Comunità energetiche alla prova dei fatti
Incorpora video
Comunità energetiche alla prova dei fatti
L’evento è focalizzato sul ruolo delle comunità energetiche nella transizione verso un futuro energetico sostenibile. Il dibattito, moderato da Davide Tabarelli, presidente di Nomisma Energia, ha portato una varietà di punti di vista e esperienze da diverse realtà, quali il caso di successo della prima Comunità Energetica Rinnovabile in Trentino, presentato da Laura Borsieri di CEDIS, Giacomo Cantarella, Business Development Manager di EPQ, ha esplorato le opportunità e le sfide legate alle Comunità Energetiche e Sara Capuzzo, presidente di ènostra, azienda coinvolta in 14 progetti di comunità energetiche e autoconsumo, ha riportato il successo del più grande impianto eolico collettivo in Italia, situato in Umbria vicino a Gubbio.
Sottotitoli creati dalla comunità Amara.org Grazie, buongiorno di essere così numerosi nonostante l'ora e il caldo anche. Parliamo oggi di comunità energetiche alla prova dei fatti. Parliamo di comunità, faccio una spoilerata clamorosa. Mi hanno chiesto poco fa qual è il nome del festival dell'anno prossimo per l'energia. Ho detto comunità, ho detto prima nucleare, visto che non sarebbe venuto nessuno, avrebbero occupato. Allora invece comunità è la cosa più importante. Oggi parliamo di comunità energetiche, soprattutto parliamo di queste di CER, è un'oretta di lavoro che facciamo. Comunità energetiche rinnovabili, perché è uno dei pilastri della politica energetica europea degli ultimi ormai 10-15 anni. Ovviamente le fonti rinnovabili, l'ultima direttiva, Red2 più importanza, poi tutte le nostre regolamentazioni italiane che non stanno arrivando, i signori sono molto più informati di me. Però la sostanza è questa, io sono a volte un po' critico, mi scuso con voi, delle questioni sulle rinnovabili, però anche una centrale nucleare per essere fatta, magari non avremo più bisogno, ma per essere fatta ha bisogno delle comunità. Quello di cui parleremo oggi è un futuro, ma a me piace sempre ricordare il passato, cioè le comunità che qua in Trentino, e oggi avremo un bellissimo ricordo anche di quella lì di Storo, ma io vengo, come raccontavo qua dagli amici dei dirigenti delle cooperative di Trentino, vengo soprattutto da Romeno, dove c'era il Lanzerotti che ha fondato il SAIT, che ieri ho studiato, cosa vuol dire SAIT, sfido chi è qua dentro a dirlo, che vuol dire sindacato, agricolo-industriale Trentino, ecco questa commissione agricolo-industriale che è del 1880, qualcosa del genere, è una questione ancora centrale, perché mi hanno chiesto di venire a parlare di energia lotto, perché l'energia è una questione industriale, stiamo facendo una rivoluzione difficilissima, la vogliamo, la dobbiamo fare, la dobbiamo fare per salvare il pianeta, che secondo me non è così messo male, però facciamola, questo passa per le fonti rinnovabili e uno strumento importantissimo per farle è con le comunità, il posto in Europa dove ci sono più storie di comunità è in questa regione, nell'Arco Alpino, ecco magari anche Svizzera, a Austria o Francia, però qua è una bellissima storia, poi purtroppo noi siamo un po' in ritardo, io ringrazio chi ha organizzato questo, cioè la fondazione, lo studio, la società di studi, l'Istituto di ricerca sulla cooperazione dell'economia sociale, ecco perché, io scusate se faccio ancora battuta, ma che vi voglio anche provocare per le domande finali o durante anche, io le chiamo le comunità o i comunisti dell'energia, che è un po' brutto da dire, però quell'aspirazione al socialismo, la giustizia, a fare qualcosa di positivo per la gente motivava quel grande movimento che insomma è stato nel novecento un fallimento, però quello deve essere un'aspirazione sempre per i nostri giovani, lo dico qua a due passi dalla facoltà di sociologia fra l'altro che è occupata dai giovani, insomma adesso parte questo questa è l'energia importantissima per il nostro futuro, perciò oggi ne parleremo, c'è molto sociale l'idea anche di aiutare i poveri con divisione, per aiutare la gente che fa più fatica, allora io partirei comunque, ve li presento, abbiamo Laura Borsieri, Laura, lei rapporti con l'autorità e reporting del CEDIS che è il consorzio elettrico di Storo, vi dicevo da Storia di Storo che ha più di cento, però non andiamo a parlare di Storo perché la gente è interessata alle bollette di quest'anno dell'anno prossimo, poi abbiamo Giacomo Cantarella che è business developer della EPQ che è una società, la posso dire, c'è scritto, della Dolomiti energia che è Dolomiti come dice, non dice poco il nome, però ha preso la proprietà di questo patrimonio enorme che l'anno scorso questi giorni le bollette erano, il prezzo dell'elettricità era 550 euro, 700 è stato anche euro per megavattora, a Massenza o a Santa Giustina costava 10, la differenza non voglio speculare su dove siano andiamo avanti, poi abbiamo Sara Capuzzo, presidente della cooperativa E nostra che ha sede a Minano però, che sta portando avanti parecchie iniziative di comunità dell'energia e perciò io ho la penna, carta e penna per prendere appunti perché devo imparare, pertanto comincerei da Laura Borsieri che ci racconti che cos'è adesso ma che mi tiri fuori un po' di storia che loro hanno una delle prime comunità dell'energia d'Italia, prego. Sì, buongiorno a tutti, effettivamente abbiamo realizzato la prima comunità energetica rinnovabile del Trentino nel 2021, diciamo che partivamo avvantaggiati perché come cooperativa elettrica storica il modello dell'autoproduzione da fonte rinnovabile da destinare all'autoconsumo dei soci è un modello che ci appartiene da oltre un secolo in realtà compiamo 120 anni l'anno prossimo anche se non li dimostriamo, spero. No lei no di sicuro. Grazie. Abbiamo diciamo raccolto questa sfida perché nel 2020 c'era il recepimento anticipato della norma della Red 2 tra l'altro uno dei pochissimi casi nella legislazione italiana che permetteva di fare le prime comunità energetiche rinnovabili in forma sperimentale, abbiamo partecipato anche a un bando di RSE che studiava questi primi progetti pilota abbiamo deciso di ricerca sistema energetico, abbiamo deciso di promuovere questa iniziativa perché la trovavamo perfettamente coerente con quello che era la nostra storia perché lo scopo della cooperazione è proprio quello di cercare di dare il vantaggio sui propri territori sfruttando quelle che sono le opportunità che si presentano. Siamo stati fortunati, non ci prendiamo tutto il merito perché indispensabile è stata l'attività dei cittadini perché comunità energetica rinnovabile, sì energetica rinnovabile ma la prima parola è comunità, il cittadino deve sentirla, deve partecipare. Quanti sono i cittadini della questa comunità? Il borgo che abbiamo individuato dove abbiamo realizzato questa comunità sono 54, ricordiamo che il recepimento anticipato della norma circoscriveva la possibilità di realizzare comunità energetica all'interno della cabina secondaria, quindi cabina di trasformazione media bassa quindi quartiere per capirci. Ora avete già capito che è una cosa complessa l'elettricità, noi facciamo comunità, non è come andare a fare la sorte su Perelmont, l'elettricità, il filo è complesso e noi il futuro dobbiamo farle con l'elettricità, cabina secondaria, primaria, in queste città è 46? 50 qua, circa. Chiedevo, ognuno vuol dire un contatore? Esatto, infatti i partecipanti alla comunità energetica rinnovabile sono appunto i contatori, pod si chiamano in giocotecnico, per point of delivery sarebbero. Ma quindi sia produzioni che consumi dove il consumatore non è più il fruitore, il passivo del servizio ma diventa non solo produttore ma autoproduttore, quindi sviluppando anche una consapevolezza, diciamo anche responsabilità da un certo punto di vista. Dove riesce anche ad arrivare a modificare i propri consumi per avere un vantaggio maggiore nell'autoconsumo virtuale di questa comunità. Ecco, e il chilo vattora che consuma questa comunità? Tecnicamente l'incentivo, la tariffa incentivante che è riconosciuta dal GSE è sull'energia condivisa, ossia autoconsumata virtualmente, ossia sul valore minore nella stessa ora tra produzione e somma dei consumi. Non ho capito niente, è complessa, però in totale cosa consumano tutti? È più semplice di quello che sembra, nel senso si mette in condivisione una produzione con un numero di cittadini partecipanti alla comunità energetica rinnovabile, non serve il collegamento diretto quindi si utilizza la rete che già esiste e si ha la possibilità di avere un premio, un incentivo quando nello stesso momento in cui l'impianto produce un cittadino consuma. Benissimo, voglio sapere la potenza installata dell'energia rinnovabile che immagino sia fotovoltaica? Sì, allora l'impianto che abbiamo realizzato è di 18 kW, comunque proporzionato a quello che era il piccolo borgo e anche perché il limite della norma anticipata era in 200 kW. Sappiamo che il decreto legislativo 199.2021 è esteso invece alla cabina primaria la possibilità di realizzare comunità energetica rinnovabile. Primaria vuol dire che è una cascata l'energia elettrica che consumiamo, grandi impianti, centrali nucleari, centrali al carbone, l'idroelettrico è più giù giù a cascata, le cabine primaria hanno sotto tante cabine secondarie, se noi andiamo sulla primaria prendiamo dentro tantissima potenziale gente che può partecipare alla comunità, perciò immagino che ne so trento, quante cabine primaria avrà? Due, pazzesco. Ecco allora su questo punto, Giacomo, andiamo sull'aspetto legale, se te la senti, io lo sarei terrorizzato, perché diceva, loro due anni fa hanno fatto un recepimento anticipato perché c'era una norma transitoria che consentiva, perché la spinta del territorio è quella di farne tante. Allora è stato sfruttato, però c'è tutto il nuovo decreto che sta arrivando e che anche l'altra sera il ministro Picchetto ha detto che sta arrivando intorno all'estate, raccontaci cosa sta succedendo. Si, volentieri, buongiorno a tutti. È un po' paradossale quello che sta succedendo perché, un po' come ci raccontava Laura nel suo territorio, ma in tutto il territorio italiano è nata un'attenzione veramente molto molto elevata a questo tema, al tema delle comunità energetiche, perché è rivoluzionario. Poi vedremo sul medio periodo quali saranno gli effetti, ma è rivoluzionario un concetto in particolare che è quello della condivisione dell'energia, cioè l'idea che producendo in casa mia posso avere un'eccedenza che va a qualcun altro, che sia quello al di là della strada o dello stesso quartiere, è un concetto nuovo che è piaciuto molto. E forse con la complicità della crisi energetica che abbiamo vissuto, a cui tu facevi senno poco fa, sicuramente c'è stata un'amplificazione dell'attenzione a questo tema che si propone di fatto di essere un'opportunità per chi ha la possibilità di installare un impianto. Tu hai delle cifre per dire, sento che dappertutto se ne parla, del resto siamo qua, l'idea di fare questo evento. È la dimostrazione. Sì, ma quante sono ad esempio qua in Trentino? Quelle accreditate, allora a livello nazionale il GSE dichiara una sessantina di iniziative accreditate, ma sono numeri, figli, di quel prerecepimento del 2021 in cui evidentemente il ministero ha dichiarato 15.000 in 4 anni. Esattamente, però il tema è che sarà fatta le regole, che purtroppo non siamo ancora a quel momento, ma adesso ti rispondo su questo, sarà veramente qualcosa pervasiva, perché basta veramente un piccolo impianto anche da 3 kW, è un consumatore che si candida a consumare quell'eccedenza di impianto per mettersi nella condizione di condividere delle energie, quindi di far nascere una comunità energetica. Veniamo al decreto, e poi ti rispondo sul Trentino, il 199 è il decreto di recepimento della direttiva europea che è addirittura di dicembre 2018, è il decreto 199 di dicembre 2021, la RED2 che è la direttiva europea sulla diffusione delle rinnovabili, renewable energy direct. Rinnovabili energy e direttiva in inglese, RED2, perché c'era stata la 1 che era del 2008? Sì, credo di sì, comunque la sua seconda realista, stiamo già parlando della 3, ma non abbiamo ancora finito di recepire completamente la 2. No, dicevo, il decreto 199 di dicembre 2021 prevedeva 6 mesi di tempo per la definizione di un decreto attuativo all'epoca ad appanaggio del mite, perché avevamo il mite che nel frattempo poi è diventato omase, c'è stata in mezzo la crisi energetica, il cambio di governo attenuanti, in ogni caso i 6 mesi di tempo sono stati completamente sforati, oggi siamo a un anno dalla scadenza, quindi anziché 6 mesi è trascorso già un anno e mezzo. Pare, almeno così apprendiamo dalle fonti ministeriali, che siamo addirittura d'arrivo, quindi che questo decreto che definirà gli incentivi sia addirittura d'arrivo e ci aspettiamo che possa essere veramente... Ma i ritardi era per i problemi con la commissione europea? Allora, c'è stato un ritardo sicuramente italiano perché prima ci voleva un testo da poter condividere con l'Europa, i ritardi degli ultimi mes e mezzo sembrano essere dovuti a un dialogo con l'Europa non ancora risolto sui contenuti del decreto e quindi sul livello di incentivazione che viene erogato. Adesso Sara Capuzzo di Presidente di Anonstra ci racconta questo, se non ricordo male, 110 euro megawatt ora, 11 se è sufficiente, poi ci sono i costi di trasporto risparmiati, una po' di speculazione su questi livelli. Sì, buongiorno a tutti, grazie per l'invito. Volevo intanto dire che mi sa che quel titolo lì, comunità energetica, la prova dei fatti, è meglio riciclarlo l'anno prossimo perché la prova dei fatti è un po' presto. Quindi adesso appunto stiamo ancora parlando, questi 110 euro megawatt ora è quello che era previsto nell'incentivo, quello che vale adesso fin tanto che non è approvato il nuovo decreto. Il nuovo decreto introduce delle complessità anche nel tema dell'incentivo perché prevede che al crescere del prezzo in energia decresca l'incentivo, cosa anche un po' bizzarra se vogliamo perché se in bolletta il membro della comunità sta pagando di più, se io decurto l'incentivo di fatto gli sto riducendo il beneficio. Però lì bisogna anche un po' mettersi d'accordo su come si legge la comunità energetica, se si immagina che ci sia il produttore e il membro che coincidono o se invece sono due soggetti diversi. Cioè è una complessità veramente a livello anche proprio di definizione della normativa su cui devono trovare la quadra. Noi sul sito del GSA che tutti potete consultare, che è fatto benissimo anche perché lo paghiamo noi, perciò di tutti noi andate a visitarlo, ogni tanto ci si perde, c'è scritto che sono 76 fra comunità e aggregazioni, invece in Germania quante sono? Allora in Germania ce ne sono migliaia, ma in realtà sono migliaia perché in Germania la tradizione della cooperazione energetica, quindi della condivisione dell'energia, questi cosiddetti cittadini energetici, quelli che partecipano alla produzione e al consumo dell'energia è una tradizione che affonda le radici in 40 anni fa probabilmente anche di più. Lì hanno delle grandi esperienze, in realtà il numero che conosco che sicuramente è aumentato è che dice che il 45% della produzione rinnovabile in Germania è nelle mani dei cittadini energetici ed è un dato del 2016, quindi sicuramente è nato crescendo in questi anni, quindi vuol dire che lì è proprio un modello che è di successo e consolidato e quindi bisogna anche un po' ispirarsi a quello che è successo in questi paesi. Quali sono i vostri suggerimenti per velocizzare o perché diventi un successo anche in Italia? Allora sicuramente l'opportunità di allargare i confini alla cabina primaria cambia completamente gli orizzonti. C'è in Germania anche questa? In realtà le regole sono diverse in tutti i paesi, infatti siamo stati recentemente ad Atene, abbiamo incontrato le cooperative energetiche dei vari paesi e noi c'era la mappa di come è recepita, l'Italia era verde, perché voi siete più avanti, c'è il recepimento di transizione, quindi le intenzioni in Italia di sperimentare c'erano, quindi quella sicuramente è stata un'ottima intuizione che però non è stata usata benissimo perché in questi due anni e mezzo, ormai andiamo verso i tre, si potevano fare molte più esperienze perché quelle avrebbero aiutato a recepire in maniera più efficace la normativa definitiva. Quindi di fatto alcune complessità burocratiche che ci sono in realtà non hanno ragione di essere. La vostra società, la vostra cooperativa ne ha già. Allora noi seguiamo come consulenti terzi, quindi non siamo parte della comunità energetica ma affianchiamo, in particolare sono enti locali che ci coinvolgono. Quindi non è sufficiente scusi una di queste belle società come la Dolomiti Energia o Enel X o A2A che fanno tutte queste cose belle per i loro clienti, sono così bravi, intelligenti, com'è che ne fanno così tante? Voi tra l'altro ce ne sono tante di comunità da loro. Che ne fanno così tante che questi player che diceva? Sì, questi distributori, venditori di elettricità, no, lo so la risposta, però vorrei così per spicolare un po'. Allora in realtà questi modelli vogliono un po' partire dal basso, quindi vogliono proprio essere iniziative che vengono promosse, condivise, elaborate, rilette dal territorio. Anche nella ripartizione dei benefici c'è spazio per stabilire le regole, sono i membri stessi che decidono come vogliono ripartire. Ci sono iniziative che stanno seguendo anche noi dove tutti i benefici, per esempio un caso al municipio ottavo di Roma. Qual è? Il municipio ottavo è Garbatella, dove c'è la mia amica Giorgia. Certo, esattamente lì e la invitiamo ad aderire. In questo caso è un'associazione di genitori di una scuola che ha deciso di avviare in collaborazione col comune questo progetto e tutti i benefici verranno destinati alle iniziative della scuola, quindi in questo caso loro rinunciano per dire. Quindi ci sono iniziative che hanno un carattere totalmente sociale e in ogni caso, come diceva lei prima, ci sono esperienze che riguardano la povertà energetica, dove si cerca di dare dei privilegi, dei vantaggi maggiori ai consumatori vulnerabili e questo si può fare in mille declinazioni. Ho capito. Voi a Storo però non avete della gente, delle famiglie povere. Per fortuna no. Il vostro impianto dove è? A terra innanzitutto su un edificio? È stato realizzato sulla copertura di un edificio comunale. L'impianto è stato realizzato sulla copertura di un edificio comunale. La scuola? La scuola, esatto. Fortunatamente non abbiamo casi di povertà energetica ma anche perché la cooperativa elettrica storica appunto che presiede il territorio, noi, già abbiamo incontro al prezzo dell'energia con la propria autoproduzione. Anche nel nostro caso i membri della comunità hanno deciso di destinare tutti gli introiti della comunità energetica per il territorio ma la normativa lo dice espressamente che la comunità energetica innovabile deve offrire i benefici ambientali, sociali ed economici prima ancora che perseguire il profitto. Per esempio nel nostro caso i benefici sono stati destinati all'abbellimento del borgo, al recupero e alla pulizia dei sentieri montani. Abbiamo anche realizzato un impianto di ricarica per i bike, questo anche per favorire delle nuove iniziative, delle nuove opportunità per il territorio stesso legate al turismo che è un altro dei fiorellocchiello del nostro territorio. Allora i guadagni dove vengono generati sono ogni kWh che viene condiviso, autoconsumato virtualmente, viene valorizzato da questo incentivo riconosciuto dal GSE e riconosciuto alla comunità che poi decide appunto come diceva Sara come ripartirlo e se ripartirlo o a cosa destinarlo. Allora l'impianto che avete installato quanti kWh è? Un 18 kWh quindi potenzialmente produce un 18.000 kWh a noi. Li condividete tutti? Quasi, teniamo conto un 90%. 15.000 per 0,11 fa 1500 euro all'anno. Esatto, che vengono destinati per la comunità, giustamente i numeri sono piccoli perché la comunità è piccola. Ma l'impianto chi l'ha pagato? L'impianto in questo caso l'abbiamo finanziato noi come cooperativa per i nostri soci. Può essere comunque tranquillamente autofinanziato dai membri della comunità energetica rinnovabile rivolgendosi anche magari al credito. Ok, volevi aggiungere qualche chiarimento? No, volevo rispondere alla tua provocazione prima anche del coinvolgimento delle multi utility. Scusa, ti ho tirato in mezzo. No, solo per dire che sta emergendo già da questa chiacchierata di oggi che c'è una complessità di sottofondo in questo argomento che ovviamente non può essere lasciata alle mani del cittadino o dell'impresa locale ma deve essere in qualche modo gestita. Ed esattamente questo è il motivo per cui noi in particolare e soprattutto in territorio Trentino ci stiamo occupando dell'argomento per restituire al territorio la possibilità di sviluppare iniziative in maniera semplificata. Ma voi cosa ci guarda niente? Il partner tecnico che vorremmo fare in queste iniziative. Beh, allora racconto un caso concreto che rappresenta anche il perché c'è interesse del gruppo su questo argomento d è un'iniziativa che è stata anche raccontata a mezzo stampa che sta partendo a Rovereto. Un impianto realizzato dal gruppo Dolomiti Energia sul tetto di un edificio del gruppo, un grosso impianto. Foto voltaico. Foto voltaico, si parla di 530 kW, che sarà messo a disposizione di una comunità energetica che nel frattempo è nata. Questa comunità energetica a questo punto ha la possibilità di crescere sia in termini di numero di soggetti coinvolti perché utenti interessati a consumare energia rinnovabile ne potranno far parte, sia in termini di impianti. Il nucleo iniziale è sette impianti. Stiamo aspettando ad accettare ulteriori utenti soltanto perché manca il decreto e quindi senza il decreto non... E i potenziali partecipanti? Beh, sono centinaia senz'altro perché quella cabina primaria a Rovereto abbraccia mezza città. Quindi si tratta di un contributo veramente molto rilevante sul territorio. Però il senso è quello di mettere un germoglio che possa fiorire in un territorio. Chi domani avrà un impianto foto voltaico di proprietà magari da 5, 6, 10 kW in casa propria potrà vedere nella comunità energetica l'opportunità di condividere con gli altri l'energia generando un valore. Poi che questo valore diventi, mi metto un euro in tasca o ricaduta sociale o di sostenibilità sul territorio, una scelta della comunità. Il caso di Rovereto anche in quel caso di tutto va in progetti territoriali, non in tasca dei cittadini. Dovrei saperlo, perciò metto subito quegli 11 centesimi o 110... O quelli che saranno, perché... Quelli che saranno più gli 8, insomma intorno a 11. Chi li paria? Eh, questa... Cioè vanno in bolletta? Come sempre succede nei meccanismi incentivanti alle rinnovabili almeno fino a ora, diventano una componente ricaricata in bolletta nella SOS, che è quella di sostegno ad iniziative. Che è quella, sì, degli oneri di sistema storico, capito. Credo che il senso strategico sia quello, diciamo, di accompagnare la transizione, che questo... Sì, a me non piacciono gli incentivi particolari ai fonti rinnovabili, però effettivamente se c'è da aiutare una comunità. Io sempre ero stato positivo su degli incentivi alle fonti rinnovabili nell'agricoltura. Perché gli agricolt... I fondi di investimento australiani, che investono in dominitivi d'energia, oppure degli altri scozzesi, che investono su dei campi, non è la stessa cosa, insomma. Invece queste che hanno dei sviluppi sociali, positivo, ecco. Voi finire qualcosa? No, no, soltanto per aggiungere che ho raccontato, Roberto, ma le iniziative sul Trentino sono tantissime. Stiamo lavorando molto con la cooperazione Trentina anche in partnership proprio perché sia dai territori intese come amministrazioni locali, ma spesso anche da aggregazioni di cooperative e imprese locali, sta nascendo veramente in maniera spontanea dal basso la richiesta di dare supporto alla nascita di iniziative. C'è un limite ai miliardi che dovremmo stanziare come incentivo? Il decreto attuativo che attendiamo ha un contingente massimo da 5 gigawatt in funzione di come sarà tarato l'incentivo, dal P per Q, diciamo, verrà fuori uno stanziamento economico, ecco. Allora, prima una domanda secca all'estero, però in Germania, lei che ci ha... scusa, ti voglio dire tu. In Germania l'esperienza guida storica, ma non sono in città le comunità dell'energia, immagino che siano più rurali. Beh, sono prevalentemente rurali, però voglio dire è un territorio... cioè, il rurale coinvolge veramente alla fine migliori di cittadini anche qui in Italia. Anche già, anche in Germania. Non so dati precisi per cui non posso espormi dando risposte puntuali, però dico anche qui in Italia abbiamo tante situazioni rurali che possono avere... dare espressione a questo modello. Volevo solo se posso aggiungere una riflessione sulla questione degli incentivi. Di fatto grava sempre sulla stessa voce dei glioni di sistema, ma noi stiamo andando adesso verso il termine degli incentivi del conto energia che erano molto più generosi, cioè parliamo di 5 volte tanto, 4 volte tanto, diciamo. Quindi adesso è un meccanismo che impatterà, ma che andrà a sostituire qualcosa che è più gravoso nella bolletta in generale. Per le esperienze che ci sono all'estero ce ne sono di disparate anche come... Qual è il paese oltre la Germania? Attena, ci sono delle comunità dell'energia ad Attena? Ad Attena si, stanno nascendo varie iniziative. Per esempio anche in Danimarca c'è molta possibilità per i cittadini anche di partecipare alle reti. Quindi possono essere proprietari anche delle reti. E quindi partecipare anche a ulteriori servizi, meccanismi di flessibilità o altre opportunità che vengono aperte a quel punto anche al privato cittadino. E poi in realtà è importante, per esempio in Croazia hanno fatto una legge di recepimento che evidentemente voleva ostacolarle, per cui di fatto addirittura solo per registrare una comunità energetica bisogna pagare mille euro e compilare una serie di 17 documenti. Quindi ha una burocrazia incredibile, ha un costo pazzesco, infatti ce ne sono zero. Vuol dire che superano gli italiani? Sì, devo dire che questa volta infatti ce ne sono zero. Noi cosa dobbiamo fare? Se io domattina voglio andare a fare una comunità, adesso immagino che quelli che sono interessati qua lo sanno già, però parte a andare da Dolomiti. Allora prima cosa andiamo da Dolomiti. Il percorso, diciamo, quello che ci sembra che seguiamo, che ci sembra più razionale è quello di partire da dove effettivamente posso andare a produrre dell'energia. Quindi meglio pensare a una superficie più importante dove il kilowatt mi costa meno, piuttosto che magari pensare a tanti singoli impianti individuali, come diciamo gestione delle risorse che devo allocare. Quindi individuare un sito, poi una volta che so quanta energia, quanta potenza quanta energia avrò, a quel punto so anche quante soggetti è bene aggregare. E a quel punto ci sono sicuramente reti locali, associazioni, gruppi. Voi siete a Milano, no? Noi siamo a Milano. Sì, però noi siamo una cooperativa che opera in tutta Italia. Sì, però a Milano è sempre un po', magari noi che non siamo di Milano, sono sempre avanti. Allora, c'è qualche cooperativa a Milano già adesso? Ci sono dei progetti ancora di cooperative, no? Perché avendo anche la scala piccola, il modello cooperativo ha dei costi importanti, per cui è difficile che nascano... Le prime che stanno nascendo, che abbiamo realizzato anche noi, sono associazioni, enti del terzo settore. Le prossime con la normativa regime saranno cooperative, verosimilmente. Il terzo settore mi spieghi che cosa vuol dire? Sono associazioni, esatto, quindi sono a finalità non lucrativa. Per aiutare i poveri che non hanno... Ma in generale anche l'associazione sportiva, l'associazione... Qualsiasi soggetto di tipo associativo. E hanno ovviamente dei costi più bassi, quindi possono essere... Se si aggregano qualche decina di famiglie, è il modello ideale. Se si aumenta di scala, la cooperativa risponde a tutte le caratteristiche di quello che è stato nell'intenzione della direttiva. A Storo quante altri progetti avete oltre questo? Di questo borgo qual è il borgo? Borgo si chiama Ricomassimo. E quanti borghi ci sono a Storo? Borghi il Trentino è pieno. È per quello che il nostro voleva essere... È una frazione. Sì, sì, sì. Il nostro voleva essere, diciamo, effettivamente una sperimentazione, ma replicabile. E adesso si uscirà il famoso decreto attuativo che tutti aspettiamo, anche in scala più ampia. Anche noi stessi abbiamo degli altri progetti sul territorio. Siamo tutti, diciamo, ai blocchi di partenza in attesa di avere delle regole definitive per partire con dei progetti anche più grandi. Pronti per partire vuol dire avere così l'idea poi avere il numero di telefono dell'installatore dell'impianto o voi avete già proprio installato un impianto pronto da regolare? L'impianto deve essere realizzato, diciamo, comunque... Dopo una scadezza? Allora, intanto servono tre cose per fare una comunità energetica. L'impianto di produzione da fonte rinnovabile, servono i cittadini che si aggregano, appunto, alla comunità energetica mettendo a disposizione i consumi da condividere questo modello deve essere eretto da un soggetto giuridico, quindi bisogna registrarsi eventualmente come nuova comunità, come nuova cooperativa. Quindi quello che si sta facendo adesso, quello che tutti stanno facendo adesso, diciamo, è predisporre quello che serve per poi poter partire. Però, effettivamente, finché non si hanno le regole chiare, teniamo conto che, per esempio, l'incentivo è fondamentale per decidere di partire con un progetto meno. L'incentivo dei 110 euro megawatt-ora, quando è stato definito nel 2020, valeva praticamente quasi tre volte il prezzo dell'energia. È vero che il prezzo era depresso, perché era il periodo della pandemia. Non vorrei mica dire che dobbiamo aumentare l'incentivo. Però valeva comunque il doppio del prezzo medio dell'energia, che era stato di 50 euro megawatt-ora per i precedenti dieci anni. Adesso, invece, il valore dell'incentivo vale praticamente il prezzo dell'energia. Quindi sono tutte valutazioni che bisogna mettere sul piatto. Tanto più che il nuovo valore non è ancora definito, ma, come diceva giustamente Sara, c'è una base, una parte variabile in proporzione al livello dell'andamento del prezzo dell'energia con un tetto massimo. Però non abbiamo ancora la certezza. Noi risparmiamo. Quando dobbiamo fare il calcolo economico di quello che è il beneficio che otteniamo economico, consideriamo ovviamente quello che autoconsumiamo o che autoconsuma il proprietario dell'impianto. Quello che risparmia un sacco di soldi sulla bolletta perciò adesso è 25 centesimi. L'energia che viene condivisa è quella che viene immessa in rete. Quindi se c'è un autoconsumo diretto prima, quello non viene considerato. Perciò alla tua scuola. La scuola era vuota, quindi in realtà tutta la produzione va in rete. Il vantaggio, infatti, comunque di questo tipo di nuove realtà è anche tecnico perché vengono realizzate le produzioni in prossimità dei consumi, contrariamente a quello che era l'incentivazione delle produzioni con il famoso conto di energia che cittavamo prima, che andavano invece a incentivare delle produzioni magari realizzate in mezzo al niente. Certo. Questo lo vorrei sottolineare perché è rivoluzionario. Il fatto che l'incentivo non sia un incentivo alla produzione né all'installazione di impianti, ma alla condivisione di energia rinnovabile, è rivoluzionario nel senso che fino a oggi non è mai esistito un incentivo in questa forma qui. Ed è evidente che ha il doppio stimolo, sì di supportare la diffusione di nuove impianti a fonte rinnovabile, ma fare in modo che questi impianti siano vicini ai consumi che dialoghi con i consumatori. Per dare un messaggio molto chiaro, il vecchio concetto della lavatrice di notte non sarà più vero quando avremo le comunità energetiche rinnovabili, perché quando c'è la produzione fotovoltaica e rinnovabile avremo la massima convenienza economica perché il mercato si indirizzerà verso prezzi più bassi, ma anche di incentivo perché in quei momenti ci sarà in più un incentivo a ulteriormente premiare la contemporaneità tra produzione e consumo. La signora Maria farà o il marito, anche gli uomini devono fare la varietà, anche se io non l'avevo mai fatta, devono farla di notte adesso perché stavano attenti... No, è una vecchia idea questa della lavatrice di notte perché l'energia costava meno. L'attenzione c'era allora, c'è anche adesso, farlo quando costa meno, quando c'è la produzione. Non solo, immaginiamo con il tema della mobilità elettrica che sarà pervasivo ovviamente su molti territori. No, ho visto un grande professore molto più esperto di me sulle questioni voglio fare una cosa super sofisticata, cioè andare sulla possibilità con questi... non mi piace usare questi termini inglesi, ma con questi prosumers, di fare una gestione della domanda anche che è quello che dicevi, cioè adattare la domanda alle oscillazioni delle offerte, delle reti, che sarà sempre più forte perché ci sarà sempre più fonti rinnovabili le fonti rinnovabili sono oscillanti, perciò la domanda si deve prendere carico un po' di questa responsabilità di adattarsi alla rete. Andando subito sul territorio... Esattamente, tra l'altro PQ è una società che fa della flessibilità elettrica alla sua attività principale da molti anni. Ovviamente oggi lo facciamo solo sugli industriali alto consumanti, le comunità energetiche però... E' partecipata alle aste eterne di... Esattamente, su internavigilità, uvam... No, non solo, per fortuna. No, quello che volevo dire è che le comunità energetiche, già nella direttiva europea, è previsto che facciano tanto altro nel tempo. Efficienza energetica, partecipazione ai mercati di flessibilità, quindi servizi ancillari, lo potranno fare se e' solo quando saranno organizzati opportunamente per farlo. Ma se avete 48 kW... Noi no, no... Questo sistema italiano che va a 48 gigawatt, o 50, 40, 50 gigawatt, sono 40 milioni di megawatt, che sono 40 miliardi di kW. E voi avete... No, no, ma il tema è che la normativa non ci ha permesso di fare il passettino in avanti. Dentro una cabina primaria si può fare veramente tantissimo. Tu prima hai chiesto di Milano, ma Milano e' suddivisa in 12 o 13 cabine primarie, con una morfologia urbana che e' di palazzi altissimi. Dove rifacciamo gli impianti? Sara, a questo punto, perché non mettiamo, dalla distribuzione di Terna, che non so dove parte tutto sotto, possiamo fare delle comunità nazionali? Se si parla di comunità nazionali, un po' si snatura questa idea di vicinanza della produzione con il consumo, perché l'idea e' quella che nascono si delle iniziative piu' ampie, però che comunque abbiano una relazione stretta con il territorio che rispondano un po' alla volontà, all'indirizzo che incoraggino la partecipazione. Difficile che un cittadino decide di partecipare a un'iniziativa magari versando le capitale se ha una scala talmente ampia che non ha una relazione diretta. Per cui, secondo me, questa peculiarità che fa parte della rivoluzione che dicevano ' anche il fatto che il comune, le famiglie e le imprese partecipano insieme a questo soggetto, mettere insieme soggetti di natura cosi' diversa che normalmente non fondano una cooperativa o partecipano ad un'associazione ' un'altra rivoluzione. Ecco, ho sentito Confindustria, qua siamo a casa di Confindustria, sono le 24 ore, si erano agitati molto sulle comunità per prendere dentro anche le imprese grosse. Esatto. Noi per esempio stiamo facendo dei progetti su... uno lo stiamo facendo in Romagna con le cooperative, alcune che sono state colpite da questa criticità, dall'alluvione, che infatti abbiamo fatto partire ieri una raccolta dedicata alle cooperative di Braccianti, in quel caso noi cerchiamo proprio di creare il match, la combinazione tra bisogno e opportunità. Cioè, se c'è un'impresa che fa logistica, ha una grande superficie e un basso consumo per il tipo di servizio che eroga, potrebbe mettere a disposizione quel tetto ad un'altra impresa. Noi non stiamo mettendo troppa carne al fuoco con tutte queste idee che dopo vanno regolate, che poi la comunità europea, la commissione... Cioè, in Germania ce ne sono, ma ripeto, sono tutte quelle... In realtà, secondo me, se si inizia un progetto con la chiarezza degli obiettivi, le risorse da dove vengono quelle posso utilizzare, le sto utilizzando a fondo perduto, le devo restituire, dove voglio andare, cosa voglio fare? Voglio creare impatti ambientali, grandi impianti per mitigare il cambiamento climatico, voglio far partecipare i cittadini e le imprese, voglio abbattere la bolletta delle imprese. Cioè, se io ho le idee chiare e amonte, il progetto che posso fare, che posso realizzare, può essere molto impattante e replicabile, perché l'idea nostra è quella di creare delle situazioni come tutti quelli che stiamo sperimentando. Poi, chi viene dopo ha già degli esempi a cui ispirarsi oppure dei fallimenti da evitare, che aiuteranno alla replicabilità. Quindi questa curva adesso che siamo proprio a poche decine andrà impennandosi proprio quando ci sarà chiarezza. Quello che noi diciamo a chi vuole partire il primo requisito è l'entusiasmo, cioè credere in quello che si sta facendo, quindi essere motivati sia all'ente locale che... Mi sembra quando la scusa finisce. Quello è l'elemento e la seconda domanda è qual è l'obiettivo, perché se non sia chiaro l'obiettivo, se è campagna elettorale, voglio solo metterlo nel programma ma per poterlo vendere come carta in più è un conto. Se invece ho le idee chiare faccio progetti che crescono poi nel lungo periodo. Come ti avevo accennato tutti, mi è occupato un po' del dispositivo all'interno del PNRR che stanzia 2 miliardi, 2,2 addirittura alle comunità dell'energia. Per i comuni sotto i 5000 abitanti, che ce ne sono tantissimi ovviamente nelle nostre Alpi, anche qua in Trentino, lì non ce la faremo mai, però siamo d'accordo, ntro il 2000 la scadenza, il giugno 26. Bellissimo, c'è una complessità, una situazione che non è stata evidentemente gestita con la chiarezza dell'obiettivo i tempi stanno andando lunghi. E poi nella bozza di decreto, che non sapremo se sarà quella licenziata, c'è scritto che ci sono 18 mesi per realizzare il progetto da quando si fa la domanda. 18 mesi sembra un periodo lungo, ma chi si occupa di rinnovabile sa che non lo è, perché anche solo per il preventivo di connessione, che è la prima cosa che devo fare quando individuo il sito, aspetto 3 mesi. E lì i distributori, come stanno andando? Voi avete anche la distribuzione? Sì, c'è una società di distribuzione del gruppo, però ovviamente la complessità è molto locale, cioè ci sono zone più critiche e meno critiche. Oggi allacciare un impianto in Puglia è molto più complesso che allacciarlo in Trentino e Lombardia. Perché? Perché c'è una domanda di connessione molto più marcata, quindi questo incide, come diceva Sara, anche sui tempi. Però il tema di avere le regole chiare è centrale. Nella bozza di decreto a cui si accennava, tra l'altro si diceva in maniera generica che il beneficiario del fondo perduto nel limite del 40%, quindi poi qualcuno ci dovrà dire anche come finanziamo il restante 60%, ma si diceva che il beneficiario è la comunità energetica, quindi un soggetto giuridico che deve ancora nascere se così restasse, videntemente c'è maggior probabilità di non riuscire a rispettare i tempi del PNRR. Se invece si dicesse che qualunque produttore che stia in un comune sotto i 5000 abitanti, purché è aggregato in una comunità energetica, ovviamente avrebbe tutt'altro risvolto di mercato forse qualcosa in quei tempi è possibile immaginare che venga realizzato. Poi per dovere di cronaca sempre la bozza di decreto prevede un contributo iniziale a fondo perduto, ma anche una decurtazione dell'incentivo. Forse qualcuno potrà preferire non prendere il contributo iniziale, ma prendere l'incentivo pieno nel corso della vita utile. Ho capito. Va bene. Volevo chiudere velocemente Laura Per lasciare spazio alle domande che immagino ci siano. Abbiamo parlato sempre di pannelli fotovoltaici, di elettricità, ma qua in Trentino, come in Alto Adige, come a Tirano, c'è il teleriscaldamento, cioè con le biomasse, con il legno, gli scarti, che è biomassa termica, che è fonte rinnovabile. Perché se se ne parla così poco? Allora le fonti rinnovabili in realtà come dici tu, non sono solo il fotovoltaico, c'è l'idroelettrico, c'è l'idroelettrico, c'è l'eolico, il geotermico, il biogas, il biomasse, eccetera eccetera. Effettivamente l'eolico ha bisogno comunque di una certa qualità, quindi quantità e costanza di ventosità. L'idroelettrico ha bisogno sì dell'acqua, ha comunque dei tempi di autorizzazione, dei tempi di realizzazione degli impianti un po' più impegnativi. Biomassa e biogas hanno bisogno di materia da conferire. Quindi in realtà va a finire che poi il fotovoltaico sia quello più semplice e più comodo, dove spesso si va a puntare. Ma non è escluso, le altre fonti non sono assolutamente escluse. Anzi, tra l'altro volevo sottolineare il fatto che il limite del mega è per impianto. Quindi all'interno di una comunità energetica che sorgirà all'interno della cabina primaria, quando avremo il famoso decreto attuativo, la comunità energetica potrà realizzare più impianti fino a un mega. Ok, va bene. Signori, adesso c'è tempo per delle domande. Vorrei che, se qualcuno ha delle osservazioni, prego, cominciamo da lì e poi chiederei a Luigi di qualcosa anche te, ti prego dammi la mano per fare in che maniera che questo sia il più spettacolare evento del festival. Buonasera, grazie innanzitutto dell'interessante incontro. Bellissimo sentirvi dire che ci sarà probabilmente questa grossa onda di comunità energetiche e rinnovabili nel momento in cui si sistemano soprattutto le questioni da parte del governo con la produzione di tutti i decreti, eccetera. Però forse sarebbe anche il caso di ricordare le realtà produttive, le piccole ditte, le piccole imprese, eccetera, che dal punto di vista dell'ottenere risultati immediati, cosa che è diventato importante quando i prezzi dell'energia sono esplosi recentemente, forse la strada più diretta, quella più immediata, quella che ti permette di avere subito un beneficio in tempi rapidissimi e con praticamente zero burocrazia, è quella di lavorare sull'efficienza sulla riduzione o eliminazione degli sprechi. E nel momento in cui... Ingegnere, ma noi dove siamo stati fino adesso? No, però intendo dire, se noi ascoltiamo i messaggi che ci arrivano, ad esempio, lei accende la radio e stamattina c'era un'ottima pubblicità che diceva che qualcuno dei grossi enti italiani ti dà sovvenzioni per comprare il condizionatore. Facciamo il caso più cretino, no? Ci intendiamo, non mi faccia il sofista. Ma intendo dire, nel momento in cui io vado a proporre il condizionatore e noi tutti, perché ci siamo abituati forse troppo bene in tempi anche recenti quando c'erano le vacche grassi per così dire abbiamo dimenticato la vecchia ricetta della nonna di tirare giù le tapparelle quando ti batte sul sole, sulla parete sud, forse siamo un po' stupidelli. In questo senso, se poi andiamo a pensare ad esempio in Sicilia, ancora di parecchi decenni fa, hanno avuto dei risparmi energetici incredibili che gli ha dato anche un edge competitivo. E' importante fare risparmi energetici. Che dobbiamo tenerlo presente che quello produce risultati molto veloci e con zero burocrazia. Peraltro, benissimo quello che abbiamo detto. Questo tendiamo a dimenticarlo, diamo sempre enfasi alla produzione che ha i suoi vantaggi, una cosa che ci permette di risparmiare i quattrini a casa nostra, nella nostra impresa, spesso e volentieri è aprire gli occhi sulle possibilità di risparmio. Io sono responsabile di aver creato il panico l'anno scorso, perciò ve lo devo dire, il microfono lì a sinistra poi laggiù in fondo. Abbiamo avuto un calo della domanda di energia in Europa impressionante, che non è giustificata solo col clima, ma è giustificata con una grande sensibilità che è stata inespettata dei consumatori ai prezzi. Uno direbbe grazie, sono aumentati di sei volte per forza, che è vero. Però effettivamente questo è un paese, l'Italia, che ha sempre pagato prezzi alti, che è sempre stato debole di produzione interna, ma che è sempre stato ricco di persone come lei, che facevano queste rilievi. Perciò grazie. Volevo chiedere, almeno a me non è chiaro, come quadrano i conti? Questo impianto bisogna pagarlo? Funziona così? Se c'è solo la comunità energetica, come parte l'attività? Perché avete elencato una serie di elementi necessari, però forse manca il pagamento... Forse che sfugge spesso. L'energia che viene prodotta e messa in rete viene valorizzata. Quindi non c'è solo il vantaggio dell'incentivo sulla condivisione, ma anche l'energia stessa viene pagata al prezzo di mercato. Quindi anche quello è un introito per la comunità energetica. Ma per farsi pagare l'energia bisogna produrla. Per produrla bisogna installare un impianto. Per installare un impianto bisogna pagarlo. Lì il PNRR avrà visto di metterci un contributo al 40%. Esatto. Il concetto di fondo è che già fino a oggi, prima ancora dell'avvento delle comunità energetiche, si facevano impianti di autoproduzione. Il condominio, la singola famiglia, l'impresa li realizzavano già. Cosa c'è di nuovo oggi? Intanto che li possono fare più grandi, ma più grandi vuol dire che costano di più. Questo in più viene ripagato dal fatto che c'è la valorizzazione del prezzo dell'energia a mercato, che oggi è un prezzo più elevato di quello di due anni fa, perché per i motivi che abbiamo già citato, a cui si aggiunge un pezzo più o meno grande dell'incentivo, ma il più o meno grande dipende dalle regole di ingaggio della comunità energetica stessa. Quindi non è il decreto o il governo che decide quanto va l'impianto. Hanno risposto? Hai capito chi paga? Io no. L'impianto potrebbe essere o realizzato da un produttore terzo, in questo caso nel nostro, come dicevo prima, è stata la cooperativa elettrica. Quanto è costato? 25 mila euro ce l'ha messa la cooperativa. Quindi è una comunità di capitalisti che bisogna costituire? No, il contrario. La parola è anche nostra, che è sicuramente un modello interessante da raccontare, però volevo solo dire che già esiste la possibilità di finanziare. Noi siamo un soggetto che è disponibile a finanziare impianti, ma ci sono anche le pubbliche amministrazioni che si stanno attrezzando per realizzare i loro impianti che potranno poi eventualmente mettere in condivisione. Cioè il PNR è pieno di soldi, l'idea non era male, ma è un po' di ritardi, complicazioni. Per rispondere, rispetto a questo tema, in realtà a una famiglia, se pensa a quanto effettivamente si va ad autoconsumare nelle ore di produzione, basterebbe un kilowatt e un kilowatt e mezzo. Quindi l'investimento in caso che dovrebbe fare una famiglia se si fa una comunità energetica con un impianto condiviso partecipato dalle famiglie è il valore corrispondente 2.000 euro che però mi ritornano poi se ho partecipato non ho chiesto soldi a una banca. Si si mette insieme tanti poi si arriva con 1.000-2.000 euro si comincia a fare qualcosa, ma in tanti per arrivare ad un impianto da 20.000 euro. Prego, laggiù, che rendi lista, poi qua davanti. Buonasera, volevo fare una domanda forse un pochettino provocatoria. Siamo sicuri che abbia senso destinare risorse, già ne abbiamo poche lo vediamo ogni giorno, nel finanziamento di queste micro comunità il cui impatto sembra essere veramente irrilevante o poco più sulla produzione energetica vorrei capire qual è l'impatto reale di comunità di questo tipo se ha veramente senso da punto di vista economico anche burocratico andare a gestirle insomma a finanziarle. Non vuole delle centrali nucleari. Sì, esattamente. Capisco proprio. Vi eravate messi d'accordo. Faccio un esempio. C'è un comune che ha stanziato 100.000 euro per aiutare le famiglie a pagare la bolletta. Quindi li alloca per chi eventualmente le richiede. Per la crisi dell'anno scorso. Esattamente. Se quei 100.000 euro invece di essere destinati a qualche bolletta che risolve un problema temporaneo fossero trasformati in potenza rinnovabile per la famiglia ad avere un beneficio che individualmente è un po' più basso, però dura 20 anni mi mette insieme produzione, impatti sociali problema a punto critico. Quindi si tratta di allocare le risorse. In quel caso dico, sono risorse delle politiche sociali? Io le sposterei, le metterei nelle risorse ambienti. Questa è la politica europea voluta dal nostro Parlamento europeo 5 Stelle che ha guidato il Paese nella precedente legislatura che era per la rivoluzione. Nel PNRR la missione 2 che è quella più importante che è quella che domina nell'energia si chiama rivoluzione energetica le rivoluzioni sono sempre difficili. Buongiorno, io sono originaria del Comune di Storo. Questa è la rivoluzione centrale che avete formato a Ricomassimo non ne sapevo nulla come social perché ho dei possedimenti a Storo, non ne sapevo nulla. Questo è un cittadino residente a Ricomassimo non è stato invitato. Ora chiedo chi ne beneficia tutto il Comune di Storo oppure momentaneamente solo la comunità che si è formata con gli abitanti di Ricomassimo? Fermo che così concludo tutto. Ovviamente la riduzione dei consumi il miglioramento del clima ha beneficiato però ci sono state le grandi industrie dove hanno fatto una flessibilità, cito Bernabé Franco, dove hanno fatto delle flessibilità in modo che sia avuto grande risparmio perché quello che risparmia il cittadino è utile ma non serve. Oltretutto lui cita il nucleare che purtroppo questa... Franco Bernabé non è più bravo di me basta citazione di concorrenti. Ho detto semplicemente un'altra voce. Io sono qua per apprendere perché sono non ne sento di dire che l'Italia ha degli impatti ambientali che per sostacolo l'eolico e l'energia cco, chi mi riesce a rispondere. Avete visto gli effetti a lungo? Intanto impossibile che uno di Enrico Massimo non abbia saputo della cosa, impossibile perché ci si conosce tutti addirittura per ingaggiare le persone come dicevo prima l'iniziativa è stata realizzata fondamentalmente a fine 2020, inizio 2021 quando era in piena pandemia col coprifuoco è stato fatto un gruppo whatsapp tra tutti i cittadini del paese per capirci per identificare la vicinanza. Il vantaggio è per la CER, quindi per la comunità ci tengo a sottolineare che il vantaggio dato sulla comunità si moltiplica perché i 10 euro che arrivano in tasca sulla bolletta di risparmio della bolletta hanno sicuramente un impatto molto più basso di quello che è il risparmio che può arrivare essere moltiplicato sulla comunità instaurando anche dei circoli virtuosi questa è comunque una delle basi di quello che è il lavoro che noi facciamo da più di 100 anni sul territorio cioè quello di restituire alla comunità moltiplicando quello che è il vantaggio ... Una cosa molto veloce rialacciandosi alle cose che si sono dette prima quindi è la realizzazione dell'impianto quindi i costi da anticipare da parte della comunità energetica secondo me è imprescindibile affidarsi a un partner tecnologico di una multi-utility però volevo capire pro e contro di questa scelta dal punto di vista della comunità energetica sia dal punto di vista dei costi che di quant'altro dell'amministrare il tutto No, lui non può rispondere? No, rispondo io Sara, no, lui perché lui è uno... Posso dire pro? No, rispondo io Sì, no, vabbè, provo C'è un po' il tema della complessità che non è solo l'impianto ma è una complessità un po' sistemica sull'iniziativa nel suo complesso cioè fare impianti non c'è bisogno delle multi-utility se è di piccola dimensione basta un elettricista se no ci sono impiantisti apposta che li fanno videntemente il senso è quello di fare una progettazione che è molto più ampia è veramente un tema di mix di competenze noi abbiamo un approccio per cui ci stiamo mettendo a disposizione ma se ci fosse dal territorio la disponibilità di competenze autonome noi abbiamo alcune share con cui stiamo dialogando che hanno competenze interne cioè ci sono persone fisiche o perché c'è un ingegnere o perché c'è uno che è del settore può nascere anche dall'interno quindi non è l'unica strada No volevo raccontare quello che facciamo noi anche come cooperativa energetica quindi è un impianto collettivo, noi adesso abbiamo un impianto una palla eolica da 999 kW quindi 1 MW a gubbio in realtà è la seconda però questa può essere candidata se la Bozza lo deciderà come definitivo perché adesso è scritto così a essere a servizio di una comunità energetica è finanziata dai soci che hanno versato 1500-2000 euro a testa così facendo hanno avuto accesso a una tarifa a prezzo fisso è una cosa che assomiglia a quella delle comunità in questo caso sono soci di tutta Italia quella partecipazione in realtà torna come beneficio comunque la rivoluzione sta nel fatto di partecipare a questa cosa possono essere dimensioni importanti e avere impatti significativi Comunque c'è Ener che ha annunciato mega comunità in giro per l'Italia e anche gli altri quello che hanno interesse loro è fissare un rapporto con i consumatori di 20.000 euro poi dopo c'è uno scambio di interesse io prima gli darò la parola all'ultima domanda non lo resisto, c'è uno dei più grandi esperti di energia di questo paese, soprattutto perché ha i capelli bianchi che è Luigi De Paoli, dell'Oietti di Minano che ha seguito le politiche energetiche a favore delle fonti rinnovabili da Dacia non voglio esagerare Luigi, due parole No, quello che volevo dire ovviamente le comunità energetiche sono qualcosa di interessante, di utile per i motivi che sono stati elencati e illustrati qui quello che non bisogna fare in questo caso come in altri casi, è l'assolutizzazione dire che questa è l'unica soluzione che risolverà tutto il problema questa è una parte della soluzione che è ragionevolmente incentivata ricordiamoci che gli incentivi poi qualcuno li paga anche in altri casi, non dimentichiamo anche questo aspetto quindi è inutile contrapporre questo a tutto il resto vanno fatte, vanno sviluppate semplificando anche la vita, perché avete ricordati problemi amministrativi, autorizzativi quant'altro che c'è in questo caso senza volere negare che c'è questo ma c'è anche tutto il resto a cui bisogna pensare per dare una soluzione al problema energetico del nostro Paese Due domande collegate in una cella primaria possono esistere più CER se la risposta è sì come vedo vedete un rischio che tra di loro le CER si facciano concorrenza? Nel senso visto che i benefici vengono divisi tra produttore e consumatore che la CER stessa decide come allocare questi benefici, c'è il rischio che tipo tutti i produttori finiscono in una comunità tutti i consumatori in un'altra e quindi nessuno riceva beneficio? Innanzitutto ho detto CER primaria che cosa vuol dire? In comunità energetica di cabina primaria possono assolutamente sserci più CER e se c'è concorrenza io dico ben venga, nel senso che vuol dire che ci sarà un modello dove magari il produttore si trattiene troppo e lascia poco al membro sarà trascurato a vantaggio di un altro dove invece i benefici sono ripartiti in maniera più equa Dipende anche dagli obiettivi che si pone Ci sarà chi è più interessato ad avere magari un ritorno, un aiuto per combattere la sua povertà energetica piuttosto che ci sarà quello più interessato magari alla parte sociale, quindi preferirà aderire alla comunità energetica che ha quello come obiettivo primario Esattamente, cioè si differenzeranno nel bene e nel male Succederà probabilmente anche che alcune si aggregheranno nel tempo, nel senso che la sostenibilità economica delle iniziative fai conti con i bilanci di ciascuno quindi una CER che dovesse essere lunga o corta in termini di produzione e o consumo potrebbe vedere l'esigenza di aggregarsi con qualcun altro Volevo solo aggiungere che noi siamo i primi ad essere d'accordo che le CER non sono la soluzione per la transizione energetica sono un tassello, transizione è proprio di per sé un passaggio una trasformazione fatta da cambiamenti, tra cui anche quello di iniziare a pensare a ragionare in termini di autoconsumo collettivo che è una novità se non nelle piccole realtà come la nostra che esistevano che però erano di nicchia Certo, pertanto signori, viva le comunità ringraziamo Borsieri, Cantarelli, Capuzzo ringraziamo Fulani Sottotitoli creati dalla comunità Amara.org
{{section.title}}
{{ item.title }}
{{ item.subtitle }}