Stories di successo
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Diventare imprenditori digitali è il sogno di molti giovani, ma non è così semplice come sembra. Matteo Bruno e Marco Cioni, fondatori della casa di produzione video e comunicazione digitale Slim Dogs, e Norma’s Teaching, ovvero Norma Cerletti, “l’insegnante di inglese più famosa d’Italia” come l’ha soprannominata Vanity Fair, ce l’hanno fatta. Intervistati dalla giornalista de Il Sole 24 Ore Alessia Tripodi, hanno raccontato la loro esperienza di fronte a una platea in gran parte di giovanissimi che, in un incontro informale e divertente, hanno ascoltato e posto domande, curiosi di conoscere di persona gli influencer che seguono sui social.
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Però scusami, è importante, invece dogs? Dogs is fine. A Roma non vai allo stadio. Vai a Ossadio. A Timanchen. Tutti insieme. Però, concludiamo questo momento di incredibile... Alla lezione di pronuncia. Che show! Volevamo far vedere il nostro showreel, che sostanzialmente è un po' la summa video di quello che facciamo come lavoro. Una serie di immagini a caso. Una cosa coattissima, però... No, non ti buttare giù. È la verità. Un buono showreel non capisci nulla. Ma no, capiranno. Vai, vai con lo showreel. Sottotitoli e revisione a cura di QTSS Sottotitoli e revisione a cura di QTSS Sottotitoli e revisione a cura di QTSS Sottotitoli e revisione a cura di QTSS Sottotitoli e revisione a cura di QTSS Sottotitoli e revisione a cura di QTSS Sottotitoli e revisione a cura di QTSS Sottotitoli e revisione a cura di QTSS content team content team content team content team content team content team content team content team content team content team content team content team content team content team content team content team content team content team content team content team content team content team content team content team content team content team content team content team content team content team content team content team content team content team content team content team content team content team content team content team content team content team content team content team content team content team content team content team content team content team content team content team content team content team content team content team content team content team content team content team content team content team content team content team content team content team content team content team content team content team content team content team content team content team content team content team content team content team Diciamoci chiaro, in digitale è molto più profitto, non devi comprare materiali, non c'è la logistica, da quel punto di vista hai più respiro. Io non farei mai quello che fanno il brand di make up o di creme, non so come faccio a gestirlo, però vedete voi, in senso, iniziate con un pochino e poi vedete. Poi concluderemo anche con dei consigli. Prima di dare di nuovo la parola agli slim dogs, volevo chiederti, fate anche, immagino, corsi, consulenze e contenuti per aziende, per esempio corsi di inglese che fanno le aziende. Allora, è interessante, no, perché abbiamo di base, noi facciamo tutto a caso, io ho detto, voglio fare un corso di pronuncia perché I feel like it's a good idea, così, è stata una... Ripetete con lei, I feel like it's a good idea. Nel senso, mi sentivo proprio che era la scelta ed è così stato. Poi però adesso siamo strutturate, abbiamo un CMO, un COO, cioè non è che si fanno le cose a caso, si fanno delle cosiddette ricerche di mercato e quindi abbiamo valutato l'idea di fare quello che si chiama B2B. Yes. Vedi, io non sapevo niente fino a due anni fa. Sei andando benissimo. I know, eh! Abbiamo valutato, si è fatta una ricerca di mercato e effettivamente non c'è questo grande mercato, quindi non ha senso investire risorse, tempo e tutto in quel... per ora poi si vedrà, però al momento siamo convinti di puntare tutto sul B2C. B2C. Lava. Lava, esatto. Grazie. E gli slim dogs, torniamo al vostro business, a quello che fate. Io volevo farvi una domanda, a parte YouTube, siccome questi video sono molto catchy, come dicono quelli più bravi di me, su Instagram, su TikTok ci siete, cosa fate? Ci sono dei clienti che vogliono dei contenuti solo per TikTok? Sì, allora, di base noi tendenzialmente le produzioni video le facciamo per qualsiasi formato, cioè abbiamo il gestito... Tendenzialmente ormai tutte le campagne hanno il formato orizzontale e i formati verticali, TikTok secondo me le aziende ancora devono capire bene come utilizzarlo perché, tipo non so quanti di voi seguono il profilo di Ryanair su TikTok, esatto, secondo me, tipo, loro hanno un po' capito una chiave che può essere loro perché hanno un certo tipo di caratteristiche. Un po' estrema. Un po' estrema, però secondo me è poi quello che funziona e lì la difficoltà, per esempio, è riuscire a capire come fare le cose bene ma non troppo, secondo me. Perché poi il rischio è che se fai le cose troppo patinate TikTok non funziona. Noi siamo tendenzialmente su Instagram e YouTube perché di base i contenuti che facciamo per noi stessi devono avere un respiro abbastanza ampio, quindi in realtà YouTube è la piattaforma principale perché un format medio nostro dura 20 minuti, considera. Certo, quindi... E su Instagram raccontiamo più la realtà quotidiana della società, cioè, insomma, per far vedere un po' l'ambiente di lavoro che, come diceva anche Norma, è un po' un ambiente di persone pazze. Mi ha incuriosito molto il commento di Norma sul digital, cioè il fatto che poi non hai cose da dover gestire. Per noi non è così. Io ho realizzato, mentre dicevi questa cosa, che noi di digital di base abbiamo le idee e poi il prodotto finito, ma nel mezzo il resto è l'antica arte del... Per quello dicevo, fa le gnane. Eh sì, la vita, la vite, sposta il peso. Noi abbiamo una stanza di sole e attrezzature e quindi comunque, banalmente durante il lockdown per noi è stato un dramma perché la produzione video è letteralmente tante persone in un piccolo spazio. Ci siamo ritrovati all'improvviso che nessuno poteva più produrre contenuti e in quel caso, quella secondo me poi è la nostra forza, piuttosto che fermarsi e aspettare, ci siamo detti ok, c'è Twitch, proviamoci, ci siamo lanciati su Twitch. Facciamo un palinsesto proprio di live settimanali ognuno con un format e ricreiamo in live quello che facevamo già sul canale. E ha funzionato non soltanto in termini di persone live che ci seguivano, ma perché ci ha anche permesso banalmente con i ricavi di Twitch di mantenere gli stipendi dei dipendenti, perché i primi due anni poi adesso abbiamo smesso perché non riusciamo più a starci dietro. Pagavamo le persone, adesso abbiamo smesso di pagare le persone. I primi due anni fatturavamo abbastanza con Twitch da pagare le persone, poi a un certo punto mantenere i livelli da streamer, che è una follia, cioè è tipo fare la miniera, c'è una quantità di ore di streaming folle, più quelli di produzione video pre-pandemia, era impossibile, quindi visto che il nostro lavoro per la produzione video abbiamo detto ok Twitch bello, è stata una bella esperienza, ci ha dato quello che ci serviva. Possiamo tornare a essere tante persone in un piccolo spazio. Però questa è la dimostrazione, come è accaduto a norma, che è esplosa durante il lockdown, è la dimostrazione di come la pandemia, se proprio volessimo trovare un aspetto positivo, è stato quello di rivoluzionare il modo di lavorare, di trovare delle nuove frontiere per sostenersi in quel momento di difficoltà. Certamente quando c'è un ostacolo davanti devi trovare il modo di superarlo, quando hai il sedere per terra devi trovare un modo, sarebbe stato meglio se non ci fosse stato, una volta che ci trovi davanti, bella ma non ci vivrei, tipo Roma, bella ma non ci vivrei. Assolutamente, però certamente le piattaforme hanno mostrato che non è più solo intrattenimento, non è più solo informazione, ma è anche proprio lavoro, ne abbiamo parlato proprio ieri in uno dei primi eventi del festival, professione social, abbiamo raccontato le storie di chi ha dei professionisti che durante la pandemia si sono trasferiti sul web e hanno continuato e hanno arricchito il loro portafoglio clienti. Tornando a Norma, qual è stato il momento in cui ti sei resa conto che hai diventata l'insegnante inglese più famosa del web? Mi piace usare questo slogan un po' da boomer, ma io boomer sono, quindi questo dico. Vi racconto una storia, la racconto sempre, secondo me fa molto ridere, quando hai detto ok, it's real, something is happening, no? Settembre 2020 mi contatta un editore, per email mi dice, ciao Norma vorremmo scrivere un libro con te, mi arriva il contratto, io che non avevo mai visto niente, caduta dal perro, così. Ok, tot mila euro da pagarsi, metà alla firma, metà alla consegna del libro, e io dico, ma chi paga? Cioè da pagarsi chi? Tu volevi pagare loro? No, perché a casa mia, a casa mia, ho appena iniziato, i miei genitori mi dicono, Norma guarda che per scrivere un libro anche amici di famiglia lo volevano fare, dovevano pagare, non so se qualcuno ha mai sentito questa cosa. Ci sono case editrici che fanno questo. No, ma sì, la persona normale che ha una passione o le scrive un libro deve pagare, e quindi io ho detto, ma io non voglio pagare, io manco lo voglio scrivere, quindi figuriamoci se voglio pagare. Cioè mi avete contattato voi, vi devo pure pagare. Appunto, perché non era chiaro, da pagarsi c'era scritto, e quindi vabbè, mi sono chiesto all'avvocato, poi ho chiesto a loro, raga, chi paga? Gli hai fatto casa? No, no. E poi hai scoperto che... No, alla fine mi pagavano loro, non questa casa, un'altra, comunque, yeah. E gli ho detto, ok, mi vogliono pagare per scrivere un libro, ho mai fatto, ho detto, ok, interesting. E poi magari parliamo anche del fenomeno dei libri sui social, di book talk, di come i social, cioè c'è sempre stata questa distinzione tra la carta e il virtuale, perché ormai adesso è diventato un mondo unico, anzi, molto spesso, chi mi chiama adesso? E molto spesso l'approdo di chi sta sui social è arrivare a scrivere un libro, questa è una cosa anche interessante. Però a voi volevo fare la stessa domanda, quando vi siete resi conto che Canesecchio, secco, pardon? Canesecchio comunque è un ottimo libro, ci potrei pensare. Canesecchio o se no, quando è che avete capito che Canesecchio, anzi Slim Dogs, erano diventati famosi? Sì. Perché praticamente Canesecchio, allora lui, tu sei nato prima di YouTube sostanzialmente. Era quel momento in cui... Quanti anni avevi, racconta. Avevo 16 anni quando ho aperto YouTube, adesso ho 32, quindi qualcosa è passato nel frattempo. Sapete quando vi scrivete un sito, blablabla.com, quella roba che fa, vabbè dai, pigliate la mia mail, metti un nome del merda, tipo Canesecchio, perché è proprio quel nome che scrivi al volo e è successo così. Poi a un certo punto, x anni dopo, con questo canale pieno di roba che non vedeva nessuno, perché nessuno andava su YouTube a vedere le cose, un video è diventato virale. Dalla sera alla mattina c'erano 300 mila visualizzazioni. Che all'epoca erano... Quale video? Si chiamava tutti quelli che... era una roba, adesso ovviamente vederlo è umiliante. Avendo 17 anni erano comunque dei video molto cretini. C'è chi lo conosce. No, ce n'avevo forse 18. Ah 18. Vabbè, volevo aiutarti a bassare la mia età. No, no, è importante. Cioè, guidavo l'automobile in quel momento. E quindi, vabbè, stanno venendo a prendermi questa affermazione. Niente, è andata così, quel cosa è diventato virale. Ho iniziato a capire come usare YouTube, non l'ho capito, perché lo usavo malissimo quindi c'era un terreno fertile, ma non seminavo. Quando abbiamo aperto SlimDogs, a un certo punto lui ha detto, c'è questo canale vivo con delle persone che vogliono vedere le cose, sfruttiamolo, raccontiamo alla società. E quello è stato il primo giorno in cui ho veramente usato il canale Canesecco come voleva essere usato. Pubblicazioni settimanali di racconti sinceri e spontanei di quello che stavamo facendo. Abbiamo paura per il primodipendente assunto? Raccontiamolo. Arriva la pandemia? Raccontiamolo. Raccontiamo solo paura, capito? Sì. Canale di paura. Avete raccontato ore e ore di paura, di terrore. Perché poi sostanzialmente, come diceva Norma, è questa la vita dell'imprenditore o del libro professionista. Ore e ore di paura. Ecco, raccontiamo questo, la vita... Allora, perché secondo me, non so se volevi aggiungere qualcosa. Voglio soltanto aggiungere quando è che invece SlimDogs, perché SlimDogs nasce come sostanzialmente, inizialmente, un po' una derivazione di Canesecco. Certo. Poi c'è stato un momento in cui eravamo alla stazione, ravamo seduti vicini. Alla stazione o alla stazione? Alla stazione. Alla stazione. Stazione di Milano, però. Piazza Roma. E' stata una persona, e fino a quel momento, quando arrivava una persona per chiedere una foto o qualunque cosa, ra perché fermavano lui. Invece, in quel momento, viene da me e mi fa, oh, ma tu sei quello della SlimDogs! E chiede a me una foto, e a lui non sono caca di pezzi. No! Ragazzi, è stato il giorno più bello, più bello della mia vita. Perché non perché... Finalmente libero da... Non solo perché odio le persone. Quello è una... No! No, vabbè, è per goliardia. Ma è anche, è principalmente perché qualcuno non aveva idea di chi io fossi, che era un po' la pianta da cui poi nasceva il canale SlimDogs, invece quella pianta iniziava a avere le sue radici si faceva i fatti suoi, ed era, iniziava a essere forte. E in questo momento c'è un botto di gente che non ha l'idea di che c'è il canale. Un botto, io romanesco, vuol dire tanti. Tante persone. E' importante contiare le guance. A lot of people. E niente, quindi il canale SlimDogs adesso è proprio un'entità che sta lì col suo palinsesto, i suoi video, le sue persone che ci parlano dentro. E forse l'altro giorno più bello di SlimDogs è stato il primo format in cui non abbiamo messo la nostra faccia c'era semplicemente una persona con le nostre voci fuori campo quel video ha fatto il record di visualizzazioni del canale. Adesso è tipo un milione e mezzo e qualcosa. Perché noi poi facciamo format editoriali, puntiamo appunto a far vedere quanto siamo capaci a fare video. Non ci interessa stare davanti alla macchina da presa. Certo. E trovare un modo per far funzionare un contenuto in cui non ci sono le nostre facce è non prosultero. Vorrei parlare adesso appunto della difficile vita dell'imprenditore digitale. Io vi racconto un piccolissimo episodio personale. Io ho un nipote di 7 anni, Leone, che una volta è venuto a trovarmi a casa vedeva che io facevo i TikTok. Perché il sole 24 ore è anche su TikTok io mi occupo anche di fare video. Mi fa, zia, ma tu fai TikTok per lavoro? Dico, sì. Ma quindi non fai niente dalla mattina alla sera? Lui era entusiasta. Per lui era il lavoro più bello del mondo. Lo è, però non è vero che non si fa niente dalla mattina alla sera. Perché secondo me molti hanno un po' questa idea dell'imprenditore digitale, del lavorare con i video, con i social, con il web, che è molto figo, si sta sempre davanti al telefono, ma non c'è, insomma, è tutto molto facile molto poco faticoso. Vorrei far vedere il mio calendario di Google. Questo è il mio calendario di Google. Non so se vedete, tutti i colori, sono tutti eventi. Questo è giugno, luglio, è una follia, un panico, perché sostanzialmente per noi, YouTube, i social sono la decima cosa che facciamo durante la giornata. Noi siamo 15, anche perché c'è un reparto produzione di tre persone. Praticamente io, quando ormai le persone mi chiedono possiamo fare una call questo giorno, io dico, io non lo so. Scrivi a, perché io non ho visibilità sul mio calendario, questo non è per farsi il fico quanto ha impegnato, ma semplicemente perché noi, tra i progetti per le produzioni video, che sono le cose principali, YouTube, e lui con i vlog, considerate che noi abbiamo una squadra, c'è un team dedicato a fare in modo che vada avanti YouTube, quindi ci sta l'autore junior che si occupa della parte autoriare, ci abbiamo a montaggio ormai cinque persone, cinque persone a montaggio che magari alcuni stanno montando le produzioni video, altri stanno montando i format. Per i vlog abbiamo messo in piedi una squadra adesso. La parte difficile secondo me, la parte più complicata è come diceva Norma, il dare la copia delle chiavi di casa tua a qualcuno quindi allargare il team, affidarsi al team, poi a un certo punto tu diventi quello che ogni tanto viene interpellato su quello determinato prodotto. Cioè emanciparsi motivamente da una cosa che hai creato. Non pensi di avere la soluzione, perché l'hai inventato te quella cosa, però a un certo punto devi dire, ragazzi adesso sta a voi, piano piano, a un certo punto tu vieni solo contattato quando è il momento di magari fare una revisione, dare un consiglio, all'inizio spaventoso poi diventa bellissimo. Per rendersi conto che tutto può andare avanti senza di te, a me successe in viaggio di nozie, è stato incredibile, perché io pensavo adesso io me ne vado qui crollerà tutto quanto, invece sono tornato e niente era in fiamme, questo è stato molto bello, perché ti rendi conto che hai costruito qualcosa che poi anche se tu ti assenti, per qualche motivo funziona lo stesso. Non servo a niente. Volevo aggiungere una cosa sulla tua domanda, perché tanti non lo sanno in realtà, tanti l'hanno prescontato che tipo, Instagram mi paghi, Instagram non ti paga, TikTok ti dà qualche centesimo, non so voi, io niente, tipo, 50 euro, non mi ricordo. Comunque sono 100 mila lire. Bravo, lo stavo per dire io. Youtube no, vabbè, noi non lo monetizziamo il canale per scelta, perché sennò viene la pubblicità dei competitor. Perché è l'unico che potrebbe darti dei soldi veri, dici. No, no, per una questione proprio che mettono la pubblicità dei competitor, canale di inglese, quindi no grazie. Però quello che volevo dire, cioè i social hanno tanti lati, sicuramente possono avere dei lati negativi, ma permettono, è un dato di fatto, io lo chiamo canale tv personale, cioè uno vuole iniziare una propria attività, si può creare un audience, non ci sono barriere di ingresso, non devi affittare il negozio, non devi fare niente, hai una skill, hai una capacità, una competenza, veramente il mondo è lì che ti aspetta. Su questo posso motivare, sull'imprenditrice non lo so, però su questo io ci credo tantissimo, infatti spingo il mio ragazzo, la mia amica, vai inizia, fai un canale, fai qualcosa, no? Perché puoi renderti indipendente, cioè se poi uno vuole, perché comunque ci sono tante conseguenze dal fare libero il professionista o comunque l'imprenditore, però questo sicuramente è il lato positivo, se uno si sente che vuole quello, cioè it's out there, go and get it, rendertelo e puoi farlo gratuitamente. È anche un paradosso un po' della questione, perché il problema è che poi tutti possono farlo. Sì, però non lo fa nessuno. Però secondo me poi lì la chiave è, cioè, tu hai avuto successo perché hai qualcosa, secondo me. E secondo me poi lì c'è anche la questione di, a noi spesso vengono ragazzi a dirci, vorremmo cominciare a fare youtube, il primo consiglio che diamo è, fai qualcosa, come hai fatto tu, che veramente ti appassiona, perché quando ha cominciato lui ha cominciato perché voleva fare quello youtube era solo un modo per farlo. Oggi il rischio è che tanti comincino dicendo, tipo, tuo nipote, voglio fare TikTok, che però non vuol dire niente. TikTok è lo strumento devi usarlo per fare qualcosa che ti appassiona. E lì c'è secondo me poi la differenza tra quello che funziona il marasma di contenuti che comunque c'è. Non so se siete d'accordo, è la dimostrazione che sui social succede esattamente quello che succede nella vita reale. Cioè, se tu sei bravo, hai talento, hai costanza lavori, emergi, diciamo. Serve anche il fattore culo. Il fattore C, esatto. No, l'ho detto, ho detto la parola tua. E' andata così. Non so di 24 ore non si può dire culo. E ho detto 3 volte. Scusate. Solo cane secchio si può dire no. Quindi, appunto, è vero che il mezzo è facile perché non ci vogliono investimenti. Cioè, ti fai un account, però poi appunto devi riempire quello spazio di contenuti. Sì, devi avere qualcosa da dire, oppure alla fine si possono fare mille cose, in realtà. Volevo anche affrontare la questione del, diciamo, dell'influencer marketing, delle sponsorizzazioni. Io non so se, confesso che non so se tu sei mai stata testimonial, ma credo di no. E se... Te l'avranno chiesto? Sì, vabbè, adesso sono smesso. Però di base io non faccio nessun tipo di ADV. L'ho fatto solo con l'avvocato. L'abbiamo deciso di chiamare ADV for charity. Cioè metto ADV for charity perché comunque non è sul mio conto, va direttamente sul conto di una Ollus per una, diciamo, una cosa. Non voglio fare nomi perché i tempi quando avevo iniziato li avevo contattati io. No, ho detto, posso fare con voi? No, non siamo interessati. Volevi pagarli tu? No, no, non siamo interessati. Poi l'hanno richiesto e ho detto, sai cosa c'è? E allora questo, tutto qua. Ho fatto sì, una cosa. Noi le facciamo. Se volete pagarci, ragazzi, siamo qui pronti. No, no, vabbè. Noi scegliamo molto bene i... Voi ovviamente, il vostro lavoro è proprio anche molto sul meglio. Sì, diciamo che appunto la maggior parte delle cose che noi facciamo, noi facciamo la produzione video magari c'è un altro influencer, un altro talent che è da un'altra parte. La fortuna è che ssendo un mondo piccolo e conosciamo tutti tendenzialmente quando il creator, l'influencer sente che siamo una fra produzione e video è più tranquillo. Perché il rischio che di solito c'è con i brand è che ti mettono in una cornice che non senti tua. E quello che noi facciamo... Ti mettono nella reclam. Quello che noi facciamo sempre è fare un po' magari prima nel processo quando ci lo permettono e dire all'agenzia, al cliente, ok, volete Danny Lazzarin, volete Maurizio Merluzzo, chi vi pare? Noi lo conosciamo. Questa cosa che volete fare con lui non è proprio giusta. Magari o si cambia quella, oppure conosciamo tanti altri talent. Avremo un contatto perché non è un problema a farlo. Però lavoriamo anche noi come ADV tramite i nostri canali. Per esempio lui... Diciamo che si divide in quelle proprio che fanno bene al cuore. Come dicevi te, io farò il nome così. Action Aid. Noi abbiamo fatto varie volte campagne per Action Aid, andando direttamente in Africa, nello specifico in Mozambico, a vedere proprio anche le cose che erano state costruite grazie alle nostre campagne. Quindi si è creato anche un bel legame. Ho fatto per anni, infatti. La reazione da parte del pubblico è solo positiva. Non può esistere una cosa talmente lineare e buona che non di essere pazzo per dire qualcosa di negativo. E poi cose molto più terrene e pratiche. Tipo io sono ambassador Sony perché utilizzo le macchine da presa Sony. Ma lo facevo già prima. E' arrivato il brand a dire, ciao, vuoi dire che le usi? Certo, ma già lo faccio. Allora facciamolo di più. Eccoci qui. Perché no? Oppure noi lavoriamo tanto con Prime Video, ad esempio. Quindi facciamo tantissime collaborazioni con Prime Video. Diciamo i volti del canale del video. Abbiamo fatto campagne su Twitch come volti per i canali del potere. Però lì la cosa figa è che poi il brand così magari paraculamente noi mettiamo un po' il piedino. Paraculamente, non so se c'è in inglese paraculamente. Non esiste. Non dicono paraculo. Perché nessuno è paraculo in Inghilterra. Mettiamo un piedino nel brand con magari il progetto da talent, come è successo con Prime. Poi abbiamo detto, ragazzi, i video che producete non sono proprio bellissimi. Possiamo farli noi? E loro hanno detto sì. E quindi adesso sono tre anni che noi facciamo tutta produzione video per la parte YouTube di Prime Video. Ecco, un consiglio, quando ti trasferite in Milano, invece i ragazzi li fai raga già sei più milanese. Raga. Ue raga. Va bene. Allora, visto che abbiamo un quarto d'ora, io vorrei ovviamente dare la parola al pubblico, perché se ci sono domande, se ci sono esperienze, potete fare quello che volete. Ho fatto quattro ore di macchina, non me ne vado finché non sono messa a domande. Quindi, qualcuno ha una domanda, una storia da raccontare. Alzate la mano. Eccoci qui. Ciao, per voi. Mi dispiace, poi dopo puoi rispondere anche tu, penso, poi. Matteo ha varie colpe nella mia vita, personale, professionale, poi magari. Voi vi siete mai approcciati ai bandi? No. I bandi? I bandi di concorso? I bandi di concorso, magari anche europei? No, perché fino a adesso non abbiamo sentito la necessità sinceramente, noi abbiamo lavorato per la RAI. Questo ci è bastato. Nel senso che abbiamo dovuto, vabbè, lo sanno tutti, lo sa anche la RAI, che non è proprio facile. E' un po' pachidermica. E' un po' pachidermica. E' essenzialmente la parte burogratica che gestisce tutta Adriano il reparto amministrazione. Siccome Adriano aveva molti meno capelli bianchi prima di lavorare per la RAI, ci siamo detti, per adesso non ci serve, vitiamocelo. Però, mai dire mai. Posso chiederti perché questa domanda? Vuoi farci ora in un bando? Io ho lavorato per una casa di produzione di documentari, sia a Bologna che da Meliguria a Genova. E' per me la parte dei bandi. Ho fatto anche il corso a Torino e San Paolo. C'è un corso per i bandi? Questo dice molto. E' certo. C'è proprio un linguaggio per i bandi europei. Vabbè, perché tu però, ecco, la distinzione lì è che tu producevi tante cose. C'è documentari o comunque parte fiction. Dobbiamo studiare. Secondo me è importante studiare. Adesso capire meglio. Noi abbiamo la fortuna che arrivino i clienti i brand a dirci, vogliamo fare questa produzione? Questo è il budget, ciao. Per contenuti tipo documentari o fiction di cui sei tu il primo promotore, ovviamente trovare finanziamenti è un panico. Noi abbiamo usato Twitch, ad esempio, abbiamo fatto un cortometraggio che è stato a Venezia in concorso quest'estate. E quel cortometraggio che è costato una cifra fuori di testa di migliaia. Più di 50-60 mila euro. Non è che è a segreto. L'abbiamo finanziato grazie a NordVPN che ci ha supportato per il progetto delle live su Twitch. Ha un crowdfunding che abbiamo raccolto circa 25 mila euro e poi noi ci abbiamo messo del nostro. Però noi l'abbiamo fatto una volta penso che questo resterà tale per un bel po'. Infatti, in corso parlo anche di fundraising. Lì è un casino. E per questo che ve l'ho chiesto, perché per me è stata la cosa che mi ha allontanato dalla produzione video. Perfetto, mi dispiace. Prego. Ci sono altre domande? Prego. Ciao, questa è per tutti. Però forse penso un po' più per voi per via dell'ambito. Perché io faccio un lavoro simile al vostro. Ho aperto settimana scorsa partita Iva. Mi dispiace. Benvenuto. Un applauso di incoraggiamento. Nel mio anche io sto provando a fare un progetto di comunicazione sui social a... Come si chiama? Faris Sound Design. Faris è il mio cognome Sound Design è quello che faccio. Da un po' ormai ho il canale YouTube, sto provando TikTok con molta fatica e a volte, bene o male, quella volta al mese, arriva il ragazzetto che si sta pre-diplomare che ti fa la domanda della io voglio fare questo lavoro, che faccio dalla mia vita? E lì c'è un grosso senso di responsabilità perché ti rendi conto che magari se hai un piccolo riferimento, immagino che per voi questo possa essere all'ennesima potenza. E quindi la domanda che volevo fare era un po' come vivete il senso di responsabilità di indirizzare le strade? Quale senso di responsabilità? C'hai rigirato la domanda infernale, quella proprio mostro finale. In realtà la volevo fare io, ma non volevo prendermela grazie mille, grazie per la domanda si dice comunque si applica anche a una scelta di vita decisamente del ciao voglio licenziarmi e adesso investire su me stessa, vuoi forse iniziare tu a rispondere? no ma perché io ci tengo al come facciamo? rispondo io? rispondi tu? rispondiamo tutti, un po' per volta il senso di responsabilità c'è, ovviamente tu puoi dare diciamo secondo me degli indizi o degli strumenti diciamo sempre noi, tu vuoi fare questo? ok, non farlo senza senso datti delle regole tutti e due, quello che abbiamo fatto all'inizio è stato ok ci diamo un tempo, magari sono un anno due anni, tre anni, non lo so lui da solo mi pare fosse un anno io ho finito il liceo ho detto non sono fatto per studiare in questo momento della mia vita, perché l'ho fatto malissimo il liceo mi do un anno io tra un anno rifaccio i conti vedo che cosa è successo io non potevo lavorare come videomaker quindi proprio telecamera in mano mi chiama il cliente, vado faccio la cosa la monto e mando il prodotto finito avevo quei due o tre contatti giusti per provare a iniziare questo percorso piano piano dopo un anno stavo proprio lavorando dopo due anni avevo pubblicato un mio grosso progetto su youtube rischiandomela un po' ma poi era andato molto bene quindi darsi delle deadline per me è un po' la chiave perché di base se dopo un anno non è la strada da seguire quindi in generale secondo me io non credo molto nella questione se il tuo sogno è quello ce la farai sicuramente è un po' una un messaggio facile dirlo ma secondo me poi non ti dà veramente gli strumenti che ti servono, cioè datti un tempo datti una regola pianifica crea una squadra se possibile perché è un lavoro perché non è solo è bello la telecamera no ci sono momenti in cui odi l'esistenza sì disposta a scendere a compromessi dandoti sempre un limite noi facciamo tanti lavori che magari non sono il lavoro dei sogni però poi sappiamo che abbiamo una struttura che va mantenuta quindi diciamo che rifiutare i lavori perché il tuo senso artistico è messo sempre in discussione è il modo migliore per non partire poi magari al terzo lavoro che tu hai sceso a compromessi ti arriva il lavoro in cui puoi fare come ti pare lì magari è proprio il momento del trampolino di lancio però non ci saresti mai arrivato senza fare quelli prima cco io vorrei prendere lo spunto poi lascio spazio ad altre domande per fare a tutti e due una domanda sulle risorse per avviare l'impresa per avviare l'idea, qual è la vostra esperienza l'avete finanziato per quel che serviva forse avete avuto degli aiuti non so fondi magari per l'imprenditoria sponsor no io ho scoperto quando mi hanno detto dobbiamo fondare una società ti serve un assegno con 5000 euro quindi sono chiamata la banca avevo bisogno di un assegno di 5000 euro quindi noi abbiamo messo un assegno sempre per tornare a una città tu hai mandato un fax non lo ricordo però è proprio un assegno specifico che il notario lo guarda dei soldi dentro l'assegno satto di base per fare una srl poi non so le altre casisti che non le conosco servono 5000 euro no scusate servono 10.000 euro 5.000 metti tu 5.000 io e 5.000 loro e abbiamo iniziato così ricordo che io ero non avevo un euro nel senso avevo dei risparmi e li ho investiti i miei soci hanno insistito tanto per fare un photoshoot quello che è praticamente girato ovunque costava 700 euro siete pazzi, noi non abbiamo ancora guadagnato un euro, dobbiamo spendere 700 euro e poi in realtà ha funzionato perché loro ci hanno visto lungo se venivi da noi costava 500 la prossima volta il futuro si insomma devi anche quindi però è stato abbastanza facile liscio anche perché l'inizio la somma era limitata io voglio raccontare la mia storia se posso abbiamo 5 minuti in realtà io sono entrato conosciuto loro loro erano già un gruppo avviato sono arrivato dopo poi sono entrato in società in seconda battuta io c'erano uno sceneggiatore un regista che stanno facendo un progetto che si chiama Dylan Dogg vittima degli eventi che è un medio metraggio su Dylan Dogg per il quale hanno aperto un crowdfunding in cui lui faceva il direttore della fotografia Adriano che è il producer faceva l'aiuto regia, Giovanni che è il montatore montava, non erano ancora una società, in quel caso io ho pagato 1000 euro ho donato 1000 euro ho partecipato a fundraising dicendo, contattando Claudio di Biagio e Luca Vecchi dicendo i ragazzi io vi do 1000 euro però voglio lavorare sul set questa è l'Italia mi pago ma voi mi fate lavoro perché volevo capire in quel momento erano soldi quasi del tutto miei i miei genitori mi hanno aiutato in quel caso però la figata è stata che poi con quei 1000 euro ad oggi credo di esserci andato sopra tendenzialmente lo speriamo quindi secondo me anche questo è il tipo di cosa che uno deve fare quando ti dico appunto mi è stato abbastanza dare 1000 euro a Luca Vecchi che non so se conoscete Luca Vecchi ma non è proprio la cosa più vissita del mondo, visto che poi il primo incontro abbiamo fatto a Pigneto d ero in uno stato particolare Pigneto è un quartiere un po' radica chic però ci credi abbastanza a dare 1000 euro ma ci credi abbastanza anche da lavorare sul set poi da quel momento ho cominciato a fare social media manager per lui social media manager per Claudio, poi per Guigliel Moschilla che è tutto nato un po' in fade in lento lento, cioè non è stata una roba tipo dall'oggi al domani ci sediamo al tavolo noi quattro amici storici facciamo creiamo una società, ognuno lavorava per i fatti suoi, abbiamo solo piano piano fatto un po' di ordine, quindi anche l'acquisto delle attrezzature che è una roba che all'inizio spaventa, ognuno aveva le sue piano piano l'abbiamo messo tutto insieme il lato consiglio ad esempio, un consiglio che do io è se trovate altre persone voglio fare al sessoso e fate voi cercate di creare una squadra perché poi è quella che magari vi dà la finta o va aiuta quando magari tu non ci arrivi ci arriva qualcun altro ma anche credo un modo per fare network, anche per confrontarsi per non stare sempre per non avere sempre solamente il proprio occhio su quello che stai facendo perché con l'esterno ovviamente è molto utile ci sono ancora altre domande, eccola abbiamo pochi minuti ma tre minuti e diciotto al buonissimo, ciao ragazzi volevo chiedervi come avete fatto a superare una paura iniziale di dare un prezzo al vostro lavoro quanto ci avete messo da cosa siete partiti oggi una pizza sappiamo che può costare 10 euro a Milano arriva quello che ti dice no la voglio pagare 3 euro alcune marchi, imprenditori, aziende invece si spaventano perché si aspettano che un contenuto social può costare pochissimo poi invece dietro c'è del lavoro come avete fatto a sbloccare questo citando Boris è molto italiana questa paura dei soldi e di un prezzo io sono molto italiano da questo punto di vista io un po' mi vergogno di chiedere dei soldi per il mio lavoro, io no quindi il mio metodo è stato questo ho trovato persone che non si vergognano di chiedere i soldi quindi lì la forza della squadra per me è tutto lì la forza secondo me poi non so tu che esperienza hai ma sono tanto i no che dici cioè secondo me se arriva qualcuno che capisci che il tuo lavoro partendo dal presupposto che noi non siamo quelli che arriva il cliente e dice ho questo noi diciamo no è impossibile ci sono dei livelli per cui è impossibile altri in cui semplicemente la risposta nostra è ok con questo non puoi fare proprio quello che hai in testa ma possiamo lavorarci ci adattiamo tendenzialmente però poi c'è proprio la necessità di capire quando diciamo il cliente o l'agenzia valuta quello che fai in un certo il valore che c'ha e anche dire no perché poi a forza di dire no arriverà quello che invece ti dà la possibilità che serve perché il rischio di dire sempre sì è che poi ti riferi cose non di qualità perché almeno per noi c'è proprio un livello base di finanziario che devi perché c'è a parte la qualità a livello video ma poi dobbiamo pagare delle persone che sono sul set è questo norma anch'io io voglio sotterrarmi cioè non uguale è precisa però alla fine anche io darei a tutti corsi gratis però in realtà non è così il lavoro appunto c'è dietro l'esperienza di tante persone niente anch'io voglio morire quando mi iscrivono no ma tu chiedi soldi il tuo marketing terribile però ti devi distaccare e così ci vuole tempo sicuramente c'è un ultima domanda applauso avete 55 secondi se c'è un ultima domanda sicuramente chiudo con come quando chiudo con le trasmissioni di stories di successo il consiglio che dareste proprio una pillola un aspirante imprenditore o imprenditrice digitale che sta qui oppure ci guarda in streaming ha l'idea da mettere 10 secondi a testa vai ascolta quella voce che senti fantastico oppure vada una psichiatra se senti la voce anche cerca di divertirti perché se te lo sei scelto quel lavoro vuol dire che sotto sotto ti piace e quindi non ti arrabbiare a caso divertiti quando puoi secondo me è lo stesso se devi proprio farlo perché ti diverte altrimenti non lo fare grazie
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