AI generation
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Blockchain, NFT, Metaverso e soprattutto l'Intelligenza Artificiale sono ormai il linguaggio del futuro e delle nuove generazioni. Di questi temi caldi ne hanno discusso alcuni esperti internazionali del settore, durante la conferenza “AI generation”, per fornire il giusto contesto, una spiegazione esaustiva e tanti casi concreti e virtuosi.
Sottotitoli creati dalla comunità Amara.org Sottotitoli creati dalla comunità Amara.org Sottotitoli creati dalla comunità Amara.org Sottotitoli creati dalla comunità Amara.org Sottotitoli creati dalla comunità Amara.org Sottotitoli creati dalla comunità Amara.org Sottotitoli creati dalla comunità Amara.org Sottotitoli creati dalla comunità Amara.org Sottotitoli creati dalla comunità Amara.org Sottotitoli creati dalla comunità Amara.org Mohamed Sottotitoli creati dalla comunità Amara.org Sottotitoli creati dalla comunità Amara.org Sottotitoli creati dalla comunità Amara.org responsabile di tokenomics per Animoca Brands. Animoca Brands è un'azienda che si occupa non solo di property rights ma ha un portfolio di moltissime realtà, si occupa chiaramente di blockchain, NFT, la creazione di diversi ecosistemi su diversa scala. Giusto per chiarire così l'audience capisce, quando parliamo di metaverso, la sua azienda ha creato il metaverso, quindi per esempio sandbox, sono loro che guidano sul metaverso, giusto per capire la caratura dei personaggi che abbiamo oggi. Ben, chi sei e cosa fai nella vita? Secondo, perché sono qui oggi, sono il project lead per l'arte digitale, quindi ho la possibilità di vincere le sale NFT e le sale digitale più in generale, in un senso contemporaneo con le NFT. Ho le sale, le sale di artisti, delle collezioni e sì, ho la possibilità di vincere le sale digitale. Non so se ricordate quel caso famosissimo, giusto per ricordare, che l'ha comprato Vittorio, ho preso le NFT. Allora, io inizierei a partire da Ivana, ci hai detto appunto chi sei, sei anche docente, ti chiederei di spiegare in 5 minuti che cosa intendiamo per intelligenza artificiale e quali sono le applicazioni, perché oggi ci fa molta paura, parliamo di chat GPT, ma non è soltanto questo. Certo, ma allora comincerei con una domanda, voglio capire, tutto questo dibattito che c'è stato avete sentito, chat GPT, queste descrizioni apocalittiche che siamo la fine del mondo, moriremo tutti, voi chi ha paura dell'intelligenza artificiale? Ti ero alzato di mano. Sinceramente, fate bene, infatti fate bene. Messa come l'hai messo. Allora, perché dico questo? Perché prima di tutto, volevo dire, negli ultimi periodi si parla tantissimo di intelligenza artificiale, chat GPT ha preso il mondo by storm, non si fa che parlare d'altro, il godfather dell'intelligenza artificiale l'altro giorno ha detto, siamo di fronte alla fine, dobbiamo regolamentare in tutti i modi l'intelligenza artificiale. Allora, dunque, innanzitutto di cosa stiamo parlando? Non c'è una definizione vera e propria dell'intelligenza artificiale, questo è il bello, non esiste, anche il termine di per sé non è proprio un termine felice, in realtà possiamo definire nel modo più ampio possibile, cioè in realtà quando è che si parla di intelligenza? Si parla di intelligenza quando un qualcosa, un sistema è in grado di reagire in maniera autonoma gli stimoli esterni, allora prendiamo per esempio in un certo qual modo anche un termosifone, quello automatico, nel momento in cui fa più caldo si spegne, nel momento in cui fa, diciamo intelligenza artificiale è più complicata, non è che io arrivo a dire che di questo si tratta, però in realtà quello di cui si parla è molto semplice e copre un pochino parecchie cose, allora quando si parla di intelligenza artificiale possiamo parlare di macchine che vanno da sole, quando si parla di intelligenza artificiale possiamo parlare per esempio di senso più lato, di algoritmi che hanno una funzione decisionale e allocativa nella nostra vita, voi sapete per esempio che oggi sono spesso algoritmi a decidere se voi avete diritto a un mutuo o no, a una casa oppure meno, oppure a un prestito o no, oppure si tratta per esempio di tecnologie più predettive, oppure si tratta di quelle cose molto positive che vediamo per esempio nell'ambito sanitario in cui grazie proprio all'utilizzo dei dati che sono tantissimi, come sapete qualsiasi cosa facciamo i nostri dati vengono presi, collezionati, analizzati, studiati, in grado per esempio di capire se una particolare deviazione in una parte del nostro organismo è un sintomo avanzato, è un sintomo precoce per esempio di una malattia, cose che d'occhio nudo noi non sapremo vedere. Allora voi capite che di potenziale ce n'è e è anche positivo di tutto questo, ma perché si parla in questo caso dei rischi e se ne parla così tanto? Si parla dei rischi perché negli ultimi anni abbiamo visto tante cose belle, abbiamo visto anche delle cose che tanto belle non sono, ad esempio abbiamo visto algoritmi discriminatori, abbiamo visto algoritmi che discriminano le persone sulla base del colore della pelle, che discriminano le persone sulla base del genere, con cià GPT, ma non solo cià GPT ma con tutta la generative AI di cui si parla, c'è il rischio grosso della misinformazione e della disinformazione. Voi pensate quanto velocemente si possono creare immagini che sono talmente simili e talmente reali che sono difficili a occhio nudo da capire se sono veri o falsi. L'altro giorno un incendio vicino al pentagono se non sbaglio, finto ovviamente un'immagine generata artificialmente, ha creato caos in borsa. Capite che l'effetto di tutto questo può essere profondo, ma non solo, si è parlato e quindi quello che è successo nelle ultime settimane è che c'è stato tutto un accorato appello a cercare di regolamentare queste tecnologie. OpenAI e in particolare Sam Altman, lui stesso ha detto dobbiamo regolamentare le tecnologie, salvo poi dire ma non come lo fa l'European AI Act, regolamentare si ma come va bene a lui. Però avete visto al congresso americano sono arrivato Sam Altman, il chief executive di OpenAI dicendo dobbiamo regolamentare queste tecnologie. Il G7 ha detto la stessa cosa, dobbiamo regolamentare. L'Europa su questo è francamente avanti. Ha messo in piedi un sistema che si chiama European AI Act che dice quando l'intelligenza artificiale ha un rischio maggiore, e cosa vuol dire che ha un rischio maggiore? Vuol dire che ha un impatto più profondo sui diritti fondamentali delle persone, cioè vuol dire quelle AI che viene utilizzata per quelle cose che hanno un impatto più profondo sulla nostra vita, con la funzione allocativa di cui si parla prima per esempio, l'AI utilizzata per hire and fire, per assumere e per licenziare, questi strumenti hanno bisogno di tutele più profonde. Ecco, allora, questo è l'European AI Act. Una cosa, poi chiudo su questa prima parte, volevo dirvi, sentirete tantissimo nelle prossime settimane, nei prossimi mesi, o l'intelligenza artificiale risolverà i problemi nel mondo, addirittura con quelle visioni utopiche per cui l'intelligenza artificiale farà tutto, noi saremo lì sulla piscina non fare niente perché l'intelligenza artificiale farà tutto per noi, o dall'altra parte l'intelligenza artificiale ci distruggerà totalmente. Ecco, guardate, non è così. Io non temo l'intelligenza artificiale, io temo gli uomini. Temo l'umanità che non è in grado di porre delle regole chiare intorno allo sviluppo di questa tecnologia. Per esempio, quando si parla del charge PTI, l'utilizzo nelle scuole, siamo attenti, questi strumenti vanno utilizzati perché hanno potenziale, però vanno utilizzati con la capacità critica, con la capacità di riconoscere che non è che tutto quello che dice il charge PTI è vero, anzi, spesso ha delle proprie allucidazioni, anche se il termine allucidazioni non è bello perché sembra molto umano, in realtà la macchina è una macchina, non è che fa delle allucidazioni che appartengono più che altro agli esseri umani. Ecco, quindi questo è quello che dobbiamo navigare, cercare di mitigare i rischi e allo stesso tempo cercare di cogliere tutte le opportunità che ci presenta l'intelligenza artificiale. Grazie, Grazie Ivana, passavo a Vittorio perché vedete sono un imprenditore e per le imprese l'intelligenza artificiale è una realtà che si utilizza già da tempo. Oggi si parla tanto di charge PTI perché è arrivato a noi, a un'interfaccia con quale possiamo comunicare e che abbiamo tutti a portata di mano, ma l'intelligenza artificiale non è nata oggi. Allora ci spieghi da questo punto di vista le imprese come la utilizzano? Sì, intanto torneremo un attimo sul nome perché si chiama insert artificiale come idea geniale di chi l'ha fondata nel 1956 a questa conferenza ad Artmode, ma per un motivo molto semplice perché il nome che volevano era già preso, perché loro volevano chiamare la cibernetica, ma la cibernetica era già di Norbert Wiener e di tutta un'altra tradizione di scienziati. Quindi essendo il nome che volevano, ho inventato una nuova bevanda, la voglio chiamare Coca Cola, ah no non posso, l'hanno già preso, quindi il nome è strano ma è di grande successo. La verità è che però esiste da 70 anni e anche se talvolta non sembra, uno scienziato dell'AI che si chiama Douglas of Stutter a un certo punto dice in un libro l'insert artificiale è tutto quello che ancora non sappiamo come fare. Perché una volta che risolviamo un problema poi non lo consideriamo più un problema difficile, un problema dell'AI. Google Maps funziona grazie ad un algoritmo che è stato inventato all'inizio degli anni 60 in un laboratorio di AI. Lei ha abilitato modelli di business che prima non c'erano, tutto il mondo delle raccomandazioni, Netflix, il modo in cui i social media ti fanno vedere le informazioni è basato su algoritmi nati dentro l'AI. Il mondo della logistica è cambiato radicalmente, tutte quelle cose si stanno facendo da molti decenni e si stanno facendo tutto il mondo della previsione, oggi le aziende sono molto più efficaci nel produrre perché sono molto più efficaci nel prevedere quanto venderanno. Anche quello si può fare in tanti modi diversi, da una regressione lineare a una simulazione di Monte Carlo fatta in Excel fino a sistemi di machine learning complicati a piacere. L'analisi degli spazi, cosa succede in certi luoghi, in certi momenti e come questo può avere degli effetti sul nostro business. Tutto questo anche se via via smettiamo di chiamarlo intelligenza artificiale è stato ed è intelligenza artificiale, fatta con strumenti diversi. Cosa è successo negli ultimi due anni? La cosa che è veramente successa è che abbiamo capito come far funzionare sistemi linguistici, sistemi in grado di dialogare in linguaggio naturale, quindi esattamente come stiamo facendo noi adesso con delle macchine. E se ci pensate avere al di là degli scenari apocalittici che certamente ci sono e Frank non vuole che lo diciamo ma possiamo parlare solo di quelli ma non lo facciamo. Al di là degli scenari apocalittici immaginate cosa vuol dire per l'economia, per i sistemi che sono dentro le aziende e per i sistemi che utilizzate voi tutti i giorni poterci parlare, poter programmare il mondo digitale semplicemente in linguaggio naturale, poter dire ad una macchina costruisci una pagina web no sposta quella tabella più a destra. Questa cosa che non è detto che se succederà, potrebbe anche non succedere ma questa è la promessa che c'è in corso in questo momento ripensare in maniera radicale il modo in cui costruiamo il mondo digitale. Poi ci sono che il mondo fisico, immaginate un robot anche sciocco come rumba che può parlare, che può interagire con voi in linguaggio naturale, può portare la semplicità del parlare nell'interazione con sistemi complessi. Il che peraltro vuole dire che tutti possiamo diventare programmatori ancora di più di quanto lo siamo diventati con l'arrivo del web, una cosa che ha fatto il web è di rendere molto più democratico l'accesso a tecnologie complesse. Questo è un altro passaggio ed è un passaggio importante, purtroppo è un passaggio complicato perché noi non abbiamo un controllo di come questi modelli vengono costruiti, non abbiamo un controllo di cosa c'è dentro, di come vengono addestrati, non sappiamo se stanno violando copyright, non sappiamo se stanno indicizzando o utilizzando dati personali, sono cose che non sappiamo. Ma la buona notizia è che lo possiamo chiedere a chi li ha creati, quindi qualunque cosa dica Sam Altman rispetto al futuro delle agenzie di controllo mondiali, ci sono delle leggi che ci sono, il copyright non si può violare, ci sono leggi nazionali che dicono che non si può fare. Si può chiedere a Sam Altman, ma sei sicuro che i tuoi modelli non violano il copyright? E da lì costruire, quindi non c'è l'apocalisse, c'è una grande opportunità che è usare il linguaggio, soprattutto il linguaggio, per interagire con sistemi complessi e questo per l'impresa vuol dire ottimizzazioni di natura ancora non misurabile. Ancora non misurabile, si parla di aumenti di produttività del 15-17% su alcuni task, ci sono numeri che l'agricoltura ha fatto in cent'anni, noi pensiamo di farlo in un lustro, quindi la miniera d'oro è gigantesca, dall'altra questi rischi vanno mitigati cominciando subito. Prendo la palla io e questo ping pong, diciamo tra due mondi, un altro strumento che ha preso una marea di bad press è proprio l'NFT, quindi non fungible token, quindi partirei da Ben. A me non interessa la definizione di NFT, per quello abbiamo scritto un libro con Pierangelo Soldavini che si chiama il capitale decentralizzato, ne parliamo domani pomeriggio, dovete venire. Comunque è lì il libro, quindi disponibile, questo è un piccolo spazio commerciale, a me interessa interrogare Ben su questo, come lui ha usato gli NFT nella vita vera, però mi interessa sapere il buono, il bello, il brutto, quindi che cosa ha funzionato, che cosa no, perché come tutti gli strumenti ci sono più e meno, quindi come li avete usati a Philips e qual è stato il riscontro che ne hai avuto? La definizione dell'NFT è molto complicata, è un file digitale su una blockchain, non può essere riprodotto, è autenticato, è il suo valore. Quindi hai questo valore e è condiviso su una legge condivisa, quindi tutto è condiviso. Nel mio caso ci sono varie applicazioni per questo, sia per il gioco, la medicina, la difesa, in mio caso è l'arte fine, e penso che ci sono diversi usi per questo che sono incredibilmente valibili. Quindi il primo è il provo dell'autenticità. Il mondo dell'arte ha per centinaia di anni, essenzialmente, i pittori provati sono autentici, con piccoli pezzi di pittura, che devono essere passati giù. Con l'NFT per alcuni di questi pezzi, puoi trasferire queste cose e non possono essere mai distrutti, è molto sicuro e molto più pratico. Il non-fungible token è sostanzialmente un file digitale all'interno della blockchain, è un file che conferisce un attestato, autenticato, una prova ed è condiviso. Vi sono molte applicazioni all'interno del quale possono essere usate gli NFT, può essere il gaming, applicazioni medicali, nella difesa, e anche diversi usi. Per quanto riguarda l'arte, quindi il settore in cui è più coinvolto, la cosa più particolare, l'aspetto più importante, è quella della capacità di dimostrare l'autenticità. Pensiamo ai dipinti, per esempio, una delle caratteristiche dei dipinti è che in passato ci possono essere state delle falsificazioni. Penso che la prima cosa è pensare all'arte in un senso pratico, come un modo di autenticazione, e una cosa molto utilitaristica. La seconda cosa, penso, è guardare più l'astetica e quello che faccio a Philips, che è vendere NFT. I NFT sono pensati, in mia opiniona, come un nuovo medio, specialmente nell'arte. Per esempio, in gli ultimi 90 o gli ultimi 1000, non c'è stato un cambiamento in l'arte contemporanea, non c'è stato un nuovo medio, conceptualmente o fisicamente. Questa tecnologia ti permette di fare questo. Quindi, a causa di questa tecnologia, puoi fare cose che non sono abbandonate da fisiche o materiali che prima non esistono. Puoi fare un lavoro che può essere in un metaverse. Non è necessario essere abbandonato da fisiche di pittura o aerea. Non è necessario durare. Può essere qualcosa di virtuale, puoi usare una pittura. Quindi penso che per gli artisti è davvero divertente, perché puoi pensare fuori dalla box e pensare in dimensioni che non hai mai avuto prima, che è fantastico. Ma ci sono anche un numero di problemi con le NFT. E penso che sia un confronto costantemente tra, diciamo, l'astetica e il mercato, come si vede con ogni cosa dell'arte. Quindi, hai queste grandi cose di esperimentazione, che sono fabbulousi, ma sono anche molto ricche per la speculazione. Anche più che per l'arte tradizionale. Questo è perché sono molto semplici da tradurre, che è una delle grandi cose per loro. Può essere fatto in un momento, mentre una pittura può prendere una settimana o una settimana. Ma questo anche significa che c'è molta volatilità. E quindi è fantastico come è per un artista. E come una pittura è fantastico perché puoi creare un nuovo mercato e introdurre nuovi artisti. Le cose possono iniziare velocemente, ma possono anche iniziare velocemente. C'è tanta volatilità per degli artisti di poter essere creativi, di poter pensare fuori dagli schemi. Perché nel metaverso chiaramente l'arte non ha questo aspetto fisico. E un altro aspetto è quello dell'estetica, quindi di quello che poi possiamo ritrovare sul mercato. Chiaramente si creano nuovi mercati. La differenza tra l'arte e il dipinto fisico, che richiede un tempo di produzione per asciugarsi, etc. E quando in realtà nell'aspetto virtuale questo cambia completamente. Un'altra parola veramente molto molto controversa è la parola metaverso. Ora, di nuovo, non mi interessa la definizione di metaverso. Voglio sapere come, Mohamed, quale visione del metaverso hanno, che cosa stanno cercando di costruire veramente. Con il bello e il brutto di costruire qualcosa che è nuovo. Assolutamente. Quindi voglio correggere qualcosa. C'è una percezione comune che abbiamo costruito il metaverso, ma credo che abbiamo costruito il metaverso della tecnologia blockchain come elemento aggiornato. Ma il concepto del metaverso ha esistito per un tempo. E il metaverso è essenzialmente come interagiamo con la tecnologia, forse con il gaming e forse anche con gli aspetti sociali. Quindi i giorni precedenti, i giochi come Runescape, Minecraft, anche MSN Messenger, se nessuno di noi ricorda. Sì, vorrei chiarire solo un aspetto, perché in realtà non siamo stati noi a inventare il metaverso. Il metaverso è già stato inventato, è stato già inventato molti anni fa, però quello che abbiamo creato è la nostra interazione con la tecnologia. In particolare, appunto nel settore del gaming, abbiamo giochi che, abbia citato, che utilizzavano già questa idea del metaverso. Sì, la loro particolarità è proprio la blockchain, proprio l'interazione tra questi due mondi. Il modo in cui il metaverso si trova è che abbiamo questa strada sottile dell'internet, che ci permette di collegare con l'altro, basando culturalmente quello che troviamo accettabile quello che vogliamo interagire con. Quindi potrebbe essere l'arte fina, potrebbe essere l'educazione, potrebbe essere il gaming. E quello che vediamo nelle avanzamenti della tecnologia, in realtà dove c'è un po' di intersezione con l'A.I. in particolare con l'arte generativa, è questa idea di avere un spazio online dove possiamo entrare e possiamo essere noi stessi, o possiamo essere qualcuno che è completamente anonimo. E poi c'è questa idea del «shadow self» anche, che è come poter vivere un'altra parte di te stesso anonimamente online. E lo vediamo con i giochi come Grand Theft Auto, dove molto di ciò che fai in quel gioco non lo fai in vita reale, ma dove possiamo anche, a causa della tecnologia blockchain, iniziare a costruire la reputazione. Ora, un grande problema che vediamo in oggi's day and age è che in realtà non abbiamo controllo over i nostri mercati finanziari. Un po' di gruppi selecti di persone, di paese per paese, fanno decisioni che hanno un grande impatto sui resti di noi. Ma attraverso la decentralizzazione, abbiamo il potere di prendere controllo. Il più grande problema che abbiamo è questa idea di reputazione. E over time, come si decentralizza, possiamo creare una reputazione nelle nostre esperienze, nel metaverse, poi le prendere da qui, per decentralizzare come decidiamo la nostra politica fiscale o economica. Sì. In particolare, la caratteristica del blockchain è la decentralizzazione. In particolare, prima dell'avvento di Internet, chiaramente non si poteva comunicare oltre confine. Mentre ora, appunto, questa è la creazione di questo strato che ci consente di dialogare non solo, diciamo, a distanza, ma soprattutto anche con chiunque ne faccia parte. Storie come l'arte, l'educazione, la formazione, la tecnologia. Quindi in questo modo ci ricolleghiamo l'intelligenza artificiale. Ci prevedono la possibilità di avere delle identità online. Online si può essere anche qualcuno diverso da quello che si è. Quindi creare questa sorta di ombra di noi. Quindi si può essere se stessi, ma anche una parte diversa. Questo, appunto, anche all'interno del gaming. E un altro aspetto della blockchain è quella della reputazione, per esempio. Quindi ci sono la questione, in particolare nel mercato finanziario. Questo, appunto, ha un forte impatto su chi siamo, ma la decentralizzazione chiaramente ha delle implicazioni diverse. Come vedete, gli uomini sono abbastanza creature complessive il modo in cui vogliamo iniziare con le tecnologie è molto diverso. Quindi alcuni di noi inizieranno via, forse, sandbox, che è simile a Roblox. Abbiamo un nuovo gioco che è un gioco o esperienza metaforica chiamata Life Beyond, questo è un studio di gioco XAAA, molti di cui avevano lavorato con Ubisoft. Quindi quando vediamo cosa è il metaforico, per me il metaforico forse è una cosa un po' diversa dalla tua versione del metaforico. Nel nostro portafoglio, spero, abbiamo abbastanza per dare a ogni persona la loro esperienza o l'entrata nel metaforico. E attualmente si stanno sviluppando un gioco che è simile a Roblox, si chiama Sandbox, ma anche un altro, Life Beyond. Quindi è una versione, diciamo, un metaverso che ci consente di spaziare tra diverse versioni. Si, chiudo io che così passo la palla a Pierangelo. Sia nel caso dell'NFT per gli artisti, sia nel caso dell'io nel metaverso, stiamo parlando di io aumentato. È come se fosse un canvas per me, per fare più cose, andare beyond, che è molto simile al caso dell'artificial intelligence. Quindi c'è un filo comune tra i due molli. Passo la palla a Pierangelo allora. Certo, sì, perché anche quando parliamo di intelligenza artificiale in qualche modo la presunzione è di un'intelligenza aumentata, di un uomo aumentato e questo è quello che ci fa paura. Però io voglio ripartire da Ivana non facendoti la domanda che tu hai fatto allora perché saprei la risposta. Quindi non ti chiedo se hai paura dell'intelligenza artificiale, ma dal punto di vista dell'etica, della sicurezza, della privacy, soprattutto della tua competenza, di che cosa hai paura dell'effetto dell'intelligenza artificiale nel futuro? Allora, io ho paura di perdere una grande opportunità. Cioè, ho paura di fronte all'opportunità che ci presenta l'intelligenza artificiale, ho paura che noi non siamo in grado di governare, è vero, le leggi dell'intelligenza artificiale non esiste in isolamento, è vero, c'è la normativa sulla privacy. Il garante in Italia, adesso sollevi i polveroni, però il garante in Italia ha detto, quando ci è arrivato il CQT, il garante in Italia ha detto scusate, ma il GDPR esiste, si applica, ovviamente l'ha fatto in un modo che poteva essere... No, possiamo... Can I jump in? Perché pensa se tutti i garanti d'Europa avessero, se fossero sentiti, sono andati in un SMS... Però pensa se non l'avesse fatto il garante italiano. Allora, il garante italiano l'ha fatto in maniera imperfetta, usando gli strumenti che ci sono a disposizione. Non mi si può dire, l'intelligenza artificiale non esiste in isolamento, bisogna rispettare le regole, la regola c'è, si chiama GDPR, deve rispettare, punto. Poi possiamo discutere del fatto che la GDPR, la normativa sulla privacy, non sia perfetta nell'epoca dei big data. Va bene, apriamo un capitolo e discutiamone. Possiamo basarsi, discutere per esempio sul fatto che il consenso non sia il modo in cui possiamo vivere nell'epoca in cui viviamo adesso, perché non è che possiamo stare lì a cliccare sì o no o leggere 20 pagine di privacy notices, però la normativa c'è. Infatti io avrei auspicato che l'avessero fatto tutti così che succedeva qualcosa veramente, invece nei fatti è successo pochino. Nei fatti quello che è successo, che il garante l'ha fatto, con quegli pochi strumenti che ci sono, ci sono state le risposte non sufficienti, ovviamente, perché di fatto è come voi sapete, l'intelligenza che ci ha a GPT, è preso dati da internet, non si sa perfettamente da dove vengono questi dati quindi il tema della privacy rimane. A me io ho fiducia in questo in una cosa, in quello che si chiamano privacy enhancing technologies, cioè io ho fiducia e qui se ci sono dei giovani per piacere studiate questa roba, perché io sono disperata, troviamo, ci sono, la privacy è sempre meno solo legale, io ho una formazione legale, ma dopo una formazione tecnica è sempre di più all'intersection tra legale e ingegneristica. Allora studiamo, cerchiamo di capire quali sono le privacy enhancing technologies cioè che possono aiutarci a utilizzare i dati, ma utilizzarli in maniera più seria, in maniera più sicura. Ecco, dal punto di vista della privacy, ovviamente la normativa c'è e dobbiamo rispettarla, io ho fiducia nella ricerca sulle privacy enhancing technologies. Una paura che ho legata per esempio a CiaoGPT è questa, a me affascina molto l'idea della human knowledge che sia disponibile per tutti, cioè a me affascina l'idea della democratizzazione della conoscenza che uno strumento come questo ci mette a disposizione, però io mi chiedo, quale conoscenza? Allora io vi faccio un esempio banalissimo, ho fatto una domanda a CiaoGPT, gli ho detto, raccontami una storia di un padre che parla con il figlio e con la figlia dice, no scusate, vi racconto quello che fa più effetto, gli ho detto, ha detto a CiaoGPT, gli ho detto, raccontami una storia di due amici che crescono insieme, hanno 18 anni, sono a scuola superiore devono scegliere cosa fare da grandi, sono un ragazzo e una ragazza. CiaoGPT comincia, once upon a time, c'era una volta due amici, un ragazzo e una ragazza stavano decidendo cosa fare a scuola, il ragazzo dice, io voglio fare ingegneria, la ragazza dice, no, io non capisco niente di numeri, io voglio fare arte, parte di imbufalimento da parte mia, twitter da storm, però voglio dire, questo perché ve lo dico, a me affascina l'idea del human knowledge, ma qual è human knowledge? E' human knowledge o è la cancellazione, la codificazione, la softwarezazione, la computerizzazione della società come ce l'abbiamo adesso, con tutti gli stereotipi e le discriminazioni, a me quella non va, quella proprio non mi piace. Vai, lo so che mi hai parlato. No, però... Peggio di CiaoGPT. Però questa è una buona notizia, perché su questa cosa possiamo lavorare. Ma non ci abbiamo lavorato per duecento, per mille anni non ci abbiamo lavorato. Non volevo dire questo, non volevo dire che possiamo lavorare sulla struttura sociale, questo lo facciamo a prescindere, volevo dire che abbiamo trovato una tecnologia che funziona, un modo per approcciare questa compressione di conoscenza renderla disponibile in maniera linguistica. L'abbiamo trovata, 15 anni fa non ce l'avevamo e neanche cinque. Ora, la cosa bella sarebbe farla funzionare, ma su questo possiamo lavorare. Non è che è obbligatorio che CiaoGPT abbia i pregiudizi dentro? Possiamo lavorare solo, solo, se prima che uno strumento viene messo nel mercato, ci sono delle regole chiare. Allora, se prima delle regole lo strumento esca nel mercato, ci sono delle regole... Ah, sono d'accordo, sono d'accordo. Infatti... Attenzione, attenzione. Come dico sempre, questi strumenti sono strumenti sociotecnici, per cui per avere una soluzione e un CiaoGPT equo ci vuole una decisione sociale e politica di averlo equo, altrimenti non accade di natura. Però ecco, direi che CiaoGPT quantomeno è più ordinato. No, risponda alle domande, quindi cerchiamo di... Però se noi, per esempio, nell'intelligenza artificiale, gli strumenti di discriminazione di algoritmi, diciamo, prima che uno strumento esca nel mercato, ci vuole un monitoraggio, che questo non avvenga. Quello che è accaduto, per esempio, nelle Netherlands, è un fatto strepitoso. Un algoritmo, ve lo racconto, è un algoritmo utilizzato dall'amministrazione pubblica per decidere il welfare dato alle persone. Insomma, questo algoritmo aveva ritenuto che alcune famiglie fossero più a rischio di frode, commettessero frode dei pagamenti. E quindi questi pagamenti sono stati sottratti a 20.000 famiglie. Quale famiglie sono state definite più a rischio? Quelle con la doppia cittadinanza. La doppia cittadinanza cosa vuol dire? Che sono immigrati. È caduto un governo su questo. Quindi dei rischi di cui si parla, si parla di cose molto pratiche che hanno l'effetto sulla vita di tutti i giorni. Cos'è che mi fa paura? Mi fa paura che noi non utilizziamo l'intelligenza artificiale proprio, per esempio, per capire dov'è la discriminazione, perché si può capire in modi che non sono visibili ad occhio nudo poi anche per fare una decisione collettiva di dire utilizziamo questi strumenti per cambiare o per migliorare la società. È chiaro che appunto i problemi sono enormi. L'uomo non è perfetto. Nell'intelligenza artificiale potrà permetterci di essere perfetti. Però ecco, le regole sono importanti ma probabilmente non risolvono tutti i problemi. Visto che ci sono qui tanti giovani, l'arbitro a capire, a studiare è senz'altro fondamentale. L'altro aspetto che ci fa paura di questo mondo è il fatto che ci fanno delle cifre di posti di lavoro che saranno persi, sostituiti in parte ma persi. Da questo punto di vista, tu che hai a che fare con un mondo B2B, qual è il rischio da questo punto di vista? Certo, nel 1970, dati dell'Ox e citati dall'Economics questo numero, si lavoravano all'incirca 3000 ore all'anno, all'incirca, su quasi 9000, circa un terzo delle ore, 8700 ore all'anno. Oggi nel mondo più sviluppato se ne lavorano tra 1500, 1700 e 2000, si è dimezzato dal 30% al 20%. Possiamo dimezzarla ancora una volta? E cosa succede alla società se la dimezziamo ancora una volta? E' una delle grandi domande. Quanto tempo impieghiamo? Perché naturalmente si è dimezzata la percentuale ma il reddito è aumentato di più che era addoppiato contemporaneamente, il reddito medio almeno nel mondo occidentale. Questo è quello che ha fatto l'aumento di produttività attraverso la seconda rivoluzione industriale e la digitalizzazione. E questo è un fatto, non ci sono dubbi che sia successo. Ora, i risultati con due guerre mondiali, con la Comune di Parigi con un sacco di cose in mezzo, è un fatto che è successo. Non è vero che non è detto che quello che è successo in passato succeda di nuovo, però siamo forse di fronte a una tecnologia comparabile al motore elettrico che ha cambiato la produzione la distribuzione e tutto il resto. Cosa succede ai posti lavoro? Ma intanto bisogna capire cosa succede veramente alle mansioni, cioè ai tasca, alle cose che facciamo. E se anche automatizziamo una parte delle cose che facciamo non vuol dire che sparisca la nostra professione. E' una gigantesca opportunità per le aziende per ripensare alle professioni ripensando alle mansioni. Oggi abbiamo spesso manzionari ancora del 900, anche nei servizi. Leggetevi un manzionario di una grande società di servizi, una banca italiana. Ci sono delle cose che sembrano veramente scritte nel secolo scorso, non sono scritte nel secolo scorso. Quindi c'è un'opportunità di ripensare queste cose. Se posso dire, mentre questa roba va veloce, ffettivamente parlando con le aziende, nei primi giorni, nelle prime settimane, nei primi mesi la miniera d'oro evidente è stata ok ma cosa posso risparmiare in termini di persone? Ma si è poi capito, si sta capendo secondo me che non è solo quello, che cosa posso fare di più? Al di là del simulare task che le persone fanno, non è che ci sono pezzi di economia a cui posso arrivare a cui adesso non arrivo. Quindi nessuno ha una soluzione. Ma non è detto che necessariamente la soluzione sia l'apocalisse. Quando l'AI Act inizia, esiste questa norma europea, siste per dire il nostro obiettivo è avere un AI benefica e di cui ci si può fidare. La possibilità di avere un AI benefica credo che esista. Non sta nell'aspettare l'agenzia dell'ONU che controllerà come fosse l'energia atomica, per quella cosa non succederà. Sta nella possibilità oggi di intervenire nei processi di costruzione per quanto possibile, ma certamente di adozione delle tecnologie, avendo quell'obiettivo che è scritto, peraltro, benefica di cui si può fidare, che rispetti i diritti umani. Le regole ce l'abbiamo. Partiamo da zero. Resto un po' ottimista. Ottimo. C'è un po' di speranza, finalmente. Domanda simile. Adesso andiamo da Ben sul mondo degli NFT. Io vorrei sapere, benefici e rischi dello strumento di NFT per artista, casa d'asta e consumatore. È una domanda personale, ma tu non hai paura perché l'NFT va a tagliare l'uomo di mezzo all'intermediario, ovvero tu perderai il posto, hai paura di quello che accadrà? Non hai paura di quello che accadrà? Non hai paura di quello che accadrà? Sì, credo che tutta la conversazione con l'A.I. e l'automazione, con la scelta di lavoro, soprattutto dal punto di vista dell'artista, possa essere sottolineata nel 20° secolo con la rivoluzione della fotografia, che è un medio creativo. E hai tutti questi peggiori pittori che hanno fatto un'ottima cosa per anni semplicemente pensano che sono fuori da un lavoro perché qualcuno può prendere una foto di un still life, un landscape o un portret Non voglio dire che alcuni di loro erano i migliori stati, questo è il punto. E anche quelli due sono distinguiti, ma possono essere sottolineati. Ed è così che abbiamo fotografi, che abbiamo pittori grandi, che abbiamo artisti che fanno entrambi. Penso, però, che con la fotografia li avrebbero sostituiti. In realtà sono due cose distinte, ma che allo stesso tempo si collegano sono intercollegate. E c'è un grande debattimento per il copyright e anche per la creatività per queste immagini. È divertente? È interessante? Alcune volte sì, altre volte no. Ma ci sono artisti, ad esempio una persona come Anna Riddler, che usano l'AI come modo di ricerca in una pratica base di ricerca per ottenere grandi volumi di materiale che senza quello non avrebbero potuto. Quindi penso che per gli artisti ci sia una possibilità nuova, anche per le pratiche di ricerca, ma c'è anche questo rischio, soprattutto come gli anni passano vediamo un volumio alto di AIR, potrebbe devalutare alcuni altri medium digitali. Quindi è una balanza, è difficile, ma penso che le due cose sono distinte, molto come la fotografia e l'arte, non battere contro l'altro sempre. Quindi, ci sono delle automatizzazioni che sono intervenute, problemi di copyright, anche se può rendere più interessante o più emozionante il modo di fare arte. Un artista, per esempio, Anna Riddler, che produce un grande volume, è molto dedito alla ricerca questo può portare a moltissime nuove opportunità per gli artisti stessi. È un'emozione, c'è molto fervore. Sì, quindi è una grande emozione, ci sono grandi opportunità molte questioni da tenere in contatto. Quindi è una grande emozione, ci sono grandi opportunità molte questioni da tenere in considerazione come è la qualità. Sempre una questione di qualità dal punto di vista artistico. Non lasciamo riposare il metaverso, quindi ho la stessa domanda, ma quali sono i benefici e i rischi del metaverso? Il mondo immersivo, il mio bimbo va nel metaverso, quindi che cosa ne facciamo del metaverso? E la stessa domanda vale per Mohamed, ma tu non hai paura, tu tu, nella tua vita, visto che questo signore, questo ragazzo, ha dei figli lui stesso? E' un ragazzo, ho paura di come gli umani usano le loro tecnologie, perché attraverso la storia, abbiamo visto che le tecnologie sono state usate per due motivi, sono state usate per due motivi, sono state usate per due motivi, sono state usate per due motivi, sono state usate per due motivi, sono state usate per due motivi, sono state usate per due motivi, sono state usate per due motivi, sono state usate per due motivi, sono state usate per due motivi, sono state usate per due motivi, sono state usate per due motivi, sono state usate per due motivi, sono state usate per due motivi, sono state usate per due motivi, sono state usate per due motivi, sono state usate per due motivi, sono state usate per due motivi, sono state usate per due motivi, sono state usate per due motivi, sono state usate per due motivi, i prepos hormone. Nella sana la structura in realtà è una tecnologia che esiste e dipende sempre dal modo in cui viene utilizzata. I studio AAA spengono molto di tempo per generare l'artwork per la metaverse. L'A.I. può sottolineare questo tempo, così che si può concentrare sullevare questo per iniziare a disegnare qualcosa senza spingere molte ore. E' un matematico di valutazione. Quando analizzate i dati diversi, potete vedere se c'erano alcuni pittori che potete aver perso dal punto di vista umano. Ma le paure sono sempre là, come con la nuova tecnologia. C'è sempre un shift nel modo in cui percepiamo la tecnologia. La nuova tecnologia è sempre in grado di cambiare. Per me la mia più grande paura, o possibilità più grande, è il bank che non è bankato. Ci sono molte persone che non hanno accesso alla banca tradizionale, soprattutto in Sud America, in Africa, anche in parte dell'Asia, che potranno bankare pur via di avere un telefono mobile accesso all'Internet. Ma la mia paura, da questo aspetto, è di avere tutti in un interno universale perché ciò che ci rende unico è la nostra individualità. Ma se siamo tutti categorizzati per essere uguali, o dentro di due o tre bucchette di base, si prende fuori dal potenziale dell'umanità. Lo so che è un po' più grande che il metaverse, ma penso che qualcosa sia ancora molto rilevante. Mi piace fare moltissime attività soprattutto portare all'interazione tra le persone. Io sono matematico di formazione, quindi una cosa che ho notato è la riduzione del tempo che ci garantisce l'intelligenza artificiale nello sviluppo, soprattutto nell'ambito del gaming. La stessa cosa lo vedo io quindi con i numeri anche la percezione umana. Quindi per le nuove tecnologie è necessario un... quando escono si vede un cambio di percezione. Un altro passaggio importante è uno dei timori, soprattutto per chi non ha accesso fisico, in particolare nel sistema bancario, dove chiaramente i sistemi ormai tecnologici ci consentono di controllare l'accesso dal telefono, dai sistemi. Questo in qualche modo, soprattutto in paesi come Sud America, l'Africa, l'Asia, potrebbe comportare dei problemi. Pensate che secondo il fondo Andressen Horowitz ci sono 2 miliardi di persone oggi che non hanno conto bancario, non hanno nessuna possibilità nella loro vita di ricevere un conto bancario. Il metaverso si applica a questi ambiti anche della finanza. Giusto per darvi un'altra idea, l'introduzione di una finanza digitale in Kenya con Empesa ha aumentato il GDP di 2 punti, semplicemente come un lock di valore. C'è speranza, come abbiamo concluso con un poco di speranza con Vittorio, c'è speranza nella maniera di usare il metaverso. Direi che abbiamo qualche minuto, se vogliamo... Direi che ci facciamo del male, ma credo che sia un fortuno di aprire la possibilità di domande nostre ostiche. L'unica mia richiesta è usare il panel degli esperti per fare domande non conventi, se possibile. Facciamo domande usando l'expertismo di queste persone. Ci sono domande? Non abbiate paura, essendo un ex-insegnante, non ci sono domande stupide, quindi qualsiasi domanda è la benvenuta. Ci sono domande magari più giovani? Abbiamo una domanda nel back. Arrivederci. E ancora un attimo. Tu ti qualifichi come giovane? No, non sono più giovane purtroppo, però di mente sono ancora giovane. Ciao, sono Lorenzo, cosa ne pensi della possibilità di tokenizzare asset reali, quindi della finanza tradizionale, applicarli quindi alla tecnologia blockchain metaverso e quindi democratizzare l'accesso a questi asset, quindi di conseguenza anche permettere l'accesso che ce l'ha negato per svariati motivi. Prima di tutto, grazie per la domanda, Lorenzo. Penso che sia già successo, e penso che ci sono due mani da pensare, dal tokenizzare asset pre-existenti, che eliminano la necessità per le third-parties, in questo modo non avremo bisogno delle banche. Questa è la main reason per la tecnologia blockchain, che permette di interagire con il piatto per il piatto per il piatto, senza una third-party. Penso che ci sia abbastanza resistenza dagli esistenti powerhouses che permetteranno che certi mercati si tokenizzino, ma penso anche che con qualsiasi nuova tecnologia, come ho parlato prima, ci sono molte possibilità. E una cosa che abbiamo fatto è che abbiamo recentemente lanciato un protocollo d'educazione, chiamato l'Open Campus. Uno dei più grandi asset che abbiamo come civilizzazione è l'educazione, specificamente gli insegnanti come creatori di contenuti, gli insegnanti tendono a essere undervalutati nella società. Quindi abbiamo creato un nuovo tipo di NFT, chiamato Publisher NFT, lo che gli insegnanti sono in grado di vendere i diritti al contenuto che hanno creato, a due investitori. E poi, quando questo contenuto è distribuito, quando il mercato entra, c'è una divisione in royalties. Quindi abbiamo fatto un sample di questo nel novembre, abbiamo venduto 12 di questi Publisher NFTs, il più alto, un single insegnante, questo è un insegnante normale di ogni giorno, il più alto che hanno fatto era quasi 40.000 US Dollars. Questa è la vita reale, questa non è una magia magica dell'internet. Questa è la realità reale, e questo è qualcosa che stiamo cercando di ruotare. E ci sono molti nuovi modelli di business che vengono venuti, in cui siamo in grado di modificare questa tokenizzazione, così che possiamo avere un sacco di marchi da pari a pari, nonostante quello che è questo verticale. E' un sacco di marchi da pari a pari, chiaramente questo incontrerà la resistenza dei grandi poteri. Però, come dicevo prima, le nuove tecnologie offrono moltissime possibilità. In particolare, stanno già sviluppando un protocollo di istruzione, di formazione, in cui i insegnanti, insegnanti normalissimi, possono pubblicare dei contenuti come NFT. Questo vengono poi suddivise le royalty, la creazione di questi contenuti ha già raggiunto il numero di 12 pubblicazioni, con un guadagno per gli insegnanti, per cui lo ha portato avanti, di 30 mila dollari. Quindi sono dei dati, dei soldi reali. E' un nuovo modello di business che può far leva su questa tecnologia. Giusto per capire la rivoluzione. Se io pubblico un contenuto su Facebook, io non prendo nulla. Quindi quello che loro stanno facendo è tracciare la redistribuzione di risorse. Quindi più un insegnante è bravo, più riceve ricompensa per la sua attività nel mondo digitale. E' una rivelazione completa del mondo dell'educazione. Credo che ci fosse una domanda qua. Prego signora. Che cosa si fa per l'alfabetizzazione tecnologica? Di fatto molte persone restano escluse, gli anziani, le persone che hanno un'istruzione molto bassa. Quindi si rischia anche dal punto di vista della democraticità. Per cui ci sono molti esclusi. Cioè molti vanno avanti. E' quelli che rimangono dietro? A chi la fa la domanda, signora? Non so. In generale. Ho un po' di tempo. In generale, con ogni nuova innovazione, ci sono sempre persone che si rimangono dietro. Nelle ultime 20 anni abbiamo visto la tecnologia evolvere così velocemente che stiamo solo iniziando a vedere gli effetti strani di come ci ha imparato. Quindi naturalmente molte cose che sono costruite oggi non sono costruite per quelli che non hanno accesso o trovano difficoltà ad avere accesso, ma è per le nuove generazioni che sono nati con una connessione internazionale, con un telefono mobile, che già interagiscono in un settore in on-line. Ci saranno le persone che troveranno molto più facile interagire con la tecnologia. Sì, chiaramente le innovazioni corrono veloci. Quindi probabilmente tecnologie che sono nate ora, o sono nate 10 anni fa, 20 anni fa, potrebbero cominciare a produrre degli effetti collaterali solo ora. E chiaramente le nuove generazioni, che sono i nativi digitali, sono nati con tutti gli strumenti a loro disposizione. Quelli hanno imparato prima e sono quelli a cui questa tecnologia risulta più facile. Aggiungerei un punto, ma non so se siete d'accordo, Oggi siamo in un momento in cui, almeno nel mondo più ricco, ma probabilmente non soltanto, abbiamo digitalizzato molti processi e molti servizi. In un momento in cui una parte importante della popolazione esposta a questa digitalizzazione ha difficoltà ad utilizzarla, anche soltanto per la genera grafica. Potere usare il linguaggio naturale per fare tutto, e intendo letteralmente tutto, potrebbe mantenere il vantaggio di aver digitalizzato questi servizi risolvere il problema dell'accesso. Quindi potrebbe ci sia un po' meno bisogno di alfabetizzazione informatica insese in senso tecnico per poter navigare un mondo che è informaticamente molto complicato. Oggi ce n'è bisogno, e questo è un problema. Però non so se su questo siamo tutti d'accordo. Io penso una cosa, però penso una cosa, il problema della digitalizzazione dell'alfabetizzazione è importantissimo perché sempre di più noi ci troveremo nell'interazione con la macchina ci troveremo tanta gente che non sa che sta interagendo con una macchina ci obbliga a dirlo. Anche la GDPR, quasi sempre. Nel momento in cui, per esempio, una decisione che ci verrà fornita da un algoritmo, noi usiamo sempre questa cosa, bisogna essere trasparenti, ma cosa vuol dire essere trasparenti? Voglio dire, non è che vuol dire la capacità di essere in grado di capire un algoritmo come funzione, ci vogliono, la trasparenza deve avere valore vero per le persone che sono in grado di... Ecco, io penso che la Finlandia, per esempio, ha fatto questo grande esperimento di dire, c'è un sacco di risorse per fare l'educazione dell'intelligenza artificiale dell'uno per cento della popolazione. È chiaro che ci vogliono, almeno che una sensibilizzazione ci vuole, rispetto, per esempio, a cosa vuol dire interagire con la macchina, cosa vuol dire quando una decisione viene presa da un algoritmo? Cosa vuol dire poter contestare una decisione che viene presa dall'algoritmo? Ecco, queste sono grandissime sfide che ci troviamo davanti, secondo me. Una domanda, sì, sulla ricerca, in particolare nella salute, nella sanità, che è un argomento, insomma, di mio grande interesse. La ricerca, soprattutto rispetto all'argomento dell'intelligenza artificiale, la gestione della sicurezza delle blockchain. Mi spiego meglio, gli studi profit implicano delle blockchain che vengono finanziati. Gli studi no profit, quelli che interrogano le politiche sanitarie, al momento non hanno una risposta. Non so se potete darci una proiezione o una suggestione su questo. Se puoi elaborare sulla domanda, la domanda sulla blockchain è esattamente... La blockchain è l'utilizzo delle blockchain nel sistema della salute. Ok, applicata al salute. Sono completamente d'accordo con tutto ciò che hai detto. Penso che la blockchain, come una tecnologia, come una tecnologia sottolineata, va a essere sottolineata molto. Il sistema di salute è un sistema ovvio, perché la data diventa immutabile. Ma penso anche nell'AI. Alcune cose che hai detto mi sono resoltate. Siamo riusciti a sapere se l'AI accede a queste source di data. E se questa data è postata sulla blockchain, sappiamo esattamente dove vengono le source di data. Quindi non vedo l'AI e la blockchain essere troppo separati. Penso che sia una risposta un po' diversa alla vostra domanda, ma le vedo lavorare insieme. Siamo riusciti a tenere l'AI a conto a un certo grado con la tecnologia della blockchain, perché la blockchain ci permette di fare da un punto di vista di sicurezza di avere tutto sul leggero, per vedere dove sono state le interazioni. Penso che sia una cosa molto positiva, soprattutto negli Stati Uniti. Abbiamo un sistema online molto convoluto. Se vieni a un appuntamento, due anni dopo, hai l'attività sottile, vieni a un appuntamento completamente messo. E so che alcuni paesi hanno iniziato a incorporare le blockchaine per la salute. Quindi dal punto di essere un bambino fino a essere un pensione, puoi avere il tuo record di salute, questo è molto bello se sei allergico. Ma c'è un rischio, ovviamente. Proprio che queste cose non dovessero essere hackate o condivise, ma forse, in grado dei sistemi che abbiamo ora, se qualcuno si incontra, puoi avere un pezzo di informazione. Potrebbe essere molto più pericoloso se ottenessero i tuoi record di salute per un vero tempo. Quindi è un rischio sottile, è un rischio di sicurezza, che sarà inevitabilmente più sicuro per il tempo. Se Facebook sa che a me piacciono i calzini rossi, bene, lo sa, e poi mi servirà di nuovo dei calzini rossi. Ma se tutta la mia storia medica è disponibile, questo è fondamentale. Come diceva Ivana, se io sono soggetto da Alzheimer, un'assicurazione mi tratterà, oppure qualsiasi altra istituzione, mi tratterà in una maniera diversa rispetto a un soggetto che non lo è. Quindi la padronanza, l'utilizzo della blockchaine, permette la completa padronanza del proprio profilo medico, delle proprie informazioni, che sono le informazioni più delicate, più personali che noi abbiamo. È utilizzata oggi la blockchaine in ambito medico? Non ancora, non abbastanza. Ci sono alcuni centri di eccellenza, con Pierangelo abbiamo conosciuto casi, per esempio nel Policlinico, Gemelli. È utilizzata come dovrebbe? No. La cosa carina dell'ambito medico è l'impatto della blockchaine sul pubblico è strepitoso, è massiccio, cioè noi possiamo raccogliere delle efficienze sul pubblico che sono straordinarie, con investimenti che sono ragionevoli. E chiudo lo spiegone qua. Vogliamo prendere un'altra domanda? E poi chiudiamo. Avevamo il giovane là dietro, il giovane presso la finestra, il giovane Holden che guarda attraverso la finestra. Abbiamo parlato di AI e blockchaine, blockchaine capitale decentralizzato, che va verso una direzione, appunto la decentralizzazione, la democraticità. Poi si parla di AI ad oggi mi sembra che le radici delle AI siano in mano a pochi player. Sono due direzioni divergenti? No, no, tu la prendi. In realtà, lo volevo commentare, ma mi è piaciuto appunto, perché vi sembra che l'ho già fatto molte volte. Messa così, quindi stiamo abbattendo l'idea di fare a meno delle banche per costruire questa finanza decentralizzata costruire queste gigantesche industrie dell'intelligenza che saranno qualche dozzina, molto probabilmente qualche dozzina, a cui tutti chiederemo dell'intelligenza per costruire sistemi ancora più intelligenti. E questo è probabilmente una conversazione da fare, quantomeno. Mettere l'assieme, peraltro, probabilmente è anche possibile. C'è quest'idea di usare blockchain per catalogare i contenuti in questo modo tracciarli in maniera anonima o no a seconda dei casi, quello che si vuole, ma comunque remunerarli. E probabilmente è molto interessante che l'assicurazione sanitaria sulla blockchain ha assolutamente senso non è obbligatorio che poi la mia assicurazione la usi. Anzi, si possono scrivere regole per cui è obbligata a non usarla. Oggi le banche non usano più certe informazioni anagrafiche o per legge o per scelte loro, ce l'ha raccontato all'ultimo evento abbiamo fatto assieme un'importante città di assicurazione italiana nei loro modelli predittivi. Hanno scelto di non usare certe informazioni anagrafiche, per esempio la provenienza geografica o la data di nascita. L'hanno scelto, l'hanno obbligato. Il problema, però, secondo me è qua, per mettere in piedi un'infrastruttura che consente a ciascuno di noi di pubblicare contenuti su una blockchain in maniera tale che questi tutti i nostri contenuti, tutti, in maniera tale che siano disponibili a queste grandi fabbriche dell'intelligenza che magari sono controllate da un'agenzia sovranazionale quindi sono anche, magari, non abbiamo abbastanza carbone, petrolio e GPU per farlo. Quindi, oltre a questa divaricazione, la soluzione al momento sembrerebbe not feasible. Che però non vuol dire che non si risolva il problema. L'importante è trovarne un po' i perimetry. Perché questa cosa del consumare nergia è effettivamente un problema che in questi miei anni vi è più. Posso dire solo una cosa? Cioè, una cosa sui dati sanitari, volevo dire mi collego a questo. Cioè, il problema è che non c'è neanche più bisogno di informazioni sanitarie oggi per capire le informazioni sanitarie di una persona. Cioè, tu dicevi gestamente, no Frank, dicevi la società di assicurazione che ti fa pagare di più nel momento in cui tu hai un certo problema sanitario. In realtà non c'è bisogno del dato sanitario per capirlo. Basta usare Facebook. Nel senso che questi grandi colossi, che agiscono come enti regolamentatori, perché questo lo fanno, agiscono come enti regolamentatori e definiscono le regole della privacy loro, più quando possono i garanti di Europa, i garanti del mondo, il problema è che l'accumulo di dati permette loro di avere un successo delle informazioni sanitarie che non sono direttamente fornite, ma sono dovute, per esempio, al fatto che tramite i grandi dati, tramite il cluster riescono a capire correlazioni tra certi comportamenti, location data capire, per esempio, che una persona ha una certa sindrome, anche se o la persona stessa non lo sa, in primo luogo, di avercela o non l'ha neanche comunicato lei stessa o lui stesso, perché comunque queste informazioni vengono derivate, si chiama financial data, queste informazioni vengono derivate da altri dati, in questo senso la distinzione tra dati personali e dati non personali diventa sempre più rilevante, la distinzione tra dati sanitarie e dati non sanitarie diventa sempre più rilevante, questa è la sfida che ci troviamo di fronte d è una sfida importantissima, dentro questa sfida c'è la questione del sistema monopolistico in cui ci troviamo, non a caso l'Unione Europea su questo sta prendendo un pochino, adesso l'Unione Europea, e dagli Stati Uniti sull'antitrust, all'Unione Europea con il digital market, digital services digital governance act, la stessa Cina si sta preoccupando su Alibaba il potere che queste grosse corporazioni hanno, cioè qui siamo di fronte a una rottura fondamentale tra il potere dei governi degli Stati e il potere di queste grosse corporazioni. Posso fare ancora la battuta, l'alfabetizzazione informatica in questo momento serve alla politica degli Stati in azione, perché tutto questo gli sta sfuggendo completamente, il previsto italiano alla scorsa legislatura aveva un intergruppo sull'AI, a questa legislatura passati 8 mesi si è creato un intergruppo innovazione, chiami pare 70 aderenti di cui solo 5-6 della maggioranza, è un problema, è proprio un problema perché non hanno gli strumenti per governare questi fenomeni. Però direi che oggi abbiamo lanciato anche la nuova sfida tecnologica che è l'AI su blockchain, quindi questa è il prossimo futuro, l'anno prossimo ci troveremo a parlare di questo perché abbiamo lanciato la nuova novo trend tecnologica nel metaverso. Perfetto, quindi grazie. Grazie. Grazie.
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