Instant Finance
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Marco Scioli, fondatore di Starting Finance, discute il ruolo dei social nell'educazione finanziaria. Starting Finance crea contenuti divulgativi su economia e finanza per i giovani, adattando il linguaggio e il formato a diverse piattaforme come TikTok, Instagram e YouTube. Si sottolinea l'importanza di bilanciare contenuti accattivanti con informazioni utili, e la difficoltà di fornire consulenza finanziaria personalizzata.
Sottotitoli gratis www.amara. scissors.com www.amara.org www.amara.org Amara.org Eccoci qua, benvenuti. Benvenuti al Festival dell'economia di Trento, e quindi in 2024 la terza organizzata da il gruppo 24 ore insieme a Trentino Marketing venuti a Instant Finance oggi con Marco Scioli che è uno dei fondatori di starting finance parliamo di finanza personale di ma anche di startup perché starting finance è una startup diciamo così è una società nata e eh proliferata insomma cresciuta in particolare sui social, diciamo di come sui social è possibile trovare costruire una community per parlare di cose anche serie apparentemente molto seri ma che risultano poi se raccontate nel modo giusto molto concrete lo abbiamo fatto già questa mattina in questa sala chi era qui presente? Alziamo le mani chi c'era qui nella precedente evento Coletti si faccia il bravo perché era eh tra i relatori beh qualcuno c'era ma qualcuno no abbiamo un'altra parte di starting finance che è un'altra parte di starting finance che è un territorio che si chiama 24 ore si chiama Young Finance abbiamo eh costruito un percorso per raccontare la finanza in maniera divulgativa ed è un territorio straordinario in cui molti soggetti si sono eh proposti nell'ultimo periodo e starting finance è uno dei soggetti più importanti che ha conquistato una centralità nella gestione di una eh anche perché è vero va bene i social no? Però poi le cose certe cose certi concetti vanno scritti a letti allora Marco ci vuoi intanto raccontare io ho sintetizzato che cos'è starting finance ma aggiungi tu gli elementi caratterizzanti della vostra attività. Sì grazie grazie intanto Marco è stato fin troppo buono per per come ci hai raccontato e come ci hai fatto per finirci startup ma ci stiamo un pochino invecchiando in quanto startup la più grande community giovani appassionati di finanza e questo perché con il mio soci Eduardo quando siamo partiti ci siamo resi conto che pur studiando in facoltà di economia e finanza c'era poco interesse nell'approfondire, nell'andare un po' oltre quello che è la lezione universitaria, l'esame e quindi finire il proprio eh percorso accademico e lì eh abbiamo iniziato appunto eh tramite social quindi al tempo andava molto Facebook a creare questi contenuti con un tipo di gioco eh semplificato ma soprattutto mh con il linguaggio che avremmo voluto ricevere noi eh da giovani eh su questi contenuti e quindi un linguaggio anche molto grafico molto interattivo dei contenuti che stimolano la discussione e commenti e questo ci ha portato ad essere oggi appunto un po' il punto riferimento per i giovani eh sui social quando si parla di economia e finanza e ad avere più di un milione e duecentomila eh utenti sulle varie piattaforme social. Ecco quindi il libro è mh una sorta di inversione di tendenza no? Di quello che facciamo tutti i giorni proprio perché tipicamente eh proviamo a semplificare le cose eh sui social dove sappiamo che i giovani passano gran parte del loro tempo con il linguaggio dei social. Sul libro lo sforzo e l'esercizio è stato un po' più complicato perché eh l'idea era quella di costruire un percorso per chi effettivamente inizia no? Ed è alle prime armi e quindi magari se si trova a eh leggere degli articoli particolarmente approfonditi si riuscita a trovare un percorso che è un vero e proprio strumento per chi sta iniziando e vuole iniziare a approfondire queste queste tematiche e si ritrova ovviamente disperso in mezzo alla tanta informazione anche di qualità, alla tanta educazione, anche di qualità che viene fatta nel nostro paese. Quindi è proprio lo strumento che abbiamo fatto per eh dare in mano il famoso pezzo di carta che che è anche molto concreto per per iniziare un percorso di di educazione finanziaria. Ecco la parte di un percorso, la parte di un percorso che è molto valorizzata se tu hai un bias, cioè se tu parti dal digitale, l'offline ha un valore di riscoperta molto importante. Lo vediamo anche proprio in questo festival con la parte di migliaia di persone che eh hanno il piacere di saltare da un evento all'altro per vedere di persona eh l'economista, il Premio Nobel, il ministro, il di incontrare anche personalmente anche scattarsi il selfie come si dice, molto spesso. Ma ecco che ruolo ha l'offline per voi? Perché oltre il libro voi fate venti? Ecco raccontaci un po' questa parte. È fondamentale perché siamo abituati, e su questo credo anche che condividiamo un pochino questo valore, a parlare di numeri tutti i giorni incredibili, perché lavorando sui social, ad esempio scorsa settimana abbiamo visto un dato che ci ha colpito particolarmente, sul nostro canale youtube sono stati raggiunti 22 secoli di tempo di visualizzazione, cioè è un dato abbastanza impressionante a livello di numeri, se si pensa comunque che stiamo parlando di economia e finanza, quindi di un argomento non così pop, tra virgolette, in Italia. Però poi quando riusciamo ad incontrare la nostra community, quando come in occasioni come quella di oggi appunto, riusciamo a confrontarci fisicamente, a parlare con chi segue starting finance, in questo caso il sole, ci rendiamo conto che proprio c'è un'inversione di rapporto rispetto a quello che quotidianamente vediamo sui social. E quindi c'è proprio questa voglia di confrontarci. Siamo noi spesso che chiediamo alle persone come possiamo migliorare i nostri contenuti, cosa possiamo fare per renderci ancora più appetibili. Quindi è un confronto che porta valore aggiunto a tutte e due le parti, cosa che invece sui social spesso non si riesce a creare. Quindi è per noi uno strumento fondamentale per conoscere meglio i nostri utenti, per interagire anche con loro e quando fisicamente vedi le persone che sono disposte ad ascoltare o disposte a vedere un contenuto, è tanto diverso rispetto ai numeri che puoi vedere tutti i giorni sui social. Ecco, tutto ciò fa parte del tema della gestione della community, che è l'interazione, ascolto per capire che cosa funziona e che cosa non funziona, ma anche a volte anche critica. E sui social, dietro dei nickname si celano dei personaggi frizzanti. Voi che esperienza avete riguardo? Diciamo che ci siamo resi conto anche lì come il fisico, il territorio, l'offline, di cui parlavamo prima, è un mondo che filtra molto quello che succede online. Online veramente è una sorta di grandissima piazza dove tutti possono urlare, possono dire la loro e magari spesso anche nascondendo si lo fanno. Quando poi invece ritrovi la stessa persona, lo stesso studente sul territorio, magari c'è sempre la critica, c'è sempre quella volontà di raccontare la propria visione su come si può migliorare qualcosa, però c'è un approccio un po' diverso che è costruttivo e non distruttivo come invece spesso succede sui social. Devo dire che su questo la nostra community è una community abbastanza interattiva e quindi quello che creiamo lo creiamo con loro, è difficile che ci siano grandi scontri, grandi critiche. Chiaramente ci è capitato anche a noi di ricevere dei commenti negativi sotto alcuni contenuti, però creando il contenuto insieme, interagendo molto con la nostra community, spesso sono i stessi membri della community che creano il contenuto, riusciamo un pochino a calmirare questo concetto. Uno dei principali aspetti che ci ha aiutato a interagire anche nella creazione dei contenuti con la community è la creazione dei nostri starting finance club, vedo tra l'altro oggi anche dei ragazzi che fanno parte dei club del nord, mi fa particolarmente piacere, perché quello è il luogo di confronto che noi abbiamo dove tutti i giorni all'interno dell'università la community online si ritrova sul territorio e li organizziamo incontri, business game, insomma un po' di pratica rispetto alla tanta teoria che si fa in università e i giovani che magari online interagiscono i nostri contenuti hanno la possibilità di incontrarsi, fare l'aperitivo, sviluppare anche un rapporto che va oltre il social. Ti faccio due domande collegate, perché tu sei studente, sono stato studente, anche io ormai come la startup sono invecchiato. La mia domanda è doppia perché sono due temi collegati, quando studi, capisci delle cose, si crea un po' quell'effetto wow ogni tanto, tipo battuta, Einstein, il meraviglio del mondo sono i tassi composti. Capire certi concetti ti apre delle porte, come in questo caso, o in altri contesti, sapere che esiste la gestione del rischio assicurativo, ognuno lo trova nel proprio cammino e quando si sente partecipi di questo effetto wow che incontra, lo vuole trasmettere. A volte lo vuoi trasmettere a una community che però voglia sentire parlare di altro. Come gestite questa cosa? La sfida che tutti i giorni i ragazzi della nostra redazione affrontano. Perché è la sfida che riguarda anche noi del solo di 4 ore. Perché è chiaro che è più interessante raccontare magari della nuova macchina di masche, quindi raccontare come Tesla sta sviluppando il proprio mercato, però poi è chiaro che se si vuole fare educazione finanziaria oltre che informazione, c'è bisogno poi di inserire quella nicchia. Quindi il nostro obiettivo è quello di riuscire a creare il giusto mix sia a livello proprio di quantità di contenuti, tra contenuti che noi definiamo un po' più pop, tra virgolette, e mainstream in Italia, e quei contenuti che magari potrebbero risultare noiosi. E in tutti i contenuti pop proviamo comunque ad inserire anche delle nozioni, dei concetti che poi se capiti attraverso un contenuto più divertente, interattivo, poi sono utili per la vita di tutti i giorni. Quindi anche l'acidazione dell'interesse composto è un qualcosa che abbiamo utilizzato in passato. Tanti esempi per far capire, magari nella pratica come funziona il concetto di short, in cui mi ricordo abbia fatto un video sulle scarpe Nike. Insomma, tutta una serie di contenuti che prendono un mondo che è nella vita di tutti i giorni delle persone e provano a portarlo con mano sul discorso dell'economia e della finanza. Capitola di V. Sì. Ecco, come funziona? Voi come selezionate? E che ambizioni avete per il futuro? Funziona, che intanto è lo strumento che ci dà modo di creare i nostri contenuti. Quindi, nonostante spesso sia un pochino visto con distacco, se gli utenti possono offruire dei nostri contenuti, ma dei contenuti di tantissime società, tantissimi startup, tantissimi creator che fanno contenuti di valore, come diciamo prima sui social, è soprattutto perché ci sono quelle aziende che sponsorizzano. Perché poi, o da una parte o dall'altra, se ci sono dei stipendi da pagare in azienda, ad oggi abbiamo 22 persone nel team, ci deve essere qualcuno che li paga. Quindi, o è l'utente che paga, ma abbiamo visto che... Non siamo pronti. Non siamo pronti e si fa ancora fatica, oppure è l'azienda che paga. Quindi, è importante trovare il giusto equilibrio. Noi su questo abbiamo un approccio abbastanza conservativo, nel senso che preferiamo fare qualche euro di fatturato in meno, ma tenere sempre i contenuti molto puliti, scegliere bene i partner con cui lavoriamo, selezionare, soprattutto nel mondo dell'economia e della finanza, è pieno di realtà pronte a sponsorizzare, pronte a farsi conoscere, ma che in realtà, dietro, hanno poco a livello di prodotto. Alcuni casi recenti ce lo insegnano, chi lavora sui social basa la propria attività sulla reputazione, sulla fiducia che hanno gli utenti. Quindi, andarlo a perdere per una sponsorizzata, un'azienda che magari ha un po' di budget in più dell'altro, sarebbe per noi disastroso, perché in quel momento monetizziamo di più, ma nel giro di qualche mese potremo perdere tanto del nostro valore. Ma siete più voi che li cercate o loro che cercano voi? Cioè le banche, le finanziarie, le assicurazioni? Sì, siamo partiti che solo loro cercavano noi, proprio perché non era nostro obiettivo quello di monetizzare dalle aziende quando siamo partiti. Ci siamo resi conto che la prima forma di monetizzazione lo scorso anno ha contribuito per il 75% dei nostri ricavi, quindi è chiaro che adesso, quando arrivano, siamo anche contenti. Però nel corso dell'ultimo anno e mezzo abbiamo iniziato anche noi proattivamente a cercare di raccontare delle campagne che possiamo fare e quello ci aiuta tanto perché siamo noi a quel punto a proporre il contenuto, a proporre la campagna, a proporre l'iniziativa che poi viene sponsorizzata dall'azienda. Non sono per forza banche e intermediari finanziari comunque realtà legate al mondo della finanza, proprio perché avendo comunque un'utenza giovane, un'utenza abbastanza numerosa, siamo anche spesso appetibili per realtà che vogliono comunicare con questo target che non hanno per forza a che fare con economia e finanza. Interferiscono sui contenuti? Guarda, io ti potrei dare una risposta, ma ho i ragazzi qui che tutti i giorni combattono con l'azienda che mi tirerebbero le bottigliette, quindi in realtà si interferiscono per quanto proviamo noi a calmirare e far capire che se loro stanno pagando noi per fare quei contenuti, dovrebbero affidarsi a noi. E questo immagino che è un problema che anche voi avete affrontato tutti i giorni. Purtroppo c'è qualcuno che è già più avanti su queste, quindi si rende conto che ci sta pagando proprio anche per quel tipo di lavoro, non solo per la visibilità, qualcun altro che invece magari fa quello stesso lavoro da 10-20 anni e che quindi tende a mettere tanto bocca. Però cerchiamo sempre di riuscire a mediare tra le due cose e quindi far uscire il contenuto che vuole l'azienda, ma che poi sia appetibile per l'utente, perché poi funziona se gli utenti lo apprezzano, condividono. La domanda è sbagliata, cioè, il tema non è se interferiscono, perché chiaramente tutti interferiscono. Il punto è il come, gestire l'approccio, no? Perché, insomma, è evidente, anche i giornali come il Sole 24 Ore, poi continuiamo con questo parallelismo, Start in Finance e il Sole 24 Ore. Ma chiaramente noi, anche noi, contiamo sulla pubblicità e non a caso, contiamo però sui lettori e lì abbiamo la fonte di ricavi. È chiaro che c'è una tendenza a chi mette del denaro a avere un controllo, a visibilità di qualche tipo. Poi ci sono dei criteri, no? Per esempio, noi abbiamo il direttore che è il parafumine di tutto e quindi noi personalmente, quando scriviamo, non abbiamo mai il sentore di una pressione, no? Ci sono dei corpi intermedie, direttori, vicedirettori, a volte anche responsabili di sezione. Però in genere, chi scrive non gli si dice mai, guarda che devi trattarlo bene, perché più ve lo dice peggio è. Certo. Un giornalista, no? Il mondo digitale è diverso, perché è più nuovo. È diverso, perché noi ci stiamo strutturando anche in maniera tale da creare questi anticorpi. Noi siamo partiti che i primi contenuti li scriviamo noi direttamente e quindi magari parlavamo noi con l'azienda. È chiaro che col cappello di chi vendeva, col cappello di chi gli faceva la fattura, col cappello di chi chiedeva i soldi quando non pagava, scrivere il contenuto e mediare anche su quello diventava un po' complicato. Finivano proprio i cappelli, barba e baffi, con cui mascherarsi come persone diverse. Adesso abbiamo ovviamente le nostre sezioni, quindi chi scrive il contenuto magari è il responsabile di quell'area che riesce a filtrare un pochino, abbiamo il nostro responsabile dei contenuti che filtra ancora un pochino e poi c'è chi interagisce con l'azienda che ha l'ultima fase di filtro. Però diciamo che è comunque un rapporto che si basa sempre sulla chiamata dell'azienda e del cliente che ti chiede di cambiare quella cosa all'ultimo e quindi anche tutti i filtri che si possono creare rischiano a volte di diventare anche un po' ruggine, nei meccanismi di interazione, perché magari spesso è direttamente l'autore con il cliente che potrebbe facilitare la conversazione, però poi diventano fondamentali nel momento in cui escono fuori dei problemi. Voi mi raccontavi per ciascun social delle specificità, quindi calate nel linguaggio di ciascun social il messaggio da trasmettere, il contenuto, ecco. Quindi stiamo parlando di TikTok, Instagram, Facebook, dicevi è ancora vivo Facebook? Facebook è ancora vivo ed è l'unico su cui non facciamo contenuti ad hoc perché la nostra utenza lo... Generalista, diciamo così, più o meno. Diciamo che riprendiamo un po' i contenuti che facciamo sugli altri canali e li rimettiamo su Facebook. Invece gli altri canali hanno proprio le loro verticalità, i loro contenuti, il loro linguaggio, che è anche molto diverso tra loro, proprio perché sugli stessi canali cambia tanto il pubblico. Esatto, aiutaci a capire canale per canale come cambia il pubblico, come cambiano i linguaggi, gli approcci, le velocità anche, dico, cioè LinkedIn è una cosa e TikTok è tutt'altro, insomma, volendo immaginare. Ecco, diciamo che prendendo i due estremi, che sono proprio LinkedIn e TikTok, in mezzo ci sono Instagram e YouTube, che sono sicuramente i social in cui in questo momento stiamo riuscendo meglio. E forse perché abbiamo capito il linguaggio da affrontare, ci stiamo arrivando anche su LinkedIn, vediamo insomma che anche lì inizia a esserci una buona interazione con i contenuti, abbiamo iniziato a creare dei contenuti ad hoc anche proprio per LinkedIn. Su TikTok, invece, siamo delle pippe. Cioè nel senso che ci stiamo lavorando, stiamo provando a trovare la chiave giusta. Questo mi conforta molto perché anche noi, diciamo, nella nostra, essendo un po' canuti, su TikTok non siamo, io personalmente, molto... E questa è sicuramente una grande differenza appunto di contenuto, anche di pubblico, perché il pubblico di TikTok vuole vedere quel contenuto in un minuto, a volte anche meno, 30 secondi, magari con la musichetta sotto. E quindi è chiaro che fare informazione, educazione finanziaria lì è un qualcosa di difficile. Però siamo sicuri e siamo convinti che anche lì c'è il modo di trovare la chiave per entrare, per infiltrarsi in mezzo ai trend che vanno tipicamente su TikTok. Lo spettro opposto è quello di LinkedIn, dove invece il pubblico cerca un contenuto più tecnico, più tematico, dove può imparare un qualcosa, ma che poi riutilizza. Magari abbiamo tanti consumenti finanziari che ci seguono su LinkedIn e che magari riutilizzano con i loro clienti quello che hanno visto sul nostro canale. Senza nulla togliere ovviamente ai ragazzi che lavorano su TikTok, LinkedIn, tutta la parte anche di Facebook. Secondo me le produzioni migliori in questo momento che facciamo sono proprio su YouTube e su Instagram, che è dove abbiamo capito bene chi è il nostro utente. Ci sentiamo di aver trovato più o meno la chiave, che poi ogni volta evolve, perché poi i social cambiano e girano un po' al loro piacimento. Però in questo momento ci sentiamo abbastanza allineati con cosa funziona su Instagram, dove l'utente tende ormai a voler imparare a approfondire anche dedicando del tempo a quel contenuto. Sicuramente rispetto appunto a TikTok di cui parlavamo prima, YouTube è un discorso comprenente diverso. YouTube è proprio l'utente che si mette lì il venerdì quando esce il nostro contenuto e magari invece di vedere la trasmissione in TV il venerdì sera per approfondire si vede il video di Start in Finance e coinvolge anche tante persone, magari dei propri amici o della propria famiglia, quindi riusciamo anche a creare quel passaparola importante. E quella è una produzione da media strutturato. Il venerdì questo. A che ora? Esce all'una, alle due, poi dipende insomma da quando la redazione è pronta a farlo uscire, perché poi anche lì programmiamo, ma ci troviamo spesso all'ultimo. Quello è un video appunto che esce a quell'ora, di quel giorno, perché poi nel weekend c'è modo di vederlo. Cioè, l'approccio è questo. L'approccio è quello, adesso siamo arrivati anche alla doppia pubblicazione sempre con uno sforzo importante da parte della redazione con l'obiettivo magari di fare un contenuto un po' più veloce, tra virgolette, perché poi su YouTube comunque un contenuto più corto si tratta di 8-10 minuti rispetto a approfondimenti da 18-20. Durante la settimana e magari parliamo di storie completamente diverse, da un lato un po' più economia e finanza, dall'altro un po' più storie imprenditoriali. E vediamo che l'utente su YouTube ha un tempo di attenzione tanto più alto rispetto a quello che hanno sugli altri social. Allora, io tra poco finisco il mio interrogatorio di Marco e il pressing che sto facendo, poi chiaramente a vostra disposizione per delle domande, delle questioni, perché il bello del festival è l'interazione e il mio direttore Tamburini ci tiene tantissimo che sia un dibattito, insomma che non ci sia qualcuno che è assiso dall'alto che fa cadere la conoscenza, ma che sia la compressione fatta di condivisione. Però vorrei entrare prima un attimo nel merito dei temi finanziari, perché sono anche curioso e presumo che molti lo siano, delle persone che sono qui, capire quali sono le priorità, quali sono le cose che funzionano di più sui social, quali sono, qual è il percorso che proponete di educazione finanziaria fatta a modo vostro? Sì, distinguiamo, secondo me è importante distinguere prima le nostre priorità e poi quelle degli utenti, nel senso che fosse per noi... Che non è banale questa distinzione. No, no, no, e anche lì è sempre trovare il giusto equilibrio tra quello che vorremmo fare noi e quello che poi vediamo che piace, no? Noi siamo partiti con quello che volevamo fare noi, quindi un percorso vero e proprio dove i contenuti erano molto spesso contenuti educativi, con un pizzico di informazione, ma sempre con il tema di ti devo lasciare quella nozione lì. Abbiamo capito che poi i contenuti che funzionano di più invece erano quelli più, appunto, che definiamo pop, quindi dove magari parliamo, non so, di sport e ci mettiamo in mezzo ovviamente temi economico-finanziari, musica, cioè quello che piace alle persone tutti i giorni. Siamo arrivati, come tutte le startup, alla fase del ok, abbiamo trovato la formula magica, la chiave magica, facciamo i contenuti in base ai dati che vediamo e in base ai contenuti che piacciono di più agli utenti, a quel punto però poi diventa ok, allora dovrei parlare tutti i giorni di Tesla, di Elon Musk e dell'ultima sparata che ha fatto, perché poi è quella una delle tematiche che interessa di più. Siamo riusciti a trovare la via di mezzo per cui il nostro percorso è un percorso dove creiamo il giusto mix tra contenuti che sappiamo essere più intriganti, più interattivi, più da commento per la nostra utenza e contenuti però che devono lasciarti qualcosa, proprio come una sorta di goccia cinese che tutti i giorni, seguendo Start in Finance sui vari social, ma anche su un social alla volta, si ha quella nozione in più, quella pillola in più, quell'informazione in più, quella notizia in più, per cui sì, sei aggiornato, sei sicuramente al passo con le principali tematiche, perché poi non abbiamo una produzione così quantitativa di contenuti, ma sicuramente le principali tematiche, ma allo stesso tempo impari ogni giorno un pezzettino in più, un qualcosa in più. Quindi è un equilibrio tra quello che tira e quello che bisogna. E quello che tira riusciamo un pochino anche a spostarlo in base alla quantità di contenuti che facciamo. Quindi a noi piace molto per esempio raccontare storie di imprenditori e magari non andare appunto sulla storia di Steve Jobs, che ovviamente bella è molto nota, abbastanza nota. Abbastanza nota, è anche sicuramente più affascinante di quella di tanti imprenditori italiani, però è veramente pieno magari di imprese di aziende italiane, di successo che si conoscono molto poco, soprattutto tra i giovani e storie veramente affascinanti su cui stiamo provando a portare la nostra community. E su questo devo dire che il riscontro soprattutto su alcuni social è molto positivo e quindi ad oggi ci rendiamo conto quando utilizziamo determinati concetti, determinate parole e parliamo magari di imprenditori italiani, di storie di imprese italiane. E ti faccio qualche caso, qualcosa che ti ha stupito anche come successo di storia raccontata. Forse stupito è proprio quello più recente della storia di Beretta, dell'azienda italiana, quindi di questa famiglia veramente che va avanti da decine di migliaia, decine di anni e centinaia di anni. A fabbricare armi, perché è quello. Quindi è un qualcosa che aveva anche un po' il timore che i social, per come appunto spesso si comportano e si muovono rispetto a questi contenuti, potesse essere frenato. Invece è un contenuto che sta andando molto bene, ha funzionato tanto e soprattutto è una storia italiana di imprenditori italiani molto poco conosciuta dalla nostra community. Quando riusciamo a toccare tematiche di imprenditoria, in cui ovviamente c'è sempre il tema della gestione delle risorse, gestione degli investimenti, scelte finanziarie importanti che hanno cambiato la storia di quell'azienda, è sempre per noi qualcosa di affascinante. Ma queste storie sono a di di oppure sono scelte da voi? No, un buon 90-95% sono scelte da noi. Poi è chiaro che se viene Eni che vuole fare l'ADV e magari riusciamo a raccontare la storia di Eni o di Mattei nel percorso in Eni, riusciamo a fare il mix delle due cose e quindi a sponsorizzare anche un contenuto. Però su quello siamo un po' più dritti e verticali sul fatto di dire no, la storia però la raccontiamo come vogliamo noi perché se diventa 20 minuti di ADV su YouTube insomma il contenuto diventa... Conoscendo come comunicano alcune aziende diventa proprio una roba che sa fosse la sua. Ma non l'ho detto. Se avete delle domande dovremmo avere credo, non so se abbiamo un microfono a disposizione, sì c'è, se alzate la mano lo prendete fate la domanda a Marco Scioli. O a me però io, come vedete, io so più quello che fa le domande che dà le risposte in genere. Oh, tutti timidi? Avete, vi siete appagati delle risposte di Marco, mi sembra capire. Oppure siete tutti dell'azienda di starting finance, quindi... La prima fila. Allora, prima fila ci sta. Allora, faccio anche una domanda per aprire una porta, vediamo. Quanto è un fattore diciamo esplosivo nella comunicazione il tema criptovalute, finanze decentralizzate e quant'altro? Piacere, piace tanto, tira tanto, è una di quelle cose di cui la nostra utenza vuole avere contenuti e una anche di quelle più scivolose, perché è uno dei nuovi mercati, nuovi trend che è molto affascinante soprattutto per i giovani. Spesso, magari, appunto, chi si affaccia al mondo dei mercati per la prima volta non sa bene ancora come funziona il concetto di tempo, di pazienza, di interesse composto. E quindi magari l'idea di riuscire a trovare lo strumento giusto con cui fare il 1000%, il 2000%, è il primo modo per entrare in questo mondo. È anche il primo modo per bruciarsi. Quindi riuscire a spiegare come sono dei strumenti sicuramente funzionali, dei strumenti sicuramente da approfondire, ma anche su questo parte tutto dal concetto di rischio e rendimento. Quindi riuscire a spiegare che sicuramente ci sono delle criptovalute, degli strumenti che hanno ottenuto ritorni così importanti, ma che ovviamente a questi ritorni è associato un rischio importante è una di quelle tematiche che quando parliamo di cripto, quando parliamo di strumenti così volati, li cerchiamo di affrontare e di spiegare. Allora ho saputo che voi dite in giro di essere il sole 24 ore dei giovani. Sì. Non so se noi siamo lo starting finance dei vecchi o quantomeno degli over 35. Questo non abbiamo mai detto, la seconda parte non abbiamo mai detto. Va bene. Ci siamo permati alla prima. Al di là degli scherzi. Sono incuriosito di quello che vi viene chiesto, perché a noi viene chiesto, ho fatto tutto questo, ho comprato, ho venduto, ho fatto... Perché non funziona? Cosa devo fare? Va bene, devo cambiare il mio portafoglio. Ma sono portafogli già strutturati, perché sono persone. La rubrica di plus 24 che esce il sabato con il sole 24 ore più seguita, la lettera del risparmiatore, anzi la posta del risparmiatore, è un punto chiaro, è uno specchio dell'Italia, anche della male educazione finanziaria. Però a noi vengono poste delle domande post, cioè dopo aver fatto, dopo l'insoddisfazione, dopo il problema vengono da noi. A voi arrivano di genere prima, no? Cosa devo fare come primo passo? Che è una cosa positiva da un lato, perché il post è sempre peggio, perché chi ha guadagnato è difficile poi scrivere... Sì, a noi sono le cattive notizie, chiaramente. Quindi è meglio che arrivano prima, però arrivano prima perché non sanno proprio effettivamente cosa fare e da dove iniziare, quindi anche lì il nostro obiettivo è quello di riuscire a guidarli a creare questo percorso per cui quantomeno si fanno delle scelte consapevoli. Noi sottolineiamo sempre che non avremmo neanche le competenze di creare nuovi Warren Buffett o nuovi super analisti di investment banking o qualcuno dei premi Nobel che abbiamo incontrato tra ieri e oggi qui. Il nostro obiettivo però è che le persone riescano a compiere delle scelte consapevoli in termini di risparmio di investimento. Anche la scelta di non investire è una scelta, però deve essere una scelta consapevole, cioè sapere che c'è l'inflazione, che ci sono dei potenziali rendimenti associati a un rischio a cui si potrebbe arrivare senza particolare fatica o conoscenza. È un qualcosa che noi vogliamo fare. Poi chi vuole investire, chi vuole approfondire ha ovviamente i suoi spazi dove riuscire a capire effettivamente come regolare il portafoglio, quanto investire da una parte quanto dall'altra. Non possiamo fare ovviamente sollecitazione del risparmio quindi dire dove investire e fino a che punto investire, però quello che il problema a fare è dare consapevolezza di tutti gli scenari. Poi la scelta è giusta che la faccia chi ci chiede come partire. Il punto è un po' quello, mentre pensate alla domanda da porre, il punto poi alla fine è lo stesso, cioè che sia la prima cosa che devi fare o il rimedio al pasticcio combinato, il punto è che chi eroga informazione o formazione in termini di educazione finanziaria spesso viene scambiato per un consulente che ti deve dire ma che cosa devo fare? Cioè chiedere a qualcun altro e quindi delegare le decisioni e le scelte a qualcuno come fosse un professionista. Scambiare l'informazione, cioè chi eroga informazione, per chi eroga invece un'attività che è quella della consulenza finanziaria, che è riservata a soggetti abilitati, cioè gente che ha fatto un esame per poter fare. Non è che lo possono fare tutti i consulenti finanziari, ma non per questione di esclusione, ma perché per farlo devi avere una serie di competenze e professionalità. Ecco, questo errore capita anche sui primi gradini della scala? È quello che capita sempre, cioè le persone non hanno tanto l'approccio del devo formarmi, devo imparare, devo capire per farlo io, ma hanno l'approccio del di me che devo fare. Come si dice a Trento. Come si dice a Trento, esatto. La domanda su cui stiamo provando a lavorare è bellissimo il percorso, benissimi contenuti, benissime tutte le iniziative che facciamo, ma alla fine c'è il quindi che faccio. Il quindi che faccio però non possiamo farlo noi, perché il quindi che faccio sarebbe il diversifica, investi un pezzo qua, un pezzo là. Noi non possiamo farlo, non vogliamo farlo, perché appunto non abbiamo le competenze per farlo. Detto sempre Tretenti, tanto tu ormai, se qualcuno ha registrato penso che... Vediamo, poi controllo. Esatto. Detto Tretenti è anche pieno di consulenti finanziari che non hanno più palea idea, e magari tanti di noi lo saprebbero fare meglio dei consulenti finanziari che non hanno idea di cosa fanno, però noi non possiamo farlo, quindi questa è la grande differenza. Però ecco, l'idea poi di affidarsi a qualcuno competente e che realmente lo sa fare è sempre una delle direzioni che proviamo a dare. Anche lì, purché siano però delle direzioni consapevoli, perché mio nonno che ha 94 anni, ogni compleanno mi porta a se stratto conto e mi dice non ci ho capito niente, ma mi hanno investito bene o male, sto a fa' i soldi o no, è un qualcosa che posso aspettarmi da mio nonno di 94 anni, però il fatto che un 30enne che magari ha studiato anche economia e finanza, si deve affidare, deve affidare proprio risparmi a un consulente, senza avere più parea idea di cosa sta succedendo, ai propri soldi, no, questo è un qualcosa che non dovrebbe succedere e che faremo di tutto per non far accadere. Dopende? Inquisiti? Io ne avrei una... Vai, vai, vai, prima tu prima. Però io ne avrei una per voi dopo. Va bene. Ottimo. Prego, partiamo da lui. Innanzitutto grazie anche per Starting Finance, perché ad esempio io ho scelto il mio percorso di studi, anche grazie a Starting Finance, che mi ha fatto avvicinare al mondo dell'economia, e leggo anche il Sole 24, grazie a Starting Finance. Se non te non riescivi... No, se no, non lo leggevo. No, lo scherzo. Comunque volevo chiedere, quali sono i prossimi passi della community di Starting Finance? Perché comunque siete già abbastanza conosciuti, appunto nella generazione Z, da te e noi giovani, avete anche in mente di farvi conoscere anche appunto tra i lettori del Sole 24, che lui ha detto che sono appunto i vecchi, perché c'è anche lì bisogno... Te l'hai cercata, Marco. Eh, se l'hai cercata lui. C'è anche lì bisogno, secondo me, di educazione finanziaria, perché come noi giovani ne abbiamo bisogno, ci sono anche tante altre persone che appartengono a una fascia demografica diversa che ne hanno bisogno. Intanto grazie, giuro, non l'abbiamo andato noi. E... Controllo. No, intanto grazie. Premessa fuori dalla risposta, per noi quello che la tua storia, la tua esperienza, e davvero è così, vale tanto più di qualsiasi fatturato, numero della community. C'è un ragazzo che ha scelto il suo percorso e si è appassionato e ha iniziato a seguire Starting Finance. E da lì, già anche il suo 24 ore, è veramente un... un qualcosa che va oltre qualsiasi livello di soddisfazione che possiamo avere. Quindi, intanto veramente ci fa super piacere questo. Aggiungo che anche a noi fa piacere se arriva gente al suo 24 ore grazie all'interesse che suscita Starting Finance perché sicuramente è un fattore importante, così come altri soggetti che fanno divulgazione finanziaria sui social e più ce n'è, benvengano, insomma, non è un problema. Rispondo alla tua domanda ricollegandomi anche a questo perché in realtà è un fatto più che di età dove noi, sì, la prima parte te l'ho raccontata, Marco, che ci sentiamo un pochino il suo 24 ore giovani. È un tema di livello. Cioè, per noi, sì, sicuramente noi ci sappiamo rivolgere ai giovani, parliamo più ai giovani che a un pubblico adulto, anche se, tra l'altro, su YouTube il trend si sta un po' spostando verso un pubblico più adulto. Però il tema è che partiamo da un livello base che possiamo arrivare un pochino ad approfondire, ma a un certo punto ci fermiamo, però per un fatto anche di competenze, di anche volontà e scelta iniziale nostra del non fare tutto, no? E quindi questo prescinde anche un po' dall'età. E quindi riuscire a farlo anche su un pubblico più adulto per poi mandarli comunque al suo 24 ore, nonché al contrario dobbiamo sostituirli. Marco mi diceva, insomma, che hanno delle persone parano di fisco che hanno lavorato per 20 anni all'agenzia di entrate. A noi il ragazzo che parla di fisco è Filippo, che magari si sta improvvisando come esperto in quello. Legge, si informa, studia tantissimo, però ovviamente non ha 20 anni di esperienza né il settore, quindi riesce ad arrivare a un livello di approfondimento comunque diverso. Poi che siano dei contenuti anche per il pubblico giovane attrattivi, in alcuni casi per il pubblico giovane anche più attrattivi magari del giornalista, che è talmente bravo, che sta a un livello talmente alto, che spesso non riesce a farsi capire da chi all'inizio fa sì che noi diventiamo un abilitatore. Quindi a prescindere dall'età riusciamo anche a svilupparci su un pubblico più adulto. Questo tanto è vero che la chiave di lettura è la condivisione. Noi non abbiamo, o almeno, io sto spiegando a molti miei colleghi che non dobbiamo avere la pretesa di essere gli unici a sapere le cose e gli unici a raccontarle. Perché questo è l'approccio del giornalista. Io ho la notizia, la dico a tutti, però è mia la notizia. Io l'ho trovata, io, io, io. Il concetto di io e giornalista sono proprio così. La conoscenza è una cosa che più la dividi, più la condividi, più aumenta. Non è qualcosa che ti devi tenere in tasca. E quindi, soprattutto per quello che riguarda l'educazione finanziaria, questo è importante perché il caso di chi poi si appassiona ha una materia e ne fa studio, vita, professione, benissimo, benvenga. Ma il concetto di fondo è non è necessario poi iscriversi a economia e commercio. Assolutamente, anzi, educazione finanziaria è una cosa che serve soprattutto a chi fa altro nella vita, a chi vuole fare lo sportivo, l'avvocato, il commerciante, quant'altro. Perché è qualcosa che serve personalmente per essere adeguatamente attori economici in un contesto sociale in cui tu puoi fare tante cose diverse, ma devi sapere come funzionano quelle cose lì. E quelle cose lì hanno delle regole, hanno delle specificità che se le trascuri ti metti a rischio. È un problema. E quindi l'educazione finanziaria serve, ci tengo sempre a sottolinearlo un po' a tutti quelli che incontro, un molestatore, che serve a chi non ne sa. Cioè a chi ne ha meno di soldi, non a chi ne ha di più. Chi ne ha di più forse li ha fatti proprio perché ne sapeva qualcosa. Il problema è chi rischia di indebitarsi troppo con le finanziarie e che rischia di pagare interessi alti e di non arrivare a fine mese. Sono quelle le persone che hanno bisogno di educazione finanziaria. Quindi c'è una, diciamo, controintuitività nella identificazione della necessità. È chiaro che poi chi è laureato in economia e commercio può scegliere di affidarsi a un consulente, oppure no. Però può scegliere. Esatto. E ha la consapevolezza di cui parlavamo prima di riuscire a scegliere in maniera, sa come funziona quel mondo lì e quindi decide di fare quello. E chi magari fa fatica a mettere veramente il pranzo con la cena, è chi campa di, diciamo, sussidi oppure di lavoretti, che deve essere molto attento, deve ben sapere quelle conizioni base. Per questo la scuola dovrebbe essere importante. L'Italia è l'ultimo paese dell'Ox e a introdurre iniziative di educazione finanziaria a scuola. Adesso una legge lo impone. Siamo a poche ore all'anno, per cui proprio la dose è omeopatica, per cui molto poco. Però è un punto di partenza, speriamo andare avanti. Abbiamo ancora pochi minuti. Se avete delle domande, però, con piacere. Sì, poi io avevo una domanda per... Vai tu a noi. Vedo un pubblico abbastanza giovane. Se per alzare di mano, chi ha già investito? Ok, quindi... C'è non risparmiatori, è la gente che ha messo il denaro nel futuro. Mi sembra una buona fetta. Sì, una gran fetta. E in cosa? Sempre un pochino per alzare di mano, per curiosità. Cioè, che ad esempio, ecco, nel mercato azionario. E prima mi dicevano invece sul mondo delle criptovalute, perché ne parlavamo prima? Ok, ok. Qui, insomma, è un pubblico già molto avanti rispetto alle persone in cui tipicamente ci interfacciamo. Se sono venute qui, un minimo di attenzione. No, è chiaro che è indicato. E se posso chiedere sempre a voi, e poi, se abbiamo l'ultimo minutino... La dichiarazione di reddite non te la danno. No, quello no. Quanto investito? No. E cosa vi aspettereste di più da Start in Finance? Cioè, che tipo di tematiche vorreste vedere più affrontate sui nostri canali? Perché per noi, appunto, è un confronto sempre molto importante. Quelli di Start in Finance non possono rispondere. No. Vai. Guarda, scusi, un pochino me l'aspetto, perché il corso magari di qualche anno quella mia lezione di controllo ha fatto i corsi, dei master, ma mi verrà aspettare un pochino. Ok. Quasi finito. Così io ho rinunciato a un po' da poco. Ok, ok. Anche lui non lo abbiamo mandato, cioè il fatto che stiamo sviluppando una parte dei corsi di formazione, più sull'aspetto di gestione di... Per quello diciamo prima, di divisione, appunto, tra i risparmi di investimenti personali e la gestione, invece, di orientamento e formazione alla carriera, perché poi sono due mondi diversi. Oppure ti affidi a chi ti trova un punto di arrivo. O tutte e due, dai. Facciamo così. Cioè mi sta venendo in mente un'idea. Vediamo, vediamo. Vai. No. Non sono attori mandati da noi, giuro. No, scherzo. No, no, no. Credo che, secondo me la cosa importante a parte gli scherzi è che abbiamo iniziato soprattutto nell'ultimo periodo a collaborare, a fare cose insieme, abbiamo avuto Marco e anche l'amministratore legato del suo 24 ore da noi a Roma nel nostro evento la scorsa settimana. Il fatto che noi siamo oggi qui e abbiamo, insomma, una parte di contenuti, stiamo coprendo tanto su Start in Finance anche i contenuti che facciamo qui, credo sia la prima cosa, no? Il fatto già di non avere... Come ci è capitato in passato, non con il sole, ma con altre media tradizionali, di avere invece questa... No, no, noi siamo noi, siamo giornalisti, non ci mischiamo con voi, credo sia già un ottimo passavanti. Ora, sicuramente la prima cosa sarà portare avanti questa collaborazione, se ovviamente il desiderio è reciproco, poi, insomma, vediamo da qui a... Vediamo. Partiamo per avventure. L'importante, appunto, è mettere e lasciarsi alle spalle vecchi approcci e sinceramente, come dicevo prima, fare in modo che la condivisione delle conoscenze possa essere un fattore di crescita un po' per tutti. Uno, perché l'educazione finanziaria è un tema non commerciale, è un tema civile, cioè è una società più vulnerabile, in cui i singoli sono più vulnerabili, è tutta più debole. Se ci sono un po' più poveri, non è che i ricchi sono più contenti, cioè non è come una quantità indefinita, chiedo scusa, una quantità finita per cui chi ha di più e chi ha di meno. L'economia è qualcosa che si sviluppa e quindi, se riusciamo a fare in modo di ridurre la quantità, quindi, in modo di ridurre la povertà, è un fattore di crescita anche per chi ha redditi più alti. Questo è un concetto che in economia si studia, non tutti capiscono, neanche i ministri, pensa, che hanno detto, mandiamo in pensione delle persone, così entrano automaticamente nel mondo del lavoro i più giovani. Non funziona così. Però ci arriveremo a spiegarlo anche i ministri. Anche questo l'hai detto tu? Adesso proprio ci stanno per, esatto, per cacciare, dopo quello che ho detto. No, perché abbiamo finito, in realtà. Il nostro tempo a disposizione. Grazie Marco Scioli, grazie a tutti. Ciao! Ciao! Ciao! Ciao! Ciao! Ciao! Ciao! Ciao! Ciao! Ciao! Ciao! Ciao! Ciao! Ciao! Ciao! Ciao! Ciao! Ciao! Ciao! Ciao! Ciao! Ciao! Ciao! Ciao! Ciao! Ciao! Ciao! Ciao! Ciao! Ciao! Ciao! Ciao! Ciao! Ciao! Ciao! Ciao! Ciao! Ciao! Ciao! Ciao! Ciao! Ciao! Ciao! Ciao! Ciao! Ciao! Ciao! Ciao!
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