Maestri
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Maestri
I giovani italiani si stanno abituando al multitasking, usano sempre più le nuove tecnologie della comunicazione, stabiliscono relazioni attraverso i social network. Di fronte a loro, sulle cattedre scolastiche, siedono maestri sempre più anziani, in prevalenza donne e provenienti dal Mezzogiorno. Come influisce il rapporto tra le generazioni che si instaura nella scuola sul futuro culturale ed economico dell’Italia?
no buonasera e benvenuti a tutti questa sera al festival dell'economia di trento parleremo di scuola e ne parleremo con i protagonisti con coloro che la scuola fanno il titolo di questo incontro ai maestri tutti gli organismi economici e politici dall'unione europea l'ocse considerano la scuola una leva strategica su cui fare forza per uscire dalla crisi e per rilanciare le economie e soprattutto le economie europee il titolo di questa edizione del festival dell'economia di trento cicli di vita e rapporti tra generazioni si presta in maniera particolare a parlare di scuola ea trattare questo macrocosmo appunto che la scuola questa sera ne parleremo con maria ricci insegnante psicologa che si occupa di integrazione di di alunni stranieri soprattutto quelli che ancora siamo in italia vengono considerati stranieri ne parleremo con cesare moreno ai più conosciuto come maestro di strada che diciamo in una lunghissima carriera ha portato alla scuola agli ultimi che a scuola non andavano e ne parleremo con gianfranco staccioli che è presidente della federazione italiana dei cm dei centri esercitazioni di metodi dell'educazione attiva e pedagogista e autore di diversi saggi appunto su diciamo di argomento educativo il ciclo di vita e rapporti tra generazioni quale rapporto tra generazione più importante se non quello tra insegnanti e alunni alunni a qualsiasi livello dai più piccoli ai più grandi a quelli dei licei e forse anche delle università diciamo che oggi siamo in un momento molto molto particolare gli alunni sono sempre più nativi digitali sono quasi tutti nativi digitali e sono anche possiamo ormai considerarla questa degenerazione multitasking gli insegnanti sono reclutati e formati secondo una probabilmente anche delle vecchie logiche io vorrei appunto cominciare questa nostra serata con una battuta diciamo a tutti e 33 i nostri ospiti con un piccolo intervento relativo proprio a quest aspetto cioè quale rapporto tra generazioni e più importante oggi tra gli alunni sempre più nativi digitali e gli insegnanti inviterei appunto maria ricci a intervenire poi a sé a seguire gli altri buonasera a tutti sì è vero gli alunni sono dei nativi digitali e gli insegnanti non lo sono sono possiamo chiamarli degli immigrati digitali nel senso che davvero si trovano in un mondo che è cambiato e che è completamente diverso dal mondo in cui sono nati è una grossa potenzialità questa della delle tecnologie innovative della comunicazione della digitalità è veramente una grossa potenzialità la scuola si è trovata forse un po indietro chiaro che sono è un discorso generale generalizzante nella nell'ambito della scuola le varietà sono notevolissime ci sono insegnanti che cavalcano il mondo digitale ma in generale la scuola ha anche trentina non è così non è stata forse è così pronta a cavalcare questa questo mondo ea riuscire veramente a sfruttarlo nel modo più più costruttivo è possibile certo è nel parlando di allievi di madre lingua non italiana che utilizzare questa componente è sicuramente una carta vincente l'utilizzare in un unico mezzo il computer vari tipi di linguaggio il testo scritto il linguaggio iconico l'audio il video è sicuramente vincente con questi alunni come lo è anche però con gli altri senza dimenticare la relazione con gli insegnanti fondamentale comunque che quel tutto questo avvenga in un rapporto di significativi un apprendimento significativo l'insegnante comunque cavalca questa questa questa dimensione riflettendo sulla significatività di questo per se stesso per lo studente e tenendo presente che questo può servire per rompere la lezione frontale è una delle possibilità delle dimensioni che aiutano a rompere la lezione frontale l'insegnante che non è più di fronte agli alunni ma sta dietro sta in mezzo a loro organizza i gruppi la dimensione relazionale non si deve perdere in questa in questa occasione assolutamente è un lavoro comunque che rompe la lezione frontale passa subito il lavoro ai ragazzi con un insegnante che li accompagna da dietro in mezzo e li conosce ancor di più proprio perché sta in mezzo e scopre il loro delle competenze che forse senza questa questa tecnologia senza l'occasione di stare più insieme a loro e fa lavorare loro non avrebbe potuto conoscere è una grossa potenzialità che la scuola sta imparando a cavalcare non senza fatica ma è una grossa potenzialità come come si vede dalla strada questa differenza tra insegnanti e alunni io insisto sempre su una cosa importante la relazione insegnante alunno non basta per due motivi primo perché noi dobbiamo far incontrare due esseri umani e non due funzioni mentali insegnare e apprendere quindi dobbiamo organizzare un incontro tra persone secondo che noi incontriamo le giovani generazioni a scuola per conto della società se la società non ama i giovani se la società li maltratta in molte e ripetute occasioni è difficile che gli insegnanti possano avere un mandato forte nei confronti dei ragazzi allora il discorso del nativo digitale io lo prendo come una metafora per dire la diversità antropologica che c'è tra i giovani e gli adulti cinquant'anni fa gli insegnanti si scandalizzavano per i fumetti poi si sono scandalizzati per la televisione poi si sono scandalizzati per il multimediale poi si sono scandalizzati per il digitale la verità è che ognuno di queste cose fa emergere la diversità antropologica che c'è tra chi insegna e chi apprende tra modi di vita diversi il modo di vita dell'insegnante è centrato sulla testa in modo di vita di tutti i giorni non solo dei giovani di periferie è centrato sulla prendere con tutto il corpo con tutto l'essere allora la domanda fondamentale è ma a scuola si incontrano insegnanti allievi o si incontrano l'essere umano che sta dietro l'insegnante dell'essere umano che sta dietro il ragazzo studente allora nella nostra esperienza di 12 anni di maestri di scuola di maestri di strada all'inizio io voglio utilizzato di cronaca all'inizio nessun insegnante usato il computer alla fine osavano tutte e l'hanno imparato ad usare insieme ai ragazzi e hanno imparato su dei computer vecchie perché per non farceli rubare compravamo i computer usati da 100 euro a computer l'unica oggi abbiamo comprato i nuovi ci hanno rubato il giorno dopo quindi vi consiglio caldamente di comprare solo computer usati ed informare i mari voli che sono usati perché se no se non lo sanno vengono a rubarle ma questo per dire che la sfida dell'informatica era una sfida per entrambe non era una sfida mia contro di te ragazzi contro adulte adulti con due ragazze è una sfida insieme cioè impariamo una cosa nuova e oggi e l'informatica domani sarà un'altra cosa ma lo spirito è che stiamo dallo stesso lato non stiamo l'uno di fronte all'altro e questa stare a fianco non è che si deve realizzare nell'informatica si deve realizzare in tutto e ascoltare i ragazzi non si deve realizzare quando l'oro di informati ne sanno più di tempo ma si deve fare sempre allora noi qua per la nostra scuola abbiamo sempre parlato di incontro antropologico cioè del fatto che ci stanno due umanità diverse i ragazzi e come se fossero le persone sbarcate sbarcata dal paese che non c'è prima non esistevano sono venuti dal nulla cioè sono venuti da una madre ma prima di venire da una madre non c'erano non è vero che sono cittadini italiani devono diventare cittadini italiani non si diventa cittadini italiani perché si è nata in italia si diventa cittadini italiani perché si entra nella vita di un popolo ma di un popolo che cambia quando accoglie gli altri noi non possiamo accogliere nessuno se non cambiamo noi e questo quello che dicono i maestri di strada dicono io non posso fare lezione agli altri io posso incontrare gli altri e incontrando gli altri apprendo delle cose e cambio me stesso perché cambio tutto il contest in cui viviamo noi non aggiungiamo un posto a tavola noi cambiamo la tavola basta prego a gianfranco staccioli sono contento di concordare con i miei due amici che mi hanno preceduto era ovvio mi pare perché ci hanno messo insieme ricordo a me stesso che proprio l'idea di avere inventato parole come quella di nativi digitali e immigrati digitali che è stata ricordata anche da maria prima ci dà una soluzione o perlomeno un'ipotesi di soluzione al problema che era anche vela diceva cesare bisogna parlare di intercultura se ci sono degli immigrati che ci sono dei nativi l'asl unica soluzione e trovare delle modalità di relazione fra adulti e bambini fra conoscenti e non conoscenti di tecnologie esattamente come si cerca di trovare delle soluzioni laddove siamo di culture diverse perché un bambino oggi a una cultura che non è soltanto diversa rispetto ad un bambino di ieri ma è molto diversa rispetto a quello degli adulti ma l'intercultura c'è segnato che proprio la diversità che ci arricchisce e quindi va trovata una strada perché ci sia un incontro di culture che sono diversi e la ragione ancora cesare a dire il problema non si risolve nel rapporto nella relazione seppur buona fra adulti e bambini perché il problema è molto più complesso ci sono almeno quattro grandi forze in gioco una certo è la scuola però ce ne sono avevano vanno ricordate l'altra sono i compagni che non sempre stanno nella scuola e credo che il lavoro di strada ce lo ricordi come sia importante per un bambino per un adolescente l'apprendimento che avviene attraverso gli altri compagni di strada forse non sono di strada saranno di caseggiato saranno di quartiere e poi c'è il tema delle di un insegnamento diffuso diffusissimo capillare incredibile rispetto a 20 30 anni fa che passa attraverso i mezzi di comunicazione di massa 20 e 30 anni sono di più il libro di umberto eco è del 1964 vi ricordate il titolo era apocalittici o integrati si sposano si sposano con le nuove tecnologie si parlava si parlava del the mass media in generale perché c'è la pelle e dicevano no meglio non fare i moduli bambini stiano troppo davanti alla televisione così come oggi si dice ebbene i bambini non siano troppo con a smanettare come si dice con i mezzi di comunicazione tecnologici ci sono come allora dei dibattiti feroci se seguite la stampa e divertente migliori tanto capita qualcuno è talmente esagerato e ci fa sorridere ma ci fa riflettere come raffaele simone che ha scritto che non abbiamo venuto insomma una persona abbastanza riflessiva diciamo sul piano dell'apprendimento che ha scritto che la cultura digitale è uno dei più temibili moventi di interruzione della concentrazione che si siano mai presentati nella storia un apocalittico i ragazzi chissà dove andiamo a finire bene la risposta a questa complessità e non ho messo in questa complessità l'altra dimensione che è la struttura della società in generale nel sud nella sua complessità che influisce la risposta secondo me è e star nel nella nostra consapevolezza di capire che l'educazione non è soltanto visibile ma è anche invisibile noi facciamo dei grandi sforzi per costruire un sistema educativo e distruttivo di tipo visibile ma l'apprendimento ciascuno pensi alla propria vita ea cosa e come ha imparato nella propria vita l'apprendimento non passa soltanto attraverso una dimensione visibile il faccio solo tre esempi ma tanti se ne potrebbero fare la primo esempio il recupero da un autore che conoscerete perché non è più famoso psicologo del nostro tempo psicopedagogista e brunner che dice la vita è una interazione fra le versioni del mondo che si formano sotto l'influsso dell'educazione istituzionale e le versioni che sono il prodotto delle storie individuali del letto così ha detto non si capisce nulla perché bisognerebbe avere di testo sotto mano ma il concetto è le persone non imparano pensano e noi sappiamo cosa pensano quando imparano o non imparano non sarebbe più interessante occuparsi di come pensano i bambini piuttosto delle cose da insegnare ai bambini certo è invisibile non lo sappiamo dovremo fare un curricolo che aiuta noi adulti a dare più spazio ai pensieri e ragionamenti alle inquietudini e le scelte alle paure che hanno i bambini fino da piccolissimi non è un caso che la scuola con i ragazzi più grandi diventa più difficile perché la dimensione educativa nella costruzione del pensiero si distacca dalla scuola e nella scuola si impara delle cose nella vita e invece è tutta un'altra cosa l'invisibile diventa più forte del visibile secondo esempio le versioni personali si costruiscono fino a da piccoli e si costruiscono nel contatto con gli adulti e con le istituzioni che sono esse stesse le istituzioni anche sociali permeate di climi culturali cioè di mode e le mode non lamentano amica e bambini se ne trovano anche gli adulti se le trovano anche noi ce le troviamo è visibile e visibile quando emette un certo vestito voglio comprare una certa cosa o protesto con la mamma perché non mi ha comprato quelle cose gli altri compagni hanno ma è un messaggio invisibile che ti dice come dovresti non comprare essere diventare aspirare ad essere e terzo elemento di invisibilità e l'invisibilità economica che non vuol dire lo stipendio di fine d'anno invisibilità di comprendere che la dimensione educativa è una dimensione produttiva dal punto di vista economico cito perché non sono esperto cito un esperto ekma premio nobel dell'economia che dice queste parole i bambini di oggi con il loro futuro garantiranno lo stato assistenziale degli anziani di domani per ridurre in un prossimo futuro la gran massa di poveri che sarà la maggior fonte di spesa per i giovani occorre lavorare soprattutto oggi con i figli di questi poveri offrendo servizi educativi di qualità per far sì che da adulti abbiano le capacità di uscire dalla spirale della povertà è un in visibilità enorme non si pensa a quanto si potrebbe guadagnare mettiamola così a investire nell'educazione lui l'ha pure fatto e fra virgolette cito da ekma occorre iniziare dalla prima infanzia ogni euro investito nella prima infanzia da un rendimento minimo di 5,7 euro che forse può arrivare fino a 12 euro lottare per capire che esiste una invisibilità e che noi possiamo grazie a questo primo giro di interventi ha già presentato diversi argomenti molto interessanti io però volevo invitarvi un altro giro di interventi su un argomento forse un po più contingente è poi volevo dare la parola al pubblico per qualche intervento se c'è qualche intervento in sala che appunto vi invito a fare durante un incontro di oggi pomeriggio si parlava dei problemi della scuola un altro incontro di questo pomeriggio appunto parlava di uno dei segmenti più deboli della scuola italiana e cioè la scuola media si è fatto un discorso attorno appunto all'anello debole della scuola italiana è chiaro che se noi siamo qui siamo qui anche perché parliamo di un po di problematiche della scuola brevemente cesare moreno oltre ai problemi di cui abbiamo parlato fino ad ora quali sono gli altri problemi la scuola italiana siamo così certi che la scuola italiana funzioni così male io penso che la scuola italiana funziona cento volte meglio di quello che si dice e perché se così non fosse saremmo allo sfascio completo la scuola è una delle poche istituzioni che in qualche modo ha tenuto in un periodo in cui grande istituzione davano una prova di te di sé molto triste il problema quindi non ne se la scuola funziona o meno e se funziona nonostante i governi o perché ci sono i governi la scuola in questo momento oggi funziona perché ci sono degli insegnanti che pè negli ultimi dieci anni in mezzo a riforme che venivano inventate possibilmente intorno a ferragosto perché lì si sa che funzionano meglio coi colpi di sole non si sa mai come va e ma il semplice fatto che ci sia stato un turbinio di riforme una dietro l'altra già questo vi fa capire che disastro è stato il governo della scuola poi a alcune riforme sono state devastanti e quello di forme devastanti sono ancora operanti il governo tecnico non ha preso nessuna iniziativa tecnica per modificare le cose tecniche sbagliate allora il punto è questo ci sono centinaia di migliaia di insegnanti che vanno tutti i giorni a scuola cioè che hanno un tasso di assenteismo inferiore al 10 per cento fisiologico degli altri non parla però quelli che vanno tutti i giorni a scuola ci stanno andando perché hanno uno stipendio perché hanno un mandato forte dalla società o ci stanno andando perché ci credono se stanno lavorando bene lavorano bene perché sono sostenuti o perché capiscono che questa è una missione umana non una missione professionale che sono l'avamposto della società di fronte ai giovani una società che nega i giovani è una società suicida oggi gli insegnanti italiane stanno reggendo non la scuola ma il futuro della società perché continuano a incontrare i giovani nonostante tutto allora il punto è questo ci sono dei critici interessati non della scuola ma degli insegnanti i quali facendo la critica degli episodi a delle situazioni e cherry in realtà stanno dicendo forte e chiaro che a loro ascolto non interessa abbiamo avuto un governo che programmaticamente ha detto che la scuola non gli interessava ma non è che questo governo abbia detto forte e chiaro che la scuola è al centro il neo eletto presidente per francese l'ha fatto sappiamo benissimo e le dichiarazioni spesso lasciano il tempo che trovano ma noi non abbiamo neppure dichiarazioni e ci sono delle storture del sistema che continua andare avanti quindi per me la domanda è questa e vorrei che proprio il mondo della cultura la smettesse di confondere le persone con il sistema le persone sono ottime il sistema è pessimo io vorrei che giornalisti uomini culture pedagogisti psicologi e c'era la smettesse di parlare della persona degli insegnanti di quelli che onestamente vanno a lavorare tutti i giorni facendo una caterva di errore e se chiaro nessuno si immagini gli insegnanti siano bravi però fanno il loro dovere tutti i giorni e invece di ringraziarli per questo si gettano addosso agli insegnanti le colpe che sono di chi governa il sistema di chi stabilisce regole assurde di chi sta stressando gli insegnanti oltre ogni limite io sarei curioso di sapere di quanto sono aumentate le malattie psicosomatiche degli insegnanti nell'ultimo periodo ma naturalmente un'indagine del generano la fa nessuno quindi diciamo la mia risposta è netta e precisa la scuola funziona molto meglio di quello che dovrebbe funzionare se stessimo alle indicazioni che abbiamo da chi governa la scuola e sarebbe l'ora che ci decidessimo tutti i cittadini a dire forte e chiaro che la scuola non è affare degli insegnanti non è affare neppure dei governi e affari dell'intera comunità nazionale perché su questa cosa ma ci stiamo giocando il nostro futuro gianfranco staccioli tre priorità per la scuola 123 fine beh direi intanto come al solito mi trovo benissimo d'accordo con quello che è stato detto prima e mi piacerebbe anche leggervi la lettera che mi è arrivata poco fa da una insegnante e credo sia della sicilia dal nome che carrù che dice sono stata lontana dall'italia per qualche anno sono tornate ad esso e ho trovato una scuola irriconoscibile perché ci sono tensioni per i disabili perché non c'era il tempo pieno per la didattica per l'auto lismo autoritarismo e dirigente no niente di tutto questo una calma piatta che fa impressione mi sembra una scuola in coma è colpa mia è cambiato qualcosa oppure questo è il clima che si respira oggi nella scuola italiana siccome lei manda lettere alla rivista e la vita scolastica dove rispondo ho dovuto pure rispondere che non vide ci sarà certo la risposta ma la risposta diceva grossomodo questo e non c'è dubbio che non siamo in una ottima situazione ma è anche vero da pedagogista che si possono vedere le cose non soltanto guardando alla dimensione del mezzo bicchiere bicchiere pieno dobbiamo essere critici testardi poi dopo vi farò qualche esempio di testardi a o di testardaggine ma bisogna anche essere ottimisti pedagogia forse una delle poche scienze ottimiste rispetto ad altre scienze perché si fida che l'uomo l'individuo possa migliorare sempre e quindi bisogna guardare a quelle cose dicevo alla maestra ea quelle situazioni perché non tutto è perduto esistono decine e centinaia di insegnanti migliaia di insegnanti che lavorano seriamente esistono ancora dei movimenti che sono impegnati sul territorio e all'interno della didattica esistono delle correnti pedagogiche che magari non saranno conosciute da tutti uno degli ultimi libri che ho curato si intitola sloan school sistema del dell'imparare lentamente e controcorrente evidentemente ci hanno insegnato bisogna andare di corsa la maestra prova e tutte le altre sono angosciate perché corrono sempre ma hanno sbagliato bisogna dirglielo fino a dire non si impara di corsa si impara soprattutto quando si può pensare e quando ci sono situazioni di calma esistono dei movimenti uno si chiama outdoor school che dice che la scuola si fa ma non è detto si debba fare in una stanza l'idea e la scuola sia la scolarizzazione da chiudersi qualcuno l'ha chiamata anche pollai in delle classi adesso si esce neanche più briko c'è la possibilità neanche di andare al laboratorio perché mancano le questi manca il personale ma la scuola si fa anche uscendo stando fuori avendo un rapporto con l'esterno tantissimi esempi noi possiamo trovare quindi non e vero abbiamo molte difficoltà dicevo la maestra ma in parte è colpa anche nostra che non vediamo che ci sono delle cose positive e in parte per riprendere il tema dell'invisibile di prima e tre cose che non vanno o che vanno visto che me l'hai chiesto veneto 3 1 2 3 e mi faccio aiutare da federico rampini che qui è di casa perché lo avete invitato tutti gli anni allora lui ha scritto un articolo sulla repubblica nel maggio del 12 quest'anno che mi ha ispirato l'idea che noi stiamo sviluppando un modello scolastico che direbbero alpini credo e modello testosterone ha fatto un bellissimo articolo sul modello sesto stellone parlando dei manager dell'alta finanza che non cercano il testosterone un aiuto per la virilità o le prestazioni sessuali sono sue parole quello che vogliono è una droga che li renda più aggressivi più competitivi più efficienti nella gestione del rischio delle grandi banche il testosterone scorre a fiumi i protagonisti sono a caccia di guadagni immensi rapidi e azzardati mi sembra esagerato applicarla alla scuola ma i tre punti che due invitava a dire sono questi il primo la nostra scuola si illude che la computazione cioè la logica stretta e la vita stessa siano misurabili e computazionali non si fa altro che controllare computazionali ciò che i bambini pensiamo abbiano imparato non sta mica così diceva ancora una volta quell'autore vi ho citato prima bruner perché la mente non è computazionale la mente molto più complessa ne abbiamo almeno due direbbe lui molte di più qualche altro autore ma almeno due ce le abbiamo così come abbiamo due emisferi cerebrali 1 deputato alla computazione e l'altro no e nella scuola cena dopo la 1 solo secondo la velocizzazione siamo follemente certi che prima si fa e meglio è guardate la situazione delle scuole dell'infanzia sono diventate delle pre scuola delle tre scuole primarie guardate la situazione dei nidi ho visto le schede con i bambini due anni e mezzo appena prendono in mano così si parla di manualità fine e prendono in mano e la pisino per riempire degli stereotipi e non il sole e prima lo fi e meglio è più lo fai alla svelta più schede fai più vinci e lo stesso modello del testosterone dei grandi che sta dentro alla scuola e terzo e ultimo perché sono solo tre l'immaginario o immaginazione perché le tecnologie ci consentono di avere delle informazioni veloci a livello planetario e questo va bene quello che il problema è che si confonde noi adulti ma è per i bambini è una cosa drammatica che confonde la realtà vista nel nei computer o nel nella televisione con la realtà concreta il vecchio vecchi psicanalisti ricordavano sempre meno importante il principio della realtà i bambini hanno perduto stanno perdendo il principio di realtà sembra base che tutto sia possibile ci sono bambini e sono buttati allarmati ha pensato di essere batman vero ci saranno marty bambini no è che il quotidiano visivo porta a immaginare delle cose che non sono reali e la risposta della scuola qual è beh con i bambini molto piccoli la risposta si riesca a fargli vedere delle cose hanno scritto degli adulti e dei bambini vedrete ancora una volta un'incentivazione alla fuga dal reale piuttosto della presa di coscienza della realtà delle cose quindi tre elementi estremamente presenti nella scuola fino ai bambini molto piccoli che fanno che mi fanno dire e vorrei dire appunto a fede a rampini che sono il suo modello vesto stellone non è solamente degli adulti che si occupano di commercio e di vendita e di scambi di azioni ma è anche della scuola italiana e questo è piuttosto preoccupante maria ricci anche due priorità sì io mi ritrovo in queste analisi fatte sia sul fronte delle problematicità del questa questa questo problema della velocità anche della velocità con cui la società è è cambiata con cui in questi ultimi decenni abbiamo assistito alla globalizzazione a questo spostamento di persone che sa che ha delle connotazioni spostamento delle persone c'è sempre stato ma ha avuto in questi ultimi decenni delle connotazioni di velocità e di ampiezza veramente notevoli la sfida la priorità e mi piace parlare di sfide più che di problemi proprio per questo anelito proprio alla all'apertura a trovare l'inedito per riuscire a vincere queste sfide la priorità la sfida della scuola e rendersi conto del grande cambiamento veloce che che sta succedendo e riuscire veramente a utilizzarlo per agire meglio con tutti mi ritrovo sull'analisi della scuderi problemi che ci sono ma della scuola fatta da persone che lavorano bene nonostante perché nella vita si diventa grandi nonostante e se i ma sono il viatico per il fallimento riusciamo comunque a a lavorare a lavorare bene nonostante il problema l'altra problema della scuola è che ci sono veramente nonostante tutto delle cose buone che vengono poco documentate che vengono poco conosciute un'altra sfida della scuola e riuscire a capitalizzare a fare tesoro a documentare per se stessa per riflettere sulla propria esperienza perché le buone pratiche senza la riflessione senza il pensiero sui fondamenti che sottostanno a queste pratiche vanno a morire assieme ai loro protagonisti grande sfida della scuola è portare a sistema queste cose documentare per se stessi e per gli altri per diffondere questa è una un problema che nella scuola trentina e italiana va va affrontato dobbiamo capitalizzare il buono assolutamente il buono che c'è se a questo punto qualcuno dei nostri ospiti vuole intervenire per porre le domande vi abbiamo fatto sorgere dei dubbi buona sera io volevo fare più che altro un osservazione poi ovviamente chiedere il vostro commento questa osservazione e parlo da studentessa universitaria premetto che so che in ambito non so liceale scuole medie eccetera il rapporto con l'insegnante è molto più facile da stabilire è più difficile farlo in un'ottica universitaria quando un docente ha di fronte a sé 100 200 studenti quindi la mia situazione sarebbe questa non sarebbe una buona idea far sì che gli studenti possono valutare loro insegnanti però che questa valutazione venga presa in considerazione seriamente che ci siano poi delle conseguenza questa valutazione perché parlo anche per esperienza personale esistono insegnanti che sicuramente sono docenti che sono sicuramente competenti nella loro materia e quindi sanno quello che voglio dovrebbero insegnare però non lo sanno trasmettere e questo è lo penso solo io invece esistono altri pochi che hanno carisma anno insomma riescono a stabilire un certo tipo di rapporto anche se non diretto e quindi fanno piacere quello che stanno cercando di insegnare quindi non sarebbe una buona idea quella di poter permettere allo studente una valutazione su proprio insegnante ma che però ci siano delle conseguenze della mia università c'è un si può fare questa valutazione le domande secondo me non sono un granché letta proprio però le conseguenze non ci sono la valutazione quindi questo insomma quindi merito anche dal punto dalla prospettiva degli insegnanti vorrei capire cioè che vadano avanti insegnanti che meritano che sanno e che sanno insegnare gianfranco stagione voglio solo riporto dalla parte dei docenti e ha fatto che distribuisce i fogli di valutazione che tu avrai riempito e che a livello di insegnanti ogni tanto ci fanno sorridere però ci fanno anche temere perché evidentemente se gli studenti hanno delle valutazioni negative non è che succede niente il problema casomai è il sorriso su delle valutazioni che probabilmente non danno affatto il quadro della situazione perché che cosa volete voi che sia quando se tu dici l'insegnamento non è per fischi efficace ed a valle 150 il problema non è il fatto che non fosse efficace perché quelli in fondo non sentivano e quindi erano le condizioni nelle quali si trova a volte l'università che non può rispondere a dei modelli organizzativi che sono rispondenti a quello degli insegnanti dicevo prima prima della riunione che io sono molto insoddisfatto anch'io del del modo di insegnare soprattutto gli insegnanti che devono fare agli studenti che dovranno fare gli insegnanti perché l'università si dibatte fra due livelli diversi uno è quello dovete sapere delle cose e l'altra beh poi c'è anche la propria ma tanto la farete oppure la fase insomma e non c'è molto collegamento fra queste due dimensioni non credo che sia un problema risolvibile nel tempo breve e personalmente insieme ad altri docenti universitari di cui faccio io così almeno mi fa piacere ricordarli clotilde pontecorvo e andrea canevaro abbiamo aperto la prima università dell'educazione attiva per liberi cittadini che vogliono provare e sperimentare dei metodi di apprendimento a livello universitario che non corrispondono a quelli delle università so bene è una reclame e non è sempre una reclame ma è anche vero che una risposta che ciascuno che io ho trovato ho provato a fare ad una situazione difficile che è estremamente limitata ma come dicevo alla maestra bisogna essere capaci di rispondere anche in prima persona alle difficoltà che si incontrano non abbandonarsi al pessimismo cercare di fare il meglio possibile per quanto si possa succeda perché succeda sì credo veramente anch'io che il discorso stia nel modificare completamente il modo di insegnare all'università anche perché c'è il rischio poi davvero che chi apprende in quel modo poi lo riproduca nella propria situazione di insegnamento io noto anche in docenti giovani in formazione pur già in servizio che la tendenza è proprio riprodurre il modo che hanno subito e di fano veramente difficoltà ad uscirne quindi a monte proprio che che che va modificato perché appunto alla valutazione poi è facile però non è facile realmente cambiare le cose perché funzionano in modo diverso e a ricaduta modificare l'insegnamento universitario vuol dire anche aiutare a modificare il modo di insegnare di fare scuola in chi poi intraprendere questa professione trovo che sia assolutamente fondamentale è uno dei cardini e uno dei se vogliamo problemi che la scuola e anche deve risolvere ma la valutazione spesso è un surrogato della reciprocità cioè noi per esempio nel nostro progetto sappiamo ragazzi che non ti stanno a sentire che invece di dirti buongiorno ti dicono un'espressione napoletana che significa chiude il gabinetto cioè chiudi la bocca e dice carla melazzini che era mia moglie che è morta quando è finito il progetto è morta anche lei lavorava molto su questo cioè sul fatto che lo spazio della parola va conquistato non è dato allora se tu devi conquistare lo spazio della parola significa e deve stabilire una relazione il più delle volte questa relazione nasce come relazione muta come una silenziosa condivisione del del disagio del dolore e poi piano piano viene fuori la parola e lei dice in un libro che ha scritto dice e noi insegnanti abbiamo avuto il privilegio di partire dal grado zero della parola e faticavamo finché dai ragazzi non usciva una frase ad eger napoletana sia riuscito su puoi parlare l'insegnante parlava quando i ragazzi gli davano i permessi di parlare beh questa era una valutazione era un giudizio era un'autovalutazione quotidiana allora l'insegnante che si sottopone a questa io faccio un esempio spero che capiate a metà fra questo e un teatro dovrebbe essere costruito con un'acustica per cui una persona che parla con voi in silenzio come è stato in silenzio si dovrebbe sentire un cantante lirico canta senza microfono le aule anfiteatro delle nostre università sono fatte apposta per parlare senza microfono bene personalmente quando vado in queste aule elimina il microfono perché perché con il microfono tu vuoi parlare sopra alle persone si parli senza microfono o parli con le persone o non parla cioè o riesce a conquistarsi l'attenzione e quindi silenzio quel silenzio forte che senti quando stai dicendo qualcosa di importante oppure non parli dice persi il microfono serve per andare avanti imperterriti qualsiasi cosa accadrà in sahara tu continui a parlare allora io credo che questa metafora con questa metafora che cosa voglio dire per esempio con i nostri ragazzi la valutazione facevamo tutti i giorni cioè tutti i giorni è riusciti i ragazzi scrivevano ha sì o no si significava che avevano in qualche modo seguito la lezione no che non avevano fatto nulla poi c'è stata una battaglia sia stato un compromesso e c'erano anche sino quando metà rompevano le scatole metà operare beh questa è una autovalutazione dei ragazzi ma i rango una valutazione degli insegnanti nel senso che l'insegnante che attento a ciò che fanno i ragazzi e chiaro che quando su venti ragazzi tutti eventi scrivono no e chiaro che stavano l'oro in uno stato di disagio però forse sei anche tu che non sei stato proprio il massimo riva comunicazione quando siamo a metà e metà quando siamo tre quarti e un quarto si ragiona diversamente quello che voglio dire il punto fondamentale è ma io voglio io docente universitario con 200 ragazzi davanti 200 giovani davanti ho voglia di comunicare con loro oppure no a me mi hanno fatto trovare in una sala con 400 studenti un'acustica pessima è un microfono che rimbombava ho dovuto eliminare il microfono ho potuto parlare poco però quel poco che ho parlato c'erano 400 persone che hanno capito che forse potevano acchiappare cosi quello che io dicevo la sua meglio invece parlare un'ora ho parlato un quarto d'ora perché poi la voce non ce la facevo ma forse in quel quarto d'ora ho detto qualcosa di più importante che se avessi parlato per un'ora questo voglio dire la questione vera è se abbiamo voglia di interagire e su questo io credo che sia molto difficile dare una valutazione che non sia qui ed ora cioè se c'è il silenzio vuol dire che è andata se c'è il brusio continuo vuol dire che sto parlando con me qualche professori universitari entra giro alle spalle scrivere alla lavagna esce e non guardano in faccia gli allievi beh questo professore può scrivere pure la teoria della relatività ristretta oppure quella allargata preferenza ma non vale non male perché significa che non vuole insegnare io credo che questo dovrebbe essere oggetto di valutazione e di attenzione da parte del docente stesso e anche da parte dei giovani che stanno di fronte a lui io credo che troppo spesso i giovani come qualcuno mi dice ritengono di non dover perdere tempo a contestare certi comportamenti quando andavo io all'università abbiamo perso circa otto anni a contestare questi argomenti e quindi alla fine mi sono laureato però insomma ho combattuto abbiamo un altro intervento allora buonasera grazie innanzitutto per questo questi questi splendidi riflessioni devo dire che mi hanno toccato allora io non sono un insegnante sono laureata in economia e commercio ho fatto una scelta poi di lavoro aziendale però io potrei insegnare matematica alle scuole medie potrei insegnare ragioneria ha diritto e tecniche commerciali alle superiori quindi nelle negli istituti tecnico commerciali e anche altri livelli di scuola e quindi mi chiedo se si parla di conoscenze forse potrei anche essere un buon insegnante se però cominciamo a parlare di incontro antropologico e diciamo che le persone pensano che bisogna preoccuparsi di cosa pensano io non lo so fare e se lo so fare forse lo so fare magari è solo perché ho seguito un mio percorso personale una mia crescita interiore che mi porta avere una sensibilità che mi predispone anche a fare questo tipo di lavoro ho due figlie una studiato l'indirizzo scientifico un artistico ho conosciuto molti professori 15 sono stati professori nell'una e nell'altra scuola forse più in quella ad indirizzo artistico che non in quella di indirizzo scientifico che hanno saputo realizzare più o meno bene questo incontro tra persone e altri che hanno insegnato benissimo la matematica benissimo le scienze ma non sia realizzato alcun incontro antropologico allora mi chiedo ma che caratteristiche deve avere questo professore perché se il professore bravo quello di cui parlava lei prima sono tutti bravi sovrano tutti a scuola cercano tutti di mettere una una passione senza poi avere indietro molto perché i ragazzi sono terribili ma mi chiedo che persona deve essere il professore e se tutti possono fare i professori allora che tipo di formazione devono avere queste persone per poter realizzare sia l'insegnamento che l'educazione e quindi mi chiedo anche e non andiamo a finire in un problema anche proprio a monte un problema che riguarda l'università un problema che riguarda gli investimenti sull'educazione sulla formazione degli investimenti sulla figura del professore cosa ne pensate intanto io penso che se stessi a napoli recluterà immediatamente la signora tra i maestri di strada perché penso che la prima caratteristica sia quella di come diceva un signore un po di tempo fa di essere consapevoli di non sapere e questo è veramente una caratteristica importante è la seconda e non è una battuta perché tra l'altro che farò sapere che quando abbiamo fatto i corsi di formazione professionale dopo la scuola media c'erano dei corsi sperimentali i cosiddetti integrate dove si faceva formazione del lavoro in ben due corsi l'insegnante trainante è stato l'insegnante di economia aziendale una materia che a me che vengo dal liceo classico creava un po di turbamento perchè la ritenevo una disciplina troppo terra terra e invece per molti la ragazza è stata la chiave di volta è l'insegnante di economia aziendale era uno di quelli che è riuscito a stabilire una relazione più intensa ma proprio attraverso la disciplina e se io non so come facesse però ci riusciva questo per dire che diciamo il buon insegnante nasce dappertutto di nuovo il nostro problema è l va inquadrato perfettamente non è come si selezione ma come si sostiene noi diciamo che la cosa principale è la funzione di pensiero e c'è la possibilità di riflettere su quello che si fa e prima si parlava di esperienza l'esperienza non è ciò che si fa casey e spedisce ma ciò che nella mente facciamo con ciò che speriamo la mosca fa esperienza che il vetro ostacola la marcia continua a sbatterci contro finché non cade a terra la mosca non fa esperienza semplicemente scia degli accadimenti noi siamo capaci se siamo capaci di riflettere soprattutto sugli errori noi abbiamo lavorato per 12 anni tutte le settimane per tre ore al giorno dalle ore 15 alle ore 18 del mercoledì è tuttora ci riunivamo e discutevamo dei ragazzi e del nostro lavoro e dei nostri errori questa attività ha portato a rivisitare tutti gli istituti del lavoro scolastico in un modo vivo in un modo significativo l'esempio che ho fatto prima delle presenze della valutazione quotidiana non l'abbiamo letta e manuali non l'abbiamo neppure fatto intenzionalmente è nata strada facendo perché avevamo scoperto che c'erano degli allievi che normalmente non assente improvvisamente sono diventati presente ma erano presenti in un modo distruttivo abbiamo indagato e abbiamo scoperto che avevano ricevuto il seguente messaggio vai a scuola se no ti riempio di botte perché se tu non vai a scuola viene un assistente sociale a casa e tutti i nostri affarucci diciamo vanno a rotoli quindi il ragazzo veniva a scuola perché costretto e minacciato però veniva a distruggere allora abbiamo detto caro ragazzo facciamo un patto tu ai fini poliziesche a6 presente noi testimoniamo che non stavi a fare la rapina dal tabaccaio come si potrebbe immaginare però questo serve per la polizia a noi serve un altro discorso ma tu e noi siamo alleati o siamo nemici rispetto al crescere insieme se siamo alleati metterei sì se siamo contro metterai no quindi è nata così la cosa cioè è nato dal fatto che abbiamo riflettuto ho riflesso su un'esperienza negativa su qualche cosa che non funzionava allora questa esperienza l'hanno fatto l'insegnante che come scrive appunto carla melazzini sono insegnante di media cultura e umanità la cosa che io ripeto faccio molti corsi a noi gli insegnanti soliste non interessano gli insegnanti bravi non interessano l'insegnante brava non ascolta gli altri come il primo come il violino solista suona per conto suo a noi interessa il violino di fila quello che sente il suo vicino che si accorda con il vicino che si accorda con gli altri strumenti e questo è l'insegnante che ci interessa però è necessario un lavoro di regia continua non è possibile che l'insegnante suoni all'unisono con gli altri se non ci sarà un lavoro di sostegno la cosa che stiamo chiedendo ma proprio veramente come come non so ma è così difficile capire che gli insegnanti ci hanno bisogno di tempo per riflettere su quello che fanno perché è stata abolita questa cosa perché non viene data tutti quanti dicono in una scuola elementare quelle due ore sono benedette e perché non si fa nella scuola media e perché non si fanno nella scuola superiore ma lo sapete quando vengono a costare 3 ore a settimana di questa attività ma è veramente il motivo economico quello che ostacola questa cosa io sono proprio scandalizzato quando trovo persone che sono all'opposizione rispetto al governo alla cultura dominante no ma tanto queste cose si sa non si fanno perché costano troppo ma avete mai fatto i conti vi rendete conto che noi roviniamo la vita i ragazzi per risparmiare 3 mila euro all'anno non 30 mila o 300 mila 3 mila euro all'anno allora perché non si fanno queste cose ma evidentemente perché a cominciare dagli stessi insegnanti pensano che la funzione di pensiero c'è la riflessione su ciò che accade sia una cosa troppo difficile troppo dolorosa per kepa dopo ti devi andare a scontrare con tante tante cose invece a volte è preferibile chiuderla il più in fretta possibile e scappare io vedo sempre di più insegnanti che scarpa rispetto a dieci anni fa vedo insegnanti che non si trattengono mango cinque minuti a parlare perché bisogna il più in fretta possibile dimenticarsi una giornata nera perché sono nere tutte quando si lavora in questo modo qualcuno di voi è informato del fatto che non esiste più nella maggior parte delle scuole alla cattedra di lettere fatto di 9 ore che viene divisa tra 4 persone 1 fa 5 ore una ne fa due l'altra ne fa due e un altro ne fa uno ma è una cosa che si può tollerare questo l'unico punto di riferimento che c'è il popolo ci vengono a spiegare che la scuola media il punto critico della scuola e si fate un altro paio di cose così dividendole per dieci dell'insegnante di lettere e poi dopo o la scuola media e un punto critico della scuola e grazie avete distrutto avete distrutto ogni possibilità di creare dei riferimenti adulte dove saranno i ragazzi riferimento adulto a casa non c'è nella società non c'è a scuola c'era abbiamo distrutto gli ora torti non ci sono più gli scout pure loro non funzionano più come una volta eccetera eccetera dove li trovano si riferimenti poi ci lamentiamo che la televisione sostituisce televisione copre uno spazio che non abbiamo lasciato libero e che diventa sempre più grande ho parlato troppo maria si io sarò brevissima sì la vera mente la riflessione la riflessione dell'insegnante fondamentale su non ci si improvvisa insegnanti in uno si diventa in un attimo a riflettere su che cosa faccio perché faccio questa cosa come la sto facendo perché la sto facendo a questo modo a cosa serve è fondamentale fermarsi prima di fare non il fare per il fare ma proprio riflettere e riflettere il gruppo assolutamente importante le due ore benedette della scuola primaria e vero ci sono ma non sono tanto benedette perché sono due ore che si sono trasformate spesso in due ore di organizzazione burocrazia si è perso nel tempo questo confronto di gruppo l'apprendimento è è un processo sociale e come possiamo noi insegnanti lavorare con i gruppi se non facciamo anche noi gruppo se non siamo gruppo che riflette com'è possibile queste cose sono fondamentali e fanno crescere gli insegnanti e di conseguenza gli studenti all'università è direttamente interessata io non c'entro adesso l'università volevo dire un'altra cosa volevo mi pare che questa idea che stiamo sviluppando con queste ultime battute ci ricollega ad un altro tema che è fondamentale e che si ricollega per l'appunto al tema dell'incontro fra le persone l'ascolto l'uno dell'altro credo che uno dei problemi più grossi dei giovani dei bambini e anche degli insegnanti sia quello della solitudine quello di avere di fronte alla propria giornate quotidiane degli incontri che non sono sufficientemente forti dal punto di vista della relazione ci si sente più soli voglio fare degli esempi visto che si parlava di computer una cosa che si riferisce alle esperienze dei giovani con il computer e qualche mese fa so se sia passata anche da qua ma non credo c'è stata una mostra a palazzo strozzi sulle identità virtuali e il titolo era soli insieme come sembra che si sia insieme agli altri quando in realtà siamo soli perché siamo soli perché non c'è l'interesse ad avere il tempo e la disponibilità ad ascoltare ad essere disponibili nelle nei pensieri nei ragionamenti che tutti gli altri fanno che ogni ciascuno fa la cosa più belle più bella che abbiamo la possibilità di far funzionare la nostra mente quando siamo soli la mente ci dà a vuoto c'è bisogno di avere qualcuno col quale dialogare e in questa mostra c'erano una serie di bambini se faccia tempo che faccio vedere delle immagini che era molto bella di questi ragazzi che stanno guardando le tecnologie diciamo è l'autore del testo scrive ha fatto un'intervista anche a in america ad una serie di ragazzi e dice i bambini che ho intervistato mi hanno detto che i genitori le leggono loro harry potter tenendo il libro con la mano destra mentre la sinistra scorre sul blackberry per controllare le e mail non so se sia già arrivato anche da noi e cioè stiamo se si vede camminare per strada le persone fanno tante cose fra le quali a telefono ne fanno un'altra cosa almeno due ma questo ne faceva due molti giovani mi hanno raccontato e mentre prima passava alla domenica guardare lo sport in tv i server loro padri pedagogicamente in una grandissima cosa ma insomma chiacchieravano durante la pubblicità dell'intervallo della partita ora i padri stanno seduti davanti alla televisione oi loro portatile e non fanno altro inviare messaggi o e mail questi giovani sentono la mancanza dei loro padri scrive e lo unisco ad un'altra lettera invece di una ragazza di vent'anni la quale ha scritto queste parole riferendosi a come lei ha trovato il modo di entrare in rapporto con qualcun altro perché il tema della solitudine ripeto è un tema molto forte dei giovani internet ha assunto un'importanza enorme per me nel blog ho trovato amicizie solidarietà speranza di guarigione aveva problemi a questa ragazza era affetto da disturbi vari anche alimentari ed anche la testimonianza di un successo una ragazza più giovane di me che era guarita pensavo che il globe blog su internet fosse un gioco virtuale e invece sono entrata in una community dove si creano legami dove ognuno contribuisce a sostegno collettivo pensate dove lo vanno a cercare il bisogno di trovare un sostegno collettivo e ho scoperto che lo scambio di parole aiuta anche tecnologicamente come vedi eppure è importante avere la possibilità di parlare con altre persone perché lo scambio di parole aiuta le scrive volevo scrivere delle mie difficoltà con ironia e sarcasmo se possibile perché intuivo che prendere in giro me stessa e le mie debolezze forse più salutare che piangere o lamentarmi chiedendo aiuto all'infinito quello lo facevo già abbastanza a casa e poi volevo piacere incuriosire gli altri affinché mi amassero la solitudine e anche assenza di amore invece il computer al computer e reader di sé e delle proprie disgrazie proprio come un clown fa il suo spettacolo e si aspetta di essere applaudito diventa facile anche se dietro quelle risate si nascondono le la se meditiamo un attimo sulle ultime parole che ha scritto secondo me c'è una chiave molto interessante dal punto di vista educativo potrebbe essere un buon una buona metodologia per degli insegnanti lei scrive proprio come un clown che fa il suo spettacolo cioè io sto dicendo qualcosa di me ma non lo sto dicendo ed è vero quello che vi dico certo è vero per le ore vi dico mentre ve lo dico e lo dico ma non è vero quello che vi dico è un teatro di vita è uno spettacolo del sé in termini tecnici si chiama blog grafie la narrazione di sé attraverso il blog ma se ci mettiamo la dimensione teatrale allora un insegnante un educatore capisce che non solo importante la relazione l'interazione l'ascolto raccogliere i pensieri dagli altri ma rilanciarli fare in modo che questi pensieri diventino e passino dall'individuo al fuori individuo il se è fuori di sé faccio un esempio di una maestra di livorno che interpretando questo principio di necessità comunicativa ha costruito un kamishibai che è una forma di spettacolo teatrale giapponese dove si presentano delle immagini inserendo nel kamishibai semplicemente i pensieri dei suoi bambini che stavano discutendo attorno ad un tema che adesso vi leggo perché brevissimo dice chiara i morti vanno in cielo e pietro mio nonno l'hanno messo sotto terra chiara sì sì però la pelle si gonfia come un palloncino e va in cielo pietro e se rimarrà takhar all albero una filosofia e incredibile nella tomba ci sono gli scheletri che sono persone quelli in cielo ci vedono con la pelle non con le ossa sono spiriti la pelle rimane e diventa terra le persone non sono spiriti o lo spirito esiste sta sotto la pelle quando si muore va in cielo io non ci credo agli spiriti la mia mamma ha detto di sì ma quando vuoi le mamme e quando loro muoiono noi diventiamo grandi e bisogna sposare qualcuno e io sposati e io marta è un piccolo spettacolo teatrale nato da un dialogo fra bambini pensieri dei bambini fra l'altro di 34 anni 45 anni che che sono abbastanza profondi perché noi stessi non sapremo rispondere ai loro interrogativi possiamo solo fare delle ipotesi non mai comprovata scientificamente perché l'unica certezza è che si muore ma poi dopo non lo sappiamo quindi facciamo solo delle ipotesi loro stava facendo dei ragionamenti che cosa ha fatto l'insegnante con dei bambini piccoli ascoltato e ha fatto sì che la loro solitudine forse prima messa in contatto con altre solitudini per diventare un dialogo e poi l'ha fatta diventare elemento di teatro da portare verso l'esterno è un esempio e tante se ne potrebbero fare di come si possa cercare di superare questa drammatica secondo me drammatica situazione della della solitudine che non entro nel merito ma immaginate quanto è legata ai nostri modelli di vita e di economia l'individuo che riesce a superare gli altri individui io sono il migliore figlio mio distruggi gli altri perché se li primo guarda mi raccomando se fa la volta della riva primo guarda nella vita va avanti e va avanti ed altri restare indietro dietro a questa visione c'è un modello molto preciso di qui dove deve essere l'uomo e della sua e della sua del suo modo di essere nella relazione con gli altri quindi è una strada secondo me abbastanza interessante per riscoprire l'importanza del ritrovarsi in quella che in pedagogia si chiama la pedagogia dello scambio vorrei ringraziare il pubblico anche per i contributi e il contributo che sta dando a questa discussione vorrei approfittare del di quest'ultimo intervento dell'ultimo intervento del della signora per lanciare il video che il professore staccioli diciamo preannunciato ma ha annunciato tante volte su significa tanto si è spento in commenti tecnici che ci sono sempre cosa trasmettono i maestri oltre alle conoscenze a tutto quello che insomma in teoria le regole ci impongono di trasmettere i maestri costruiscono significati e costruiscono significati in linea con quello che gli alunni si aspettano l'arrivo di così vede al tecnico di farlo vedere pechino perché non ce lo fa vedere io ci sono andati tecnico sparito erano si vede francese che eccolo eccolo allora vi avevo preso delle delle immagini velocissime per su questo tema che mi sta molto a cuore dell'invisibile di tutto quello che si talmente quindi vado velocissimo sono soprattutto delle immagini le donazioni e visibile ve l'ho detto a quelle tre elementi la computazione la velocizzazione e l'immaginazione e quindi non ritorno sopra ecco ecco un esempio di computazione a parte il modello che da dove deriva insomma ma non importa a soffermarsi su questo sul fatto che se pensiamo davvero dell'uomo sia computer andiamo poco avanti è molto pericoloso insomma ecco quali esempi vedete sono andato vado spesso nelle classi dei bambini per annusare l'aria come si fa sempre insomma se no come non si capisce cosa sta succedendo ho fatto il giro della classe di 3 anni 4 anni 5 anni in tre giorni in tre mattine e mi sono sempre trovato tutte le mattine in quest'immagine a un certo punto c'era un bambino che andava alla finestra e diceva il cielo e la maestra aveva tutto già organizzato e predisposto e fatto in modo che il cielo fosse diventato il cielo sereno poi cielo con le nuvole non so se sia tema entrato in una scuola ma è difficile entrare una scuola nella scuola dell'infanzia dove non ci siano queste cose attaccate che si differenziano se i bambini sono più piccolo più grandi perché diventa sempre più astratto e sempre più computer izzato più logici dato l'idea è quella che il cielo sia fatto in questa maniera un maestro visto che questo il tema dei maestri il maestro d'italia che si ama mario lodi quando ha pubblicato questo libretto da pubblicata appunto a guardare il cielo come quel bambino di quella scuola materna di firenze e forse anche di molte altre scuole materne che guardano il cielo e vedono solamente se c'è o non c'è una cosa quante volte c'è stata come era prima e così dopo imparano e prima e dopo i quando è fra il sereno ma non imparano questo che è dentro il testo in una nuvola c'è anche un po di fiato del bimbo del fiore del prato del mare blu e delle gocce appassite le goccioline fin lassù sono salite come il cielo nuvoloso o nuvoloso poi anche fatto di questi elementi che non sono misurabili a guardare tutti i giorni le cose diceva maria noti si fanno le storie e nessuno credo di voi non ha letto prima o poi nella sua vita il libro cbcp se vi ricordate nasce guardando dalla finestra guardare dalla finestra non vuol dire misurare le nuvole la quantità di umidità e fare il tabellone sempre più astratto a cominciare dai tre anni fino all'università fra l'altro in tre giorni mi era venuta una barba un'ora per martina città di fare tutte le crocette per vedere come stava il cielo il cielo è molto più interessante la finestra è molto più interessante la finestra da sul panorama grigio dei tetti ma da quel panorama nasce quella storia che tutti conosciamo degli uccellini di cibi che raccontano di ciò che c'è fuori della finestra con una ricchezza ed una vivezza che ci fa vedere come la vita c'è e non si può farla diventare una una cosa astratta e anodina velocizzazione noi abbiamo 100 miliardi nidyon oroni dice e ciascuno a dai mille e 10mila punti di contatto o sinapsi questi i loro tempi di percorrenza e la loro velocità secondo voi sono cambiati non in questi dieci anni questi diecimila o 10 milioni di anni la velocità della nostra struttura del pensiero è sempre la stessa se noi acceleriamo gli apprendimenti rubiamo e facciamo qualcosa che non funziona per il nostro cervello e i bambini non lo capiscono da principio poi si adattano mamma insegnante ci dicono che dobbiamo sbrigarci che non possiamo perdere tempo perché dobbiamo andare avanti ma mamma dove dobbiamo andare ma avanti dove se uno se lo chiede quando è piccolo poi non se lo chiede più quando è grande perché ha capito che non è la scuola e risponde a queste cose la scuola c'è un'altra funzione è quella di insegnare delle cose possono servire o meno ma in fondo la vita sta da un'altra parte e l'immaginazione noi abbiamo immerso i nostri bambini e noi stessi in una serie di immaginari che non capiamo più qual è il rapporto fra reale e vero questo se lo vedete sapete una cosa un ghiacciolo o qualcosa e fa ghiaccio mettetelo in una scuola che cosa succede raccontano una storia come cpi forse sì perché esistono tanti bravi insegnanti ma vi metto delle cose di amici che non avevano immaginato che quello che stavano facendo andavano verso andava verso una direzione poco utile ecco la storia la storia e il pezzo di ghiaccio questa arriva sempre a me perché attraverso la rivista la scuola dell'infanzia ma arrivano molti materiali anche questa è arrivato un pezzo di ghiaccio cade sulla macchina che trasportava la messa in una scuola meraviglioso la realtà è vero c'era c'era ghiaccio arriva a cascata che meraviglia come cp i bambini lo guardarono e notarono che qualcosa stava cambiando un bimbo chiese alle goccioline da dove venissero finali ha ancora ancora si legge agua rispose dal paese delle meraviglie che apprendimento è lo stiamo portando altri bambini torno da betlemme la slitta e parcheggiata alla casa di babbo natale il ghiaccio si stacca il vento lo porta sopra la macchina che porta alle vivande della scuola e si ritorna alla storia alla realtà passando attraverso delle illusioni inutili contate il numero delle delle falsità che ci sono attaccate alle finestre delle scuole ma non perché per cattiveria delle insegnanti perché non si è riflettuto abbastanza su questo rapporto fra realtà e fantasia i bambini non è che sono fantasiosi bambini vogliono la realtà siamo noi che pensiamo dei bambini vogliono le fantasie e forse poteva essere il vero nell'ottocento ma oggi no oggi dobbiamo portare bambina la realtà perché loro vivono soprattutto esperienze sono poco reali sono virtuali basate su una confusione fra vero e falso per evitare di rimanere soli e poi impigliati nella rete come questa mostra che e vi dicevo prima di firenze di turk le e vediamo delle immagini dvd ragazzi questo è meraviglioso che hanno fatto una foto dalla parte dei computer da parte del bambino che guarda e le loro espressioni sono significative di qualcosa che entra dentro di loro di invisibile ma che possiamo capire quanto riesce a trasformare la persona perché queste immagini sono molto forti questi bambini rob cooper è un fotografo molto bravo questi bambini hanno delle espressioni che ci dicono quanto è forte il loro questo passaggio di documento che arriva e allora noi dobbiamo evitare di suicidare realtà la realtà è quella che dobbiamo fare incontrare ai bambini se sono piccoli la realtà è lì vicina e quotidiana e quella degli amici quelle della famiglia si sono più grande diventa quello della strada ne sono più grande ancora diventa la loro vita intima che è una realtà molto interessante da sondare fra l'altro tutto il tema della ricerca del capire come funziona il proprio sé le proprie emozioni questo nella squadra sembra che non c'è non c'è quasi più spazio se qualcuno di voi ha visto le ultime le ultime ricerche attorno a questo tema e drammatico perché si vedono delle statistiche su quanto i bambini siano i giovani siano poco motivati all'interno della scuola per fare delle quello che loro chiamano le attività emozionanti l'emozione cala fino ad arrivare al 18 per cento a livello dei 15 anni l'emozione ci può essere a scuola il 61 per il 12 per cento a 11 anni l'undici per cento a 13 anni 9 per cento a 15 anni cioè praticamente me ne frego io non mi emoziono più quello che avviene a scuola non sono i fatti miei io c'è un altro mondo e questo mondo purtroppo è suicida la realtà perché porta gli individui ad essere soli non abbiamo un compito molto difficile hai ragione ma non è un compito né si impara completamente mai perché la vita è sempre un apprendimento non è soltanto un insegnamento una cosa è anche noi anche io alla mia età so di essere estremamente ignorante su queste cose e cerco di fare è possibile per andare verso una situazione che eviti questa immagine l'avete vista sui giornali questa immagine siamo a firenze è un albergo dove c'è scritto su internet viene a vivere le avventure del protagonista di assassin's creed a firenze bene l'anno scorso un giovane ci han dato è salito sul tetto di vicino a piazza signoria e ha cercato di saltare da un tetto ad un altro solo esaltato di sotto ed è morto perché è morto proprio per questa rottura fra realtà e fantasia e noi non possiamo permetterci che i bambini scambino la realtà con la finzione perché questo è il frutto di una cultura del suicidio grosso problema grazie libri nella scuola purtroppo la realtà è fatta anche di dispersione scolastica e non direi purtroppo ma è fatta anche di alunni stranieri sempre più presenti nei nelle nostre classi e sulla dispersione vorrei rivolgere almeno una domanda tripla cesare la dispersione scontato dovremmo sperare di che si tratta con esattezza perché quando abbiamo percentuali del 20 per cento oggi 20 per cento oggi il sottosegretario golini parlava del 23 per cento 19 per cento di dispersioni chiaramente non sono tutti ragazzi che vanno via dalla scuola ma spesso andiamo a in serie a mettere anche i bocciati cioè quelli che vanno incontra un insuccesso scolastico ma io mi chiedo può la scuola italiana rilanciarsi lasciando indietro gli ultimi può la scuola italiana non affrontare questo problema della dispersione sì appunto intanto se prendiamo l'immagine idraulica e immaginiamo un acquedotto che abbia delle perdite noi parliamo di dispersione quando un acquedotto e questo succede perde il 30 40 50 per cento dell'acqua non si chiama più dispersione ma si chiama paula blog si chiama una voragine che si è aperta ora la scuola italiana a un fenomeno di dispersione talmente grande che non può più parlarsi di dispersione ma si deve parlare i voragine magari sono coraggi né localizzate quel quella percentuale che è stata data oggi è stata data più in particolare ci sono i dati finalmente il ministero almeno ha smesso di negare abbiamo dei canali delle tubature che perdono dal 30 al 60 per cento di quello che c'entra dentro abbiamo la formazione professionale che a livello nazionale perde il 30 per cento a livello locale perde per esempio provincia di napoli dati ufficiali mediamente la scuola superiore nei primi due anni perde il 38 per cento in provincia di napoli e il 45 per cento nei negli istituti professionali nell'istituto professionale con cui ho a che fare siamo arrivati al 60 per cento se guardate il sito del ministero scuole in chiaro vedete che ci sono delle scuole che perdono il 60 per cento questo non si chiama dispersione questo si chiama voragine si chiama un sistema scolastico almeno alcuni segmenti del nostro sistema scolastico che non funzionano che non vanno bene per quegli allievi ed era una cosa largamente prevista nel 99 quando è stata fatta la legge 1 99 11 99 per l'innalzamento dell'obbligo scolastico intanto ci fu la borto consiste nel fatto di innalzarlo di un solo anno per l'anno successivo ha mai cambiato idea ne hanno fatto di orbe su sull'innalzamento delle lobby già si sapeva che un innalzamento dell'obbligo fatto per decreto senza cambiare l'essenza della metodologia non avrebbe funzionato adesso si sta celebrando il cinquantesimo anniversario della istituzione della scuola media unica beh noi ancora non abbiamo digerito la scuola media unica ancora non è digerita ancora non si è capito che la scuola media se non vuole perdere in certi territori il 10 15 20 30 45 per cento se non vuole perdere questi allievi deve cambiare metodologia deve essere una scuola dell'incontro di tutte la scuola dell'incontro antropologico o chiamiamolo soltanto incontro la scuola dell'ascolto la scuola di capire chi sai di fronte l'errore è stato ripetuto tale quale per il biennio del dell'obbligo è stato ripetuto e viene trascinato da dieci anni ormai e senza che ci sia una riflessione su questo noi siamo ancora fermi a quelli che dicono che il problema sono le scelte precoci ma ci si rende conto che il 30 per cento dei ragazzi che non vanno a scuola stiamo parlando in in campania stiamo parlando di 78 10 mila ragazzi all'anno cioè stiamo parlando di eserciti ma ci rendiamo conto che in questa gente non è che c'è la scelta precoce questa gente non ha scelta ci vogliamo rendere conto che non è possibile aver abolito la formazione professionale con il plauso di tutti con il plauso di quelli che pensavano che costasse troppo ma anche con il plauso di quelli che pensavano che era di serie b noi siamo contrari alla formazione di serie b infatti stiamo vedendo che cosa sta succedendo allora quando noi siamo in un sistema di formazione permanente di long life learning eccetera io dico forte e chiaro che qualsiasi apprendimento di qualsiasi tipo fosse pure imparare a giocare a biliardo è importante se lo sappiamo in qualche modo l'esame biliardo fatto apposta perché c'erano allievi che sapeva solo giocare a biliardo va bene partiamo da lì perché no stanno con i professionisti del biliardo che guadagna una barca di soldi prendi biggar poi ci vogliono delle abilità anche lì solo applicazione disciplina è certo perché disprezzare i biliardo quindi qualsiasi percorso va bene tutto questo discorso sugli insegnamenti taciti che poi è e il discorso degli apprendimenti informali si stanno fior di documenti europei che prescrivono che la scuola dovrebbe essere fatti in modo da accogliere gli apprendimenti informali e di restituirli concetti di restituzione molto importante questo restituire ciò che tu sai in un modo arricchite organizzato la scuola dovrebbe essere sempre di più questo capace di capire che il ragazzo che dice che la mucca è un fiammifero la moka la conosce meglio di te semplicemente che li avete messi in testa che deve dire fammi mammifero lui ha capito male dice fiammifero e va bene è però lui la mucca la conosce mentre tu non la conosce ci voleva tanto a dire che mammifero perché porta alle mammelle forse la parola mammelle già un po volgare forse non è sufficientemente scolastica allora ma queste cose ormai noi le sappiamo da più di 50 anni non è che sono delle novità dei maestri di strada sono delle cose che si sanno una più di 50 anni e da più di 50 anni ci sta la scuola attiva di canevaro eccetera eccetera ma ci stanno fior di esperimenti che sono molti di più che esperimenti perché si sono estesi si sono diffusi eccetera e perché la scuola italiana è in stata incapace di accogliere questi esperimenti e stati incapaci di trasformarli in metodologie permanente a suo tempo noi abbiamo fatto un accordo con le frasi trentino e abbiamo lavorato assieme beh ma perché librasi trentino che prende l'iniziativa e si va ne divenne a interessare dei guai di napoli e come mai marco rossi doria è venuto a lavorare per lento e professionale di rovereto e a napoli non poteva lavorare e comunque non ha lavorato nel sistema scolastico italiano ma lavorato nel sistema scolastico trentino che italia però fortunatamente già dei cattivi influssi di di antica origine allora la discussione sulla dispersione scolastica è fuorviante noi non abbiamo un problema di dispersione scolastica noi abbiamo un sistema scolastico che c'è in te di rame che sono inadeguati abbiamo un sistema scolastico che è incapace di entrare in relazione con grossi strati della popolazione le risposte che sono state date sono sempre disposte ad hoc la scuola italiana è come una nave dove hanno continuato a mettere delle pezze è finito lo scafo ormai non esiste più esistono soltanto i raddoppi e ogni cosa che vai a mettere la nave continuano a fondare allora per anni la tua domanda originaria era ma come mai gli interventi sulla dispersione fallisca ma perché sono interventi sulla dispersione non bisogna per fare interventi sulla dispersione bisogna fare interventi sul sistema perché il sistema funzione dentro questo funzionamento ci deve essere un attenzione all'individuo alla persona il legame a quel discorso sulla solitudine su cui sarei voluto intervenire alla costruzione di legame perché la scuola ormai è l'ultimo posto dove si possono costruire un legame allora se se noi pensiamo che la scuola abbia una missione è un ruolo civile allora dentro di questo ci sta l handicap ranieri e il diversamente abile e il ragazzo turbato e il ragazzo che c'ha problemi il ragazzo che vuole che c'ha la fantasia e quello che non ce l'ha e quello che è fissato coi videogiochi quello che è fissato col caldo c'è spazio per tutti ma ogni tanto ci inventiamo la diversità ma passiamo tutti diversi io per esempio sono veramente un normodotato grave cioè so proprio una caratteristica che mi rende normale ma ormai mi considero una minoranza perché quello che conta è che tu sappia qualche difetto da esibire o qualche cosa che non viene accettato da esibire perché questi dal diritto di esistenza bene invece il fatto di non avere nulla significa e tu sei normale no io sono felicemente a normale cioè siamo tutti diversi uno dall'altro la scuola dovrebbe essere capace di accogliere tutte le diversità e insieme costruire il legame una delle cose dico quest'ultima sono le cose che io ripeto sempre quando parlo con gli insegnanti basta con l'insegnare l'autonomia voi non insegnate l'autonomia o insegnate l'isolamento voi dovete insegnare la dipendenza la felice dipendenza gli uni dagli altri io sono un individuo forte quando molti legami non quando non ho il legame abbiamo fatto un grazie abbiamo fatto un incontro con i ragazzi rom e finalmente c'è qualche ragazzo rom che arriva agli studi superiori e quando si è parlato di i primi della classe eccetera questo a un certo punto detto ma è strano quello che voi dite per me prima della classe 1 che aiuta gli altri per lui non pensava proprio che fosse possibile prima della classe fosse quello che stava sopra gli altri e che non si interessava degli altri lui pensavo che prima della classe era il più bravo ad aiutare gli altri allora qua bisogna ritornare indietro bisogna ritornare alle cose elementari ma gli uomini perché vivono assieme la famosa barzelletta la vignetta di linus che dice ah ma tu dici che noi viviamo per gli altri e gli altri parchi vivono allora è chiaro che noi capiamo che siamo tutti smarrite e nello smarrimento troviamo solidarietà umana non solidarietà quel i ricchi che aiutano i poveri solidarietà umano riconosciamo che siamo tutti smarrite siamo tutti in difficoltà se riconosciamo questo sentiamo il bisogno di legame sentiamo il bisogno di nutrirci degli altri e di nutrire gli altri la scuola serve a questo la scuola nel tempo della crisi serve a questo forse nel tempo della crisi quella scuola in cui la pedagogia e ottimista per definizione è ottimista non perché crede ai fantasmi ma perché crede nella possibilità della solidarietà che insistono nella solidarietà dei primi versi gli ultimi poverini sono rimasti indietro noel e solidarietà di tutti con tutti perché siamo rimasti indietro tutte perché ci siamo scordati tutte qual è il senso dello stare insieme se la scuola non serve a questo può essere tranquillamente sostituito dalle macchine se la scuola serve a questo e ancora e più fortemente che in passato centrato sulla persona del dell'insegnante di un insegnante che tecnicamente capace ma soprattutto nel capace di dialogo e di interazione umana e di essere lui stesso quello che si riconosce felicemente dipendente dai suoi allievi perché anche l'insegnante non può essere al di sopra degli allievi deve essere tra virgolette al di sotto degli allievi grazie a cesare io immagino che è l'approccio con gli alunni stranieri possa essere molto simile ma di questo se ne parlerà maria ricci io volevo soltanto chiederti che tipo di rapporti tra generazioni che tipo di rapporto tra già ipotizzabile fra alunni immigrati immigrati nati in italia che oggi costituiscono una percentuale piuttosto considerevole aiuti gli alunni stranieri italiani cioè nelle scuole italiane e autoctoni autoctoni immigrati immigrati di seconda generazione sono sono tre categorie all'interno delle quali c'è una diversificazione vastissima una diversità ci sono tante una molteplicità di percorsi e di storie per cui i rapporti sono rapporti molteplici possono essere i più diversi e e sono tutti possibili se la diversità viene praticata nella scuola al di là della presenza dello studente straniero io vedo scuole dove la diversità siamo tutti diversi uno dall'altro dove la diversità viene praticata praticata sia sulla sfera cognitiva quindi sui saperi sul conoscere di sel conoscere degli altri ma anche molto a livello della sfera affettiva relazionale le rappresentazioni reciproche le relazioni dove la diversità viene praticata ogni ogni rapporto costruttivo e è valido è assolutamente possibile ed è anche la diversità praticata anche a livello del docente il docente che vive la diversità e la trasforma in maniera positiva come dire sfrutta tra virgolette la presenza dello studente straniero sfrutta la riflessione sull'imparare el insegnare l'italiano come lingua seconda riflettendo anche sull'italiano con l 1 tanto si è lavorato sull'insegnamento apprendimento della l2 e si è visto che questo serve anche a non dare per scontato nulla del processo di apprendimento insegnamento dell'italiano come l 1 attraverso lo straniero la cartina di tornasole che ti aiuta a scuola a rivedere i tuoi parametri a uscire dai tuoi parametri i classici di spazio di tempo di organizzazione e lavorare meglio con tutti attraverso lo studente straniero si ragiona anche sulle l 1 sull'importanza di mantenere e valorizzare l 1 anche questa è una consapevolezza che non è naturale non è data per scontata la consapevolezza che sta crescendo negli insegnanti una scuola lungimirante investe anche per mantenere e sviluppare l 1 degli studenti che la rappresentano tra l'altro dal punto di vista anche solo biecamente economico globale avere cittadini competenti nel l 1 soprattutto pensate e parlo di l 1 cinese portò che pensate alle alle realtà alle culture anche agli stati economici emergenti avere alunni nostri cittadini competenti in questo l 1 anche dal punto di vista biecamente economico è vincente quindi le i rapporti tra questi studenti rapporti generazionali di essi con con l'adulto con l'insegnante i rapporti con gli adulti immigrati ma anche gli adulti autoctoni possono essere molteplici ma soprattutto possono essere veramente un'occasione di crescita per tutti se manteniamo alta l'attenzione se manteniamo alto l'entusiasmo io vedo scuole che attraverso anche queste presenze hanno ritrovato rinnovato entusiasmo l'entusiasmo è una virtù in cui credo molto perché è contagiosa a volte un po anche può essere un po fastidiosa perché rompe i fronti del malumore ma teniamo alto l'entusiasmo perché l'entusiasmo è una molla fondamentale per continuare a difendere e far crescere la nostra scuola grazie a tutti volevo ringraziare i relatori il pubblico che ci ha seguiti in queste due ore che di fatto sono volate ecco avremmo avuto bisogno di tanto tempo in più per parlare di tutti gli argomenti insomma che era possibile affrontare volevo non abbiamo magari dato delle soluzioni ma sicuramente un approccio eco ai problemi della scuola e chiudono lasciando la parola gianfranco per una battuta finale di riflessione della basso perché ha un punto interrogativo perché è stata scritta da un adolescente che aveva tempo per riflettere sulle cose essere solo non vuol dire stare da soli vuol dire essere con altri anche ci sono momenti da soli due era solo stava nel verde ci manda questo messaggio come barra interessante la sua brevissima poesia è questa con chi parla un filo d'erba verde se non c'è vento il vento siamo noi e siamo noi che facciamo il vento perché ogni filo d'erba possa parlare con gli altri fili d'erba
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