Perché l’inverno demografico mette a rischio l’Italia
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Perché l’inverno demografico mette a rischio l’Italia
Esperti di ISTAT, CDP, università e l'INPS analizzano le conseguenze negative di questo fenomeno sulla crescita economica e sulla sostenibilità del sistema previdenziale e sanitario. Si discute dell'urgenza della situazione, ma anche della possibilità di interventi strategici, focalizzandosi sull'importanza delle politiche educative per i giovani, sul ruolo delle imprese nella creazione di un welfare generativo e sulla necessità di un approccio integrato a livello locale e nazionale. Vengono inoltre evidenziate le sfide poste dall'invecchiamento della popolazione e dalla crescente domanda di assistenza sanitaria. Infine, si discute di possibili soluzioni, tra cui l'innovazione tecnologica e la creazione di nuovi posti di lavoro nella silver economy.
Buongiorno a tutti e a tutte, benvenute a questo incontro, buongiorno a chi è in sala. Sappiamo che in questo momento la concorrenza nel primo slot di Trent è molto alta, quindi vi ringraziamo doppiamente di essere qui con noi in questa bellissima sala e un saluto a chi ci segue in streaming. Sono Marco Ferrando, vicedirettore di avvenire, al sole fino a poco tempo fa, quindi insomma mi fa anche qua doppiamente piacere essere stato invitato e coinvolto su questo panel che si occupa di demografia, uno dei temi al cuore di questa edizione del Festival dell'economia che qui avremo il piacere di affrontare con cinque interlocutori molto competenti e molto complementari, quindi ve li presento e presentandoveli direi condividiamo una regola di ingaggio che è affrontare questo tema per offrire spunti, chiavi di lettura e magari qualche sfumatura anche un po' originale che va da oltre il dibattito che come dire spesso occupa sia salotti più o meno nobili, ma con due chiavi, una che è quella dell'urgenza perché sappiamo che è una questione nodale, l'inverno demografico per il nostro paese è probabilmente il problema dei problemi, quindi non stiamo affrontando una questione diciamo teorica. L'altra questione, l'altra chiave un po' così che vi invito a condividere ma già l'abbiamo fatto preparandoci a questo incontro è immaginare degli spazi di manovra che comunque abbiamo, cioè il tema appunto è grave e urgente ma insomma ancora qualche piccola leva ce l'abbiamo per non subire, non essere ostaggio di questo inverno e quindi non dobbiamo per forza chiuderci in casa con le stufe e quindi proveremo a fare anche questo esercizio un po' costruttivo perché non abbiamo alternativa. Quindi parto da chi è vicino a me che è Monica Pratesi, capo di partimento produzione statistica Istat, aspetta che faccio un po' ombra, benvenuta, no no, ecco, benvenuta, grazie. Poi abbiamo Andrea Montanino che è responsabile ufficio studi economici di CDP, grazie. Poi abbiamo la padrona di casa, possiamo dire che, aiuto, Monica Costantini dell'ordine dei medici qui della provincia di Trento, grazie anche per l'ospitalità devo dire che insomma Trento è sempre meravigliosa in questa situazione. Gabriele Fava, presidente IMS, benvenuto, grazie, è stata l'ultimo, come dire, che ci hai raggiunto in corso in questo panel, siamo davvero molto contenti. Laura Zanfrini, università cattolica, benvenuta, anche tu sei una voce molto autorevole in ambito demografico e non solo, quindi avremo anche questa voce. Io partirei dall'IMS, Gabriele Fava, da poco da un mese circa insediato come presidente, quindi io partirei con un flash, poi iniziamo un giro di interventi un po' più articolati, però la curiosità è la prima sensazione sistemica da presidente dell'IMS, quindi che idea ti sei fatto? Molta curiosità. E' un posto in cui tutti da un lato vorremmo sedere ma dall'altro siamo quasi contenti di non esserci. Grazie, poco meno di un mese che mi sono insediato ma posso dire con grande felicità, passione, determinazione, ancora più fiducia perché una delle prime impressioni che ho avuto è trovare una tecnostruttura veramente molto all'altezza, molto all'altezza delle situazioni, quindi un istituto che funziona, un istituto che sarà sempre più al servizio dei cittadini, pensiamo solo a questo, parliamo di un istituto che serve circa 42 milioni di cittadini attraverso 440 circa servizi socio assistenziali previdenziali attraverso mediante una tecnostruttura di circa 26 mila dipendenti, funziona bene, alta professionalità, un istituto che ad oggi nel corso del tempo si è informatizzato al punto tale che da oggi in poi potremo e avremo la possibilità di migliorarlo e migliorare la tecnologia e l'informatizzazione di istituto vuol dire migliorare i servizi a favore del cittadino perché è questo che desidero io personalmente fare, l'istituto deve sempre più essere aperto ai cittadini, aperto al servizio e fornire servizi sempre più contestualizzati, questo è in generale ciò che ho notato da subito essendo molto presente in istituto. Quindi chissà che gli spunti che emergeranno da questa mattinata non possano entrare in questa dinamica, quindi la macchina funziona, la prima impressione si dice quella che conta, quindi buona notizia. Partiamo da Monica Pratesi, allora l'inverno ormai lo diamo per assodato, la primavera fatica a prendere forma in quest'anno, l'inverno demografico invece ormai in Italia è un dato invece assodato, voi Nistat è uno dei temi che avete ovviamente più a fuoco, il suo avvenire quasi quotidianamente si ispira per riportare le vostre ragionamenti, ti chiederei un occhio in particolare proprio a quello che dicevo prima, cioè come dal vostro osservatorio si può fare perché questo inverno non sia troppo rigido. Quanto tempo ho? 7 minuti, un intero festival. Intanto si parla di inverno ed è giusto che finalmente si abbia consapevolezza di quali sono le strutture della popolazione attualmente viva e attiva sul territorio nazionale, la struttura per età è una di quelle importanti strutture ma anche quella per genere, ma anche quella per titolo di studio, ma anche quella per situazione occupazionale. Però tra inverno e inferno ci corre parecchio, dopo l'inverno viene la primavera, allora la cosa che è viene la primavera che io insieme all'Istituto vogliamo sottolineare è che ci dobbiamo prendere cura del 12-7% della popolazione attualmente sotto i 14 anni che vive in quella popolazione che nelle proiezioni andrà a invecchiare sempre di più. Questa quota diminuirà, diminuirà per il calo di natalità, queste sono cose che già sappiamo e già abbiamo trasmesso, ma quello che vogliamo trasmettere ora è uno zoom sulle caratteristiche quali quantitative di questo gruppo e dobbiamo, se vogliamo veramente che a primavera poi germogli prendano forza e fioriscano impianti importanti che producano frutti poi nel paese, dobbiamo renderci conto della situazione in cui questo 12-7% vive e che tipo di formazione stiamo loro trasmettendo per affrontare il futuro e costruirlo perché è vero che meno giovani meno futuro ma se i giovani che ci sono non sono nella condizione ideale per costruirlo questo futuro non solo abbiamo il problema dell'inverno demografico avremo il problema dell'inferno demografico che è molto peggiore quindi in istat stiamo studiando la povertà educativa che è un tema complesso e multidimensionale che cerchiamo di spacchettare con attenzione alle risorse a disposizione e anche agli esiti individuali che ciascun per ora ragazzo perché potrebbe essere un tema anche per gli adulti quello della povertà educativa ma insomma esiti e risorse esiti individuali e risorse dei territori dei gruppi in maniera che le comunità in cui i ragazzi vivono diventino veramente delle comunità educanti però per arrivare a questo bisogna prendere atto di quel che c'è io ho preparato una slide si può vedere avete diritto a un'immagine che sì un'immagine che è una parte dei lavori che la commissione interistituzionale perché istat non lavora da sola quando fa queste innovazioni ma chiama le università chiama le organizzazioni della società civile insomma lavora in team allora qui si vede l'italia purtroppo alcune regioni in alto sono bianche non perché il problema non ci sia ma perché abbiamo deciso giustamente dal nostro punto di vista di limitarci a quelle regioni per i quali i dati sono al completo in maniera che la comparabilità territoriale è massima e saremo anche in grado di avere una comparabilità nel tempo come funzionano le cartine confine amministrative li vedete però qui si mettono in evidenza le zone diciamo rurali centrali e di un invierno in inglese come si dice sabbob insomma le periferie diciamo così per ciascuna regione i colori sono dal verde al rosso e rosso è critico il verde no il giallo e colori più tenue corrispondono alla media nazionale dell'indicatore quindi sono apprezzamenti relativi le aree rispetto al valore della media nazionale e il valore della media nazionale mette insieme nella cartina alla vostra sinistra gli esiti e nella cartina alla vostra destra le risorse ora si tratta di un fenomeno multidimensionale sia nell'ambito degli esiti che delle risorse quindi gli indicatori che poi sono sintetizzati sono tanti vediamo gli esiti colpisce la sardegna e l'umbria perché la sardegna è colorata in rosso che vuol dire che la situazione è peggiore della media nazionale e invece l'umbria è colorata in verde scuro a significare che la situazione è migliore siamo rimasti stupiti anche noi però di fatto di fatto dalla parte degli esiti abbiamo il tasso di non omissionare alla seconda area di secondo grado alla seconda area di primo grado il tasso di pluriripetenti il tasso di abbandono la dispersione implicita una volta si diceva non si va a scuola per scaldare il banco che sarebbe a dire si sta lì si arriva al diploma ma poi non si hanno le competenze purtroppo in italia questo capita abbastanza spesso sia nei primi livelli della formazione che in quelli del liceo cioè si arriva in fondo ci si diploma però i contenuti guadagnati non sono diversi da quelli del primo secondo anno di frequenza della scuola superiore allora in sardegna purtroppo siamo a dei livelli che poi nella sintesi colorano rosso mentre in umbria siamo a livelli diciamo migliori ma ci sono delle sorprese nelle colorazioni vedete non tutto è rosso non tutto è giallo e non tutto è verde cioè il panorama il consueto a nord sud qui si frastaglia e si dettaglia in maniera che fortunatamente rivela una un'eterogeneità una variabilità su cui si può intervenire ma lasciando l'ambito degli esiti che è appunto individuale e lì centrano anche se volete le abilità personali innate non solo l'interazione con il mondo della scuola e della formazione a destra abbiamo le risorse e nel caso delle risorse qualcosa in più si può fare perché si possano aumentare il numero degli spazi verdi si possono coprire tutte le aule dentro una scuola si possano costruire nuovi edifici scolastici insomma gli spazi anche per lo sport possono essere il numero maggiore della media nazionale e anche qui si vedono i verdi e i giallini diciamo così al di là delle cose che se volete note del sud italia i verdi e i gialli sono sparsi anche al nord e al sud lo stesso troviamo delle delle aree per esempio in basilicata che non ci aspettavamo allora questo per dire che il 12 7 per cento dagli 0 ai 14 anni e insomma vivono lì ora noi qui abbiamo un focus speciale sui bambini e ragazzi dagli 11 e 19 sui quali già sappiamo in base all'indagine bambini e ragazzi che abbiamo fatto poi mi chiedo che il 34 per cento di loro vedano un futuro fuori dal nostro paese e il 30 per cento ha paura del futuro quindi noi dobbiamo intervenire su questo se vogliamo che l'inverno non si trova in inferno ma insomma si passi da un purgatorio per fare un paradiso sicuro non ce lo possiamo permettere di perdere un ragazzo ogni quattro come facciamo per motivi diversi ma così è. E' molto interessante devo dire che perché effettivamente qualche spazio di manovra lo apre ci ricorda che se noi guardiamo alla situazione delle prime generazioni vediamo che le politiche vanno costruite su base locale dove delle risorse comunque soprattutto l'approccio mi sembra come dire in 3d evidenza che ci possano essere che vanno oltre la scuola che sappiamo i suoi problemi mi sembra davvero molto interessante poi è come dire una leggenda metropolitana però la rivincita un po della nostra provincia c'è no qua in mezzo quindi sì in cui anche le risorse immateriali che spesso magari sfuggono a una contabilità più più più più diciamo classica invece emergono benissimo e andrea montanino uomo di studi ma anche di strategia in cdp quanto la variabile demografica e mette a rischio la sostenibilità dal punto di vista no macro italiano perché sappiamo che un paese di di di anziani un paese insostenibile per definizione sì diciamo negli ultimi 15 20 anni ci sono due termini che hanno iniziato a circolare uno è la stagnazione secolare uno la stagflazione secolare la stagnazione secolare bassa crescita bassa inflazione la stagflazione secolare bassa crescita alta inflazione sull'inflazione magari non sappiamo che succede ma in entrambi i casi gli studiosi parlano di bassa crescita e ne parlano direi soprattutto sulla base delle tendenze demografiche perché la demografia come va a incidere poi sulla crescita economica di un paese attraverso una serie diciamo di canali il primo è il minor numero di lavoratori per produrre servono fattori evoluzione ci hanno insegnato capitale lavoro la terra ma servono quindi serve il lavoro quindi il primo fattore è meno persone incide sulla crescita economica di un paese noi siamo in questa fase noi italiani ma direi un'ampia parte del mondo occidentale la cina come dire è un fenomeno non globale perché la popolazione del mondo continua a crescere però in alcune aree del paese del globo questo questo avviene e allora se pensiamo che in italia diciamo negli anni 80 entravano largo circa un milione di persone nel mondo del lavoro quando compivano 18 anni oggi ne entrano più o meno la metà e fra vent'anni ne entrerà un terzo perché se guardiamo come dire alle nascite no e le proiettiamo a 18 anni data chiaramente un esercizio un pochino così approssimativo però vi dà l'idea del fatto che noi abbiamo di fronte direi diversi decenni in cui le persone che entreranno sul mercato del lavoro tenderanno a essere diciamo sempre sempre meno e questo crea un problema già oggi noi oggi abbiamo una carenza sul mercato del lavoro che si sta manifestando soprattutto su quelle professioni poco qualificate di cui poi si parla sempre poco si parla delle professioni stem delle alte qualifiche ma ci sono tutta una serie di attività che vengono fatte da persone a basse qualifiche al commercio la ristorazione gli alberghi la posa di fibre ottiche eccetera abbiamo stimato che da qui al 2030 l'italia perde circa 2,4 milioni di lavoratori a bassa qualifica per motivi demografici gente che baby boomers che vanno vanno in pensione e non vengono diciamo non vengono sostituiti quindi il basso numero di persone è un problema c'è anche un'altra questione una popolazione strutturalmente più anziana ha dei tassi di partecipazione al mercato del lavoro più bassi la partecipazione al mercato del lavoro cioè il numero di persone che lavora o è interessata a lavorare è una urrovesciata cioè all'inizio è bassa perché la popolazione di tà lavorativa si considera dai 15 anni quindi ovviamente all'inizio numero di 15 anni per fortuna che è disposto a lavorare bassa poi cresce e poi si riduce allora se prendiamo la fascia di età in italia tra i 35 e i 54 anni il tasso di partecipazione al mercato del lavoro circa l'ottanta per cento se si prende la fascia successiva 55 e 64 anni è il sessanta per cento quindi come dire strutturalmente più si va avanti in età e meno diciamo si partecipa al mercato del lavoro quindi primo tema è il numero di persone il secondo tema è la propensione innovare chiaramente la crescita dipende da quanto si innova ora la propensione innovare di una popolazione che tende a essere più anziana è più bassa cioè chi si diverte a misurare una cosa si chiama il tasso di imprenditorialità cioè quante sono le persone che come dire la percentuale popolazione che gestisce ovvia un'impresa ok quello che si vede che questo tasso è in genere più basso nei paesi più anziani e quindi chiaramente meno imprenditori meno attività economica eccetera tra l'altro quello che avviene è che nei paesi con popolazione più anziana anche i giovani che vivono in quel posto quindi il 12 per cento che ci ci ricordava hanno una propensione a essere diciamo imprenditori più bassa quindi l'ecosistema intorno a loro non gli spinge a fare a fare questo e minore innovazione quindi si porta a minore crescita vi faccio l'esempio del giappone il giappone che sappiamo tutti è uno dei paesi più anziani sono il più agli più anziano del mondo nel 2010 i giapponesi erano i principali autori di brevetti in 35 ambiti settoriali nel 2021 solo in 3 e stanno perdendo soprattutto in quelle che sono le nuove tecnologi la guida l'automobile mezza guida autonoma piuttosto dello stoccaggio di idrogeno cioè una popolazione che noi tutti almeno chi è della mia generazione ha visto no il giappone la punta dell'innovazione non lo è più non è più perché una popolazione anziana terzo aspetto è la ricomposizione della domanda perché una popolazione più anziana chiede un tipo di beni e di prodotti che sono diciamo a basso valore aggiunto e quindi che incidono meno sulla crescita l'assistenza la sanità anche un certo tipo di turismo no che però inevitabilmente sono a bassa a bassa produttività e il quarto aspetto che quello invece di cui spesso si parla e quindi non dico molto è la finanza pubblica chiaramente diciamo la tipologia anche qui di di offerta da parte della della spesa pubblica cambia con una popolazione più anziana più trasferimenti pensioni più sanità pubblica e quindi meno risorse diciamo per investimenti più produttivi e quindi anche questo è un elemento che fa scendere la crescita mi prendo un minuto per dire ok questi sono come degli effetti le conseguenze al di là delle politiche delle politiche ma una conseguenza potrebbe essere quella che lavoreremo di più cioè quei pochi che ci siamo dovremo lavorare di più e questo su me è un aspetto interessante peraltro già sta vedendo sta molto bene quello che viene fuori noi abbiamo perso in 10 anni circa due milioni di persone come popolazione inter lavorativa tra i 15 e 64 anni magari dico numeri a caso correggimi ok sono si sono ridotti gli inattivi cioè quelli che non lavorano di 2 milioni e mezzo cioè in qualche modo la demografia è stata compensata da un comportamento cioè persone che prima non erano interessati a lavorare eccetera o potevano permettersi di non lavorare adesso vanno sul mercato del lavoro quindi qui c'è un margine per continuare a crescere perché comunque gli sono ancora tanti però quello che è chiudo con una battuta quello che succederà è che non si avverrà la profezia di Keynes ora qual è la profezia di Keynes? un giovane collaboratore che lavora con me Simone Passeri mi ha trovato un piccolo articolo che Keynes scrisse in 1930 l'economista inglese in cui è una conferenza e fa a Madrid e dice io non voglio parlare dell'economia oggi mi voglio sbizzarrire e dire che succederà fra cent'anni cioè nel 2030 noi oggi siamo in quegli anni quindi possiamo vedere se aveva ragione allora il suo argomento è il mondo sarà libero dai la necessità di lavorare per in qualche modo ottenere quelli che lui chiama i bisogni assoluti bisogni primari perché la tecnologia ci avrà portato in avanti questo succederà sostanzialmente avverranno tre cose avremo capacità di controllo demografico ci saranno meno un po' meno persone avremo la determinazione di evitare guerre e seguiremo gli sviluppi della scienza se questo avverrà lui dice lavoreremo 15 ore a settimana ok ora la mia sensazione è che questa profezia non avverrà è vero che è calato il numero di ore diciamo negli ultimi cent'anni in cui si lavora ma forse stiamo arrivando al momento in cui chi quei pochi qualche modo che saranno per motivi anagrafici disponibili a lavorare dovranno lavorare di più e non lavorare di meno e quindi keis non aveva ragione non solo su questo però molto interessante no poi si stanno accumulando tanti spunti anche penso per il presidente in se buone notizie qualche buona notizia insieme al conferme dell'apocalisse in corso allora apriamo il capitolo cura e sanità perché quello che ci stanno dicendo questi interventi appunto che c'è qualche spazio di manovra qualitativo no insieme a una situazione numerica quantitativa chiara ecco quindi proviamo visto dal punto di vista di chi si occupa di sanità sia nella professione che a livello ordinistico come come la vediamo certo allora l'inverno demografico c'è questo invecchiamento progressivo della popolazione a cui assistiamo insomma che è generalizzato è un fenomeno importante anche italiano legato sia il calo delle nascite che appunto alla diminuzione della mortalità è un problema perché è un problema perché quello che aumenta in realtà oltre la durata della vita è la parte degli anni in malattia cioè come dice l'organizzazione mondiale della sanità la proporzione di vita in buona salute rispetto a decenni passati è rimasta grossolanamente costante quelli che si sono allungati sono gli anni in un precario stato di salute ed è questo che ha impatti problematici l'invecchiamento infatti della popolazione soprattutto in uno stato di salute precario diversifica e aumenta la domanda di prestazioni sanitaria proprio perché le persone più anziane sono più ammalate si stima ad esempio che circa il 95 per cento dei pazienti con più di 65 anni abbia almeno una patologia cronica e l'80 per cento ne abbia due o più questo naturalmente più il paziente in vecchia più ammalato più aumenta la necessità di cura e più varia anche la tipologia di cura che ci richiede nel senso che le malattie croniche che interessano più le fasce più avanzate di età richiedono una cura continuata nel tempo un tipo di approccio attivo alla cura della persona e richiedono anche che tale assistenza sia effettuata con risorse presenti in prossimità ai territori in cui i pazienti vivono e queste sono tutte sfide per cui abbiamo un aumento delle necessità e anche una diversificazione la cura degli anziani naturalmente privilegia alcune branche mediche quale ad esempio la geriatria la neurologia la riabilitazione ma anche deve essere sempre più concentrata sul territorio abbiamo visto con la recente pandemia come la medicina territoriale sia quella che più ha mostrato segni di crisi il fatto che il setting assistenziale appunto diventi il domicilio del paziente rappresenta una sfida organizzativa importante in quanto l'organizzazione sanitaria sarà sempre meno ospedalo centrica gli ospedali saranno sempre più specializzati avranno sempre meno posti letto e saranno sempre più riservati al trattamento di patologie acute tutto il resto dovrà essere fuori e questo naturalmente necessita di ritirare in maniera importante i servizi offerti sia dal punto di vista strutturale che di organizzazione del lavoro che di pianificazione del personale ecco quello che voglio dire che naturalmente le politiche sanitarie economiche così avranno la parte permanente però anche noi dobbiamo chiederci che cosa possiamo fare dobbiamo concentrarci su quello che possiamo fare noi e infatti il nostro approccio alla salute io credo sia come singoli come cittadini ciascuno di noi sia anche come naturalmente a maggior ragione come operatori sanitari come decisori deve cercare di portare ad una compressione della morbidità cioè noi ciascuno con le nostre scelte gli operatori e i decisori sanitari anche devono cercare di ridurre quelli che sono gli anni in malattia cioè dobbiamo cercare come si dice di aggiungere vita agli anni non anni alla vita e qui il gioco da padrone lo fa ovviamente la prevenzione la prevenzione e mi riaggancia quello che diceva monica pratesi prima che va fatta agendo sulle fasce giovanili per cui anche in questo campo diventa cruciale l'intervento sulle fasce più giovanili della popolazione perché lì che si comincia la prevenzione primaria che è quella più efficace per ridurre poi le malattie e l'invalidità e l'anti cap dell'anziano per cui questa è una cosa che tocca a ciascuno di noi che coinvolge ciascuno di noi non ovviamente poi anche le politiche economiche le politiche di formazione le polizie della scuola e tutte le politiche educative dovranno tener conto di queste voglio poi dire che naturalmente la prevenzione si gioca in primis sulle fasce più giovanili però importante a tutte le età per cui non siamo mai fuori dai giochi in questo campo pensiamo ad esempio la prevenzione delle cadute nell'anziano che impatto importante abbia sulla qualità di vita e anche sul carico al sistema assistenziale per cui questo è il primo punto che mi premeva sottolineare un'altra cosa è l'invecchiamento il fatto che l'invecchiamento della popolazione comporta anche degli squilibri demographici in quella che è la forza lavorativa cioè invecchia la popolazione ma invecchiano anche i medici invecchiano gli infermieri invecchiano i sanitari o poi alcuni dati se volete ad esempio del nostro ordine dei medici che ci documenta questo ci sono significative quote di medici nella fase più avanzata di età prossimi al pensionamento che ancora sono al lavoro perché come diceva anche il relatore che mi ha preceduto chi lavora adesso lavora di più quindi queste persone sono sottoposte ad un carico lavorativo maggiore con i correlati stress e con anche io credo una minor possibilità poi comunque di aggiornamento di progressione nelle competenze così perché quando uno è occupato dal carico assistenziale quotidiano che grava in maniera importante naturalmente ha meno tempo da dedicare ad altre cose quindi anche questo è un impoverimento altri due punti tocco rapidamente un altro problema rappresentato anche dall'invecchiamento dei caregivers la gestione delle persone più anziane non autosufficienti oggi resta ancora molto spesso in carico alle famiglie cioè questi anziani vivono nelle famiglie in futuro e già adesso succede si va incontro a una progressiva mancanza di caregivers i figli sono i si stessi anziani e non ce la fanno più ad assistere i genitori che sono ancora più anziani questo poi a parte il contesto appunto familiare abitativo che sempre meno favorisce la gestione di persone non autosufficienti a domicilio queste persone dovranno sempre più trovare una collocazione alternative in strutture sanitarie e residenziali piuttosto che non in alloggi protetti o in residenza a seconda del carico assistenziale richiesto per cui anche questa è una modificazione l'ultimo accenno è il declino non omogeneo sul territorio della popolazione e questa un'altra sfida cioè ci sono aree rurali aree periferiche che si vanno spopolando soprattutto delle fasce più giovani della popolazione e in queste aree è ancora più difficile garantire quell'assistenza di prossimità quell'assistenza al domicilio e una sfida sarà riuscire a portare anche questa ecco questi mi sembravano i messaggi fondamentali nel campo della salute ma soprattutto quello che ognuno di noi è coinvolto nel cercare di prevenire quello che è il declino e la dipendenza dell'etapio chiarissimo l'agenda diciamo del della sanità è chiarissima a laura zanfini un carico particolarmente delicato che è quello di affrontare il tema delle politiche attive per la per la diciamo generatività in senso lato non tema anche qua molto diciamo molto inflazionato ma anche molto divisivo complicato perché c'è un tema di risorse che non ci sono c'è un tema di tempi lunghi per vedere i risultati però se è vero tutto lo che abbiamo detto adesso finora ed è vero serve a fare uno sforzo di creatività ma anche di messa a terra quindi proviamo a ragionare proprio a partire dalla cura su quello che realisticamente in un paese che hai fondamentale conosciamo si può fare. Sì buongiorno a tutti e a tutti allora mi piace visto che siamo al festival dell'economia sottolineare in particolare quello che in questa sfida sfida complessiva che chiama in causa la politica ma chiama in causa sicuramente la società civile gli attori di società civile e il mondo delle imprese mi piace sottolineare proprio cosa potrebbero fare le imprese per concorrere insomma l'efficacia di questi tentativi che a livello politico si stanno facendo per sostenere la natalità non solo ma anche appunto affrontare i problemi di una popolazione che invecchia di un aumento della popolazione non autosufficiente un dato che forse non avete ancora sottolineato che in realtà tanti anziani fra qualche anno non è che non avranno figli che possono curarli non avranno figli punto quindi qui si apre un campo di innovazione sociale enorme e attualmente assolutamente non non presidiato ecco io credo che la crisi di generatività che va indietro nel tempo le cui radici vanno indietro nei decenni vada un po inquadrata anche in quella che è la crisi addirittura globale della cura che segna la fuga da tutte le professioni della cura noi non troviamo infermieri non troviamo medici non troviamo educatori non troviamo più insegnanti e non troviamo genitori ecco quindi come dire c'è un tema assolutamente culturale oltre che strutturale di redare centralità e valore e conoscere il valore sociale del lavoro di cura sicuramente la femminilizzazione di questo lavoro e l'etnicizzazione di questo lavoro non hanno favorito questa operazione anzi hanno favorito un po una corsa al ribasso nei livelli retributivi nei livelli di riconoscimento sociale quando parliamo di futuro pensionistico del paese per esempio dovremmo chiederci cosa ne sarà delle centinaia di migliaia di lavoratrici immigrate che lavorano in nero nelle case degli italiani che stanno diventando vecchie senza avere maturato nessun titolo non nessun diritto alla pensione e molto spesso questo è quello che capita insomma ai lavoratori alle lavoratrici della cura io continuo a non spiegarmi perché un educatore che si occupa di disabili che fa un lavoro che richiede competenza pazienza sensibilità titoli di studi elevati guadagna meno di un operaio metalmeccanico con tutto il rispetto per gli operai metalmeccanici avremo un tema di attrazione dall'estero e sicuramente sappiamo benissimo che un infermiere difficilmente deciderà di venire a lavorare in italia quando in paesi molto vicini si guadagna molto di più ecco ci ho detto cosa possono fare le imprese oggi le imprese si stanno rendendo conto perché fanno fatica a trovare personale fanno fatica soprattutto trovare giovani e non a caso gli ultimi anni sono stati anni di grande innovazione per esempio nelle politiche di gestione dei congedi nelle politiche di riaccompagnamento al lavoro dopo la maternità stanno imparando le imprese a gestire le risorse umane in un'ottica processuale quindi con un'attenzione appunto alle transizioni agli intrecci tra le carriere professionali e le carriere di vita e questo è molto buono ecco però io credo restino alcune cose importanti da fare molto molto velocemente molto schematicamente ne individuerei almeno almeno sei almeno sei punti di attenzione il primo è quello di imparare a fare convivere dentro l'azienda generazioni diverse corti diverse di lavoratori e di lavoratrici io lavoro coi giovani insegno un corso cordino un corso di laurea magistrale dove miro a formare manager illuminati e oggi è una delle aspettative più grandi che sento i giovani hanno e che rispetto alle quali le aziende si sentono interpellate proprio in quell'idea no di mettere al centro i giovani di coltivare i giovani è la ricerca di senso di senso di quello che si fa e io credo che ragionare sui processi di trasmissione di scambio intergenerazionale dentro le aziende no quella che senna chiamava la trasmissione di un'etica del lavoro di un'etica della vita è un punto assolutamente centrale nella gestione delle risorse umane rispetto alla quale le aziende devono anche essere supportate perché non è una sfida del tutto non è una sfida facile la seconda tensione è imparare a premiare il lavoro di cura anche il lavoro informale non solo dando dei congedi non solo favorendo rientro al lavoro ma mettendo a valore le competenze le conoscenze le sensibilità che si acquisiscono grazie proprio all'impegno di cura consentendo poi di mettere nel curriculum consentendo poi di riconoscerle in termini anche di aumento della professionalizzazione perché prendersi cura magari appunto di un malato di un malato cronico di un disabile vuol dire avere imparato no la resilienza il problem solving la capacità di gestire lo stress di gestire situazioni complesse tantissime competenze oggi preziosissime per le aziende poi c'è tutto il tema delle piattaforme di welfare aziendale no sappiamo che lì ci vanno tante risorse sono anche risorse prese dalla fiscalità generale benissimo che le aziende investano in questa direzione io credo che anche qui bisognerebbe sempre più utilizzare questa come una leva per il riconoscimento del lavoro di cura di qualità per favorire no l'emersione anche del tanto lavoro nero che c'è nel settore della cura per favorire la professionalizzazione dei lavoratori e dei lavoratrici della cura sempre in tema di welfare aziendale vengo a un altro ulteriore punto d'attenzione che riguarda il tema delle disuguaglianze oggi noi se siamo una polarizzazione sempre più ampia all'interno del mondo del lavoro per cui abbiamo lavoratori coccolati dalle aziende anche con sistemi molto sofisticati di welfare aziendale e poi tutti i lavoratori delle catene di subappalto che meno solo guadagnano molto meno e quindi faticano anche a comprare sul mercato supporti per la cura ma sono esclusi anche da dei benefici di welfare aziendale ecco io personalmente solleciterei quantomeno un'inclusione anche degli addetti alle pulizie di tutte quelle manzioni di sostegno che sono assolutamente essenziali all'interno dei beneficiari delle piattaforme di welfare aziendale così come appunto un più un più significativo impegno delle aziende alcune si stanno già muovendo con cose molto interessanti in questa direzione nella costruzione di sistemi di welfare comunitario che includano non solo i propri lavoratori ma tutti i cittadini le famiglie di un territorio quinta attenzione la gestione sapiente delle migrazioni sicuramente i tren demografici ci dicono che avremo sempre più bisogno di ricorrere oggi al lavoro immigrato dati di questi giorni ci dicono che circa la metà dei bambini figli di famiglie emigrate sono in povertà sono esattamente a rischio di quei fenomeni di povertà educativa di cui si diceva sono una fetta demograficamente molto significativa del futuro del nostro paese ecco utilizzare gli immigrati per risparmiare sul costo del lavoro attraverso queste catene di subappalto non è una scelta lungimirante una scelta che ci sta portando ad avere un'immigrazione molto povera strutturalmente svantaggiata e quindi una seconda generazione altrettanto povera strutturalmente svantaggiata e molto molto a rischio quindi dal punto di vista del futuro demografico del paese non è una scelta conveniente ultimissimo punto le aziende oggi sono soggetti economicamente importanti ma sono sempre più soggetti sociali e soggetti politici chiamati a giocare una loro cittadinanza una vera e propria cittadinanza di impresa benissimo queste quelle che ricordava la collega pratesi sono sfide sono sfide epocali per il sistema paese sappiamo che sti sono aziende che stanno facendo progetti molto interessanti per esempio in tema di contrasto la povertà educativa in tema di insomma di sostegno ai percorsi educativi sempre di più credo bisognerà investire in questa direzione proprio perché come bene ci ricordava la dottoressa pratesi la professoressa pratesi lì è il futuro del nostro paese il bene più prezioso che tutti dobbiamo assomma sentirci di coltivare con tensione particolare grazie molto interessante proprio questa idea di cittadinanza non c'è ormai la questione diciamo le questioni legate alla demografia sono le politiche per provare ad accelerare l'arrivo della primavera sono questioni di cittadinanza no l'abbiamo visto rispetto al tema educativo al tema sanitario anche al ruolo delle imprese chi deve fare sintesi e la politica le istituzioni ma poi chi deve attuarlo è spesso elipse no credo che comunque se effettivamente diventa una questione cittadinanza forse si può provare a scalare anche nell'approccio culturale e poi anche proprio operativo no queste questioni grazie ma intanto raccolgo con favore tutte le sole citazioni che sono che sono state ben espresse oggi dai precedenti colleghi peraltro solo citazioni so che conosco molto bene anche solo attingendo alla mia deformazione professionale lavorista che metterò senz'altro a frutto proprio in questa in questa avventura entusiasmante al fine di restituire un istituto che meglio funzioni e meglio sia fruibile a tutti i cittadini questo dicevo prima ciò che avete detto in precedenza mi fa ben sperare perché perché va a confermare un po anzi va a confermare sicuramente la l'idea che ho maturato approfondendo tutti i temi in precedenza e oggi cercherò di mettere in pratica da neopresidenti insediato l'idea di dell'inps come hub del welfare perché perché giustamente è stato detto a tutti oggi più che mai ci sono alcune tematiche problemi problemi si devono superare ci sono alcune tematiche molto importanti molto attuali quali sono state ricordate peraltro anche dal presidente della repubblica durante il suo discorso i fini anno anziani giovani donne tre macro focus sui quali è necessario intervenire tutto questo perché per rispondere giustamente alle sole citazioni e suggestioni portate in questo incontro e lab del welfare vuol dire vuol dire contestualizzare l'inps al fine di rendere servizi fruibili a tutti i cittadini passando da un welfare difensivo a un welfare generativo cosa voglio dire oggi ed emerso più o meno dalle riflessioni di questo momento l'esigenza cambiano cambiano secondo che io sia un giovane sia un anziano o meglio diversamente giovane sia una famiglia con o senza figli sia un disabile eccetera eccetera eccetera quindi welfare generativo che intendo che desidero attuare è un welfare che va a customizzare questi servizi a secondo e in funzione del ciclo di vita e ciò mi è stato confermato un attimo fa si è parlato di anziani si è parlato di giovani si è parlato di donne e io aggiungo un'altra un'altra suggestione la silver economy molto importante la silver economy andrà favorirà la creazione di nuovo di nuovi lavori nuovi ruoli nuovi skill che serviranno a creare occupazione e quindi dal mio punto di vista ma più contribuenti più contributi mandranno anche ad aiutare la popolazione degli anziani che dovrà essere vista e deve essere vista come una risorsa ciò è stato confermato ritengo proprio dal fatto che oggi oggi l'anziano diversamente giovane vuole restare attivo in questa società e quindi e quindi la silver economy sarà sicuramente almeno la vedo io come un acceleratore sia di occupazione stabile con gratificazione professionale stabile dei giovani quindi nuovi nuovi mestieri si è parlato di mestieri stem ma certamente stem vanno di pari passo anche con i nuovi mestieri che nasceranno e che stanno già nascendo dalla silver economy ecco che quindi tutto questo lo vedo disegnato in una nuova architettura di di un sistema previdenziale che parla e parlerà sempre più di politiche passive contestualmente contemporaneamente le politiche attive tra inanti le politiche attive perché se aumentiamo la base occupazionale e la miglioriamo anche con con grandi gratificazioni professionale sia dei giovani ma delle donne e degli anziani ecco che riusciremo a prendere la rotta verso un sistema pensionistico sostenibile. Molto interessante come approccio credo che diciamo il taglio molto costruttivo dei ragionamenti che abbiamo provato a fare si basi sul presupposto che il paese abbia un tono muscolare diciamo sufficientemente buono no che abbiamo visto forse anche nella fase pandemica Muscolare bisogna allenarlo. No esatto insomma quindi credo che davvero di nuovo si torna anche alla disponibilità di tutti un po di mettersi in gioco quindi il tema della cittadinanza. Allora abbiamo ancora decina di minuti come buona norma al festival chiederete ci sono domande questioni sì varie benissimo non so se forse c'è un microfono da utilizzare così che chi ci segue può sentire arriva qua grazie qua prima grazie mille Buongiorno io mi chiamo Tania Dambaldi e sono una rilevatrice del censimento della popolazione di Trento ho notato che a Trento le famiglie piano piano si stanno spostando non ci sono più nel centro ci sono soltanto studenti universitari perché questa qua è una città universitaria la cosa particolare che ci sono tantissime facoltà ma in realtà nel centro ci sono quelli che ragazzi che studia in economia che chiaramente trovandosi in 5 6 ragazzi riescono a pagare l'affitto mentre la famiglia deve andare via perché il proprietario della casa continua ad aumentare l'affitto e quindi non arriva una famiglia singola a pagare l'affitto un'altra cosa in questa città stanno continuamente chiudendo i negozi la cosa particolare è che i negozi di giocattoli stanno ascoltando la sua discorso e dell'educazione sono tutti chiusi io ho visto che c'erano parecchi negozi giocattoli non ce ne sono più e vedevo che c'era uno neuropsichiatra che diceva che i bambini non giocano più i bambini già dai 4 5 anni non so cioè i figli hanno cominciato a usare il computer il cellulare al liceo però diceva che già dai 4 5 anni questi bambini stanno attaccati a questo cellulare per cui loro non giocano più e io vedo che qua i negozi di giocattoli sono tutti chiusi e quelli pochi che sono sono dentro in un supermercato super scontati quindi evidentemente c'è qualcosa se sono sti negozi sono chiusi ce ne sono tantissimi negozi nel centro chiuso le famiglie non ci sono più a trento quindi io mi stavo domandando quella cartina con l'italia dove c'è il trentino tutto bianco quel bianco che cos'era non c'è più nessuno oppure grazie adesso ci arriviamo magari raccogliamo anche le altre domande buongiorno Adriano Bordignone presidente del forum delle azioni familiari due cose mi hanno particolarmente sollecitato l'inizio attenzione il focus richiamato sulla fascia del 12 7% che sembra poco ma strategicamente può essere il driver su quale investire e questo richiamo da un welfare difensivo a un welfare generativo che poi mi porta però a quello che ha posto il vice direttore che è il tono muscolare cioè il tono muscolare di questa Italia il sistema della finanza pubblica la struttura demografica la capacità imprenditoriale che abbiamo di innovazione tecnologica il nostro sistema sanitario e quello previdenziale ci danno e qui solo domanda a voi che avete tutta la stima per il lavoro che fate e delle chiavi di lettura a una reazione che può essere quella dell'inverno demografico dell'inferno demografico che è stata raccontata quella della transizione demografica cioè fare in modo che gli inoccupati lavorino fare in modo che si lavori più a lungo fare in modo che con la tecnica si possa lavorare più a lungo oppure della reazione demografica io sarei più interessato a quest'ultimo però vorrei capire se il tono muscolare dell'italia è quello di andare diritti verso un baratro se è quello di aggiustare con appunto pezze e raboccamenti una macchina che fa fatica o se abbiamo la possibilità di cambiare il destino del nostro paese rendendo ancora il fatto che sia bello nascere vivere crescere diventare anziani in questo paese e magari diventiamo attrattivi anche per i giovani di altri territori grazie grazie molto chiaro molto interessante c'è un'altra la dietro passiamo buongiorno io sono uno studente di economia quale università di trento e la mia domanda come giovane è data l'analisi molto critica avete fatto tutti quelle sono le risposte che la politica comunque quelle sono le scelte che si possono prendere per cambiare le cose cercare di migliorare tutte queste criticità che avete messo a fuoco grazie domandina cos'è così la prima era sul punto sul trentino al tuo adige bianco la signora mi ha preceduto quindi volevo capire perché e se c'è qualcosa sul trentino l'altra volevo chiedere al presente dell'inps se quando immagina questi servizi diversificati in base a categorie sociali e c'è già un'idea pratica di come potrebbero funzionare anche se chiaro ma non è facile e soprattutto non è facile cambiare l'inps che funziona nello stesso modo da 70 anni immagino su questo punto però se c'è qualcosa di pratico in concreto per darci un'idea di come potrebbe essere grazie bene allora sul trentino in realtà in premessa le avevamo detto che mancando non rubo la scena tutti gli elementi essendo una fotografia in tredino si può fare modellino però proviamo a fare ordine allora mi sembra questioni interessanti per l'ultimo flash insomma abbiamo ancora appunto una manciata di minuti partirei proprio dal tono muscolare no c'è nel senso abbiamo dato un approccio abbastanza costruttivo come accennavo dal mio punto di vista ho visto un paese negli ultimi anni un po che mi ha sorpreso anche in positivo spero non sia solo effetto del super bonus ecco però che cosa effettivamente conoscendo il paziente italia si può pensare forse anche i giocattoli sono un buono spunto no perché effettivamente se quel 12% è un po' anestetizzato e non partiamo male no? parto io? allora intanto meraviglioso incontrare un rilevatore del censimento questo a me esista proprio no ma ma dà anche una misura di certo e allora no ma a me dallo dall'opportunità di dire che non si tratta di aride cifre nel senso che si tratta di un modo di partecipare io direi che la rilevazione la collaborazione delle famiglie del rilevatore dell'istituto è un canale fantastico di cittadinanza attiva perché non voglio usar paroloni ma ognuno conta perché ognuno può portare la sua esperienza a comporre la cifra generale e se c'è qualche cortocircuito in questo percorso si va malissimo prima di tutto perché non si riesce a portare i fenomeni quali essi sono anche quelli nuovi sul tavolo perché nell'agenda politica le cose rimangono scritte se sono circostanziate da numeri cifre contesti per questo vogliamo lavorare sulla povertà educativa ok comunque Trento e il Trentino c'è non avevo a disposizione tutti gli indicatori per il contesto familiare e scolastico e i dati individuali per poterli rendere comparabili agli altri però le cifre del Trentino ci sono e prometto che le avrete insomma sia per la comunicazione locale che magari poi per gli interessi questo siparietto c'è il grande capo del list a terra e elevatore che si incontrano e devo dire delizioso delizioso problemi di microfono un po' di tempo magari vi concederemo un minuto a parte prendendo alcuni spunti a modi battuta non so se si senta, bisogna rendere il paese attrattivo più di quanto non sia diciamo esatto e per rendere l'attrattivo bisogna cambiare la percezione intanto questo è un paese che sembra che deve fallire da 30 anni a questa parte continuiamo a essere una delle 10 15 più grandi economie del mondo quindi c'è qualcosa che funziona come al solito ci raccontiamo male e raccontiamo male le cose che funzionano in termini di azioni io do due suggestioni la prima bisogna riempire il paese di student housing cioè di luoghi dove gli studenti universitari o i giovani lavoratori possono vivere a prezzi ragionevoli noi abbiamo fatto un'analisi sulle carenze di student housing nelle città universitarie cioè un gap gigantesco rispetto ad altri se tu hai un posto dove oltre a studiare in un'ottima università anche dove vivere in maniera allora come dire intanto attrai studenti stranieri che vengono magari che poi sono altospendenti che decidono di rimanere in italia perché il paese più bello del mondo quindi prima cosa su cui punterei piccolina è facciamo student housing e social housing seconda cosa la dimensione delle aziende se si vuole lavorare in italia sono giovane invece che un terzo dei giovani che vogliono andar via per lasciarli qua bisogna dargli delle aziende che sono ben strutturati in cui c'è una possibilità di carriera se sono troppo piccole e la possibilità io non la vedo quindi diciamo avere aziende mediamente più grandi significa dare più opportunità a un ragazzo un giovane che entra sul mercato del lavoro e fare una carriera e quindi guarda meno all'estero perché poi alla fine le nostre città si vive bene insomma interessante perché andiamo a toccare due nervi in cui effettivamente un po di tono c'è no due quindi molto bene di trento parliamo dopo prima perché ci arriviamo no zanfini sul sul tono appunto sulle sensazioni sulla capacità di fare in modo che non sia un inferno ecco no no ma credo attivano loro ma sì io vorrei voglio riprendere la domanda anche del nostro giovane per risponderti ma intanto mi allinio quello che appena ha sentito fermare non questi non sono problemi peraltro solo italiani gran parte dei paesi industrialmente avanzati oggi si scontrano è vero che in italia abbiamo una situazione demografica ancora più preoccupante ma alcuni temi su quali io concentrerei appunto l'attenzione anche per risponderti quello che emerge chiaramente che certo le politiche direttamente mirate al sostegno della natalità hanno sicuramente un ruolo e i paesi che ne hanno fatte di più storicamente sono messi un po meglio di noi però è proprio un'attenzione che deve essere trasversale a tutte le politiche questi sono i temi centrali no il il livello salariale in rapporto al costo della vita e il fatto che si stanno crescendo le diseguaglianze nel mercato del lavoro e che tanti lavoratori non solo tanti studenti non siano assolutamente in grado di sostenere il costo della casa è uno dei grandi temi quindi politiche del lavoro politiche salariali il tema del lavoro decente e dignitoso per tutti no inclusi quelli che fanno i lavori più umili ma assolutamente indispensabile per la nostra vita quotidiana il tema della casa il tema di come sono organizzate le città è verissimo il tema anche della silver economy se vogliamo creare buona occupazione però deve essere creata buona occupazione all'interno anche del settore che offre bene i servizi agli anziani noi per esempio abbiamo città disegnate su persone molto performanti luoghi di lavoro luoghi di vita pieni di barriere architettoniche pieni di ostacoli difficoltà quindi veramente dobbiamo rivedere complessivamente la nostra la nostra organizzazione sociale il modo in cui viviamo in cui lavoriamo tenendo conto che la popolazione è molto eterogenea anche per età in cui bisogna fare spazio ai giovani ma assolutamente contestualmente facendo spazio alle anziani in una logica assolutamente di reciprocità quindi nessuno può chiamarsi fuori tutte le realtà di società civile di impresa ovviamente oltre alla politica sono chiamate in causa e io vedo molto quest'idea di proiettarci sul futuro ecco perché come si diceva c'è dentro anche tantissime opportunità di innovazione sociale di innovazione tecnologica di ripensamento dove anche giovani che abbiano voglia di sperimentarsi con le startup con idee innovative possono anche pensare a questi settori settori del buon vivere dell'organizzazione sociale della cura come settori dove investire ecco non c'è solo non ci sono soliti settori altamente tecnologici qui abbiamo tante bisogno di idee e di creatività mentre nel 1900 dalla montagna arrivava in città adesso dalla montagna dalla città stanno andando in montagna perché le case costano meno poi c'è anche un discorso di co-housing cioè si possono trovare in più famiglie insieme e quindi è una cosa per dire il tema della casa è interessantissimo perché anche da punita fiscale c'è un tema di redistribuzione delle risorse non per forza di creazione di risorse che non ci sono prima di chiudere magari con un punito nazionale chiederei a monica costantini appunto ancora una battuta sul territorio su questo territorio no perché noi dalle cose che ci stiamo dicendo è chiaro che servono politiche nuove di nuovo multidimensionali no in cui si cerca un approccio che sia integrato di è come in una realtà come il trentino che ha un po la sussidiarietà nel dna che ha l'autonomia che un po aiuta che ha ecco dal punto di vista sia immagino del professionista ma anche dell'ordine il caso trentino è significativo per questo discorso di approccio un po innovativo cioè sia dal punto di vista proprio diciamo teorico ma anche pratico no cioè ci sono esempi sì il caso trentino è particolare perché esempio la nostra provincia è una provincia in cui la popolazione aumenta continua continuamente io vedevo qui dei dati ad esempio attorno agli anni 2000 in trentino c'erano 480 mila abitanti adesso sono 540 mila quindi è una regione in trentino altra provincia la nostra in cui la popolazione ha un trend di aumento in cui la natalità è più alta della media italiana è la più alta in italia siamo 1 e 24 figli per donna qui siamo attorno al 1 e 5 sempre sotto dalla soglia dei due che garantirebbe l'equilibrio generazionale però indubbiamente e questo è senz'altro legato a certe politiche così ciò nonostante anche il trentino soffre dell'invecchiamento della popolazione soffre di sempre più di carenze appunto sia strutturali che che organizzative pensando al discorso che faceva la signora non c'è solo il problema delle città che si che si spopolano perché ci sono gli studenti universitari da noi c'è anche grande le zone turistiche io ad esempio vivo in val di fassa che è una zona turistica però una persona un lavoratore che deve trovare casa in val di fassa adesso praticamente è impossibile e questo aumenta proprio quella frangia tipo verità all'interno ad esempio degli immigrati che vengono per lavorare così perché diventa veramente ingestibile ad esempio il trovare casa per cui queste problematiche ci sono da noi anche nelle zone turistiche ad esempio oltre che nelle nelle città poi dal punto di vista dell'ordine della classe medica anche cui soffriamo di una carenza di medici ci sono un invecchiamento progressivo della classe medica ad esempio vedevo dei dati negli anni 2000 allora nei medici di trento c'erano 2200 iscritti più o meno allora la classe di iscritti dai 50 anni in su rappresentava il 28 per cento di tutti gli iscritti adesso nel 2024 e la classe di età dai 50 anni in su rappresenta il 56 per cento di tutti gli iscritti quindi c'è stato un invecchiamento impressionante della popolazione medica legata all'invecchiamento della popolazione e anche a politiche naturalmente di accessa alla formazione e così però anche il tema dell'attrattività si decina in mille variabili. Fava per chiudere alla fine per fortuna forse non è solo questione di soldi. Parto dal tono muscolare. Bene. Da sportivo il tono muscolare va allenato altrimenti il tono muscolare scende quindi ecco che questo è essenziale oggi perché partiamo dal presupposto che oggi più che mai dobbiamo guardare in maniera concreta a una visione più holistica abbiamo detto welfare generativo, welfare quindi politiche passive insieme a politiche attive ma questo welfare è infinalizzato alle diverse esigenze del cico di vita dei cittadini. Ecco in questo senso cosa sto facendo? Ricchiamo mi ha fatto molto piacere ciò che ha detto il direttore Montanino un attimo fa perché ci sto già lavorando l'ho fatto presente anche in audizione col poco tempo che ho avuto per approfondire tutti questi temi ed è questa un po' la visione holistica, visione ma che voglio concretizzare, holistica che ho dell'istituto che guarda e fornisce servizi a tutti noi, tutti. Suli studentati come istituto abbiamo un patrimonio immobiliare molto importante, molto importante sono circa 26 mila immobili, l'ho documentato davanti al parlamento perché non adibire parte di questi immobili andrò a vedere attraverso un censimento sono appena arrivato non ho ancora avuto il tempo di avere certezze sul punto ma le avrò e andrò a vedere attraverso un censimento se ci sono unità immobiliare che possono essere adibite. Già so che l'istituto sul tema si sta prodigando quindi questo è un binario che abbiamo preso ma di concerto che cosa anche ai giovani porteremo avanti una campagna di educazione previdenziale perché? Ma perché tutti noi quando abbiamo iniziato a lavorare non pensavamo alla pensione pensavamo semplicemente a rimboccarci le maniche poi ci si pensava magari anche un po' tardi. Oggi una campagna educazione previdenziale aiuta i giovani a capire qual è il loro futuro, a vedere l'inps come il loro futuro e allontanarsi dal lavoro nero ad esempio. Questo lo faremo anche attraverso un, l'ho definito per semplificare, un pensionometro cioè la possibilità di simulare la tua pensione partendo da ciò che vorrai fare nella tua vita professionale ed è qui che serve la tecnologia sarà utile, la tecnologia, l'intelligenza artificiale perché? Perché attraverso l'informatizzazione in generale per essere sintetici e questa sì che aiuterà ad avere dati certi e aiuterà anche la qualità delle attività professionale del lavoro che verrà svolto non andrà a mio modo di vedere a sostituire ma a migliorare la vita professionale altrimenti il limite in cui queste situazioni saranno governate. Ecco queste sono un po' alcune delle iniziative che ho già trasferito e sulle quali stiamo già lavorando fin da questi primi tempi con un'efficiente tecnostruttura. Bene non ci resta che aggiornarci al Festival 2025 per tre cose, uno vedere se effettivamente c'è spazio per questo welfare generativo, due per aggiornarci sullo stato del tono muscolare del paziente, tre per i dati sul Trentino quindi non possiamo. Grazie a tutti e buon prossimo evento di Festival. Grazie a tutti e buon prossimo evento di Festival.
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