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Come misuriamo le disuguaglianze di genere? Come sono cambiate nel tempo? Cosa ancora dobbiamo conoscere sul fenomeno? Quali nuovi indicatori abbiamo a disposizione? Cosa sappiamo sull’efficacia delle politiche che provano a ridurre le disuguaglianze di genere, in particolare ai vertici?
buongiorno a tutti benvenuti a quest ultima giornata della decima edizione del festival dell'economia di trento e mi presento sono chiara tommasi sono ricercatrice presso il dipartimento di economia e management dell'università di trento oggi al piacere di introdurvi la la presentazione della professoressa casarico la professoressa casarico è docente di scienze le finanze presso di pilla bocconi è editorialista della voce è direttrice dell'area tassazione è stato sociale del centro di ricerca donde enne che ha un centro di ricerca che si occupa di dinamiche sociali e politiche pubbliche ma soprattutto è una delle principali esperte e studiose in italia e non solo di economia di genere che è quella branca dell'economia che si occupa di di tutti gli argomenti di tutte le problematiche legate appunto alle questioni di genere insieme a diverse ha scritto diversi ha pubblicato diversi articoli sull'argomento e nel 2010 ha scritto un libro insieme alla collega paola profeta dal titolo donne in attesa donna in attesa di che cosa donna in attesa non solo di bambini uno dei problemi principali dei nodi cruciali della situazione delle donne in italia e quello della scarsa fertilità e fecondità e il madonna in attesa anche di spazi d'occupazione di di sbocchi professionali di incarichi di potere decisionale all'interno dell'impresa della della politica della società e della e della scienza perché le donne devono rimanere in attesa sono scelte delle donne oggi sono fattori economici e sociali che in qualche modo determinano questa marcata differenza di genere tra uomo e donna e quali sono gli interventi e le politiche che devono e possono essere adottate per sbloccare questa attese per incentivare la partecipazione della donna al mercato del lavoro credo che sia un tema particolarmente sensibile anche alla luce del recente riforma del diritto del lavoro di javafx che introduce alcuni del alcune misure per diciamo appunto diminuire o sbloccare questa attesa o per agevolare la partecipazione femminile al mercato del lavoro un dato prima di lasciare la parola la professoressa casarico che sicuramente verrà ripreso anche nel corso della sua presentazione in italia il tasso di partecipazione femminile al mercato del lavoro e del 51 per cento che è ben al di sotto della media europea che se non sbaglio attorno al 65 per cento nei paesi del nord europa addirittura sopra 70 per cento in italia questo 50 per cento in realtà ci sono molte differenze tra nord e sud italia nel sud italia meno alcun alcune regioni del sud italia questa tasso di partecipazione è inferiore al 30 per cento l'italia è terra e terzultima un fanalino di coda tra i paesi ocse seguita solo se non sbaglio da turchia e messico ma non è soltanto un problema di partecipazione della donna al mercato del lavoro è anche un problema di retribuzione le statistiche ci dicono che a parità di impiego le donne guadagnano meno degli uomini e che le donne tendono a occupare posti di lavoro che sono mediamente appunto remunerati meno di quelle delle donne quindi con queste statistiche che non sono del tutto rincuoranti lascio la parola la professoressa casarico nella speranza che ci dia qualche dato in più che riesca in qualche modo ci indichi che la situazione ci sia qualche inversione di tendenza grazie milano buongiorno a tutti grazie chiara per questa introduzione io se non dispiace mi alzo e vengo davanti mi sembra che siamo un gruppo non numerosissimo per cui mi piacerebbe anche che ci fosse un po di interazione tra quello che vi racconto e quelle che sono le vostre domande i vostri interessi allora il termine del genere è una parola chiave questo è il primo punto che vorrei discutere sottolineando il fatto che il tema genera è molto ampio può essere affrontato da parte di discipline diverse quindi come diceva chiara prima io sono un economista quindi lo vedrò in particolare dall ottica dell'economia il tema è amplissimo riguarda il mercato del lavoro riguarda la famiglia riguarda il tema della fecondità riguarda la politica quindi necessariamente ho fatto delle scelte sui temi di cui voglio parlare sono delle scelte personali ma spero che vi aiuti non può inquadrare quali sono i temi rilevanti quando si parla di genere cosa vorrei fare oggi con voi allora come vi ho detto innanzitutto darvi alcune informazioni sul perché a mio modo di vedere genere debba essere una parola chiave e poi volevo darvi alcune informazioni alcuni dati sui differenziali di genere soffermandomi mark maniera particolare sul tema economia e sul tema politica perché perché come vedremo il tema mercato del lavoro il tema economia e politica la partecipazione delle donne alle istituzioni sono i due diciamo snodi cruciali quelli in cui le differenze di genere sono maggiormente evidenti una volta che avremo diciamo un po messo a fuoco la scena sul tema del differenziale di genere vorrei raccontarvi della ricerca più recente che sto conducendo con altri colleghi su due aspetti quindi riprendo la divisione economia e politica in ambito del tema economico vorrei parlarvi un po del legame che c'è tra top incomes di cui sicuramente avete sentito parlare abbondantemente in questi giorni all'interno del festival questi dati sui redditi della coda alta della distribuzione sono dati fiscali sono stati utilizzati per descrivere quali è stata la riduzione della disuguaglianza a partire da tempi molto diciamo antichi quello che provo a fare oggi e raccontarvi anche come questi dati possano essere utilizzati per avere informazioni in più sulla disuguaglianza di genere quindi questo sarà un tema su cui mi soffermerò durante l'incontro di oggi l'altro tema è quello della politica e qui vorrei cercare di vedere dal momento che sappiamo che le donne partecipano poco alle istituzioni ci sono poche donne sindaco poche donne parlamentari non solo in italia è un dato che condividiamo con altri paesi vorrei cercare di mostrarvi dell'evidenza legata all'adozione di alcune politiche che possono promuovere la partecipazione delle donne alla politica è cercare di capire che tipi di effetti possono generare quindi questo è un po il programma diciamo per la presentazione di oggi quindi cominciamo dal discutere se genere sia una parola chiave qui con l'aiuto di annalisa frigo che nel seduta in seconda fila abbiamo provato a raccogliere un po di copertine di documenti di rapporti che negli ultimi due anni si sono occupati del tema genere quindi per avere un po in maniera impressionistica l'idea di perché il tema genere può essere importante si sono moltiplicate le attenzioni e gli interessi da parte di organismi internazionali ma anche di imprese società di consulenza governi nei confronti del tema della uguaglianza di genere ci interessiamo del legame che esiste tra uguaglianza di genere e sviluppo di quale sia la posizione della uguaglianza di genere nell'ambito dell'istruzione nell'ambito dell'educazione guardiamo al lato delle imprese e cerchiamo di capire perché women matter cioè perché le donne all'interno delle imprese potrebbero riuscire dicevamo a dare quel quid che ancora manca per promuovere uno sviluppo più compiuto e utilizzo pieno delle competenze di tutti e ricordiamoci che siamo a venti anni dalla piattaforma di pechino che aveva stabilito una serie di obiettivi per il conseguimento dell'uguaglianza ma in maniera più diciamo sostanziale perché credo che genere sia una parola chiave se è importante guardare ai fenomeni economici ai fenomeni sociali anche a quelli politici con un'ottica di genere in cui andiamo a capire quali sono i diversi ruoli le diverse opportunità che hanno uomini e donne se facciamo qualche passo indietro credo che una delle motivazioni principali per cui si promuoveva l'interesse nell uguaglianza di genere inizialmente fosse quello fosse un tema di equità fosse un tema di giustizia le donne rappresentano la metà della popolazione è giusto che abbiano pari diritti e pari opportunità in tempi più recenti al tema dell'equità si è affiancato il tema della crescita ossia il fatto di promuovere una riduzione della disuguaglianza una promozione delle pari opportunità non ha solo delle implicazioni in termini di maggiore equità ma è un tema di efficienza ossia è un tema che ci consente di crescere di più avrete sicuramente sentito parlare del termine wii manomix e diciamola la chiave il l'etichetta che si utilizza per fare riferimento al contributo che le donne possono dare alla crescita economica credo che negli ultimi anni in realtà ci sia stato un ulteriore sviluppo all'interno della letteratura quello che ho chiamato dall'equità alla crescita il ritorno ritorno non per dire che abbiamo fatto un passo indietro ma perché nella discussione della disuguaglianza di genere si sono recuperati i temi distributivi questo secondo me è un po una diciamo una conseguenza uno una implicazione del cambiamento anche all'interno della teoria economica in generale dell'enfasi non ci interessiamo più solo di crescita ma vogliamo anche a vedere chi beneficia della crescita e quindi quali sono gli aspetti distributivi legati alla crescita o alla mancata crescita e quindi il tema della discussione sulle disuguaglianze di genere si è arricchito di un ulteriore aspetto come le disuguaglianze di genere possono influenzare la disuguaglianza complessiva e quindi come ad esempio una maggiore partecipazione delle donne al mercato del lavoro possa essere un l'evento tramite cui noi riduciamo la disuguaglianza nel suo complesso solo un paio di settimane fa era il 20 di maggio noi sì di ha pubblicato un rapporto sulle disuguaglianze in it together wireless inequality beneficio c'è un capitolo specificatamente diciamo dedicato alla discussione delle disuguaglianze di genere si sottolinea come sia ancora un tema di ricerca importante poco esplorato quello del legame tra disuguaglianza di genere e disuguaglianza complessiva e le prime analisi che vengono fatte vengono offerte dall ocse vanno nella direzione di dire che una maggiore partecipazione femminile abbia garantito ai paesi in media una minore disuguaglianza nei redditi familiari quindi credo che sia importante tenere insieme questi aspetti l'aspetto della maggiore crescita che potrebbe essere garantita da una maggiore partecipazione femminile al mercato del lavoro ma anche le implicazioni di carattere distributivo che questa maggiore partecipazione può generare allora volevo come vi dicevo darvi alcuni dati di insieme come punto di partenza per poi affrontare dei temi più specifici quando andiamo a misurare i differenziali di genere ci sono diversi contesti in cui questo può essere fatto quello tipico è il mercato del lavoro in cui andiamo a vedere ad esempio quali sono le differenze del tasso di occupazione le differenze nel tasso di remunerazione le diverse opportunità che uomini e donne hanno di progredire nella loro carriera come chiara richiamava prima un altro aspetto è quello legato all'istruzione andiamo a vedere quali sono le opportunità educative sia per ragazzi che per ragazze il contesto della salute qual è la probabilità di vivere in salute per uomini e per donne e da ultimo l'ambito della politica ossia quanto le donne partecipano alle istituzioni politiche equa dei dati che vengono spesso richiamati sono quelli del global gender gap index del word economic forum in base al quale l'italia non ha una posizione particolarmente virtuosa siamo al 69esimo posto leggermente in salita rispetto all'anno scorso ma in termini di opportunità economiche siamo al 100 quattordicesimo posto quindi il guardare alle disuguaglianze nel mercato del lavoro vuol dire andare ad individuare uno delle diciamo dai contesti privilegiati per così dire per capire che cosa succede alla disuguaglianza di genere l'altro aspetto è quello della politica qui lo potete vedere rappresentato con questa immagine immaginate che ci sia perfetta uguaglianza di opportunità tra uomini e donne in questi contesti questo rombo blu avrebbe avrebbe il vertice a 1 quello che vediamo e che in ambito di istruzione in ambito di salute per il mondo nel suo complesso non siamo tanto lontani dall'uguaglianza dell'eliminazione delle disuguaglianze di genere mentre siamo molto lontani quando si guarda la politica e quando si guarda alla economia uno sguardo più specifico sull'italia qui andiamo a vedere l'italia confrontata con il gruppo di paesi che hanno livelli di reddito simile a quello che notiamo è che l'italia rispetto ai paesi confrontabili con lei dal punto di vista del reddito fa un po meglio in termini di disuguaglianze di genere nell'ambito della politica fa decisamente peggio in termini di disuguaglianze di genere nell'ambito economico quindi questi sono un po i due contesti su cui mi soffermerò per il resto della presentazione in particolare cominciando dall ambito economico questi sono alcuni dei dati che venivano richiamati prima nell'introduzione chiara parlava dei tassi di partecipazione poi vi riporto i dati relativi ai tassi di occupazione quindi nel 2014 il tasso di occupazione femminile nella corte di età 15 64 anni era poco al di sotto del 47 per cento per confronto il tasso di occupazione maschile il circa 65 per cento questo tasso di occupazione è cresciuto negli ultimi diciamo 15 anni nel 2000 era poco sotto il 40 per cento ma una crescita relativamente lenta che si è fermata in particolare nel 2009 10 e 13 in relazione anche agli effetti della crisi all'interno dell'europa peggio di noi fanno solo malta e negli ultimi anni anche la grecia e altro elemento importante è la forte eterogeneità che c'è all'interno del territorio italiano in termini di tassi di occupazione quindi al nord il tasso di occupazione circa pari al 57 per cento ma crolla se ci spostiamo al sud e alle isole dove non supera il 30 per cento è un altro elemento che volevo sottolineare riguarda come questi tassi di occupazione si comportano a seconda delle corti su cui ci soffermiamo perché l'idea potrebbe essere che il fatto che il tasso di occupazione femminile non sia particolarmente elevato è dovuto al fatto che le donne nelle corti più anziane partecipano poco al mercato del lavoro in realtà se voi andate a vedere quello che notiamo è che questi differenziali di genere nel tasso di occupazione sono significativi sono notevole diciamo per tutte le corti di età è vero che le donne partecipano di più al mercato del lavoro nelle corti tra i 25 ei 54 anni ma anche agli uomini partecipano di più al mercato del lavoro quindi in qualche modo la bassa partecipazione femminile al mercato del lavoro non è confinata in un unico gruppo di età ma è diciamo presente su tutte le corti su tutte le corti di età cosa è successo nel tempo qua proviamo a guardare ai differenziali di genere quindi la differenza tra il tasso di occupazione maschile e il tasso di occupazione femminile in un orizzonte di circa 10 anni dal 2004 al 2015 e quello che notiamo è che effettivamente il differenziale di genere sul mercato del lavoro è sceso quindi le differenze sono si sono ridotte quindi la partecipazione femminile nell'ultimo periodo si è stabilizzata ma non è solo una questione di in particolare per l'ultimo periodo di maggiore partecipazione femminile al mercato del lavoro ma è anche legato al fatto che gli uomini sono stati colpiti in termini di riduzione dei tassi di occupazione dalla crisi molto di più di quanto sia successo alle donne quindi questa riduzione del differenziale non ha solo l'aspetto diciamo virtuoso della maggiore partecipazione delle donne al mercato del lavoro ma anche un aspetto legato al fatto che gli uomini sono stati maggiormente colpiti dalla crisi e quindi i loro tassi di occupazione si sono ridotti di più qua vedete lo stesso grafico che vi ho mostrato prima per più paesi l'italia è la vedete qua in alto quindi tra i paesi qua rappresentati ho preso italia germania francia regno unito spagna stati uniti svezia e norvegia vedete che l'italia è il paese in cui i differenziali occupazionali di genere sono più significativi sono più alti confrontati con gli altri paesi qui rappresentati e vero che sono diminuiti significativamente nel tempo ok stessa cosa la vedete per la spagna per gli altri paesi che sono comunque con livelli di differenziali molto più contenuti in questi ultimi dieci anni i cambiamenti sono stati molto meno sensibili e tenete presente che ciò che è successo all italia ossia la riduzione più significativa nel periodo della crisi dei tassi di occupazione maschile è condivisa anche con la spagna quindi la riduzione in questi differenziali di genere anche in spagna è prevalentemente determinata nell'ultimo periodo da una riduzione dell'occupazione maschile maggiore rispetto a quanto non accada per l'occupazione femminile poi c'è un altro tema che è quello legato alla qualità del lavoro e molto spesso si utilizzano per esempio le percentuali di donne con lavori a tempo determinato per cercare di capire qual è la qualità se volete un possibile indicatore di qualità del lavoro delle delle donne l'italia è qua la percentuale di donne con lavori a tempo determinato è circa pari al 15 per cento è superiore alla percentuale di uomini che hanno lavori a tempo determinato e qui vedete invece la i dati relativi al lavoro part time il lavoro part time è stato spesso considerato come un elemento di un'opportunità se volete per le donne di conciliare lavoro e famiglia in realtà diciamo l'italia è in questo caso poco sotto della media dell'unione europea a 27 in termini di percentuale di donne che lavorano part time sul totale delle occupate l'olanda è il paese che maggiormente ricorre a questo tipo di modalità di partecipazione al mercato del lavoro però settimana scorsa una decina di giorni fa quando l'istat ha pubblicato il suo rapporto annuale c'è anche detto che il part time femminile in italia è quello in cui domina diciamo la involontarietà della scelta quindi che cosa vuol dire andate a vedere la componente il blu di indica qual è il part time involontario quindi quello che viene scelto la parte in giallo è la parte relativa al part time involontario quindi immaginate le preferenze di qualcuno che vorrebbe lavorare a tempo pieno ma non è non può farlo perché ad esempio l'impresa non offre una possibilità di scusate dell'impresa non non ha posti diciamo a tempo pieno e se andate a vedere l'italia è qua è il paese in cui la componente di part time involontario è la più elevata forse più o meno con diciamo la stessa cosa condivisa con la spagna rispetto a tutti gli altri paesi che rappresentiamo in questo grafico quindi qui c'è anche un'idea di ripensare al ruolo del part time perché probabilmente ha parzialmente cambiato la sua natura rispetto al passato un ulteriore elemento di conoscenza sempre per diciamo avere una quadro di riferimento per poi entrare più nel dettaglio andiamo a vedere come si comportano i tassi di occupazione femminile per livello di istruzione e quello che notiamo è che l'istruzione è un motore diciamo un elemento molto potente per aumentare la partecipazione femminile al mercato del lavoro quindi le donne che hanno istruzione terziaria quindi ad esempio una laurea hanno tassi di partecipazione che sono decisamente più elevati rispetto a quelli di donne con educazione secondaria superiore e ancora di più chiaramente con rispetto alle donne che hanno educazione primaria secondaria inferiore queste differenze sono significative permangono nel tempo e quindi effettivamente una maggiore istruzione sembra riuscire a garantire dei livelli occupazionali maggiori questo non è una diciamo caratteristica tipica del nostro paese ma lo osserviamo anche guardando ai paesi europei qua rappresentiamo i dati relativi alla media europea sono cambiati i colori ma qua in alto avete sempre la il tasso di occupazione femminile per le donne dal 1998 al 2014 che abbiano un titolo di istruzione terziaria quelli in grigio scendiamo educazione secondaria superiore quello in blu il totale è sotto avete ancora l'educazione primaria e secondaria inferiore e quello che dovreste notare che l'ordinamento lo stesso sia per l'italia che per la media dei paesi europei però il livello la posizione diciamo di questa curva è diversa rispetto a quella che abbiamo visto per l'italia il tasso di partecipazione femminile delle donne il tasso di occupazione femminile per le donne con bassi livelli di istruzione attorno al 40 per cento nella media dei paesi europei si è tornati indietro e andate a rivedere lo stesso tipo di dato vedete che siamo sotto il 30 per cento quindi ci sono circa 10 punti percentuali di differenza nei tassi di occupazione delle donne con bassi livelli di istruzione ciò è vero che le donne stanno investendo in maniera più significativa nell'istruzione nel negli ultimi anni tanto è vero che nell'ambito dell'istruzione si parla quasi dell'inversione del differenziale di genere perché il tasso di laureati è più elevato rispetto a quello dei laureati e anche l'italia non si sottrae a questo tipo di andamento quindi la percentuale di laureati è più elevata rispetto alla percentuale di laureati lo vediamo qua rimane il tema legato al fatto che comunque all'interno del nostro paese se ci confrontiamo con altri paesi europei la percentuale di laureati comunque relativamente contenuta quindi c'è un tema di incremento nel capitale umano del nostro paese sia per gli uomini sia per le donne che rimane significativo allora come vi dicevo importanti istruirsi per partecipare al mercato del lavoro ma rimane il fatto che anche molte laureate non partecipino al mercato del lavoro per cui ad esempio il tasso di occupazione delle laureate è in italia circa pari al 74 per cento la media ocse è il 79 per cento come si come ricordava chiara prima guadagnano mediamente meno degli uomini e poche raggiungono i vertici guadagnano meno degli uomini in realtà se guardiamo ai dati sul differenziale salariale quindi immaginate di avere un lavoratore uomo lavoratrice donna vuol dire che mediamente gli uomini guadagnano il 55 per cento in più delle donne non sembra un numero diciamo particolarmente preoccupanti per così dire se lo andiamo a confrontare con gli altri paesi europei in effetti l'italia sembra essere uno dei paesi in cui questo differenziale salariale di genere è più contenuto ma qua ci insegnano per esempio claudio livetti e barbara petrongolo che che uno delle una delle cause diciamo di questo basso differenziale salariale di genere è da ricondursi alla bassa partecipazione femminile al mercato del lavoro cosa vuol dire c'è una correlazione c'è un legame tra quello che noi osserviamo in termini di salari e quello che noi osserviamo in termini di partecipazione se come vi ho mostrato prima le donne con bassi livelli di istruzione partecipano poco al mercato del lavoro quando noi andiamo a calcolare i salari medi degli uomini e i salari medi delle donne cosa accade per quanto riguarda gli uomini tutta la distribuzione possibile dei salari e presente perché è perché uomini con bassi livelli di istruzione uomini con alti livelli di istruzione partecipano al mercato del lavoro quando andiamo a vedere le donne come se la coda bassa della distribuzione dei salari noi non la osserviamo perché non lo osserviamo perché le donne non partecipano quindi quando andiamo a calcolare le diciamo le differenze sostanzialmente queste sono più contenute rispetto a quelle che osserviamo in altri paesi in cui le donne anche con bassi livelli di istruzione partecipano al mercato del lavoro cosa è successo ai differenziali di genere sul salario nel tempo fa vi ho scelto alcuni paesi dell'ocse selezionati e quello che notiamo è che per la maggior parte di questi paesi tra il 1970 inizio degli anni ottanta e il 2010 per quasi tutti il differenziale salariale di genere forse con l'eccezione della svezia per la quale prima è aumentato e poi scese la francia che è rimasto sostanzialmente costante il differenziale salariale di genere si è ridotto per l'italia abbiamo un pattern un comportamento particolare perché abbiamo una discesa significativa ma nell'ultimo periodo sembra mostrarsi nuovamente un incremento in questi differenziali questi differenziali salariali di genere non ci sono solo i salari ma per esempio uomini e donne possono avere anche del lavoro autonomo e quindi redditi da lavoro autonomo e qui quello che vedete è che allora in generale i differenziali differenziali salariali ma di remunerazione tra uomini e donne nel lavoro autonomo sono più significativi rispetto a quelli che abbiamo visto prima per i salari questo è il nostro paese e oltre ad essere più elevati rispetto a quanto vediamo altrove rispetto a quanto vediamo nel lavoro dipendente sono anche cresciuti nel tempo questo diciamo quadratino vida il dato del 2006 e lì la barra dell'integra ma vi dice il valore per il 2011 quindi negli ultimi anni i differenziali di remunerazione tra uomini e donne nel lavoro autonomo sono aumentati allora da qui volevo raccontarvi un po quello che della ricerca che stiamo svolgendo in questi mesi abbiamo cominciato in realtà lo scorso anno un lavoro molto lungo in cui proviamo a studiare questo tema dei differenziali guardando non solo ai salari ma guardando al reddito nel suo complesso e in particolare utilizzando questi dati che sono i dati sui top in casa molti di voi probabilmente sono stati alla presentazione di ip che ti del quale di un paio di giorni fa quindi i dati sui top incomes sono quelli che sono stati raccolti all'interno di questo database che si chiama world top in camp database ma in quel database non c'è nessun tipo di informazione è una cosa che non è ancora stata studiata legata al genere quindi insieme a tony atkinson che probabilmente avete anche lui conosciuto nei giorni scorsi e sarà voi cioschi che è una ricercatrice dell'università di melbourne abbiamo cominciato a raccogliere queste informazioni sui topi incomes con un'attenzione particolare all'aspetto di genere e quello che vorremmo provare a fare che stiamo cercando di fare è proporre un'analisi tra paesi e quindi cross country della evoluzione della presenza di donne al top della distribuzione del del reddito quante donne ci sono come è cambiata nel tempo la presenza femminile nella coda alta della distribuzione e per fare questo come vi dicevo cambiamo un po prospettiva non ci interessa solo guardare ai salari quindi a ciò che noi prendiamo dalla partecipazione al mercato del lavoro ma vogliamo concentrarci sui redditi complessivi se guardiamo il reddito complessivo nel reddito complessivo non c'è solo l'informazione sul salario ma c'è un'informazione su tutte le possibili fonti di reddito degli individui quindi per esempio i redditi che derivano da lavoro autonomo ma in particolare anche ad esempio i redditi che derivano dal capitale ok e quindi l'idea è di capire qual è il contributo che i redditi di lavoro autonomo o i redditi di capitale possono dare alla dinamica della disuguaglianza di genere nel corso del tempo quindi se volete questo è una proposta di una misura aggiuntiva sulla disuguaglianza di genere basata sui redditi tutta sui redditi totali ed è la prima volta che i dati fiscali relativi ai top incomes vengono utilizzati in una prospettiva di una prospettiva di genere quindi questo è un po l'elemento nuovo che che volevo introdurre faccio una pausa ok vi ho cercato di dare fino ad ora un quadro su quali sono gli aspetti più significativi delle disuguaglianze di genere guardando ai dati una volta che abbiamo questo quadro in realtà le domande che possiamo porci sono diverse la prima domanda è perché ci sono queste differenze di genere ok la seconda domanda è dobbiamo fare qualcosa per ridurre queste disuguaglianze di genere la terza cosa è conosciamo tutto di queste disuguaglianze di genere allora diciamo che scegliere una di queste tre strade implica dedicare il resto della presentazione a quel tema quindi il tema di che cosa determina i differenziali di genere è molto rilevante ma non riesco a diciamo analizzarlo qua la stessa cosa è legata a quali sono le politiche significative ricordiamoci che il primo che ha cominciato ad occuparsi di disuguaglianze di genere è stato gary becker ha ancora 60 e diciamo la teoria di becker sur la presenza di differenziali di genere è la seguente uomini e donne hanno vantaggi comparati in alcuni tipi di attività quindi negli anni 60 gli uomini avevano vantaggio un vantaggio comparato data alla loro diciamo forza fisica nel lavoro sul mercato le donne avevano un vantaggio comparato nel lavoro domestico legato sostanzialmente al fatto che sono le donne che diciamo partoriscono i bimbi e di conseguenza questo vantaggio comparato porta alla quella che viene chiamata dagli economisti la specializzazione completa cioè efficiente che le donne si occupino del tema del lavoro domestico ed è efficiente che gli uomini si occupino del lavoro sul mercato quindi in un'ottica di questo tipo non è necessario alcun tipo di intervento da parte della politica economica perché questo è un equilibrio efficiente ok da lì poi ci si è mossi e si è cercato di capire se questo fosse effettivamente un equilibrio efficiente se il tema dei vantaggi comparati sul mercato del lavoro o sul lavoro domestico fosse ancora significativo dal momento che si è sviluppato il settore dei servizi dal momento che la salute della donna nel nei dintorni della della nascita dei bambini e migliorate in maniera significativa quindi vorrei solo diciamo farvi capire una volta che abbiamo dato il quadro sulle disuguaglianze di genere come il discorso si può sviluppare poi non riesco a svilupparlo qui però tenete a mente che la letteratura si occupa sia nello spiegare perché i differenziali ci sono sia dello discutere quali possono essere le politiche per cercare di correggerli sia in questo caso è quello di cui vi parlo io possiamo sapere qualcos'altro sulle disuguaglianze di genere perché sapere qualcosa di più ci può anche in un secondo momento consentire di individuare ulteriori politiche ulteriori modi per correggere lo lo status quo allora solo una premessa questi dati sui top income solo dati fiscali cosa vuol dire sono dati che vengono dalla dichiarazione dei redditi e quello che a noi interessa è capire quali sono i redditi degli uomini quali sono i redditi delle donne quindi qui c'è un problema che abbiamo definito un problema di selezione perché perché questo tipo di analisi può essere condotta unicamente per quei paesi che adottano una tassazione individuale ossia quei paesi in cui noi possiamo attribuire un reddito all'uomo è un reddito alla donna quindi i paesi in cui si adotta una tassazione familiare in cui si procede al cumulo dei redditi questo tipo di analisi non può essere fatta perché noi non abbiamo un'informazione su quale sia il reddito degli uomini e quale sia il reddito delle donne questo in parte può spiegare perché nella letteratura sui top incomes che si è sviluppata tanto a partire appunto dei contributi di picchetti ma anche di atkinson sites altri co autori il tema del genere non c'è si sono prevalentemente concentrati su francia e stati uniti francia e stati uniti sono due paesi in cui c'è una tassazione congiunta c'è la tassazione familiare quindi dai dati fiscali non è possibile ricostruire quale sia il reddito degli uomini quali sia il reddito delle donne quindi i paesi di cui noi possiamo dire qualche cosa in termini di top incomes disuguaglianza di genere sono unicamente quelli in cui si adotta una tassazione individuale l'altro tema è che comunque non è così facile diciamo stabilire come le normative fiscali vadano ad attribuire i redditi all'interno della coppia quindi ci sono delle possibilità di dei margini di scelta dei margini di discrezionalità e quindi dobbiamo tenerne conto quando andiamo vuoi valutare questi dati è anche all'interno della famiglia possiamo pensare che ci siano delle decisioni se sia più o meno conveniente dal punto di vista dell'onere fiscale che dobbiamo sostenere attribuire un determinato reddito all'uomo oppure attribuire un determinato reddito alla donna questo pensate per esempio potrebbe accadere per i redditi di capitale e potrebbe accadere per i redditi di lavoro autonomo autonomo meno per i redditi di lavoro niente dove diciamo la titolarità del reddito è più chiara un altro punto che può essere interessante è che è entrato nel dibattito di recente è legato al fatto di qual è se c'è un gender gap nella propensione ad evadere o eludere allora stiamo utilizzando i dati fiscali per cercare di capire qual è il regno degli uomini qual è il re delle donne per capire come si è evoluta la presenza di uomini e donne al top della distribuzione allora c'è un tema di capire se e uomini o donne hanno un diverso comportamento in termini di dichiarazione dei redditi per così dire e qui abbiamo un po di evidenza che viene da contesti diversi ci sono diciamo quelli che vengono chiamati field experiment quindi l'economia fatta sul campo per esempio che la vena e altri co autori facendo un esperimento sulla danimarca mostrano come essere donna sia associato negativamente con la probabilità di evadere le imposte quindi tendenzialmente le donne sono meno evasore rispetto a quanto non lo siano gli uomini un'altra fonte di informazione viene da delle serve e dove andiamo a cercare di capire quali sono gli attitudini di uomini e donne nei confronti della disponibilità ad accettare le regole e differenze di genere nell'attitudine nei confronti dell'evasione fiscale e quello che vediamo e che effettivamente sembra ci siano queste differenze le donne sono diciamo più compliance rispetto agli uomini ma sembra che queste differenze non siano cambiate nel tempo per cui sostanzialmente quando noi andiamo a tracciare cosa è successo ha generato pink ams del tempo questo elemento non dovrebbe influenzare i percorsi che noi che noi vediamo e se anche l'influenza se dovrebbero andare questa influenza dovrebbe andare nella direzione di ridurre la presenza femminile scusate ridurre i differenziali di genere al top perché perché immaginate che uomini e donne guadagnino lo stesso reddito ma che le donne in questo caso non ci sarebbe alcuna differenza di genere immaginate invece una situazione in cui gli uomini guadagnano di più delle donne ma tendano a dichiarare allora in questo caso io vedrei delle differenze più piccole rispetto a quelle reali ok quindi se io ancora trovo delle differenze posso pensare che le differenze che individuo siano una quello che gli economisti chiamano un lower bound delle differenze delle differenze vere ecco questo è quello che vedete l'italia è uno dei paesi che a tassazione su base individuale è uno dei paesi per cui i dati li abbiamo avuti non più di un mese fa quindi stiamo ancora diciamo lavorando su questi dati e abbiamo dati che vanno dal 1999 fino al 2012 come dobbiamo leggere questi dati allora sostanzialmente qui in alto vedete qual è la percentuale di donne la quota di donne che sta nella top 10 per cento quindi immaginate la distribuzione del reddito andate a vedere chi c'è nel 10 per cento più alto della distribuzione quanti sono uomini quanti sono donne questa è la domanda che ci stiamo ponendo e come questa percentuale si è modificata nel tempo quello che vedete che alla fine della gli anni novanta il fatto 100 il numero di individui che stanno nel top 10 per cento di questi il 25 25 erano donne 75 erano uomini ok e se andate avanti sostanzialmente quello che vedete che c'è pochissima dinamica negli ultimi 13 14 anni c'è stato un leggero aumento qua siamo andati dal 25 al 28 per cento per poi scendere nuovamente quindi qui parlare di riduzione delle disuguaglianze non è particolarmente facile nel senso che allora innanzitutto quello che vedete che il numero di donne nel top 10 per cento e piu alto rispetto a quello che vedete nel top 5 nel topo 1 e via scendendo ok cosa vuol dire che più ci spostiamo in alto nella distribuzione del reddito meno donne vediamo ok quindi questo è quello che diciamo cogliete dalla posizione di queste curve più andiamo sui percentili alti di reddito meno donne ci sono e si è andati invece a vedere la dinamica nel tempo quello che notate che sostanzialmente di dinamica ce n'è poca allora voglio provare a mostrarvi altri due paesi questi sono i dati relativi al regno unito che abbiamo avuto per più tempo e quindi siamo riusciti a farci qualcosa in più equa vedete che all'inizio del periodo qua siamo nel 1995 la percentuale di donne nel top 10 per cento in realtà un po più bassa rispetto a quella che osserviamo nel nostro paese però poi la dinamica è molto più sostenuta e quindi arriviamo alla fine del periodo poco sotto il 30 per cento che cosa possiamo considerare guardando al grafico per il regno unito che sostanzialmente la presenza femminile sembra aumentare nei percentili alti ma nei percentili altri questo aumento lo osservate solo tra quelli più bassi provo a dirlo in un altro modo guardate ai percentili più elevati dall 1 per cento in su l'un per cento più ricco della popolazione lo 0 5 per cento più ricco della popolazione e così via quasi dinamica ne vedete molta poca quindi cosa vuol dire che le donne sono riuscite a entrare un po di più nella parte alta della distribuzione ma non nei percentili più elevati e quello che può essere sorprendente quanto meno a noi è sembrato sorprendente all'inizio è che se prendiamo per esempio un paese come la danimarca un paese scandinavo dove pensiamo che probabilmente le opportunità per le donne siano maggiori rispetto a quelle che ci sono da noi in italia ma anche nel regno unito perché tipicamente i paesi anglosassoni in particolare con riferimento ai differenziali salariali sono quelli che diciamo paesi che mostrano i differenziali maggiori in realtà il comportamento che vediamo in danimarca è praticamente identico a quello che vediamo per il regno unito la presenza femminile è parzialmente aumentata nel top ten e nel top five ma non nei percentili più elevati quindi questo che cosa ci sta dicendo ci dice che due paesi così diversi come il regno unito e in questo caso sto prendendo la danimarca così diversi in termini di disuguaglianza nel suo complesso la danimarca è certamente un paese più uguale in termini di redditi di quanto non lo sia il regno unito quando andiamo a studiare questa disuguaglianza in un'ottica di genere vediamo che il comportamento è molto simile quindi questo ci svela diciamo delle caratteristiche legate alla disuguali di genere che diciamo noi non conoscevamo prima di aver condotto questa analisi è che ci interrogano su come sia possibile che paesi così diversi quando si va a vedere la dimensione del genere alla fine almeno quando studiamo i redditi si comportino sostanzialmente nello stesso nello stesso modo e altro dato che volevo mostrarvi quello della norvegia qua quello che notate che le curve sono molto più complesse sono molto più vicini uno all'altro questo vuol dire che non è così diversa la percentuale di donne che stanno nel percentile top 10 nel top 5 e così via ma se considerate la posizione quello che vedete che le donne nei percentili più alti in particolare in questo caso 10 e 5 sono molto più basse rispetto a quelle che abbiamo visto in italia che abbiamo visto in danimarca che abbiamo visto nel regno unito quindi questo diciamo è lavoro in corso volevo cominciare a farvi vedere alcuni dati sottolineando l'importanza di guardare anche ai redditi nel loro complesso perché qua dietro ci possono essere delle dinamiche legate alla accumulazione di capitale alla partecipazione al lavoro autonomo che ancora dobbiamo studiare che non sono svelate dai dati unicamente legati ai salari siccome sto esaurendo il tempo a disposizione passò velocemente al tema della politica dove vi ricordo quello che vorrei farvi vedere qui è quanto segue come ho fatto prima proviamo a vedere alcuni dati che ci inquadrano la situazione che ci fanno capire qual è la posizione di uomini e donne nell'ambito in termini di partecipazione alla politica e poi proviamo a studiare a vedere gli effetti di alcune manovre alcune leggi alcune azioni positive che sono state adottate nel nostro paese per cercare di rimuovere o di ridurre questa disuguaglianza vediamo i dati legati ai sindaci abbiamo diversi paesi qua di nuovo scelgo diciamo mi soffermo sull'italia quello che vedete che fatto 100 il numero di sindaci all'interno del nostro paese circa 90 sono uomini e circa dieci sono donne quindi le percentuali sono significativamente diverse quello che vedete lo abbiamo sottolineato all'inizio la politica è uno dei contesti in cui i differenziali sono maggiori e quindi questa disparità tra l'istogramma rosso e l'istogramma blu non è solo del nostro paese per quanto noi siamo tra i worst performer diciamo ma riguarda anche altri paesi il paese che sembra fare meglio la svezia dove in termini di sindaci circa il 30 per cento donna il rimanente 70 per cento e uomo qua rimaniamo sempre nella diciamo politica a livello locale quindi andiamo a vedere i membri del consiglio comunale sempre distinti per genere l'italia è qua diciamo che facciamo un pochino meglio in termini di membri del consiglio comunale siamo tipo 80 20 e anche per gli altri paesi qua di nuovo trovate la svezia i differenziali sono un po più contenuti ma comunque molto ampi possiamo passare a livello nazionale e guardare alla presenza femminile nelle camere in questo caso è camera e senato senato congiuntamente per quanto riguarda l'italia e poi in realtà i valori che troviamo sono quasi migliori rispetto a quelli che individuiamo osserviamo a livello locale questo già ci indica che c'è stato nel nostro paese vale poco l'idea in base alla quale le donne prima si affacciano la politica locale cominciano a sviluppare diciamo le loro competenze acquisiscono posizioni e poi si spostano a livello nazionale in realtà i numeri a livello nazionale sono più buoni per così dire i differenziali sono inferiori rispetto a quelli che osserviamo a livello locale allora data questa situazione di partenza la domanda che ci possiamo porre è ma perché vorremmo vedere più donne nell'ambito delle istituzioni politico vorremmo dare più rappresentanza alle alle donne e in particolare se vogliamo dare un maggior ruolo alle donne all'interno delle istituzioni è necessario e auspicabile è efficace ricorre alle quote di genere loro il tema delle quote di genere è ampiamente dibattuto nel nostro paese e l'abbiamo in particolare dibattuto sul fronte delle imprese quando poi nel 2011 è passata la legge sulle quote di rappresentanza di genere nei consigli di amministrazione delle società quotate ma in realtà questo tema è aperto diciamo anche nell'ambito della politica per quale motivo potremmo volere più donne all'interno delle rappresenta dall'interno delle istituzioni politiche una diciamo nella letteratura economica si sottolineano diversi diverse ragioni un motivo è che quando vediamo delle donne in politica si riducono si modificano degli stereotipi di genere che attribuiscono alle donne una scarsa capacità di essere dei decisori efficaci il fatto che una volta che noi ricorriamo a delle politiche quali ad esempio le quote riusciamo effettivamente ad avere più donne quindi riescono a promuovere una maggiore presenza femminile all'interno delle istituzioni politiche e ci possano essere poi degli effetti a cascata per cui quando si mostra in qualche modo che le donne possono raggiungere i vertici della politica ci sono delle cambiamenti anche a un livello diciamo più basso perché cambiano le aspirazioni e le aspettative delle donne più giovani perché vedono come raggiungibili determinati obiettivi e quindi si comportano in maniera diversa e si fanno coinvolgere di più qui vi riprendevo le indicazioni su dove vengono adottate delle quote di rappresentanza di genere all'interno della politica quali sono i paesi in cui queste quote sono legali e quindi devono essere rispettate e quelli in cui invece vengono solo adottati a livello volontario da parte dei partiti allora quello intitolato un po elezioni dall'italia perché perché l'italia è uno dei paesi in cui queste quote di rappresentanza di genere in politica sono state introdotte quindi possiamo sapere qualcosa sulla loro efficacia in particolare c'è stata una legge introdotta nel 1993 e poi nel 1995 è stata dichiarata incostituzionale per cui l'abbiamo avuta per un periodo di tempo che prevedeva l'introduzione di quote di rappresentanza di genere nelle liste dei candidati per le elezioni comunali si prevedeva che nelle liste dei candidati non più di due terzi dei candidati potessero essere rappresentati da diciamo candidati dello stesso genere dello stesso sesso quindi dal momento che c'erano più uomini voleva dire che non potevano esserci più di due terzi di uomini nelle liste dei candidati e questo era un vincolo allora possiamo andare a vedere che cosa è successo ok in seguito alla presenza di una legge di questo tipo ci sono diversi studi quello che si è dimostrato è che questa quote di rappresentanza di genere questa legge è ha avuto l'effetto di aumentare la percentuale di donne elette e questo potremmo dire ma è normale ma non è detto perché comunque questa legge si applica alle liste dei candidati quindi vedremo più donne nelle liste dei candidati ma poi c'è l'intervento da parte degli elettori che devono decidere di votare per le donne quindi quello che si nota è che effettivamente ci sono più donne nei consigli comunali dove si è votato con questa legge rispetto ai comuni in cui non si è votato con questa legge e in più un altro effetto importante è che è aumentata la partecipazione al voto quindi il fatto di avere questa legge ha fatto sì che il voto runout quindi la partecipazione al voto questo che ci sta preoccupando anche in questi giorni che la bassa affluenza alle urne in relazione alle regionali in realtà qua questa legge va avuto un impatto positivo in termini di indurre i votanti a partecipare di più altro effetti su cui ci siamo soffermati in alcuni paper scientifici con altre mie colleghe in bocconi e non solo abbiamo cercato di vedere come cambia la quella che abbiamo chiamato qualità dei politici eletti difficile definire cosa sia la qualità dei politici pensiamo di misurarla ad esempio con il livello di istruzione o con la tipologia di professione di lavoro di impiego che avevano prima di entrare in politica è quello che abbiamo visto e che in realtà il fatto di avere delle quote di rappresentanza di genere ha cambiato il processo di selezione dei politici che finiscono sulle liste non solo per quanto riguarda le donne ma anche per quanto riguarda gli uomini e nel complesso quello che osserviamo è un miglioramento della qualita della classe politica oltre che un suo ringiovanimento adesso come forse saprete possiamo fare qualche altro esperimento perché perché nel 2012 in italia è stata introdotta nuovamente per le elezioni locali una politica che ha due braccia due aspetti uno sono le quote di rappresentate le quote di rappresentanza di genere nelle liste dei candidati similmente a quello che vi ho appena descritto per il 1993 ma c'è un ulteriore aspetto che è legato alla cosiddetta doppia preferenza di genere che è stata utilizzata anche nelle elezioni diciamo comunali che ci sono state in questi questo weekend in cosa consente la doppia preferenza di genere consente all'elettore di esprimere due preferenze anziché una purché riguardanti i candidati di genere diverso di sesso diverso è la caratteristica tipica di questa legge è che si applica ai comuni sopra i 5.000 abitanti ma non ai comuni sotto i 5mila abitanti le amministrative che ci sono state nel 2013 sono state le prime lezioni regolate da questa legge quali sono gli aspetti diciamo gli effetti che noi ci saremmo aspettati da questa legge 1 vedere più donne candidate nelle liste grazie alle quote di rappresentanza di genere e potenzialmente anche un aumento nel numero delle donne elette nei consigli municipali sia tramite l'effetto delle quote di rappresentanza di genere sia tramite l'effetto della doppia preferenza di genere cosa troviamo e di nuovo anche questo è diciamo lavori in corso quindi vista un po accompagnando in quello che mi impegna nelle giornate di lavoro e lavoro work in progress e diciamo non troviamo evidenza empirica robusta che ci sia stato un aumento nel numero di candidate quindi non vediamo grandi cambiamenti in termini di numero di candidate all'interno delle liste ma osserviamo un numero incrementato per quanto riguarda le vette di circa il 20 per cento quindi i comuni in cui si applica questa legge che prevede sia le quote di rappresentanza di genere sia la doppia preferenza di genere vedono un incremento del 20 per cento nel numero di donne elette quindi sembra che la legge e in particolare la doppia preferenza di genere abbia contribuito a fare aumentare la presenza femminile nei consigli comunali e se volete lo potete vedere da questo grafico qui come vi ho detto prima la legge si applica alla soglia dei 5000 quindi sotto i 5.000 non c'è questa legge sopra i 5000 non c'è questa c'è questa legge e quindi quello che adottiamo in quello che viene chiamato un hard di di un ring ration discontinui ti design e quello che vedete chiaramente al di là delle tecniche insomma degli aspetti tecnici e che c'è un balzo nel numero di donne elette a destra di questa soglia rispetto alla sinistra di questa soglia quindi salto questa parte sulle giunte e arrivo alle conclusioni e qual è il messaggio con cui vorrei concludere allora sicuramente le disuguaglianze di genere sono un fenomeno fortemente significativo in particolare nel nostro paese quindi importante che genere continui ad essere una parola chiave perché dobbiamo guardare anche con questa prospettiva alla nostra economia alla nostra politica alla nostra società credo che ci siano ancora degli spazi per conoscere meglio il fenomeno gli aspetti che lo caratterizzano le ragioni che lo sottendono e quindi perché ci sono queste disuguaglianza e anche ambiti di ricerca su come l'influenza della disuguaglianza di genere impatti come la disuguaglianza di genere impatti sulla disuguaglianza in generale quindi questo è un canale che è ancora poco esplorato e che credo sia importante andare a studiare nell'ultima parte abbiamo visto alcuni esempi di politiche che nell'ambito della politica possono essere efficaci nel ridurre la disuguaglianza di genere e riducendo la disuguaglianza di genere possono avere effetti positivi sulla funzionalità del sistema economico e in particolare politico nel suo complesso quindi in qualche modo il nostro paese può essere un laboratorio per sperimentare e abbiamo qualcosa da imparare e anche dagli altri paesi in termini di politiche che sono state adottate sul fronte in particolare del dell'economia e vedere un po se riusciamo a muoverci un po più rapidamente dalla condizione dalla situazione in cui siamo adesso direi che chiudo qui e vi ringrazio direi che abbiamo spazio per un paio di domande se ci sono domande in sala quanto quanto sono conciliabili le politiche sociali tese ad aumentare i bassi tassi di natalità in italia e il reinserimento teso a diminuire le disuguaglianze nel mondo del lavoro allora del tema fecondità maternità non non ho parlato qui ma c'è un tema che molto spesso quando prima vi dicevo quali sono le cause della bassa occupazione femminile o degli elevati differenziali di genere nell'ambito del lavoro molto spesso si dice così insomma è legato alla maternità ok questo è un tema di del legame che esiste tra fecondità e occupazione però in realtà allora innanzitutto non solo l'italia occupa delle posizioni basse in termini di occupazione femminile ma anche quando guardiamo i tassi di fecondità l'italia uno dei paesi in cui i tassi di fecondità sono più contenuti ok quindi non è che al momento stiamo lavorando poco ma guadagnando in termini di fecondità allora il tema è quello di cercare di capire se veramente ci sia un trade off tra questi due aspetti partecipare di più e avere diciamo più figli oppure in realtà questi due aspetti possono essere inquadrati in un circolo che viene chiamato un circolo virtuoso in realtà i dati ci dicono che fino all inizio degli anni 90 c'era forse un po più in là fine anni 90 c'erano tra i docks tra questi due aspetti ossia i paesi in cui il tasso di occupazione femminile era più alto erano anche quelli in cui tassi di fecondità erano più contenuti ma dagli anni 2000 in poi a livello europeo questo tipo di correlazione si è invertita cioè al segno opposto cosa vuol dire vuol dire che nei paesi in cui le donne partecipano di più al mercato del lavoro anche i tassi di fecondità sono più elevati se andiamo a fare questo tipo di esperimento all'interno dell'italia quello che vediamo e che ci sono delle regioni le regioni del centro nord in cui alla maggiore occupazione si associa una maggiore fecondità e le regioni del sud che sono ancora diciamo intrappolati in una situazione in cui alla bassa partecipazione femminile si associa una bassa fecondità allora qua secondo me non è di per sé la maternità che impedisce per così dire la partecipazione femminile al mercato del lavoro ma è un tema di qual è l'ambiente qual è il contesto quali sono le politiche che consentono di conciliare sia la fecondità che la partecipazione al mercato del lavoro e quindi di nuovo quello che diciamo il messaggio che mi piacerebbe lasciare che non è che se le donne lavorano di più necessariamente alla fecondità ne soffre quello che ci dicono al momento i dati è esattamente il contrario io mi sono sempre chiesta come mai un un festival dell'economia tiene sempre questo tipo di il tema delle differenze e delle disuguaglianze e comunque in generale a tutti i tempi i temi economici li dibatte a livello generale in modo neutro salvo avere per fortuna qualche caso in cui invece vengono vengono specificati viene specificato cosa significa invece appunto avere uno sguardo di genere su questi temi e mi chiedo appunto questo poi è che l'amoroso perché mobilità sociale e disuguaglianze se avrebbero dovuto tutti i relatori avvierò uno sguardo di questo tipo è appunto mi auguro che in futuro venga tenuto più in considerazione e appunto mi chiedevo perché succede questo ecco 12 volevo sottolineare come per esempio in trentino è stata bocciata la proposta di legge anzi nemmeno nemmeno presentata la proposta di legge doppia preferenza e riequilibrio anche nella rappresentanza perché si parla si parla sempre di 30 per cento non si capisce perché perché in realtà dovrebbe essere 50 e 50 comunque qui una legge che è una legge nazionale e secondo me non si dove non sarei non dovrebbe essere possibile è una legge del locale vada contro una legge nazionale e quindi riduca le opportunità in questo caso per le donne però qui l'hanno fatto e pare che intendano continuare a farlo anche rispetto alla legge provinciale per cui il problema e bast i risultati possano aiutare chi vuole sostenere diciamo di andare in questo signore anche a livello locale possono il tema è che sono il diciamo la possibilità di risolverlo sta in mano agli uomini e anche uomini di scarsa qualità allora non posso che condividere l'idea che questo attenzione diciamo al genere sia un po più diffusa e non diciamo limitata solo ad alcuni ad alcuni aspetti ad alcune conferenze da alcuni spazi diciamo spazi limitati quindi diciamo partiamo da qua e speriamo che ci siano poi più spazi a questo punto nella nel futuro io credo che davvero la chiave importante per fare in modo di diffondere l'idea che lo sguardo di genere non è solo uno sguardo a favore delle donne ma è un elemento cruciale per cercare di capire le dinamiche più complesse della società sia in termini di crescita sia in termini disuguaglianza sia un po la chiave per diciamo fare entrare il genere e farlo diventare una parola chiave un po ovunque insomma e quindi diciamo non posso però che condividere questo la cosa che lei ha sottolineato grazie allora io sono un pubblico dipendente sono molto interessato ai temi dell'economia e anche in particolare a questo tema però diciamo come pubblico dipendente tengo che si dovrebbe dedicare una maggiore attenzione ovviamente anche nei limiti della disponibilità di dati ovviamente alle differenze fra lavoro pubblico e lavoro privato nel senso che storicamente l'impiego nel pubblico è stata una possibilità per le donne di entrare diciamo in maniera significativa nel mondo del lavoro e per via diciamo della legislazione particolarmente favorevole anche di riuscire a conciliare in tutto sommato abbastanza bene il ruolo diciamo familiare con il ruolo diciamo con il ruolo lavorativo ecco quindi la mia domanda la mia domanda in sostanza è questa effettivamente una presenza una consistenza significativa del lavoro pubblico diciamo di un lavoro di qualità dico una cosa un po controcorrente di qualità ma anche diciamo una quantità significativa potrebbe effettivamente continuare a dare un contributo verso il superamento delle dei differenziali salariali differenziali di carriera e così via perché tutto sommato nella pubblica amministrazione noi sappiamo che questi grandi differenziali non ci sono perché ci sono dei meccanismi da alcuni criticati automatismi tutto quello che si vuole ma insomma hanno aiutato hanno aiutato le donne ecco come vede questa allora sicuramente non ho avuto diciamo tempo ho modo di presentare quadrati distinti per settore diciamo di impiego sicuramente le donne sono significativamente impiegate nel lavoro pubblico e due cose primo il il lavoro pubblico è uno dei principali settori di impiego delle donne se ritorniamo al tema del calo nei differenziali di genere e il fatto che in qualche modo si siano ridotti nel tempo in particolare perché è scesa l'occupazione diciamo maschile adesso sta nascendo un nuovo tema un nuovo diciamo esce un nuovo problema che è legato al fatto che in qualche modo le politiche di austerità che sono state implementate anche per tenere sotto controllo il problema della crisi siano andate in parte a limitare o a colpire il settore pubblico magari pensiamo alla scuola pensiamo al settore sanitario in cui le donne sono prevalentemente impiegate e quindi questo è un altro modo in cui dobbiamo stare attenti a cosa succede differenziali perché può darsi che l'impatto iniziale della crisi sia stato quello di andare principalmente sul lavoro maschile ma se le modalità che adottiamo per rispondere alla crisi vanno principalmente sul settore pubblico dobbiamo stare attenti all'impatto differenziato per genere che questo può generare teniamo a mente per esempio secondo elemento che nei paesi scandinavi il lavoro pubblico è stata la diciamo risposta per cercare di coinvolgere maggiormente le donne nel nel mercato del lavoro e questo c'è una frase diciamo famosa in cui si dice sia adesso che c'è il lavoro pubblico quello che succede semplicemente è che la signora hicks va a lavorare al nido e cura il bambino della signora y che cura la mamma della signora hicks no quindi l'idea è che però secondo me questo è un po riduttivo perché in realtà in qualche modo noi stiamo in ogni caso consentendo di emergere al di fuori delle relazioni domestiche del lavoro e in più stiamo comunque valorizzando delle competenze che la signora hicks può aver acquisito nel curare i bambini e la signora y nel lavoro degli anziani sul lavoro pubblico è vero che i differenziali salariali di genere possono essere più contenuti a parità di diciamo impiego ma anche nel lavoro pubblico la possibilità delle donne di progredire nella carriera è comunque non perfettamente equilibrata quindi c'è comunque un tema di sviluppo delle carriere che non è pertinente unicamente al settore privato ma che anche pertinente al settore pubblico quindi c'è un tema anche legato diciamo alle opportunità che il pubblico da di crescere nella carriera alle donne rispetto agli uomini sembra che gli spazi per gli uomini anche all'interno del lavoro pubblico siano maggiori se posso l'ultima perché così perché a mezzogiorno a chi interessato questo tema c'è un altro dibattito in sala depero quindi volevo avere giusto il tempo di spostarmi dall'altra parte ma prego si mio parzialmente risposto sono una dirigente lavoro al comune di torino mi occupo di politiche educative quindi mi occupo di problematiche anche delle lavoratrici mature vita media le 56 58 anni ma non ero non era su questo che volevo chiedere volevo capire se avete in prospettiva delle ricerche di quella che è la la prospettiva di evoluzione nel mercato del lavoro per le donne saputo in questi giorni si è molto parlato di prospettiva nei lavori di cura hanno come alternativa alla prospettiva tecnologica alla sostituzione della prospettiva tecnologica ritengo sia indispensabile anche perché molto probabilmente migliorerà il gap di genere una prospettiva simile ma sì quella del coinvolgimento maggiore delle donne nell'ambito del lavoro di cura all ambito dei lavori che richiederanno dove la domanda di lavoro sarà più più alta che sono sono questi ma ridurrà chiaramente le prospettive di tipo retributivo di carriera e la recinzione lunghetto sempre appunto mi sembra un po il tema della segregazione occupazionale in qualche modo quindi volevo io adesso in particolare non sto lavorando su questi su questi temi però c'è un'attenzione lo vedo dicevo per le cose che interessano magari più al mio lavoro diciamo accademico a che cosa le donne studiano quindi gli investimenti in istruzione quali sono le discipline in cui investono l'importanza di non continuare a concentrarsi su alcune materie ma cercare di essere presenti per esempio anche in altri ambiti come quelli tecnologici scientifici cioè mi dispiacerebbe se la prospettiva del lavoro femminile fosse unicamente quello di esternalizzare il lavoro di cura che fino ad ora le donne hanno condotto all'interno delle famiglie e dire ok usciamo adesso lo facciamo sul mercato cioè l'idea è che c'è il tema e l'importanza di valorizzare gli investimenti in istruzione delle donne in tutti i contesti e creare delle opportunità per uomini e donne sul lavoro in diversi ambiti e non ancora diciamo solo in ambiti specifici ai quali poi si associa una basso riconoscimento diciamo sociale e come diceva lei prima bassa remunerazione e così via quindi il tema della segregazione orizzontale e anche verticale rimangono dei temi forti quando si parla di parla di genere forse c'era un'altra domanda se esistono naturalmente ok allora diciamo che in ambito sull'ambito della politica in evidenza empirica che dimostri che le quote di genere in politica fanno male io non ne conoscono o non c'è evidenza empirica e quindi il tutto è legato a modelli teorici oa convinzioni radicate o sennò dal punto di vista in pirico credo che nei modi che vi dicevo prima l'evidenza vada nella direzione che vi un po richiamato in particolare secondo me è importante anche se colleghiamo il discorso delle quote in ambito politico le quote in ambito imprese tener a mente che c'era molto questo timore dello scadimento della qualità delle persone coinvolte che non è avvenuto insomma quindi non un aspetto se vuoi negativo che lo vedo più dal lato delle quote di rappresentanza di genere nell'ambito delle imprese che sembrava essere evidenziato per esempio per il caso norvegese era legato al fatto che ci sono più posti disponibili per le donne ma sono sempre le stesse donne che occupano queste posizioni ossia il fatto che la le quote di rappresentanza di genere non siano state uno strumento tramite cui abbiamo diffuso la possibilità di accedere a posizioni di responsabilità posizione di potere a un numero elevato di donne ma c'è il fenomeno delle cosiddette golden score cioè sempre il gruppetto di donne che acquisisce cariche multiple in più imprese questo fenomeno dal monitoraggio che si sta facendo della legge italiana non sembra al momento essersi evidenziato all'interno del nostro paese per cui si sta più sembra formando una rete abbastanza ampia di consigliere di amministrazione che partecipano grazie alle quote non solo di quote anche le loro capacità però diciamo promosso dalla legge alla ai consigli di amministrazione ma non sembra esserci questo problema di concentrazione che si è verificato per esempio in norvegia concludiamo grazie mille durante tutti i mesi
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