Madri e figlie
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Madri e figlie
Il lavoro delle donne è fortemente condizionato dalle esigenze familiari, come le maternità e i periodi di cura dei figli e dei genitori. Periodi di distacco dal lavoro retribuito possono pesare sui risultati economici delle donne (incluse le pensioni). Le madri (e i padri) aiutano le figlie nel favorire la fecondità (cura dei nipoti) e le figlie aiutano le madri (e i padri e i suoceri...) anziane. Non sempre lo stato sociale aiuta a conciliare lavoro e cura della famiglia.
a tutte ea tutti benvenute benvenuti il mio nome è la ruffa dario laruffa faccio il giornalista da 36 anni il che non depone particolarmente bene a vantaggio della mia età ma probabilmente potrebbe deporre positivamente a vantaggio della mia esperienza la persona che sarà il cuore del nostro incontro di oggi pomeriggio si chiama agar brugiavini non sembrerebbe ma è nata a roma insegna all'università ca foscari di venezia insegna economia politica agar è un nome biblico di una schiava che poi diventò miracolosa io vedo delle teste che si è come dire che hanno riescono anche questo è un elemento particolare di trento dove in genere il pubblico è più colto dei alcuni perlomeno come nel mio caso dei delle persone che parlano dei relatori allora io vi voglio dare qualche qualche cifra intanto rasserenatevi a sono poche vi sono elementi di quantità e di qualità messi assieme però mi sembra importante dargli queste cifre per due motivi il primo motivo è l'autorevolezza delle fonti e la loro freschezza la prima parte delle cifre che vi darò viene da questo libro ne che è il rapporto annuale dell'istat che è stato presentato la scorsa settimana la seconda parte delle cifre che vi darò viene da quest'altro libro ne può insomma meno libero né di una volta che è la relazione annuale all'assemblea della banca d'italia che è stata presentata agli ar l'altro partiamo dall'inizio visto che parliamo di madri e dei figli visto che parliamo di donne il dibattito sui motori a un in un altro salone vicino il tasso di occupazione femminile ricordiamolo in italia cioè tasso di occupazione cioè quante donne lavorano è adesso al 46 e 5 per cento in europa e al 58 e 5 per cento questo dato italiano che vi ho dato quello del 46 e 5 per cento come sempre nel nostro paese è fatto da elementi estremamente diversi fra loro lavorano il 55 per cento delle donne in età di lavoro convenzionalmente quindi fra i 15 e 64 anni nell'italia del centro nord lavorano il 30 per cento delle donne nell'italia del maggior nel del sud delle isole nel mezzogiorno 55 30 insomma partiamo con un dato negativo eppure ci sono degli eppure eppure pensate che dal 1993 al 2011 nel totale dell'occupazione i maschi hanno perso 40 mila unità vuol dire che lavorano 40 mila maschi in meno oggi rispetto a 20 anni fa sostanzialmente e lavorano un milione e 700 mila donne in più quindi pensate da dove partivamo e queste donne che lavorano in più lavorano per lo più nel settore dei servizi e non sono tutte italiane ricordiamocelo solo 46 donne su 100 lavorano la percentuale dei maschi è nettamente superiore eppure fra gli attuali quarantenni cioè fra le persone che sono nate negli anni 70 è laureato il 15 per cento degli uomini ed è laureato il 21 per cento delle donne ancora prendiamo una famiglia di coppia specifico volutamente questo elemento perché in italia ci sono tante famiglie che non sono di coppia sono fatte da persone singole nelle famiglie di coppia il 33 per cento di queste famiglie è composto in italia da donne che non portano reddito vale a dire che nel 33 per cento dei casi delle coppie soltanto il maschio porta reddito in casa sapete come stiamo messi in europa secondo voi bene o male male peggio di noi c'è solo malta come noi ci sono la grecia e la romania per darvi un'idea questa percentuale di coppie nelle quali il reddito via importato soltanto dai maschi e in gran bretagna in francia al 10 per cento per curiosità vi dico adesso che cosa accade nel caso opposto cioè nelle coppie nelle quali quello che gli inglesi chiamano il brain cioè chi porta il pane a casa è soltanto la donna esistono casi del genere nella media europea non superano il 4 per cento l'italia sostanzialmente è un po al di sotto di questo livello ma sta nella media europea con una eccezione c'è un paese nel quale il 9 per cento delle coppie tra il reddito soltanto dalla donna ed è la lituania ma non chiedetemi perché le coppie con equa distribuzione del lavoro familiare vedete mischia elementi diversi fra loro poi ci penserà la professoressa a sistematizzare ma sono cose che mi hanno particolarmente colpito da questi due lavori vi dicevo le coppie con equa divisione che presentano contemporaneamente una equa divisione del lavoro familiare e delle responsabilità economiche cioè dove entrambi i soggetti l'uomo e la donna contribuiscono al bilancio familiare e fanno i lavori di casa in italia sono al 6 per cento vi dico subito a mia moglie in platea che la nostra coppia non fa noi non facciamo parte per colpa mia di questo 6 per cento sono coppie per lo più del nord e senza figli ultimo elemento dall'istat poi andiamo rapidissimamente la banca d'italia separazione e divorzio che cosa succede dopo la separazione del diverso dopo la separazione divorzio nella totalità dei casi cioè un impoverimento dei soggetti in questione nel caso in cui la donna non lavori può sembrare intuitivo però le statistiche lo confermano questo peggioramento delle condizioni di vita è molto significativo si pareggiano invece i livelli nel caso in cui dopo la separazione sia l'uomo che la donna lavorino molto importante il fatto che al le relazione a banca d'italia alle donne abbiano dedicato ed è la prima volta che accade un intero capitolo il cui titolo è il ruolo delle donne nell'economia italiana sappiamo che è stato redatto questo capitolo tutto da nonne e donne giovani atteso a dirci e sottolinearsi un importante non faccia così donne giovani donne giovani anche in banca d'italia ci sono donne giovani e bravi ci ha detto un autorevole esponente del direttorio il sogno di soul si smorza però se guardiamo alcuni elementi fondamentali che sono contenuti sarò brevissimo in questo capitolo primo l'italia esiste un indice complesso che si chiama global gender gap cioè che vuol dire sostanzialmente la la differenza che c'è fra i generi maschio e femmina intesa in senso globale cioè che ci sono diversi elementi che determinano questo numero indice siamo 74 esimi al mondo su 145 paesi ventunesimi in europa su 27 il versante più negativo è la partecipazione per le donne e la partecipazione le opportunità a parità di caratteristiche le donne guadagnano il 13 per cento in meno degli uomini solo il 12 per cento dei dirigenti e donna eppure scrive la banca d italia esistono evidenze internazionali cioè prove a livello internazionale secondo le quali cito a una più elevata presenza di donne fra gli amministratori pubblici corrispondono livelli di corruzione più bassi avremo tutto da guadagnare perché il divario qui è l'elemento veramente che mi ha incuriosito perché vedete è scritto in maniera ovviamente molto seria a volte anche seriosa questo capitolo e la banca d'italia brava avanti cioè mette insieme mette assieme non soltanto gli elementi di fotografia quantitativa ma anche delle ipotesi interpretative qualitativa e dice non responsabilità di fattori culturali dal punto di vista dell'istruzione non per quanto riguarda la maternità nel lungo periodo non è il fatto di avere figli che influenza la presenza di donne e la carriera sì però a fattori culturali in questo caso non legati alla istruzione ma l'atteggiamento cioè gli uomini dicono non c'è un posto solo c'è una donna e c'è un uomo accontento e solo spetta a me e la donna dice il maschio e la donna dice su quel posto a una virgola esso io sto sintetizzando sono molto più strutturati quelli della banca d'italia però la sintesi a volte aiuta e spesso alla donna come limite il fattore culturale dice fa un passo indietro e poi naturalmente argomenta la banca d'italia ha diciamo determinare questo gap questa distanza c'è anche la disponibilità dei servizi è evidente dagli asili nido ai tempi per il trasporto ho finito ricordando a noi tutti che parliamo di madri e di figli io vedo rappresentate entrambe le categorie in in sala e questo ci rassicura non tutti siamo madri in un tour neanche padri intendo ovviamente certamente tutti siamo figli o figli e quindi in realtà oggi parliamo di noi aga grazie dario della bella e completa introduzione che direi apre esattamente i temi su cui la mia la mia discussione la mia lezione se volete si sviluppa perché abbiamo scelto questo titolo con tito ci sono sentito boeri ci sono stati vari passaggi e secondo me coglie questo titolo l'aspetto intergenerazionale ma anche l'aspetto come vedrete ciclo di vita che poi è il tema di questo festival spero di portarvi su questo su questa conclusione durante la mia presentazione per fare questo cominciò dalle conclusioni cosi non c'e non ci sfuggono visto che poi alla fine c'è sempre stanchezza distrazione ci torniamo al problema le interazioni tra scelte di lavoro fertilità e cura della famiglia pongono le donne in condizioni difficili e questo è sappiamo benissimo è il tema che occupa molte di noi lavoratrici però quello che è stato forse sottovalutato è che questo è un tema di ciclo di vita cioè non è un tema che avviene in alcuni momenti della vita ma attraversa il momento dello studio della della fertilità della partecipazione al mondo del lavoro fino al momento ormai di quando si diventa cinquantenni sessantenni perché in quel momento scatta la cura degli anziani e quindi questo è il ciclo di vita attraverso cui io vorrò mostrarvi un po di informazioni un po di ragionamenti economici e allora un po di soldi staccandomi da quelle che sono forse alcune delle conclusioni della banca d'italia o del di questa relazione di questo lavoro della banca d'italia le politiche di welfare e hanno un ruolo e questo ruolo può pesare in una direzione o nell'altra ed è importante vedere come si sviluppano prima di addentrarci nel tema io volevo darvi un po di dati e questi son dati più che altro demografici perché poi nasce molto dalla demografia tutto quello che noi andiamo a discutere e quindi che cosa vediamo vediamo che il divario in generale tra uomini e donne è andato colmandosi ma come diceva prima dario resta molto elevato in generale la tendenza è positiva tende a colmarsi questo divario e le donne delle generazioni più giovani tendono ad essere più partecipare di più al mondo del lavoro hanno prospettive di guadagno migliore è generalmente uno potrebbe dire potrebbe dire ma attenzione vedremo che non è vero stanno meglio delle loro madri per mostrarvi dell'evidenza empirica che in qualche modo lega tutte queste generazioni farò uso di un set di dati che si chiama share serve fc ritrova nel muro che ci permette di legare addirittura quattro generazioni ora in italia esistono già fonti di dati molto ricche e molto ben fatte quindi li stata un'indagine nota che l'indagine multiscopo che viene molto utilizzata per questo obiettivo ci sono le relazioni annuali c'è un corpo di dati forte in italia che si può discutere a cui si può attingere ma l'indagine share ha due vantaggi tre vantaggi enormi uno è internazionale e quindi abbiamo i vari paesi a confronto secondo permette di legare fra loro le diverse generazioni terzo è un'indagine longitudinale quindi gli individui vengono re intervistati e quindi noi seguiamo le dinamiche di questi individui nel tempo ecco un primo fatto che noi osserviamo accusando questi dati e che è aumentata generalmente in europa la partecipazione al mercato del lavoro femminile e se noi guardiamo le diverse corti di nascita vedete le corti qui sono rappresentate in termini di età del delle donne che lavorano quindi le barrette nere rappresentano alle donne giovani le barrette gialle quelle diciamo di età media e le barrette grigie quelle delle età più anziane diciamo e quindi cosa vediamo che le le madri chiamiamole così tipicamente partecipano meno al mondo del lavoro forse anche perché sono già andate in pensione alcune di queste ma il sospetto diciamo che molte di queste non hanno mai partecipato al mondo del lavoro e quindi la tendenza è generalizzata con vedete delle importanti differenze fra paesi se vedete l'italia e la spagna le differenze generazionali sono molto importanti molto di più che in paesi ad esempio del nord europa fa fatto numero due come è cambiato il capitale umano le l'istruzione è diventata diciamo sempre più una materia anche femminile anzi nelle classi è ormai in cui insegna una buona un'altissima percentuale di studentesse che sono anche in media più brave degli studenti maschi e quindi questo diciamo caccin gap delle donne in ambito a livello di istruzione lo vediamo proprio fisicamente e vedete anche qui le barrette nere come svettano rispetto alle precedenti agli altri agli altri colori rappresentando quindi le giovani che hanno livelli di istruzione alto perché qui stiamo parlando di laureate e quindi aumenta il capitale umano delle generazioni giovani terzo fatto una ritardata fecondità che se volete è legato a quello che dicevo precedentemente cioè il fatto che queste donne studiano e prendono la laurea vuol dire anche che tendono a posporre la loro fecondità e qui vedete come l'età media è scusata il numero di figli per donna nelle diverse nelle diverse corti sia diminuito vedete invece in questo caso le barrette nere sono più basse rispetto alle figure che abbiamo visto prima ai grafici precedenti cioè vuol dire che c'è un numero inferiore di donne tra le generazioni più giovani scusate di figli tra le generazioni più giovani e di nuovo le differenze market marcate si vedono proprio nei paesi di area mediterranea guardate l'italia e la spagna che differenza c'è tra la barretta rossa e la barbetta nera che rappresentano due generazioni fa loro piuttosto lontane nel resto d'europa che comunque guardando soltanto l'andamento delle barrette nere diciamo le donne giovani fanno più hanno più figli non media hanno più figli cioè non solo si è osservata una caduta diciamo della fertilità in questi paesi mediterranei ma con grosse differenze appunto sia tra paesi che fra generazioni lei ha scelto questo questo termine corte perché siamo il 2 giugno è perché così i demografi chiamano comunque generato sottolineare ecco questo grafico che invece viene dai dati istat io lo trovo di un interesse veramente unico guardate come è cambiata la distribuzione per età della fecondità le vedete la linea azzurrina rappresenta la fecondità secondo i dati del 1970 quindi prendendo la fotografia della popolazione nel 1970 come appariva la fecondità quindi se voi guardate il grosso della distribuzione c'è il grosso di dove avveniva questa fecondità nella linea azzurra era tra i 20 anni diciamo ei 30 anni era lì che avvenivano le nascite guardate adesso la linea rossa lasciamo stare quella totale o solo italiane non è molto importante non solo si è abbassata quello che diceva prima dario e quindi non solo la fecondità è scesa ma si è tutta spostata verso le età più anziane quindi il grosso della distribuzione tra i 25 26 anni e anche 40 anni quindi si sta spostando diciamola la posizione in cui le nascite avvengono a toppa 32 anni non è se con un top a 33 anni c'è intorno alle è l'età modale diciamo quella dove c'è la frequenza più alta e questo fatto numero 4 anche se io trovo estremamente interessante sempre per l'italia di questo si è parlato tra l'altro anche questa mattina nell'altra sessione in cui a cui che io presiedevo peraltro è un cambiamento secolare nella composizione delle famiglie allora questi grafici sono tratti dai censimenti dell'istat purtroppo non c'è l'ultimo perché ancora sappiamo qualcosa del censimento non siamo riusciti ancora a inserirlo allora fate il confronto di nuovo fra la barretta fra la linea azzurra che è il censimento del 71 e la linea 2001 che quello più vicino a noi diciamo che è russa vedete che numero dei componenti pari a 3 che è quello dove fa un po perno tutte le figure quello che fa un po da pivot resta più o meno sempre lì c'è né intorno al altri ci siamo che sarebbe poi un due e mezzo 24 ci siamo quasi fermi ma quello che si è spostato drammaticamente sono le famiglie con uno o due componenti che vedete aumentato in maniera spettacolare e ovviamente per mantenere la riduzione della media nel numero dei componenti è dovuto anche al fatto che parallelamente si è ridotto drasticamente il numero di famiglie con più componenti tre quattro cinque componenti quindi questo di testimonia un fattore tempo un fatto demografico di nuovo molto rilevante la famiglia si sta spostando da una famiglia estesa a una famiglia sempre più mononucleare o addirittura di single cioè di individui ora c'è dentro varie componenti anche l'invecchiamento contribuisce perché alcuni di questi single sono donne sole vedove eccetera ma comunque è un fattore importante allora e quindi c'è un gender gap di cui si è parlato prima è un gender gap salariale ma qui non starò tanto a discutere la questione delle differenze sarà leale ma chiederci qual è quindi il ruolo della donna nella famiglia che può aver in qualche modo contribuito a questo gender gap e quali sono le politiche sociali che in qualche modo contrastano favoriscono alcune alcuni comportamenti cosa importantissima che voglio sottolineare è come alcune di questi comportamenti per certi versi si pagano e si pagano in maniera permanente cioè restano anche oltre la fase lavorativa per esempio restano nella fase pensionistica qual è allora l'utilità della ricerca economica l'utilità della ricerca economica e ci permette di rendere chiari quali sono quelli che gli economisti chiamano i trade off cioè le tensioni tra un comportamento che magari da soddisfazione piacere utilità e quello che però sono i vincoli poi a cui bisogna sottostare per far quadrare i conti in qualche modo l'altra domanda che ci porremmo è quali sono le politiche efficaci nel garantire una partecipazione femminile al mondo del lavoro e garantire diciamo quella che viene un po genericamente chiamata l'uguaglianza o parità di trattamento tra generi quindi ci sono due linee di ricerca che io cercherò di condensare in un unica presentazione 1 gli effetti di lungo periodo della fertilità delle donne 2 la cura dei familiari perché come abbiamo visto dalle tendenze demografiche questi due così questi due fatti che avvengono nel ciclo di vita poi in qualche modo tendono a pesare entrambi sulla sulla donna che poi è diciamo prestatrice di cure sia dei figli che degli anziani sia per i figli che per gli anziani le grosse differenze di cui vi dicevo prima si ritrovano nei nostri dati share anche diciamo controllando per una serie di fattori per esempio se noi vediamo le donne che lavoravano al momento della prima maternità vedete che le madri sono diverse dalle figlie e non solo quindi ci sono differenze fra paesi ma ci sono grosse differenze generazionali la tendenza come abbiamo detto prima in europa è quella di comunque di maggiore partecipazione al mondo del lavoro allora potremmo citare quali sono poi queste queste politiche a favore della donna nella fase della fertilità il pane la possibilità di lavorare part time la cura dei bambini congedi parentali e così via però io vorrei soffermarmi su uno di questi elementi che sono i congedi per maternità qui avete così una breve come dire tassonomia di quelle che sono le possibilità offerte alle donne nei vari paesi vedete in italia che è la quella diciamo la riga un po in rosso se riuscite a distinguerla dalle altre l'anno di introduzione è più o meno il 1970 in linea devo dire con la maggior parte dei paesi europei la durata in settimana del del congedo per maternità è abbastanza esteso anche in confronto con altri paesi europei e anche quello che si chiama e il tasso di rimpiazzo cioè quanto del dell'ultimo salario viene rimpiazzato dal sussidio di maternità è piuttosto generoso però qui non abbiamo avuto tempo di così entrare nel merito voi sapete poi ci sono differenze tra i mesi che sono obbligatori quelli che sono discrezionali eccetera quindi c'è una legislazione piuttosto complessa questo era per darvi un po il quadro di come ci si muove in europa da quello che vediamo qui rispetto ad altre situazioni però come maniera molto sommaria non c'è una particolare situazione di sofferenza donne italiane no no anzi anzi quindi direi che sono in questo siamo in linea con quello che diceva la banca d'italia cioè se dovessimo imputare un colpevole per l'italia non è certo il congedo il congedo parentale quello che che spiega perché anzi è piuttosto protetta alla maternità in italia quindi dicevamo che però c'è stata anche una dinamica di questi congedi parentali per maternità in particolare questa dinamica andata sempre più verso l'estensione cioè l'allungamento e la maggiore generosità però ultimamente invece abbiamo assistito a diciamo un fenomeno opposto e che è quello di invece accorciare il periodo di godimento e aumentare il livello delle prestazioni ora gli economisti amano arrovellarsi intorno a queste cose cioè meglio aumentare la prestazione accorciare il periodo cioè potete immaginare che c'è una grossa attività di ricerca comunque il tema grosso e se quali sarebbero le preferenze della donna messa di fronte di ciò ma una scelta se prendere ad esempio un periodo più lungo ma magari con un salario più basso con un somma rimpiazzo del salario più basso oppure avere un periodo più breve ma completamente coperto questo potrebbe avere effetti molto diversi nell'interesse del tempo salterò questa non vi sottopongo alla teoria economica che c'è dietro a questo però la teoria economica cerca di mettere in luce quello che dicevo prima cioè l'attenzione tra avere redditi da lavoro più alti e quindi continuare a lavorare ma nello stesso tempo stare meno con i figli allora se stare con i figli da utilità felicità la donna deve fare una scelta e questa scelta può comportare ad esempio che decide di stare più tempo con i figli e in assenza ad esempio di sussidi per la maternità potrebbe dover lasciare il suo lavoro e poi rientrare magari successivamente nel mondo del lavoro tipicamente ha un salario più basso e questo si osserva questo comportamento si osserva molto in alcuni paesi europei e anche negli stati uniti questo è un comportamento molto diffuso cioè la donna è praticamente costretta ad abbandonare il lavoro se vuole stare di più con più tempo passare più tempo con i figli quindi diciamo qualcosa conclude la teoria economica che la presenza di questi congedi di maternità introduce maggiore flessibilità e questo è un bene avere maggiore flessibilità cioè avere più possibilità di scelta tuttavia sappiamo che queste sussidi tipicamente hanno effetti cosiddetto redditi effetto sostituzione c'è da un lato possono indurre la donna a scegliere di stare più tempo fuori dal mercato del lavoro e magari un tempo eccessivamente lungo fuori dal mercato del lavoro perché c'è anche un aspetto di perdere la professionalità perdere la capacità e quindi stare sei mesi fuori dal mercato del lavoro ha un costo in termini di produttività ma stare un anno fuori dal mercato del lavoro ha un costo più alto in termini di produttività quando si rientra non si rientra alle stesse condizioni a cui chi è rimasto costantemente nel mondo del lavoro si ritrova sarebbe però non certo non per immettere elementi di dubbio anche se fosse possibile quantificare su questo stanno già lavorando anche gli economisti quando costruite quando costruiscono indicatori del benessere di un paese che vadano al di là del del pil anche il vantaggio però per il complesso della società della della dello star bene per una madre assieme ai figli e dei figli a saldare la madre e come l'investimento in palla e per lo sport l'investimento per lo sport o gli sgravi fiscali allo sport sono fessi se vogliono costruire una generazione palestrati sono intelligenti se vogliono costruire una generazione di persone che avranno magari meno bisogno del medico mi rendo conto che è difficile quantificarlo dal punto di vista numerico però sono oggettivamente in termini scelte politica forse maniera rilevante ma molto importante quello che sollevi che qui non abbiamo tempo di discutere ma uno degli elementi di cui io non parlo ma che invece rilevante è il benessere dei figli piccoli che uno studio ma un'analisi parallela che coinvolge non solo economisti ma anche psicologi sociologi eccetera trova che il beneficio per i figli è molto elevato e quindi magari la prossima generazione avrà effetti positivi da distacchi parentali più più lunghi però potrebbe venire alle spese appunto della donna che che resta fuori quindi una valutazione complessiva è certamente auspicabile e questo grafico l'ho preso da un lavoro che stiamo facendo con alcuni colleghi che peraltro sono seduti qua nelle prime file perché questo grafico mostra una cosa molto interessante allora sull'asse delle ascisse l'asse diciamo quello che sta alla base voi vedete il numero di settimane di distacco dal lavoro che la legislazione garantisce cioè quelle obbligatorie chiamiamole così sull'asse verticale voi vedete invece quelle che le donne hanno scelto nel tempo dal nostro campione allora che cosa si vede che lasciamo stare dove si collocano i vari paesi perché l'italia per esempio vedete ha un valore alto nell'asse delle ascisse quindi mediamente abbiamo appunto una una copertura abbastanza buona ma la cosa interessante questa inclinazione positiva c'è le preferenze delle donne vanno in questa direzione nella direzione di prendere periodi più lunghi se è possibile rispetto ad avere periodi più brevi quindi laddove loro possono se c'è una discrezionalità va nella direzione di allungare il periodo della maternità ovviamente qual è il problema è quello che vi dicevo prima cioè che cosa succede nei buchi cioè quando la donna esce dal mercato del lavoro e che ha un buco nella sua carriera che che effetti ha sul sulla sua partecipazione ma anche e questo è il tema nuovo sulla sua pensione cioè quando poi andrà in pensione che cosa le resterà di questi periodi di maternità quindi complessivamente i sussidi per maternità aumentano la flessibilità da non più sicurezze e danno continuità nella carriera specialmente in tutti i casi in cui ci sono i famosi contributi figurativi cioè quei contributi che pur non essendo pagati direttamente dalla lavoratrice vengono contabilizzati come se la lavoratrice fosse stata nel mondo del lavoro ovviamente chi è che ai contributi figurativi che ha però una occupazione che non si interrompe veramente c'è chi ha per esempio una situazione precaria il contributo figurativo non lo avrà perché laddove se il buco completo questo andrà ad influire negativamente sulla carriera della donna e quindi anche sulla pensione quindi le generazioni più giovani per certi versi beneficiano di più dell'aspetto di del congedo per maternità ma per certi versi hanno questi rischi addizionali di carriere che sono per loro natura più discontinue e questo noi stiamo andando voi sapete verso un sistema pensionistico di tipo contributivo e cioè in cui vale il valore dei contributi vi peserà moltissimo per alcune donne perché non avranno accumulato abbastanza contributi nella loro vita lavorativa e quindi si rifletterà molto in italia la discontinuità delle carriere nella anche per maternità se non coperto da contributi figurativi nel caso in cui poi si andrà a riscuotere il momento in cui poi si andrà a riscuotere la pensione quindi noi potremmo concludere da questa carrellata che a parte la questione appunto di chi ha già per sua natura carrieri viscontini le madri stanno meglio delle figli stanno messe meglio delle figlie perché hanno più copertura e più flessibilità ma ci sono però due punti di riflessione ulteriore c'è una generazione che io chiamo la generazione di mezzo ma che viene denominata la semplice generation che a un ulteriore problema è l'ulteriore problema è che si ritrova con figli piccoli o di età scolare e nello stesso tempo deve prendersi cura degli anziani che sono a volte i genitori ma sono a volte i genitori più i suoceri quindi anche questa mattina si diceva di quattro anziani per donna sostanzialmente molte donne per far fronte a questa doppio carico sono costrette a rinunciare al proprio lavoro non solo l'allungamento della vita della vita fisica quindi l'accresciuta longevità è che è un fattore certamente positivo comporta che questi quattro anziani che una donna si ritrova tendono a vivere più a lungo ma cosa molto interessante da questo grafico non so se si vede bene è un po piccolino si vede che gli anni di vita in buona salute però non sono poi così tanti rispetto agli anni che si vivranno a destra trovate gli uomini a sinistra le donne ma anche in italia voi vedete che l'aumento del della longevità non ha corrisposto ad aumento nella salute anzi ho corrisposto a un aumento di anni in cattiva salute e questo è problematico perché vuol dire che aumentera l'esigenza della cura degli anziani tutto per i maschi vedo è questo il pubblico prevalentemente femminile ma già con brivido corre lungo le schiene dei maschietti presenti in zona tra l'altro questo è l'amaro destino della sede generation nelle quali nella quale le donne hanno il ruolo soprattutto di una certa età e ruolo gustoso ma inesorabilmente compresso del prosciutto immagino stare in mezzo in mezzo ai due pezzi di bari eccola allora si potrebbe dire ma in fondo la il problema della lontra che anche qui a breve con il termine ltc è un problema pubblico c'è un problema di cui si deve far carico lo stato in realtà la spesa per l'inter che è piuttosto bassa all'interno della spesa sanitaria complessiva in italia voi sapete che tipicamente questa è spesa sanitaria e spesa per accompagno diciamo sono due le grandi voci che cadono sotto questo questa terminologia voi sapete forse anche che la ragioneria generale dello stato ha stimato una crescita spettacolare nella spesa per assistenza ai non autosufficienti e cosa interessante questa è dovuta sia alla parte sanitaria ma anche alla parte della compagna cioè alla parte di quello che rappresenta la cura quotidiana di questi di questi individui se si fa un analisi a livello europeo di nuovo c'è una copertura molto differenziata fra paesi in alcuni casi c'è una copertura completa in altri parziale e molto spesso poi questi queste prestazioni sono soggetti alla cosiddetta prova dei mezzi cioè chi più ha diciamo meno ha diritto a queste a queste prestazioni l'altro chiedo scusa 31 poker c'è da riflettere sul fatto che probabilmente questo settore sarà uno di quelli inevitabilmente a rischio in una fase che si apre di fronte a noi escludiamo per scaramanzia per speranza e perché finiamo nella razionalità nell'ipotesi più drammatica cioè quella della rottura del patto dell'euro in ogni caso però per la quasi totalità degli negli stati del club della moneta unica si apra una fase di severo e correzione di bilancio ed è ipotizzabile che queste spese siano non dico necessariamente complesse ma sicuramente attentamente analizzati questo chiaramente accade tra quelle che come andate ad essere adesso accade se ne ritoccare ecco eufemismi professorale però insomma diciamo ritoccate diciamo così quindi ma la cosa interessante appunto e che se poi uno va ad analizzare chi effettivamente contribuisce alla cura degli anziani qui avete di nuovo uno spaccato per i vari paesi europei e vedete le barrette celestine rappresentano la cura da parte di figli e siamo generosi però lui anni italiano molto generosi come sempre primi neuro primi corretta celestre è la più assolutamente ma la cosa interessante guardare la composizione cioè laddove per esempio in svezia e vedete una grossa fetta è coperta dall assistenza cosiddetta formale che quella che sta in cima e cioè quella garantita da infermieri dallo stato dall'ospedale eccetera eccetera nei paesi mediterranei e in particolare in italia il carico la composizione di questa assistenza cade molto sulla famiglia scusa perdonatemi ma io sono francamente colpito vedete anche i luoghi comuni guardate alla cosa gialla che è quella degli amici scusate noi abbiamo il titolo della lezione della professoressa più giorni l'ho trovato in questo momento tutti a invecchiare in olanda eh sì perché è qui beh tanto per arricchire poi il quadro dell'olanda vedi che in olanda c'è anche il paese dove ci sono molti più professionisti che aiutano quindi non solo amici ma anche più professionisti quindi certamente si sta meglio come vecchi in olanda che che in italia in italia vedete che invece il peso dei dei diciamo della famiglia è chiaramente preponderante ovviamente se poi entriamo nel dato chi sono questi componenti della figli chi sono questi figli e che prestano aiuto ai genitori sono figlie per essere più precisi e e la cosa interessante quanto prestano aiuto qui soffermare veramente un minuto guardate le ore settimanali le ore settimanali dedicate alla cura degli anziani da parte dei figli e guardate l'italia va oltre le 18 ore praticamente un lavoro part time questo secondo me è un dato veramente impressionante vuol dire che chi si occupa degli anziani se ne occupa veramente a ritmi non sostenibili contro non so le due ore settimanali della danimarca in cui magari c'è la visita la visita e qui torniamo indietro sugli olandesi perché no perché se ne deduce che i figli degli olandesi se ne fregano stanno a due ore però una volta diventato anziano l'olandese si facciano ma non lo dico sorridendo ma prima prima vista questo non testimoniano questa è una volta diventato anziano o più avanti negli anni si preoccupa del e quindi diciamo una sede della persona che anziana a sua volta quindi si potrebbe definire una solidarietà intra generazionale assolutamente e infatti questa squadra col fatto che in questi paesi anche molto più volontariato quindi c'è una t non a caso gli spagnoli che erano bassissimi come né in quella colonnina degli amici guardate come sono alti es nella nella colonnina delle ore dedicate dai figli quindi è questo tornando al tema delle delle figlie diciamo queste figlie hanno un lavoro part time che è quello di occuparsi dei genitori e figlia che si occupano delle madri e ma anche dei padri anziani e la cosa interessante è che non solo le figlie diciamo sono le principali curatrici diciamo quelle che si prendono cura del dei genitori e dei suoceri ma risulta che le generazioni più giovani relativamente più giovani sono anche quelle più sotto pressione e allora per leggere questi dati che non sono facili da leggere lasciate stare il quadro di destra che quello per gli uomini in cui vedete i comportamenti tra generazioni non sono poi molto diversi mentre guardate il quadro di sinistra quello delle donne allora la curva delle più giovani che sono diciamo la curva verde quando si sovrappone con la curva rossa quindi per le stesse età si vede che le generazioni più giovani a parità di età si prendono più cura dei dei genitori quindi il quadro si va completando cioè non solo queste donne dedicano molte ore alla cura ma queste giovani generazioni si trovano più sotto pressione rispetto alle generazioni precedenti perché probabilmente perché sono anche numero inferiore abbiamo visto che la famiglia si sta restringendo quindi è una donna che ha quattro genitori di cui genitori o sociali di cui occuparsi quindi guardiamo ad esempio guardiamo le età 50 da 50 a 55 e vedi che i giorni dedicati sulla riga verde che sono le generazioni più giovani quelle nate più vicini a noi di più da questa parte vi dedicano più giorni di quelli della linea rossa a parità di età quindi le cinquantenni di oggi dedicano più tempo delle cinquantenni di ieri alla cura dei figli quindi non è un fattore età è un fattore di generazione cioè vuol dire che che queste donne delle generazioni più recenti sono più sotto pressione è questo questo è il meccanismo diciamo che il verde supera il rosso è stato esattamente e il rosso supera il blu quindi c'è proprio una uno scarto generazionale ma allora si potrebbe dire vabbè allora bisogna lavorare anche sull'inter kercher bisogna anche aiutare nell'assistenza degli anziani ci sono tutta una serie di misure che si possono intraprendere o reali orario di lavoro flessibile c'è un nuovo diciamo strumento che si chiama ris pacs cioè di dare sollievo temporaneo alla famiglia e così via la cosa preoccupante a nostro avviso dalla nostra ricerca emerge anche questo che non est e che è una componente altruistica quella che spinge ad aiutare ma c'è anche un aspetto di chiamavano così reciprocità nel senso che l'aiuto va un po nei due sensi se da un lato le nonne si prendono cura dei nipotini le figlie si prendono cura dei nonni e questa solidarietà intergenerazionale proprio perché c'è questa riduzione di numero di componenti della famiglia e quindi questo aumento del carico medio di ore di cui farsi per prendersi cura comportano una come dire una potenziale rottura di questo patto generazionale e questo si vede un po da questo nostro studio perché se noi prendiamo i giorni al mese di aiuto ricevuto dai figli nei vari paesi come abbiamo già visto è molto elevato in italia e spagna eccetera se poi prendiamo i mesi scusate i giorni di aiuto dato dai nonni per i nipotini questo è anche molto elevato in spagna in italia c'è troviamo allineate questi due comportamenti laddove c'è in ogni aiutano con i nipoti i figli aiutano i nonni nell'era dei cosiddetti sottolineo cosiddetti bamboccioni pensa per esempio nel mezzogiorno dove la percentuale di disoccupazione nelle donne entro i 25 dai commenti di 30 anni sostanzialmente al 50 per cento quanto persone che magari sono ancora possono ancora essere nipoti cercano siano d'aiuto le loro non certo quindi questa reciprocità è importante perché praticamente noi in questo modo vediamo se le giovani donne in qualche modo aiutano nella cura dei nipoti e quindi in un certo senso chiudono il cerchio ci siamo partite dal dada donne che avendo figli piccoli non sono in grado di partecipare al mondo del lavoro ma se c'è qualcuno in casa che li aiuta questo permette di facilità la partecipazione al mondo del lavoro allora questo cerchio di samo di solidarietà rischia però di essere sotto pressione perché è possibile per esempio che chi non ha ricevuto quell'aiuto con i nipoti con i nipotini poi non sia in condizione di dare aiuto ai genitori anziani cioè in qualche modo se questa reciprocità viene a cadere e se la famiglia si slega anche perché uno magari vive a milano e poi l'altro vive a messina e così c'è una parte del nucleo milano una parte delle lucro e a messina tutta questa costruzione molto familistica potrebbe essere messa in condizioni critiche non solo l'aiuto delle madri noi vediamo che nel tempo tende a diminuire e chiaro che la curva a casa dice dice che diminuisce con l'età e questo è ovvio no perché a un certo punto si diventa troppo anziano e per aiutare con i nipotini però di nuovo guardate le cui come le curve si sovrappongono l'una all'altra quindi per esempio le 55 anni vedrete le 55 anni più vicine a noi quelle più giovani sono meno disponibili ad aiutare con i nipotini ma perché non possono non è una questione solo di scelta e anche una questione di cosa possono fare e lo stesso messaggio sia quando si misurano i giorni che le donne dedicano alla cura dei nipotini le nonne di oggi le 55enne di oggi dedicano meno tempo alla cura dei nipotini delle 55enne di un tempo allora quali sono le conclusioni di questa carrellata di dati e di informazioni eccetera che le condizioni di vita le aspirazioni delle giovani e quindi delle figlie sono diverse in larga parte da quelle delle madri perché hanno una livello di istruzione più elevato una maggiore partecipazione al mondo del lavoro e quindi potremmo dire complessivamente un benessere maggiore però va tenuto presente che questo non vuol dire che loro stanno meglio da un punto di vista proprio di benessere economico perché la loro partecipazione al mondo del lavoro interagisce con una serie di fattori l'esigenza di cura di figli e poi sappiamo che c'è un'esigenza di cura degli anziani e qui entrano in maniera molto molto rilevante le politiche a sostegno della famiglia e quindi mi piaceva mostrare come queste politiche noi non dobbiamo pensare solo nell'immediato quindi rispetto a quelle che sono le esigenze della donna oggi quindi l'asilo nido perchè la donna ha bisogno di così di partecipare al mondo del lavoro e quindi che qualcuno si prenda cura dei figli ma anche in prospettiva quindi nel lungo periodo e per finire forse c'è un'area che ancora non abbiamo analizzato a sufficienza questo e il prossimo argomento qual è il ruolo di compagni e mariti padri figli quello che tu hai accennato all'inizio posso farti e poi naturalmente a gas sarà felicissima di rispondere a sollecitazioni o richieste di chiarimento da parte vostra aiutami a capire questo e nel limite del possibile in termini di sviluppo complessivo di un paese e prendiamo un caso concreto novi estraibile ma concreto da una persona ma relativamente giovane che riesce a trovare che fa un figlio una figlia riesce a trovare dopo dopo i primissimi mesi di vita o anche un anno di vita un'occupazione in italia non è semplice trovare un'occupazione con un livello sufficiente di reddito soprattutto se non sei in prosecuzione da quella che aveva prima ma è la prima occupazione hanno dovuto riprenderne è un'altra quindi sostanzialmente guadagni relativamente poco indipendentemente dalla tua qualifica spendi certo numero di danaro non è indifferente per raggiungere il luogo di lavoro mangia fuori magari e stai fuori tanto e pronunci la fatidica frase che a me più volte è stata riferita senti ma se io lavoro sostanzialmente per pagare la baby sitter di mia figlia io non lavoro più allora al di là delle scelte individuali dei concetti quali tutt'altro che secondari ai quali facevamo riferimento prima e cioè la qualità del rapporto interpersonale che sono elementi anche di natura sociale dal punto di vista dello sviluppo complessivo del sistema questi due redditi che verrebbero a cadere cioè il reddito era baby sitter e il reddito della della donna che non lavora più non sono non voglio essere troppo quantitativo non sono una perdita come diceva keynes se sposarsi la mia cameriera per me non cambierebbe nulla ma il reddito nazionale in un primo momento e per una certa quota ne risentirebbe negativamente eccoli mi chiedo questo che cosa non irrilevante divertente mi chiedo proprio questo fra quantità e qualità la scelta comprensibile di quella che dice ma perché mi sbatto 8 ore fuori per prendere un salario che equivale a cook e in maniera inconsistente superiore a quello che pago e non sto neanche con mia figlia una società non i due soggetti figlia e madre ma una società nel suo complesso di che cosa ha bisogno secondo te credo che ci siano due risposte forse anche tre alla russia ed è proprio di quello che ti ho mostrato io se dovessi dare un consiglio a questa donna direi di no di non lasciare quel lavoro perché poi si ritrova senza la pensione quindi oppure si trova solo con la pensione di reversibilità del marito quindi la continuità la continuità del lavoro è fondamentale è proprio quello che abbiamo mostrato è ovvio sarebbe meglio se questo lavoro le permettesse di uscire poi rientrare a parità di condizione non appunto rientrare in un lavoro diverso con un salario ancora più basse eccetera l'altro tema e quindi ecco perché io ho parlato di politiche sociali nel ciclo di vita perché appunto vanno inquadrate dalle dal momento della fertilità al momento del pensionamento l'altra risposta è che è chiaro che la donna deve essere messa in condizione non di doversi cercare la baby sitter ma di avere l'asilo la cura la cura dei figli diciamo che le permetta di dedicare più tempo al lavoro senza avere anche il pensiero costante di cosa sta succedendo adesso ai miei figli quindi sono risposte diciamo duplici ma che a mio avviso vanno tenute presenti perché purtroppo invece ci si concentra proprio sul momento contingente cioè adesso io preferisco stare con i miei figli e e trascura o la mia carriera però questo si paga poi nel lungo periodo purtroppo se avete prego il tempo necessario a che il microfono raggiunga l'ultima fila era proprio il marito al ruolo dei padri che è stato solo accennato anche adesso nella risposta che ha dato non la ricompreso io credo che come donne è importante lavorare anche nel rapporto con il marito compagno di vita io con mio marito abbiamo fatto sta scelta con i bambini e secondo me anche i ragazzi poi cresco in una dimensione anche di parità non solo nella famiglia ma anche del rapporto con le donne nel loro futuro volevo capire se la sua suo pensiero a riguardo si no certamente risponde non è un caso che io abbia concluso la mia presentazione con questa diciamo sfida chiamiamola così è chiaro che adesso la legislazione si sta muovendo in quella direzione c'è sempre più il congedo parentale viene considerato ci spinge verso considerare alla pari il contributo del padre come quello della madre però molto spesso io ho risposto focalizzando l'attenzione sugli effetti di lungo periodo dell'assenza dal mondo del lavoro perché a mio avvisto le donne molto spesso non hanno chiaro questo costo poi che questo comporti che questo comporti anche un rivedere all'interno della famiglia come dire il carico della della cura dei figli e quindi di trovare un modello che che così coinvolga di più le cure parentali da parte del padre certamente certamente rilevante al momento credo che come dire la pressione che c'è sulla donna a lasciare il mondo del lavoro è così elevata che invece bisogna fare focalizzare l'attenzione sul fatto perché è un errore ecco quello di lasciare precocemente il mondo del lavoro nel mentre la signora credo che abbia c'è una signora li che aveva chiesto eccola lì si è più vicina certo si sono dalla sua parte prego ogni giorno sembra via una domanda quasi una provocazione diciamo perché rimango confusa dal fatto che da questa descrizione delle cure dei figli verso i genitori genitori nonni verso i nipoti eccetera anche dalla battuta del giornalista quasi quasi dovremmo essere contenti perché in spagna in italia abbiamo dei figli che si occupano dei genitori dei nonni che si occupano dei nipotini mentre ieri proprio con la crisi c'e saraceno si parlava anche del sistema di welfare italiano in realtà credo e chiedo a lei sta d'accordo che questo in realtà sia un dato molto negativo dovuto al fatto che non è che in olanda i figli se ne freghino o meglio forse sì ma perché se lo possono permettere mentre in italia negli ultimi anni decenni si è puntato sempre più sul sistema di welfare basato sulla famiglia che sostituisca sostanzialmente la previdenza sociale l'inps tutto ciò che dovrebbe essere invece una spesa dello stato diciamo no perché anche ministro tremonti e altri reparti i governi hanno sostenuto dalla famiglia italiana è una sorta di ins quindi in realtà chiedo a lei è un dato fortemente negativo che in italia sia così c'è viene da un esigenza o possiamo esserne contenti insomma negativo positivo non lo so è chiaramente perché poi ci sono elementi culturali tradizioni e quindi se entriamo in un 1 in un'altra sfera che andrebbe anche quella studiata approfonditamente per dare una risposta è chiaro che le due cose si legano a cella dove il modello di welfare è un modello appunto molto passaggio sulla famiglia prevale questo laddove invece il modello di welfare di tipo appunto nord europa in cui c'è assistenza si dice dalla culla alla tomba è chiaro che che invade molto di più anche la sfera dei rapporti con i figli con i genitori e così via c'è un problema se dovessi dare delle cosiddette prescrizioni di politica economica il tema che viene fuori a mio avviso molto chiaramente da questa analisi è che oltre al fatto di proteggere di più le maternità e quindi di dare flessibilità la donna attraverso abbiamo mostrato come per esempio i sussidi per la maternità sono molto molto rilevanti nel mantenere la continuità perché inducono la donna più facilmente a rientrare nel mondo del lavoro eccetera però una prescrizione molto forte che viene fuori è quella che dovremmo preoccuparci della nostra assistenza di lungo termine se appunto si va nella direzione di una vita molto lunga e con però anni forse un numero significativo di anni in cattiva salute perché io temo che è ben presente a tutti che questo sarà la spesa grossa del futuro quella dell'assistenza di lungo termine agli anziani ma come diceva giustamente dario ed è difficile immaginare che lo stato sarà in grado di farsi carico anche di questo pezzo di welfare in più perché perché costa perché ho siamo disposti a aumentare diciamo la nostra contribuzione che già molto alta oppure non possiamo immaginare che che anche di questo si faccia carico lo stato e quindi semmai la spinta è quella di dire una combinazione tra pubblico privato pubblico individuale che permetta più sicurezze quando si arriverà a quegli anni di vita diciamo molto molto in là che potrebbero anche richiedere assistenza e cure e non immaginare che a quel punto ci saranno ci saranno tanti figli disponibile a prendersi pure di noi ma non per cattiveria come di salerno perché gli italiani sono più buoni e gli olandesi sono più cattivi ma proprio per un proprio per una questione numerica diciamo non ce ne saranno tanti di questi giovani in giro a prendersi cura di ogni signora a me qui bianca beccalli dall'università di milano allora due parole per dire innanzitutto che sono d'accordo con tutto ciò ha consentito di quella caretta la relatrice brugiavini e del suo discorso sul welfare e i calcoli la mia come una petizione non di principio perché io sono una sociologa quindi non è di principio filosofico forse è un richiamo e sociologico al problema del lavoro allora non vorrei che la discussione si riducesse un calcolo di costi ed i vantaggi economici cioè il lavoro non è soltanto uno strumento per percepire il reddito e i conti non sono soltanto quello che ci resterà al momento della pensione o quello che perdiamo nel momento in cui noi donne per esempio lasciamo il lavoro quello che perdiamo è ben di più del reddito è l'identità perché il lavoro è anche un terreno di realizzazione dell'identità di espressione dell'identità è un terreno cruciale è una posta in gioco che non bisogna ridurre a denaro della era importante per noi donne in particolare quando poi non abbiamo lavorato anche se i conti tornassero non tornano giustamente diceva la relatrice non tornano anche se i conti tornassero resteremo private di un'intenzione importante che di esserci realizzate noi stesse noi come gli uomini e donne madri come i padri come in me genitori né niente nel lavoro allora il lavoro è un'esperienza fondamentale nella vita dei cittadini e in qualche modo su questo la disuguaglianza di genere la differenza di genere naturalmente pesa molto perché su questo giocano le regole giustamente richiamate le norme del welfare però giocano molto anche le culture e le organizzazioni del lavoro perché se il lavoro fatto in modo tale da essere fatto solo sul modello da vecchio breadwinner maschio lavoratore full time oppure come nelle nuove fabbriche pos fordiste un lavoro che non tiene conto della conciliazione anche se il padre magari si dispiacciono se non è appoggiato su questo da un lavoro culturale sui padri e sulle madri e da un lavoro culturale scusate sentire la tensione su questo fenomeno su quelle che potrebbero essere le vittime ma anche i soggetti della cultura del lavoro le madri perché le madri sono vittime non solo delle norme magari inique delle organizzazioni del lavoro mal fatto il suo modello maschile sono vittime di se stesse cioè sono vittime di una nuova cultura materna lista che parla del latte materno e della dedizione delle madri come di un principio non voglio citare battente che molti di voi conosceranno la madre perfetto alla madre imperfetta sono vittime di se stesse perché sono loro che vogliono si sentono di dover e allattare i bambini per anni ed anni e in qualche modo la conciliabilità diventa problematica per cui c'è una specie di convergenza tra un welfare non amico delle donne un'organizzazione del lavoro non amico delle donne e le donne nemiche di se stesse allora che lavoro culturale oltre che di calcoli economici va fatto di fronte a questo fenomeno scusate se ho cambiato i termini del discorso no assolutamente assolutamente progresso distanza è stato un indubbio contributo nel mentre raccogliamo un altro paio questo è stato un contributo un altro paio di domande mi permetto semplicemente dire che sono certo che soprattutto nel suo passaggio che ritengo decisivo cioè quando lei ricorda il valore identitario non soltanto strutturale del del lavoro il quanto detto da me no faccio l'in sé ma dalla professoressa brugiavini prima sia assolutamente in linea prego c'era un qui non so anche qualcosa un maschio io volevo sapere quanto questa ricerca ha tenuto conto anche di una nuova realtà che non ho sentito citare e cioè che ci sono le donne separate e che le donne alle donne separate viene per la maggior parte dei casi vengono dati i figli per cui sono donne separate con figli che devono lavorare devono lavorare perché come abbiamo sentito anche nell'altra relazione le donne hanno quando si separano anno un calo bisogno di bere essere cioè anno impoveriscono e quindi volevo sapere quante perché qui si parla sempre di padre di madri come se ci fossero tutte famiglie ideali e tutte famiglie composte in modo da quanto tale ma comunque composti window e quindi e volevo sapere quanto è stato tenuto conto di questo fattore che non è che non è insignificante poi l'altra battuta che lei ha fatto sugli olandesi molti amici irlandesi molti molte coppie olandesi sono di coppia di omosessuali o comunque coppie non sposate risultano amici e quindi molti si tengono cura l'uno dell'altro me vengono considerati amici vengono considerati nella statistica ami 5 grazie cioè io ci ha dato una chiave di lettura vuoi rispondere rispondi mentre due cose completamente sono ovviamente molto d'accordo sulla questione dell'identità e quindi diciamo come economista tendo a così a sottolineare l'aspetto della partecipazione come partecipazione remunerata ma quando ho parlato di utilità e soddisfazione mi riferivo anche voglio dire all'aspetto della gratificazione che può venire dalla partecipazione al mondo del lavoro quindi sono perfettamente in linea con con l'intervento per quel che riguarda dunque questo campione parte da un gruppo di cinquantenni sessantenni e quindi diciamo sì si nota meno il fenomeno della diciamo della sede del fatto che c'è una separazione eccetera non abbiamo fatto una focalizzazione su quell'argomento che si può fare certamente anche per una questione di consigli di brevità perché altrimenti ci sarebbe un altro un'altra un altro tema da mettere sul piatto è un tema molto rilevante gli ho mostrato all'inizio questo cambiamento della struttura familiare che si è molto spostato sulle famiglie nucleari e si è visto moltissimo l'aumento delle famiglie singoli in grossa parte dicevo dovuto alle donne vedove ma anche in grossa parte dovuto ai divorzi questo meriterebbe diciamo proprio un approfondimento a sé stante è vero che per esempio nello studio della povertà brandolini è seduto vicino a lei e ne sa molto più di me quello che emerge è che proprio in queste fasce di di single si vanno poi a ritrovare i fenomeni più diffusi di povertà cioè quelli che sono sotto alla linea di povertà quindi certamente sarebbe sarebbe rilevante che sia dato il anno ce n'erano altro addirittura no io avevo visto il maschio di destra ma adesso noi abbiamo il maschio di centro senza alcuna coloritura politica naturalmente una simpatica centro non tanto comunque seduto al centro ne va bene e volevo dire io faccio parte della generazione sandwich 40 anni o anche un osservatore privilegiato perché lavorare un'azienda sanitaria del friuli venezia giuli lavora in consultorio familiare confermo quello che abbia detto che intervenuto sulle separazioni quant'altro anzi credo che fini sia la seconda regione come separazione posso chiederle la cortesia di avvicinare il microfono la ringrazio alzo la voce ok ho lavorato nei servizi sociali quindi abbastanza un osservatorio privilegiato per il lavoro che faccio ecco volevo dire tre cose flash e dopo due domande se riesco brevissime faccio parte delle agenzie sandwich dicevo e tutti i giovani che verranno più dopo di me devo dire giovani perché non in pensione ormai 70 anni devo usare questo termine che sia 40 anni ecco si è visto dai grafici che lei mostrato che le pleta del primo figlio è arrivata mi pare a 32 e probabilmente insomma non credo che di vino era improvvisamente quindi tutte le persone diciamo da 30 anni il suo dovranno avere prendersi cura dei figli dei propri genitori che invecchiano contestualmente devono costruirsi una famiglia avere un mutuo quindi spendere i soldi o pagare un affitto se gli danno il mutuo adesso perché è molto difficile viene chiesto di fare una previdenza complementare perché la pensione non sarà sufficiente quindi mi chiedo con quali soldi nel senso l'aumento degli stipendi bassi io sono i venti pubblico lo stipendio bloccato però almeno ho un lavoro lo collego questo quello che ha detto la cesi la guerra stamattina in chiusura che passa un po forse in sordina ma una cosa molto importante per i servizi per il welfare quant'altro la riforma dell'isee verrà chiesto di compartecipare ai familiari sempre più rispetto che una persona non autosufficiente a casa un disabile grave ecco io mi chiedo per chi ha un lavoro c'è una volta il povero era chi non lavora va adesso noi la nostra generazione quelli dopo sanremo di working poor quelli che c'è lavorando saranno poveri sparando poi non altri eventi di vita ecco quindi questo senso è sufficiente pensare a una forma assicurativa quant'altro non bisogna un po ridisegnare un po tutto quanto pensare proprio delle politiche sociali perché la sicilia guerra standiana detto io mi occupo di politiche sociali però nel dibattito queste cose non ci sono proprio non ci sono noi raccontiamo un altro no non perché non sia rilevante anzi tutt'altro c'era il nostro maschio di destra sempre in termini di collocazione rispetto a chi guarda sì buonasera grazie allora la prima cosa che mi viene in mente che mi veniva in mente io ho un'età tale per cui ho vissuto sia quando il periodo in cui le donne avevano appena iniziato ad avere il discorso della maternità riconosciuto in un certo modo sia invece l'attuale situazione nella quale non trovo un altro termine si approfitta della maternità intanto c'è una suddivisione fondamentale che è quella tra il pubblico e il privato nel settore pubblico il discorso della maternità può essere può avere delle conseguenze ma credo enormemente inferiori rispetto alle conseguenze che sia nella maternità nel privato perché effettivamente nel privato 1 se rimane fuori dal ciclo del lavoro un anno due anni è tagliato fuori nel pubblico mi pare da quello che ho potuto vedere molto meno quindi è una suddivisione fondamentale altra suddivisione essenziale è la differenza tra il nord e il sud dove al nord se uno proprio per un discorso di competitività è in maternità viene eliminato il sud lo conosco molto meno ma sicuramente il problema è sempre tra pubblico e privato no l'altra cosa che volevo proporre era questo il discorso delle donne separate con figli è sicuramente c'è il problema però io continuo a leggere sui giornali che il vero problema è quello degli uomini separati che vanno a dormire nelle carrozze delle delle ferrovie dello stato per lo meno raramente mi pare di leggerlo molto di più li quindi problema vero quello del dl sostenere la separazione in sè l'uomo e la donna come sostenere una realtà che parrebbe oramai parte essenziale del rapporto sociale perché non è più l'uno per cento 2 per cento non so quanto sia statisticamente ma rovai fa parte del rapporto sociale quindi deve essere sicuramente rivisto il problema in sé credo non solo sotto l'aspetto della donna l'altra cosa era quello che dico una banalità e tra l'altro dico anche una cosa generica e discusso della crescita o c'è una crescita reale cioè una produttività reale francamente io non ho la palla di cristallo quindi non so e si riesce a sostenere il welfare così come è stato disegnato negli ultimi 15 20 anni o se non c'è e non è ipotizzabile questa crescita bisogna ricostruire il modo di vivere con molta più frugalità perché è quello che temo si stia avvenendo anche indipendentemente dalle valutazioni generali la ringrazio professoressa se allora 2 brevi risposte allora alla domanda per politiche sociali sono d'accordo che come diceva anche oggi da cecilia guerra chiaramente i giovani sono in questo momento le diciamo i nuclei familiari giovani quelli che hanno appunto il problema del muto ma che sono anche lavoratori magari non in condizioni estremamente precarie ma comunque lavoratori con redditi medi non molto elevati con appunto il problema della cura dei figli con con il mutuo sulle spalle e lì che il welfare deve in qualche modo concentrarsi e non c'è dubbio che al momento il welfare in italia e molto spostato verso gli anziani cioè c'è una maggiore attenzione proprio una maggiore spesa come si vede nella spesa pensionistica che va agli anziani rispetto a quello che invece sono i problemi di cui si trova a cui ci troviamo di fronte sono anche d'accordo con la sicilia guerra che politiche sociali vanno intesi non senso un po ampio non necessariamente legate solo all'aspetto del lavoro ma tutte a tutte le fasi del ciclo di vita come dicevo prima e cioè che vanno dalla dalla cura dei figli fino all appunto assistenza agli anziani e così via il tema delle risorse è un tema da cui non possiamo sfuggire cioè il fatto che andiamo in una fase di risorse sempre più scarse non lascia molto spazio così a un futuro di aumento di questa spesa va razionalizzata ecco questo è credo la soluzione cioè bisogna spostare un po di queste risorse dagli anziani e d'altra parte le riforme a cui abbiamo assistito la riforma pensionistica in parte cerca proprio di andare in questa direzione sulla questione della che riprende un po se i poveri sono più le donne divorziate e gli uomini divorziati sono d'accordo diciamogli una bella è una bella lotta come direbbero a roma cioè in generale si è una brutta lotta se in generale ovviamente molto dipende da dove sono i figli con chi sono i figli e quindi c'è un insomma un aspetto anche composizioni ricomposizione del nucleo che che è rilevante qui in questa ricerca non ce ne siamo occupati molto ma insomma è un tema su cui bisognerà riflettere anche anche futuro non so se ho risposto un po a tutte le domande che ci sentiamo l'ultima si scusa pubblico e privato ma è che il pubblico in italia ma in generale diciamo sì a quello che ha più tutele e è in dubbio c'è non c'è in tutte le in tutte le dimensioni che questo è vero
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