Il futuro è già qui. L’imprenditoria femminile a confronto con le sfide dei nostri tempi
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Il futuro è già qui. L’imprenditoria femminile a confronto con le sfide dei nostri tempi
L'evento analizza il ruolo cruciale dell'imprenditoria femminile nell'economia moderna. Si discute il divario di genere persistente nel mondo del lavoro, evidenziando le difficoltà di accesso al credito, la necessità di conciliare famiglia e carriera e l'importanza di un cambio culturale per valorizzare il contributo delle donne. Vengono proposte soluzioni concrete come incentivi economici, investimenti in infrastrutture sociali e programmi di formazione per promuovere la parità di genere e sostenere le donne imprenditrici.
La Fondazione Feminile Benvenuti, benvenute a questo Panel, il futuro è già qui L'imprenditoria femminile a confronto con le sfide dei nostri tempi In un'epoca caratterizzata da cambiamenti rapidi e complessi, l'imprenditoria femminile emerge come una forza trainante nella creazione di innovazione, crescita economica e cambiamento sociale. Oggi più che mai ci troviamo di fronte a un panorama globale in cui le donne stanno assumendo ruoli sempre più centrali nell'ambito imprenditoriale, sfidando stereotipi di genere, superando ostacoli strutturali e dimostrando una straordinaria capacità di leadership e resilienza. Tuttavia, non possiamo ignorare le molteplici sfide e barriere che continuano a ostacolare il pieno sviluppo del potenziale imprenditoriale femminile. Attraverso questo panel ci proponiamo di esplorare in profondità le dinamiche complesse e le questioni fondamentali legate all'imprenditoria femminile nel contesto dei nostri tempi. Esamineremo le sfide strutturali e sistemiche che influenzano le opportunità imprenditoriali per le donne, discuteremo delle migliori pratiche per promuovere l'inclusione e la diversità nel mondo degli affari ed esploreremo le strategie per creare un ambiente imprenditoriale più equo e accessibile per tutti e per tutte. Passo ora a presentarvi le nostre ospite. Abbiamo Tatiana Biagioni, abvocata, gius lavorista ed esperta di diritto antidiscriminatorio. Dal 2021 è presidente di AGI, da ottobre 2022 consulente esperta in politiche di genere del Dipartimento Pari opportunità presso la presidenza del Consiglio dei Ministri. Valentina Piccabianchi, presidente del comitato impresa donna, Ministero delle Imprese e del Made in Italy e presidente donne e imprenditrici FIPE. Tatiana Biagioni, tiziana Nisini, deputata della Repubblica e vicepresidente dell'11° Commissione Lavoro Pubblico e Privato, già sottosegretaria a Ministero del Lavoro e delle politiche sociali. Achille Spinelli, assessore allo sviluppo economico, lavoro, università e ricerca, provincia autonoma di Trento. Ecco, per partire partiamo da un quadro generale, direi, un macro tema, il divario di genere nel nuovo mondo del lavoro. E cominciamo quindi cercando di capire quali sono le principali sfide che le imprenditrici affrontano nel contesto socio-economico attuale. Partirei con una domanda per Nisini. Come possono le politiche pubbliche sostenere in modo efficace l'imprenditoria femminile? Qual è il ruolo dell'istruzione e della formazione nel promuovere l'imprenditoria femminile e nel garantire pari opportunità nel mondo del lavoro? La risposta di fatto è già nella domanda. Istruzione e formazione, un'istruzione che si deve ammodernare rispetto a tutti i cambiamenti che vede coinvolta la nostra società e la formazione. Noi ci siamo resi conto durante il periodo del Covid di quanto è mancata la formazione ai cittadini italiani. Noi siamo nell'epoca della digitalizzazione con il più del 50% della popolazione italiana che non ha le competenze digitali di base. Bisogna partire dall'istruzione, da percorsi formativi diversi, percorsi formativi più moderni e percorsi formativi per ragazzi per evidenziare le loro capacità, per indirizzarli durante tutto il percorso di studio, per mettere in evidenza anche le loro ambizioni e far comprendere ai ragazzi, creare in loro la consapevolezza che si può fare. Perché molto spesso i ragazzi sono disorientati anche per via di una mancata formazione ai docenti che non sono in grado di accompagnarli verso il loro futuro. E con le famiglie, io mi metto da mamma di due adolescenti che molto spesso non siamo in grado di indirizzarli in base alle loro capacità. E' una distruzione su cui comunque questo governo sta lavorando proprio per andare incontro alle esigenze dei ragazzi ma anche alle esigenze del mondo del lavoro. E' la formazione, la formazione se ne parla tanto, se ne ha parlato tanto già anche nella passata legislatura sul tema della formazione. Ero stata anche qui al festival con l'assessore Spinelli, anche allora, qualche anno fa si parlava di formazione. Quella formazione che è sempre stata fatta a catalogo e che non è mai servita, non ha mai creato quella sinergia, quella possibilità della formazione di reinserire nel mondo del lavoro autonomo o comunque dipendente tanti lavoratori. E noi ci siamo ritrovati nel 2021 con imprese che si volevano, imprese che vanno programmati investimenti in termini di capitale umano ma nell'impossibilità che è ancora oggi di trovare personale adeguato per far fronte comunque alla crescita dell'azienda. La politica cosa può fare? La politica deve ascoltare. Noi abbiamo sul nostro territorio associazioni datoriali, associazioni sindacali. Ecco la politica non può fare da solo. Deve creare sinergia con chi rappresenta il mondo del lavoro, il tessuto economico e produttivo e fare una sintesi, mettere in evidenza le criticità, le richieste e calibrare, creare delle misure che siano efficaci ed efficienti. Molto spesso noi ci si trova con delle misure che poi di fatto non sono utilizzate perché non sono efficaci e non rispondono alle esigenze del mondo imprenditoriale e del mondo del lavoro. Grazie. Passiamo a una domanda per Biagioni. In che misura le attuali politiche aziendali e istituzionali stanno effettivamente affrontando le discriminazioni di genere e i conseguenti di vari salariali e di opportunità professionali? E quali strategie innovative potrebbero essere implementate per garantire una reale parità di trattamento e promozione della diversità di genere in ambito lavorativo? Guardate, io parlo da giurista ed avvocata, quindi il mio è questo punto di vista. Le norme, fino ad oggi, direi con la svolta di cui magari parlerò con la legge 162 del 2001, sono sempre state norme che giustamente dal mio punto di vista portavano alla protezione del lavoro femminile, parlo soprattutto in ambito del lavoro dipendente, e alla punizione in caso di violazione di queste norme. Questo era necessario evidentemente, però non è sufficiente perché oggi i dati ce lo dicono chiaramente, poi gli altri parleranno del dato dell'imprenditoria femminile, ma per quanto riguarda le dipendenti abbiamo in questo momento pur con un aumento dell'occupazione femminile, che dobbiamo naturalmente salutare con contentezza, però abbiamo un divario occupazionale di 19.5%. Precediamo solo la Grecia, ma la Grecia è molto vicina perché ha 19.8% tra uomini e donne, quindi questo tema, così come tanti altri temi, anche nel lavoro autonomo, nella mia professione il reddito delle avvocate è del 50% in meno su tutto il territorio nazionale, varia da nord a sud, ma ovunque le avvocate guardano il 50% in meno degli avvocati. Allora queste tematiche vanno affrontate con altre politiche, politiche naturalmente di welfare, perché guardate io credo che il nodo certamente è la formazione e la competenza, però anche la maternità. Noi ci troviamo in quello che viene definito l'inverno demografico, temo che sia un inferno demografico perché non si riesce a modificare questa realtà, questa realtà può essere modificata solo dando il valore sociale alla maternità, valore che ha effettivamente. Questo non è un tema da donne, questo è un tema di tutta la collettività. Quindi importante, perché dico la svolta del 2001? Perché è stata avvarata una norma che non è più di diciamo così protezione e punizione, ma di promozione, è la norma sulla certificazione di genere che riguarda naturalmente la parità retributiva, ma anche altri molti altri termini magari in cui non c'è possibilità di parlare nel dettaglio, però su cosa punta? Punta sulla trasparenza, sui dati che riguardano le donne e punta su un percorso volto a certificare le aziende che hanno intenzione di seguire questo percorso, hanno intenzione di guardarsi e di verificare come fare per modificare questa realtà, quindi modificare il divario occupazionale, modificare il divario reddituale, dare un nuovo valore al tema della conciliazione vita-lavoro in qualche modo per portarla a quello, magari poi ne parleremo dopo, che è il tema della condivisione. Esatto, torneremo ancora su questo argomento. Vorrei proseguire con una domanda per Spinelli, nel contesto delle disuguaglianze di genere nel mondo del lavoro, è in dubbio che le diverse crisi che si sono susseguite nel tempo abbiano ulteriormente ampliato il divario occupazionale e imprenditoriale a sfavore delle donne. Vorrei chiederle in questo scenario qual è attualmente la situazione nella provincia di Trento, magari confrontandola con quella nazionale. Buongiorno anche da parte mia, da dietro alla collina, ma mi vedete. Il tema è particolarmente importante, il tasso di occupazione imprenditoriale femminile in provincia di Trento è leggermente inferiore alla media nazionale, circa 4 punti. Questo è un indice chiaramente di minore propensione, tendenzialmente delle nostre donne, dei nostri giovani e donne a iniziare una carriera imprenditoriale o professionale. Su questo si lavora da tempo, in provincia autonoma di Trento, con una maggiore attenzione alla componente femminile nell'incentivare la nascita e la crescita di impresa, la nuova impresa con bandi, con la possibilità di finanziare investimenti iniziali e la prosecuzione. Evidentemente c'è qualcosa che ha a che fare con la propensione a fare impresa, a parte dal genere femminile. Sicuramente è stato accennato, è una questione culturale, è una questione di formazione, le materie STEM non sono ancora, iniziano ad essere a pannaggio della componente femminile in maniera più importante, quindi quello che è scienza, tecnologia, matematica, l'aspetto più scientifico della formazione universitaria e questo fa parte della propensione a sviluppare un'attività imprenditoriale. Tendenzialmente l'occupazione imprenditoriale in provincia autonoma di Trento ricalca la media nazionale, quindi più nella prestazione di servizi, soprattutto servizi alla persona, commercio, ristorazione e ovviamente pubblici esercizi, tutto bene e una piccola componente si dedica alla manifattura industriale, un 5%, un ventesimo della componente femminile. Poco perché la donna ha, e questo lo dimostra, una rilevante propensione digitale, una capacità, una propensione a essere più attenta alla promozione digitale, ha però come ombre rispetto all'uomo una minore attenzione da parte del sistema bancario, una minore capacità di ottenere credito e soprattutto di ottenere credito a un tasso interessante. Questi sono i credit gender gap che colpiscono la donna, sui quali la provincia ha cercato di venire incontro con un finanziamento apposito di confidi e una sezione speciale del Fondo Centrale di Garanzia. Esattamente, questo è un altro argomento importantissimo sull'accesso al credito che fa proprio la differenza negli imprenditori a femminile. Parliamo un attimo con Pica Bianchi, di che cosa si occupa il Comitato Impresa Donna, quali sono le iniziative? Il Comitato Impresa Donna nasce all'interno del ex MISE, attuale MITIT, quindi Ministero delle Imprese e del Medinitali, e cosa fa? Raccoglie tutto quello che è stato detto finora. L'intuizione del precedente governo seguita da questo attuale è quella di istituire proprio questo comitato che possa ascoltare, come diceva prima Tiziana, che è la prima forma di rilevazione di quelle che sono le esigenze e andare a capire lì dove ci sono tutta una serie di frammentazioni, sia a livello politico che a livello sociale e culturale, che possono in qualche modo andare ad impedire o comunque estacolare un percorso. Il titolo di oggi è Il Futuro Già Qui, il futuro è giacqui è vero, il tempo, come dico sempre, che mi conosce è un tempo buono, è un tempo buono intanto perché le platee, come quella di oggi, e io sono da anni attivista per le donne, nello specifico da imprenditrice per le imprenditrici, diventano delle platee sempre più miste. Prima c'erano solo donne ad ascoltare le donne e questi temi, oggi invece vedo con enorme piacere e soddisfazione che l'accoglimento di quella che è l'urgenza di attivare le donne, le giovani donne, i giovani in genere, verso un'impresa e non solo verso il mondo del lavoro, vuol dire avere a cuore e comprendere che bisogna produrre, produrre, generare ricchezza, generare economia, generare quei punti PIL che servono a tutti e non solo alle donne per creare e sostenere un paese che possa essere veramente più sano, più sostenibile, con termini che ci piace a tutti, forse anche troppo abusato, però è la verità, creare valore vuol dire creare impresa, vuol dire creare valore e allora qual è la sfida dei nostri tempi e soprattutto qual è l'obiettivo del comitato? Un sogno che a una giovane ragazza adolescente si possa chiedere cosa fa e da grande e lei possa rispondere voglio diventare un'imprenditrice perché quel sistema culturale di cui parlavete, assessore, ha costruito un paradigma completamente assurdo che una donna che fa impresa o pensa di fare impresa possa non essere una donna pieno, possa non avere una famiglia, un marito, dei figli, invece è sicuramente molto complesso, lo dico in prima persona, ma è assolutamente possibile, si può fare tutto e si va verso anche con i lavori autonomi perché prima parlavamo di questo, ad una carriera professionale che costruisce un percorso di ambizione, di soddisfazione assolutamente. Che cosa nello specifico il comitato è stato? Mi piace raccontarlo perché poi tutto il lavoro che si fa all'interno dei ministeri spesso rimane oscuro, invece c'è attenzione, c'è visione politica e c'è anche un'ambizione umana, che è quella di aver allargato, così come la stessa esigenza ne abbiamo già parlato, allargare il comitato all'ascolto dei corpi intermedi che sono l'asse di trasmissione dell'economia, dalla parte del governo all'ascolto della base produttiva e sono le imprese, quindi abbiamo incluso tutte le associazioni di categoria che rappresentano le donne, per ogni ovviamente tipologia e settore di impresa che esprimono una presidenza o un gruppo donne. Quindi il comitato si è allargato di questo, si è allargato di tecnici, abbiamo aperto al sistema dell'università, abbiamo inserito il Consiglio nazionale dei giovani che nasce all'interno della Presidenza e il Consiglio dei Ministri, ma lavora proprio nella prospettiva dei giovani. Tutto questo perché? Perché divisione abbiamo tre punti all'ordine del giorno, il primo in tutto è andare a definire in maniera corretta attuale e contemporanea che cosa vuol dire impresa femminile, non è vero che non esiste una connotazione del fare imprenditoria al femminile, esiste, la legge e la definizione ne crea un parametro e un perimetro, purtroppo lavoriamo tutti gli incentivi a supporto, lavorano su un impianto legislativo un pochino datato perché è del 92, poco contemporaneo, va sicuramente attualizzato e quindi abbiamo già portato questa istanza al Parlamento europeo, ma ci stiamo lavorando anche qui, diciamo la legge è pronta o meglio la proposta di legge è pronta e ci siamo definendo delle declinazioni che possano poi renderla calzante su tutte le varie tipologie di impresa. A questo aggiungo un grande tema, quello della maternità che è stato affrontato prima, noi parliamo sempre di discriminazione tra i generi, in realtà esiste una discriminazione intragénere perché una donna che fa impresa non ha supporto alla maternità anche per le lavoratrici autonomi e questo strappa sempre un applauso, vuol dire che è ormai arrivato il tempo di affrontare questa cosa perché non è detto che per chi fa impresa se la debba sempre cavare da sola, non è così perché una donna che fa impresa, io sono rappresentante in pieno, dopo cinque giorni dalla nascita di miei figli io ero a presidiare la mia impresa, non avrei potuto farne a meno ma non per questo vuol dire che non debba aver avuto un supporto, poi peraltro numericamente purtroppo siamo poche e in età fertile ancora meno, già il MEF ha ricevito questa esigenza sul tavolo, è un tema vivo e lo porteremo a conduzione, pare che non sia proprio così difficile o impossibile riconoscerla. Per ultimo un progetto pilota sull'impatto che i primi supporti e incentivi dati con il Fondo Impresa Donna alle imprese femminili capire che tipo di impatto hanno, veramente generano nuova impresa, veramente vanno a supportare la parte di innovazione quindi produzione di startup sulle donne, io credo che queste tre linee siano linee molto importanti, non ne aggiungiamo altre ma di temi ce ne sarebbero veramente molti, quindi attivismo c'è e vi porto questa grande volontà di arrivare comunque a condurre qualcosa ai sogni delle giovane donne. Grazie. Grazie, il fatto di andare avanti anche con delle proposte concrete insomma altrimenti si rischia di parlare sempre molto intorno a questi argomenti ma poi appunto andiamo a vedere proprio anche quali sono le misure da intraprendere, Nisini, quali sono invece da rafforzare, già esistenti rispetto a questo tema. Grazie per la domanda, allora diciamo che negli ultimi anni c'è una maggior consapevolezza della necessità di sostenere il mondo femminile, se ne è parlato da sempre ma molto spesso sono state misure temi o osservazioni rimaste sulla carta, oggi c'è una consapevolezza diversa. Cosa serve, quali sono gli ostacoli ancora in essere? Mi perdonerete ma io sono, per chi mi conosce anche l'assessore Spinelli mi conosce, Valentina, io sono molto pratica, ne senso pure essendo una politica avendo fatto il sottosegretario però io sono molto sintetica, pratica e concisa, cosa serve alle donne? Servono nel nostro Paese infrastrutture sociali che consentano alla donna di non dover scegliere tra la famiglia e il lavoro, serve sostegno economico quindi banalmente risorse su misure che già sono in essere e che abbiamo visto negli ultimi anni che sono state di grande aiuto e poi serve la formazione, si ritorna all'istruzione partendo dalle giovani donne per creare quella consapevolezza che purtroppo ad oggi ancora non c'è. Nel 2021 quando al MEF era allora ministro Giancarlo Giorgetti firmò il decreto interministeriale per il fondo impresa donna destinando 20 milioni per il 2021 e altrettanti per il 2022, poche risorse, un fondo che ha funzionato, che ha consentito a tante donne di portare avanti le proprie ambizioni di realizzarsi nella vita nelle loro capacità, questo fondo è stato incrementato con 400 milioni del PNRR proprio perché le misure a volte ci sono funzionano come tutte le misure nascono di fatto anche se non lo sono in via sperimentale e poi in base alle efficacia che hanno vengono implementate e migliorate infrastrutture sociali molto spesso ne abbiamo sentito parlare tanto anche nella legislatura precedente il piano asilinido, il piano asilinido che è fondamentale perché consentono comunque alla donna di dedicare il tempo al lavoro pur non distogliendo l'attenzione ai figli in questo caso lo stato deve dare, è un servizio che lo stato dà. A maggio è stato implementato questo piano asilinido con un decreto del ministro Valditara che ha destinato 735 milioni proprio perché è un'esigenza importante ovviamente un'esigenza che non è uguale su tutto il territorio nazionale ma ci sono delle realtà che sono molto più in difficoltà e quindi la conciliazione dei tempi vita lavoro è in discussione in commissione lavoro anche il cioè ci sono dei disegni di legge ma si sta valutando anche il fatto della riduzione dell'orario di lavoro questo anche a favore delle imprenditrici ma di fatto di tutti gli imprenditori ci sono delle grandi realtà nel nostro paese che già stanno sperimentando per capire i benefici lato impresa e lato lavoratore di fatto le misure ci sono sia a livello imprenditoriale sia a livello di lavoro dipendente quello che serve è fare una sintesi trovare quelle risorse che ci sono e funzionano togliere quelle che sono marginali e che drenano risorse risorse che poi di fatto non vengono utilizzate e cercare di radunare tutte le risorse proprio per andare ad aiutare le imprese come diceva l'assessore Spinelli c'è difficoltà nell'accesso al credito infatti tutte le misure una piccola misura è presente anche nel ddl made in italy che puntano a sostenere le donne per l'accesso al credito per anche i contributi a fondo perduto quindi formazione risorse e infrastrutture sociali e un'attenzione particolare anche alla maternità che è importante sono stati nella legge di bilancio 2022 c'è stato un passo in avanti per quanto riguarda i congedi parentali proprio per andare a sostenere la donna e di fatto la famiglia abbiamo fatto abbastanza? No, questo è un problema che portiamo avanti che ci trasciniamo da anni la vera consapevolezza non arriva da quando è stato messo in evidenza il problema ma molto dopo e io ringrazio anche questo comitato al mimit e ringrazio anche tutte le associazioni datoriali perché la politica se si chiude nei palazzi non risolve niente la politica deve stare sui territori deve ascoltare deve recepire le esigenze e non è difficile non è difficile io quando ero al ministero del lavoro mai un'associazione è venuta da me al ministero mi muovevo io e andavo a casa delle associazioni proprio per entrare nel loro mondo per capire in maniera concreta quello che serviva cosa doveva fare la politica la politica deve chiedere cosa dobbiamo fare per risolvere il problema poi tutti i problemi non si risolveranno però è un valore aggiunto dove la politica deve fare questo passo in avanti. Grazie parliamo di questo anche con Biagioni questo divario di genere nel mondo del lavoro le chiediamo anche un po quali sono poi le forme più incisive di disuguaglianza abbiamo visto già insomma le difficoltà nella conciliazione mondo vita privata vita lavorativa ma anche l'assimmetria nella distribuzione dei compiti familiari le vorrei chiedere le sfide legate poi al reinserimento nel mondo del lavoro dopo la maternità. Allora io sono d'accordo con quello che si è detto finora dico però che lo diciamo un'altra volta abbiamo già detto questa non è un tema femminile questo è un tema della nostra collettività bisogna proprio finirla con questo fatto non siamo parlando di un problema delle donne siamo parlando di un problema della nostra società e bisogna proprio su questa essere molto chiari perché sulla soluzione di questo problema diciamo ci saranno potremmo veramente avere una come dire una progressione di pill di anche ricchezza all'interno del paese allora qual è la difficoltà la difficoltà io ho detto il nodo della maternità perché è la verità la maternità è un nodo molto delicato che è trasversale perché riguarda le dipendenti riguarda le libere professionisti riguarda le imprenditrici sulla maternità deve essere fatto un grande lavoro si parlava di infrastrutture assolutamente sì è da anni se ne parla vanno assolutamente modificate perché bisogna dare la possibilità anche a chi chi sceglie chi sceglie di fare l'imprenditrice e la madre chi sceglie di fare la professoressa la madre naturalmente anche chi sceglie di semplicemente fare la madre a tutta la nostra diciamo così comprensione però bisogna dare la libertà alle donne di scegliere alle donne alle famiglie o comunque di scegliere e questo è un punto fondamentale ma se per fare l'infrastruttura ci vuole del tempo bisogna pensare a delle come dire iniziative che immediatamente permettano questo cambio di proprio paradigma vi faccio un esempio tutti i costi che imprenditrici professionisti e dipendenti hanno per il lavoro di cura mentre lavorano mentre fanno le imprenditrici mentre fanno le abvocate sono reddito non questo non è accettabile quello è uno strumento di lavoro se io spendo per poter lavorare in cura dei figli in cura degli anziani perché in un paese che invecchia gli anziani sono un altro tema molto importante a carico del donno e come attività di cura non pagata la disabilità le persone disabili perché quando c'è stato il covid e tutte queste infrastrutture le poche che ci sono sono saltate le donne hanno perso tutto il posto di lavoro perché sono loro che fanno questa attività in questo per la verità il tema di condivisione non c'è e allora defiscalizzare dire quel costo lì non è un co non è un reddito ma è un costo per svolgere attività imprenditoriale quindi su quel costo tu non paghi tasse è il primo passo nell'attesa di queste infrastrutture che permetteranno le donne di diciamosi esprimere il loro valore le donne non sono migliori o peggiori ci sono donne eccezionali come donne meno eccezionali però bisogna dare a tutta la possibilità di esprimere la loro diciamo così i loro talenti e così possiamo cambiare la società quindi avere delle come dire dei dei delle la realtà va affrontata subito se c'è del tempo per fare le infrastrutture bisogna allora pensare a delle a dei meccanismi che possono aiutare queste donne a entrare nel mondo nel mercato del lavoro perché ripeto questa problematica dell'occupazione femminile anche nel lavoro imprenditoriale nel lavoro di professionisti crea un danno a tutta la società un danno di sostenibilità per l'inps un danno di sostenibilità per tutte le casse per esempio avvocati un danno di sostenibilità in genere per il paese allora bisogna affrontarlo subito questo tema il tema della condivisione è il altro grande tema legato alla maternità un progetto familiare va condiviso se il progetto familiare è solo a carico di un soggetto è evidente che il soggetto ha difficoltà qualunque sia l'idea che vuole affrontare sia che vuole fare imprenditrice sia che vuole fare la professionista sia che vuole fare la lavoratrice dipendente e un'altra cosa se i dati ancora sono questi forse non c'è tempo di parlarne una struttura anche del lavoro dipendente dove nelle posizioni apicali ci sono sono uomini differenziali del tributivo sia nelle professioni che nel lavoro dipendente diversa diciamosi impatto dell'imprenditoria a seconda che maschile femminile diversa aiuti dal punto di vista anche del finanziamento se questa è la realtà noi su questa realtà dobbiamo intervenire vuol dire che le norme e le strade che abbiamo percorso fino ad oggi vanno cambiate bisogna trovare strade differenti anche alcune norme di protezione pur importanti vanno modificate perché va riflettuto insieme all'organizzazione editoriali all'organizzazione sindacali cosa non ha funzionato se quest'anno si sono dimesse 43 mila donne nel primo anno di vita del figlio in una realtà che vede questo divario occupazionale così enorme è chiaro che le norme vanno cambiate che ci sono norme che non funzionano e ne potrei parlare in dettaglio ma non è questa l'occasione ci sono norme che favoriscono la dimissione delle donne queste vanno modificate bisogna avere la capacità e la lungimiranza di vedere cosa non funziona e di cambiarlo subito. Spinelli prima parlava di gender gap rispetto al credito bancario e quindi anche delle misure della provincia rispetto a questo le chiedo anche di approfondire se ci sono anche altre misure come per esempio figure che sostituiscono l'imprenditrice mentre è in maternità o altre misure di sostegno sempre della provincia? Ci sono però mi permetta di riprendere un attimo il discorso perfetto da Avvocato Biagioni perché è un tema che affronto anch'io da un po' di tempo io 600 donne all'anno si licenziano per motivi di nascita di figli e non tornano al lavoro questa è un'uscita drastica di persone lavoratrici indipendentemente che siano dipendenti o imprenditrici dal mondo del lavoro non tornano più quindi una perdita di tanti tifi la donna produce 1,2 volte quanto produce un uomo e quando dico questo la persona mi guarda e mi dico ma perché non è possibile? Tendenzialmente la donna è anche più brava di un uomo però non è che produca di più ma quello che lascia a casa è tutta un'economia da gestire che vale quasi il 20% di quello che produce al lavoro. Su queste basi stiamo ragionando qui in Trentino di qualcosa di più rispetto a quello che può fare lo Stato nazionale perché qui abbiamo uno strumento che quando lo raccontiamo al resto di Italia assomiglia a un reddito di cittadinanza ma non è nella segno unico provinciale è uno strumento di aiuto e di cura delle fragilità fisiche economiche ma anche di politiche familiari e di gestione di questi ambiti. Su questo dobbiamo fare un lavoro grande perché quel mondo di economia della gestione della cura dell'assistenza familiare che grava normalmente sulle spalle delle donne normalmente è così è inutile raccontarci e che rende alcune donne addirittura in una bolla che le esclude completamente dal mondo del lavoro e non le avrà e non avranno un trattamento pensionistico non avranno mai un'indipendenza avranno un futuro di miseria questo è il tema per molte quaranta, cinquantenni con i genitori con parenti disabili questo bisogna cercare di provare a invertire quindi provare a riportarle al lavoro, lavoro dipendente o lavoro imprenditoriale perché così stiamo facendo un doppio vantaggio, vantaggio di economia che vale 1,2 volte è un vantaggio di indipendenza e sicurezza personale perché una donna che ha un reddito che ha un futuro per evidenzio è una donna sicura, una donna indipendente altrimenti non lo è come provincia questo è il percorso su cui stiamo lavorando col privato sociale provare a avere un catalogo di servizi su cui la provincia interviene in gran parte economicamente da poter sfruttare e portare a casa e intanto io vado a lavorare come donna nel mia professione per cui ho studiato per cui mi sono formata per cui ho fatto esperienza questo penso sia un obiettivo di grande spessore a questo affianchiamo anche il co-manager cos'è co-manager una donna che è imprenditrice o professionista che ha un figlio che ha un momento di difficoltà e che deve abbandonare il lavoro per forza ma giustamente perché le donne vorrebbero curare i propri figli nessuna vorrebbe lasciare i figli a casa con qualcun altro o in un asilo nido lo parlo per esperienza personale recente evidentemente se si fa è perché si deve farlo e si vuole farlo al meglio con le tutelle la cura migliore possibile quindi con insegnanti e formati e preparati ma queste donne che lasciano l'azienda o la professione possono affidarsi a un sostegno provinciale che vale circa 25 mila euro per pagare una persona dotata delle specifiche competenze che porta avanti la propria attività non è una cosa banale da attivare perché sappiamo tutti che siamo molto gelosi delle nostre attività dei nostri clienti di quello che abbiamo faticato per produrre quei risultati e dare in mano a una persona serve tanta fiducia tanta tanta forza però è uno strumento che esiste che invitiamo le donne imprenditrice a sfruttare fino in fondo però il tema è veramente ampio è un tema che ha a che fare con la crescita economica con il fatto che i figli non sono solo qualcosa che che crea un grande senso di appagamento personale e di speranza per il futuro ma economia la nascita di figli vuol dire creare l'economia di domani quindi stiamo parlando di donne che o lavorano e creano l'economia dell'oggi oppure stanno a casa a fare dei figli oppure riescono insomma ad avere figli perché il tema è oggi anche riuscire ad avere figli e creano l'economia del domani quindi sono due ambiti di grandissimo valore. Grazie non so a che punto siamo con i tempi poi chiedo possiamo andare avanti ancora? 5 minuti ecco perché allora passerei insomma a una domanda facciamo un giro finale su una domanda che propongo a tutte le nostre ospite il nostro ospite e il punto 5 dell'agenda ONU parla di parità di genere come obiettivo da raggiungere l'agenda 2030 e chiedo a ognuno di voi quindi quali sono le azioni più urgenti che devono essere intraprese a livello nazionale e locale per raggiungere questo obiettivo una battuta ciascuno 5 minuti per cui. Allora rispondo con la stessa riflessione che volevo aggiungere a te assessore una una sintesi a parte i numeri perché a livello di numeri di imprenditoria femminile in Europa siamo siamo prime dal punto di vista invece delle donne impiegate no non siamo tra le prime però all'italia è sicuramente virtuosa come numero di imprese femminili ma come dicevamo prima tutto questo che è stato fatto comunque non basta e di questi numeri non ci accontentiamo e voglio aggiungere una nuova cosa non è detto che se le donne sono a casa producano figli generano figli non è detto perché è questo è questo che è strano anzi in Europa è uscito fuori una dei dati che hanno sconvolto un pochino tutta questa cosa che più le donne lavorano e più generano figli questo che vuol dire quella sintesi che diceva l'assessore una donna sicura una donna realizzata una donna è una donna che sicura è una donna che ha un futuro come dire assicurato è una donna soddisfatta è una donna che può generare dei figli dando e trasmettendo valore e quindi contribuire al valore e alla salute della società tutta per quanto riguarda cioè questa è la base e la base è riscrivere cioè l'obiettivo vero che ci dobbiamo dare tutti e andare a interagire su un paradigma culturale che ormai veramente non regge più i tempi non è più contemporaneo lo dobbiamo fare per noi no lo dobbiamo fare per i giovani per i nostri figli e non è voglio dire un messaggio politico messaggio proprio di urgenza quindi la visione sui giovani nello specifico ovviamente sulle giovani donne e creare adesso perché attivismo c'è e c'è tanta consapevolezza condivisa ormai condivisa da tutti di andare a cambiare secondo me non c'è da cambiare tantissime cose ma delle azioni importanti sull'el far sulle donne sulla maternità sui lavori di pura ecco già riconoscere averne consapevolezza io credo sia veramente un buon punto di partenza per per andare avanti con determinazione grazie. Io come ho detto guardo con grande favore a questa nuova riflessione su normative dotate che guardano la trasparenza la premialità rispetto a queste tematiche c'è una nuova norma quella sulla certificazione di genere la certificazione di genere non vista come una nuova attività burocratica ma come una riflessione guardate che guardarsi allo specchio come succede a noi quando ti alzi la mattina dice beh devo fare qualche correzione ecco se le aziende si guardano allo specchio e vedono quelle che sono tutte diciamo così le discrimazioni assolutamente inconscienti cioè loro si rendono conto di cosa è veramente la loro azienda attraverso questo percorso e riflettono su come cambiarla se effettivamente c'è un differenziale retributivo perché se effettivamente c'è un differenziale nelle progressioni di carriera guardarsi allo specchio fare questo percorso farlo veramente non come una sorta di attività burocratica ma come un cambiamento organizzativo interno secondo me può portare grandi vantaggi può portare vantaggi che riguardano la reputazione l'attrazione che hanno le persone rispetto a quell'azienda perché guardate oggi le persone con grandi competenze l'ho detto anche all'evento di ieri quando si affrontano diciamo i colloqui di lavoro non è più l'azienda che dice le farò sapere è il lavoratore la lavoratrice meno che dicono le farò sapere perché avere un'azienda dove si fa attenzione dove c'è flessibilità la flessibilità porta produttività porta a minore assenteismo porta a migliori relazioni industriali quindi scegliere questi percorsi per convinzione questi percorsi ci sono ci sono anche delle possibilità di avere delle risorse rispetto a questi percorsi quindi affrontare un nuovo tipo di percorso organizzativo che secondo me porta grandi vantaggi e crea quella di quel cambio di passo culturale di cui il nostro paese ha enorme bisogno. Di fatto il punto 5 dell'agenda 2030 mette un po' una sintesi di quello che abbiamo detto di fatto stamattina cioè quello che serve l'Italia può ed deve migliorare la consapevolezza c'è credo in maniera più forte sia dalla parte politica e anche dalla parte datoriale bisogna lavorare sulla consapevolezza perché investire sulle donne anche la certificazione di genere non deve essere un mero attestato che dà dei benefit all'azienda deve essere uno spartiacque ma anche chi fa impresa deve essere consapevole del valore aggiunto della donna ma non solo come si è detto per la donna ma per l'intero sistema economico produttivo e in più si è parlato di istruzione e formazione che sono centrali non solamente quando si parla di donne si parla proprio del nostro sistema lavoro e economico il sistema economico del nostro paese la formazione è al centro bisogna lavorare per una formazione mirata che tenga conto delle esigenze delle imprese delle capacità dei lavori dei lavoratori è un percorso lungo non si può risolvere in un giorno in un anno in due anni però ci deve essere consapevolezza da parte di tutti certamente finelli velocemente il pnr stesso ha tra i propri elementi fondativi la questione femminile e la questione meridionale in italia questo è stato all'inizio della prima formulazione pnr un po' rivista poi dal governo draghi evidentemente in questo c'è un percorso netto che l'europa vuole sviluppare io riprendo le materie stem quindi le materie scientifiche tecnologiche matematiche per stimolare di più le giovani le giovani studentesse a applicarsi su questo però bisogna portarle a volersi applicare perché queste aprono degli scenari sicuramente interessanti di sviluppo futuro sotto tutti gli aspetti e la certificazione in questo caso non di genere ma voglio parlare di qualcosa di più ampio che è la certificazione ambientale sociale governativa le sg sulla quale stiamo lavorando come territorio su quella parte sociale prendendo l'impresa come bene sociale come dice la chiesa parla di bene sociale parlando di impresa perché ormai avvolge e coinvolge tanti elementi non più quelli produttivi economici ma quelli che sono anche esterni al mondo dell'impresa essere donna e essere inserita nel mondo lavorativo è qualcosa di rilevante e dobbiamo a questo punto valorizzarlo come elemento certificabile complessivamente nel sg e questo è un percorso su cui sicuramente il trentino impegnato. Grazie voglio ringraziare le nostre relatrice il nostro relatore per il loro prezioso contributo tutti voi per questa attenta partecipazione gli spunti emersi ci offrono una base solida da cui partire per avviare concreti cambiamenti in direzione dell'equità e della parità di genere nel mondo dell'imprenditoria ci auguriamo che questo incontro rappresenti solo l'inizio di un percorso collettivo verso un futuro più inclusivo e giusto per tutte le persone. Grazie ancora e buon proseguimento.
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