Città in trasformazione
Incorpora video
Città in trasformazione
L’ex sindaco di New York, Bill De Blasio, in dialogo, sul tema delle città in trasformazione, con Gianluca Galletto, presidente di DG Advisors, e Laura La Posta, caporedattrice del Sole 24 Ore, ha ripercorso i temi fondamentali che, durante i suoi sette anni di mandato, hanno definito importanti azioni di cambiamento. Tra i punti cardine sui quali si è soffermato: l'edilizia abitativa sociale e sostenibile, i cambiamenti climatici e il processo migratorio che può portare sviluppo economico.
Sottotitoli creati dalla comunità Amara.org Sottotitoli creati dalla comunità Amara.org Sottotitoli creati dalla comunità Amara.org Sottotitoli creati dalla comunità Amara.org Sottotitoli creati dalla comunità Amara.org Sottotitoli creati dalla comunità Amara.org www.mesmerism.info Sottotitoli creati dalla comunità Amara.org Sottotitoli creati dalla comunità Amara.org Sottotitoli creati dalla comunità Amara.org www.mesmerism.info Sottotitoli creati dalla comunità Amara.org Sottotitoli creati dalla comunità Amara.org Sottotitoli creati dalla comunità Amara.org www.mesmerism.info Sottotitoli creati dalla comunità Amara.org Sottotitoli creati dalla comunità Amara.org Sottotitoli creati dalla comunità Amara.org Sottotitoli creati dalla comunità Amara.org Sottotitoli creati dalla comunità Amara.org Sottotitoli creati dalla comunità Amara.org Sottotitoli creati dalla comunità Amara.org Sottotitoli creati dalla comunità Amara.org Sottotitoli creati dalla comunità Amara.org Sottotitoli creati dalla comunità Amara.org Sottotitoli creati dalla comunità Amara.org Sottotitoli creati dalla comunità Amara.org Sottotitoli creati dalla comunità Amara.org Sottotitoli creati dalla comunità Amara.org Sottotitoli creati dalla comunità Amara.org Sottotitoli creati dalla comunità Amara.org Sottotitoli creati dalla comunità Amara.org Sottotitoli creati dalla comunità Amara.org Sottotitoli creati dalla comunità Amara.org Sottotitoli creati dalla comunità Amara.org Sottotitoli creati dalla comunità Amara.org Sottotitoli creati dalla comunità Amara.org Sottotitoli creati dalla comunità Amara.org Sottotitoli creati dalla comunità Amara.org Sottotitoli creati dalla comunità Amara.org Sottotitoli creati dalla comunità Amara.org Sottotitoli creati dalla comunità Amara.org Sottotitoli creati dalla comunità Amara.org Sottotitoli creati dalla comunità Amara.org Sottotitoli creati dalla comunità Amara.org Sottotitoli creati dalla comunità Amara.org Sottotitoli creati dalla comunità Amara.org Sottotitoli creati dalla comunità Amara.org Sottotitoli creati dalla comunità Amara.org Sottotitoli creati dalla comunità Amara.org Sottotitoli creati dalla comunità Amara.org Sottotitoli creati dalla comunità Amara.org Sottotitoli creati dalla comunità Amara.org Sottotitoli creati dalla comunità Amara.org Sottotitoli creati dalla comunità Amara.org Sottotitoli creati dalla comunità Amara.org Sottotitoli creati dalla comunità Amara.org Sottotitoli creati dalla comunità Amara.org Sottotitoli creati dalla comunità Amara.org Sottotitoli creati dalla comunità Amara.org Sottotitoli creati dalla comunità Amara.org Sottotitoli creati dalla comunità Amara.org Sottotitoli creati dalla comunità Amara.org Sottotitoli creati dalla comunità Amara.org Ma si non può anche ringraziare Gianluca Galletta per essere qui. Grazie. Forza Napoli! Forse lei è stata invitata anche per questo. Perché condividete la stessa passione per il Napoli. Bene. Al di là degli scherzi. Io ringrazio Gianluca. Io ringrazio Gianluca. Gianluca, tu lavori a New York. Collabori con Bill de Blasio nella New York State Authority. Housing Authority. E tu lavori anche come consulente. E ti occupi anche di commercio. Ma ne parlerete più tardi, giusto? Non voglio vedere questa espressione triste. Ma no, questa è un'espressione di una persona che in realtà è molto concentrata. Aspetto di capire di cosa parleremo. Io ho vissuto a New York per tre anni ho potuto vedere le trasformazioni che ci sono state. Grazie alla sua amministrazione. Quindi voi due avete anche lavorato insieme. Insieme siete riusciti a cambiare la città di New York. E devo dire, scusatemi, ma io mi sto un po' perdendo. Ecco. Allora, cosa volevo dire? Avete fatto un ottimo lavoro. E... Dunque, voi siete riusciti a costruire 200.000 o forse 300.000 alloggi convenzionati, alloggi di edilizia popolare per centinaia, per migliaia di persone che ora hanno la possibilità di vivere in questi alloggi a New York. Quindi, parlando di città periferiche, di aree periferiche di New York, parliamo proprio del centro di New York. Avete dato una possibilità ai cittadini di New York. Voi due, grazie alla vostra collaborazione, avete fatto delle cose grandissime. Ma non tutti sanno di questo, perché quando si parla di New York magari si può dire che New York è anche una città un po' sporca, ma in realtà avete fatto un ottimo lavoro. E vorrei capire anche qual è la sua visione del futuro delle città. Grazie. Buongiorno, buongiorno a tutti quanti. È così bello per me essere qui a Trento, grazie anche al sindaco. Allora, devo dire innanzitutto, io sono contentissimo di essere qui, perché l'idea è una differenza, città in trasformazione. È proprio quella di pensare al futuro, immaginare al futuro. Quello che succede troppo spesso è che in realtà non si pensa troppo al futuro. E lo dico soprattutto quando si pensa alla solidarietà nei confronti dei giovani. Anche voi giovani che siete qui, nel mio Paese, negli Stati Uniti d'America, questo vale anche per tutto il mondo industrializzato, perché il futuro non viene programmato pensando alle esigenze dei giovani italiani, come anche dei giovani americani, dei giovani di ogni parte del mondo, perché noi non stiamo preparandoci per le sfide che dovremo affrontare. Non lo dico come accademico, non lo dico come teorico, lo dico come una persona che ha governato la città di New York per diversi anni. Le sfide. Allora, brevemente, insieme al mio collega Gianluca, abbiamo collaborato per diversi anni. Ma ci chiediamo, perché la democrazia non funziona nel modo giusto non è in grado di creare un futuro che funziona? E non possiamo accettare questa cosa. È una situazione non tollerabile. Ci sono delle opportunità alle persone per migliorare le cose. Abbiamo, Laura ha menzionato prima, gli alloggi a prezzi sostenibili. Questo è un problema di tutti i paesi industrializzati nelle città grandi, ma anche nelle piccole. C'è una crisi universale, perché il sistema del mercato non si sta occupando dell'esigenza abitativa delle persone che lavorano, degli studenti, che sono in tutto il mondo, persone che sono costrette ad abbandonare le proprie città, città in cui hanno vissuto per anni. Questo perché il ruolo dei governi non è abbastanza aggressivo. Servono politiche per creare, per proteggere l'edilizia abitativa sostenibile, ma anche Airbnb. Airbnb è sicuramente una fonte di economia, di sviluppo economico, ma questo comporta degli svantaggi per i cittadini, per i residenti. Questo modello che non funziona è un modello che dobbiamo cambiare. Secondo luogo, il processo migratorio. È un processo che riguarda tutti i paesi soprattutto industrializzati. Ci sono degli aspetti controversi negli Stati Uniti che vengono gestiti, come anche in Italia. C'è una mancanza di logica che è alla base del nostro sistema politico. Vi do un esempio. Nella mia città 500.000 persone vivono a New York senza documenti. Almeno mezzo milione di persone sono immigrati illegali. Vivono nella nostra comunità. Vediamo in ogni parte del mondo con il calo del tasso di crescita nel mondo industrializzato. Abbiamo bisogno di nuove persone che possano aiutarci nel mondo del lavoro che ci aiutino a crescere. Però ci sono tanti politici che sono contrari a questa idea. Non va nell'interesse delle nuove generazioni anche nei vostri interessi, voi ragazzi che siete qui presenti. Servono delle riforme nel campo dell'immigrazione. Serve una politica di inclusione come cittadino di New York. Noi abbiamo sempre rispettato gli emigranti, le abbiamo accolti, conomicamente e socialmente siamo una delle principali città del mondo. Noi abbiamo sempre consapevolmente abbracciato, accolto l'immigrazione. Ovviamente ci preoccupiamo del clima. Siamo qui a Trento. Bellissima città, bellissimo clima. Però capiamo anche quali sono i pericoli per la nostra natura. Una crisi ambientale che è stata causata dall'uomo. Una crisi che continua. Ma purtroppo non viene fatto abbastanza. Delle volte ci sono più progressi a livello imprenditoriale meno progresso a livello governativo. E soprattutto si vedono più progressi a livello locale. Molto locale, piuttosto che a livello sopra locale, quindi a livello nazionale. E magari il sindaco di Trento mi può anche dare ragione. Abbiamo bisogno di risorse. Perché se vogliamo una democrazia che funzioni per il futuro deve essere collegata strettamente alle persone. Molto più di quello che adesso, se andate a Roma, a Washington, spesso vedete dei governi nazionali che magari non sono in grado di rispondere alle esigenze quotidiane delle persone. Parte della soluzione per me cos'è? La crisi. La crisi economica è una crisi come anche l'intelligenza artificiale. Io non penso che l'intelligenza artificiale porti quei cambiamenti positivi alla nostra vita. I sistemi medici. L'AI è una sfida per le persone. È una sfida per la nostra democrazia. È una minaccia per la nostra democrazia. E non c'è alcuna legge che regola l'AI. Le grandi aziende dell'AI stanno decidendo il nostro futuro. Stanno decidendo loro per noi. Non è una cosa accettabile. E questa accettazione dell'intelligenza artificiale degli sviluppi nel campo dell'AI non è una cosa buona. Però, noi abbiamo la possibilità di pretendere che questi grossi imprenditori, che queste aziende, non decidano il nostro futuro. Sono dei piccoli esempi. Piccoli esempi di quello che secondo me dobbiamo prendere in considerazione affrontando il futuro e poi concludendo andando alla parola Gianluca. Quello che io ho sperimentato a New York sicuramente non è stato perfetto. Ho fatto delle grandi cose, ma sicuramente ho fatto anche degli errori. Ma io penso che non dobbiamo accettare questo status quo incompleto. Siamo in grado di apportare dei cambiamenti soprattutto questo riguarda l'indirizia popolare sovvenzionata. E poi, sicuramente, possiamo fare qualcosa per quanto concerne la sfida ambientale. Ultima cosa. Quando vi capita di parlare di queste cose, queste trasformazioni, si tratta di sostenere i lavoratori, le persone. Abbiamo sufficienti fondi a disposizione. Potete dire, abbiamo bisogno di più alloggi di edilità popolare, abbiamo bisogno di più azioni per proteggere il clima. Spesso vi sentite rispondere, ma non abbiamo i soldi per aiutarvi. Non è vero. C'è tantissimo denaro in tutto il mondo. Ci sono fondi in ogni parte del mondo, ma sono nelle mani sbagliate. Allora, hai già detto tutto. In realtà io non so più che cosa dire, però sono totalmente d'accordo con quello che ha detto e ringrazio tutti per essere qui. Ringrazio anche per avermi invitata. È un'esperienza veramente fantastica. Io sono cresciuto qui, non qui in particolare, ma vengo dalla Sicilia. Ed essere a New York, vivere a New York per trent'anni è stato fantastico. In particolare ho potuto lavorare con questo uomo, soprattutto osservare quello che ha fatto tutte le cose che ha già nominato. Innanzitutto vorrei riflettere su alcune cose. Hai parlato dell'immigrazione. Io condivido totalmente quello che hai detto, in particolare essendo italiano. Quello che vedo succedere qui è una situazione un po' distorta, un discorso distorto, perché è un Paese che senza l'immigrazione sicuramente morirà dal mio punto di vista. Perché servono persone, servono anche gli migranti. Ti voglio fermare un attimo, perché la stessa cosa vale anche per gli Stati Uniti. Ne abbiamo già parlato. Credo sia estremamente importante che non pensare che quando parliamo dell'immigrazione si parli solo di persone che vogliono arrivare negli Stati Uniti per seguire il sogno americano. Negli Stati Uniti, se non arrivano nuovi immigrati, avremo sicuramente un problema. Abbiamo lo stesso problema di natalità che sta vivendo anche l'Europa. Quindi parlare di immigrazione viene sempre vissuto come un peso, in realtà. Però dobbiamo togliere la dimensione raziale e pensare. Stiamo parlando di esseri umani che vogliono creare una società, unendosi. E se l'immigrazione viene fermata, ovviamente il problema susisterà in futuro. Il problema principale, però, è che spesso le politiche sull'immigrazione vengono viste anche all'interno del quadro di sicurezza. Ma credo che debbano essere viste come un'opportunità economica, perché abbiamo bisogno di pochissime cose. Negli Stati Uniti, più della metà delle aziende tecnologiche sono state fondate effettivamente da immigrati. E gli immigrati hanno un'opinione che non sono mai fatti. E gli immigrati hanno una grandissima propensione verso la creazione di nuove aziende. Quindi sono persone che credono nel mercato, d è positivo. Ma è necessario anche fare in modo che si sentano integrati. Questo è anche parte del problema, sicuramente. C'è un dibattito politico. Non è solo un problema americano, non è solo un problema italiano. Credo che sia presente in tutto il mondo industriale. Ci sono vari dibattiti politici attivi. E dal punto di vista statunitense, vi vorrei dare un esempio di speranza. Io sono progressista, vengo dal Partito Democratico. Non voglio che il problema venga visto come piccolo, perché può succedere di tutto attualmente. Pensiamo alla situazione con Sanders. Conoscendo la vita politica americana, sarebbe stato impossibile per lui avere tutto questo successo, in qualità di candidato, ma anche di persona che è diventato l'influencer principale nel programma di Joe Biden. E ve lo dico, perché se si pensa solo allo stereotipo della politica americana che è polarizzata, pensando all'esperienza di Trump, al contempo però si è sviluppato anche questo movimento progressista che ha portato cambiamenti a livello politico, ma anche di governance. Se oggi possiamo parlare di migrazione in termini così negativi, non sarà sicuramente una condizione permanente. Non possiamo cambiare magari la terminologia i parametri. La stessa cosa vale anche per il clima. Parlando del clima, non si tratta solo di mettere il governo contro il settore privato ma anche di cambiamenti climatici. Dobbiamo essere terra a terra vedere le cose che succedono effettivamente. Anche qui in Italia ci sono state delle alluvioni ultimamente quindi c'è veramente una necessità tangibile che va modificata con l'approccio giusto. Credo che anche per noi sia necessario smettere a confronto il governo e il settore privato. Il settore privato, ovviamente, lo rispettiamo ne capiamo il ruolo necessario nella nostra società. Tuttavia, è bene iniziare dall'inizio. L'inizio è il popolo. E quindi, quali sono le necessità del popolo, dei cittadini? Quindi il clima, l'intelligenza artificiale, per me sono i timing caldi attualmente. Vediamo ancora questa situazione in cui le nozioni delle persone le necessità delle persone sono ancora un po' represse rispetto a quello che dovrebbero essere. Non credo che sia una situazione permanente. I movimenti sociali nell'affrontare la crisi climatica hanno sicuramente un forte impatto la comunità commerciale del business si sta spostando anche verso un supporto alle risorse rinnovabili. Quindi, anziché vedere una opposizione in questo senso, dovremmo pensarla diversamente supportare le persone per correggere anche le azioni sia dei governi sia del settore privato, perché vorrei fare appello ancora ai più giovani in questo senso anche ai miei figli che vivono in una situazione climatica inaccettabile. Queste alluvioni qui in Italia hanno sottolineato il fatto che questo modo di vivere non è accettabile d è tutto causato dall'uomo. Se non cambiamo questa situazione, o meglio, potremmo cambiare la situazione perché però non lo facciamo? Quindi potrebbe esserci un problema di visione un po' limitata. Ci rendiamo conto che sia nel commercio sia nel settore privato. Ci sono state diverse modalità nel fare le cose, ma adesso dobbiamo riunirci e prepararci a una reinterpretazione più radicale delle cose possibili da fare. In otto anni a New York ho visto delle trasformazioni veramente rapide so che è possibile. Il settore era molto diverso, nell'istruzione c'erano due livelli diversi delle scuole pubbliche. Abbiamo aggiunto due anni rispetto a quanto mai successo in passato. Le trasformazioni sociali ed economiche sono possibili se vengono richieste anche dai cittadini, se i cittadini vogliono farlo anziché solo stabilire delle regole. Gli edifici sono responsabili del 70% delle emissioni nella città di New York. Quindi gli edifici possono essere un grosso problema che possono anche rappresentare un'opportunità. Bisogna ripensare radicalmente cambiare radicalmente le nostre città. Un altro problema relativo agli edifici è che spesso gli studenti hanno bisogno di alloggi che possono permettersi anche le persone qui a Trento possono dire lo stesso. Il problema è reale. C'è una legge molto famosa implementata con il nuovo Green Deal, la legge 97, che riguarda le emissioni. E quello che è successo a New York, vorrei anche sentire il tuo punto di vista in seguito, è stata supportata questa legge anche dalle coalizioni, dai cittadini. Un altro punto che hai toccato è quello del governo. Ricordo cosa aveva detto Obama un po' di tempo fa. E' un problema potenziale, perché soltanto con il governo è possibile creare le competenze corrette. A volte ci ritroviamo parliamo di cosa fare, del settore privato, cosa non facciamo. Come hai detto tu, se non si cambia la modalità di pensiero ancora le cose non possono cambiare. Le partnership pubblico e privato hanno sicuramente un valore, ma il problema è il senso del limite che viene dato. Si può avere un piccolo impatto incrementale, ma i cambiamenti devono essere molto più importanti. Ne abbiamo bisogno in fretta. Ieri la Tamborini ha detto che stiamo vivendo un momento estremamente rapido in una maniera mai vissuta prima nel mondo. Qui stiamo vivendo dei cambiamenti storici che sono molto più rapidi di quanto mai vissuti nella storia. Ma il problema è che il nostro dialogo, le nostre politiche, invece sono rimaste indietro non riflettono questi cambiamenti. Non abbiamo tempo per abbandonare questa nozione di piccoli passi tra pubblico e privato. Non abbiamo più tempo per impatti di piccola scala. Dobbiamo cambiare il messaggio, cambiare la modalità di dialogare aprirci a nuove modalità. Per esempio la questione degli edifici. La nostra prima idea sono i mezzi di trasporto. Nelle grandi città gli edifici sono il problema più grande. Abbiamo creato questa legge che dice che i proprietari degli edifici, degli appartamenti, devono renderli efficienti a livello energetico o crearne di nuovi. Oppure avranno violato la legge non avranno la possibilità di ammodernire gli edifici già esistenti. Tanti non hanno apprezzato la legge, però dovevano farlo chiaramente. Per quanto riguarda gli edifici nuovi, non era più possibile utilizzare i combustibili fossili. Sono stati bannati totalmente. Per creazioni nuove bisognava affidarsi alle energie rinnovabili. Quando queste idee vengono poste al pubblico si inizia chiaramente a pensarci. Poi diventano normali soprattutto raggiungibili. Però non accade niente se non parte dalla nostra idea. Pensiamo all'abolizionismo americano. Quando si diceva la politica non si rinvoca. La politica non porta a nulla senza una richiesta. Quindi credo che si debba sicuramente aumentare la domanda, la richiesta. Pensiamo anche al settore dell'innovazione. Quei settori che dovrebbero fornire le soluzioni anche in termini di queste leggi sul clima. Spesso vedo il mercato il settore privato che un po' si lamenta per i prezzi che queste novità possono implicare. Però io lo vedo come una grandissima opportunità. Vedo nuove aziende che vengono dal Norte Europa o anche dagli Stati Uniti, che creano nuovi posti di lavoro. Io per esempio ho lavorato direttamente con le autorità per gli alloggi e quello che succedeva, che è successo in quel settore recentemente, anche pensando all'aspetto economico. Ha portato degli investimenti per lunghi anni, però è un punto molto importante riuscire a coinvolgere nelle decisioni anche proprio gli abitanti di questi edifici. Io personalmente non credo alle multinazionali o ai governi nazionali quando è sul fatto che ascoltino i cittadini e il popolo. Credo che sia più probabile che questo avvenga a livello locale quando i cittadini sono i primi che avanzano le proprie richieste. Quindi adesso abbiamo capito che dobbiamo sicuramente dare più potere a livello locale, ma l'altro punto che ha toccato Gianluca è anche importante. C'è un futuro pieno di fantastiche opportunità. Pensiamo alla trasformazione energetica. Sì, potrebbe presentarsi con una serie di nuovi posti di lavoro. Pensiamo alla creazione di nuovi alloggi sostenibili. Pensiamo alle aziende tecnologiche o alla necessità di creare degli alloggi che abbiamo bisogno. Anche lì ci sono sicuramente nuovi posti di lavoro. Pensiamo agli eventi migratori. Anche questo può portare sviluppo economico, ma penso anche ad altre aree, altri settori. Vediamo nel mondo industrializzato ci focalizziamo sull'istruzione anche lì c'è necessità di avere nuovi posti di lavoro. Pensiamo all'aspetto psicologico delle persone. La situazione che abbiamo impinto dopo la pandemia è che dobbiamo concentrarci molto di più sull'aspetto psicologico dei nostri cittadini. Anche quello può aprire nuovi posti di lavoro. Quando pensiamo al cambiamento della trasformazione, spesso partiamo con l'idea che servono troppi soldi o che le innovazioni in quei settori metteranno in difficoltà l'economia, ma in realtà i cambiamenti di trasformazione portano a una minore diseguaglianza. La trasformazione è quella di cui abbiamo bisogno proprio per salvare le nostre vite, ora e nel futuro. Non va contro il nostro interesse economico non limiterà le nostre risorse. Anzi, dobbiamo smettere di interpretare questi nuovi eventi in questione in questa maniera negativa. Sì, vorrei semplicemente aggiungere una cosa in questo senso. Allora, mentre tu eri sindaco ffettivamente ci siamo resi conto che è necessario chiaramente prendere delle decisioni anche importanti questo si può fare senza effettivamente creare degli effetti negativi per il mercato. Abbiamo visto varie modifiche, ma varie cambiamenti in termini di immigrazione, di alloggi, etc., però al contempo le persone avevano un po' paura di questi cambiamenti. New York è stata sempre la città più sicura anche prima della pandemia dopo la pandemia si temeva che quella città sia più sicura ma non è successo. Poi un altro timore riguardava la riduzione dei posti di lavoro soprattutto dal settore privato. Abbiamo capito che si possono fare tutte queste cose senza intaccare l'economia. Sì, è ragione. Gianluca stava parlando del fatto che tutto quello che abbiamo fatto è stato andare contro questi stereotipi di cambiare le politiche per rendere più rispettose delle comunità, delle minoranze etniche. C'era questo timore di avere meno sicurezza in città, ma in realtà questi cambiamenti hanno solo creato una maggiore mutualità maggiore collaborazione. Abbiamo ridistribuito il benessere, abbiamo introdotto politiche più eque, abbiamo aumentato i redditi minimi, abbiamo aumentato i posti di lavoro abbiamo investito nelle persone. Quindi con la legislazione climatica tanti si sono lamentati effettivamente. C'era anche questo timore che le cose sarebbero cambiate, però se ci preoccupiamo di queste questioni dobbiamo anche al contempo preoccuparci di andare contro questi stereotipi di cui si parlava prima, che spesso non sono nemmeno veri, perché se qualcuno per esempio qui dicesse a me piace tutto quello che abbiamo non lo voglio cambiare, questo status quo è perfetto, stiamo seguendo la strada giusta, allora ignorate quello che sto dicendo. Penso che molti di voi possano pensare forse non stiamo proprio dando il meglio quindi allora non è necessario, non dobbiamo più accettare questi stereotipi, dobbiamo pensare che cosa è possibile fare, quale sarà l'impatto dei cambiamenti. Superando anche questo fattore della paura non sappiamo che cosa... Io sinceramente non sono pessimista, quindi tendo a vedere sempre il lato positivo, non posso sicuramente credere nel fatto che ci può essere qualcosa di meglio, sia l'innovazione può essere anche nostra amica, si possono cambiare le cose senza cambiare per forza il commercio o il business. Gianluca, prima tu hai parlato della strategia di investimento, ti sei occupato della diplomazia degli investimenti a New York, molte aziende tecnologiche sono venute a New York a quello che avete fatto voi. Sì, effettivamente è un'altra delle cose che abbiamo fatto bene, anche sotto De Blasio abbiamo messo in atto molte di queste iniziative di cui abbiamo parlato. Al contempo New York è diventata la seconda città più importante in termini di innovazione. Due giorni fa tra l'altro abbiamo saputo che a Manhattan ci sono molti più alloggi rispetto a San Francisco questo si parla di trasformazione, chiaramente ho anche scritto un libro, ccolo qui, quindi facciamo un po' di promozione, quindi tutto quello che è successo è riportato, insomma, molti esempi di ciò che è avvenuto negli ultimi anni è che è possibile aiutare a creare un nuovo ecosistema formato da nuove aziende, ma anche nuovi lavoratori che lavorino insieme, che collaborano, focalizzandosi anche sull'attivismo per risolvere determinati problemi. Credo che questo sia un po' diverso in effetti a New York rispetto a San Francisco perché in parte delle aziende tecnologiche sono più concentrate sulle aspetti sociali, sono meno, diciamo, megalomani, quindi non vogliono, diciamo, risolvere tutti i problemi del mondo. Sì, effettivamente più ci siamo rafforzati a livello di aziende tecnologiche nella città. All'inizio ero magari anche un po' preoccupato perché si vedeva quasi un fervore religioso nel loro essere così certi che avrebbero potuto risolvere i problemi senza di noi e quindi questo è magari uno dei problemi che sta alla base della questione dell'intelligenza artificiale perché molte persone credono che possano decidere per noi. E questo può essere pericoloso, manca l'umiltà e l'introspezione, quindi credo che siamo noi che dobbiamo a quel punto prendere la parola mettere le persone al proprio posto, però vorrei magari anche incoraggiare un po' le domande. Quindi vorrei imporvi delle domande alzate la mano, per favore. Quante di voi sono ottimisti rispetto al futuro? Quindi in questa stanza è molto più progredita rispetto agli altri incontri a cui potremo assistere qui in Italia, però chiaramente siamo a Trento, ci sono persone intelligenti, molti studenti. Comunque io sono ottimista, infatti credo che il pessimismo abbia preso anche il dibattito politico negli Stati Uniti, quindi si può agire soltanto se si possono cambiare le cose. Abbiamo ancora 15 minuti per qualche domanda, quindi chiunque abbia domande, alzi la mano. Pensiamo al futuro, come possiamo agire, come possiamo lavorare per il futuro, nel frattempo chi ha domande, alzi la mano. Gianluca, nel frattempo vorrei dire qualcosa. Sì, volevo solo ricordare una cosa. Uno dei suoi studenti ha detto che ha paura del futuro. Questa paura nei confronti del futuro. Io insegno l'Università di New York ho avuto un incontro di questo tipo con i miei studenti e ho chiesto la stessa domanda. I miei studenti hanno detto che vorremmo più sicurezza sicurezza all'interno di una società democratica. Queste persone hanno detto che non trovano sicurezza. Io ho risposto che capisco il tuo timore, però ti incoraggio, perché sicuramente nella democrazia ci devono essere delle protezioni. In una democrazia possiamo sempre ascoltare la voce delle persone. Ma tantissimi si pongono a questa domanda in America. Grazie per averci introdotto a questa discussione così interessante. In realtà ho tante domande, però ci sono molte, perché ci sono molte persone che mi hanno chiesto che vogliono rimettere in una domanda. Semplice domanda. Anche io ho vissuto a New York per quasi un anno. Sfortunatamente, proprio all'inizio della pandemia, quindi 2019-2020, ho 26 anni. E ero a New York perché anche io seguivo il sogno americano. Poi sono ritornato in Italia contento di ritornare in Italia. Sono passati un paio di anni adesso io, ascoltandola, mi ricordo le mie esperienze a New York mi chiedo, ma lei cosa ritiene che sia effettivamente cambiato durante la pandemia? Io ero a New York per una specie di scambio culturale , ad esempio, la famiglia con cui stavo viveva inizialmente a Staten Island, si è trasferita nel New Jersey. Cosa è cambiato in seguito a causa della pandemia? Quello che intendo dire è che in realtà l'America e l'Italia hanno affrontato la pandemia in modo diverso, però forse il problema era comune. Allora, vediamo la risposta. La cosa interessante dei cambiamenti che sono scaturiti dalla pandemia è che hanno riflesso in realtà amplificato le problematiche sociali. Io ritengo che il processo sia diventato più veloce. Noi abbiamo attraversato gli anni terribili durante la pandemia, ma c'erano comunque persone che non avevano accesso all'assistenza sanitaria. Sono morte tantissime persone. La pandemia ha reso più chiara questa situazione. I problemi psicologici, la salute mentale delle persone, è peggiorata. Mancanza di posti di lavoro. La pandemia ha reso più evidente questo problema. La pandemia è stato un momento nella nostra storia che probabilmente ci ha fatto capire che dobbiamo fare qualcosa, è stata una situazione devastante. Però la risposta dell'uomo è stata incredibile. È stata una risposta velocissima. Il livello di collaborazione internazionale è stato straordinario. Il fatto che le persone nelle diverse parti del mondo hanno mostrato resilienza, in Italia come anche in New York, ha potuto trare un'ispirazione ho capito che proprio nei momenti di sfida, di crisi, probabilmente insieme al vaccino c'è stata inoculata anche questa forza, questa resistenza, questa voglia di affrontare il futuro. Ho fiducia nei confronti delle nuove generazioni di queste generazioni con cui sto parlando oggi. Devo dire che ci sono diversi articoli in Italia che sono stati scritti su New York tendono ad essere abbastanza negativi. In realtà gli articoli che avevano scritti su New York in Italia sono un po' troppo esagerati. In realtà sono più le persone che vengono a New York rispetto a quelle che lasciano New York. Quindi non è vero che le persone abbandonano New York. Ci sono anzi troppe persone che vogliono venire a New York. Altre domande? Due domande rapide. Innanzitutto, buongiorno, signor de Blasio. Io sono un insegnante di un gruppo di studenti di Milano. La mia domanda è come gli studenti possono essere parte di questa trasformazione in termini pratici? Domanda eccezionale, grazie. Questo mi porta a questa domanda. Come prepariamo i giovani al loro ruolo di leader nel futuro nella nostra società? Per quanto concerne la mia prospettiva americana, io posso dire che il nostro sistema educativo non è proprio perfetto. Gli insegniamo la chimica, la fisica, la literatura, ma non li prepariamo ad affrontare le sfide del futuro a livello sociale, a livello finanziario. Non forniamo ai nostri studenti un atteggiamento giusto nei confronti ad esempio dell'attivismo, dell'educazione civica. Non insegniamo l'educazione civica. Non insegniamo ai nostri studenti come essere dei bravi cittadini, come affrontare le sfide del clima. Devo dire che siamo tutti sulla stessa barca, in Italia, in America. I problemi ambientali sono problemi globali che però si manifestano a livello locale. Noi vogliamo che i nostri giovani siano partecipi. Non si tratta semplicemente di protestare, ma si tratta di essere partecipi anche a livello pratico, che vuol dire insegnarli a piantare un albero, veramente protestare, parlare con i leader essere partecipi di questo processo di cambiamento. Al di là del colore politico, è importante che i giovani partecipino al mondo. Lei ha menzionato una cosa molto importante. L'aspetto demografico, le tendenze demografiche. Un problema per l'Italia come per l'America. E ha detto che l'immigrazione potrebbe essere la soluzione. Ha detto che servono delle politiche più attente di sostegno di risposta. In Italia, queste problematiche sono problematiche attuali, ormai da trent'anni. Ci sono dei cambiamenti demografici, ma non penso che quello che è stato fatto finora abbia avuto successo. Servono forse delle politiche più chiare a livello migratorio? Io vedo che tante emigratiche, che vengono in Italia, scappano dalla povertà. In realtà preferirebbero rimanere nel loro paese se avessero delle possibilità nel loro paese. Ma perché non possiamo dare a queste persone che vengono in Italia la possibilità di ritornare nel loro paese? Io la ringrazio per questo esempio, perché sicuramente in America in altri paesi al sud rispetto agli Stati Uniti stanno affrontando delle crisi economiche devastanti. Dovremo aiutare questi paesi a migliorare le condizioni di vita all'interno dei loro confini. Ma questo è un processo che richiederebbe decenni. Ha a che fare con la degenerazione che va avanti da anni in certi paesi. Ad esempio la Siria. Noi non possiamo cambiare le condizioni dei singoli paesi. Noi politici, noi umanità. Noi non possiamo imporre delle condizioni di vita migliori nei paesi. Come possiamo farlo? Quello che possiamo dire è che noi abbiamo un salo della natalità non capiamo cosa significa essere italiani cosa significa essere americani. Dal punto di vista dei new yorkesi, devo dire che a New York non c'è un gruppo etnico dominante. Tre milioni di persone vengono dall'America latina. 15% della popolazione viene dall'Asia. Un altro 10% dall'Europa. Questo perché? Perché noi funzionalmente abbiamo deciso che non ci deve essere un'unica identità di cittadino di New York. La stessa cosa vale per l'America. In America, ad esempio, la prima popolazione come numero è la popolazione che viene dall'Europa seguita poi dalle persone afro-americane. E questo va bene perché è l'America di cui abbracciamo i valori. Ma la stessa cosa accade in Italia, in Europa. Le persone che vengono qui vengono accolte e abbracciano i fondamenti democratici di questi paesi. Però ricordiamo quello che ho detto all'inizio. Ci sono 500 mila immigrati irregolari a New York. E ne parlavamo proprio prima. 500 mila immigrati irregolari senza i quali New York non funzionerebbe. Io adoro la mia città, io adoro il mio paese, adoro la mia cultura. E io devo dire non ho paura dell'immigrazione. Abbiamo bisogno di immigrazione, però il dialogo sull'immigrazione sia in America che in Italia perché le persone che vengono qui scappano dalla repressione, scappano dalla povertà. Non tutti gli immigrati hanno il giusto livello di istruzione, però non abbiamo bisogno solo di laureati. Abbiamo bisogno di persone con diversi livelli di istruzione. Perché ci sono tantissimi posti di lavoro che richiedono diverse competenze. Quindi dobbiamo capire il tipo di immigrazione come gestire l'immigrazione correttamente. Io non penso che sia utile aiutare le persone e le famiglie con sussidi, ad esempio, e tenerli ai margini della società. Piuttosto è utile aiutarli in modo diverso magari costruire, creare un sistema di asilo gratuito disponibile per tutte le famiglie in modo che i genitori o magari anche le madri singole non debbano spendere una fortuna per andare a lavorare e avere una struttura che si occupi dei propri figli. Grazie, grazie tantissimo. Posso avere una copia di questo libro? Grazie. E vorrei citare Roosevelt. Bene, ci sono anche altre copie che sono in vendita. Bill, prima che ti lasciamo il microfono per le conclusioni. Roosevelt diceva che la libertà della democrazia è quella che rende forte una nazione. E questo, penso, è quello che ha fatto questo, penso, è esattamente quello che hai detto prima. Sì, fatemi finire brevemente dicendo che, riportandoci all'argomento dei cambiamenti climatici, c'è il Green New Deal in America, questa nuova legge che impone dei limiti molto severi sulle emissioni. Green New Deal è un termine che viene utilizzato per dire vogliamo cambiare le cose, ma anche per ricordarci che il primo New Deal, che sembrava impossibile, ha portato dei grandissimi cambiamenti, cambiamenti che non erano mai stati neppure immaginati negli Stati Uniti nel giro di pochi anni. Il New Deal è stata la politica l'economia e la società statunitesa. Quindi con il Green New Deal noi vogliamo portare dei grandissimi cambiamenti anche a livello ambientale. Bill, vogliamo vederti alla Casa Bianca. Ti vogliamo vedere alla Casa Bianca. Grazie. Grazie mille. Thank you. Very cheap. Grazie. Paola, adesso segue il nostro secondo panel. Grazie, Laura. Invito i panelist di questa prima sessione. Abbiamo diviso in due momenti questa sessione. Invito il già presentato sindaco di Trento, Franco Ianezelli, a raggiungermi sul palco. Manfredi Catella, Sio di Coima Giovanna Della Posta, Sio di Invimit SGR. Abbiamo sentito veramente molti temi dei quali abbiamo parlato anche noi in tanti anni per quanto riguarda il tema della rigenerazione urbana, della trasformazione delle città. La trasformazione è il sottotitolo del festival Il futuro del futuro. Come diceva prima Laura, oggi le nostre città non sono sostenibili, non lo sono ancora. Bisogna cambiare forse paradigma, pensarle in maniera diversa, avere una diversa progettualità, una diversa visione. Manfredi, vorrei iniziare con te e chiederti a che punto sono nella trasformazione urbana nella rigenerazione? Grazie Paola, grazie per l'invito. Pensate all'architettura. L'architettura è l'immagine della civiltà che l'ha espressa. Se pensate alle architetture degli anni 80, degli anni 90, sono architetture che peraltro vengono molto dalla cultura americana. Quindi rappresentano i grattacieli spesso sono rappresentate dalle grandi città. Pensate qual è la cultura dominante delle società occidentali di quel periodo. Il periodo era quello di un capitalismo fondamentalmente a una dimensione, cioè la massimizzazione del profitto in qualche modo trovava un equilibrio complessivo. Cosa che oggi ha dimostrato culturalmente tutta la sua fragilità, nel senso che la dimensione del profitto da sola non basta. Infatti, adesso che si parla di ISG o sostenibilità, come lo vogliamo dire, sostanzialmente hai tre dimensioni. Quell'ambientale sociale o naturalmente quella economica. Quindi quello che stiamo assistendo in effetti in modo accelerato, come Bill raccontava, è quello del crollo di un modello culturale economico che era quello delle nostre società occidentali particolarmente nel passato. Veniamo alle città. Il modello prevalente dello sviluppo delle città era grandi città vinceranno. In realtà questa è un'affermazione se volete superficiale perché qualunque fenomeno, qualunque dinamica, oltre una certa dimensione. Pensate alle città, più grandi diventano, più difficili diventano da raggiungere, hai bisogno di trasporti pubblici, più esclusive diventano, meno inclusive, meno sicure e sicuramente meno sostenibile. Quindi, veniamo alle città italiane. Noi abbiamo la fortuna di essere gli ultimi. Cioè eravamo i primi, nel senso che sicuramente non avevamo la facilità nel fare le nostre città, quindi mi riferisco a qualche anno fa. Poi ce lo siamo dimenticati che avevamo una vocazione straordinaria nel fare grandi città siamo stati fermi, quindi siamo diventati improvvisamente gli ultimi del gruppo di quelli che fanno le città. Per essere pratici, pensate alle città americane, alle grandi città asiatiche, alle città europee, Londra, Parigi, quando queste città si sono trasformate? Si sono trasformate negli anni 80, negli anni 90 negli anni 2000. Quindi si sono trasformate rispetto a un modello culturale che non è più attuale. E Billy, nella sua racconta, l'ha anche rappresentato. Il problema qual è? Che una città non la cambi, fai fatica a cambiarla, perché è una roba fisica, è una roba che esiste, non la puoi buttare giù e ricostruire. Quindi improvvisamente da essere gli ultimi possiamo diventare i primi, perché in realtà noi non abbiamo rigenerato le nostre città in questi ultimi anni forse questo è stato bene. A volte l'immobilismo premia, perché adesso le possiamo pensare in un modo invece attuale, con il modello che forse tutti noi diventiamo consapevoli che dovrà guidare le scelte politiche, le scelte imprenditoriali e così via. Concludo facendo un esempio molto pratico per poi arrivare a terra con concretezza. Mega città hanno delle fragilità enormi. Noi abbiamo un paese che è fatto di città piccole. Se volete, con l'unica eccezione di Roma, ma se la confrontiamo con le megalopoli, sicuramente anche Roma non è una megalopoli, ma tutte le altre sono piccole. Evidentemente abbiamo preso atto tutti che la pandemia non ha riportato le persone nei borghi come nella nebbia della pandemia. In realtà non è così. La gente sta continuando a andare verso le città. Il problema è che a questo punto, se tu concentri i flussi migratori in una città, quella città dovrà crescere con tutte le inefficienze del caso. Se noi investiamo in infrastruttura, invece che in città, a questo punto noi colleghiamo le città, parliamo di modello di città di 15 minuti, perché noi italiani a volte ci piace ripetere quello che dicono gli altri. La città delle 15 minuti è una disperazione di città come Parigi che sono diventate troppo grandi e le devono spezzettare per andare da qui alla fine di Trento. Nel piano, in 15 minuti, vado dalla periferia al centro. Quindi il nostro modello, forse un modello un pochino più lungo di 15 minuti, magari di 40, ma io in 40 vado a Genova, vado a Torino, vado a Brescia. Quindi se uno investe nelle infrastrutture, questo è un tema di governo, un tema di politica nazionale, a questo punto riattivo quello che altrimenti si svuota poi mi fermo qua perché vediamo quelli sono gli effetti dello svuotamento anche rispetto a uno dei temi di cui si è parlato come l'edilizia sociale. Grazie. Giovanna, ripartendo da qui, per chiaramente portare avanti i progetti di sviluppo è necessario attirare i capitali, attirare i capitali con dei progetti, con delle idee, con delle idee anche innovative. Voi cosa state facendo per portare il vostro modello in città che non siano la solita Milano, la solita Roma, perché l'investitore internazionale che non conosce il paese quando arriva ha sempre solo una meta. In realtà l'Italia è ricca di tantissime città, tantissime città che possono offrire investimenti immobiliari, sviluppo, rigenerazione, inventandosi delle idee per attirare chiaramente questi capitali. Sì, grazie Paola. Beh, sicuramente il patrimonio pubblico che è quello a cui noi guardiamo è una risorsa di un valore inestimabile. È qualcosa che però è ampiamente sconosciuto e sottotilizzato c'è poi questa, diciamo, idea che siccome pubblico sono necessari i soldi pubblici. Ecco, noi non usiamo soldi pubblici, ma noi cerchiamo investimenti privati da fare sugli asset pubblici. Esattamente il contrario di quello che è avvenuto nella economica che abbiamo visto, no? Del bonus dove abbiamo speso soldi pubblici su beni privati. Ecco, noi lavoriamo in senso opposto i nostri progetti partono proprio dal supporto che possiamo dare agli enti che posseggono l'85% di questo patrimonio. Noi sappiamo dai censimenti fatti che vale circa 300 miliardi, che sembra un numero molto elevato, ma è vero, quando si parla di rigenerazione noi sappiamo che in Italia abbiamo 28 miliardi di metri quadrati di terreni di cui 16 miliardi sono boschivi, ok? Abbiamo almeno un miliardo e tre di metri quadrati in aree urbanizzate, quindi sono tutti candidabili a progetti di rigenerazione. Perché non si fanno questi progetti di rigenerazione? Perché il comune non ha la disponibilità di mezzi, non ha la disponibilità di strumenti per poter accedere al mercato dei capitali. È un mercato estremamente liquido e ricettivo. Quello che noi facciamo, invece, è proprio quello di parlare la stessa lingua dell'investitore. Quindi componiamo dei fondi e io e il mio team andiamo in giro nel mondo a bussare alla porta dei grandi fondi dove non è mai andato prima nessuno. Ma perché non c'è già un canale aperto? È un canale che è un po' quello che stiamo facendo noi. Noi siamo 40 persone, non è che siamo 4.000, siamo 40. Ad oggi abbiamo incassato in 40 persone 400 milioni di euro in poco più di tre anni. Ora, se voi immaginate che di fronte a numeri io quando sono arrivata i nostri fondi distribuivano 8 milioni di euro. Oggi i nostri fondi hanno distribuito, quindi al netto dei costi, al netto di tutto, 400 milioni in poco più di tre anni. Con 40 persone, facciamo una divisione, 10 milioni a testa, cioè questi ragazzi hanno trottato veramente. Cosa serve? Serve una mentalità diversa. E forse anche dei progetti concreti da portare. Noi vendiamo progetti, cioè io sono uscita dal loop del vendere l'immobile, del vendere l'oggetto. Io vendo dei progetti e la cosa più bella ancora è che spesso vendiamo i progetti gli investitori ci chiedono di continuare a gestirli, che è quasi una cosa impensabile, pure noi abbiamo una quota del nostro patrimonio che è privatizzato e i nostri investitori ci stanno chiedendo di continuare a gestire. Io dico sempre che è come Davide che sconfisse Golia. Noi siamo il Davide della situazione. Ma come lo ha sconfitto? Cioè, lo ha sconfitto con l'ingegno, lo ha sconfitto sì, col coraggio, sicuramente con la fede, ma con l'ingegno e con gli strumenti. Non possiamo pensare di lasciare 8.000 comuni a dialogare con gli investitori senza immaginare un punto, un hub di raccolta dove noi rappresentiamo un gate per gli investitori privati, mettiamo un po' di equity pubblica perché noi abbiamo anche equity pubblica da poter investire facciamo un co-investimento. Questo modello, portato in giro nel mondo, vi posso assicurare che sta dando dei risultati straordinari. E va implementato appunto più nelle città piccole dove è più difficile che gli investitori ci vadano infatti nei prossimi giorni, nel giro di una settimana che l'operazione sarà approvata, noi faremo un'operazione su scala nazionale per supportare i comuni che non si è mai vista in precedenza. E qui parliamo di creatività anche nelle maglie del pubblico, perché ovviamente non vi racconto quante norme dobbiamo rispettare, ma pur rispettando tutte le norme, la nostra creatività ci sta consentendo di mettere sul mercato delle cose disruptive. Io sentivo prima che Aletho ne parlava, che si può essere disruptive anche nel mondo pubblico. Noi lo faremo nelle prossime settimane, massimo 7-10 giorni, i comuni potranno vedere qualcosa che non avevano mai visto prima. Però questo è nostro ruolo. Sindaco, Trento è una delle città che si sta rigenerando. L'anno scorso abbiamo raccontato quello che è il progetto che state facendo dell'interramento della ferrovia. Ci vuole dire a che punto siete poi raccontare un pochino cosa sta succedendo in città? Volentieri grazie. Mi viene un po' da sorridere perché l'anno scorso, sempre al festival, ho partecipato al dibattito sulla rigenerazione delle città con tanti milanesi. E quando ero tornato a casa, mi ero anche scociato, secondo me, a metà dibattito, perché era molto Milano, Milano, Milano. E stamattina mia moglie mi ha detto, cosa fai oggi? Ho detto, ma no, oggi non Milano, proprio abbiamo New York, invece, come riferimento, no? E allora, qual è il punto secondo me? Io sono sindaco di questa città meravigliosa, però nonostante sia sindaco, alle volte, quando agli incontri di comunità, sento i cittadini o qualcuno che dice, c'è proprio il posto più bello del mondo e si chiama Trento. Io ci penso all'abitante di New York e dice, purtroppo però non vivo a Trento, no? Uno che sta a Istanbul sul bosfo, lo dice, ma che sfiga di non essere... Ma non lo dico per denigrarci, io penso che il punto è questo. C'è uno scritto bellissimo che ha scritto questo regista francese, si chiama Luc Mullet, nel 1964, il titolo, lui è un francese, si chiama Necessità di Trento. Lui era qui per il Trento Film Festival. Noi abbiamo il festival del cinema di montagna, tra i più importanti al mondo. E lui parlava della necessità di Trento dicendo, beh, questa è la città ideale per fare un festival sul cinema di montagna, perché siamo urbano alpini. E allora, secondo me, per chi sta in città di media dimensioni, il punto è proprio trovarla alla necessità della propria città. C'è a che fare con la visione, con quello che tu sei. La necessità di Trento è essere l'ultimo avamposto italiano rispetto al mondo di lingua tedesca. Questa è una necessità di Trento, perché non ci sono altre città che sono questo. La necessità di Trento è stare in una città per chi ama la montagna, in pochi minuti, sci di inverno, fai scelpinismo, oppure vai a nuotare in un lago questa cosa non la puoi fare da altre parti. Io credo che questo sia fondamentale. E uscire dal provincialismo di ciascuno che dice siamo nel posto più bello del mondo, perché è ridicolo, onestamente, ciascuno di noi trovare la propria necessità. Mi ricollego a quello che tu dicevi sul ruolo che hanno le città italiane di medie dimensioni di alta qualità della vita. Noi, per carità, adesso normalmente siamo primi, secondi, terze in tutte le classifiche che fa solo le 24 ore. Anche prima che solo le 24 ore organizzasse il Festival d'Economia, voglio chiarire questo aspetto e ci va bene. Ma arriverà un anno in cui diventiamo sesti o settimi e pace. Noi siamo primi sull'ecosistema urbano, secondi sulla qualità della vita. Il punto è città e medie dimensioni che hanno qualità della vita che rimangano città. Ho saputo che questa mattina gli studenti di sociologia hanno occupato sociologia, protestando contro il Festival. Non che io ho fatto sociologia, sono laureato in sociologia, non che vada sempre d'accordo con loro. La penultima volta che sono andato a parlare da sindaco mi hanno sputato in faccia c'era il Covid, quindi ero anche, diciamo, un po' preoccupato per la cosa. Ma va bene, perché il punto è che poi si rimanga città nelle quali c'è scontro, c'è conflitto, c'è dialettica, perché questo poi è la differenza tra una città un posto che veramente ha poco da dire, cioè che ci sia scontro. Sui nostri dialettica, sui nostri progetti, allora, come è capitato altre volte nella storia, siamo in mezzo a una roba un po' grande, perché a metà dell'Ottocento noi eravamo sotto l'Austria, i miei parenti hanno combattuto nella Prima Guerra Mondiale. Ieri il ministro Crozetto ha detto l'Italia è stata forgiata nella Prima Guerra Mondiale dove i nostri soldati, i miei parenti hanno combattuto, ma dalla parte degli austriaci, perché così funzionava qui. E vuol dire che la nostra è una memoria complessa da questo punto di vista, perché questa è stata una provincia contesa nella Prima Guerra Mondiale. A metà dell'Ottocento gli austriaci avevano deciso che bisognava fare la ferrovia per ragioni militari , già che ci si era, si spostava il fiume. Noi siamo qui, ma da qui al Piazza Duomo ci passava il fiume, no? È stato fatto un grandissimo, a metà dell'Ottocento, una grandissima trasformazione urbana. Ecco, una rigenerazione fatta che hanno deciso di farla c'erano anche ragioni sanitari di salubrita. Adesso che succede? Siccome dobbiamo collegarci, d è importantissimo, nel 2030 aprirà il tunnel del Brennero, quindi significa che i treni non vanno più a 1400 metri, ma vanno a 700 metri, le distanze tra Trento, Innsbruck e Monaco si accorceranno tra Verona Monaco si accorceranno tantissimo, bisogna adeguare tutti i territori a dei treni merci che saranno molto più numerosi molto più frequenti, per cui noi abbiamo questo progetto PNRR da 1300 milioni di euro, che non è poco, che è questo tunnel, la circunvaliazione ferroviaria, che vedrà deviati i treni merci in galleria, non è che piaccia a tutti, se fate la parte nord della città c'è una collezione di scritte dedicate a me, non proprio simpatiche, alcune anche a mia mamma, queste mi hanno anche fatto un po' arrabbiare, perché è così che funziona, deve funziona, inevitabilmente funziona così. Noi abbiamo questo progetto d'interamento che dice già che si costruisce questo tunnel, quindi proprio partono lunedì, quindi non dico tra... lunedì, cioè appena finito il festival dell'economia, noi diciamo si possono deviare anche i treni passeggeri per un po', si interra la linea storica della ferrovia costruita dagli estriaci, e si possono liberare 16 ettari di terreno, non lo dice sindaco, lo dice un protocollo tra il comune e la provincia RFI, d è una bella occasione di regenerazione urbana. Noi che, ogni tanto, però, vogliamo fare milanese, abbiamo deciso di fare questo percorso di partecipazione, si chiama Super Trento, Super Esborone, cioè Super Trento, ma poi il gioco di parole è la superficie, cosa fare nella superficie che sarà liberata con l'interramento. E lì c'è una questione che riguarda i vuoti e i pieni, perché non occorre riempire tutto di volumi, anche i vuoti possono servire. Noi abbiamo un progetto di inizio di 2000 fatto dall'architetto Busquets di Barcellona, quello che ha ripensato Barcellona. La critica che io sento a Trento è, ma nel 2000 eravamo andati da Busquets che aveva fatto progetti per Barcellona, robe Barcellona, New York, in realtà c'è una città di 100 mila abitanti che ha fatto l'interramento della ferrovia, d è Delft, per cui anche qui, guardare sempre le scale, guardare quello che si può realizzare, perché questo è il punto. Siamo impegnati in questo progetto Super Trento che è di partecipazione. Noi costantemente con i nostri cittadini pensiamo a quale sarà la città del futuro, non significa evidentemente che poi non incaricheremo qualcuno per fare un master plan, però l'idea è che sulle funzioni prima si faccia un percorso di partecipazione, siamo belli, contenti, ntusiasti. Grazie. Grazie a lei. Manfredi, torniamo al tema della rigenerazione urbana, di quelli che possono essere i progetti per il futuro, perché il progetto per il futuro deve essere sostenibile, deve guardare al sociale, deve consentire una qualità della vita levata a chi ci vive, e questo forse si può fare, come abbiamo sentito anche prima, se pubblico e privato si incontrano, se pubblico e privato lavorano insieme nella stessa direzione. In Italia siamo pronti, ci sono degli esempi, ma riusciremo a farlo su scala sempre più ampia. Indubbiamente, il soggetto primario nella rigenerazione urbana è quello pubblico, sia perché governa, sia perché, in particolare in Italia, è il grande proprietario immobiliare, oggi ci sono 100 milioni di metri quadrati, quelli che abbiamo censito noi, e la Giovanna dirà sicuramente un multiple, però il punto è la dimensione pubblica delle nostre città, spesso per anche oggetti da rifunzionalizzare, quindi caserme militari, scali ferroviari, ne abbiamo appena assistito, sentita una, di aree nuove, che appunto non c'erano, ma che derivano da un progetto infrastrutturale. Quindi, l'unica via per avere una rigenerazione che abbia impatto, e sicuramente in un periodo come questo non si può pensare a interventi marginali, perché non si risolvono i grandi problemi in maniera marginale, è quella di una combinazione tra pubblico e privato, che Giovanna ben lo rappresenta, perché forse rispetto a soggetti quanto meno governativi, è uno dei soggetti sicuramente più attivo in questo senso, ma è chiaro che ci vuole una politica a monte, perché guardiamo CDP, CDP ha fatto un lavoro straordinario in Italia per quanto riguarda l'edilizia sociale, ma molto modesto nell'ambito invece di quello che avrebbe potuto fare nella rigenerazione italiana, perché il partenariato pubblico-privato è complesso, perché uno si deve prendere delle responsabilità, perché scegli quel privato e non quell'altro, faccio prima venderglielo, oppure se non c'è il mercato neanche glielo vendo, quindi è chiaro che è facile da definire, cioè è inevitabile definire che il partenariato pubblico-privato è l'unica modalità per avere impatto, è facile affermarla come modalità, è difficilissima in realtà realizzarla se non c'è una, sia una volontà politica molto forte, sia poi degli strumenti attuativi di questo tipo, oggi vediamo il tema degli studentati, perché ci sono gli studenti, perché costano troppo, è un problema semplice ragazzi, scusate, costa, oggi fare uno studentato costa 2.500 uro al metro quadrato, quindi il mercato privato, che poi sui giornali viene descritto come i privati, quasi come se fossero dei cattivi speculatori, eccetera, sono gente, scusate, come me, però mi descrivo da un punto di vista aziendale, quindi non tanto personalmente, quanto istituzionalmente, che mestiere faccio io? Io raccolgo danaro, più o meno come Giovanna, da chi lo raccolgo? Da fondi pensione fondi sovrani di tutto il mondo, questi fondi pensione che mestiere fanno? Raccolgano i soldi dei loro contribuenti pagano le pensioni, quindi non possono, non sono enti che possano regalare soldi, devono avere un rendimento finanziario, noi, persone come me, devono tutelare che quel rendimento venga dato, se costa fare 2.500 euro al metro quadrato, adesso sto semplificando uno studentato, devo mettere delle tariffe che mi consentano di dare quel rendimento a quel fondo pensione, non ho un paperone dei paperoni che poi viene un po' venduto così sulla stampa, sbagliando, come si fa in questo caso? L'unico modo per farlo è trovare dei partenariati pubblici e privati, in una forma o nell'altra con degli incentivi che possono andare agli studenti perché gli dai dei contributi per pagare delle tariffe più alte, piuttosto che degli incentivi all'operatore privato così mitiga i costi di costruzione, ma non ci sono tante vie, in qualche modo è geometrica la cosa più semplice di quella che un po' ideologicamente a volte si racconta, c'è un'emergenza, va capita nei numeri va affrontata in maniera puntuale, di nuovo, il partenariato pubblico-privato soprattutto in un periodo come questo è l'unica via. Abbiamo sentito prima che si parlava di case, appunto, housing sociale, in Italia c'è questa emergenza, gli investitori internazionali hanno scoperto il living come asset class di investimento che raggruppa sia multifamily che gli studentati che le case per anziani noi abbiamo un grosso gap nei confronti dell'Europa, riusciremo a colmarlo avrà anche una valenza sociale importante questa topologia di investimenti Giovanna, vuoi rispondere tu? Allora sì, noi metteremo sul mercato un'operazione in cui lo Stato ha l'obiettivo di mantenere una quota del fondo che andremo a collocare. Quindi, oltre il social housing che verrà ovviamente previsto all'interno del costruito, perché parliamo di 200 mila metri quadrati, quindi una superficie importante commerciale, ci sarà una quota in social housing. Ma oltre quello, il progetto che è la prima volta nella storia che succede una cosa del genere, ripernendo un po' le grandi privatizzazioni, immaginiamo Enel, abbiamo tenuto delle quote, abbiamo collocato sul mercato il resto. Ecco, con delle quote di minoranza lo Stato resta parte dell'iniziativa e svolge un duplice ruolo. Il primo è skin in the game. Non ti lascio da solo, ma sono con te. Durante il processo amministrativo è quello che stiamo facendo noi. Arrivi e trovi un processo amministrativo iniziato e molto avanzato. Riduci il tuo rischio amministrativo che è il rischio forse più importante che ti trovi di fronte. Ma poi lo Stato potrebbe, in base a quelle che saranno poi le negoziazioni, tenere una quota del 30%. Questo significa che lasciamo ai nostri figli una quota in metri quadrati anche, perché lo Stato potrebbe un domani dire la mia quota non me la restituire in denaro, in risorse conomiche. Ovviamente resta avere metri quadrati e quindi metri quadrati per uffici, metri quadrati di abitazione, perché ho delle esigenze da soddisfare e quindi le prendo io. A quel punto se io li prendo come Stato li regalo perché ho necessità di regalarli in un particolare momento storico, un tema di conti pubblici non sarà più un tema di conti, diciamo, dell'iniziativa privata, però io o lascio un rendimento ai miei figli, che è il 30% che abbiamo, oppure dei metri quadrati. Penso che tutti coloro che sono padri di famiglia e madri di famiglia fanno questo ragionamento. Noi questo ragionamento lo abbiamo scalato in un fondo immobiliare che supera il PPP perché il fondo immobiliare viene collocato attraverso una procedura del testo unico della finanza che è l'articolo 43 del testo unico, quindi CONSOB con un tender internazionale cercheremo il migliore investitore che salvaguarderà anche i nostri interessi. Quindi questo si può fare e lo Stato può essere parte attiva dell'investimento, non vendere, perché vendere è proprio l'ultima cosa che un Paese sano può fare per la next generation. Una domanda veloce Manfredi Giovanna, il PNR poteva essere un'occasione migliore se si fosse pensata a una politica per l'immobiliare diversa, cioè meno progetti piccoli frammentati, una visione di insieme un pochino più ampia su tutto il territorio nazionale? Finiamo con una nota positiva, prima lui diceva ma chi è ottimista? PNR ha di fatto per la prima volta nella storia recente, perché poi bisogna andare indietro nella storia per piani di questo tipo, ha aperto l'opportunità di grandi finanziamenti pubblici mirati, perché ovviamente next generation EU, il piano europeo su cui sono state composte queste fonti di finanziamento sono direttive, cioè sono sulla transizione energetica e così via. Quindi in qualche modo ha sottoposto tutti noi, mercato privato, mercato pubblico, a ragionare ffettivamente su come riuscire a mettere insieme queste risorse, competenze mercato privato, naturalmente fondi pubblici, eccetera. È la prima volta che si faceva da tanto tempo un po' di ruggine c'è, un po' di complessità c'è sicuramente, tu qualunque cosa può essere sempre fatta meglio però io penso che abbia dato una spinta molto forte, magari non sarà il PNRR che riusciremo a investire perfettamente 200 miliardi nel modo giusto ma sono convinto che avrà attivato invece dei processi che andranno ben oltre il PNRR quindi lo vedo più vedo il bicchiere mezzo pieno piuttosto che mezzo vuoto. Giovanna, anche tu? Secondo me ci ha insegnato anche a misurare le nostre forze perché abbiamo capito che ci sono aree del Paese, tipologie di comuni che non riescono a fronteggiare determinate sigenze, quindi è giunta l'ora io dico anche di creare e lasciare un paio di salvataggio, nel senso che è chiaro che i comuni che si sono saputi organizzare magari spendono ma mai nella vita poi trasferire a quelli che spendono di più le risorse di quelli che hanno speso di meno per videnti necessità, quindi io sono d'accordo assolutamente con Manfredi su questo aspetto e infatti anche noi abbiamo imparato dal PNRR noi abbiamo partecipato a un bando, abbiamo vinto siamo primi in graduatoria su 700 progetti io ho clonato quello che ho visto in questo modello e l'ho fatto diventare un'iniziativa nostra e infatti ho utilizzato anche addirittura lo stesso tipologia di portale per fare in modo che i comuni quando si avvicineranno alla nostra iniziativa riconosceranno tutta una serie di elementi quindi si può anche copiare si può anche imparare da queste esperienze e clonare poi sul piano nazionale altre, diciamo, prospettive anche di investimento, ecco. Sindaco, una battuta finale lei in questa città è riuscita da attirare persone con degli eventi importanti quindi a creare un network non indifferente, io camminando ho incontrato tantissima gente tutti innamorati della bellezza di questa città come la vede lei fra dieci anni se dovesse immaginarsela? Ah, ehm la domanda no, penso questo allora, ehm io come sindaco, perché un sindaco di una città delle dimensioni di Trento si occupa sia di grandi progetti infrastrutturali come il bypass e poi c'è anche un rapporto, come dire, individuale con i cittadini da politico sono h, dentro questa dimensione il politologo Calise la chiama delle treppino di una comunicazione personale, pervasiva permanente, che anche un po' è una palla no, cioè, quindi vuol dire, storia Instagram, ho incontrato Bill de Blasio ho comprato un Brezel con l'Ellis Line, ma secondo me è un po' inevitabile cco, quello che io cerco di fare è non dimenticarmi poi quali sono le cose importanti, se questa città oggi è bella è perché noi abbiamo pianificato per tempo questo, non perché ci sono qua i dirigenti del mio comune devo lisciare il pelo loro però anche con un pessimo sindaco, secondo me andrebbe abbastanza bene questo comune, perché abbiamo un'ottima amministrazione che pianifica noi abbiamo un documento, è il nostro PAESC Piano di azione energia sostenibile il clima, che ci punta, ci fa dire noi vogliamo raggiungere la nutrirità climatica se no nel 2030, poco dopo questa è la cosa importante, così come abbiamo approvato un PUMS, un piano urbano della mobilità sostenibile, e non gliene frega niente a nessuno dire PAESC però una città che si pensa tra dieci anni, e per noi il tema è la neutralità climatica, questo deve fare, e chi fa sindaco deve capire qual è l'importanza di questi documenti di pianificazione che sono quelli che ti consentono di operare bene nel lungo periodo anche pensando a chi viene dopo di noi grazie prendiamo magari due minuti, se c'è qualche domanda ci sono arriva il microfono c'è una domanda, ragazzo là dietro poi una signora qui davanti buongiorno, io volevo fare una domanda alla dottoressa della posta parliamo di capitali che vengono richiesti al mondo del privato per investire su fondi su operazioni pubbliche avete pensato anche alla forma del crowdfunding immobiliare perché penso che quei capitali a quel punto verrebbero da stakeholder più vicini probabilmente al punto in cui poi vengono effettivamente investiti ho visto startup che hanno il logo dietro di lei raccoglierà anche non è mezzo di euro, è un quarto d'ora io sono innamorata del crowdfunding farei crowdfunding per qualunque cosa quindi parlo proprio con una persona che farei domani il vero tema che quando si raccoglie risparmio, perché ognuno che mette un euro sul crowdfunding, comunque sono soldi c'è un tema di profilazione del rischio, quando si interviene sul greenfield, stiamo parlando di un rischio molto elevato magari associato al rendimento che comunque è un rischio non alla portata di tutti quindi il crowdfunding può essere anche un modo per coinvolgere la collettività può essere un modo per rendere al cittadino partecipi ne abbiamo pensato uno sullo sport per esempio che sicuramente coinvolgerebbe tante persone, però non è un modo per raccogliere veramente denaro, perché nel real estate c'è un tema di governance importante dei veicoli, c'è un tema di rischiosità l'operazione che per esempio abbiamo lanciato l'ultima richiede qualcosa come 600 milioni di euro di equity ora nell'economia generale un milione di euro dal crowdfunding è una cosa che complica un'operazione che è già di per sé estremamente complessa perché vendere il paese a livello internazionale con un fondo e fare investire in Italia è già scalare gli 8.000, però sicuramente il crowdfunding può essere un modo per riservare una frazione anche alle persone che vogliono partecipare all'iniziativa ma non è esattamente un investimento Grazie a tutti, è una domanda da Trentina al mio sindaco, io mi occupo di edilizia ma sono anche madre di due universitari dilizia universitaria la housing l'accomodation per gli universitari che è così importante per la città di Trento, Trento è migliorata molto quando si è aperta grazie all'università questo volevo chiedere principalmente al sindaco ma anche agli altri relatori grazie Mi ricollego anch'io sindaco, 16 ettari di terreno nuovo, fantastico ma non chiami nessun designer da Barcellona faccia un grande studentato per gli studenti e faccia la migliore università d'Europa, chiama Manfredi Catella, magari che sta facendo a Milano il quartiere delle Olimpiadi che poi diventerà studentato le cose sono molto più semplici di come ci sembrano forse, che ne pensa? La migliore università d'Europa la migliore università nelle Alpi già ci siamo Venendo alla domanda la questione questo riguarda Trento riguarda Heidelberg riguarda le città di media dimensioni che hanno avuto qualcuna da secoli nel nostro caso da 60 anni perché a 60 anni la nostra università mai è riuscita bene al progetto che sono cambiate con l'università, noi oggi diciamo se Trento ha un posto nel mondo lo deve alla propria università va sempre la pena leggersi Guido Piovene, viaggio in Italia pre università ricordarsi cos'era Trento quanto siamo cambiati in meglio anche se io passo le mie mattine a rispondere ai residenti che si lamentano perché gli universitari ogni giorno si vogliono un po' divertire la sera Trento non è la città che non dorme mai secondo loro sì come New York la questione qual è? 16.000 universitari che in previsione arriveranno a 20.000 su 120.000 abitanti un'università di grande successo è cambiato molto è in positivo perché se hai una casa la fitti agli universitari e ti va benissimo però erano qua con le tende anche loro ma non è solo il problema degli universitari c'è un problema proprio del costo delle abitazioni anche in città come Trento se noi vogliamo il consumo di suolo vero perché questo dice il nostro PRG non è che la risposta è costruisci, costruisci, costruisci poi certo puoi riadattare puoi riqualificare a me viene da dire questo che si diceva forse è aumentare un po' il perimetro in questo momento i nostri universitari cercano il centro storico perché lo vedono perché un universitario noi appunto siamo Trento ma abbiamo una night mayor perché bisogna vivere alla città abbiamo una sindaca della notte perché un universitario deve poter vivere alla città anche la sera è chiaro che se però anche se a pochi chilometri non c'ha un trasporto pubblico non c'ha un collegamento ma solo sul centro storico e questo crea dei fenomeni che a noi preoccupano perché se il centro storico diventa solo degli universitari il resto della città si sposta in collina secondo me non fa bene alla città perché è importante anche avere delle persone che il centro lo vivono come progetto di vita, niente contro gli universitari ma una mixe T su questo è importante, allora io credo che una questione forte sia sulle connessioni come succede in tutte le città noi post covid abbiamo avuto un grande movimento di apertura di B&B, per cui ci sono tanti proprietari che affittavano gli universitari, hanno ristrutturato hanno fatto il B&B e se lo occupi 80 giornate in un anno prendi di più che affittando l'universitario e questo ha creato rano collegate anche da noi c'è buona domanda di studentati privati io so, questa è una mia discussione con gli universitari, a loro non piace perché dicono è per i ricchi, però secondo me completano l'offerta lì noi, va beh, adesso sembra la polemica classica da sindaco magari su alcuni edifici che abbiamo in centro così, delle sovrintendenze un po' più disponibili a capire il fatto che va fatta come dire, c'è attenzione alla città ma bisogna anche farla vivere perché su questo aspetto degli studentati privati trovo tanto interesse lì va accompagnata poi è chiaro, sono a 500 euro non sono a 300 però è comunque un aumento dell'offerta che secondo me è indispensabile bene, abbiamo creato insomma un'opportunità, diciamo grazie, vi ringrazio di questa chiacchierata grazie invito i panelisti per la seconda sessione Alessandro Mazzanti Presidente di CBR Italia Marzia Morena, Politecnico di Milano Lisette Van Dorn di Urban Land Institute a raggiungermi sul palco per continuare questa chiacchierata Alessandro, diamo magari qualche numero qualche numero sui volumi del mercato immobiliare degli investimenti e i numeri relativi alle regenerazioni urbane raccontiamo un po' effettivamente cosa sta accadendo in Italia allora se parliamo di volumi in generale diciamo che quello che stiamo facendo in Italia in Italia in Italia diciamo che quello che sta accadendo è come si legge sui giornali una forte riduzione dei volumi di investimento legato alla crescita dell'inflazione alla crescita dei tasti di interesse per definizione l'immobiliare è un settore dove al più o meno il 50% chi investe lo fa non direttamente ma utilizzando credito bancario e credito di terzi quindi quando i costi di questo finanziamento aumentano obbiettivamente è più difficile trovare credito ma soprattutto cambiano le condizioni le condizioni sono cambiate in maniera velocissima in maniera anche esponenziale perché fino per dieci anni praticamente dalla crisi finanziaria 2009-2010 fino all'anno scorso l'economia è stata inondata di credito questo ha portato di tassi bassissimi con l'aumento dell'inflazione è legato a varie ragioni il costo del finanziamento è fondamentalmente raddoppiato se non triplicato cosa significa questo? significa che chi prima investiva e più o meno ci finanziava per il 50% con il credito bancario si è trovato un costo del finanziamento che superava di gran lunga il rendimento che lui riusciva a ottenere sull'investimento perciò quello che prima era un moltiplicatore del proprio rendimento diventava un abbattitore del rendimento stesso e quindi si è creata la classica situazione che per chi vive in mondo mobiliare è la peggiore possibile tutti sanno fermi, nessuno vende, nessuno compra quindi quello che abbiamo visto a livello mondiale è che i volumi sono arrivati dal massimo che è stato toccato di fatto alla fine del 2021 a dei livelli che oggi sono i livelli che avevamo nel 2012-2013 in Europa il primo trimestre dell'anno è a meno 60% rispetto al primo trimestre del 2022 negli Stati Uniti è almeno 56% quindi praticamente uguali i numeri anche se parliamo di volumi che sono mediamente il doppio negli Stati Uniti cioè parliamo di 70 miliardi di investimenti contro 35 in Europa in Italia siamo al meno 70% il primo trimestre di quest'anno rispetto al primo trimestre del 2022 quindi c'è una situazione che è legata a un fatto economico che non cambierà rapidamente perché prima bisogna che l'inflazione si stabilizzi e si stabilizzano i tassi di interesse questo quando verrà forse quest'anno poi porterà a cambiamenti di decisioni ma come dicevo per avere un costo di finanziamento più basso del rinvento che si otteneva sui propri immobili oggi il mondo è cambiato quindi diventa tutto più complicato per cui avremo sicuramente un'attività di investimento inferiore nei prossimi non solo mesi ma anche 2-3 anni tenuto anche conto che paradossalmente il fatto che l'economia va meglio in generale di come si temeva un anno fa perché sia in Europa che in Italia anche negli Stati Uniti va meglio fa sì che le attività dentro gli immobili poi funzionano quindi i proprietari degli immobili non hanno un enorme interesse a vendere perché riescono comunque a ripagare i finanziamenti almeno per il momento poi arriva il momento in cui i finanziamenti decadono perciò la situazione in cui c'è una forte riduzione nell'attività di investimenti siamo ai livelli 2012-2013 riprenderà ma non così rapidamente in tutto questo contesto si inserisce il discorso di nuovi sviluppi che ovviamente hanno questa tematica di finanziamento ancora più accentuata perché il rischio visto da chi finanzia le banche di uno sviluppo è più elevato normalmente questo rende più difficile gli sviluppi la tematica ISG su questo vorrei spendere due parole perché secondo me ISG è un cambiamento che probabilmente non è stato percepito nella sua dimensione io ritengo che sia a livello di quello che c'è stato con l'invenzione della macchina a vapore e l'applicazione dei computer nel mondo perché veramente va a toccare gli immobili che rappresentano il 40% di tutte le emissioni di CO2 nel mondo e che devono essere azzerati nel 2050 gli immobili sono gli involcri dove noi passiamo la stragrande maggioranza del nostro tempo, se non siamo all'area aperta siamo dentro un immobile a fare qualsiasi cosa quindi hanno evidentemente un impatto enorme tenuto conto tra l'altro qui vengo alla tua domanda diretta al fatto che si stima che nel 2050 il 94% degli immobili che ci sono adesso ci saranno ancora quindi gli sviluppi saranno quindi nuovi immobili fatti in maniera sostenibile e quant'altro saranno una porzione marginale del tutto per cui ci saranno grandi processi di ricoperizione, lo vediamo anche adesso i dati su Milano che anche se giustamente il sindaco si lamentava prima però è un benchmark per noi importante perché comunque è il mercato come diciamo noi più profondo vediamo che sugli uffici le ristrutturazioni sono il 52% ma sui brownfield sono il 93% vuol dire fondamentamente che la rigenerazione è il 93% degli sviluppi sul residenziale le ristrutturazioni sono molto inferiori al 4-5% di quelli esistenti ma il brownfield è il 94% quindi sostanzialmente stiamo facendo solo rigenerazione urbana oggi d è quello che accadrà nei prossimi 30 anni per cui e qui vengo a temi toccati prima credo che ISG è il fatto che per la prima volta si sono dati delle guideline così precise nel senso di consumo di suolo nel senso di tipo di investimenti che devono ssere fatti possa consentire qui il sindaco prima diceva una cosa molto giusta una pianificazione accurata di quelli che sono i flussi di quelli che sono le necessità perché il mismatch farà domande offerta nelle città ci sarà sempre bisogna mitigarlo lo si può fare oggi sono gli strumenti in qualche modo l'ISG può essere anche un aiuto da questo punto di vista. Grazie. Grazie. La rigenerazione urbana è diversa da altre operazioni real estate perché è un processo industriale richiede una progettualità importante una progettualità che può essere anche poi declinata più volte nel senso ripetuta nel momento in cui si ha un progetto può essere replicato cosa ne pensi effettivamente questa è la tematica sulla quale bisogna stare? Allora in realtà penso proprio no come risposta da un lato proprio perché diceva prima il sindaco allora io sono nata e vissuta a Milano ma non faccio parte dei milanesi anche per non offenderli perché sappiamo che è già insuscettibile quindi ritengo che e come diciamo sempre Milano ovviamente è iniziato per diversi motivi ma non fa benchmark nel senso che Milano è Europa e resta Italia proprio per questo motivo da anni all'incirca 16 17 anni abbiamo iniziato a ragionare io devo dire che ho una posizione privilegiata perché comunque lavoro all'università quindi una posizione dove in realtà cerco di poter far muovere il cervello grazie a chi è in aula non perché io abbia alcuna capacità di farlo muovere ma soprattutto che chi è in aula cioè in aula sono io lavoro al Politecnico di Milano dove di studenti di Milano probabilmente c'è il 2% su 46 mila studenti che fa provincia 46 mila studenti quindi ritornando al discorso che 16 anni fa abbiamo detto dobbiamo far qualcosa per questo Paese perché un Paese straordinario perché non è solo Milano è forte, non ha bisogno abbiamo i più grossi quindi dobbiamo provare a raccontare al resto d'Italia che in realtà c'è un mondo che sta cambiando e che in realtà c'è la possibilità e qui mi riprende adesso non so se sia ancora in sala o meno anche la domanda fatta prima rispetto al crowdfunding che secondo me parlare solo di crowdfunding è eccessivamente generale ma è meglio parlare di civic crowdfunding perché comunque ci sono fogli dove certi tipi di investitori certi tipi di progetti non sarà mai possibile attrarli anche la questione di pensare ad un modello replicabile secondo me diventa un po' naif da un certo punto di vista sicuramente e qui mi riprendo anche a quanto diceva prima l'ex sindaco di New York noi più che mai come territorio come territorio Paese dobbiamo ragionare su un'identità locale che non vuole essere e ritornare a centinaia mille anni fa e più dove ognuno ha il proprio campanile che comunque così è ma perché noi abbiamo un'identità fortissimo su tutti i territori quindi il modello replicabile è sicuramente un modello rispetto a mettersi a ragionare questa è la replicabilità del modello della rigenerazione cosa che in realtà facciamo molto poco io mi sono permessa anche in diverse occasioni poi probabilmente questo è anche un po' il DNA delle persone che comunque fa secondo me secondo noi anche come gruppo è il valore aggiunto anche sui territori cioè le persone sono le persone che possono permettere di ragionare di vivere i territori e capire effettivamente però adesso il fatto non so che per esempio a livello di student housing perdonatemi io devo essere anche qua un po' provocatoria dieciott'anni fa parlavamo di studentati come gruppo come possibilità di risposta ad una esigenza perché ci dobbiamo ricordare che real estate, rigenerazione, operazione di sviluppo, qualsiasi tipo di ragionamento non è un app non è qualcosa che oggi la pensiamo e domani la facciamo, parlare di studentati oggi è tardi è tardissimo perché quei ragazzi che sono in tenda vi posso assicurare che per il Politecnico abbiamo un camping non qualche tenda in realtà è tardi dieciott'anni fa quando ci si ragionava perché questo deve essere l'approccio cioè ragionare cosa sarà da qua cioè essere un po' visionari è un po' banalmente perché non essere visionario cioè è evidente che chi lavora in questo settore deve avere anche la capacità di prevedere, di essere visionario non di rispondere a un problema attuale perché anche qui un numero ma stupido ma che in realtà ci dà il polso dicevamo Milano che comunque la Milano oggi solo per tutta una serie di operazioni e cambiamenti si parla dell'università, sicuramente i 46 mila studenti solo Polimi pensiamo Università Bocconi, pensiamo Cattolica, Università Statale altro che una città che fa un piccolo villaggio che fa Provincia perché poi Milano comunque è un piccolo villaggio cioè in realtà già solamente da qua 15-16 anni il Politecnico di Milano vedrà il 30% meno di studenti nazionali 30% e meno nazionali, cosa è successo? che dieci anni fa abbiamo iniziato siamo diventati un'altra città che è la città che parla internazionale, che si rivolge anche ad un prodotto immobiliare differente il resto del percentuale sono studenti internazionali quando parliamo di internazionale parliamo di studenti che arrivano dall'India, dalla Cina dall'Iran, da Sud America quindi alla fine questi numeri devono essere ragionati tutti questi studentati anche quando parliamo con i ragazzi che comunque il resto dei ragazzi italiani che dicevamo che abbiamo di certo non sono milanesi e che comunque oggi anche se sono di Bergamo hanno bisogno di avere lo studentato sotto casa ed è giusto io non lo metto in discussione perché anche queste vite per anni ho scicchierato gli studenti in aula che hanno usato la città come tutte le città universitarie in molti casi dato da una questione di infrastruttura sclusivamente come un mort di fuggi perché poi bisogna tornare a casa e le infrastrutture non ci sono però ecco quindi non so se ho risposto se questo che... cioè replicare no il modello ma replicare un modello di visione di pensiero e di mettersi a ragionare non seguire perché perdonatemi, adesso ripeto, io lo trovo veramente un po' naifo di parlare di progetti dove sembra che la risoluzione di un paese come il nostro che ripeto è un territorio non può essere lo studentato il segno rousing dove siamo il secondo paese al mondo più vecchio dopo il Giappone anche il segno rousing non è una risposta questo discorso di SIG sono perfettamente d'accordo che oggi è una rivoluzione ma non tanto sulla E che in qualche maniera che comunque come perfettamente diceva Mazzanti prima e tanti altri comunque per quello che il nostro patrimonio è mobiliare non potremmo pensare minimamente di arrivare a certi risultati perché siamo quello che siamo i numeri sono stati ben detti però dall'altro lato ecco ragionare che per risolvere questi problemi sicuramente a livello di investimento funzioneranno gli student housing i senior housing ma se dobbiamo rispondere in particolar modo sul senior housing perdonatemi io so che qua parliamo di futuro ma comunque è un futuro che comunque ci vede tutti convolti anche sui senior non sarà certo il senior housing una risposta bisogna ragionare in maniera un pochino più ampia la S di quelli SG che probabilmente andrà a cambiare moltissimo perché la parte dell'E è un po' più difficile sicuramente Lisette tu come vedi dalla tua postazione internazionale l'Italia le città in trasformazione questo mondo che cambia come lo vedi sì io ho visto tanti cambiamenti negli anni scorsi abbiamo parlato già tanto su Milano ma è un esempio secondo me non è l'unica città in Italia che ha già cambiato tantissimo io vedo tanta opportunità ma Freddie ha già parlato sulle difici vecchie che ci sono che si può rigenerare anche come i numeri grandissimi 37% delle carbon emission vengono dai edifici 85% di edifici che ci sono oggi ci sono anche in 2050 quindi secondo me è una grande opportunità vedo anche il carattere delle città in tanti altri paesi per esempio negli Stati Uniti è molto più difficile vediamo che uno trend quindi non tornare in ufficio ha conseguenze molto grandi in Chicago, San Francisco che solo pochi anni fa abbiamo pensato che ci sono delle città con molto successo adesso pensiamo non solo che sta succedendo lì è come tornare il trend per la gente ritornare nelle città secondo me qua in Europa generale qua in Italia il rischio è molto più basso perché ci sono le città storiche che forse hanno problemi perché non è facile rigenerare ma secondo me c'è un cuore molto forte le persone vogliono venire quindi ci sono abbiamo visto uno trend già il sindaco parlava prima di una visione lungo termine anche un piano lungo termine secondo me deve venire dal settore pubblico perché il settore immobiliare è molto frammentato il più grande investitore ha solo un poco per tentuale del totale può anche includere gli altri elementi sulle vie sociali, l'educazione, health and wellness, eccetera secondo me la collaborazione tra il settore privato pubblico è molto importante nessuno può risolvere le sfide che abbiamo adesso sul climato, sul democravi ccetera da solo vedo usiamo un esempio di Milano ma abbiamo vedo un cambio grande dopo l'Expo 2015 costruisci un momento se li usi ha parlato di Barcellona prima che abbiamo visto uno stesso sviluppo lì si usa un evento grande qua con il festivalo ogni anno sono momenti molto importanti in 2026 abbiamo il Olympics qua vicino a Milano secondo me questi sono venti molto importanti per far cambiare il potenziale di sviluppo secondo me c'è tanto da fare vedo sempi molto positivi prima secondo me ma Freddie ha anche parlato sul 15 minute city che è molto già qua ma anche vediamo che di avere una visione lungo si ha sapere che forse non è realistico, Copenhagen ha detto in 2018 forse che volevano essere carbon neutral in 2025 a quel momento lo sapevano già che non era possibile ma ha fatto cambiare il mindset completamente ha mobilizzato tutti i stakeholder di collaborare il sviluppo è stato molto più veloce che quando non c'era la visione secondo me questo è molto importante il storytelling il narrative è molto importante per coinvolgere tutti i stakeholder Grazie, faccio una domanda aperta perché abbiamo pochi minuti torniamo sul tema ISG che mi sembra un tema fondamentale viene usato anche con finalità di marketing questo mi spiace volevo capire secondo voi se siamo pronti, se si sta lavorando in questa direzione quanto pesa la E, la S la G perché se consideriamo che a Roma sono solo 70 gli edifici certificati come sostenibili mi pare di capire che siamo molto indietro ma allora siamo pronti nel senso che è un processo di cui siamo dentro e rimaneremo dentro per i prossimi 25-35 anni ssendoci l'obiettivo al 2050 sta cambiando? Assolutamente sì per esempio in quello che è il nostro settore particolare è un cambiamento molto importante il fatto che oggi gli occupari i conduttori negli uffici sono interessati all'argomento sostanzialmente non sono disponibili a valutare nessuna possibilità di affitti in nuovi uffici se questi non hanno certe caratteristiche quindi assolutamente è un tema non è solo il fatto del numero degli edifici certificati questi dovranno crescere ma ci dovranno essere moltissimi investitori non guardano investimenti che non siano sostenibili quindi è una strada senza ritorno poi quanto occorrerà come diceva Lisa prima ci si ponono gli obiettivi sapendo addirittura che non possono essere raggiunti ma il fatto di ponere gli obiettivi cambia il mindset quindi questa è già un profondo cambiamento sicuramente nel settore degli investitori situazionali per i privati i limiti imposti dalla commissione europea che non cambieranno provocheranno profondi cambiamenti Lisa e tu Marzia secondo me i certificati non sono importanti perché alla fine dicono solo su quando l'edificio è capace non dice quanto sono l'uso dell'energia emissioni alla fine conta quello secondo me è molto importante su quel livello di local regulation su livello nazionale forse o livello locale prima Gianluca diceva su local law 97 a New York che è stato molto importante perché adesso l'emissione di un edificio sono più alto che un certo livello questo cresce negli anni prossimi hanno un sanction si può pensare che gli investitori pensano non andiamo più a New York ma è stato diverso che loro pensano che gli investimenti sono più protetti che è chiaro quello che devono fare che è molto importante è una sorta di future proofing per gli investimenti quindi secondo me è molto importante dobbiamo pensare che il regulation può aiutare di anche creare un level playing field per tutti gli operatori è molto importante che non solo usare il stick di avere un sanction quando non riesci a raggiungere gli obiettivi ma anche di aiutare con subsidy o pianificazione molto più veloce adesso dobbiamo ri-usare non sappiamo quando i uffici servono ancora se il processo di cambiare su residentiale, student housing può aiutare molto e fare questi processi molto più veloci è anche un modo di ricreare il valore, secondo me è molto importante si cercando di essere velocissima ringraziando la pazienza di tutti di essere ancora qua secondo me in generale quando c'è qualcosa che inizia a diventare anche se non è oggi mandatori è quindi obbligatorio fare più che altro ci metterà in condizione di ragionare diversamente sulla prima parte dell'acronimo sulla parte ambientale siamo già anche se non dappertutto non dimentichiamoci che l'Italia è tante altre situazioni ci piacerebbe di averne di più di 30 però abbiamo anche i Viterbo l'Italia è tante cose sulle altre due sul quale anche chi è già molto maturo è ancora abbastanza difficile capire come gestire qui ritorno sui territori dove questo modo di pensare potrebbe essere un'occasione per andare a ragionare sui territori diversi soprattutto ragionare anche qua come accennavamo prima a una finanza alternativa su alcuni progetti su alcune grandi operazioni ma vediamo anche oggi alcuni esempi molto banali che comunque esistono nel mondo da sempre che l'Italia, Milano ha iniziato a vedere tre anni fa ad oggi, fatelo dire con il cuore pieno di gioia abbiamo visto città come strumenti proprio di ragionamento di generazione come un reinventing cities che può essere una banalità ma una banalità per chi lo sa il fatto di vedere che quest'anno una Bologna, una Roma, un Napoli ne hanno sentito parlare che può diventare un'occasione per rigenerare quindi rimettersi in pista dove la pubblica amministrazione si mette come attore principale, dove persone possono ragionare con tramite specifici fan di sui progetti dove, diciamocelo non ci arriverà nessun altro perché io ieri ero a un corso di dottorato con ragazzi da tutta Italia, da tutto il mondo un ragazzo di Catania parlando di questi temi mi ha detto ma noi, ma non tanta Catania che comunque siamo già a Catania, ma noi in realtà siamo a un punto come può essere Viterbo della situazione ma come possiamo pensare far spostare questa attenzione, questi progetti valorizzare un Paese che ha tutte le potenzialità cco, l'SG in qualche maniera anche soprattutto su alcuni acronomi e comunque il concetto della generazione può ragionare far sì che oggi siamo, e qui chiudo in un momento storico dove, dal mio punto di vista un po' anche per la posizione un stop privilegiato probabilmente che abbiamo siamo in un momento che nulla è impossibile onestamente, tutta la parte della tecnologia sia a livello di finanza alternativa sia di progetti e di strumenti alternativi dal basso e dall'alto messi insieme in alcune operazioni abbiamo visto che effettivamente tutto si può quando qualcuno mi dice ad oggi Emma non c'è lo strumento, Emma sono in un posto Emma è un territorio che in realtà oggi essere coraggiosi, visionari e preparati sapere che certe situazioni sistono, certi strumenti ci sono in realtà ecco, secondo me siamo veramente in una posizione straordinaria e quindi sono certa che vedremo cose inimmaginabili Grazie Non so se ci sono domande dal pubblico se non ci sono domande vi ringraziamo di essere rimasti con noi fino adesso grazie ai relatori della vostra disponibilità Grazie Grazie Grazie
{{section.title}}
{{ item.title }}
{{ item.subtitle }}