Riarmo demografico alla Macron oppure scelte consapevoli delle donne?
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Riarmo demografico alla Macron oppure scelte consapevoli delle donne?
L'intervista a Maria Eugenia Roccella, Ministra per la famiglia, la natalità e le pari opportunità, al Festival Economia Trento, analizza il preoccupante calo demografico italiano ed europeo. Si discutono le politiche governative italiane per contrastare la denatalità, focalizzandosi su tre assi principali: sostegno economico diretto alle famiglie, conciliazione lavoro-famiglia, e incremento dei servizi per l'infanzia. Viene inoltre sottolineata l'importanza di un cambiamento culturale che valorizzi la genitorialità e la maternità, considerando anche l'esperienza francese e le sfide poste dall'invecchiamento della popolazione.
Un'attività per la vita Buongiorno, buongiorno e benvenuti a questo ulteriore appuntamento con le incertezze che accompagnano il nostro tempo. Siamo con la ministra per la famiglia, la natalità e le pari opportunità Maria Eugenia Roccella e parliamo di un tema caldissimo che accompagna il nostro Paese ma non solo accompagna tutto il mondo ed è il calo demografico che mette seriamente a repentaglio il tasso di sostituzione che per quanto riguarda noi diciamo è tutto da riconquistare e vedremo oggi eventualmente se e come provare a farlo e mettere a repentaglio anche diversi punti di PIL perché perché ovviamente perdere nuovi bambini, nuove culle significa anche in questo inverno demografico mettere seriamente a repentaglio la sostenibilità dei nostri sistemi. Non a caso nei giorni scorsi anche la premier meloni, proprio qui al festival di Trento, al festival dell'economia, ha ricordato l'importanza di questa sfida che riguarda il nostro Paese e tutta l'Europa e il mondo. Allora partiamo dai dati, io mi sono segnata Ministro qualche dato emblematico per ricordare un po' in che situazione ci troviamo. Allora noi siamo diminuiti come popolazione italiana in 10 anni di un milione di persone, in 20 anni l'Italia ha perso 5 milioni di giovani che sono poi quelli che più in particolare ci interessano in questo contesto e siamo scesi al di sotto delle 400 mila nascite già lo scorso anno. I dati continuano ulteriormente a calare e lo scenario non è roseo. L'Italia è arrivata a 1,2 figli per donna, l'idea è l'ideale così come ci indicano eminenti statistici come il professor Blangiardo sarebbe tornare a un figlio e mezzo per donna da qui al 2050. Allora sono nudi e crudi i numeri però danno il senso di quella che può essere la sida. Allora io so che la Ministra Roccella preferisce affrontare tematiche di sistema, parlare insomma di uno scenario un po' più ampio e questo sicuramente lo faremo però intanto io le chiederei di fronte a questi numeri come intanto e se è necessario con misure governative correre ai ripari? Ma intanto bisogna vedere che cosa tra le misure che si possono prendere che cosa ha effetto sulla natalità e che cosa ha meno effetto. Allora secondo gli studi per esempio dell'Oxie la cosa che ha più effetto non sono come spesso viene detto per esempio gli asilinido, d'altra parte questo lo possiamo verificare perché ci sono regioni in Italia dove ci sono storicamente ottimi asilinido e sono regioni che spesso hanno un tasso di natalità inferiore ad altre che invece magari gli asilinido non ce li hanno. Quindi la cosa che sicuramente ha più effetto e questo è significativo sono le misure di conciliazione. Quindi noi interveniamo, abbiamo già cominciato a intervenire fin dal primo momento in cui ci siamo insediati, abbiamo messo questo problema al centro, il problema della denatalità al centro della nostra azione di governo e intanto tra l'altro assegnando queste deleghe sulla natalità al mio ministero perché è la prima volta nella storia quindi già questo fa capire quanto questo governo ha a cuore il problema e abbiamo cominciato subito a intervenire destinando un miliardo e mezzo nella prima finanziaria, un miliardo nella seconda finanziaria e tra l'altro producendo secondo quello che ha constatato, numeri alla mano visto che lei vuole i numeri, l'ufficio parlamentare di bilancio che come si sa è assolutamente autonomo, non è legato alle maggioranze parlamentari, 16 miliardi di benefici diretti e indiretti per le famiglie quindi abbiamo già iniziato a produrre provvedimenti molto concreti e lo abbiamo fatto secondo tre assi fondamentali. Il primo è l'assistenza diretta, tra l'altro il trasferimento diretto e quindi i famosi soldi in tasca per le famiglie, implementando un provvedimento che noi riteniamo un buon provvedimento che è stato preso proprio negli ultimi mesi del governo precedente perché i buoni provvedimenti noi li valutiamo come tali e quindi li manteniamo, non c'è questo gioco di opposizione a quello che di buono è stato fatto in precedenza e quindi abbiamo aumentato i fondi per l'assegno unico, l'assegno unico oggi è passato 3 miliardi in più sostanzialmente abbiamo investito su questo provvedimento in particolare per le famiglie numerose con un consistente aumento del 50% per le famiglie numerose che sono quelle che soffrono di più ovviamente l'impoverimento relativo proprio al fatto di avere figli e fra l'altro è un problema anche di povertà infantile che è la peggiore povertà possibile per un paese, avere bambini che hanno meno prospettive di altri, meno possibilità meno opportunità per il proprio futuro quindi il primo asse è stato l'implementazione dell'assegno unico che è aumentato in media per i percettori di circa 700 euro l'anno in media quindi ovviamente con differenze anche a seconda del livello isee e così via. Il secondo asse è quello che dicevo prima che secondo me è veramente il più importante ma non solo secondo me dati alla mano è quello della conciliazione e del lavoro delle donne quindi l'accesso al lavoro per le donne, il mantenimento del lavoro per le donne perché ci sono ancora troppe donne che si dimettono addirittura dopo il primo figlio e ancora di più dopo il secondo e quindi evidentemente soffrono di un ambiente di lavoro che non gli consente la conciliazione che non gli consente di realizzare il proprio desiderio di maternità e anche il proprio desiderio di carriera di realizzazione professionale e di lavoro in generale quindi e su quello siamo intervenuti in particolare per esempio con la decontribuzione dal secondo figlio proprio per il motivo che sto dicendo cioè perché il problema soprattutto nasce dal secondo figlio e il desiderio di maternità oggi è ancora di due figli per donna nel senso quando alle donne viene chiesto secondo indagini istat e anche non istat quanti figli vuoi le donne dicono ne vorrei due poi non ne fanno due ne fanno spesso uno solo e a volte nemmeno uno quindi questo lo fanno molto tardi quindi il problema è proprio mirato in particolare sulla possibilità di avere il secondo figlio se lo si desidera senza doversi dimettere e senza essere penalizzate appunto la motherhood penalty è un classico diciamo che non soltanto in Italia ma in molti paesi viene constatato e il terzo asse dell'intervento sono gli asili nido perché prima ho detto che non sono la priorità nella scelta di avere figli però sono ovviamente un enorme aiuto e quindi in particolare gli asili nido con il piano pnr che con cui si si dovrà raggiungere e si raggiungerà perché i bandi sono al 96 per cento sono già stati assegnati e si raggiungerà la percentuale che l'europe ci pone come obiettivo cioè circa il 33 per cento di copertura e noi abbiamo siamo intervenuti non soltanto nella costruzione di nuovi asili nido o nella mettendo anche fondi fra l'altro non solo pnr sugli asili nido ma anche cercando di renderli gratuiti per esempio praticamente sostanzialmente gratuiti anche lì dal secondo figlio in poi aumentando i rimborsi fino a 3600 euro l'anno quindi coprendo diciamo la la fascia più alta di costo che dell'asilo nido quindi che è 250 euro al mese quindi questi sono i tre assi considerando che i problemi della conciliazione sono secondo noi forse quelli su più produttivi dal punto di vista della facilitazione della scelta genitoriale allora grazie intanto per questo excursus sulle misure già assunte resta il fatto e qua torno al titolo di questo di questo colloquio riarmo demografico alla macron o scelte consapevoli delle donne perché in realtà la francia no che è un po è stata la best practice in europa dal punto di vista delle politiche e anche dei successi ottenuti nei decenni scorsi anche fino a pochi anni fa dal punto di vista della possibilità e della scelta poi delle famiglie di avere più figli si trova in una crisi non dico uguale alla nostra ma analoga e questo fa un po pensare che per quanto si intervenga con politiche di sostegno poi alla fine anche quelle forse raggiungano un punto critico oltre il quale le famiglie per altri elementi decidano o le donne in particolare decidano di smettere di procreare oppure di limitare la scelta a un solo figlio su questo come si può intervenire perché la sensazione che ci sia qualcosa di molto più profondo e che sta attraversando tutte le culture penso anche alla cina ad esempio no che è passata dalla politica del figlio unico dei decenni scorsi al cercare in ogni modo di risollecitare una ripresa delle nascite. Questo è veramente il cuore del problema e tra l'altro proprio ieri è uscito l'economist dedicato alle politiche per favorire la natalità era piuttosto pessimista era una visione abbastanza pessimista degli effetti delle politiche per la natalità. La Francia c'è riuscita in passato perché ha cominciato molto presto ha cominciato negli anni 80 quando le corti di donne cioè il numero di donne fertili era molto più alto quando anche la cultura era diversa e effettivamente con provvedimenti molto ben ben costruiti molto mirati e con un grandissimo investimento è la nazione in europa e investe di più su questo è riuscita in effetti a frenare non a incrementare a frenare la denatalità ma c'è riuscita fino a un certo punto oggi in realtà la denatalità ha investito anche la Francia che è arrivata se non si considerano fra l'altro i territori di oltre mare non è come si dice all'1.8 ma all'1.6 la percentuale, il tasso di fertilità quindi un figlio è virgola 6 per donna e noi sappiamo che ovviamente l'equilibrio è il 2,1 sempre chiesto mi sono sempre chiesa che cos'era il virgola 1 ma insomma è soltanto un dato statistico e il 2,1 figli per donna e quello è la percentuale che garantirebbe l'equilibrio demografico. Noi dobbiamo sapere che l'Italia è certamente ai livelli più bassi diciamo in Europa tra le nazioni che hanno il problema maggiore in termini denatalità ma tutta l'Europa è sotto il tasso di sostituzione tutta l'Europa soffre denatalità tutto il mondo sviluppato soffre denatalità quindi anche la Cina certamente dopo una straordinaria straordinaria in senso negativo ovviamente politica antinatalista negli anni precedenti oggi sta cercando di invertire il trend e da quello che dai primi risultati non sembra che ci riesca perché è molto più difficile promuovere le nascite piuttosto che cercare di impedirle. Noi veniamo da decenni e decenni di politiche antinataliste dagli anni 50 dal primo dopo guerra sostanzialmente in realtà e dagli anni 60 in maniera ancora più evidente si è diffusa una cultura antinatalista che è stata molto finanziata dalle organizzazioni internazionali ha prodotto piani di controllo delle nascite soprattutto per i cosiddetti paesi sovrappopolati cioè paesi soprattutto asiatici quindi l'india i paesi della Cina ovviamente io ricordo che negli anni 80 quindi non tanto tempo fa per esdequilare il segretario delle nazioni unite ha premiato la politica del figlio unico cinese che era una politica durissima molto autoritaria molto verticistica che ha prodotto molta sofferenza tra le famiglie e soprattutto nelle donne quindi c'era una volontà di controllare le nascite perché si riteneva io penso al club di Roma che era un circolo di prestigiosi scienziati a dell'epoca soprattutto degli anni 60 c'era l'idea che le risorse erano una quantità limitata la popolazione invece secondo loro cresceva in maniera illimitata incontrollabile quindi dove si poteva intervenire sulla popolazione quindi freniamo le nascite e sarà ci sarà sviluppo cioè l'idea era che non ci potesse essere sviluppo economico soprattutto se non ci se non c'era un controllo appunto della natalità ricordo che il libro che aveva grandissimo successo era the population bomb di Ehrlich l'idea che la popolazione la sovra popolazione fosse una bomba cioè una minaccia qualcosa che avrebbe minacciato il futuro dell'umanità quindi noi veniamo da una cultura di questo tipo non si può pensare che questo non abbia lasciato tracce dal punto di vista culturale e quindi che il problema sia soprattutto di cambiare la cultura su questo possiamo aprire quindi qualunque provvedimento può avere ovviamente degli effetti perché i provvedimenti economici e poi è la leva su cui il governo più facilmente può intervenire i provvedimenti economici hanno ovviamente anche un effetto lo vediamo appunto anche da quello che è stato fatto in Francia ma un effetto intanto nel tempo quindi non possiamo pensare che in un paio da anni in cui cambiamo le politiche otteniamo risultati immediati e soprattutto possono avere effetto secondo me si è accompagnati da un cambiamento culturale cioè dal tornare a dare valore alla genitorialità e in particolare alla maternità. Allora grazie, uno scenario molto ampio quindi resta il fatto però che in particolare nel nostro paese noi abbiamo l'altro picco che è quello dell'essere il secondo paese più anziano al mondo e quindi a fronte di pochissimi nati ci saranno e ci sono già tantissimi nonni i quali non moltissimi nonni dal punto di vista anagrafico e spesso non nonni e sempre meno nonni quindi per cui si rischia il cortocircuito demografico nel nostro paese quindi se queste tematiche forse a fronte di una frenata saranno avranno delle ricadute importanti in paesi come la Cina che avranno miliardi di abitanti e ovviamente ancora sono sulla scia lunga della crescita eccetera per quanto riguarda noi invece l'urgenza è estrema. A questo punto mi viene da chiederle quanto siano importanti politiche anche di sinergia tra i vari ministeri perché probabilmente va anche ricreato un patto intergenerazionale per cui gli anziani che poi definire una persona anziana oggi a partire dai 65 anni sappiamo bene che non ha più moltissimo senso diciamo almeno per la stragrande maggioranza delle persone e quindi forse andrebbero rimessi in circuito e in circolo tutta una serie di valori che si sono andati perdendo in cui anche gli anziani possono svolgere un ruolo nel sostenere le giovani generazioni. Questo lo dico perché è vero che non soltanto dal punto di vista economico intendo si devono far carico ma anche forse dal punto di vista di un'attività di sostegno alle nuove generazioni e anche alle famiglie ad esempio che si trovano non averli i nonni o parenti vicino. Che cosa si può fare come ministeri come governo? Io penso che serve proprio alle persone, serve a capire eventualmente che c'è una strategia al di là degli interventi diciamo spot. Intanto devo dire che la strategia c'è io intanto gli ho detto che è una strategia una visione che si articola su questi tre punti non solo ma comunque è una strategia che già coinvolge tutti i ministeri perché io penso a tanti provvedimenti che non sono stati presi direttamente per la natalità o per le pari opportunità ma che hanno quel taglio tipico e mettono al centro proprio la questione dei giovani della famiglia penso per esempio a parte i congedi parentali appunto le cose sulle i provvedimenti sulla conciliazione. Pensiamo per esempio a come è stato disegnato l'assegno di inclusione che ha sostituito il reddito di cittadinanza quindi anche quello mirato sui figli e quindi contro la povertà infantile e per aiutare le famiglie in difficoltà. Penso ai fringe bene e penso ad altri provvedimenti quindi l'idea di mettere al centro la natalità e la famiglia e di costruire una sinergia una trasversalità fra le azioni dei ministeri questa c'è già e tra l'altro c'è una visione molto compatta devo dire nella nostra maggioranza su questo però e l'altra cosa che forse va chiarita è che l'invecchiamento è un fatto positivo nel senso che noi abbiamo l'Italia ha un record negativo forse dal punto di vista della natalità ma un record positivo dal punto di vista dell'invecchiamento cioè nella mortalità quindi noi riusciamo ad avere persone anziane in salute fra l'altro fino ad età molto avanzata siamo il paese in Europa con l'età più avanzata quindi non è una cosa negativa certo ha ragione bisogna anche investire sull'invecchiamento attivo tra l'altro noi sull'invecchiamento attivo abbiamo questo progetto di implementazione dei centri per la famiglia che sono una cosa fantasmatica nel senso i centri della famiglia esistono però non so quanti anche in sala sanno che esistono e quanti ce ne sono e con quali compiti e quali compiti hanno ecco noi il prossimo passo immediato anche senza aspettare la finanziaria in cui ovviamente ci saranno altri investimenti per quanto riguarda la natalità noi abbiamo pensato di promuovere i centri per la famiglia dando a questi centri anche dei compiti specifici che non avevano cioè erano stati creati in maniera senza compiti particolari con lasciando sostanzialmente alle regioni di la l'opzione su cosa farne su che compiti dargli che ruolo farli avere quindi vogliamo che siano di più e adesso ci sarà un investimento immediato su questo e intanto per adesso sono tra i 5 e 600 i centri per la famiglia attualmente concentrati soprattutto in alcune regioni in altre regioni non ci sono per niente e adesso l'idea era di investire almeno 30 milioni e anche altri fondi che però devono passare attraverso un'intesa stato regioni e quindi c'è bisogno di costruire questa intesa per dare dei compiti non soltanto di accompagnamento per esempio alle famiglie in difficoltà ma dei compiti che riguardano prima di tutto il parental control che abbiamo istituito attraverso il decreto Caivano e che ci deve essere una formazione nei confronti dei genitori e anche dei nonni eventualmente proprio attraverso i centri per la famiglia ed è il primo compito istituzionale che abbiamo dato ai centri per la famiglia. Il parental control perché le app per controllare diciamo così quanto tempo un giovane un bambino deve passare davanti ai device col telefonino in mano eccetera a quali siti può accedere che cosa concretamente fa quando lo vediamo col telefonino e quindi avere un po' di controllo su questo. Ma quindi questi centri faranno formazione? Faranno formazione perché il problema è appunto le app già esistono adesso noi li abbiamo messe di routine nel senso che le aziende le inseriranno di default diciamo sui nuovi device però il problema è che essendo già esistenti e pochissimo utilizzate abbiamo individuato il problema proprio nella formazione cioè noi genitori e nonni non abbiamo una formazione sufficiente per attivare queste app per saperle gestire e per quindi controllare su come questi nostri nipoti o figli usano il telefonino su quali siti vanno che cosa vedono in che modo insomma questo incide sulla sull'educazione dei ragazzi perché sappiamo che ormai per esempio per i siti pornografici il primo accesso è a sei anni e quindi che cosa significa questo nella formazione di un immaginario anche sessuale affettivo per un bambino di sei anni possiamo insomma pensare anche qui è un tema di prevenzione e di formazione culturale forse perché io credo che nessun parent al control che può tenere rispetto poi a determinate scelte dei ragazzi o determinate suggestioni a noi questo interessa soprattutto perché un parent al control su un bambino di sei anni cioè attivare il parent al control per un bambino piccolo e su bambini piccoli soprattutto questo può avere accedere a siti inadatti inadeguati può avere danni può fare danni veramente devastanti e poi altri compiti di questi centri anche noi siamo molto curiosi a quanti centri vorreste arrivare ci diceva sono 5 attualmente sono tra i 5 600 5 6 anche la cifra è chiarissima perché spesso sono associati ai consultori quindi insomma non è siamo abbiamo fatto una verifica ma insomma adesso dovremo farla con più accuratezza proprio perché vogliamo moltiplicarli e affidargli attraverso appunto anche l'attribuzione di risorse affidargli questi compiti di accompagnamento i primi sono proprio in particolare per esempio di informazione e formazione sulla questione delle droghe in particolare del fentanil sappiamo che sta cominciando ad arrivare anche nel nostro paese e quindi mettere in non dico in allarme ma insomma dare alla ai genitori ai nonni ormai mettiamoli sempre dentro gli strumenti per capire quali possono essere i segnali di allarme quali possono essere i segnali che ti inducono a qualche sospetto diciamo e come affrontarli quindi questi sono i primi compiti che già vogliamo affidare ai centri per la famiglia ma ce ne sono altri per esempio l'accompagnamento delle donne nei primi mesi per esempio dopo la nascita del bambino perché oggi proprio il fatto che le reti parentali si sono smagliate che la famiglia si è ridotta si è ridotta proprio la presenza di le zie di le mamme anche cioè non sempre le nuove giovani coppie vivono dove ci sono i genitori e comunque non è non sono immerse in una rete parentale che le può accogliere e accompagnare quindi le madri sono molto sole spesso le ragazze di oggi non hanno mai preso un bambino in braccio prima di decidere di diventare madri a loro volta perché non hanno avuto questa esperienza intorno a sé quindi quando hanno il rapporto con il bambino nei primi mesi si sentono prive di informazioni che calde come dire informazioni cioè non soltanto prese dai libri o quando vai dal pediatra ma attraverso un accompagnamento amicale come era prima quello delle mamme delle zie delle amiche che hanno avuto altri figli spesso oggi non hai amiche che hanno avuto figli e così via quindi un accompagnamento che stiamo studiando grazie allora tornando al discorso appunto della scelta delle donne lei citava prima il fatto che molte donne dopo già dopo il primo figlio scelgono di non di abbandonare il posto di lavoro spesso perché si trovano in un ambiente non consono o perché non riescono proprio a conciliare tempi di vita di lavoro una su cinque abbandona il lavoro ad oggi ed è un dato preoccupantissimo a fronte del quale è importante che ci sia un'azione forte da parte delle imprese allora promuovere diciamo il sostegno alla conciliazione dei tempi di vita di lavoro forse è una delle chiavi ma proprio dalla fonte cominciando dalla fonte cioè da quello che è il luogo di lavoro per diffondere anche una maggiore fiducia da parte delle donne rispetto alla possibilità di avere uno o più figli perché perché poi per una donna oggi non lavorare è sicuramente un fattore che esclude da buona parte della società della vita attiva quindi al di là di quello che possano scegliere le singole persone decidere di ridicarsi al lavoro domestico che peraltro ricordiamo è scandalosamente non retribuito e non considerato e quasi sempre al 99 per cento grava sulle spalle delle donne ci deve essere poi una un incoraggiamento vero da parte delle aziende da parte delle imprese allora voi avete promosso anche questa misura a che punto siamo cioè le imprese quanto aderiscono anche a un protocollo di tutela di perseguimento delle pare opportunità noi abbiamo due strumenti su questo che mirano a questo obiettivo il primo uno strumento che p n r r la certificazione di genere e devo dire che tra l'altro in entrambi i casi cioè sia nella certificazione di genere sia grazie anche al secondo strumento che un codice di autodisciplina quindi del tutto volontario ad adesione volontaria abbiamo trovato molta risposta da parte delle aziende del mondo imprenditoriale cioè c'è una sensibilità che sta crescendo sul tema della denatalità e sul tema dell'accompagnamento alla genitorialità sta crescendo perché le imprese stesse si trovano di fronte al primo problema cioè la forza lavoro quindi trovare lavoratori a tutti i livelli fra l'altro non soltanto ai livelli più bassi diciamo anche ad alti altissimi livelli cioè qui manca continuano a mancare persone che effettivamente siano adeguate alle richieste questo è un problema per esempio è un problema che investe anche la sanità e non soltanto non soltanto il mondo delle imprese ma certamente su questo le imprese cominciano ad avere a sviluppare una sensibilità molto evidente e questo lo si vede nella adesione che abbiamo avuto alla certificazione di genere noi dovevamo raggiungere un obiettivo che era 800 imprese certificate entro il 26 siamo arrivate a oltre 2.200 imprese già certificate e stiamo andando avanti con la nuova Trash che è quella delle piccole e medie imprese che hanno necessitano un accompagnamento per la certificazione su questo abbiamo chiuso il bando da poco quindi Union Camera sta cominciando a esaminare i bandi perché su quello anche c'è un investimento proprio per accompagnare le imprese verso la certificazione la certificazione di genere da alcune alcune premialità nei bandi soprattutto ma anche sul piano fiscale e anche sul piano delle garanzie di fede e uscione quindi una piccola riduzione anche su questo e invece l'altro strumento e naturalmente prevede una serie di requisiti la presenza ovviamente di donne a tutti i livelli la progressione di carriera la conciliazione la trasparenza insomma molti requisiti devo dire e invece l'altro strumento è più easy diciamo più semplice e l'abbiamo lanciato qualche mese fa e hanno aderito immediatamente a un centinaio di imprese e è mirato più direttamente sulle questioni che riguardano la conciliazione quindi sul rientro per esempio dalla maternità dalla senza per maternità perché è lì che vediamo che si crea il gender gap anche sul piano del del soprattutto sul piano della progressione di carriera ma anche il gender pay gap che poi si riflette nel gap pensionistico ovviamente quindi questo secondo strumento che sollecita la responsabilità sociale di impresa perché non ha per il momento primialità anche se ci stiamo pensando quindi il codice deontologico siamo esatto è un codice deontologico che su tre punti in particolare il rientro dalla maternità quindi pensando a forme di coaching sostanzialmente che accompagni le donne che dopo la maternità devono riprendere la progressione di carriera non devono sentirsi smarrite come quando a scuola facevi una lunga assenza del malattia e non sapevi più dove era arrivato il programma più o meno e l'altro punto è il fatto di essere valutate secondo gli obiettivi raggiunti e non soltanto secondo la presenza in azienda quindi forme anche di elasticità e di valutazione secondo appunto il criterio del raggiungimento degli obiettivi su questo le aziende diceva si stanno muovendo stanno cominciando a muoversi sul codice deontologico sì assolutamente adesso noi vogliamo anche qui implementarlo e verificare come possiamo anche premiare le aziende che l'hanno fatto proprio intanto c'è stata appunto una buona risposta e stiamo raccogliendo le buone pratiche che le aziende ci stanno mandando perché prima di tutto alle aziende che hanno aderito al codice abbiamo chiesto di fornirci l'album delle loro buone prate diteci cosa fate esatto diteci cosa fate e noi anche perché queste buone pratiche ce ne sono tante devo dire onestamente che nelle aziende soprattutto ovviamente nelle grandi aziende ma non soltanto ci sono moltissime buone pratiche che vogliamo raccogliere perché diventano proprio un piccolo nucleo da cui partire per decidere che cosa poi produce effettivamente effetti positivi e che cosa no. Pensate a un bollino? Stiamo pensando appunto sì certo vediamo adesso che cosa cosa possiamo mettere in campo ma soprattutto vogliamo partire da questa verifica di buone pratiche. Grazie Ministra allora la legge di bilancio è ancora fintamente lontano perché ovviamente ci si sta già cominciando a pensare e specialmente voi immagino e lei l'ha citata quindi io non posso non fare un passo indietro chiedendole se ci può anticipare un'ipotesi di misura o di più misure che potrebbero trovare spazio dal punto di vista del sostegno alla maternità anche in termini di rafforzamento del già fatto. Non le dico se può magari in termini di cifre perché so che peraltro siamo in un periodo estremamente difficile visto anche com'è andata con il DEF però vorrei capire se c'è già qualcosa che ci può anticipare qui. No io vi ho anticipato quello che faremo tra poco appunto sui centri per la famiglia e perché questo riguarda un'iniziativa del mio ministero quindi posso anticipare. Per quanto riguarda la legge di bilancio troppe sono ancora i dati che non abbiamo a disposizione tra l'altro sappiamo quanto pesato e continuerà a pesare il disastro prodotto dal bonus 110% e quindi ci sono ancora troppe verifiche da fare perché io possa legittimamente anticipare qualcosa. Quello che abbiamo detto crea già sufficientemente un quadro chiaro cioè noi abbiamo messo questo problema al centro e abbiamo considerato questi tre pilastri fondamentali cioè appunto il trasferimento diretto tra l'altro in questo momento stiamo difendendo l'assegno unico dalla procedura di infrazione avviata dall'Europa quindi anche questo è diciamo qualcosa di cui non dobbiamo vedere come va a finire come va a finire anche questo problema in procedura di infrazione quindi il trasferimento diretto il lavoro femminile quindi conciliazione congedi tutto quello che aiuta le donne a conciliare e però anche la promozione anche del lavoro femminile e anche dell'imprenditoria femminile. Noi anche su questo abbiamo messo una cifra inferiore a quello che avrei voluto ma abbiamo messo anche su questo. Quanto avete messo? 6 milioni per l'imprenditoria femminile e la terza appunto sono gli asili nido quindi i servizi per l'infanzia e anche su questo abbiamo appena stanziato a 60 milioni per i centri estivi e fra l'altro il ministro Alditare ha aperto le scuole ha stanziato altri fondi per l'apertura delle scuole d'estate quindi questi sono i nostri tre pilastri su cui vogliamo intervenire. Poi vedremo. Grazie. Chiuderei perché il tempo stringe con una citazione di una indagine e stat inedita che riguarda le giovanissime generazioni perché mi piace anche chiudere questa conversazione per cui la ringrazio con una visione, tornando alla visione ampia, al di là delle misure che ovviamente sono pane quotidiano e sono importantissime per noi qui al Festival dell'Economia, tra gli 11 e 19 anni i giovani si dichiarano timidamente interessati alla famiglia, al di là del matrimonio o non matrimonio, però al discorso anche di avere dei figli uno più figli. Tutto questo è da leggere ovviamente in chiaro scuro anche perché tutti i giorni ormai escono indagini che a volte si sovrappongono, a volte sono contraddittorie rispetto a quello che è il gelo demografico che stiamo vivendo e anche rispetto alla propensione ad avere figli. Però appunto c'è questo timido ottimismo, questa timida disponibilità che cozza, come spesso succede poi con la condizione economica delle famiglie di origine, nel senso che la propensione è più alta come anche intuibile ad avere figli o mettere su famiglia nei ragazzi che sentono di appartenere ad una famiglia con le spalle un po' più coperti dal punto di vista economico ed è ovvio che il fattore povertà che peraltro sta mordendo fortissimo il nostro paese incide, ma non c'è bisogno di essere poveri, basta semplicemente non avere moltissimi mezzi in famiglia per fare un passo indietro idealmente. Allora come si possono commentare questi dati? So che lei è stata un'attenta elettrice anche di questa indagine, l'ha commentata nei giorni scorsi su Un Quotidiano e mi farebbe piacere chiudere con una sua visione rispetto a queste prospettive perché poi è nei giovanissimi che noi possiamo intuire eventualmente un cambio di passo rispetto a quello che è l'esistente. È un po' quello che dicevamo all'inizio, cioè la leva economica in particolare anche per alleviare la povertà infantile, i sintomi, gli effetti soprattutto sulle giovane generazioni delle mancanze di opportunità dovute a una situazione economica non florida e quindi soprattutto questo le mancanze di opportunità. Quello è ovviamente la leva che noi possiamo attivare come governo più facilmente ed è quello che stiamo facendo. Lo abbiamo fatto proprio con tutti i provvedimenti che ho appena a cui abbiamo accennato perché non li abbiamo illustrati fino in fondo e che sono stati una preoccupazione del nostro governo fin dal primo momento. Quindi questo certamente è quello che noi possiamo fare con più facilità ma questo deve essere accompagnato da un cambiamento culturale. Questa è la cosa fondamentale ed è questo che si può vedere in quella ricerca che lei ha citato perché comincia, spero, ad avere effetto proprio il tentativo che noi stiamo facendo di tornare a dare valore sociale alla genitorialità, valore sociale alla maternità che non è affatto premiata, appunto noi parliamo di penalty, parliamo di difficoltà per le madri, invece dovrebbe essere una condizione premiata, una condizione valorizzata socialmente, una condizione che ha prestigio sociale sostanzialmente. Cioè le madri sono la maternità soprattutto ma la genitorialità in generale è il lavoro più socialmente utile che ci sia. Quindi quando siamo genitori facciamo qualcosa non solo per noi stessi, per la nostra felicità personale, facciamo qualcosa per la sovrabbondanza di vita che trasmettiamo e che quindi implica proprio la felicità dell'essere al mondo. Facciamo però qualcosa per tutti e tutti devono considerare che stiamo facendo qualcosa per tutti. Quindi anche da parte della società ci deve essere una considerazione, una valorizzazione che deve riflettersi sia nelle questioni pratiche, quindi in tutte le cose che abbiamo detto nei provvedimenti con cui vogliamo facilitare l'essere genitori, ma anche nella cultura. Quindi questo è se non produciamo questo cambiamento e questi primi segnali a cui lei accennava sono fondamentali perché proprio il fatto che si producano nelle giovani generazioni, giovaneissimi è importantissimo. Ecco questo è un primo elemento positivo, se non facciamo questo, se non mettiamo insieme un cambiamento materiale e un cambiamento immateriale allora non riusciremo a ottenere quello che vogliamo. Si può chiudere con uno slogan che dobbiamo mettere tutte le donne che lo desiderino nelle condizioni di avere uno o più figli. Certo questo è fondamentale quello che lei ha detto, lo desiderino perché è un elemento di libertà. Io penso che la libertà femminile è il punto su cui dobbiamo veramente agire e che dobbiamo valorizzare. Le donne devono essere libere, libere di fare i figli che desiderano se lo desiderano, libere di non farli, libere di poter conciliare appunto il desiderio di essere madri con tutte le opportunità che oggi la vita offre e che giustamente le donne vogliono cogliere, cioè quelle di essere donne che fanno un lavoro che amano, donne che fanno politica, donne che diventano presidenti del Consiglio. Grazie, qui chiuderei, grazie a tutti per averci seguito, grazie alla ministra Eugania Roccell.
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