Licenziate i padroni. Come i capi hanno rovinato il lavoro
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Licenziate i padroni. Come i capi hanno rovinato il lavoro
L'intervento di Marco Bentivogli al Festival dell'Economia di Trento analizza come la cattiva leadership abbia danneggiato il mondo del lavoro. L'autore individua quattro caratteristiche del "cattivo capo": ossessione per il controllo, mediocrità, uso improprio del digitale e narcisismo senile. Bentivogli evidenzia come questo modello di leadership stia alimentando disagio e demotivazione tra i lavoratori, soprattutto tra i giovani.
C doesn't monsters Un N E역 Productione e edizione Johnーい bene buongiorno benvenuti siamo qui per presentare il libro licenziate i padroni come i capi hanno rovinato il lavoro di marco ventivogli marco ventivogli ha una lunga militanza sindacale è stato segretario generale della film dal 74 83 però adesso è l'animatore di base italia che è una formazione per così dire pre politica che si incarica di dibattere discutere temi di cui la politica spesso si dimentica ma che sono centrali nel governo di questa tumultuosa contemporaneità che ci vede protagonisti di tante transizioni da quella digitale quella ecologica al grande inverno demografico insomma sono tutte grandi tracce di quello su cui dobbiamo riflettere e per predisporre le risposte migliori e appunto base italia si incarica di studiare parte di questi problemi il libro invece non invece il libro diciamo rispetto ad altri analisi che partono naturalmente dall'evoluzione del lavoro ha un pregio nel senso che attribuisce il problema dell'in comprensione dei fenomeni del lavoro delle sue distonie per così dire a un mandante molto preciso cioè sostanzialmente sono i capi questi capi i capetti che hanno il demerito diciamo così di aver sostituito la cultura gerarchica la vera cultura del manager moderno insomma che è quella del team building dell'organizzazione piatta ed il tentativo di abolire le girarchie ecco che cosa è successo perché siamo arrivati a questo buongiorno innanzitutto non non è un libro imbettiva contro gli imprenditori non non c'entra nulla non me la prendo con una neanche con una categoria professionale il dito se c'è il dito puntato della copertina del libro è contro una particolare postura del potere e cioè quando si hanno dei ruoli importanti nei confronti delle altre persone troppo spesso accadono delle cose o si confermano delle forme di gestione delle persone delle strutture organizzative che allontanano sempre di più le persone io identifico invece i padroni tra virgolette per cui nulla di ideologico ma dico i padroni sono quelli che hanno quattro caratteristiche la prima è quelli di essere ossessionati dal controllo cioè se noi guardiamo ancora oggi anche anche dove appunto si sperimentano le nuove forme di management quello che persiste è la struttura organizzativa basata su comando e controllo il ruolo superiore controlla quello sottostante e così via e c'è questa verticalizzazione molto verticale basata appunto sul controllo e forse aveva un senso organizzare le imprese in questo modo negli anni 70 60 in cui anche la produttività che bisognava sondare era più povera il numero di pezzi prodotti nell'ora oggi con un lavoro che prevede sempre più autonomia e maggiore ingaggio cognitivo delle persone il controllo è un disastro e sono molte ricerche americane che spiegano che mantenere il paradigma aziendale sulla base del controllo fa questo capolavoro di stroncare il benessere delle persone contemporaneamente non assicurare produttività per cui luce non è win-win la seconda caratteristica del padrone la mediocrazia che è questo filosofo canadese da molto bravo secondo me ci ha scritto un libro intero su questo e la sua riflessione dice in questa fase storica forse come non mai in ruoli importantissimi ritroviamo dei mediocri cioè persone che non avremmo mai immaginato potessero ricoprire i ruoli così importanti e questo in realtà perché è seguito qualcosa che non ha funzionato noi abbiamo demonizzato giustamente la meritocrazia perché è una trappola non traguardo uguale per tutti con una condizione di partenza diversa ma contemporaneamente abbiamo demonizzato il merito che invece questo è un guaio abbiamo demonichizzato la fatica l'impegno il valore è avanzata questa cultura non solo nella politica dell'uno vale uno per cui alla fine appunto per queste schiere di mediocri come dice danolt il mediocre ha una forza in più in qualsiasi organizzazione si riconosce immediatamente il mediocre riconosce l'altro mediocre e ci si coalizza gli innovatori non si coalizza non è più difficile non vanno ognun per sé e questo è il secondo il terzo problema è quello del digitale mal utilizzato e immaginate un padrone che pensa solo a controllare e diciamo non è particolarmente appassionante per cui abbastanza mediocre che utilizza il digitale non tanto per avere una forma nuova di organizzazione del lavoro che libera ma per controllare ancora di più la persona ecco quella cosa sta facendo ammalare no quando si sente che lo smart working anche un celebre filosofo italiano ha detto lo smart working è peggio della carena di montaggio ecco quello non è smart working quella è appunto l'appendice di del padrone che controlla mediocre utilizza il digitale non tanto per le grandi opportunità che ha la quarta e ultima è la caratteristica io l'ho identificata del narcisismo senile perché perché io immagino una gaussiana del narcisismo sempre pensato si arriva una certa età un po la biologia un po il fatto che hai una maturazione e smetti di occuparti della tua immagine di essere ovunque di essere candidato a qualsiasi cosa eccetera eccetera oggi il narcisismo è una logaritmica ci sono personaggi pubblici italiani che a oltre 90 anni se non hanno l'incarico che gli interessa lo considerano una vigliaccata ecco questa cosa accade anche dentro le imprese e questa gerontocrazia sta facendo molto molto male al paese e questo fa parte dell'inverno demografico di qui sopra perché purtroppo siamo un paese che ha perso almeno due generazioni di giovani e quindi sta aumentando enormemente le cohorti degli over 65 quindi come dire che naturalmente manifestano come dire il peso dei propri interessi sia nel vuoto sia nelle dinamiche sociali correnti però non restiamo ai capi abbiamo raccontato una pars destruens però dei capi c'è bisogno oggi un'azienda funziona con i budget ha il problema delle trimestrali quindi ci vogliono delle rendicontazioni delle linee guida all'interno dei quali bisogna stare altrimenti l'azienda diventa un'anarchia e probabilmente alla fine non serve a nessuno quali sono le caratteristiche del nuovo capo che deve deve interagire con questo ignoto deve uscire da queste colonne d'ercole che sono una terra incognita un po per tutti ma prima di tornare a loro una battuta questo libro nasce da una lettura della ricerca dell'instituto gallup quello che tira fuori questo dato per noi italiani impensabile no noi siamo quelli spensierati e allegri e invece gallo dice siamo i più infelici e i meno coinvolti nel mondo sul lavoro è un dato veramente pesante ecco io attribuisco anche il fenomeno delle grandi dimissioni eccetera eccetera che non è solo italiano ha anche una modalità di formazione dei gruppi dirigenti dei capi che non ha funzionato e dei capi c'è assolutamente bisogno ma non c'è assolutamente bisogno dei capi con quelle quattro caratteristiche innanzitutto c'è bisogno di capi che comprendono che siamo dentro soprattutto nel lavoro intrecciamo contemporaneamente tre transizioni che forse non sono mai state così contemporanee nei loro effetti e profonde e veloce quella demografica appunto quella digitale tecnologica e quella climatico ambientale e per cui comprendere che siamo in un momento straordinario del lavoro e dell'umanità dovrebbe predisporre ad accompagnare le persone un capo deve accompagnarle deve guidare i processi perché le persone soprattutto si sentano coinvolte e partecipi e non esiste processo di innovazione che non sia un processo di partecipazione in cui le persone si sentono appunto dentro e soprattutto bisogna introdurre un elemento sembra una cosa un po naif ma è sempre più importante inserire accanto all'elemento dell'efficacia e dell'efficienza all'elemento della cura in una situazione di frammentazione del lavoro di distanza per il digitale ma di frammentazione anche delle imprese il ritornare a custodire in qualche modo quelle che sono le relazioni della comunità del lavoro e anche i momenti di difficoltà delle persone è un elemento paradossalmente che non solo fa bene appunto al cuore ma fa bene alla produttività di impresa perché diventa all'azienda un luogo meno cinico e dove le buone cose si fanno non solo perché è giusto ma anche perché funziona tutto quanto meglio oggi si è creata questa questa frattura tra le nuove generazioni il lavoro che si può recuperare riconquistando le persone ma non con gli slogan con quello che affronto nel libro è che anche le ultime frasi che si utilizzavano 10 anni fa non 100 quando entri in azienda ti dicono diamoci del tu siamo una grande famiglia fino a appunto 10 anche 5 anni fa chiunque diciamo finalmente un posto informale dove sto bene eccetera oggi quando senti il tuo capo che ti dice una cosa del genere inizia a preoccuparti oddio in grande famiglia questo significa mi chiederà delle cose che non può chiedermi ecco questo è paradossalmente è un po' irriverente su questo forse il libro ma addirittura nasce la desiderio quasi di avere le vecchie figure padronali no ti danno del lei però c'era una certa separazione di ambiti e in qualche modo questo in termini di rispetto andava più forte oggi proprio per la terza caratteristica della digitale utilizzato male non esiste divisione tra il lavoro il tempo di vita il tempo per sé e il tempo per riposo questo è un problema molto serio perché è uno degli elementi che ha portato alle grandi dimissioni moltissime persone hanno lasciato lavori per salari più bassi ancorché garantissero un maggior equilibrio tra la vita e il lavoro ecco qui il capo di oggi non può non considerare queste queste evoluzioni dovrebbe considerarle anche per sé e soprattutto deve immaginare che questo è un elemento veramente duro viene chiamata ad alcun ibrido mania questa cosa di essere sempre connessi al lavoro certe giorni su sette sta diventando qualcosa di veramente difficile ecco un capo invece deve riuscire a capire gli ambiti capire momenti ne parleremo di più diffusamente dopo concludiamo l'idea del capo della leadership moderna mi sto chiedendo se non ci sia come posso dire una deriva negativa proprio legata al paradigma che hanno operato i social i social lo hanno portato anche in politica per cui il leader diventa un gestore di consenso che liscia il pelo ai follower e non ha perso la capacità di guida questa stessa cosa accade anche nelle aziende che inconsequenze può avere ma assolutamente sì e viene utilizzata anche dove bisognerebbe essere più cauti che quando si vede quando in un bilancio si investe più nella comunicazione del capo che nella formazione delle persone questo significa che c'è qualcosa che ha preso una una deriva assolutamente da fermare tra l'altro appunto il questa dovrebbe essere una modalità in qualche modo per fare almeno la manutenzione minima al capitalismo e invece purtroppo più che ragionare sul significato delle cose profonde si cerca quello che si fa quello che io chiamo rainbow washing e no il fatto che si fa tante cose si fa una montagna di certificazioni però poi la cultura aziendale non cambia non cambia sull'equità non cambia sull'equità di genere e a proposito di social cito quel noto senza dire il nome non credo problemi a nessuno quel noto pastificio italiano che tra i primi disse siamo tra i primi a conquistare la parità di genere grande foto su social dei gruppi dirigenti c'erano 100 uomini e tre donne purtroppo neanche ci si fa più caso per cui la certificazione e anche le certificazioni sono un adempimento non il fatto che quel documento è brutto del fatto che ho cambiato anche testa cultura ho capito che che forse l'equità è qualche cosa che fa andar meglio questa azienda no cioè il tema il tema del lavoro effettivamente al centro di una mutazione valoriale soprattutto spinta dalle nuove generazioni che hanno forse più consapevolezza del proprio del valore del proprio capitale umano perché effettivamente come ha detto draghi non c'è il discorso all'università di lisbona era ancora presidente della bc abbiamo un dovere maggiore rispetto alle nuove generazioni in europa perché per la prima volta abbiamo un capitale umano così pregiato come l'europa non ha mai avuto e questa questa consapevolezza delle nuove generazioni rispetto al loro valore sul mercato del lavoro sta cambiando un po i paradigmi obiettivamente e questo centra con poi con le gestioni dei leadership rispetto al personale ecco quanto conta questo mutamento di valori imposto dai giovani diciamo quanto l'azienda deve farsene carico che cosa cosa vuol dire poi nell'articolazione concreta delle diverse funzioni aziendali ci sono due strade la prima è quella classica che vedete da per tutto quella delle paternali le prediche ai giovani non hanno voglia di lavorare hai i miei tempi poi si è ritrovato degli scritti anche di epoca medievale che questa cosa di hai i miei tempi veniva utilizzata per cui è poco poco seria e per cui tutto è tutto predica no e tutto si basa su questo errore fondamentale che il senso del lavoro si trasmette in eredità mio nonno lo trasferte a mio padre mio padre lo trasmette a me in realtà ognuno è chiaro trasmette ciò che vuole ma il senso che ognuno di noi da alla nostra vita al lavoro lo costruiamo noi per cui non ereditiamo nulla è qualche cosa che va assolutamente e rivisto e sempre in queste indagini di cui parlava una cosa dovrebbe essere preoccupante la gran parte dei giovani intervistati dicono che le loro passioni saranno coltivate assolutamente lontano dal lavoro e questo rispetto alla mia generazione è una è una rivoluzione no pensare che lavoro si cioè ritorniamo a una visione un po più strumentale del lavoro il lavoro mi serve per il reddito mi serve per questo che e questa rappresenta un po una sconfitta e ripeto è una sconfitta da cui non si ribalta al risultato se puntiamo il dito sono sbagliati giovani no probabilmente abbiamo fatto qualche errore noi e cosa deve fare appunto cosa devono fare le aziende intanto quello che vedono io partecipo alcuni laboratori degli osservatori del politecnico molto interessanti su questo l'elemento interessante è che gli strumenti tradizionali di retention di per trattenere quelli che se ne vogliono andare non funzionano più un po di super minimi in busta paga qualche benefit dentro il sistema di welfare non funziona più non le persone se vogliono andar via vanno via non per motivi così prima invece erano molto forti con un po di soldi le persone rimanevano e per cui appunto rimaginare quali sono ripensare le finalità dell'azienda rimettere un po fare un punto zero in cui ripartire in cui la leadership aziendale capisce che sia in una epoca di transizione e che le persone vanno conquistate al lavoro aiuta con la dimensione della cura appunto della persona nel lavoro aiuta in qualche modo a rendere i luoghi di lavoro soprattutto più gradevoli cioè quando si dice il lavoro dignitoso è quello che non solo rispetta le leggi e i contratti ma fa fiorire la persona è qualche cosa di molto forte cioè calcoliamo quanti di noi si sentono fiorire la mattina quando si va a lavorare è una sensazione molto bella e che è assolutamente alla nostra portata per cui tutte queste malattie che ha il lavoro in questa fase hanno una soluzione è interessante perché davvero c'è un cambio epocale perché la letteratura oramai una abbastanza diffusa sta parla della trappola della passione che è una cosa detta a me che sono tarantolato per il giornalismo da quando ho 16 anni è una cosa che per me è quasi una bestemia e non riesco a comprendere ma perché sono un boomer evidentemente però questa cosa esiste è importante perché come giustamente dicevi tu le aziende però il super minimo non basta più ci vuole la reputazione tu devi consentire a chi lavora con te di poter dire io sto cambiando il mondo quindi sono sfide anche i manageriali importantissime enormi di cui tu parli abbondantemente forse la sfida più grande e qui arriviamo al cuore del cuore del libro è l'intelligenza artificiale l'intelligenza artificiale che naturalmente spaventa moltissimo ci riporta un paradigma interpretativo di qualunque rivoluzione industriale con i grandi detrattori e grandi entusiasti che ovviamente sono partiti e fazioni opposte ma forse non hanno ragione nello nello nello altro secondo me però ecco tu ne parli diffusamente e ti occupi specificamente di questo raccontaci cosa ci dobbiamo immaginare ma rispetto ai capi alle leadership alle strutture organizzative sia il digitale ma molto di più l'intelligenza artificiale si darà una sgrossata molto forte a questa iper verticalizzazione delle gerarchie gerarchie così verticali non hanno nessun senso speriamo che serva anche in quest'opera a semplificare un po il lavoro della pubblica amministrazione italiana della della burocrazia e quello che è interessante che il rispetto ai precedenti paradigmi di impatto sul lavoro delle tecnologie con l'intelligenza artificiale dobbiamo ripensare nuovamente per dirla in breve la robotica e il digitale in qualche modo hanno fatto vedere che venivano sono state in qualche modo erose le mansioni rutinarie ripetitive nel lavoro e sono esastate saltate quelle a maggiori incaggio cognitivo c'è un maggiore contenuto umano in fondo e con l'intelligenza artificiale cambia di nuovo tutto perché perché è molto evidente ci aveva visto lungo quello studioso che si ha moravec nel 1987 elaborò questo paradosso che sostanzialmente dice per un lavoro di alto cognitivo cioè con necessità di ragionamenti iper sofisticati serve pochissima risorsa di calcolo computazionale mentre per un lavoro e per un'operazione che mobilita la nostra capacità senso motorie serve una quantità gigantesca di calcolo di risorse computazionale cui sostanzialmente un grande ragionamento è più semplice da svolgere rispetto all'apertura di una porta c'è un compito e questo scombina un po le cose per cui si guarda lo score il punteggio di esposizione delle diverse professioni al digitale e poi all'intelligenza artificiale si vede che non sono le stesse della stagione precedente e sostanzialmente ci saranno io schematizzo così ci saranno circa le 804 professioni censite dall'istat sono tante sono fondo monetario internazionale ne ha censite 200 noi ovviamente sempre di più e rispetto a queste 804 professioni ci sarà integrazione cioè ci sarà generazione un pezzo di professioni che non esistono attualmente si sommeranno a queste esistenti ci sarà cancellazione secondo effetto cioè progressivamente dal punto di vista quantitativo ci saranno delle professioni che perdono il loro peso quantitativo e piano piano vanno in dissolvenza il pezzo più interessante di effetti è il terzo e cioè quello di integrazione di supporto di potenziamento di automazione di professioni esistenti è molto più interessante perché sarà quello che probabilmente avrà l'impatto quantitativo più ampio e contemporaneamente ci spinge a rifare un lavoro che si faceva tanti anni fa anche anche nel sindacato degli anni 70 e cioè scomporre tutte le professioni per task per attività e per abilità e vedere quali quello è un aspetto dinamico perché ogni sei mesi cambiano le potenzialità delle ai quante di queste vengono appunto integrate sostituite aumentate dentro la stessa professione per parla semplice quella che si usa più da esempio che che funziona è quella della radiologia della diagnostica per immagine sulla sulla sanità e la sicurezza le ai sta andando veramente molto forte e cioè si diceva la lei ai sostituirei il radiologo no non è assolutamente così il radiologo che utilizza lei ai sostituirà quello che non lo utilizza per cui questo è terzo effetto di integrazione darà profondità occupazionale a queste altre professioni e ma le cambierà dall'interno il primo dato che iniziamo a intravedere che c'è un effetto di polarizzazione ancora molto più spinta e cioè le persone e le imprese che saranno coinvolte dentro questi processi di trasformazione ovviamente prenderanno una strada di crescita le imprese non coinvolte invece un bivio molto declinante e questo è il grande problema di questa fase e anche per questo i ruoli dirigenziali i capi hanno una necessità di ragionare di capire di innovazione inedita noi abbiamo questo grande guaio che le piccole imprese hanno una soglia d'accesso all'innovazione troppo alta le grandi imprese non fanno spesso open cioè l'innovazione che fanno troppo spesso deriva da quello del capo del di parte del cio il capo del dipartimento interno e oggi invece serve è una fase in cui veramente i padroni sono fondamentali. Beh indubbiamente è una fase molto sfidante anche molto interessante per immaginare il futuro ma ecco io starei su quest'idea dell'intelligenza artificiale che sostanzialmente diventa uno strumento di supporto alle diverse professioni alle diverse funzioni aziendali ai diversi ruoli però non è semplice è chiaro che questa cosa ha impatta necessariamente con la propria capacità di interagire con questo tipo di strumenti e quindi col proprio curriculum con la propria formazione mi sto chiedendo ed è un classicone diciamo la formazione non è pronta all'italia il mismatch le materie stem e tutto il resto siamo sicuri che è davvero questo il tema per esempio siamo sicuri che una laurea in filosofia non aiuti tantissimo una gestione dell'intelligenza artificiale cioè quella legata ai linguaggi perché probabilmente quel tipo di attitudine culturale fa le domande migliori all'intelligenza artificiale quindi crea un beneficio un vantaggio competitivo assolutamente questa noi siamo arrivati indietro abbiamo scarzi competenze stem diffuse come paesi in generale siccome quella partita delle competenze stem l'abbiamo sostanzialmente persa oggi non è del tutto un male proprio per quello che dicevi e cioè l'idea che il percorsi didattici siano compartimentati è il problema dei problemi quando si inizia un percorso umanistico quello tecnico qualsiasi cosa di tecnico di utilizzo della manualità io dico chi entra in percorso umanistico perde le mani non ha più le mani chi entra in un percorso tecnico vede con una cosa inutile l'arte la filosofia eccetera proprio per questo adesso c'è una scuola tra l'altro pochi chilometri da qui a rovereto che si occupa di con la lettera a stia stem è scritto stim è proprio perché l'arte nel senso la filosofia la letteratura eccetera sono assolutamente fondamentali anche per un lavoro tecnico e si vede già non so se vedete quelle classifiche del lavoro che andrei a fare adesso è molto forte il data analyst ecco il data analyst che ha la base un percorso classico umanistico ha due due punti di forza primo è che si rende meno velocemente obsoleto il suo le sue competenze proprio grazie a questa base secondo che ha una capacità interpretativa e analitica di quello che vede veramente forte e per cui soprattutto nell'analisi dei dati e va a una marcia in più una persona che stimo franco amicucci che secondo me una delle persone più in gamba in italia su queste cose lui dice forse il caso di separare la percorso tecnico da quello umanistico fare dei percorsi che sono un po più misti se ci pensiamo esattamente quello che accade nel resto d'europe noi abbiamo il 52 per cento di liceizzazione quest'anno è salita ancora ma in realtà il problema è la compartimentazione non è in trancia hanno il 32 se non sbaglio di liceizzazione e non bisogna demonizzare appunto il liceo non bisogna demonizzare il tecnico bisogna cercare di costruire delle cose che diano a livello formativo una dimensione un po più rotonda delle cose che bisogna fare sì io credo l'intelligenza artificiale ci stia portando come dire a concepire il sapere come un'entità unica e inevitabilmente perché poi il sapere rimenta curiosità da sempre e quindi la matrice è sempre una sola poi ci sono le specializzazioni naturalmente per l'approfondimento però l'intelligenza artificiale come dire contribuisce a pensarci lei a quel tipo di cose lasciandoti il privilegio di poter organizzare le cose dall'altro mi sto chiedendo di fronte a tutti questi scenari che stiamo esaminando le parti sociali cosa possono fare perché io la sensazione questo tipo di discussioni non riesca a tradursi per esempio in un patto sociale in un paese come il nostro dove le rappresentanze gli interessi delle constituenti profonde del nostro paese avrebbero qualcosa da dire ma a me pare che stiano parlando di altro in qualche modo io ci provai ma la cosa peggiore rispetto a questo a tutto ciò che sta accadendo è il ruolo un po' difensivo e cioè voglio sapere che cosa c'è lì voglio io ricordo quando quando arrivarono gli esoskeletri a melfi che trattava fatto come au per cui non stranissimi ricordo che io feci un comunicato di apprezzamento eccetera perché riducono la carico posturale delle persone e mantengono posti di lavoro con un'ergonomia migliore il mio collega landini disse prima di applicare vogliamo sapere qual è la finalità di questi esoskeletri che fa capire chiaramente non sai di che cosa allora su questo mi ricorda proprio qualche critica che ricevevo diceva ma come mai ti occupi da sindacalista di intelligenza artificiale di robotica di 4.0 eccetera e in realtà se ci pensate esattamente quello che faceva la flm negli anni settanta cioè gli e l'organizzatore sindacale era anche un esperto di tempi di lavoro di cicli di lavoro di tecnologi dei robot di servizi industriali perché costruiva la saturazione il tempo di lavoro di ogni singola persona secondo anche della tecnologia di riferimento delle macchine allora fordiste e si fa una si fa una battaglia tutta indifensiva io vedo tutti tutti degli aspetti che riguardano la privacy che sono importantissimi ma che non si citano per affrontarli si citano per dire che quella cosa non va fatta no e che è come un guaio è come una strada che ha una curva pericolosa un conto è sistemare quella curva un conto è mettere un cartello che dice è pericolosa ecco forse è meglio risolvere i problemi e invece il sindacato e le parti sociali confi industriale avrebbero un ruolo fondamentale nella promozione delle persone e soprattutto nel sostegno dell'innovazione noi siamo un paese che rischia tantissimo una marginalizzazione forte e rispetto guardate le cifre che sono messe in campo sull'intelligenza attipiciale guardate anche l'architettura di strutture istituzioni che dovrebbero affrontarli vede che c'è in qualche modo un inseguimento con scarse risorse questo rischia di fare molto male al paese non può che essere continentale perché sono in gioco cifre da parte dei grandi player dell'intelligenza artificiale quindi del web sostanzialmente che sono pari al debito pubblico di un paese voglio dire in termini di investimento quindi stiamo parlando di scale assolutamente non raggiungibili da piccoli agglomerati umani diciamo di come sono gli stati europei e quindi effettivamente questo è un problema l'altro però a me piace ricordare che nel libro c'è questo capitolo sugli oper ai effettivamente questo è un neologismo che ha coniato venti vogli appunto dicendo che c'è una nuova figura professionale diciamo così che sarà quella anche di tipo operaio magari con manzioni basiche legate all'utilizzo dell'intelligenza artificiale c'è un altro tema però perché maggiori sono le sfide di questo tipo e maggiori però il rischio poi nel saperle cogliere non nel non saperle cogliere di aumentare le diseguaglianze o sbaglio assolutamente si io dicevo prima il bivio la polarizzazione il mercato del lavoro sarà molto più netta oddio non è che già che ci fosse bisogno lo è già in italia in italia quando si dice che tutto lavoro povero è una menzogna c'è una quota e lavoro povero molto importante e c'è una parte di lavoro scelto di lavoro di alta qualità che sale è quello che in mezzo e che spesso scivola verso il basso questo è il guaio ecco questa polarizzazione rischia di avere una ulteriore spinta e per cui oggi a livello di politiche tra virgolette bisognerebbe fare tantissimo perché appunto il gruppo che insegue abbia possibilità di non scivolare verso condizioni di povertà e la marginalizzazione può essere molto forte c'è la comparazione con i miliardi che stanno investendo altrove ma anche con la consapevolezza minima diffusa ma si dice sostanzialmente lei ha una triplice spide educativa educare l'intelligenza artificiale nel senso educare scusate all'intelligenza artificiale e cioè raccontare di che si tratta e uno è uno degli obiettivi tra l'altro anche lei ha i act dice una delle cose cui bisogna insistere perché anche le persone che non avranno materialmente a che fare con lei e devono capire quali sono le competenze di base la seconda è educare con lei ai perché i percorsi di apprendimento utilizzando l'intelligenza artificiale sono molto più efficaci riducono l'abbandono scolastico prevengono errori ricorrenti e realizzano materiali di dittattico più aggevoli e più personalizzati sulle persone insomma abbattono un po quella che è il fordismo della formazione italiana no il catalogo è uguale per tutti il metodo è uguale per tutti la terza sfida è educare l'intelligenza artificiale per educare l'intelligenza artificiale servono gli operai cioè queste persone che addestrano e crescendo la potenza di fuoco di questi algoritmi generativi il lavoro e l'investimento economico per l'addestramento sarà un lavoro molto impegnativo e molto importante voi pensate fino al 3.5 di chat gpt non era collegato online non aveva un collegamento via web anche il 4 non è esattamente collegato a tutto il web c'è una sorta di distillazione dei contenuti complessivi voi immaginate quando la possibilità di attingere a library immense come già adesso avrà necessità di di addestrare addestrare un lavoro in sé che significa correggere spesso i bias che le macchine replicano apprendendo dagli esseri umani e per cui no ad è stato scandalo che nelle selezioni del personale venivano tutti i uomini tutti di un certo tipo di certe zone e di quartieri più ricchi in realtà replicavano quello che si ritrovava nei database di vecchi uffici di selezione del personale per cui questi oper ai devono lavorare per far sì che in qualche modo gli algoritmi non facciano pesca strascico di dati e ripropongono cose che sono inaccettabili è certo questo è l'altra grande sfida in effetti quello nel governo delle intelligenze artificiali le vanno di barri a se pregiudizi gli errori ideologici le appartenenze culturali visto poi le differenze che questo nostro questa nostra contemporaneità sta mostrando tra le diverse parti del mondo in questo momento anche così crudamente però tornando ai nostri temi questo tipo di atteggiamento dovrebbe anche coinvolgere le mitiche politiche attive del lavoro solo che io mi ricordo noi stiamo dibattendo delle politiche attive del lavoro da decenni più o meno raccontiamo che si tratta di politiche migliorano il curriculum ma a questo punto dobbiamo andare parecchio un salto quantico vero bisognerebbe cominciare a immaginare che ci sono strutture anche pubbliche private anche che ragionano di come inserire elementi di questo tipo nei curriculum delle persone più debole sul mercato o mi sbaglio ma ce la faremo o siamo distanti anni luce il ma allora io sono un grande sostenitore delle politiche attive del lavoro bisogna dire che però in italia adesso faccio una battuta un po sprezzante le politiche attive del lavoro hanno trovato lavoro agli esperti di politiche attive del lavoro mediamente non sono strumenti veri ecco poi dopo la cosa singolare che in province come queste le politiche del lavoro sono sono dignitose no in calabria in campania dove il livello di occupazione giovanile è molto alto le politiche attive sono sostanzialmente inesistenti e sicuramente sarà necessario fare questo tipo di lavoro sia per governare la transizione dei lavoratori diciamo che con un'età avanzata pensate l'automotive immaginate un sessantenne che lavora sull'auto elettrica in cui fino per 40 anni ha lavorato su un'auto a motore endotermico ha lavorato con uno strumento sostanzialmente diverso e con paradigmi anche di lavoro completamente diversi e poi ci sarà soprattutto per le nuove generazioni la necessità di costruire occasioni vere che rimettano in pista alle persone e su questo però c'è anche un problema tra virgolette di politica industriale avrò termine abusato nel senso che noi adesso ci stiamo crogiolando sul fatto che l'europe ha fatto questo eia act per cui siamo a posto no e per cui si replica lo schema storico per cui gli stati uniti creano l'europe regola e la cina copia in realtà la cina crea da un po' di tempo gli stati uniti creano l'italia continua a essere il regolatore se sei regolatore senza avere una tua sovranità industriale tecnologica all'arunga anche il tuo ruolo la tua capacità di fare regole diventa poco poco importante su questo noi appunto dobbiamo intercettare quelli che sono i grandi investimenti che sono utili a questa per cui per fare più che fare la open eye all'italiana che guardate i soldi messi in campo e capite che è una cosa che non stare in cielo né in terra no come necessità e bisognerebbe costruire questa realtà dove coesistono data center per cui possibilità di raccogliere quantità gigantesche di dati i supercomputer e costruire lì la modalità con cui il sistema industriale italiano apprende e utilizza l'ai anche nei processi produttivi se io ho fatto parte dal 2018 al 21 della commissione di due governi per gli esperti sull'ai la cosa che avevamo identificato nel documento era l'intelligenza artificiale è una grande risorsa soprattutto per le pmi è chiaro che detto così è uno slogan serve poi chi si occupa del trasferimento tecnologico alle pme nel libro ci ha scritto anche che in questo momento ci sono più capitali che capitalisti cosa vuol dire ma sì è una frase non mia di beniamino piccone che è il nostro è un paese che ancora nonostante neanche dopo il covid una quantità di risparmio privato gigantesca e che non diventa mai impresa e questo è un problema molto serio e si capisce anche perché non diventa mai impresa perché è tutto complicato tutto difficile tutto osteggiato in qualche modo no anche tutta la retorica delle startup vediamo sì quest'ultimo anno stanno andando un po meglio non come numeri ma come qualità di startup che che escono fuori e si avvicinano alle exit ma contemporaneamente siamo messi molto male rispetto al resto d'europe e se guardiamo la propensione all'osservatorio del politecnico sulle ai lo fa vedere molto bene le grandi aziende hanno una propensione avere piani sulle ai abbastanza circa il 60% le pmi attorno al 19 significa che l'80% delle pmi pensano che non servirà sostanzialmente a nulla questo non è colpa loro no ci arriveranno perché poi comunque hanno una capacità di reazione che a volte sottovalutiamo però effettivamente c'è molto da fare soprattutto credo sia necessario togliere abbiamo finito il tempo sia necessario togliere i pregiudizi perché è chiaro che non si riesce a creare una comunità che possa investire o a facilità gli investimenti nel momento in cui la discussione pubblica è piena i pregiudizi è lontana la realtà detto questo io credo che e concludiamo l'intelligenza artificiale per fortuna ancora non sarà in grado di produrre da sola nel mezzo del cammin di nostra vita io mi trovavo per una selva oscura lo può copiare riadattare ma finché questa cosa rimane salva io credo non dobbiamo avere paura dell'intelligenza artificiale che anzi ci servirà diciamo così come maggior domo per il prossimo futuro io credo che siamo d'accordo su questo ma sì a mio avviso sarà oltre un maggior domo nel senso che anche non so se vi è capitato di usare quelle cose più semplici di copoco pilot eccetera insomma il desiderio di entrare a fare qualcosa di più si vede a me appunto il fatto della citazione letteraria mi ha incuriosito per un aspetto mi hanno fatto vedere tra l'altro due anni fa la capacità di riscrivere con un algoritmo generativo un testo esattamente con lo stile letterale di calvino e ho detto sorbole cavolo veramente incredibile perché quell'algoritmo aveva letto tutto ciò che nessun ricercatore ha mai letto su calvino anche delle ricerche più sperdute in giro ovunque e poi mi sono chiesto ma quanti italiani saprebbero riconoscere lo stile di calvino leggendo un testo per cui c'è c'è una sfida continua e probabilmente dedicare un po' più di tempo a del del lavoro umano anche a queste cose un po meno a fare cose che le macchine fa meglio e senza stress può essere un buon punto l'importante è come dice papa francesco che oggi ci ha regalato un preziosissimo editoriale di inaugurazione di questo nostro festival sui dilemmi del nostro tempo l'importante è non fare delle persone cibo per algoritmi e con questo vi salutiamo grazie del vostro interessamento della vostra pazienza grazie buona giornata e buon festival me to me Un'estate di trance Un'estate di trance Un'estate di trance Un'estate di trance Un'estate di trance Un'estate di trance Un'estate di trance Un'estate di trance Un'estate di trance Un'estate di trance Un'estate di trance Un'estate di trance Un'estate di trance Un'estate di trance Quando ti DropNova monti un'attivitàansingkaAI и Che è la stessa barra del comune, Come si experience ilned героico зайdemo Jaume Law. La Sottotitoli e revisione a cura di QTSS Sottotitoli e revisione a cura di QTSS Sottotitoli e revisione a cura di QTSS Sottotitoli e revisione a cura di QTSS Sottotitoli e revisione a cura di QTSS Sottotitoli e revisione a cura di QTSS Sottotitoli e revisione a cura di QTSS Sottotitoli e revisione a cura di QTSS Sottotitoli e revisione a cura di QTSS Sottotitoli e revisione a cura di QTSS Sottotitoli e revisione a cura di QTSS Sottotitoli e revisione a cura di QTSS Sottotitoli e revisione a cura di QTSS Sottotitoli e revisione a cura di QTSS Sottotitoli e revisione a cura di QTSS Sottotitoli e revisione a cura di QTSS Sottotitoli e revisione a cura di QTSS Sottotitoli e revisione a cura di QTSS Sottotitoli e revisione a cura di QTSS Sottotitoli e revisione a cura di QTSS Sottotitoli e revisione a cura di QTSS Sottotitoli e revisione a cura di QTSS Sottotitoli e revisione a cura di QTSS Sottotitoli e revisione a cura di QTSS Sottotitoli e revisione a cura di QTSS Sottotitoli e revisione a cura di QTSS Sottotitoli e revisione a cura di QTSS Sottotitoli e revisione a cura di QTSS Sottotitoli e revisione a cura di QTSS Sottotitoli e revisione a cura di QTSS Sottotitoli e revisione a cura di QTSS Sottotitoli e revisione a cura di QTSS Sottotitoli e revisione a cura di QTSS Sottotitoli e revisione a cura di QTSS Sottotitoli e revisione a cura di QTSS Sottotitoli e revisione a cura di QTSS Sottotitoli e revisione a cura di QTSS Sottotitoli e revisione a cura di QTSS Sottotitoli e revisione a cura di QTSS Sottotitoli e revisione a cura di QTSS Sottotitoli e revisione a cura di QTSS Sottotitoli e revisione a cura di QTSS Sottotitoli e revisione a cura di QTSS Sottotitoli e revisione a cura di QTSS Sottotitoli e revisione a cura di QTSS Sottotitoli e revisione a cura di QTSS Sottotitoli e revisione a cura di QTSS Sottotitoli e revisione a cura di QTSS Sottotitoli e revisione a cura di QTSS Sottotitoli e revisione a cura di QTSS Sottotitoli e revisione a cura di QTSS Sottotitoli e revisione a cura di QTSS Sottotitoli e revisione a cura di QTSS Sottotitoli e revisione a cura di QTSS Sottotitoli e revisione a cura di QTSS Sottotitoli e revisione a cura di QTSS Sottotitoli e revisione a cura di QTSS Sottotitoli e revisione a cura di QTSS Sottotitoli e revisione a cura di QTSS Sottotitoli e revisione a cura di QTSS Sottotitoli e revisione a cura di QTSS Sottotitoli e revisione a cura di QTSS Sottotitoli e revisione a cura di QTSS Sottotitoli e revisione a cura di QTSS Sottotitoli e revisione a cura di QTSS Sottotitoli e revisione a cura di QTSS Sottotitoli e revisione a cura di QTSS Sottotitoli e revisione a cura di QTSS Sottotitoli e revisione a cura di QTSS Sottotitoli e revisione a cura di QTSS Sottotitoli e revisione a cura di QTSS Sottotitoli e revisione a cura di QTSS Sottotitoli e revisione a cura di QTSS Sottotitoli e revisione a cura di QTSS Sottotitoli e revisione a cura di QTSS Sottotitoli e revisione a cura di QTSS Sottotitoli e revisione a cura di QTSS Sottotitoli e revisione a cura di QTSS Sottotitoli e revisione a cura di QTSS Sottotitoli e revisione a cura di QTSS Sottotitoli e revisione a cura di QTSS Sottotitoli e revisione a cura di QTSS Sottotitoli e revisione a cura di QTSS Sottotitoli e revisione a cura di QTSS Sottotitoli e revisione a cura di QTSS Sottotitoli e revisione a cura di QTSS Sottotitoli e revisione a cura di QTSS Sottotitoli e revisione a cura di QTSS Sottotitoli e revisione a cura di QTSS Sottotitoli e revisione a cura di QTSS
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