che abbiamo tutti che abbiamo tutti letto ma in questa scena possiamo ancora immaginare che è quello l'unico modello a cui riferirsi e nei fatti che ci sono ampi spazi di esclusione dalle possibilità di cura e di assistenza all'interno del nostro paese e allora c'è forse un altro signore che dobbiamo andare a disturbare in tutta questa scena quindi se beve regge aveva volto allungato viso rasato no una sorta di quasi un ciuffo fuente ed eravamo nel primo dopoguerra per capirci quindi era il 45 c'è ne uno di signore un pochino più anziano aveva un volto molto più austero dei baffoni bianchi era una figura imponente e qui eravamo in un'altra parte dell'europa la latitudine forse no non era la stessa ma eravamo in prussia ed è il signor bismarchi in questo senso no e lui alla fine ha proposto è stato il primo è perché qui eravamo nel 1880 quindi insomma no una settantina d'anni prima per capirci delle riflessioni di beve regge che abbiamo tutti condiviso delle quali continuamo ovviamente a compiacerci nel nostro paese e lì il tema era diverso il tema era quello di un'assicurazione obbligatoria di una prospettiva mutualistica sostanzialmente da introdurre in cui i soggetti attivi della comunità di una comunità larga era quelli che dovevano assumere piena responsabilità rispetto alle sorti delle persone che appartenevano a quei microsistemi ma di una comunità più larga che era quella delle realtà di interno delle quale poi erano inserite quelle imprese tenute a pagare l'assicurazione di protezione per noi le chiameremmo nono la sicurazione la copertura mutualistica per i lavoratori allora forse è da un nuovo una modalità di incontro fra queste due figure che no occorre sortire qualcosa di nuovo ed è quello che abbiamo provato intraprendere all'interno del sistema cooperativo nel proporre il progetto mutualistico di conf operative abbiamo ritenuto che accanto ad un sistema pubblico universalistico beve reggiano per capirci potesse oggi essere riproposta la contemporaneità l'attualità se vogliamo la freschezza anche di un modello mutualistico che ingaggia e coinvolge ciascuna delle nostre realtà imprese cooperative in questo senso nella consapevolezza che a partire dai lavoratori dai soci da coloro che beneficiano dei servizi prodotti dalle cooperative si può costruire effettivamente un progetto per il paese che sia ulteriore e allora si guarda anche alla spesa sanità di che è una citata prima secondo me con una con un respiro diverso che non è solo quello afflittivo di chi osserva quel dato di riduzione della nostra forza lavoro che per capirci alcuni dicono impatterà per 20 punti di pil nel 2050 cioè meno 20 punti di pil ci dicono sostanzialmente che il sistema è insostenibile se oggi abbiamo 41 miliardi di spesa off the pocket per intenderci vuol dire che nella proiezione noi dovremmo pensare di mettere un multiplo di queste risorse in gioco per avere una possibilità di tutela della salute che somigli solo lontanamente a quella di oggi e qui oggi rimbocchiamo le mani le maniche tutti per capirci e lo facciamo in questo senso a partire dalle imprese non in una logica corporativa ma in una logica complementare rispetto a quella del pubblico che farà quello che potrà fare e altrimenti ragionevolmente difficile che ne usciamo. Bene ma se perché si sente dire adesso con l'assistenza vai privati come fosse una specie di mostro dietro l'angolo pronto a insomma a in qualche modo utilizzare i fondi pubblici mi sembra che la vostra strada sia anche una strada che coinvolge sì è certo privatistica però coinvolge anche tutto un discorso mutualistico come avete spiegato quindi diciamo è una forma anche di condivisione di un problema e quindi anche delle soluzioni e anche dei fondi immagino dal punto di vista effettivo io a questo punto volevo capire quanto pesa il welfare non in Italia ma proprio sul vostro sistema quindi che amamo alizio gardini ci diranno quando interviene quindi possiamo continuare sì possiamo continuare dopo fa dopo ok ho capito però non sappiamo ancora quando ci sarà il collegamento e no dicevo quindi abbiamo cominciato questo nostro giro appunto con il dottor milanese appunto che appunto si parlava anche di questa come dire tendenza a compensare in qualche modo qualcosa che manca nell'offerta nell'offerta pubblica ovviamente immagino che come medico lei possa anche in qualche modo scendere un po più nel dettaglio di quali sono anche i sottosettori o le tipologie di intervento più specifiche ecco sento dire anche prima la salute mentale dei giovani altre cose non è così compatto ecco il vostro orizzonte richiede specifiche poi dopo analisi e comunque interventi giusto ecco ecco bene allora abbiamo questo intervento così tanto atteso questo giovane ministro io da qui la vedo poco la vedo qui qui di fronte benvenuta e la stavamo aspettando e ovviamente abbiamo cominciato a affrontare questo tema un po dell'integrazione tra l'offerta pubblica e quella che punto del mondo delle cooperative e ovviamente bisogna anche un po capire il governo in particolare il governo di cui lei fa parte che tipo di atteggiamento che tipo di strategie e misure intende prendere in questo settore le do quindi la parola e l'ascoltiamo con attenzione buongiorno a tutti saluto i partecipanti e soprattutto ringrazio gli organizzatori di questo panel dedicato proprio alle sfide del welfare faccio i miei complimenti innanzitutto agli organizzatori del festival di trento sempre un appuntamento importante che vede confrontarsi i premi nobel anche quest'anno rappresentanti e relatori provenienti dal mondo accademico della migliore qualità e che può dare un contributo fondamentale a delle politiche pubbliche che siano all'altezza del loro compito in particolare quest'anno avete dedicato gli organizzatori del festival di trento hanno dedicato il tema ai dilemmi del nostro tempo leggevo questo titolo e questo titolo effettivamente mi ha fatto molto riflettere su quelli che sono i dilemmi del nostro tempo sappiamo tutti quanto la transizione tecnologica e quella anche energetica siano con genti e siano aspetti fondamentali nella definizione delle politiche pubbliche ma un altro tema centrale che riguarda certamente l'italia e anche l'europa è il tema demografico ho sentito prima i relatori che mi hanno preceduto e trovo nelle loro parole la consapevolezza di tutto questo oggi in italia abbiamo due record particolarmente importanti rispetto alle altre nazioni europee uno è un record infelice che è quello legato alla bassa natalità in italia siamo scesi a un tasso di sostituzione pari a 1,2 rispetto ad una teria europea che è di 1,6 è comunque insufficiente perché sapete tutti che il tasso di sostituzione dovrebbe essere pari a 2,1 per far sì che una nazione che una comunità di persone possa continuare a vivere nel tempo generazione dopo generazione cioè un uomo una donna dovrebbero generare almeno due creature due essere viventi per far sì che ci sia questa proseguzione e vediamo come sia l'italia che l'europa invece siamo sotto questo tasso di garanzia del futuro e questo ovviamente è un tema particolarmente critico dicevo riguarda l'italia certamente con un record quindi con una classifica verso il che la fa posizionare verso gli ultimi posti ma riguarda l'europa stessa perché è un problema oggi di nazioni che hanno perso negli ultimi anni anche il loro tasso di sostituzione più evoluto vediamo come la francia sta diminuendo negli ultimi anni e nonostante venisse presa come modello invece negli anni passati rispetto a poter sostenere la natalità e le famiglie e l'altra faccia della medaglia del tema demografico qual è è la questione invece legata alle persone anziane e qui anche l'italia si distingue perché è la prima nazione in europa per numero di anziani sappiamo benissimo la seconda al mondo dopo il giappone le altre nazioni europee si pongono nella classifica in maniera diversa e divergente ma l'italia è anche la prospettiva che aspetta molte altre nazioni perché sappiamo bene come i paesi occidentali più evoluti aumentano la speranza di vita e qui ovviamente c'è un aspetto positivo perché si vede che si vive di più e quindi evidentemente il sistema di cura sanitario garantisce una vita più lunga ma anche qui c'è un ma ma questa vita più lunga forse guardiamo lo stato di benessere psico fisico beh una vita che spesso proprio nell'allungarsi propone maggiore disagio maggiore difficoltà auto un'autosufficienza che diventa un non autosufficienza e quindi ovviamente questo richiama i decisori pubblici sia a livello nazionale italiano ma anche a livello europeo perché sappiamo che fenomeni così complessi come da una parte la transizione tecnologica energetica di cui parlavo cocan si ma anche le questioni demografiche riguardano un tema che deve vedere una cooperazione all'interno oggi di quella che è fondamentale per tutti noi che è il contesto europeo e allora venendo al tema italiano e anche la responsabilità di questo governo certamente siamo consapevoli di quanto il tema demografico sia una priorità debba essere una priorità l'italia e anche in europa per questo subito nel momento in cui ci siamo insediati abbiamo dato un'attenzione prioritaria alla riforma in favore delle persone anziane una riforma che come sapete in italia si attendeva da oltre 20 anni perché ovviamente questo record di popolazione anziano non è qualcosa che si registra oggi ma che si è registrato nel tempo tra l'altro altre azioni come la francia la germania la spagna avevano dedicato un'attenzione alle politiche in favore della persone anziane nonostante avevano una spinta demografica diversa dalla nostra anche più bassa nel senso che non avevano una questione così imponente come l'italia proprio perché era necessario all'interno di una visione preparare il futuro e preparare quindi uno stato un welfare che potesse sostenere questa stagione della vita noi in italia invece tutto questo non lo abbiamo fatto negli ultimi 20 anni in particolare quindi non è stata inserita una legge di riferimento una legge quadro di riferimento questo governo proprio attestazione della consapevolezza di quanto questo fosse un tema prioritario ha dato subito attenzione ha approvato in 150 giorni il disegno di legge delega in favore delle politiche per le persone anziane e poi con la scadenza prevista tra l'altro dal pnr il 12 marzo abbiamo approvato il decreto legislativo per mettere che cosa in sicurezza con una previsione di legge un percorso di costruzione dei politiche di welfare e anche però di politiche attive che fosse capace di poter vedere e attenzionare questa stagione della vita attraverso la costruzione di politiche pubbliche sia nell'aspetto della prevenzione sia nell'aspetto della promozione di questa qualità della vita di questa stagione e sia ovviamente nello spongiurare l'isolamento. Papa Francesco proprio ultimamente diceva che il male di questo tempo di questa società è l'individualismo un individualismo che in particolar modo è caratterizzato da allontanare da scartare le persone che sono più fragili abbiamo un tema di ageismo io mi sono assolutamente consapevole credo che anche questo tema cioè questa discriminazione in base all'età che riguarda anche altre stagioni dell'età come quella dei giovani ma che riguarda certamente quella degli anziani è un tema che ci deve vedere presenti come dicevo sia a livello italiano ma anche a livello europeo quindi auspico che il prossimo parlamento europeo possa attenzionare il tema dell'ageismo e su questo possa favorire delle politiche comunitarie in grado di poter intervenire e penso che anche su questo l'Italia possa dare un grande contributo lo stiamo facendo anche in alzando la credibilità italiana in europa proponendoci in maniera costante continuativa con proposte serie e abbiamo visto che spesso molte altre nazioni ci vengono dietro diciamo rispetto ai temi che lanciamo anche legati per esempio all'immigrazione quindi a delle politiche che possano riconoscere maggiormente la dignità e il diritto all'inclusione sociale e lavorativa e credo che anche questo tema demografico debba essere portato all'Italia con una grande responsabilità e una grande spinta a livello europeo perché ci sia un interesse maggiore rispetto a quello che c'è stato prima venendo alla quindi riforma che noi abbiamo approcciato io sono fermamente convinta che era necessario inserirla sono molto soddisfatta dei tempi che abbiamo rispettato tutti e che abbiamo anche che hanno fatto sì anche che non mettessimo in sicurezza delle risorse straordinarie quali il pnr ma sono altrettanto certa che questo non è il punto d'arrivo ma il punto di partenza attraverso il quale con una messa in sicurezza di una previsione legislativa noi poi si possa costruire un percorso per raggiungere l'obiettivo finale che è quello di poter garantire a ciascuna persona anziana in italia la dignità la casa come luogo di cura privilegiato là dove possibile ho ascoltato giuseppe milanese e sono assolutamente d'accordo con lui ne abbiamo parlato in più occasioni di quanto i ricoveri impropri debbano essere visti debbano essere attenzionati e quindi poi ci deve essere una risposta perché la problematica sta proprio nel fatto che la persona anziana non ha alternative di risposte nella vicinanza territoriale e quindi anche nell'assistenza domiciliare quindi vede poi l'ospedale quindi poi i ricoveri in proprio appunto perché sono l'unica possibilità ma non quella più adeguata perché sappiamo tra l'altro che i ricoveri quando soprattutto sono impropri poi al contesto ospedaliero a volte aumenta anche un senso di afflizione di detristezza di depressione che non aiuta neanche nel recupero generale io sono una psicologa una psicoterapeuta e sono assolutamente consapevole anche perché è la mia identità professionale dei rischi che bisogno in particolare in questa età rispetto a questioni emotive che si vivono come deflagrante come l'allontanamento dal proprio contesto familiare stefano grata diceva bene quanto la salute psicologica debba essere attenzionata e maggiormente tensionata in particolare delle persone più fragili come possono essere i nostri anziani quando messi lontano posti lontano da una condizione che gli dà più conforto come il contesto familiare come il contesto della propria casa quindi noi certamente siamo partiti da questo principio che la persona anziana là dove possibile ovviamente tutte le condizioni possibili deve assolutamente poter rimanere nella propria casa e da cui la nostra legge ha dato spazio a tanti aspetti diversi dalla questione della rigenerazione urbana cioè di costruire delle città che siano anche a misura di questa stagione sempre con la cultura non dell'isolamento ma dell'inclusione quindi proponendo un housing che possa essere a misura di anziano ma che possa essere anche a misura di rapporto intergenerazionale sia nelle grandi città come milano o come roma ma anche comunque in quei borghi che si sono di certificati nel tempo e quindi possono essere rigenerati attraverso una valorizzazione del patrimonio pubblico oggi pensate che c'è un patrimonio pubblico pari a 300 miliardi di euro che è inutilizzato e che attraverso un'alleanza fra istituzioni pubblico privata e privato sociale potrebbe invece riprendere vita e dare vita dignitosa a questa stagione della vita ma abbiamo anche trattato il tema delle politiche attive perché gli over 65 sono ancora all'interno del contesto lavorativo quindi e costruire delle politiche del lavoro che siano in grado di promuovere la salute e mettere in sicurezza un tema importante fino a parlare anche del turismo lento a parlare della relazione con gli animali da infezione e poi arrivando alla nono sufficienza e all'integrazione socio sanitaria nella integrazione socio sanitaria ovviamente abbiamo affrontato un tema particolarmente difficile che è il tema della mancanza di una integrazione per come è prevista nelle leggi di riferimento nel norme e invece per come si discosta nella vita reale abbiamo la consapevolezza di dover intervenire per far sì che il sociale e il sanitario possano lavorare insieme coordinandosi insieme meglio e sempre di più e superando le difficoltà che ci sono state in questi anni siamo assolutamente convinti che molto dipenda anche dalla regia nazionale nel rispetto ovviamente del dettato costituzionale quindi del riparto di competenze a livello regionale comunale che ovviamente da una parte alle sue complessità la costituzione viene rispettata deve essere rispettata ma la regia nazionale può aiutare molto e per questo nel decreto legislativo viene dato spazio e attenzione a questa governance e alla previsione quindi di una serie di strumenti e di contesti a cui già viene data chiara attenzione nel decreto legislativo di marzo e che possono essere una chiave di volta determinante per cambiare il paradigma del coordinamento delle politiche di welfare ovviamente quello che stiamo facendo adesso e venendo quindi a quello che stiamo affrontando adesso come governo è la scrittura di tutti quei provvedimenti quindi decreti ministeriali, linee guida di tutte quelle iniziative che sono fondamentali per far sì che poi una legge si tramuti in vita vissuta. Stiamo lavorando per mantenere i tempi e per come abbiamo fatto in questo anno e mezzo per rispettare tutte le scadenze e vi posso rassicurare che le tempistiche sono adeguate alle scadenze che ci siamo dati. Ovviamente e questo l'ho sempre detto e lo continuo a dire questa riforma è una sfida e la sfida si vince soltanto se siamo tutti uniti e quindi nel riconoscimento di pari dignità tra pubblico privato e privato sociale non si va da nessuna parte il governo non basta a se stesso non basta da solo e quindi è ovvio che non sarebbe mai afferrabile questa sfida se non ci fosse da parte del governo prima di tutto la promozione di questa alleanza, cioè di un'amministrazione condivisa basata sulla coprogrammazione, la coprogettazione, su tutto ciò che è sostanza vitale di politiche pubbliche di coordinamento efficace. Io ringrazio quindi Concooperative in particolare perché in quest'anno e mezzo non ha fatto mancare i suoi contributi, la sua competenza, la conoscenza puntuale che ha degli interventi che sono necessari da inserire sia in termini di figure professionali e quindi formazione di figure professionali in grado di riempire i vuoti che oggi già esistono sia in termini di coordinamento di quell'integrazione. Tra l'altro oggi è presente proprio Giuseppe Milanese e Stefano Granata che rappresentano questi due mondi, il sociale e il sanitario, quindi Concooperative rappresenta la proiezione di quello che esiste nel dialogo che ci deve essere fra due competenze ma anche ovviamente il presidente della cooperazione salute e sa bene quanto la cooperazione fra diverse altre competenze sia fondamentale per costruire delle politiche pubbliche serie di buon senso e che rispondano proprio ai temi che sono stati in evasi o non hanno trovato delle soluzioni in questi anni. Quindi da parte mia un ringraziamento per aver organizzato questo panel, Quoare Festival e quindi per aver posto attenzione e dato centralità a questo tema che è uno dei dilemmi del nostro tempo e che certamente deve ricevere attenzione da parte di tutti in tutti i modi in cui è possibile farlo e questo ovviamente del festival di Trento è uno dei modi nei quali e attraverso i quali dare attenzione e creare quell'alleanza, quella cooperazione tra tutti da pubblico privato e privato sociale che ci fa fare un passo in più, è un tassello in più. Quindi da parte mia la vicinanza, l'apprezzamento, mi spiace molto non essere potuta venire di persona, avrei tanto voluto ma è davvero difficile coordinare tutti gli impegni e le responsabilità in questo tempo così incalzante, in questo caso le nuove tecnologie ci sono particolarmente d'aiuto, sono ovviamente sempre a disposizione per poter rinnovare i nostri confronti e i dialoghi sempre nel solco della massimo rispetto e costruzione, vi saluto e vi auguro buon proseguio dei lavori. Grazie, grazie mille. Devo dire che il suo intervento dimostra che c'è una grande sintonia tra chi poi porta avanti le riforme e quelli che sono poi gli attori delle riforme quindi il fatto che vi conosciate che state lavorando è un segnale molto positivo anche per quanto riguarda poi quelli che potrebbero essere gli esiti di questa riforma perché se non ci sono i protagonisti che poi dopo implementano e portano a regime il tutto diventa complicato quindi si intuisce questa grande sintonia, questo gioco di squadra che non è da poco tra il governo che lei rappresenta e questo privato sociale di cui lei ha parlato. Certo il suo intervento, la tecnologia compensa ovviamente ma chiaramente sarebbe stato più bello la prossima volta magari cerchiamo di sfondare un po' gli eventi e di essere più presente perché è veramente un'altra roba comunque la sentiamo qui anche se effettivamente la vediamo solo attraverso il video. Lei ha commesso una grande... non ci sarà un giro adesso di seconde domande però vedo che conosce una per una perché siamo strettissimi col tempo quindi io sicuramente avrei voluto chiedere ai suoi collaboratori perché in fondo le persone che sono sedute qui alla mia sinistra sono persone con cui lei collabora di entrare ancora più nel dettaglio però vedo che c'è una grande sintonia quello che posso sicuramente fare è chiedere alla presidente Gardini di prendere la sua postazione per un intervento di chiusura che insomma ci spieghi anche un po' tutto l'intero sistema insomma qual è la posizione, qual è lo stato dell'arte. Grazie. Grazie a lei, grazie alla viceministra Bellucci, grazie al show Le 24 ore in particolare al direttore Tamburini con cui abbiamo avviato questa collaborazione importante per aver accolto di inserire all'interno del programma del festival dell'economia anche con tutte le iniziative fori festival non solamente i grandi temi di geopolitica, i grandi temi che riguardano il lavoro, che riguardano l'economia, che riguardano la finanza ma aver inserito anche il tema del welfare che non è un tema secondario che è un tema che intreccia la vita della gente e che quindi merita tutto l'importanza e merita tutta la capacità di riflessione perché? Perché ce lo hanno detto, ce lo hanno raccontato ma ormai è un patrimonio diffuso di conoscenza siamo al capolinea di un sistema siamo al capolinea di un modello di un modello il paese non cresce più il paese ha una demografia a zero il paese ha un debito pubblico il paese una serie di elementi di negatività che sono il frutto anche di una serie di politiche una serie di cose che vengono dal passato e quindi oggi che fare? Mi trovo essendo un uomo di impresa la cooperazione è sempre un'impresa ricordiamoci mi interrogo e mi dico ma bisogna fare un po' di manutenzione ordinaria? No! Pensare in questa situazione di fare un po' di manutenzione ordinaria sarebbe un errore grave perché siamo in quella situazione in cui ci cambia veramente il mondo ci cambia il contesto e occorre pensare programmare nel tempo un sistema che abbia una sua sostenibilità e questa è la vera sfida che abbiamo davanti con cui ringrazio la viceministra perché c'è stato un rapporto di dialogo continua su tutti i vari temi che stiamo affrontando perché? Perché di fronte ai grandi problemi che si determinano il mercato opera e anche qui e anche qui il mercato opera il mercato non opera solo nella finanza il mercato opera anche sulla salute opera anche sull'uelfer o c'è la capacità di costruire insieme dove c'è un ruolo fondamentale della politica non solamente di gestire di indirizzare di far convergere di chiamare di chiamare e questo è il grande sforzo che dovremmo tutti insieme fare la cooperazione da sola non va da nessuna parte noi lo sappiamo non abbiamo la presunzione noi abbiamo la presunzione di mettersi a disposizione perché qui sull'uelfer abbiamo un know-how abbiamo un esperienza abbiamo una professionalità abbiamo un vissuto e perché più che mai quando si parla di welfare si parla della gente delle persone e le nostre sono imprese di persone non di capitali ecco allora veramente il chiamare tutti quelli che sono i vari attori dando corpo veramente a questa coprogrammazione coprogettazione la costruzione della nuova misura di welfare che impatti perché sono azioni lente nel tempo che impatti con quello che è il punto d'arrivo non possiamo neanche pensare di programmare appunto una manutenzione ordinaria perché quando le azioni che decidiamo oggi cadranno a terra avremo il contesto che ci ha superato e allora ecco perché occorrono una serie di azioni una serie di visioni prima di tutto una serie di azioni occorrono capitali occorrono far convergere anche capitali non speculativi perché sicuramente c'è una parte di finanza di fondi di investimento di finanza di finanza speculativa che sta tentando di entrare nella gestione della silver economy ma quella non è una prospettiva che può dare proiezione a tutto il paese quella può dare una pressione a quel 5 10 per cento di popolazione che ce la farà in tutti i modi ma noi dobbiamo pensare anche agli altri noi dobbiamo pensare accompagnare a creare un sistema di coesione nel paese allora occorre che una parte di finanza anche dei grandi fondi dei grandi fondi di previdenza attraverso la leva fiscale ecco attraverso la leva fiscale possa convergere nel sostenere iniziative iniziativa del privato sociale che in qualche misura determinano degli strumenti e poi e poi la grande capacità di non pensare solamente ai luoghi fisici il pnr era stato concepito fin dalla sua nascita troppo sui luoghi fisici e troppo poco su quello che riempiva i luoghi fisici e allora bisogna ritornare e qui ci sono state delle azioni di convergenza devo dare atto devo dare atto che per quanto possibile azioni di correzioni il ministro fitto le ha portate avanti nell'ambito del rapporto ne discuteremo anche domani proprio nell'ambito nell'ambito del festival ma riposizionare l'attenzione sui non solo sui luoghi fisici ma sul contenuto e questo è il know-how importante che possiamo dare come mondo della cooperazione e quindi in sintesi anche qui lanciamo col metodo cooperativo di lavorare insieme una chiamata al welfare perché il welfare del futuro o lo costruiamo insieme o se no lo costruisce il mercato e noi non possiamo affidare al mercato solo al mercato la possibilità di costruirlo la cooperazione c'è lo ha dichiarato lo diciamo tutti i giorni il viceministro sa benissimo che può contare su di noi buon lavoro e avanti tutte bene la ringrazio per aver ringraziato diciamo il mio direttore il mio giornale perché anch'io condivido questa evoluzione del festival nel senso di allargare i temi e portarli molto più sul concreto perché ovviamente noi dobbiamo ispirarci ai grandi economisti che poi diventano anche premi nobel e quant'altro ma assolutamente se mancano le voci dal basso delle persone che effettivamente possono interpretare quelli che sono veramente problemi come questo no come il welfare che sono assolutamente diffusi e fanno è anche un qualcosa di come di condiviso e beh insomma quattro giorni a trento non credo che insomma abbiano poi tanto senso mi permetto di lanciare invece veranno prossimo fatene poi prendetene voi il domani ci sarà il nuovo presidente dell'inps gabriela e fava che secondo me io conosco benissimo perché abbiamo come dire le prime persone a chiederli quando lavoravano nel settore normativo di collaborare non ho di scrivere articoli prima che mi occupassi poi di cina come sicuramente per lui tutto questo problema è molto ma molto importante no perché la popolazione pensionati aumenta è una zavorra sempre di più ma dalle prime dichiarazioni perché lo conosco abbastanza bene che ha fatto in effetti lui farà molto delle politiche attive di tutta una parte anche di welfare che è collegato le penso sarete d'accordo no cioè quindi a mio avviso bisogna anche cercare un aggancio in qualche modo anche di riflessione con quel mondo lì perché la popolazione anziana è anche una popolazione che poi in qualche modo pesa su tutto il sistema sappiamo che appunto la spesa pensionistica pure e pura ma ci sono anche forme diciamo intermedie quindi diceva io ho da presidente del libro l'ho chiamato detto ma adesso è una bella aronia gatta da pelare però voglio voglio cercare di capirli vedere come si può anche cercare di politiche attive del lavoro coinvolgere fare dire cioè evitare di arrivare a questa spesa che poi è una ghigliottina insomma per tutto quanto il sistema quindi faccio degli auguri a loro ma lui ma è uno stimolo anche per voi forse ad agganciarvi non so che ne pensa gardini penso che l'aspetto previdenza sta dentro una gamba del welfare tanto più una gamba del welfare in una situazione di contesto di un bilancio pubblico disastrato e tutto quello che è il capitolo previdenza si toglie al capitolo assistenza c'è poi un problema di politiche attive perché quelle sono quelle che costruiscono e costruiscono e rinsaldono il rapporto di lavoro e quanto abbiamo bisogno di inserire in it sul mercato del lavoro di affrontare il mismatch fra le domande offerte di lavoro di rinforzare parleremo in un in un panel domani mi sembro sabato forse di lavoro di mismatch è un tema anche questo importante è un tema che pesa ma non ci sottraiamo abbiamo delle proposte anche in questo in questo senso e quindi è sicuramente una buona idea quella quest'altro anno di focalizzare il punto di come dire l'incontro fa le queste due grandi aree che voglio dire vista dall'esterno a me sembra che alla fine come l'insieme istica finiscano per in qualche modo un po un po coincidere ora veramente mi spiace che non ci sia stato un secondo giro ma la colpa è della viceministra non è la mia sicuramente quindi don't blame me però a parte questo ho notato veramente che c'è una grande sintonia perché siamo anche il paese delle eterne riforme dei decreti legislativi che poi non si tramutano in c'è io ho un passato normativo a sole 24 ore quando non c'erano nemmeno gli strumenti telematici le circolari quindi sono vecchietta ambisco anche io alla pensione non lo dite in giro ma in realtà si era tutto su carta quindi era ancora una roba veramente difficilissima da gestire ed è comunque il nostro un sistema molto complicato da questo punto di vista fare in modo che quelle che sono le strategie si concretizzino in leggi che vengono applicate e di cui si usufruisce tutti molto difficile ma non impossibile ringazzo tutti e niente quindi ci vediamo magari il prossimo anno spero proprio grazie grazie
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