Come sbloccare il paese immobile
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Come sbloccare il paese immobile
L'Italia degli ultimi decenni è un paese fermo, in cui la mobilità sociale è frenata da barriere professionali, generazionali, familiari, territoriali; in cui tutti i luoghi di potere sono controllati da lobby composte per lo più da persone anziane. Un paese in cui prevale la paura del cambiamento perché ogni apertura mette a rischio i piccoli privilegi, le mille protezioni, i mille interessi di parte che trapuntano la nostra società. È possibile invertire questa linea di tendenza?
eccoci qua buonasera tanto lasciatemi dire che veramente è un privilegio ma anche un divertimento insomma partecipare a una manifestazione come questa al festival dell'economia di trento è ormai sta diventando una tradizione c'è un'aria da campus universitario itinerante che ci diverte perché incontri amici parli di questioni aperte riannodi contatti ha il privilegio come capita a me questa sera di intervistare ilvo diamanti che secondo me è uno dei più acuti i sociologi italiani si sociologo e politologo naturalmente resta resta resta il fatto che che è molto acuto e volevo dire aggiungere un'altra cosa che oltre ad essere bravo con con le cifre a saperle interpretare e con i fatti a un altro aspetto che a me personalmente piace in modo particolare sa rendere con grande efficacia con immagini e con con una tecnologia ricca con una sintassi molto bella che vediamo regolarmente sul giornale nel quale io lavoro e al quale lui è autorevolmente collabora che è la repubblica insomma ilvo diamanti e un socio e un politologo è un sociologo che è che chi scrive bene insomma che non piacere leggere ed anche ascoltare il tema dell'incontro si è quello come sbloccare un paese immobile devo dire che l'italia l'italia è un paese immobile o comunque un paese che si muove a passo di lumaca che si muove lentamente è un paese dove gli investimenti comunque ristagnano dove la produttività è cresciuta negli ultimi cinque anni a somma zero dove l'invecchiamento demografico ormai è un destino ineluttabile e dove i problemi si accavallano l'uno sull'altro e dove nonostante qualche tentativo di riformare questo paese le categorie i ceti sociali le generazioni resistono in modo furibondo al al cambiamento e diciamo nel menu mettiamoci anche la classe politica negli ultimi tempi se ne è parlato molto e uno dei temi è proprio questo la classe politica è l'unica responsabile dell'immobilismo del paese o è parte del problema insieme alle categorie insieme alla società insieme alle generazioni la classe politica non è altro che lo specchio di questo paese dai movimenti naturalmente ci aspettiamo grandi scenari come di solito che risposte precipue come di solito leggiamo su repubblica nei suoi innumerevoli libri io gli passerei dunque la parola se posso ricordare una cosa che mi piace sempre per per citare in qualche modo in qualche modo il mio giornale insomma infondate insegna ad urbino e oltre al fatto di repubblica che ruoli diversi insomma ci lega ci lega anche questo fatto la radice marchigiana e ultimamente curzio maltese su repubblica ha scritto una frase in un suo reportage che è un viaggio per l'italia detto che le marche sono un po la porta per capire la società italiana io non so se questo è vero o non è vero però secondo me questo è una cosa che mi piaceva a notare e ricordare ma parliamo del paese immobile prego professore grazie grazie grazie da roberto petrini di questa bella presentazione e anch'io mi aggiungo a quanto ha detto a quanto appena detto petrini contro ha detto lui su sulla soddisfazione anche anche qualcosa di più di essere una manifestazione come questa sala come questa con tanta gente come questa è abbastanza è abbastanza emozionante tutto sommato il che dimostra che per anticipare alcune delle cose che magari tenterò di dire in modo un po confuso che tali che dimostra che questo è un paese che in molti casi è immobile perché perché non ha buone ragioni per muoversi se ne sta a casa spesso perché non ha tante buone ragioni per uscire dai delle buone ragioni per uscire per comunicare per dialogare comunità dialogo poi c'è come sempre il legame con il con le tappe della mia biografia personale io non lo so cosa sono a volte mi chiedono ma tu di dove sei tu io sono nato a cuneo che i genitori vero sono veneti li ho seguiti dovunque va il mio padre faceva militare quando si è stancato e ci ha riportati a me che abitavo allora in liguria a savona nel mitico nord est vicino vicino a vicenza in un posto che mi sembrava di essere tornato indietro di 40 anni e vero sono pro rettore di urbino se adesso vivo a parigi e ho fatto il dottorato a trento lui tornò in qualche modo a casa intanto loro dicono di dove sei dove abiti qui e là non sono l'idea al tipo del paese immobile però in qualche modo gli italiani molti italiani mi somigliano nel senso che l'immobilità a cui si fa riferimento quando spesso si parla dell'italia non è staticità paradosso di questo paese un paese in continuo movimento se tu lo guardi da vicino se tu scendi di scala lo affianchi solo a costi e due di un paese che in fermento costante italiani e alcuni italiani in particolare non stanno mai fermi poi in alcune zone è peggio che in altre se vedeste come lavorano intorno a casa mia nico nel nord est di spaventare ste lavorano faticano lavorano fatica lì come altrove i giovani di cui parlerò male anche oggi in qualche modo non per colpa loro ma di cui parlerò e che sono di rail idealtipo ormai del paese immobile signori miei quando sette su dieci ha 29 anni se ne stanno ancora risiedono ancora con i genitori il mobile di così e quando in realtà il loro futuro sarà quello di ereditare la casa dei genitori i quali appena sanno questo fan così dicono il più tardi possibile resterete qua lungo vi dà l'immagine dei giovani immobili ma i giorni non sono mai a casa risiedono senza starci ma questo è un paese così un paese e un paese pieno di contraddizioni per fortuna è un paese mobile e immobile allo stesso tempo stabile e instabile allo stesso tempo il problema è che se lo dobbiamo vedere nell'insieme oggi l'immagine che probabilmente lo rappresenta lo raffigura meglio è proprio questa quella del paese immobile l'altra cosa che mi viene da dire in premessa e poi entriamo un po più analitico a vedere i casi che stiamo analizzando di cui di cui stiamo parlando è che un paese che ha delle auto raffigurazione delle auto rappresentazioni che sono in contrasto magari con la realtà ad esempio roberto petrini autore di un testo interessante in alcuni anni fa di alcuni anni fa che parlava del declino il declino era ed è reale o no c'era e c'è una retorica del declino il declino mi sentirei di dire che a prescindere dal fatto che sia reale o meno gli italiani normalmente vivono e agiscono come non fossero in declino in modo molto attivo però si pensano come parte di un paese in declino questo è un paese nel quale in buona parte esistono delle rappresentazioni sociali collettive comuni che sono diverse poi dalle pratiche quotidiane o delle rappresentazioni della vita quotidiana stessa è un paese abbastanza da questo punto di vista dissociata allora il paese immobile ma cosa sta a rappresentare o raffigurare questo tipo di definizione e soprattutto mi si chiede come sbloccare il paese immobile alla seconda domanda dico subito non risponderò non ho la più pallida idea di come sbloccare il paese immobile se lo sapessi non sarei qui onestamente tenterei di farlo al posto di altri che in modo che autorevole è più legittimato di me tentano mi pare con scarso successo di quindi non è una candidatura non è una grande idea dura un'ora in realtà l'unica l'unica candidatura a cui a cui ambisco in una fase in una fase come questa e qualche era una candidatura alla tranquillità personale e la mia candidatura e l'auto candidatura e di vivere in un paese che allo stesso più dinamico dinamico quante quanto lo è già adesso individualmente soggettivamente ma che lo sia anche in modo sistemico comune come vedete una pessima domanda non ambisco mi piace troppo fare fare quello che faccio capite e perché mai bisognerebbe cambiare quando mi dicono cioè quando la fortuna uno come me come noi di vivere senza lavorare perché deve cambiare ha capito quando è così è e così dico spesso i miei collaboratori quando si lamentano ma pensate nella vita si poteva anche capitare di andare a lavorare invece siede all'università magari fate tante ore facendo le cose che mi piacciono una cosa assolutamente impagabile vabbè adesso entriamo un po in argomenti più più definiti anche per non rubare set e non bruciare tutto il tempo che mi avete messo così gentilmente a disposizione semplicemente in amenità mano sono merita servono anche un pochino forse per per delineare definire quelli che pensa allora io penso che questo paese abbia una serie di problemi che sono diversi rispetto a quelli che lo accompagnavano in alcuni anni fa mettiamo 20 anni fa questo paese diverso dal paese degli anni 80 in una certa misura è perfino rovesciato come prospettiva si usava anche negli anni 80 la formula del paese bloccato o della democrazia bloccata ma si faceva riferimento al sistema politico sistema politico era un sistema bloccato senza possibilità di cambiamento di alternativa di alternanza voi c'erano molte sottigliezze nel definire questi aspetti però allo stesso tempo era un paese che per fortuna aveva la società e l'economia che marciavano oggi noi ci troviamo in una situazione che non è invertita rispetto a quella ma che come dire una situazione singolare ad esempio in questa fase noi ci ritroviamo a riprendere a rivendicare di nuovo nei confronti della politica la definizione nel paese instabile del paese ingovernabile nel paese con un alto ormai tasso di complessità e risolta di frammentazione però se uno lo guardasse da lontano ieri una discussione con un mio collega e amico marc lazar diceva ma come vi lamentate avete grandissima partecipazione popolare alle elezioni votano tanti come in francia alle manifestazioni si muovono dappertutto io ormai ogni volta che vado a roma c'è una manifestazione una volta erano della sinistra adesso sono la destra si muovono tutti cioè una democrazia vivace e poi vi lamentavate della democrazia bloccata c'è attualmente quattro elezioni a ogni elezione è cambiata la maggioranza va beh i candidati sono sempre gli stessi 22 stessi però una volta uno è la volta dopo quello successivo cioè in realtà questa è una democrazia dell'alternanza una democrazia o eppure non ci pare non abbiamo l'impressione oggi di essere un paese che procede un paese dinamico un paese aperto un paese che ha sottolinea questa formula un futuro non abbiamo più i partiti di massa abbiamo pluralità una molteplicità di partiti abbiamo inventato perfino i partiti prima il partito personale vabbè questo può ricalcare ciò che avviene anche in altri paesi adesso siamo arrivati alla sottolineatura l'enfasi sui partiti individuali i mono partiti intesi partiti fatti da una persona soprattutto al senato che sono rilevanti perché spostando cena l'una dall'altra parte determinano effettivamente le sorti di un governo le sorti di una maggioranza quindi siamo in una fase di alta effervescenza di alta instabilità e il problema è che oggi è difficile di una situazione di questo genere affidarsi alla formula che utilizzavamo 20 anni fa a bene un paese bloccato ma abbiamo una società dinamica abbiamo una società è un mercato che ci soccorrono oggi noi abbiamo l'impressione di una società e di un economia che sono ripeto visti da vicino in grande movimento in grandi dinamismo visti da lontano nell'insieme fortemente bloccati a loro volta vediamo un attimo di indicare quali possono essere i caratteri di una società come questa che si può definire una situazione allo stesso tempo dinamica ma anche nell'insieme bloccato beh noi abbiamo un paese che a differenza del passato e sicuramente bloccato dal punto di vista intergenerazionale noi abbiamo un paese adesso è facile dirlo un po meno un tempo noi abbiamo un paese nel quale il cambiamento intergenerazionale difficile è un paese invecchiato ed è un paese che ha pochi spazi per i giovani più giovani questo poi si riflette si ripercuote a ogni livello su ogni piano è un paese vecchio dal punto di vista delle leadership delle classi dirigenti una ricerca recente dalla luiss università di ancona con un testo peraltro pubblicato dalla terza né curato da caldo a carlo carboni sulle classi dirigenti dove emerge mesi modo abbastanza netto questo l'invecchiamento delle classi dirigenti anche comparativamente in italia non parliamo della classe politica è una classe politica largamente bloccata in un paese nel quale ma davanti a battute però fra poco mi fermo in realtà gli unici cambiamenti di classe dirigente sono affidati alla magistratura o alla caduta del muro non è solo una battuta non è solo una battuta cioè dove non c'è possibilità o capacità di ricambio e così anche altrove in alcuni contesti sì ma non fino a questo punto cioè noi abbiamo un paese vecchio nel quale il rapporto tra generazioni è un rapporto che non prevede il ricambio semmai la cooptazione questo ogni livello ci torniamo fra un attimo però per me questo è una delle chiavi di lettura fondamentale di un tempo non pensavo che il cambiamento non attribuito tutto questo questa importanza alle generazioni quando parlavo di quando pensavo al cambiamento appunto avendo fatto a lungo il sociologo anche qui avendo studiato qui e poi una sede importante avendo avuto la fortuna di lavorare con colleghi e maestri importanti via trento i romagnoli poi schizzerotto ma se uno dei miei maestro di sto passare a naldo bagnasco cioè io so l'importanza che hanno le strutture sociali gli attori i grandi campo cessi di cambiamento ebbene oggi io sto arrivando a dire che il cambiamento avviene non dico soprattutto ma molto attraverso le generazioni un paese vecchio e meno dinamico e quindi più chiuso più fermo di un paese giovane e quando a noi tutti capita ogni volta che si esce dall'italia di scoprire che in giro ci sono un sacco di bambini e scoprirono sono bambini sono ragazzi o di trovarti di fronte delle persone che fanno il tuo mestiere dice ma leo ragazzi non ho un dirigente un ordinario come me allora vuol dire che noi siamo talmente vecchi ma talmente vecchi che non ci accorgiamo neppure più di esserlo per capire quanto il problema del cambiamento interagire intergenerazionale sia importante per noi pensate che in italia se voi chiedete a voi stessi già la media della popolazione quando finisce la giovinezza l'età oscilla tra 35 e 40 anni la media la media per coloro che superano i 40 anni più i 40 di 35 e voi direte ma è una deformazione del senso comune non è vero e a trento ad esempio de lillo che rappresenta a trento con altri per i buzzi a curano e con cavalli un autorevole rapporto sui giovani dello yard quindi sulla condizione dei giovani dagli anni 80 ad oggi è istituzionalmente il vero rapporto sulla sulla condizione giovanile ebbene quando ha cominciato negli anni 80 prima metà degli anni ottanta il campione utilizzavano per analizzare i giovani dava tra i 15 ei 29 anni no 15 24 anni scusate poi si è allargato 15 29 e da dieci anni a questa parte siamo arrivati a 34 cioè i giovani studiati dalla comunità scientifica all età giovanile definita e delineata dalla comunità scientifica tiene dentro i quindicenni ei 35 anni cioè da un punto di vista generazionale e biologico genitori e figli no anche se in italia questo non avviene perché il primo figlio le donne lo fanno mediamente i 30 anni e ne fanno uno solo come coppia allora capit è una società che si auto rappresenta la gioventù oltre i 35 anni fa fatica a pensare all'esistenza dei giovani tra parentesi si diventa vecchi secondo gli italiani a 82 anni visto che l'età media di aspettativa di vita e 81 82 83 le donne e 78 gli uomini si è vecchi dopo la morte questo è è una società dinamica che pensa al futuro questa può essere considerata una società aperta no 2 questo è un paese clanico non è una brutta parola clanico e la degenerazione dei gruppi sociali delle organizzazioni delle associazioni diventa clanico nel momento in cui le relazioni interne diventano tanto strette da rasentare la complicità e l'allargamento del modello che banfield chiamava del familismo amorale quando le alpi legami interni i gruppi la famiglia sono talmente forti da non occuparsi del bene degli altri allo stesso tempo però questo tipo di l'allargamento del familismo amorale e della degenerazione in qualche caso delle delle logiche di solidarietà delle grandi e delle macro organizzazioni tenete conto che questo è un paese che aree anche come queste sono anche particolarmente caratterizzato in questo modo è un paese nel quale la partecipazione sociale associativa non è storicamente particolarmente sviluppata ma che dove comunque è molto cresciuto negli ultimi anni peraltro ciò che questo pomeriggio mio amico e collega roberto cartocci ha presentato il suo libro le mappe del tesoro proprio sulla distribuzione del capitale sociale in italia e molto molto interessante molto ben fatto ve lo consiglio a solo una sfortuna che dato il tempo l'ha chiamato mappa del tesoro oggi parleremo di mappe del tesoretto che è una cosa un po diversa e comunque siamo un paese nel quale molto cresciuto il cosiddetto capitale sociale ci torno perché la mia lettura di quello che sta avvenendo in italia nasce dalla degen la mia concezione della degenerazione del capitale sociale della trasformazione del capitale sociale in capitale sociale non civico ma di autodifesa comunque qui in questo paese il capitale sociale le organizzazioni sistemi di solidarietà sono estremamente cresciuti e si sono estremamente sviluppato con dei problemi con dei problemi non irrilevanti che le grandi organizzazioni le grandi organizzazioni sono diventate fortemente corporative pensiamo alle grandi organizzazioni degli interessi il sindacato e confindustria sindacato c'è una grande organizzazione gruppi sociali tra i più importanti superai banalizzo un po ma è meglio quando mai dopo però sapete per metà è costituito da iscritti pensionati l'altra metà in maggioranza composta da lavoratori del pubblico impiego allora capite che fatica il sindacato a guardare avanti e soprattutto a non rappresentare diciamo quelli che sono ovviamente e giustamente i suoi scritti in un'ottica di questo genere una prospettiva di questo genere e guardare al futuro ed essere come nel passato un'organizzazione che nel momento in cui rappresenta gli interessi dei propri iscritti e anche rappresenta anche gli interessi della società nell'insieme è complicato problema di confindustria che in buona parte non rappresenta più gli imprenditori rappresenta seconda di quale tipo di organi a quale tipo di organizzazione facciamo riferimento rappresenta gruppi diversi specifici se voi parlate con gli imprenditori del nord est vi diranno che c'è una differenza netta tra gli imprenditori e confindustria e distingueranno tra imprenditori confindustriali e gli imprenditori veri cioè quasi specificando come già esista uno specifico delle organizzazioni che difendono se stesse ma poi questo è un paese nel quale abbiamo scoperto negli ultimi dieci anni soprattutto come la frammentazione del conflitto abbia portato alla luce una pluralità di piccoli soggetti di rappresentanza che tutti hanno rilevanza tutti i tassisti abbiamo visto i commercialisti i farmacisti i medici ospedalieri e i medici privati i motociclisti immagino infermieri e assistenti di volo i controllori di volo tutti tutti tutti in grado tutti quanti insieme di esprimere interessi indipendentemente dalla cerchia che rappresentano sufficienti a imporre se stessi o quantomeno a bloccare le decisioni altrui tutti dotati di forti poteri di veto e di poteri di interdizione in grado come dire di impedire il procedere di decisioni ostili ricordo che nei primi anni ottanta appunto partecipare una ricerca diretta arnaldo bagnasco alla carlo trigilia sulle aree di piccola impresa nel nord est e in toscana e mi occupai proprio delle classi dirigenti fc una sorta di mappa di quali erano i gruppi di potere che contavano maggiormente nelle varie zone intervistando i leader dei principali gruppi che noi si presumeva essere centri e luoghi di potere a distanza di 15 anni rifeci per conto mio più o meno la stessa operazione ritrovando più o meno gli stessi gruppi ma con uno stock di potere stimato nell'assieme dimezzato cioè i primi cinque gruppi secondo l'insieme degli intervistati coprivano una quota di potere di un terzo e non più dei due terzi nelle principali decisioni che passavano e allora ricordo l'intervista e allora tra questi pietro marzotto allora l'imprenditore della marzotto chiedendogli ma come mai tutto questo avviene perché questa sorta di diminuzione del potere della quota di potere che è gestibile da dalle persone più influenti e la sua risposta fu perché in realtà non c'è più nessuno che abbia un potere assoluto quello che è cresciuto e il potere di interdizione sono cresciuti i poteri di veto e probabilmente diceva proprio per questo si stanno sviluppando sistemi di decisione che escono anche da quelli che erano un tempo i luoghi sommersi in cui si trattava ci si va ancora oltre per sottrarsi però l'immagine un po questa guardate che questi gruppi a cui noi facciamo riferimento sono gruppi che sono caratterizzati tutti evidentemente da un forte grado di solidarietà interna dispongono e su questo lo so che i cartocci non sarebbe d'accordo nel sentire questa mia definizione di un alto grado di capitale sociale tanto in quanto il capitale sociale è un sistema di relazioni che permette in qualche modo la tutela di interessi e anche l'autodifesa a vario livello però in questo caso l'aumento di capitale sociale e dei gruppi che dispongono di capitale sociale in realtà non ha prodotto ciò che normalmente ci si può attendere quello che appunto fare finire mappe del tesoro tesoro per il paese la disponibilità di associazioni cioè non ha fatto crescere il civismo il senso cv non ha fatto crescere la fiducia nel sistema nelle associazioni nelle istituzioni sapete c'è un'opera importante autore importante che si è occupato di capitale sociale a robert putnam il quale ha messo e ha tradotto ha tradotto in modo quasi automatico il capitale sociale con capitale civico e con civismo si riferiva al modello americano quindi a toqueville associazionismo come produttore comunque di identità giocatore di bowling di bocce come diceva lui simbolo del paese un'america nella quale anche se lei giocare a bocce con gli altri in un'associazione proprio per questo tu partecipi a costruire una sorta di identità condivisa identità comune ebbene non è vero necessariamente che questo avviene non è vero che necessariamente partecipare a un'associazione essere parte di una comunità di una rete di relazioni e di solidarietà produce senso civico identità comune identità collettiva non produce necessariamente solidarietà sociale a livello micro sociale sia a livello sociale non sempre vi faccio un ulteriore esempio perché poi concludo anche questa sorta di sequenza allora gli ho detto hai visto un paese è bloccato perché un paese dove comunque il cambiamento intergenerazionale non avviene rapporti intergenerazionali non ci sono i giovani non sono più previsti visto sono tutti giovani visto che la gioventù dura tutta la vita i giovani non sono previsti ci sono sì c'è una tribù di gente che strana hanno tra i 15 20 anni che vengono però sono come gli animali domestici te li tieni lì ti fanno compagnia gli paghi tutto vanno vengono però non è previsto che un giorno o l'altro ci ammazzino noi genitori come a volte avviene cioè anche viceversa però metaforicamente che ci facciano la guerra va da te che le ricerche su cui sulle famiglie sui giovani dicono che son finite sono praticamente finiti i conflitti familiari non ci sono più le baruffe vedo che la signora disse sua figlia o suo figlio no anche i miei due sono lotte corpo a corpo vincono sempre loro comunque normalmente nelle ricerche sulle relazioni familiari domestiche mostrano come i conflitti sono molto ridotti e c'è una sorta di reciproca intesa tra genitori e figli sulle questioni di cui non parlare per non avere motivi di frattura per non avere le donne sono più hanno più problemi ancora adesso le ragazze e dei ragazzi ma molto meno dei loro genitori delle loro madri bene il problema vi ho detto dei rapporti intergenerazionali 12 la questione di una società in cui il termine società civile rappresenta l'esistenza di una molteplicità di cerchie di appartenenza capaci tutte queste di forte autotutela per i propri membri per i propri membri è anche forte capacità di interdizione con basso grado di comunicazione il terzo elemento limito per ora questi è quello del localismo e un paese l'italia nel quale le differenze territoriali sono un fatto storico come dove è un paese anche nel quale sono si sono moltiplicati ad esempio i processi non solo di aggregazione ma di identificazione di conflitto su base locale non vi sto a raccontare tutto ciò che è avvenuto negli anni ottanta e novanta lo sapete benissimo però è evidente dagli anni 90 in poi poi abbiamo visto crescere in modo esponenziale il valore del riferimento il territorio come meccanismo di appartenenza di conflitto a vario livello è ci sono livelli di partecipazione negoziata il bilancio partecipativo in ambito anche socio economico una pluralità di esperienze negli anni ed i distretti nei sistemi di piccola impresa locale di patti negoziati però diciamo pure che a maggior ragione dopo il 93 le leggi dove si elegge legge elettorale appunto sull'elezione diretta dei sindaci e poi i presidenti della provincia e poi di tutti oggi si elegge tutti tutto direttamente leggiamo noi ci siamo ritrovati progressivamente in un paese fortemente caratterizzato da localismi uso proprio questo in modo molto netto cioè come ad attaccamento su base locale moltiplicazione dell'ambito locale li faccio banalmente due esempi l'ala monizza zione poi vi chiederete cos'è la la monetazione c'è un comune che si chiama lamon ai confini con questa nobile regione o provincia che ha votato il passaggio appunto nella ricca e autonoma comunità trento e bolzano lo stesso è avvenuto di recente nell'altopiano degli otto comuni ormai di asiago lo stesso avvenuto in molti comuni al confine con il friuli mio amico e vicino di banco del liceo gian antonio stella la gamma tanti il vizio della traslochi te chiamiamolo un paese a geometria variabile nel quale oggi c'è il tentativo di trasferire se stessi alla carta alla faccia della retorica sull'identità territoriale veneta trentina piemontese in piemonte una pluralità di comuni vogliono passare in valle d'aosta non mi risulta avvenga il contrario molti intendono andare in friuli venezia giulia ma è lo stesso avviene anche in altre zone del cilento nel ci sono i comuni della valmarecchia vive tonino guerra che erano che sono tuttora nelle marche e sono la periferia delle marche che hanno votato per diventare la periferia di rimini quindi cambiare provincia e regione tutti insieme centinaia e centinaia di comuni che si muovono in questo modo si organizzano si mobilitano le province c'è una proposta di legge ancora repubblicana peraltro è condivisa da tutti i partiti nel 1980 che parlava dell'abolizione delle province allora le province erano vi pare 80 e qualcosa adesso sono 108 cioè e si riparla della ball dell'utilità delle province e spero che non ne parlino troppo veri credo che temo che diventerebbero 150 e molto in fretta cioè noi siamo un paese fortemente ormai centrato su identità locali pur essendo un paese è cambiato dal punto di vista urbano dal punto di vista della residenza in modo incredibile siamo ad esempio chi parla del veneto e le parla come un'entità una realtà policentrica e lo conosco bene ci vivo dentro ma come fa a chiamarlo un'entità policentrica quando arrivi in aereo di sera ti accorgi che da bergamo fino a pordenone e un presepe è una metropoli e los angeles è un sistema urbano metropolitano inconsapevole punteggiato di una molteplicità di come dire di particolarismi e siamo un paese in cui anche queste ultime note e ha detto la ricchezza al massimo della ricchezza negli ultimi dieci anni dario di vico fatto anni fa una sorta di ricostruzione della mappa della ricchezza della nuova ricchezza dei nuovi ricchi sono in buona parte commercialisti e immobiliaristi questo paese il patrimonio immobiliare è aumentato a dismisura e non c'è un censimento reale del patrimonio immobiliare perché allora ci accorgeremmo che questo paese in cui la popolazione è calata questo paese vecchio questo paese che fa fatica accettare gli immigrati anche se vecchio vecchio e ne ha bisogno questo paese ha avuto un aumento esponenziale del immobili siamo un paese immobile perché siamo un paese anche immobiliare ed evidente che nel momento in cui costruisci la tua casa per te per i tuoi figli dei tutto i tuoi figli resterete lì c'è un paese in cui la 80 e rotti per cento dall'altra 84 per cento della popolazione vive nella stessa provincia ma credo corsa in comune comune limitrofo dove sono nati i suoi nonni dopo l'emigrazione interna degli anni 50 60 dal sud al nord non c'è stato più nulla siamo tutti lì siamo un paese nel quale i giovani i figli cioè è vero non c'è più la famiglia come un tempo anche perché siamo una famiglia figli unici no questo è un paese di figli unici come altrove ma qui soprattutto ormai credo che il veneto sia in europa il paese la zona col più basso tasso di fertilità di natalità cioè la media per ogni copia di 1,1 figli cioè un figlio è una mano come una cosa del genere quindi uno quindi una sorta di piramide rovesciata ma io poi faccio i conti su di me i miei genitori che erano famiglia umino meglio mia madre abbastanza ricca quindi contadina erano in nove fratelli tra noi fratelli e sorelle quindi mia madre che era una donna nulla mio padre invece era sinceramente povero quindi erano in otto 17 in due noi tre figli che io e mia moglie e due abbiamo il doppio della media rispetto agli altri ebbene in un paese come questo come un figlio in media per copia e cosa volete fare i figli non sarà più una famiglia patriarcale e figli se ne vanno da casa abitano il piano sotto dove hanno l'appartamento oppure vanno al di là della strada 90 per cento delle persone hanno un congiunto all'interno di due chilometri che vive in italia questo è un paese oggettivamente abbastanza immobile o no ma certo allora qual è il problema è perché vi dico che è cambiato molto rispetto a 20 anni fa entrò poi chiudo in qualche modo cosa è cambiato rispetto a 20 anni fa che la società il mercato sono diventati troppo forti il capitale sociale è cresciuto troppo si è rafforzato troppo in un paese in cui si è il mercato e la società si sono difesi dalla crisi della politica e dalla crisi dello stato e in un paese in cui lo stato non ha mai goduto di buona fama e di buona stampa però era eccedente 70 per cento dell'economia italiana fino a qualche tempo fa era in modo diretto indiretto nello stato eravamo l'ultimo dei paesi socialisti non a caso noi nel 92 abbiamo avuto il nostro 89 anche noi no in un paese appunto dove lo stato non ha mai goduto di grande popolarità ma ha avuto anche allo stesso tempo grande peso ebbene in questa realtà reagendo anche di fronte alla crisi della politica crisi dello stato noi abbiamo avuto una crescita amplissima della società che si è auto organizzato e in qualche modo ha surrogato progressivamente la crisi dello stato e la rielaborazione del nuovo sistema politico e della nuova politica noi ci siamo trovati già negli anni 90 di fronte a questo problema il capitale sociale diventa una parola quasi di senso comune di largo uso negli anni 90 come si sussurrò ga e si sa e si fa e si affronta la crisi ad esempio della politica in italia e dell'economia in italia ad esempio ci si riferisce si ricorre al contributo delle grandi organizzazioni degli interessi la concertazione le relazioni tra le organizzazioni che rappresentano la società per surrogare la difficoltà che hanno i partiti alla politica di tra virgolette governare ma anche di di essere legittimi e poi dovunque non solo qui ma in italia molto come che noi assistiamo ad allargarsi progressivo del peso anche nell'economia del cosiddetto terzo settore cioè della società delle reti di solidarietà dell'associazionismo che subentra progressivamente dove si ritira lo stato dove si ritira il settore pubblico abbiamo un area detta è definita di terzo settore e che sta appunto tra il mercato del private tra il pubblico e il privato tra il mercato e il pubblico e che si dilata progressivamente sempre di più in una situazione è un quadro di questo genere effettivamente noi abbiamo ad esempio una pubblicizzazione progressiva un'istituzionalizzazione progressiva di molto settore di solidarietà di molte molte espressioni di muovere di di volontariato noi abbiamo oggi un esercito di volontari di professione lo dico con tutto il rispetto del caso non abbiamo una molteplicità di attività che vengono svolte da soggetti da attori che sono al di fuori del pubblico e svolgono una funzione pubblica ma sono ancora espressione della realtà sociale dall'altra parte arriviamo maggiormente nel terreno che mi più consueto amy più familiare noi ci siamo ci ritroviamo sempre di più di fronte a un sistema politico che si è arreso noi avevamo fino agli anni 80 i partiti di massa che in qualche modo inglobavano la società lo stato della società erano dei grandi contenitori che organizzavano all'interno di valori comuni anche eretti organizzative ai comuni la società e le sue articolazioni adesso questo non c'è più non ci sono più i partiti di male non è più possibile e non occorre neanche averne nostalgia non ci sono non potrebbero più esserci ma noi non assistiamo comunque ha un sistema politico che in grado di garantire di semplificare questo quadro ricordo ancora in questo caso penso sia una decina d'anni fa forse qualcosa di più che un librettino sulla nuova italia emergeva bagnasco diceva questo la politica dovrebbe fonti dovrebbe toccare il compito di semplificare questa società e questa realtà fortemente stratificata e articolata ecco noi quello a cui abbiamo assistito di fronte a una società che si è complicata articolata plan issata abbiamo assistito progressivamente a una società ha un sistema politico è una politica un'offerta politica si è modellata sulla società stessa la rappresenta non sa dire nè di sì nè di no aderisce e si ripiega su tutte le differenze le distinzioni di questa società eugenio scalfari un bellissimo editoriale di qualche mese fa parlò dello specchio spezzato e lo specchio rotto la politica e la rappresentanza al compito di rispecchiare la rappresentanza è per definizione rispecchiamento rappresentare significa dare un'immagine la società è tutta e sempre per definizione complessa fatta agli individui famiglie territori con testi classici ceti sta alla politica individuare dei punti di riferimento darsi degli obiettivi dare una immagine comune se tutti rappresenti in uno specchio e ti leghi insieme poi scoprire di non essere 250 individui ma una comunità è troppo però un gruppo di persone che sono venuti qui con un obiettivo comune li vedete insieme ma se io vi propongo 250 specchi personali in cui ciascuno di voi guarda la propria faccia e la propria immagine ecco che allora il mio compito è semplicemente di cedere derogare abdicare al mio ruolo è quello che sta avvenendo oggi non abbiamo una società fa stratificata no segmentata fatta di forti particolarismi abbiamo una società dove non esistono più le culture dominanti i valori dominanti è una società di minoranze dominanti di una pluralità di gruppi ciascuno dei quali in grado di imporre se stessi guardate le piazze il mondo cattolico non sarebbe mai sceso in piazza così 30 anni fa non avrebbe avuto bisogno 6 la società coincide con la società scende in piazza o file o bing e pressione quando sei minoranza oggi noi siamo una realtà nella quale tutti possono condizionare gli altri anche i tassisti i tassisti ma nonostante ciò che oggi c'è bersani io normalmente a roma a milano a me non pare che servizio se migliore paga lo stesso di prima cioè che sorriso dico la verità mi è sfuggito qualcosa forse però in realtà poi riesce a neutralizzare le decisioni in un modo o nell'altro ebbene la politica oggi è arrivata al culmine perché vi parlavo di capitale sociale capitale sociale e comunque l'insieme di fa riferimento parlavamo dei rapporti intergenerazionali rapporti terje nazionali padre figli e la famiglia abbiamo una famiglia rigida dove 70 per cento delle persone pensano ragionevolmente che i figli avranno una posizione raggiungeranno una posizione totale peggiore dei genitori anche per i genitori hanno raggiunto una buona posizione e non hanno nessuna intenzione di cederla per non parlare dei nonni abbiamo parlato dei dei gruppi quindi delle associazioni del terzo settore del volontariato abbiamo parlato del territorio e del cemento che il territorio fa per questi gruppi per queste società se prendete questa mappa la mappa del tesoro di cui parla cartocci con la rappresentazione nel territorio delle associazioni voi vedete il capitale sociale invece di essere tra virgolette unificante e discriminante le zone dove ci si associa di più sono le stesse dove lo erano 20 30 anni fa le persone che si associano di più sono coloro che hanno leggono più giornali sono più istruiti e sono di ceto medio e medio alto capite la politica a sua volta oggi non solo non ha più i partiti di massa ma di fatto oggi si è staccata largamente della società e si è fortemente frammentata il quadro della politica oggi vorrei fare un discorso qualunquista e vorrei fare molto analitico però analiticamente questo il quadro qua il quadro di un sistema politico in deciso che non può decidere che non può prendere nessuna decisione perché perché la legge elettorale e così si perché la legge elettorale così ma anche perché nessuno può decidere di perché siamo una democrazia del pubblico dove conta moltissimo l'opinione pubblica colta moltissimo il sondaggio del sondaggio lo trovi tutte le sere tutti i giorni sui giornali certo questa è una politica che non decide con una legge elettorale nella quale tutti hanno diritto di cittadinanza tutti a questo punto è questa strana miscela di staticità di fondo e frammentazione di superficie che ci dà l'idea di un paese che in grande movimento preso nel suo piccolo e che per fortuna reagisce continua a procedere si adatta ma visto nell'insieme è fermo non riesce a prendere le decisioni che gli servono non riesce avere un'immagine comune che fare di fronte un quadro di questo genere non ne ho la più pallida idea cioè questa è la prima cosa che mi verrebbe da dire anche se abbastanza evidente però cosa dovremmo fare alcune cose che si dovrebbero fare vista dal punto di vista della società perché sapete qua ci sono due tipi ad esempio di risposte normalmente ci sono risposte da sociologi e risposte da politologi e sociologi vi diranno che occorre di fatto trasformare trasformare il capitale sociale in capito il senso civico di trasferire le solidarietà corte in fiducia sistemica vedete noi abbiamo un paese nel quale la fiducia ad esempio questo interessante non solo l'italia e merita se voi misurate la fiducia delle persone su se stesse sulla propria famiglia sul proprio futuro personale e molto elevata il 90 per cento gli italiani dicono di essere soddisfatti e felici non è che lo dicano spontaneamente glielo chiedono in istituti di sondaggio però gli rispondono sì noi siamo felici e siete economicamente come vi sentite a bene come va l'economia italiana male come va il paese male come sarà il futuro male e questo un po questa dissociazione che peraltro abbastanza nuova fa sì che si possa si possa essere in un paese in cui l'economia va bene che si sente in declino un paese dove vanno bene i conti e il governo riesce a perdere l'erezione le elezioni pur essendo normalmente in tempi di maggioritario una conseguenza l'una dell'altra se tu sei felice se tu stai bene se dici che le cose non ti vanno male voti per il governo perde regolarmente per deve anche prima è una prima cosa su cui normalmente si dice occorrerebbe lavorare e che bisogna trasformare il capitale sociale in capitale sociale vero quello di cui parlano putnam fukuyama fiducia sistemica che i sistemi di fiducia locale di gruppo familiare possano essere messi in contatto in relazione reciproca che esistano quelle entità di scambio che permettono alla reciprocità di piccolo gruppo di piccola comunità di diventare fiducia sistemica oggi noi assistiamo invece a fiducia di micro gruppo che il fondamento dell'autodifesa e all'auto difesa degli altri e che sicuramente non si trasferisce comunque nel sistema nel suo insieme nelle istituzioni questo è un problema questa peraltro un'obiezione alla soluzione che normalmente viene data dal punto di vista politico se voi chiedete ai miei colleghi politologi danno una risposta che tipo istituzionale soprattutto la legge elettorale guardate che non hanno torto una legge elettorale di questo genere renderà ingovernabile il paese comunque sia quantunque vada con questa legge elettorale nessuno prende più di dieci senatori di vantaggio sull'altro schieramento nessuno è impossibile a meno che la sinistra non vinca in lombardia e il veneto cosa mi sentirei sinceramente di escludere e cosa che mi pare difficile comunque la destra mamma meno impossibile la destra non prevalga in emilia romagna e toscana se questo non avviene con questa legge più di dieci senatori non li prendi con dieci senatori qualsiasi gruppo tiene in ostaggio l'intera coalizione vabbè comunque la legge elettorale però poi noi ci ritroveremo lo stesso in un paese nel quale anche se troveremo la legge perfetta che come in francia permette a uno di comandare davvero avendo la maggioranza comunque del voto del suo paese non sarà riconosciuto da tutto il paese ma siano da quelli che l'hanno votato perché in un paese di particolarismi e di grandi divisioni se non ci si legittima reciprocamente nessuno è legittimato a governare su tutti manca il consenso sociale c'è un problema di consenso certo quindi la mia prima risposta è occorrerebbe porre il problema del capitale sociale come centrale ma far sì che il capitale sociale non si ha un capitale sociale egoista non capitale sociale sistemi si rovescia si traduce nel bene l'idea di bene comune nell'esistenza di bene comune dall'altra parte occorre evidentemente provavi mettere mano al sistema politico qui però proprio per chiudere direttamente torno alla prima questione io credo che oggi ci sia in italia per la società come per la politica come problema quello di cui vi ho parlato all'inizio che ho posto non solo a caso al primo posto il problema intergenerazionale del ricambio generazionale questo è un paese bloccato che non ha futuro perché non puoi avere futuro se ai 70 anni sessanta il tuo futuro ce l'hai dietro le spalle e quella la differenza tra i giovani e gli anziani e anziani il futuro celano dietro le spalle quindi non ce l'hanno un paese vecchio e un paese che non sa ricambio un paese dove non hai una carriera normale in cui uno a 80 anni ha legittimamente la speranza di diventare almeno presidente della repubblica invece di fare il consulente per quelli che sono più giovani di lui mettendo a frutto tutta la sua competenza e un paese che non può guardare avanti perché certo noi abbiamo un aspettativa di vita che va sempre più in là ma 80 anni vabbè 90 90 100 mammamia cioè e proprio la condanna la condanna dell'eterna giovinezza questa è davvero limite di rete che imperversa insomma e fausto mamma mia davvero lasciatemi morire in pace a un certo punto permettetemi diventare serenamente vecchio il problema della politica della società italiana e secondo me che è una fortemente dissipativa perché non ha meccanismi di rigenerazione 1 e non a meccanismi allo stesso tempo di conflitto questa è una società di conflitti latenti o che esplodono all'esterno in modo improvviso fortemente simbolici e il conflitto non c'è neanche tra le generazioni non c'è neanche tra genitori e figli non c'è frattura non c'è ricambio ad esempio il sistema politico italiano cela un problema certo di classe dirigente le classi dirigenti in italia sono un problema si quale di ricambio è semplicemente un problema generazionale no l'apertura di una società nasce dal fatto che si sia una società competitiva questa non è una società che non ama il mercato in cui agli imprenditori piace il mercato basta che sia competitivo per gli altri e non per se stessi in cui rapporto con lo stato le privatizzazioni fatte le indagini su quelle vanno benissimo però dopo vorresti e tutti gli italiani vorrebbero che venissero ri pubblicizzati gli stessi servizi siamo tutti i tassisti ci siamo tutti i tassisti perché tutti sono d'accordo con bersani sulla eliminazione l'abolizione dei privilegi di casta per all 80 per cento degli italiani vorrebbero che il loro figlio se si laurea in legge fosse iscritto a un albo degli avvocati che esiste dell'albo dei farmacisti vorrebbero comunque la tutela non ci piace un paese a cui non piace l'apertura questo è un problema ea cui non piace il conflitto non piace più ma può formarsi classe dirigente senza conflitto può emergere senza una selezione attiva forte anche violenta no partiti di massa hanno fatto anche questo sono stati meccanismi e soggetti di democratizzazione la democrazia cristiana il partito comunista hanno permesso a operai e contadini di andare i vertici dello stato di andare in parlamento ma chi mai ci va adesso non è possibile e se non c'è conflitto tra genitori e figli se non c'è rottura generazionale se il prossimo leader del partito democratico lo nominerà prodi e il prossimo partito della destra nominerà berlusconi che rinnovamente volete ci sia come potete pensare che emerga un outsider un uomo nuovo in un paese come questo in francia ho visto dove dicono e si lamentano che i loro partiti sono deboli perché hanno lui e mette almeno iscritti a meno iscritti della margherita dopo il congresso prima margherita metà iscritti torno al congresso sono raddoppiati beh lui ammette d'aver 300 mila iscritti e sono 150mila più di quando è arrivato sarkozy in francia si sono confrontate due figure che cinque anni fa nessuno avrebbe immaginato potessero contendersi la presidenza della repubblica francese sarkozy è passato sopra suo padre sua madre e suo nonno metaforicamente chirac è un uomo che è nato politicamente conoscerà è affatto fuori chirac nel 95 passando con balladur è andata male la d ora è stato fatto fuori è rientrato lo stesso a è entrato negli m pelo ha normalizzato si è fatti tutti i nemici li ha cacciati tutti fuori alla fine li ha tutti riuniti e ha vinto le sue lezioni un anno e due mesi fa guardate che era pop sera erano pochi tra i francesi che avrebbero immaginato che la candidata potesse essere ségolène royal una donna lo dico così di francia una donna poi una presidente di regione una che non faceva parte dell'apparato peggio che peggio eppure anno sono diventati i candidati dentro il loro partito battagliando dentro il loro partito e possibile questo in italia oggi è possibile che emerga un leader dell'una o dell'altra coalizione senza chiedere il permesso agli altri leader io vi dico no e vi dico anche che questo paese resterà immobile fino a che non ci saranno figli in grado di ammazzare solo metaforicamente i genitori leader in grado sindaci in grado di opporsi ai leader dei loro partiti nazionali gruppi sociali che riusciranno immaginare che i tassisti di turno che riusciranno immaginare che i loro interessi possono anche coincidere con quelli degli altri cittadini di questo paese che esiste un bene comune maggiore alle loro bene particolare allora smetteremo di essere un paese di far formiche brulicanti fermi nello stesso posto saremo probabilmente un paese in grado di guardare più avanti più giovane e quindi con un futuro perché solo i giovani hanno un futuro grazie professor diamanti grazie per la lucidità la passione e l'interesse che ha suscitato in tutti noi insomma certo c'è c'è un tratto inquietante nelle ultime parole un paese che non a cui non piace il conflitto un paese che resta fermo cioè non sono parole e motivi sui quali dovremo riflettere tutti noi che poi fanno eco con il familismo amorale con lealtà con concetti arcaici che ancora legano un po la nostra società questa idea di sarkozy che che tradisce il suo padrino politico per per spingersi in avanti tutto sommato sarebbe un po improbabile da novoli dove invece tutto unito alla democrazia è quello di brutto e cesar è che in cui bruto non era un traditore era il segno di una democrazia assolutamente beh insomma adesso per farla riposare io do qualche comunicazione di servizio prima che che che i nostri amici presenti possano intervenire perché abbiamo un microfono in sala e quindi vi pregherei di pensare a qualche brevissima riflessione soprattutto a qualche domanda da porre al professor diamanti dicendo nome cognome e magari anche professione insomma come dire lo stato dello stato e cliccandolo all'orlo stato lo stato civile ma insomma solo per far riposare nel frattempo il professor diamanti veramente qualche nota di comunicazione di servizio hanno angela merkel ha 53 anni zapatero 47 blair 54 sarkozy 52 prodi 68 berlusconi siamo da quelle parti insomma l'età media del parlamento e 62,5 anni l'età media dei nostri parlamentari ma anche le imprese subiscono un po questo questo questo e questo questa malattia il 40 per cento delle medie imprese che vivono e hanno una vita con maggiore di 30 anni hanno gli stessi fondatori alla guida non c'è non c'è un ricambio neanche nelle imprese e la prima domanda me la riserverei io insomma nel senso prima di dare la parola ma veramente come la risposta una riflessione o due suggestioni che mi ero messo da parte insomma un po per far bella figura che però secondo me si legano abbastanza bene che si avvicinano a quelle che erano con le conclusioni che dove arrivava dove arrivava professor diamanti o quando quando parlava della necessità del conflitto insomma di questa di questa italia ferma che rinuncia a rischiare a contrapporsi persino tra padre e figlio persone all'interno delle famiglie io alla ricerca insomma delle radici profonde dell'immobilismo oltre oltre alla declinazione ricca di motivazioni che ci ha fatto il professor diamanti o rintracciato un paio di un paio di frasi un e di raffaele simone che un linguista che ne manti conosce bene dice l'italiano non la beve non si fida e siccome non si fida e risentito contro tutto e contro tutti il risentimento favorisce la supremazia del passato sull'avvenire il passato vince sul futuro e questa è una e una delle cose l'altra l'altra e di giacomo leopardi insomma passiamo direttamente in tutt'altra epoca ma chissà se la natura degli italiani è sempre la stessa oppure oppure è cambiata questo veramente me lo chiedo discorso sopra lo stato presente dei costumi degli italiani una società dice riferendosi agli italiani stretta e intende coesa la società solidale insomma dice non può durare tra uomini continuamente desiderosi di scambiarsi segni di disprezzo l'uno con l'altro e insomma questo questo e questo e questo e giacomo leopardi naturalmente un pessimista come tutti sappiamo mi piacerebbe sapere come come come ilvo diamanti risponde a questo tipo di suggestioni e poi dopo questo se se si elevati di commentare brevemente poi passiamo la parola ai nostri amici che nel frattempo hanno avuto la possibilità di prepararsi domande sai io credo io non voglio dire che noi non siamo siamo sempre uguali io non sono lungi da me non sono pessimista come giacomo leopardi e soprattutto non sono giacomo leopardi parva licet che nel nostro paese cioè che in italia i cambiamenti è stata chiamata un certo periodo la modernizzazione abbia avuto i problemi che conosciamo è vero il dibattito in italia ancora negli anni cinquanta e sessanta verteva sui temi non lontani da questi la verità è che noi oggi siamo una società altamente post modernizzata cioè noi parliamo di un'italia che è molto diversa da questa allora poteva essere guardata anche dall'interno o dall'esterno una lunga letteratura sul carattere nazionale con un paese che aveva queste differenze perché poi io vi ho parlato degli italiani ho parlato volutamente come di un unicum senza distinguere anche se le distinzioni sono evidenti tra nord e sud perché almeno gli elementi di cui vi ho parlato fino adesso sono comune il localismo la problema dei rapporti il blocco intergenerazionale la forte stratificazione interna credo che oggi noi non siamo gli italiani di cui parlava quantomeno quantomeno leopardi anche se magari usiamo linguaggi simili per descriverli mentre penso che sia vero sì è vero quello che dice simone comunque che sia vero che noi abbiamo un problema che la nostra difficoltà di proiettarci nel food del futuro e di essere in buona per ragioni diverse ma qua discorso che dovrei fare ancora molto lungo che continuiamo a procedere una certa misura atta come dire legati al nostro passato e per altri versi condannati a essere legati al nostro passato quali aggiungo un elemento ad esempio che non so bene se non meglio io ho una mia idea ma non ve la dico adesso che sarebbe troppo complicato cioè dopo avervi detto tutto quello che vi ho detto sul sistema politico italiano che quello che ha in qualche modo più di tutti subito cambiamenti profondi tra tre paesi occidentali dopo il 1990 un paese che dopo l'emergere di silvio berlusconi ha in qualche modo innovato non uso lo uso in termini assolutamente asettici ha innovato nelle modalità di rapporto della società e politica imposto al marketing ha esposto la personalizzazione dove appunto a ogni elezione cambia la maggioranza politica e si scambiano i ruoli candidati gli stessi ma comunque si scambiano i ruoli in un paese come questo dove sembra ad esempio l'immagine delle ultime elezioni quelle del 2006 e della campagna elettorale sembrerebbe essere quella di una di una popolazione di elettori che hanno come dire votato sull'onda di una di una ford e dell'impatto mediatico dove qualcuno cioè silvio berlusconi si è preso sulle spalle il peso di una coalizione andando in televisione tutti i giorni o quasi fin quando ha potuto ha rimesso come ha smentito tutti i sondaggi e tutte le previsioni ebbene un paese come questo se voi fate come sto facendo io un po di analisi longitudinale di lungo periodo scoprireste scoprirete come ho fatto io che dal 96 al 2006 non è cambiato niente la relazione statistica del voto della distribuzione del voto sul territorio dei maggiori partiti e più del 90 per cento forza italia compresa vuol dire che il forte che le differenze di voto tra un partito e l'altro del partito tra un luogo e l'altro sono dettate semplicemente da dove era insediato prima dove vela a dirle vi dico di più se voi prendete come riferimento non i partiti ma le due coalizioni la correlazione statistica su base locale territoriale del voto dal 48 al mio 2006 e punto 72 è alto il massimo e cento vuol dire che la maggior parte anche in questo caso dei cambiamenti che avvengono tra un'elezione all'altra sono dettati da dove erano già 60 anni fa i partiti cioè una situazione come questa dove abbiamo l'immagine che tutto cambi in realtà il nostro passato e ancora molto forte il ruolo del radicamento il ruolo della continuità della tradizione è molto forte e qua ci stanno agli elementi che vi ho detto prima una realtà bassa mobilità demografica forte stabilità territoriale con le cerchie sociali che hanno comunque mantenuto una loro forza anche su base locale però a me scoprire che ancora adesso nel nord si vota almeno in quella che un tempo veniva chiamata la zona bianca nello stesso modo in cui si vedranno il 48 solo che hai un voto diverso il massimo del voto alla lega che si compensa e si scambia con forza italia queste stesse zone e che nelle nelle zone rosse si vota esattamente come si votava negli anni appena all'indomani del dopoguerra scoprire che in fondo forza italia tre aree di insediamento molto specifiche che sono spiegabili anche con quello che c'era prima una zona intorno a milano e quindi tra il piemonte e le zone bianche che va fine e prosegue fino fino alla liguria occidentale quindi fino a ponente e poi nella fede e da una struttura tirrenica tra lazio e campania e la sicilia ma è sempre quella è sempre quella dal 94 ad oggi per questo mi colpisce che colpisce mi pone delle c'è e allora come mai vinci o perdi le elezioni se poi votano tutti sempre come la volta prima esempio bene c'è spazio per le domande ora
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