Mamme d’Italia
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Mamme d’Italia
In Italia, la denatalità è un problema crescente, non dovuto alla riluttanza delle donne a diventare madri, ma a un sistema che non offre sufficiente supporto. Il libro "Mamme d'Italia" analizza la maternità nel paese, evidenziando come la mancanza di politiche a sostegno delle famiglie, la disparità di genere nel lavoro e la pressione sociale sui corpi delle madri ostacolino la libera scelta. Il dibattito sulla maternità deve andare oltre le posizioni ideologiche e concentrarsi su soluzioni concrete per creare un ambiente favorevole alla genitorialità.
Buon pomeriggio a tutte e a tutti. Sono particolarmente felice ed emozionata di essere qui oggi e di condurre questo incontro. Complimenti a voi per il coraggio sotto il diluvio anche oggi di essere arrivati qua. Vi presento innanzitutto le nostre ospiti di oggi. Monica Dascenzo, giornalista e scrittrice, lavora nella ridazione di Finanza e mercati del Sole 24 ore ed ha fondato ed è responsabile del blog All'EUP il Sole 24 ore che si occupa di diritti e diversità. Ciao Monica, benvenuta. E Manuela Perlone, giornalista parlamentare del Sole 24 ore, si occupa di interni, politica economica, osservatorio PNRR ed è co-coordinatrice del blog All'EUP. Benvenuta anche a te Manuela. Grazie Chiara. L'altra co-coordinatrice è Chiara di Cristofaro. Un pezzo di cuore, quindi siamo così. Allora, vi dicevo che sono particolarmente emozionata per tutta una serie di motivi. Innanzitutto perché presentiamo un libro secondo me oggi molto importante, si chiama Mamme d'Italia, un libro di cui ho visto la Genesi, ho seguito a sprazi anche le discussioni che ne hanno portato alla stesura, le litigate, le prese di posizione, gli approfondimenti, lo studio e tutto quello che c'è stato dietro. Ma nonostante questo, quindi nonostante io lo sentissi anche un po' un parente prossimo, anche un po' mio, la lettura mi ha comunque sorpreso perché mi ha portato a fare delle riflessioni, a vedere degli aspetti, proprio anche a mettermi in discussione su alcuni modi, su alcuni significati di come parliamo oggi dell'essere madre nel nostro Paese che non mi aspettavo. Cercheremo, nel poco tempo che abbiamo, di parlarne insieme. Monica vorrei partire da te, perché quando mi hai detto che volevate avere questa idea, questo progetto di fare un libro che parlasse di maternità, non me l'aspettavo un po', non ce l'avevo ancora in focus. Da cosa è nata l'idea e perché avete sentito questo che ho visto essere un bisogno per entrambe? Io innanzitutto ringrazio appunto per essere venuti, nonostante la pioggia, ringrazio anche per la pazienza visto che abbiamo tardato nell'iniziare questo incontro. L'abbiamo fatto per cercare di fare la diretta Facebook perché abbiamo ricevuto tante richieste sul fatto che le persone non potessero essere presenti, quindi abbiamo cercato di andare incontro a chi voleva seguirci. Il libro è nato da un confronto all'interno di Alley Hoop. Alley Hoop è questa divisione del sole 24 ore che parla della diversità, non soltanto di genere, ma di tutti i tipi di diversità e ospita firme sia interne al sole 24 ore, che non vuol dire soltanto il quotidiano, ma è anche Radio Cor, come nel caso di Chiara di Cristofaro, o Radio 24 o Cultura 24. Ecco, abbiamo cercato appunto di tirare un filo rosso tra quello che erano stati questi otto anni di confronto su diversi temi, ma anche e soprattutto sulla maternità, perché all'interno di Alley Hoop ci sono diverse generazioni, quindi c'è chi l'ha vissuta qualche anno fa, chi la sta vivendo, chi sta decidendo se diventare mamma e quindi da questo confronto anche generazionale sono nati diversi spunti. Poi in particolar modo io e Emanuela abbiamo una visione molto diversa, molto diversa che poi è molto simile in realtà, perché si è partiti da punti di vista diciamo così complementari, ma che poi hanno fatto un quadro secondo me coerente, e abbiamo sentito la necessità di portare questo dibattito e di razionalizzarlo in un libro, perché credevamo che fosse necessario liberare il tema della maternità dalle posizioni ideologiche, perché adesso molto spesso, soprattutto in politica, se ne fa una questione di destra, di sinistra, chi è pro, chi è contro, chi interpreta al non voler figli come una liberazione della donna, mentre la maternità magari viene vista come una scelta tradizionale. Ecco, volevamo uscire da tutti questi meandri che secondo noi appesantivano il tema, ripartire dai numeri, fare una fotografia di quella che è la maternità in Italia e cercare di vedere quali sono in realtà le istanze vere e concrete nella vita delle mamme e delle famiglie, quindi anche dei papà e dei figli nel nostro Paese. Abbiamo tentato di farlo, è stato diciamo complesso, anche soprattutto dal numero, dal punto di vista dei dati, perché parliamo di 10,4 milioni di mamme in Italia, ma non è un numero che insomma andate sul sito dell'Istata e trovate nello specifico. Abbiamo dovuto fare anche dei calcoli, incrociare dei dati, cioè non sempre i numeri della maternità sono disponibili e a nostro avviso, forse per la formazione del sole 24 ore, sono indispensabili per poter poi affrontare il tema in modo, insomma, con cognizione di causa. Proprio dai numeri, infatti partiamo e siete partite anche voi, perché è un po' la deformazione professionale dell'essere giornalista del sole 24 ore e la fotografia parte da lì, perché solo da lì possiamo capire e iniziare a fotografare un fenomeno, capire poi quali strategie mettere in atto per migliorare la situazione. Manuela, partiamo proprio dai numeri, ne leggo qualcuno proprio per dare un'idea. 379.000 nuove nascite nel 2023, i dati provveditori confermano quindi la tendenza che abbiamo visto negli ultimi anni. Rispetto al 2022 c'è un calo di 14.000 unità, cioè circa il 3-6% in meno. Rispetto al 2008 però che è stato l'ultimo anno di picco, il calo è superiore a un terzo, cioè parliamo di un meno 34,2%, significa quasi 200.000 nuovi nati in meno in soli 15 anni. Quindi la denatalità adesso inizia ad essere un tema di cui si parla, magari vediamo come se ne parla, però la denatalità ecco è colpa delle donne che non vogliono essere madri? Secondo noi assolutamente no, non è colpa delle donne che non vogliono essere madri, è colpa se proprio vogliamo individuare delle responsabilità macro, è colpa di un sistema all'interno del quale non soffiano più quelli che lo storico Jacques Gilet, e noi citiamo nel libro, ha individuato come umori desideranti. Lui, ed è stato un concetto che ci è piaciuto molto, sottolinea come la maternità e la paternità non siano sempre scelte razionali, anzi siano spesso scelte irrazionali, figlie, cioè del desiderio di un progetto comune e condiviso. Perché questo desiderio emerga all'interno di una comunità devono esserci le famose circostanze e condizioni di contesto, significa che dentro quella società devono spirare questi venti di desiderio. Quando invece all'interno delle comunità soffiano i cosiddetti umori di crisi, la natalità si abbassa e quella irrazionalità, quella componente irrazionale nel progetto di genitorialità si affievolisce fino a svanire. Noi abbiamo abbracciato questa tesi e l'abbiamo abbracciata insieme ad Alessandro Rosina, che è il demografo che firma la nostra prefazione, che infatti scrive a chiare lettere come qualunque politica volta a incoraggiare la natalità che si basi esclusivamente sul fare pressione sulle donne perché facciano più figli è destinata al fallimento e possiamo dire che noi lo vediamo perché i tentativi di incoraggiare la maternità in questi anni ci sono stati ma è evidente che non bastano. Allora che cos'è che Rosina dice che bisogna fare? Cambiare prospettiva, fare intravedere alle giovani coppie la prospettiva di un futuro di benessere, di prosperità o anche soltanto di realizzazione di un desiderio che permetta loro di realizzarlo. E se vuoi è veramente un capovolgimento enorme, epocale di prospettiva perché libera le donne dal peso di diventare madri quasi in solitudine e quasi come se fosse una sfida e un carico che da quel momento in poi finirà per gravare esclusivamente su di loro. Cominciare a parlare di natalità senza farne un tema esclusivamente femminile è forse già il primo passo per cambiare verso, cambiare pagina, scrivere pagine nuove e anche vivacizzare la nostra comunità perché dimentichiamo troppo spesso che fare un figlio non è soltanto un atto di egoismo ma è guardare il nostro futuro, quindi il futuro dell'Italia come un futuro più bello in cui quei figli, quelle vite nuove che noi mettiamo al mondo possano crescere in maniera sana, cioè che è il desiderio di ogni genitore, di ogni madre e anche di ogni padre, ma significa anche responsabilizzare i padri, i giovani uomini allo stesso progetto a cui noi chiamiamo le donne. Grazie Manuela, mentre parlava mi veniva in mente una cosa, che noi partiamo sempre dai numeri, abbiamo questa cosa del suo e 24 i numeri, il suo e 24 siamo noi, che però questo libro mi ha fatto proprio pensare come tante altre cose che facciamo in Alley-oop, che partire dai numeri non vuol dire rendere un tema freddo, raffreddarlo, non viverlo, non guardare il lato umano, significa proprio andare più a fondo, capirlo meglio anche per avere a che fare di più con quello che c'è dietro che sono gli uomini e le donne di cui stiamo parlando. Manuela ha toccato tanti temi, mi ha parlato di scelta che è una delle sette tappe del viaggio che c'è nel vostro libro, uno dei capitoli che sono scelta corpo-mente, coppia-amicizia, lavoro e diritti, poi qualcuno riusciremo a toccarne e sicuramente non tutti, però scelta a me ha risuonato tanto e ha colpito tanto. Ecco Monica, le donne sono libere di fare questa scelta in Italia, di essere madri oggi? A nostro avviso, come sottolineava Manuela, no perché non ci sono le condizioni per una libera scelta. Io volevo citare, lo troverete in edicola, The Economist di questa settimana che titola in copertina Cash for Kids, cioè questa è la soluzione che stanno trovando, che stanno percorrendo tutti i paesi occidentali che vedono l'inverno demografico come è stato definito da noi. Per fermare la denatalità pensano sia sufficiente investire in bonus mamme come le abbiamo noi, bonus asilo e così via. Invece, ce lo dice anche The Economist, oggi noi peraltro scriviamo proprio la stessa cosa, è la scelta e la vita delle donne non è in vendita, non è sufficiente mettere sul piatto dei soldi perché allora i bambini arrivino e questo è significativo del fatto che forse bisogna guardare questo tema più a 360 gradi e cercare di comprendere che se non si costruisce una società adeguata è difficile che le donne poi siano libere sia di farli che di non farli perché non è che noi diciamo la maternità che bello, bisogna andare in quella direzione. La scelta deve essere assolutamente libera però nel caso in cui io li voglia fare non devo avere il peso di dover rinunciare al lavoro perché in Italia il 25% delle donne che lavorano quando nasce il primo figlio lascia il mondo del lavoro, non devo spendere il 75% del tempo di cura a mio carico mentre il mio compagno spende soltanto un quarto di questo tempo nei lavori di cura familiari, non devo farmi carico di tutto quello che significa crescere un figlio perché in questo momento le donne hanno la consapevolezza che per frenare questo inverno demografico e i numeri che ci dicono sono terribili perché per esempio proprio l'economist dice che nel 2064 sarà il primo anno in cui i nuovi nati a livello mondiale saranno inferiori ai morti a livello mondiale e in quel caso il tasso di fertilità mondiale scenderà l'1,7 cioè 1,7 figli per ogni donna tenete conto che per la ripopolazione il tasso necessario è 2,1 quindi saremo sotto quel tasso. Ecco ci bombardano di questi numeri del fatto che chi pagherà le pensioni, chi potrà pagare le tasse lavorando per poter sostenere la sanità anche qui per esempio i dati ci dicono che nel 2050 il PIL di ogni paese occidentale sarà per il 21% investito in pensioni e sanità ecco non può gravare sulle spalle delle donne il fatto di avere la responsabilità di procreare perché le casse dello Stato possono essere in bilancio e una cosa che è in linea nell'economist con quello che abbiamo scritto noi è che l'economist proprio sottolinea che la decisione di avere figli è personale e deve restare tale. Quindi il cosiddetto riarmo demografico non so se lo avete sentito, la Francia è uno dei paesi che è andato meglio perché ha sempre avuto al di là di un dibattito interno tra filosofi storici uno l'ha citato Manuela molto strutturato e molto avanzato su questo sema che ha portato poi a politiche che hanno avuto come effetto una natalità superiore al resto d'Europa l'anno scorso ha visto uno scivolamento e quindi Macron ha intervenuto parlando di riarmo demografico e tenete conto la Francia già investe tra il 3,5 e il 4% per le famiglie ecco però il riarmo per lui è aumentare gli investimenti in Sud Corea dove la situazione è tragica il governo ha deciso di stanziare 70.000 euro a nuovo bambino quindi una famiglia riceve 70.000 euro l'equivalente di 70.000 euro se fa figli ma così la soluzione non arriva quello che dicevamo nella scelta è che appunto la scelta personale devono esserci le condizioni perché si possa fare e in questo momento esiste una generazione che è quella diciamo nell'età fertile che si sta interrogando tanto su questo tema tant'è vero che per esempio negli Stati Uniti è partito questo trend che sta arrivando anche in Europa esistono proprio dei veri psicologi e coach che ti aiutano a scegliere se avere un figlio o meno se le donne ne stanno facendo una questione personale i governi non possono pensare di invertire la rotta facendone una questione di Stato e a nostro avviso è proprio questa la discrasia che in questo momento è necessario sanare perché altrimenti sarà inevitabile continuare la discesa che abbiamo visto finora. Grazie, sì e rispetto a quello che dicevi anche appunto significa non permettere che questa che è una scelta personale sia una scelta possibile perché diventa una non scelta in qualche modo in un senso nell'altro o da una parte a livello culturale come l'obbligo il ruolo sociale della madre solo madre che quindi deve avere figli della donna che viene stigmatizzata se non ha figli e che ancora volte soffre di questo stigma appunto dall'altra la non possibilità di scegliere perché la società non sostiene la libertà e la possibilità di essere madre e di realizzarci contemporaneamente come donna che dovrebbero essere le due come dire dovrebbe essere la normalità. Manuela e Monica ha citato appunto ha parlato ovviamente di lavoro che è un tuo grandissimo cavallo di battaglia è un tuo tema forte e ovviamente il lavoro e il lavoro delle madri e quanto le madri lavorano quanto possono lavorare quanto devono ridurre il loro tempo di lavoro e quindi la loro ritribuzione ecco sono tutti i temi assolutamente centrali sia nel vostro libro ma proprio in tutto la tematica della maternità ecco nel capitolo sul lavoro raccontate anche giganteschi passi avanti che sono stati fatti dalle donne in Italia dal secondo dopo guerra in poi e mi è piaciuto tanto il fatto che citaste un articolo della Costituzione che sembra ormai desueto citare invece io ho trovato bellissima con citazione perché l'articolo 37 sancisce che le donne lavoratrici hanno gli stessi diritti e a parità di lavoro le stesse ritribuzioni che aspettano ai lavoratori le condizioni di lavoro devono consentire l'adempimento della sua essenziale funzione familiare e assicurare alla madre e al bambino una speciale adeguata protezione ecco sicuramente tanto possiamo dire anche sulla formulazione di questo articolo che ovviamente riflette la cultura e la società di quando è stato scritto di quel momento però è fondamentale ricordare che queste parole fanno parte della nostra carta costituente servono ancora queste parole oggi? Beh la prima frase dice tutto la donna lavoratrice ha gli stessi diritti e a parità di lavoro le stesse ritribuzioni che aspettano al lavoratore ora vi chiedo secondo voi è stata realizzata e attuata questa parte della Costituzione mi scalderò su questo capitolo del lavoro mi scalderò perché è davvero per me un punto nodale le donne lavoratrici non hanno gli stessi diritti dei lavoratori oggi in Italia non hanno la parità salariale che è affermata nella nostra carta costituzionale e noi siamo attenti bisogna noi mettiamo in guardia da una deriva in questo libro noi grazie al femminismo e grazie ai movimenti delle donne siamo riuscite a demolire negli anni il mito della maternità perché oggi una donna è molto più libera rispetto al passato di scegliere la non maternità il problema è che insieme a questa scelta noi ci stiamo perdendo per strada la scelta di diventare madri tant'è che gli ultimi dati su lo scarto tra i desideri di maternità e la realizzazione del progetto di maternità ci dicono che ancora oggi chi desidera diventare madre nella maggioranza dei casi non riesce a diventarlo e perché non riesce a diventarlo non riesce a diventarlo perché diventare madre in Italia significa di fatto rinunciare se non al lavoro quasi sicuramente alla carriera i dati sul mondo del lavoro italiano lo dico chiaramente gridano vendetta e se ci fosse una mobilitazione giusta in questo paese noi dovremmo partire da lì vi dico perché oggi in Italia lavora una donna su due lavora retribuita perché quando noi parliamo delle statistiche ufficiali e parliamo del tasso di occupazione femminile noi ovviamente parliamo delle donne che sono in qualche forma retribuite e chiamiamo le donne che in questo momento non stanno cercando un'occupazione e non sono impegnate in altro ma non c'è aggettivo più sbagliato nel definirle inattive perché quelle donne stanno in realtà garantendo il nostro sistema di welfare perché si stanno occupando di tutte quelle attività non solo non retribuite ma io aggiungo di sconosciute nel loro valore sociale e cioè tutte quelle attività che potremmo esternalizzare creando sufficienti reti di sostegno alle famiglie reti sociali reti sanitarie che peraltro guardate paradossalmente sarebbero quelle reti in cui le donne sarebbero più impiegate perché tradizionalmente sappiamo che le donne sono impegnate proprio nei servizi che riguardano la cura alla persona e la cura alle famiglie come sia possibile che oggi nel 2024 una donna su 5 abbandoni il lavoro quando ce l'ha alla nascita del primo figlio come sia possibile che resistano quelle percentuali che ci dicano che le donne tra i 20 e i 49 anni sono occupate per l'oltre 80% se sono completamente da sole intorno al 70% se sono in coppia e al 58% se hanno figli vuol dire che già il passaggio dalla vita in solitudine alla vita di coppia fa abbassare la possibilità per le donne di lavorare non so voi ma io lo trovo profondamente ingiusto trovo profondamente ingiusto anche il fatto che quando una donna diventa madre in un'organizzazione di fatto si mette nella condizione di dover sostanzialmente rinunciare a poter vedere un futuro di progressione di carriera perché i datori di lavoro ancora oggi vedono nella donna che diventa madre la donna che automaticamente non potrà soddisfare le richieste che arrivano dall'organizzazione nello stesso modo in cui lo potrebbero fare gli uomini e in questo caso noi registriamo un altro paradosso gli uomini che diventano padri in realtà vengono premiati perché in quel momento gli uomini che diventano padri vengono considerati più responsabili più affidabili e più bisognosi di una slancio nel loro percorso professionale e qui tutte le coppie registrano delle divaricazioni fortissime perché tutti gli stereotipi e i pregiudizi che noi credevamo superati all'interno della vita di coppia si ripropongono persino nelle coppie più progressiste più illuminate quasi che il dovere di cura di un figlio di nuovo ricada esclusivamente sulle spalle delle madri noi concludiamo questo capitolo io veramente tengo particolarmente a questo capitolo perché peraltro raccontiamo come ancora il nostro sistema fiscale il nostro sistema di incentivi sia ancora tutto sbilanciato su un'idea della cura dei figli sostanzialmente esclusiva delle madri parlo delle detrazioni per il coniuge a carico che di fatto svantaggiano disincentivano al lavoro il coniuge che ha la retribuzione più bassa indovinate chi è nella maggior parte dei casi oppure il congiado parentale facoltativo perché anche in quel caso chi è che rinuncia che accetta di lavorare al 30% naturalmente rinuncia la donna non rinuncia chi ha lo stipendio più forte quindi lox ci dice attenzione il vostro meccanismo ancora oggi è un meccanismo pensato per donne che stanno a casa perdiamo poi tutti i passi successivi è come se lo dice lox le donne accumulassero meno capitale umano e professionale da quel momento in poi per tutto il corso della loro vita e arrivano più povere alla fine all'uscita dal mercato del lavoro quando ci entrano perché anche le loro pensioni sono più basse e allora diciamo noi concludiamo il capitolo sul lavoro riprendendo un'analisi che fece in un articolo brevissimo Cristina come cini che dice gli uomini per la prima volta nella storia possono non affidare solo alle donne i loro bambini e il loro futuro e allora possiamo davvero pretendere donne e uomini insieme di essere considerati tutti nelle diverse possibili dimensioni che a creatrici dell'esistenza dentro e fuori le case io alle giovani che vedo qui dico sempre qualunque cosa accada ricordatevi che anche la scelta libera di diventare madri dipende dalla vostra possibilità di lavorare tutte le opportunità di lavoro sono la il fondamento della vostra libertà di scelta grazie manuela che ti saresti scaldato tra le cose che ha detto c'è una cosa particolarmente importante secondo me che è quella che riguarda le competenze quando raccontavi appunto fotografavi quello che succede nelle organizzazioni quando nasce un figlio una figlia cosa succede alle madri cosa succede ai padri quasi che le madri le donne che diventano madri perdessero no in quel momento delle competenze o una parte di professionalità o delle capacità non hanno l'energia ma io stessa mi sono sentita dire vabbè ma tu adesso ti devi occupare del bambino no capito però qua vengo al lavoro no e allora a proposito di competenze invece guardiamola un po in positivo se no ci entristiamo in realtà cioè studi ricerche dati e esperienza anche diretta e quotidiana ci dicono che il diventare madre per una donna è un salto di qualità anche a livello di competenze ne parlate ne scrivete anche nel vostro libro vuoi dirci di più su questo monica allora noi abbiamo voluto dedicare un capitolo alla mente perché riteniamo e ce n'è anche uno relativo al corpo perché ritenevamo importante approfondire il tema dei cambiamenti che si hanno con la maternità nel caso della mente è provato scientificamente che una serie di ormoni intervengono nel momento in cui la donna aspetta un figlio a modificare la plasticità cerebrale questo fa sì che si sviluppino una serie di capacità che poi per le donne durano nel tempo cioè non finisce né con la gravidanza né con l'essere madre nei primi anni di vita vi faccio un esempio il pianto di un bambino è qualcosa che viene usato addirittura nelle torture da alcune dittature così come la privazione di sonno allora nel primo anno di nascita del figlio le mamme perdono all'incirca 700 ore di sonno ma non è solo quello che non recuperano più no naturalmente anche perché poi peggiora la situazione ma non è soltanto un sonno che è inferiore a livello di tempo è anche un sonno inframmezzato allora questa è una tortura grandissima se le donne non avessero dopamina e ossitocina in circolo probabilmente non riuscirebbero a reggere e invece hanno degli ormoni di gratificazione che permettono di resistere nonostante il fisico chiaramente rischi davvero di crollare questo è soltanto un esempio a queste diciamo caratteristiche che arrivano alle donne con la gravidanza e quindi per modificazioni ormonali si aggiungono invece delle competenze che vengono sviluppate nel crescere un bambino e questo è stato dimostrato da diversi studi che hanno messo a confronto mamme diciamo così naturali mamme di cuore e donne single ecco nelle mamme di cuore quindi diciamo nelle mamme adottive affidatarie alcune competenze vengono sviluppate semplicemente con la vicinanza al bambino e sono molto simili alle competenze che sviluppano le mamme naturali questo che cosa vuol dire che durante il percorso della maternità si sviluppano una serie di competenze che sono la gestione del tempo la capacità di prendere decisioni perché pensate soltanto bambino alla febbre alta e magari alle convulsioni che cosa faccio quindi prendere decisioni anche in momenti di crisi la capacità di motivare la capacità di fare squadra insomma le capacità sono infinite e se voi fate l'elenco noi l'abbiamo fatto nel libro sono esattamente le capacità che si chiedono al leader oggi quando andate a cercare nei manuali qual è il leader perfetto è il leader che ha empatia è il leader che appunto sa per esempio comporre i conflitti quante mamme lo fanno con i figli ecco queste capacità non sono capacità che restano all'interno delle mura domestiche perché naturalmente noi siamo persone andiamo nel mondo quindi le portiamo sia sul mondo del lavoro sia a livello sociale ed è un serbatoio di talenti di esperienze di competenze che in questo momento soprattutto in italia perché la tasso di occupazione in italia che ricordava manuela è il più basso in europa la situazione è veramente pesante 53 55 per cento nel 2022 e adesso 53 53 per cento siamo riscendendo lentamente speriamo che si fermi però tenete conto che noi avremmo dovuto in italia arrivare per gli obiettivi di lisbona nel 2010 al 60 per cento quindi siamo in ritardo di 14 anni eppure rimaniamo a quei dati che diceva manuela allora le istituzioni le aziende in italia stanno rinunciando a questo serbatoio di talenti di competenze di esperienze ed è una cosa che non si possono più permettere perché sappiamo che il pil a livello nazionale cresce di uno zero virgola qualche cosa all'anno e escludere metà della popolazione diciamo metà della metà quindi un quarto della popolazione da il contribuire alla crescita del paese è davvero qualcosa di miope a questo si aggiunge il fatto che le ragazze sono molto più struito questo ve lo sarete sentito ripetere in 10.000 occasioni e fra i laureati sono la percentuale maggiore peraltro un inciso la laurea è anche una rete di salvataggio perché i dati che diceva prima manuela dell'occupazione femminile le laureate sono occupate al 70 per cento e noi in italia abbiamo proprio perché anche le laureate escono dal mondo del lavoro pensiamo per esempio alle avvocate l'ordine degli avvocati ha fatto una ricerca ed è davvero confermato quel dato che dicevamo a livello nazionale una su quattro dopo aver studiato dopo aver fatto il praticantato dopo essere magari entrati in uno studio così via lascia al primo figlio ecco queste sono competenze che poi fluiscono fuori dal mondo del lavoro che noi perdiamo quando manuela fa l'appello alle giovani io mi unisco a questo appello perché c'è una cosa che a mio avviso bisogna considerare noi abbiamo dedicato un capitolo anche alla coppia perché chiaramente con la maternità e la paternità cambiano anche degli equilibri all'interno della coppia e un dato l'abbiamo sottolineato in italia stanno continuando a aumentare le famiglie monogenitoriali quindi il papà con i figli o la mamma con i figli l'ottantuno per cento delle famiglie monogenitoriali vede la mamma con i figli stiamo parlando di 2,35 milioni di famiglie che non sono poche e la tendenza alla separazione al divorzio è in aumento queste 2,35 milioni di famiglie sono quelle più a rischio di povertà perché se le donne non lavorano e devono dipendere dall'assegno di mantenimento vuol dire essere a rischio di non poter mantenere i propri figli perché anche qualora dall'altra parte ci fosse un papà che corrisponde regolarmente e non è sempre così l'assegno non è detto che quell'assegno sia sufficiente soprattutto perché non so se avete seguito l'evoluzione del diritto di famiglia e sui divorzi l'assegno di mantenimento per la moglie è stato messo grandemente in discussione quindi non è automatico come lo era in passato per cui il lavoro garantisce noi stesse e garantisce un futuro anche ai nostri figli. Grazie Monica tra i cambiamenti che avete raccontato c'è anche i cambiamenti del corpo di cui si parla forse poco, si parla in maniera ancora un po' antica e invece questa riflessione sul corpo a mio parere è particolarmente importante proprio perché il corpo delle donne è ancora al centro e delle madri, il corpo delle madri è ancora al centro di un'attenzione particolare della nostra società, ecco quanto le donne e le madri in particolare subiscono ancora le aspettative della società rispetto al corpo? Le subiscono sempre di più perché le aspettative e oserei dire le battaglie sui corpi delle donne non finiscono mai, lo abbiamo visto anche ultimamente quando c'è una lotta ideologica da combattere quella lotta guarda caso finisce sempre sui corpi delle donne, corpi delle donne che vengono fatti oggetto di scherno o di dileggio, corpi delle donne che vengono esibiti e vengono giudicati in ogni forma, noi raccontiamo nel libro questo fenomeno della chirurgia estetica sul corpo materno che a partire dagli Stati Uniti si sta spostando anche da noi per cui si moltiplicano gli interventi chirurgici o estetici di chirurgia o di medicina estetica per cancellare dai corpi delle madri le tracce della gravidanza o del parto. Ci sono anche addirittura altri estremi per fortuna non ancora da noi ma per esempio in Corea o in altri luoghi in cui il corpo delle donne deve rimanere perfetto e intonso addirittura le coppie più ricche stanno ricorrendo alla gestazione per altri, alla famosa maternità surrogata per non rovinare il proprio aspetto fisico. Allora è chiara la degenerazione e la deriva ancora una volta non ne possiamo fare una colpa delle donne, è colpa di una società e di una cultura che ancora ripeto combatte attraverso i nostri corpi che ancora passa attraverso i nostri corpi. Però noi ci rifacciamo moltissimo alla filosofia della differenza e alle femministe della differenza che ci hanno insegnato anche un'altra ci hanno regalato un'altra eredità potente cioè il fatto che in realtà proprio nelle genealogie tra donne nella trasmissione dei saperi tra corpi femminili tra le madri e le figlie noi possiamo trovare le chiavi per respingere le aspettative degli altri e anche per trasmettere su questo forse Monica è meno d'accordo ma io voglio dirlo lo stesso la bellezza della maternità perché anche su questo abbiamo nella furia di demolire il mito della maternità poi ci siamo dimenticate forse di diciamo dire a sufficienza alle nostre figlie quanto invece è stato bello che attraverso il nostro corpo loro siano state messo nel mondo e quindi noi citiamo Adriana Cavarero, citiamo Luisa Muraro, citiamo la bellezza del corpo generante perché vedete io lo voglio dire lo continuo a dire il potere di generare è un potere delle donne e noi dobbiamo tenercelo stretto. Allora noi abbiamo pochissimo tempo e io ne roberò qualche minuto, volevo innanzitutto sentire se in sala c'era qualcuno o qualcuna che voleva fare qualche domanda alle autrici qualche intervento ok dici prego prego adesso arriva il microfono arriva il tuo. Grazie io vi ringrazio sono Valentina e volevo ringrazzarvi per la fotografia di questo libro sia da mamma mamma di quattro bimbi e sia da professionista che si occupa della cura perché sono una dula quindi mi occupo di maternità a 360 gradi e volevo ringrazzarvi innanzitutto per quel focus che avete messo sulla depressione postparto perché ha un coraggio scriverlo è forse quello che nelle fotografie emerge di meno e poi è il dato che fa la ribalta sui giornali e invece poter dire di accendere una luce all'interno di quelle mura domestiche no e di dire c'è questo spiraggio c'è questa possibilità non è tutto rose fiore non è solo il bello di un corpo che cambia di una mente che diventa anche multitasking ma è anche la fatica di perdersi e di potersi ritrovare e di dare anche la fiducia e la speranza di dire c'è questa dimensione della maternità può esserci quello che voi stessi chiamate quella rete di sostegno e quindi volevo proprio ringrazzarvi per questo perché leggervi e portarvi poi ad altre mamme portare il blog ad altre mamme è importante per uscire da quella dimensione di solitudine che è bello offrire e bere quel tè di cui appunto si parla anche nell'introduzione ma dall'altra parte berlo insieme quindi grazie questo è sicuramente una cifra che corre lungo tutto il libro questa della della sorellanza e della rete no che è fondamentale proprio per uscire da quella solitudine che citava sì nel capitolo della mente abbiamo voluto dedicare spazio anche alla depressione postpartum perché è un fenomeno che è assolutamente poco indagato non ci sono numeri non ci sono dati ma anche perché molto spesso non viene diagnosticato e quando viene diagnosticato magari viene fatto in ritardo e si interviene sempre poco esiste in italia una rete di sostegno durante la gravidanza anche per i corsi preparato che ci sono negli ospedali e nei centri esiste meno il sostegno post io mi ricordo che quando sono arrivata a casa con il mio primo figlio ho chiuso la porta e ho detto e adesso cioè me lo sono proprio chiesto e ho pensato fra me me ma sono matti a dare in mano un bambino a una che tu non sai neanche che cosa può farci cioè mi sembrava me avessero dato fra le braccia un bene preziosissimo senza neanche darmi distruzione ma neanche farmi un esame del fatto che se fossi in grado o meno di prendermene cura e ci si trova insomma molto spesso da sole per questo abbiamo dedicato un altro capitolo all'amicizia perché con la gravidanza e con la maternità cambiano anche gli equilibri insomma fra le amicizie anche perché nelle cerche a noi abbiamo ci sono delle teorie che dicono che ci sono delle le amicizie usate a cerchi abbiamo sei persone che fanno parte del nostro cerchio più ristretto poi una trentina nel cerchio più ampio così via no e quelle sei persone non è detto che siano le stesse quando diventate madri o siete diventati madri di quelle che erano prima perché molto spesso le esperienze della vita fanno sì che si va su binari differenti anche soltanto magari per un tratto e quindi magari in quel circolo di sei persone entrano persone e donne che hanno che stanno facendo la vostra stessa esperienza e quindi donne che avete conosciuto al corso preparato oppure mamme del nido e così via e sono quelle che la prima cerchia è quella di supporto e il supporto importantissimo perché fa sì che le donne che diventano diventano madri non restano da sole in quell'esperienza e in quel cammino e poi è una cerchia che cambia con il tempo e che è utilissima per esempio noi facciamo un focus anche sull'adolescenza che è un altro momento di estrema sfida intellettiva emotiva psicologica per entrambi i genitori non soltanto per le mamme e aiuta ancora una volta viene ancora il la rete dei di supporto io volevo leggere una frase non so se siamo in chiusura non lo so siamo in chiusura io pure volevo se avete una cosa e poi vi farò avrete una frase ciascuna per chiudere quindi preparatevi no perché la tema della mente affrontato no nella doppia veste depressione postpartum solitudine estrema e poi amicizia rete di sostegno e quindi le due sempre le due faccio una positiva una negativa perché la maternità è anche ambivalenza fortissima sperimentazione dell'ambivalenza e mi ha fatto venire mi ha fatto venire in mente il suo intervento quello che diceva natalia ginsburg nella famosa lettera le donne hanno l'abitudine il guaio di cascare nel pozzo tutte le donne belle brutte brave non brave cascano in questo pozzo e quella lettera bellissima e strugente perché la ginsburg vedeva nel pozzo l'origine della nostra schiavitù non nella nostra mancanza di libertà ma poche ricordano la risposta che diede alba de cespedes perché era la loro corrispondenza quindi la risposta che diede a questo a questo pozzo e a questa lettera lei disse al contrario di te io credo che questi pozzi siano la nostra forza perché ogni volta che noi cadiamo in un pozzo noi scendiamo alle più profonde radici del nostro essere umano e nel riafforare noi portiamo tali esperienze che ci permettono tutto quello che gli uomini i quali non cadono mai nel pozzo non comprenderanno mai e questo per me è il potere a cui facevo riferimento prima quindi pozzo risalita dal pozzo e quell'esperienza nella profondità è davvero la forza di noi donne io ci credo e nelle reti tra donne spessissimo noi ci ritroviamo a parlare dei pozzi in cui siamo finite grazie così no sì allora frazze per chiudere e poi ci dobbiamo salutare perché abbiamo già sforato e mi sgrigeranno tantissimo io volevo chiudere con questa frase di giuseppe micheli non è che siamo matte e citiamo cose a caso è che veramente è stato uno studio e un approfondimento di letture di scambi di ricerche e abbiamo voluto costruire questo libro anche come un dialogo con tutte le voci in italia che si sono occupate di questi temi perché riteniamo importante ritenevamo importante anche riuscire a fare un lavoro di sintesi e di strutturazione per poter far sì che anche il nostro libro fosse un mattoncino di quella dibattito che c'è in italia e che mettesse in rete una serie di riflessioni allora giuseppe micheli scrive avere un figlio a una scelta presa al buio dai benefici incerti e dai certissimi costi senza scelta senza possibilità di tirarsi indietro una volta intrapresa che si può prendere solo chiudendo gli occhi senza tendere spasmodicamente a essa come un tuffo nel mare di notte questa è la quarta di copertina del suo libro e come un tuffo nel mare di notte scriviamo noi può nascere solo perché è l'azione in sé che ci riempie di senso quali che siano gli inconvenienti allora di inconvenienti abbiamo parlato ma esiste anche un senso assolutamente sì grazie a monica da senso grazie manuela perrone grazie chiara io ringrazio voi per essere stati qua vi saluto con un'altra frase volevo unirmi a questo ringraziamento perché ci sono dei papà in sala e voglio ringraziare anche i papà perché questo cammino si fa insieme grazie imparare ad amare le madri è il segreto perché le figlie crescano davvero libere di scegliere grazie
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