Percorsi di co-innovazione per la generazione di impatto sociale
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Percorsi di co-innovazione per la generazione di impatto sociale
Il talk moderato da Luca de Biase, accompagnato da Luciano de Propris e Stefano Milani, presenta il programma Foundation Open Factory e l’attività di Fondazione VRT, con focus sui progetti promossi e sostenuti attraverso bandi e percorsi innovativi.
Sottotitoli creati dalla comunità Amara.org Bene, buongiorno a tutti, una sala numerosa, grazie a tutti per essere qui. Bene, oggi parliamo di percorsi di co-innovazione per la generazione di impatto sociale. Caritro, oggi vorremmo presentare due aspetti importanti che Caritro ha deciso di sviluppare negli ultimi anni. Il primo è la fondazione VRT che è nata nel lontano 2019, sembra molto lontano perché era un'epoca pre-COVID. Fondazione VRT in cui Caritro ha creduto sin dall'inizio fondazione della valoridazione della ricerca Trentina. Sin da subito abbiamo creduto in un percorso che potesse rendere la ricerca vicino al territorio, una ricerca applicata, ricerca di base, che fosse però smart, quindi veloce. La fondazione VRT, grazie al Presidente Stefano Milani e a tutto il Consiglio d'amministrazione, ha dimostrato che la scomessa di Caritro è una scomessa vinta. Scomessa vinta perché è vicino al territorio e sta dando risposte molto veloci. Nel giro di 72 ore si conoscono i vincitori dei vari bandi, quindi riesce a dare una risposta rapida a chi partecipa a bandi ricerca. E quindi questo credo sia un aspetto molto innovativo che Caritro ha introdotto nel lontano 2019. Altro aspetto che oggi vorremmo presentare è un'altra realtà che Caritro ha voluto ha sostenuto sin dal 2020, anno di Covid, insieme ad altre fondazioni bancarie, fondazione Cariverona, fondazione Cariparo, d l'anno scorso si è aggiunta anche la fondazione Sparkasse. Un progetto che si chiama Foundation Open Factory in cui si è cercato di mettere a fattore comune realtà startup, quindi realtà produttive e imprenditoriali, insieme al mondo della ricerca. Anche questo devo dire grazie anche al contributo del consorzio Helis. Anche questa è una scomessa vinta perché nonostante la difficoltà dei primi anni, quindi in epoca Covid, poter mettere insieme realtà produttive con realtà della ricerca, cosa non sempre facile, staranno ottimi risultati sui vari territori di competenza. Quindi vi lascio al panel di oggi, soltanto augurarvi i presenti buon lavoro buon ascolto a tutti voi. Grazie. Eccomi, buongiorno. È chiaro che di innovazione sentiamo parlare in tutti i modi, questa però è una struttura, è un racconto, è un'innovazione che si confronta con un paradigma di sensibilità, di culture, di valutazioni totalmente diverso da quello dell'epica, della tecnologia tecnologica. Qui stiamo cercando di rispondere a finalità sociali significative. Quindi occorrono anche dei metodi, occorrono degli strumenti, occorrono dei sistemi abilitanti occorrono anche degli esempi che dobbiamo incontrare. Queste sono i contenuti di questa giornata, modelli, abilitatori, esempi. Sarà una giornata super fitta e quindi io smetto subito di introdurla E chiamo il primo interlocutore che sarà Stefano Milani, presidente della fondazione VRT che ci racconta il modello abilitante della sua organizzazione mi correrà l'obbligo adesso e in tutta questa sessione di dire che lo dobbiamo fare in modo molto sintetico. Prego. Mi fa piacere essere qua oggi proprio per raccontare un po' l'esperienza che Carlo ha accennato rispetto alla fondazione VRT. La fondazione VRT, come è stata accennata, è nata diciamo a dicembre 2018, quindi inizio 2019. È nata con l'idea iniziale di poter innovare il concetto di finanziare la ricerca. Il CDA, di cui porto i saluti, che è composto dal sottoscritto, dal rettore dal rettore dell'Università di Trento, Fabio De Florian, da attualmente Tinazzi, che è l'amministratore delegato di una startup che è nata qualche anno fa e oggi è quotata allo Star in Borsa di Milano. Noi ci siamo posti un tema rispetto all'innovazione della ricerca, come innovare il finanziamento della ricerca, e ci siamo posti una domanda inizialmente. Cosa significa l'impatto della ricerca? La definizione anche di impatto ci piace portare. Per noi l'impatto nasce ed è correlato alla misurazione dei benefici per le persone. Questo è il punto nodale, misurazione dei benefici delle persone. L'impatto legato ad ogni attività di ricerca, l'impatto legato ad ogni iniziativa di sviluppo di ricerca di finanziamento della ricerca. Siamo nati quindi dal concetto di misurare i benefici per le persone. Il giorno 1 il nostro claim è stato aiutiamo la ricerca che aiuta le persone. Alla fine ne abbiamo anche fatto un libro con il Mulino, la ricerca che aiuta le persone, con contributi che vanno dal Ministro dell'Università a tutta l'analisi del sistema della ricerca trentina. Partire da questo concetto, quindi misurare l'impatto dei benefici per le persone, significa avere un approccio che tecnicamente si definisce demand pool, cioè parto dal bisogno. Quindi il nostro approccio è stato quello di sradicare l'idea di progetto tecnologico, andare a capire se la tecnologia teneva o non teneva, se la tecnologia aveva una sua razionale scientifico. Noi partivamo dal bisogno delle persone e partiamo dal bisogno delle persone. E quindi su questo andiamo a determinare quelli che sono i criteri. Nella sostanza il bisogno delle persone, che è la domanda vera che poniamo, la ricerca, a quali bisogni soddisfa. A distanza di qualche anno possiamo dire che abbiamo avuto nei nostri progetti un impatto su 65 milioni di italiani, diretto e indiretto, cioè tutta la popolazione, con attività di ricerca che molti non sanno, ma in qualche modo ha impattato sulla quotidianità delle singole persone. Mi viene in mente uno fra tutti, quando è esplosi il Covid, siamo stati immediatamente in poche ore, abbiamo lanciato un primo bando, abbiamo selezionato i migliori progetti presenti in Trentino siamo stati gli unici finanziatori esterni del progetto Merler, che era chi definisce tutti gli algoritmi per il ministero, al fine di determinare il rischio nelle varie aree di tutto il territorio nazionale, sul quale è stato poi sviluppato tutta una ricerca. Quindi questo è solo per dire come il nostro approccio, che tende ad avere l'impatto come elemento cruciale, è l'elemento che distingue sempre e distinto la fondazione. Poi distinguiamo su altri due o tre fattori. Il primo, quindi, l'impatto, il secondo, come diceva Carlo, la velocità. Carlo, ci hai anticipato di qualche ora, non 72, 96, perché è vero che diamo risposte dentro 72, ma ci teniamo un cuscinetto di qualche ora. Nel senso che lanciamo i bandi, diamo tempo abbastanza, 15 giorni mediamente, per rispondere ai nostri bandi, chiudiamo il bando il venerdì, il lunedì, chi vince sa di aver vinto, chi vince riceve il contratto, chi vince può ricevere i soldi se ci firma il contratto velocemente. Questo per dire che cosa? C'è la possibilità, attraverso un metodo demon pull, quindi che non nasce da due diligence tecnologiche, ma che nasce dai bisogni dove rischiamo anche, abbiamo il supporto di Carlichson per rischiare su alcuni progetti, non tutti sono eccellenti, ce ne sono altri che vanno e altri meno, però rischiamo e abbiamo la possibilità di dare risposte entro 96 ore. 96 ore io penso che siamo l'unica fondazione in Europa, l'unico ente in Europa, ma perché abbiamo un processo, con degli advisor che vedo anche in sala che ringrazio Paolo, abbiamo un processo estremamente veloce, rapido, ma rigoroso, molto rigoroso, vedete qua questi sono i nostri criteri, non si sgarra e quindi abbiamo 96 ore per dare risposta, abbiamo un processo rigoroso con dei criteri molto determinati che afferiscono alla nostra visione di ricerca in terzo luogo, elemento sul quale crediamo molto, lavoriamo molto ma non credo che lavoriamo, abbiamo ritrovato molti progetti con un concetto di governance paritaria, cioè i nostri progetti hanno una governance al 52% femminile, che è una cosa abbastanza che ci ha colpito nativamente. Poi abbiamo fatto anche qualche progetto con Angel For Women, di cui abbiamo qua un rappresentante vedo e ringrazio, nel senso su progetti a governance femminile, ma di fatto crediamo molto nel concetto di parità, abbiamo anche delle progettualità future quindi riassumendo abbiamo questi elementi, impatto, 96 ore per la risposta, criteri molto chiari e trasparenti, governance paritaria in questo momento a maggioranza femminile dei progetti che sosteniamo. Velocemente vediamo proprio i criteri, i criteri prima la ricaduta per le persone, vogliamo capire qual è il bisogno, dove nasce il bisogno, a chi diamo delle risposte, a quante persone diamo delle risposte. Vogliamo sapere se è una tecnologia estremamente innovativa o incrementale, quindi quelle che si chiamano tecnologie disruptive o back through, ma per capire solo se sono tecnologie che cambiano il paradigma o se sono tecnologie incrementali. E su questo sicuramente lavoriamo anche in un'ottica di sostegno per progetti che poi ambiscono a presentarsi ai grandi progetti europei di EIC, European Innovation Council, o ERC, European Research Council, quindi dove andiamo a dare una mano per essere abilitati a progetti europei da milioni di euro. E quindi su questo cerchiamo di aiutare il sistema della ricerca Trentina per essere più efficaci anche a livello di sviluppo di grandi innovazioni a livello europeo. Poi chiediamo la sostenibilità, non ci piacciono i progetti che fra pochi mesi si chiudono, ci piacciono progetti a lungo termine, che le persone possano avere benefici sul lungo termine. Mi vengono in mente progetti sulla telereabilitazione che abbiamo sostenuto in three round, progetti sulla telemedicina, telemedicina pediatrica, cioè progetti che le persone e le famiglie sanno, capiscono che cos'è la telemedicina pediatrica, vuol dire mettersi in contatto col pediatra. È facile da capire. Penso sia un bisogno non per problematiche complesse, ma per problematiche estremamente rapide, per semplificarsi la vita. Quindi sono esempi di tecnologie che abilitano la vita. Mi vengono in mente progetti che proprio nascono dai bisogni delle persone. E quindi ecco che tra gli ultimi i temi legati al coinvestimento alla coinnovazione. E quindi ci piacciono quei progetti che non nascono da soli, ma che in qualche modo vanno a cercare capitali, che in qualche modo trovano negli interlocutori soggetti che poi successivamente abilitano o rendono scalabili questi progetti. Quindi coinnovazione, progetti di coinvestimento, coinvestimento commercial capital, private equity e quant'altro. Questi vengono in qualche modo premiati rispetto ad altri, secondo i nostri criteri. E quindi ecco che, e poi vado verso la conclusione, il progetto di open innovation legato, che poi capiremo meglio i parametri successivamente, è un progetto che per noi è una round B, una fase successiva sul quale possono nascere delle opportunità sul quale noi diventiamo abilitanti in qualche modo. E per questo che l'abbiamo sostenuto fin dall'inizio. Quindi questo di fatto è un po' la fondazione WRT che si vuole raccontare, si racconta sui social. Ci piace dire che non chiediamo tanta carta, ma chiediamo per un po' di anni che chi ottiene i finanziamenti da noi ci racconti mettendo la faccia. Cosa sta facendo? Se voi andate su YouTube e Fondazione WRT troverete centinaia di racconti di ricercatori che raccontano il loro progetto, a che punto è anche a distanza di anni, perché non vogliamo che questi progetti muoiano. E quindi la continuità. Alcuni direbbero la rendicontazione fatta con carta. La rendicontazione è per noi un racconto. Abbiamo un po' esternalizzato anche questo, come ha fatto Ikea quando ha esternalizzato il montaggio dei mobili. Riassumendo, quindi, 96 ore per qualunque numero di risposte riceviate alla settimana. Noi creiamo degli slot quando lanciamo dei bandi. Mediamente il prossimo sarà qualche mese. Poi ne apriamo proprio degli slot specifici. Quando li apriamo andiamo 15-20 giorni, poi li chiudiamo e a questo punto diamo la risposta entro 96 ore. Qualunque numero di risposte al bando ci sia. Siamo strutturati. Mediamente quanto è il finanziamento? Allora, do qualche numero. In questi anni noi abbiamo analizzato 320 progetti. Abbiamo finanziato 67 progetti, quindi con un investimento finora intorno al milione cento. Ognuno può fare il proprio calcolo. Il 52% a governance femminile. Abbiamo coinvolto 240 ricercatori. Un impatto su 65 milioni di persone. Mi piace dare qualche numero, credo di averli dati. Li ha dati tutti, grazie. Grazie, Stefano Milani. E allora andiamo a vedere questi, grazie. Andiamo a vedere questi progetti. La prima serie di 5 ce li presenta il nostro Luciano de' Propis, Head of Open Innovation and Sustainability del Consorzio. Alice, prego. Grazie, Luca. Buongiorno a tutti. È un piacere oggi essere qui a raccontare un po' questa iniziativa su cui abbiamo creduto dall'inizio. La riassumo per tre punti, perché quando le fondazioni ci hanno appunto proposto di lavorare insieme su questo progetto, ci hanno conquistato da subito. I tre punti che sono alla base di questa iniziativa che abbiamo chiamato Foundation Open Factory sono la prima quella di lavorare su una scala sovraterritoriale. Si sono messe insieme fondazioni di territori che appunto spazzano nella parte del Triveneto, quindi appunto Caritro, Cariparo, Cariverona, poi si è aggiunta anche Sparkasse, di Bolzano, con una logia di confrontarsi su un territorio più ampio del loro. E questa credo che era un qualcosa di molto interessante, facendolo con noi anche raggiungere una scala nazionale, quindi potersi contaminare su una scala nazionale, questo è stato il primo punto di grande valore. Il secondo punto su cui si è lavorato ra quello di lavorare sull'intersezione tra profit e no profit, tra innovazione e impatto. Oggi parleremo di imprenditoria sociale, parleremo di startup, come possono lavorare insieme per far evolvere i modelli di business. Altra cosa su cui ci affascina da sempre questa contaminazione tra l'innovazione e l'impatto. L'ultima cosa erano, che sono, i giovani. In questo modello, in ogni progettualità, è stato inserito un ragazzo, normalmente un under-30, laureando o neolauriato, che ha avuto la possibilità di confrontarsi su delle progettualità reali. Molti sono in mezzo a voi nella sala abbiamo potuto dare a loro l'opportunità di capire come funziona questo mondo quindi questo era il terzo elemento che ci ha conquistato del modello. E su questo abbiamo realizzato questa piattaforma su cui stiamo lavorando su cui ci auguriamo che nel prossimo futuro potremo lavorare sempre meglio. Io inizio a chiamare i progetti perché il mio intervento vuole essere solamente un cappello iniziale, ma vorrei che i progetti parlassero per noi. Quindi, chiamo qui sul palco il primo progetto. Accademia di Smarano con Smart Ink. Hanno lavorato con noi Galileo Visionary District Fondazione Punto Carito. Chiamo Romina Zanon dell'Accademia di Smarano Lucilla Crosta di Smart Ink. Se vi mettete qui la parte di imprese sociali dietro la parte di startup. Poi chiamo Scrivo con Oriente Occidente, Laura Marongiu per Oriente Occidente Roberto Napoli per la School of Innovation di Trento. E' un progetto che ha finanziato Fondazione VRT. Il terzo è Abitare in Autonomia Villa Maria con Agesic, sempre con Fondazione VRT. Chiamo Irene Buosi e Salvatore Carlucci di Agesic. Poi Railigent, Magnolia, Fondazione Diversity Life e 360 Maker, progetto di Fondazione Cariparo l'ultima Eco Tribe con ENAIP, Smart Domotics, Unismart, Luca Cantone di ENAIP Marco Ghirardelli per Unismart. Come vedrete abbiamo coinvolto molti dei partner del territorio perché pensiamo che per guidare questi progetti ci dovesse essere il know-how e l'expertise del territorio. Abbiamo provato a mettere insieme un'impresa sociale con una startup e abbiamo chiesto alcuni professionisti del territorio di unirsi a noi in questa sfida. Li ringrazio Università di Trento, Università di Padova, Galileo, piuttosto che tanti altri che si sono uniti con noi. Chiedo alla regia di mandare un breve video perché ve lo raccontiamo prima in un video poi con alcune battute loro dirette. L'impegno da Fondazione Caritro nasce dal bisogno dell'Accademia Internazionale di Smarano di accelerare il processo di digitalizzazione dell'organizzazione, migliorare l'ingaggio di nuovi studenti lo sviluppo di uno strumento di supporto nella costruzione della loro carriera musicale. In collaborazione con SmartThings con il supporto di Luca Canova, senior advisor di Galileo Visionary District, è stata sviluppata una piattaforma professionale di e-learning customizzata sulla base delle richieste dell'Accademia con l'obiettivo di fornire agli studenti per l'80% stranieri di partecipare a corsi in modalità remota, dando gli libertà di fruizione fornendo uno strumento pratico tecnologicamente all'avanguardia. La piattaforma di e-learning è stata attestata attraverso un corso pilota in management e autopromozione, il quale è stato supportato da un questionario un report per mappare le competenze iniziali quelle acquisite dagli studenti durante il corso. Il progetto RELIGENT, supportato da fondazione Cariparo, all'interno del programma Foundation Open Factory, è nato dal bisogno della cooperativa Magnolia, della fondazione Diversity Life della fondazione Oggi e Domani di sviluppare servizi innovativi per persone con disabilità. Grazie alla collaborazione con i senior advisor dell'Università di Padova con la Startup 360 Maker, è stato realizzato un applicativo in grado di supportare il lavoro degli enti all'interno dei percorsi di crescita e formazione degli utenti. Lo strumento fornito dalla Startup 360 Maker sfrutta l'intelligenza artificiale di Amazon Alexa tramite una serie di esercizi creati e validati all'interno del team di ricerca permette di svolgere un lavoro di incrementazione delle abilità sociali di sviluppo di competenze, autostima relazioni interpersonali attraverso un percorso di accompagnamento strutturato. Il progetto Ecotrip, supportato da Fondazione Cariparo, nasce dal bisogno di innovazione dell'ente di formazione professionale Enaip Veneto nelle procedure di monitoraggio del consumo energetico delle proprie sedi sul territorio con l'obiettivo di efficientare e migliorare l'infrastruttura diminuendo l'impatto ambientale sensibilizzando dipendenti e studenti al risparmio energetico. La soluzione nasce dalla collaborazione con Smart Domotics, startup attiva nel campo dell'energy management dell'air quality con il supporto progettuale di Unismart. Grazie alla tecnologia Smart Domotics sono stati installati nei quadri elettrici dei laboratori delle sedi coinvolte nuovi dispositivi di raccolta dati sui consumi energetici ricavando e registrando in tempo reale le informazioni necessarie per interventi mirati ed efficaci. Grazie ai dati raccolti Enaip sarà in grado di monitorare e sensibilizzare docenti e studenti sul risparmio energetico sulle tematiche legate alla sostenibilità attraverso canali comunicativi diversificati già testati all'interno del percorso progettuale come masterclass sulla sostenibilità dashboard interattive nei luoghi comuni. Ecotriv, l'energia del domani. Oriente-Occidente è un'associazione culturale impegnata in progetti che intendono aprire il mondo dello spettacolo dal vivo ad artisti, artiste e pubblici con disabilità. Oriente-Occidente e la startup Scrivo con il supporto di fondazione VRT la collaborazione del professore Roberto Napoli della School of Innovation dell'Università di Trento del musicista Vittorio Giampietro il professor Diana Anselmo hanno sviluppato un progetto innovativo, uno strumento di accessibilità per le arti performative. Si tratta di un'applicazione che può essere utilizzata dagli artisti già nella fase di creazione degli spettacoli. Le performance in questo modo nascono pensate per pubblici diversi con abilità e disabilità diverse, senza dover poi subire adattamenti o preferire con gli intenti artistici. L'applicativo progettato sarà integrato con audio, video, sottotitoli e colori permetterà di aumentare le possibilità di distribuzione degli spettacoli. Favorirà la partecipazione culturale delle persone con disabilità sensoriali e rappresenterà una sfida artistica rendendo possibili dei veri e propri augmented show. L'applicazione nata da Oriente-Occidente e Scrivo è innovazione, accessibilità, inclusività, partecipazione e apertura alle differenze. Bene, gli facciamo un applauso a tutte e cinque alle progettualità. Ah, scusate, manca un video, vai. Il progetto Abitare in Autonomia, supportato da fondazione VRT, è stato avviato dalle cooperative sociali Villa Maria Amalia Guardini con Agesic, PMI specializzata in software per la sicurezza. L'obiettivo è lo sviluppo di una soluzione per l'autonomia dei soggetti fragili. Con il supporto dell'Università di Trento sono state sviluppate nuove funzionalità ideate per la gestione dei piani terapeutici alimentari. Inoltre, l'app monitora lo stato di salute degli utenti, rilevando potenziali situazioni di pericolo tramite il dispositivo muro. La sperimentazione si è svolta nell'ambito del programma Io Abito, un percorso di accompagnamento durante il quale i soggetti fragili imparano a vivere in autonomia in un appartamento sicuro. Un gruppo di giovani ragazze con disabilità cognitive ha potuto beneficiare della soluzione. Grazie ad essa hanno potuto fare meno affidamento sui care giver. Abitare in autonomia, la tecnologia in tuo supporto. Ora gli facciamo l'applauso anche al quinto. Grazie mille. Come avete visto, il supporto e l'innovazione dentro delle dinamiche sociali è anche molto complessa. Abbiamo visto cultura, abbiamo visto socio assistenziale, abbiamo visto un po' tutto. Io adesso ho una sfida incredibile, quasi da miracolo, tra virgoletti. Andavamo a passare in dieci minuti con una battuta vostra sui cinque progetti. Però volevo che ci deste un pochino le prospettive di quello che avete fatto. Parto dall'Accademia di Smarano chiedendo quali sono le prospettive future che vedete su questo tipo di progettualità. Prendete il microfono lì, vi chiedo di essere molto puntuali. Grazie innanzitutto per l'introduzione. Io sono Romina Zanon, sono la referente per il coordinamento la comunicazione dell'Accademia internazionale di Smarano. Come Accademia ci proponiamo di integrare il corso e-learning all'interno del palinsesto didattico della nostra Accademia di alta formazione estiva. Si tratta di un corso, un percorso formativo in due moduli di self-marketing, self-management, specificatamente disegnato per musicisti, musicisti, musicisti, professionisti, operanti nel mondo della musica per tastiere antiche. E per reperire le risorse necessarie al mantenimento della piattaforma alla fruizione dei corsi, intendiamo applicare a bandi promossi nell'ambito della digitalizzazione della cultura, come ad esempio un bando ministeriale PNRR attualmente, aperto. Inoltre, sempre per quanto concerne gli sviluppi futuri del progetto, ci proponiamo di consolidare i rapporti con la startup Smart Ink per ampliare e implementare l'applicativo prodotto attraverso il convolgimento di altri enti formativi, anche sfruttando delle convenzioni già in essere con conservatori e scuole di musica del territorio con realtà musicali internazionali con le quali collaboriamo già da molti anni. Grazie mille. È interessante il fatto di poter applicare su bandi questi prototipi servono per poter presentarsi in maniera più decisa e più importante su delle progettualità più ampie. Che potenzialità hai visto come Smart Ink in questa sistema che non è solamente l'Accademia di Smarano ma potrebbe avere un'ottica un pochino più generale per molti enti? Sì, grazie. Buongiorno a tutti. Anche io sono qui, rappresento Smart Ink appunto. Il progetto con cui abbiamo lavorato per Smarano è stato molto interessante. La piattaforma che noi abbiamo utilizzato è stata Moodle che è la piattaforma open source più conosciuta al mondo. E un po' la sfida è stata quella di customizzarla sui bisogni di Smarano. Diciamo che piattaforme del genere possono raggiungere persone che sono dislocate geograficamente in qualsiasi parte del mondo dell'Italia come appunto è successo per Smarano. Possono essere piattaforme su cui girano quindi possono gestire anche grandi traffici ma soprattutto in questo modo sono gestibili con dei costi contenuti. Io qui posso fare un'enfasi sull'aspetto delle competenze perché la piattaforma è stata customizzata per aiutare gli utenti a sviluppare delle competenze piuttosto che soltanto a sviluppare delle conoscenze. Quindi all'interno della piattaforma gli utenti hanno potuto sperimentare quello che avevano appreso nella pratica e la piattaforma può monitorare queste competenze e se qualcuno le apprende certificarle attraverso dei badge digitali che sono appunto dei riconoscimenti anche a livello internazionale di alcune competenze specifiche. Infine, per accedere alla piattaforma abbiamo appunto utilizzato le due life skill checker per valutare in modo automatico e oggettivo queste competenze trasversali appunto di leadership e di management che sono state utilizzate poi, i risultati sono stati utilizzati per tarare il corso che possono essere utilizzati anche a fine corso per capire la differenza nello sviluppo di queste competenze. Quindi queste sono le potenzialità che possono essere sfruttate. Grazie mille Lucilla. Invece andiamo su Oriente-Occidente. Ci dici l'impatto che vedi di una soluzione come quella che avete sviluppato insieme con Scrivo sul mondo dello spettacolo. Cioè, parliamo di quale può essere appunto l'impatto un po' più generale. Buongiorno a tutti, sono Laura Marongio e sono responsabile di produzione per Oriente-Occidente. Ho seguito da vicino questo progetto insieme alla nostra accessibility manager Diana e a Vittorio Giampietro e a Roberto in questa unione di competenze che ci hanno portato a ideare e poi sviluppare una soluzione per noi molto innovativa perché non andremo ad appiccicare accessibilità a prodotti già fatti e finiti, ma doteremo artisti, compositori, autori di spettacolo dal vivo di uno strumento che gli consente di pensare e creare fin dalla base un prodotto che possa essere dotato di linguaggi diversi e quindi fruibile da pubblici diversi, multisensoriale quindi accessibile anche a persone con disabilità sensoriale, in particolare persone cieche e persone sord. Grazie mille, se passi il microfono a Roberto. Roberto appunto ha contribuito come persona esperta del mondo dell'innovazione a portare a termine un prototipo in 12 settimane. Vedendolo da dentro ti chiedo un po' come gira questa creazione di un prototipo in 12 settimane. La sfida era sicuramente difficile francamente all'inizio dubitavo che fosse possibile in un così breve lasso di tempo fare qualcosa di concreto. È successo che alla seconda settimana ci siamo un po' guardati negli occhi, nonostante fossimo online ci siamo riusciti davvero, e abbiamo forse un po' fatto un salto di ambizione. All'inizio, un po' quello che ha detto anche lei, all'inizio puntavamo a fare una diciamo semplice tra virgolette app, in modo da consentire per esempio alle persone sorde di fruire di uno spettacolo di danza, questo era uno degli esempi, di sviluppare una app. E poi appunto abbiamo diciamo, ma possiamo fare qualcosa anche di più di questo? Per fare una lunga storia abbastanza corta ci siamo riusciti, nel senso che è venuto fuori qualcosa che consente a un artista di lavorare sulla multicanalità, quindi di pensare e creare in maniera inclusiva sin dall'inizio, senza ffettivamente aggiungere inclusività a un prodotto già finito, un prodotto artistico già finito. È un cambio di prospettiva che anche a livello culturale, io lavoro per l'università, sono project manager quindi mi interessa sempre molto questo aspetto della cultura. Anche dal punto di vista culturale è uno shift molto interessante, quindi è stato anche un piacere grande lavorare in questo gruppo. Grazie per aver lavorato con noi, grazie Roberto. Andiamo avanti invece, abitare in autonomia, proprio chiedo a te una battuta, vorrei sentire un po' qual è stata l'esperienza di chi il progetto poi lo ha affruito, quindi le ragazze i ragazzi che hanno fruito di questa progettualità digitale, quindi un assistant, un wearable che gli ha dato una mano nel fare alcune cose per vivere in autonomia. Buon pomeriggio a tutti, intanto sono Irene Buosi della cooperativa sociale Villa Maria. Inizialmente questa applicazione è stata testata da quattro ragazze che fanno parte di questo progetto di abitare autonomo e sono quattro ragazze con già degli elevati livelli di autonomia sotto alcuni aspetti. Per altri in primis l'utilizzo di uno smartphone non hanno tutto lo stesso livello, comunque la stessa familiarità con questo strumento, quindi un primo elemento che c'è anche in realtà un po' subiti di difficoltà è stata proprio questa diversa relazione col proprio telefono, che non era più un oggetto che stava lì, che utilizzavo nel tempo libero, ma inizialmente da allora è stato vissuto come un intruso, perché l'allert del piano terapeutico a volte non combaciava con le loro abitudini quotidiane che avevano in casa, quindi questo inizialmente è stato vissuto come un'intrusione. Quello che ha permesso invece di fare il passaggio vivere l'applicazione come un alleato è stato anche il lavoro di team e di echipe per cui ogni minimo problema, ogni piccola difficoltà che fosse a livello di funzioni, ma anche banalmente di interfaccia, si è cercato di bypassarlo, di superarlo, adottando una soluzione più conforme alle necessità o anche ai piaceri delle ragazze. E questo infatti ha permesso poi in conclusione del progetto di vedere le ragazze che con tranquillità e quasi piacere vanno ad utilizzare questa applicazione, in particolare anche tutto quello che riguarda il menu, il piano alimentare, che è un sostegno notevole che le ragazze hanno riconosciuto ampiamente utilizzano veramente con piacere loro e nostro di conseguenza. Grazie anche a te, Irene. Mi piace molto questo supporto, tra virgolette, di design fatto sulla persona, seguendo la risposta della persona, quindi non dandogli un device e lasciandolo lì. Conosco bene Salvatore Carlucci di Agesic Salvatore abbiamo sviluppato varie progettualità insieme anche in chiave professionale. Oggi ti trovi a lavorare sul sociale. Ti chiedo proprio una battuta perché poi vorrei continuare con la parte delle imprese sociali. Sì, sì, sarò velocissimo, grazie a tutti. Sono Salvatore Carlucci, sono il co-founder di questa azienda che si chiama Agesic. Con questo progetto ci siamo trovati innanzitutto a dover, come diceva giustamente Irene e Luciano, approcciarci a un problema che noi non conoscevamo. La nostra applicazione nasce fondamentalmente per gli anziani, per le persone che vivono da sole, quindi per la loro sicurezza. È stata una sfida a provare e fare questo tipo di intervento sulle persone con disabilità cognitiva. È stata una sfida che, penso, abbiamo anche portato a casa perché dopo tutte queste settimane le persone che lo stanno utilizzando lo stanno utilizzando, come diceva Irene, con un piacere. E continueremo insieme d'accordo a cercare di migliorarla sempre di più per rendere sempre più facile l'utilizzo della nostra applicazione. Grazie mille. Andiamo su Sara, invece cooperativa Magnolia. Anche qui, tecnologia a supporto, sfruttando, appunto, Alexa, che può dare un contributo. Li vedo molto vicini come progettualità, anche se in campi diversi, ti chiedo quale è stata la vostra esperienza con 360 MHz. Sì, buonasera a tutti, sono Sara Grillo, appunto rappresento Magnolia, cooperativa del sociale. Benefici che abbiamo potuto subito osservare già nella fase di sperimentazione di questo progetto sono stati l'interesse, la curiosità che questa tecnologia ha stimolato nelle persone con disabilità e nelle persone con autismo. Infatti, essendoci all'interno degli esercizi anche la possibilità di inserire delle immagini, possibilità di inserire video, di personalizzare lo strumento, ha dato un valore aggiunto proprio allo strumento stesso. Inoltre, un altro beneficio che abbiamo potuto osservare subito, il fatto che non ci sia una relazione vis-à-vis, ma ci sia, appunto, Alexa che introduce determinati esercizi, rende il tutto più semplice per quelle persone che hanno una maggiore difficoltà da questo punto di vista, perché viene a mancare quell'impatto emotivo. Invece, benefici che potremmo viaggiare in questo momento, invece benefici che potremo osservare in una fase ulteriore di sviluppo che le persone con disabilità potranno trarne, sono innanzitutto un miglioramento delle abilità socio-relazionali che abbiano poi delle ricadute sul piano della quotidianità. Inoltre, un apprendimento positivo, facilitato, che aiuta sicuramente ad aumentare la propria autostima questo ha delle ricadute sul benessere sulla qualità di vita della persona con disabilità e con autismo. Grazie, Sara. Ho ancora un minuto e devo passare poi la parola anche a Enaip e ho qui Luca che, logicamente, mi fa capire che ho un minuto. 360, il progetto è molto bene, io appunto sono entrato un pochino dentro le dinamiche, con Cariparo ne stavamo parlando prima, quindi un impatto reale sulle persone vi siete trovati proprio un tweet sulla tua esperienza poi diamo la parola a Enaip. Sì, anche per noi, buongiorno a tutti innanzitutto, anche per noi è stata una scommessa, non sapevamo, perché venivamo da un mondo simile ma comunque non proprio vicino al mondo dell'autismo quindi non è proprio la stessa cosa, quindi non sapevamo come potevano reagire i ragazzi invece abbiamo visto che la risposta è stata molto positiva quindi con il nostro piacere è stato un grosso successo. Grazie mille, veramente. Enaip, proprio una battuta per cercare di stare appunto nei tempi, efficientamento energetico applicato a grandi centri di formazione, a grandi plessi che può portare anche dei grandi benefici su questo perché l'impatto che potrebbe avere è sempre una diffusione molto vasta di questo. Sì, buonasera, Luca Cantone per Enaip Veneto. Nasce tutto da una necessità che come noi hanno molte scuole ma anche molte aziende, cioè trovare un sistema per raccogliere dati che ci permettesse di definire le priorità negli investimenti efficientamente energetico. E ci siamo chiesti facendolo se potevamo coinvolgere anche tutti i nostri 4.000 studenti in questa operazione. Ci abbiamo provato, abbiamo fatto in modo che tutti i sensori che sono stati applicati ai laboratori, alle strutture che trasmettono i dati tecnici ai nostri uffici competenti creassero anche una versione per gli studenti. Nelle nostre strutture una serie di monitor che evidenziano in tempo reale quali sono i grafici di consumo all'interno dei laboratori, nell'illuminazione, la qualità dell'aria, in modo che gli studenti vedano in tempo reale qual è l'impatto, il peso delle loro azioni. Se oggi usano un macchinario, se spengono le luci, vedono immediatamente i grafici che vanno su o giù. Questo può sembrare banale, ma nelle sedie dove è stato applicato abbiamo già un riscontro di un calo dei consumi energetici di oltre il 10% senza fare nessun intervento qualificando delle strutture. Grazie mille, e qua riporto appunto la parte del Human Centric, quindi di aver coinvolto gli utenti. Marco, io invece devo fare un ringraziamento a Unismart particolare, quindi per aver seguito il progetto per aver seguito con noi tutta la logica di co-sviluppo. Ti chiedo se poter appunto andare oltre se ci dai proprio anche tu una battuta del progetto poi... Sì, allora, l'Iraldelli Unismart è l'Università degli Studi di Padova. La centralità del dato sull'impatto ambientale è sicuramente preponderante. Tralascio un po' di obiettà per dire che il dato se non viene comunicato in maniera corretta è depotenziato. Ecco perché, penso che Luca possa confermarlo, con l'installazione dei monitor, la masterclass di oltre 600 studenti incontri con i responsabili di laboratorio abbiamo cercato di creare awareness e un senso di comunità, perché comunque il contributo delle persone è adottare comportamenti virtuosi in maniera significativa impatta sull'ecosistema In-Ipe la condivisione del dato ha avuto un ruolo essenziale. Grazie Marco, quando si gioca insieme si vince università, imprese sociali, start-up, giovani talenti su delle progettualità che avete sentito essere particolarmente significative come co-innovazione, prototipi realizzati, fatti concreti. Quindi ringrazio a tutti, vi faccio ancora un applauso vi chiedo di prendere tutti quanti uno dei ricordi di questa sessione. Mentre voi vi accomodate invece rilascio la parola a Luca per continuare la sessione. Da scaletta avete un minuto per accomodarvi prendetevelo tutto perché questa è la calma dell'innovazione sociale, non è quella frenesia che invece caratterizza. Invece se ce l'hanno fatta loro in due minuti a dire il loro punto di vista ce la faranno Il segretario generale Fondazione Caritro Roberto Saro, segretario generale Fondazione Cariparo. Potete alzarvi venire qui velocemente ma fondamentalmente il concetto è che c'è quel senso di velocità. Innanzitutto avete visto i primi 5 ci sono 5 dopo di voi abbiamo 5 minuti quindi i numeri tornano tutti la domanda è qui è tecnologia è valutazione empatica dei bisogni sociali è velocità e organizzazione dal punto di vista degli abilitatori è strategia, quali sono le prospettive di questo genere di iniziative? Grazie Luca grazie a voi, grazie di essere presenti ringrazio anche Luciano tutti gli enti di terzo settore le startup che hanno partecipato ma anche tutti i giovani ragazzi che hanno fatto il bootstrap hanno supportato tutto lo sviluppo dei progetti credo che per parlare di cosa vogliamo fare domani per gli obiettivi che sono stati raggiunti oggi questi possiamo dire che sono stati diversi abbiamo messo gli enti di terzo settore le imprese sociali a parlare di innovazione ra stato difficile nell'edizione precedente per parlare piccole e medie imprese di innovazione siamo riusciti a farlo per gli enti di terzo settore quindi è sicuramente un obiettivo raggiunto l'abbiamo fatto portando tecnologie e startup innovative l'abbiamo fatto mettendoci insieme co-innovando prima di tutto come fondazioni perché abbiamo ampliato il territorio abbiamo portato anche quest'anno una nuova fondazione il territorio di Bolzano a partecipare al progetto l'abbiamo fatto in una logica di guardare al futuro anche quindi per parlare di sostenibilità dei progetti forturi quindi dati questi punti raggiunti in questa edizione nella prossima edizione Partiremo da qui per portare avanti il valore di questi progetti che sono stati creati per imparare dai percorsi fatti ma soprattutto per allargare anche il territorio di riferimento per aumentare l'impatto su un territorio sempre maggiore del Trivenito ma, perché no, anche magari di tutto il nord delle fondazioni sicuramente i partner come la fondazione VRT anche perché hanno potuto portare diverse competenze diversi punti di vista all'interno del progetto all'interno della piattaforma e quindi credo che punti diversi possano fare Giacomo in una versione di per se quindi andiamo avanti così con dei nuovi obiettivi per la nostra progettualità Mi aggiungo al condivido e ringraziamente a tutti gli obiettivi gli ha Anitaly a bene esposti voglio un attimo focalizzare invece perché una fondazione regge bancaria fa una cosa del genere Luca tu sai che state spesso controverse le fondazioni che cosa fanno, sono banche, non sono banche siamo non profit però guardiamo un sacco di soldi quindi è una realtà un po' strana No, noi facciamo investimenti che sono profit perché con il nostro patrimonio finanziamo iniziative come queste per queste che ricadono verso non profit investiamo anche in venture capital investiamo anche in private equity investiamo in startup innovative californiane ma lì vogliamo recuperare denaro vogliamo avere un booster patrimoniale finanziario che ci consente di fare meglio il nostro mestiere di interrogatore però abbiamo abbinato la capacità la volontà di utilizzare i patrimonio per attivare percorsi di innovazione tu mi dicevi che stiamo ripetendo innovazione, impatto no, noi abbiamo di fatto cercato grazie a Fondazione Carito che ha avuto il momento iniziale di progetti sembra con Cari Verona noi abbiamo accettato il progetto ra quello di mettere assieme, grazie anche a Luciano che ci ha dato l'innovazione, quello di riuscire a mettere assieme gli enti non profit, il terzo settore per chi è abituato a ricevere grant elocativi la logica è diversa, cominciare a fare l'impreza sociale fare l'innovazione, portare delle best practices al servizio della loro missione mi pare che gli esempi oggi raccontati siano assolutamente interessanti vediamo come questi percorsi stiano andando frutti ma io anche soliciterei ma siamo già confrontati con Luciano che il nostro obiettivo futuro sarà quello di consolidare questi percorsi perché un anno serve per far avviare queste iniziative ma forse non è sufficiente per cui continueremo a investire continueremo a supportare queste innovazioni, queste startup quindi in qualche modo aumentare la parte seed per riuscire in qualche modo a consolidarle perché no, trovare anche un potenziale mercato perché il tema di applicazioni così interessanti dall'efficitamento energetico ma anche al supporto alle disabilità quindi la parte legata alla capacità dell'insegno del socio lavorativo e persone di difficoltà può essere anche una realtà che può avere un suo percorso anche di mercato per cui in questa prospettiva siamo molto interessati di proseguire questo percorso vedo che l'interesse oggi qui in sala conferma che abbiamo fatto una bella strada, una bella scelta quindi con questi auspici magari ci ritroveremo magari al prossimo anno per ulteriormente consolidare questo percorso Un discorso commuovente per i nostri bambini qua fuori siccome non è previsto un dibattito intorno a questo, vi ringrazio e rilascio la parola Luciano, grazie Grazie intanto a Roberto e Anita per questi spunti di riflessione che stiamo continuando a fare con le fondazioni proprio per cercare di costruire un percorso che è una progettualità che parte e finisce come diceva appunto Roberto, ma proprio un percorso di sviluppo che poi possa crescere e far diventare queste progettualità cose reali che entrano nella vita delle persone come diceva anche Stefano all'inizio potendo misurare l'impatto sul valore generato per le persone che poi usufriscono di queste cose Allora andiamo al secondo blocco di progetti vi vogliamo far vedere altre cinque progettualità Quindi chiamo sul palco con me per il progetto Community Engagement, Oficini Vispa fatto con Industrio e con Fondazione Sparkasse Gianluca Trentine di Oficine Vispa Mariano Pireddu di Self Community vi potete accomodare anche da qui le usufruiamo tutte delle sedie Poi il secondo progetto Customer Journey Casa Shakespeare, Future, ADOC, Fondazione Cariverona con Solimano Pontarollo di Casa Shakespeare Andrea Edoardo Stefani di Future Terzo progetto Fondazione Edu Life con Open Impact Industrio e Fondazione Cariverona Sara Capitano di Edu Life Arda Lelo per Open Impact Quarto progetto Social Awareness con Rete Pitor, Up to You, Area Saints Park Valentina Radedic Terrenew, Orsa Maggiore Reset, Sinergia, Fondazione Cariverona Valerio Manelfi di Reset Occupate intanto tutte le sedie quindi Arda vieni anche tu lasciamo in piedi i due uomini voi potete essere seduti con noi Chiedo alla regia di mandare il video di racconto ai progetti poi vi rubiamo una battuta veloce Il progetto Terrenew supportato da Fondazione Cariverona nasce dal bisogno di Sinergia e l'Orsa Maggiore di approfondire le tecnologie disponibili per il riciclaggio e la trasformazione degli scarti verdi provenienti dalle attività agricole Il progetto Terrenew è in collaborazione con Reset con il supporto di Alessandro Corsini signor advisor del progetto si è condotta un'analisi di fattibilità per verificare la possibilità di installazione di un impianto di pirogassificazione realizzato da Reset per la trasformazione degli scarti del verde Il progetto Terrenew è in collaborazione con Reset per la fattibilità economica determinare i requisiti necessari per l'installazione dell'impianto Questo progetto rappresenta un importante passo verso la realizzazione di un'economia circolare che supporta la transizione verso l'autonomia energetica delle comunità locali Il progetto Terrenew è in collaborazione con Reset per la fattibilità dell'impianto per la transizione verso l'autonomia energetica delle comunità locali per la transizione verso l'autonomia energetica delle comunità per la transizione verso l'autonomia energetica delle comunità per la transizione verso l'autonomia energetica delle comunità per la transizione verso l'autonomia energetica delle comunità Inoltre, è possibile offrire agli spettatori un'esperienza teatrale a 360° grazie all'accesso a contenuti unici in grado di stimolare l'interesse nei confronti di opere, personaggi e luoghi in grado di stimolare l'interesse nei confronti di opere, personaggi e luoghi In fase di test, ha visto il coinvolgimento un istituto scolastico superiore veronese in un percorso di avvicinamento all'arte Shakespeareana I feedback raccolti sono stati utili per l'affinamento delle funzionalità dell'arte per impostare un percorso coinvolgente multicanale rivolto allo spettatore digitale Il progetto SIA 37100 Lab supportato da Fondazione Cariverona nasce dal Bisogno, Fondazione Edu Life il progetto sociale, la sostenibilità economica generati dal programma 37100 Lab dei singoli progetti quindi quantificare l'impatto generato anche in ottica di rinnovare la collaborazione continuare le attività nei 13 Innovation Lab costruiti in tutta la regione In collaborazione con la startup Open Impact con il supporto di Nicola Cerato, Senior Advisor di Industriventures La mappa di impatto con l'obiettivo di sviluppare un modello di valutazione di impatto adattabile a progetti innovativi di vario genere sul territorio Infine, i dati sono stati rappresentati su un'apposita dashboard interattiva fluibile e versatile, attraverso la quale è stato possibile monitorare, comunicare, visualizzare l'impatto di ogni singola attività al suo interno Il modello creato mira su portare enti no profit iniziative innovative nel valutare il proprio impatto in modo sistematico validando il beneficio per il territorio e le comunità Il progetto Social Awareness sostenuto da fondazione Cariverona nasce dall'esigenza di rete Pictor di sviluppare uno strumento di gamification per l'incentivazione e la sensibilizzazione degli studenti Sviluppato all'interno di Foundation Open Factory con il supporto di Area Science Park il progetto vede la partecipazione della startup Carbon Neutral Up to You che mira a ridurre l'impatto delle aziende sull'ecosistema tramite la compensazione delle emissioni di CO2 l'incentivazione di azioni sostenibili attraverso progetti a impatto sociale e ambientale La soluzione realizzata ha visto la costruzione di un percorso di sensibilizzazione degli studenti ad adottare comportamenti sostenibili incentivare buone pratiche con l'obiettivo di ridurre l'impatto ambientale favorire l'inclusione sociale tramite strumenti gamificati Grazie ad una piattaforma innovativa customizzabile sui percorsi educativi gli studenti hanno l'opportunità di ricevere informazioni aggiornate sulle tematiche ambientali più attuali di svolgere singolarmente e in gruppo Le sfide complete con successo permetteranno agli studenti di guadagnare punti e Econ con cui sostenere iniziative Carbon Neutral attraverso piccoli cambiamenti e stili di vita green diventando veri e propri ambasciatori della sostenibilità Il progetto Community Engagement supportato da Fondazione Sparkasse Bolzano Nasce dal bisogno della cooperativa sociale Officine Vispa di realizzare una piattaforma in grado di coinvolgere la comunità della periferia di Bolzano permettere la condivisione di idee, bisogni e iniziative Grazie alla piattaforma Self Community sviluppata dalla PMI Quentral al supporto di Industrio Ventures gli utenti della community saranno in grado di esprimere feedback diretti sulle necessità e desideri della propria comunità Obiettivo principale della piattaforma personalizzata sulle esigenze di Oficine Vispa è quello di raccogliere informazioni e idee dalla comunità locale per sviluppare progetti specifici e iniziative socioculturali in grado di coinvolgere attivamente la cittadinanza Prendi parte al cambiamento, via Citymaker Grazie, un applauso anche a queste 5 progettualità Partiamo subito dall'ultima quella che abbiamo visto, quindi è una sfida coinvolgere le comunità locali quindi Bolzano sparcasse l'abilitatore di questa iniziativa ti chiedo subito su questo progetto vi ha funzionato, vi siete ritrovati la soluzione che avete testato vi ha dato i riscontri che volevate in termini di community engagement di coinvolgimento degli abitanti di un centro, abbiamo parlato della periferia di Bolzano potrebbe essere un quartiere di Roma, potrebbe essere Trento, Rovereto la sfida è molto aperta su questo capire come interfacciarsi con le comunità locali Grazie, sono già Luca Tenin di Oficine Vispa la sfida è stata quella di allineare i tempi di un progetto, i tempi della tecnologia i tempi di risposta di una comunità che sono a volte totalmente diversi sicuramente abbiamo percepito dei buoni risultati un buon entusiasmo, abbiamo letto anche all'interno della nostra realtà anche delle resistenze perché all'interno di quello che è il mondo del sociale in alcuni casi soprattutto di quello che è il lavoro sulle relazioni c'è a volte un pregiudizio rispetto alla tecnologia quindi è stato importante anche internamente tra operatori leggere queste resistenze per poter fare un passo avanti, per iniziare a ragionare sul fatto che le tecnologie possano essere a favore anche di un lavoro fatto sul territorio in un'ottica probabilmente di bridare il lavoro di contatto, di prossimità ai quotidiano con altri strumenti l'hanno rigettata l'asoluzione o l'hanno... L'hanno rigettata, c'è chi effettivamente un po' per suppongo digital gap, rifiuto anche ideologia insomma c'è stato chi effettivamente ha scelto di non ingaggiarsi però c'è stato anche chi ci ha sorpreso e si è coinvolto Grazie, self community una battuta anche per te Mariano su no, come è andata, siete riusciti voi credete molto appunto in questo strumento di avvicinamento Sì, intanto buonasera a tutti Sono Mariano Pirelli, sono l'amministratore di self community. Sì, per noi è stato semplice perché lo strumento lo abbiamo sviluppato interamente noi dare supporto a officine vizpa in fase di personalizzazione della piattaforma in tutti gli aspetti della piattaforma quello grafico, quello dell'ingaggio degli utenti, quello della gestione dei contenuti soprattutto per ultimo quello di utilizzo dei dati provenienti dalla piattaforma che sono in questo caso di proprietà di officine vizpa sia in termini di utenza che di contenuti che permettono di fare poi la differenza quando si vanno a fare azioni di sensibilizzazione del customer base o tutto il customer base o il customer base diviso per segmenti per cluster di utenza cluster definiti da officine vizpa Grazie per questo contributo anche per essere qui oggi invece andrei sul progetto di casa Shakespeare quindi Solimano portare ingaggio anche nel mondo della cultura quindi di portare qualcuno ma poi avere un feedback su come è andato capire come ragionare, quale è stata l'esperienza con Future che avete fatto in maniera puntuale insomma è stato un perché, perché noi pochi, noi felici pochi, noi fortunati pochi come diceva Enrico Quinto nel testo di William Shakespeare, noi che siamo casa Shakespeare, io Pontarollo Solimano ci mettiamo in gioco in qualcosa di nuovo qualcosa innovativo, forse la cosa è cascata a fagiolo, siamo la prima la prima realtà che ha fatto lo streaming in covid, in tempo di covid, era il 28 febbraio 2020 prima che qualcun altro potesse pensarlo quindi con questo spirito legato ad essere un po' roicamente premonitori abbiamo capito che se siamo un presidio culturale lo siamo come lo sono tante altre piccole realtà il presidio culturale vuole mettersi in relazione con il singolo vuole mettersi in relazione con la persona che poi usufruirà dell'evento, fare un percorso che comincia mesi prima dell'evento e in un contesto protetto come questo secondo noi ci restituisce una cosa fondamentale cioè che la digitalizzazione e l'innovazione si mettono al servizio di quello che possiamo definire human touch, cioè quella cosa inestinguibile inevitabile del teatro che è il contatto diretto della persona e la relazione diretta cco questo è stato eroicamente portato avanti dal gruppo di lavoro che poi c'è scritto lì ma soprattutto apre a una cosa bellissima non un presidio culturale ma una serie di presidi culturali possono diventare veramente, noi possiamo diventare un veicolo di comunicazione non solo per noi ma per tante altre micro realtà che attraverso questo possono anche da un certo punto di vista liberarsi di alcuni pesi che sono legati proprio all'engagement del pubblico dall'altro invece creare un legame fortissimo con una strumentazione che è di uso quotidiano cioè quello della messaggistica. Grazie. Grazie mille cultura e digitale molte volte vanno in opposizione invece per noi possono andare in forte connessione proprio una battuta su Future come è stato lavorare appunto con casa Shakespeare e quale è stato il risultato che vi portate a casa? Ho due scelte, buongiorno a tutti Andrea Stefani amministratore social di Future, a valermi la facoltà di non rispondere ma opto invece per la seconda scelta. No, mi collego a quello che ha detto Solimano poco fa, noi abbiamo sempre lavorato fino alla prima volta che lavoriamo con un ente sociale, abbiamo sempre lavorato con corporate in particolare al mondo con large corporate di vari settori bank e retailer e questa esperienza è stata un po' il dare concretezza dell'insegnamento universitario della trasformazione del vincolo in opportunità. È vero che anche nei corporati oramai non c'è una sola dimensionamento di strutture da un punto di vista di risorse umane né dal punto di vista economico ma sicuramente un ente sociale è un po' la sublimazione dell'essere asciutto in termini di risorse quindi il vincolo di non avere il solito interlocutore marketing, interlocutore di business, interlocutore IT ma di avere a che fare con una risorsa che ovviamente ha delle persone che fanno di tutto e di più, si trasforma in un'opportunità nella misura in cui ti forza a ripensare la tua logica di servizio. Quindi noi ci portiamo a casa da questa esperienza di quella che può essere la legacy per un percorso futuro che ha già cennato Solimano anche noi un aspetto di focus, di focalizzazione sul fatto di fare servizio che noi abbiamo anche nel nostro claim di engagement as a service che non è un fornire una tecnologia chiave in mano ma nel pensare la tua fornitura nel servizio fino alla capacità che è più umana che tecnologica di andare a rendere questo tuo servizio tecnologico fruibile agli utenti con cui hai a che fare di volta in volta. Grazie, grazie mille vedo che avete fatto molto squadra quindi come dire squadra che vince non si cambia quindi capiamo quali possono essere gli sviluppi. Andiamo subito su una battuta su foe2life quindi Sara a te il fatto di misurare l'impatto ne parlavamo questa mattina con Stefano Milani ma anche con Anita, con Roberto, con Marta delle fondazioni è un tema strasentito per noi è stato un po' un provare come misurare l'impatto con un tool poi anche digitalizzato molto forte come quello di l'impatto. Che cosa vi siete portati a casa da questo progetto? Allora buongiorno a tutti sono Sara Capitano di fondazione 2life allora noi ci siamo portati a casa principalmente molta consapevolezza di quello che abbiamo generato anche stupore perché grazie al dashboard siamo riusciti a vedere tramite i dati realmente quello che siamo riusciti a fare in termini anche economici grazie all'initi SROI quindi la prima volta che sperimentiamo anche questa modalità di misurazione quindi anche in capire poi tutte le difficoltà o l'implementazione di un progetto possono avere in un territorio ma non solo in questo caso per noi perché noi abbiamo implementato un innovation lab a Verona ma anche immaginarsi una valutazione di gli altri per farci innovation lab del Veneto con la quale siamo stati in rete nell'anno di implementazione che stanno terminando. Grazie mille andiamo subito su Arda con Arda appunto lavoriamo spesso e volentieri nel senso che abbiamo fatto una joint proprio con Open Impact su studiare modelli di misurazione dell'impatto arrivare sul sociale era quello che volevamo per alimentarci insieme con le fondazioni su progettualità di questo genere ti chiedo anche a te quale è stata la trasposizione del modello su un progetto come questo. Grazie Luciano buon pomeriggio a tutte e a tutti allora devo dire la verità trovandoci davanti a un ente del terzo settore siamo abituati a non avere tanta cultura del dato invece siamo rimasti piacevolmente sorpresi perché Do Life aveva già fatto un lavoro di data che era un'estremamente puntuale e questo ovviamente sappiamo essere molto utile nell'alimentare le metodologie che realizziamo l'idea era però quella di espandere la consapevolezza sia sulla metodologia sia sullo studio accademico che abbiamo fatto dietro estando noi uno spin off universitario cercando quindi di restituire questa triplice matrice di impatti social ambientali ed economici la cultura del digitale dell'innovazione che la fondazione ha contribuito a generare l'unione europea è stati preparata su vari stakeholder del territorio i cittadini attraverso gli sportali digitali le imprese con i quali hanno fatto tanti lavori in co-business ma anche le scuole e soprattutto la pubblica amministrazione non a caso digitalizzazione PIA è la prima missione del PNRR quindi in linea anche con le politiche nazionali abbiamo collegato tutto questo lavoro anche a tastonomie europee come gli SDGs dell'ONU e cercheremo di capire se è possibile proprio nell'ottica del fatto che l'Unione Europea già riconosce e valorizza l'impatto sociale candidare insieme alle progettualità e contribuire ad aiutare la fondazione Do Life nel riconoscimento del proprio impatto sociale Grazie, grazie Arda. Andiamo invece a Rete Pictor con Up to You quindi abbiamo Tommaso e Valentina avete lavorato insieme per coinvolgere studenti quindi rete di scuole a delle missioni sulla sostenibilità cioè a fare azioni che poi possono essere tra virgolette ingaggianti gamificate come si suol dire a renderglielo un gioco piacevole con cui confrontarsi ci dici come è andata perché appunto il tema delle scuole o portare sostenibilità con un approccio pratico concreto, misurabile dove i ragazzi si sfidano sarebbe bello portarlo a tutta Italia o lanciare una sfida sul Triveneto di qual è la scuola più sostenibile quindi di queste gare ne abbiamo fatto anche noi ci siamo cimentati, vai Tommaso Ciao a tutti, anche la parte mia il primo grande obiettivo che noi siamo riusciti in qualche modo raggiungere è parlare di sostenibilità ambientale con un approccio diverso che è la gamification che chiaramente è inedito rispetto ai classici interventi educativi formativi che come educatori o come formatori siamo soliti fare all'interno del mondo delle scuole sia noi ma anche come le scuole reagiscono a questo tipo di strumenti il secondo grande impatto è stato quello di una elevatissima generatività che abbiamo visto nel senso che il tema della sostenibilità ambientale attraverso gamification ha fatto risvegliare molti altri obiettivi sia per le scuole che per noi educatori nel senso che questo strumento l'abbiamo trovato estremamente scalabile di forte replicabilità all'interno di molti temi che portiamo nel mondo della scuola il terzo grande obiettivo come cooperativa, comodità del sociale è quello di una cultura di rendicontazione dell'impatto ambientale che anche noi possiamo cominciare a fare in modo diffuso dei nostri progetti, dei nostri beneficiari Grazie mille andiamo su Valentina ci siamo incontrati su vari progetti questo della scuola a noi ci affascina particolarmente hanno giocato i ragazzi, sì, no, quanto appunto la sfida era proprio quella di portare Planet che è una piattaforma che nasce in Up2U per il contesto addendale su un contesto diverso che era appunto quello della scuola, le aspettative erano molto alte per il chiaro propensione delle nuove generazioni verso i temi di sostenibilità ambientale devo dire che i risultati sono stati veramente molto molto buoni, nel senso che dei ragazzi che sono entrati in piattaforma il 98% ha partecipato attivamente alle missioni questo è un numero che chiaramente ci fa buona auspicare per il proseguimento del progetto i temi che sono stati apprezzati di più dai ragazzi sono stati la mobilità sostenibile la tematica legata al cibo e all'elimentazione quindi insomma la nuova sfida è sicuramente sfruttare la scalabilità di questo progetto portarlo anche in altre scuole, in altri istituti Grazie mille Valentina Valentina, chiudiamo con Valerio ultimo tema, è una sfida incredibile perché hai due minuti per raccontare sia il lavoro tuo che quello della startup su un tema molto caldo anche per le fondazioni che è il tema comunità energetiche, nel senso che parliamo di un impatto reale sui territori con delle azioni concrete come la vostra quindi ci racconti quello che avete fatto Buonasera a tutti, Valerio Manelfi, Reset quello che abbiamo fatto è stato cercare di far capire a tutte le le cooperative che si occupano della manutenzione del verde pubblico, quindi che fanno quelle che avete visto nelle immagini, fondamentalmente recupero legname, potature dalla manutenzione del verde pubblico, che quel materiale ha molto più senso anziché portarlo in discarica impiegarlo in un processo di pirogassificazione dell'energia elettrica e termica, un'energia elettrica che oggi attraverso lo strumento delle comunità energetiche può diventare condivisa con la popolazione con enti privati, enti pubblici, aziende, etc per un utilizzo locale di queste forme di energia, di fatto doppia perché oltre a quella elettrica c'è anche quella termica, utilizzando un materiale che oggi viene buttato via e che nel buttarlo via tra l'altro causa emissioni dirette, indirette applicando questa tecnologia a settori anche per noi nuovi è possibile di fatto ricavare benefici su più scale, economico, sociale, ambientale questo sono i tre pilaste delle future comunità energetiche che presto arriveranno anche in Italia Grazie mille Valerio, hai rispettato la sfida quindi il semi miracolo è raccontarcelo però trasformare scarti in energia, trasformare in energia in servizi per la comunità, cioè in qualcosa di scambiabile all'interno di una comunità energetica credo che sarà una delle sfide che avremo da qua i prossimi sicuramente tre anni e stiamo aspettando alcuni decreti operativi per azionare queste comunità, ci troveremo a parlarne molto Io ringrazio tutti e vi chiedo di prendere anche a voi il ricordo di questa dizione fatta insieme con le fondazioni vi faccio un applauso ancora Chiedo a Luca di rientrare con me perché appunto c'è Cariverona che è stata sponsor di vari di questi progetti Marta Censi, responsabile attività istituzionali di fondazione Cariverona, la mia città Quindi sono particolarmente interessato a vedere che prospettive vede in questo genere di attività, che cosa è successo fino adesso, che valutazione e quali sono diciamo i nodi sui quali stare attenti per pensare a questo tipo di progetti Sì, grazie Più che, diciamo, nodi o criticità, io direi che ci si propesta una bella sfida, quella che avevamo incominciato a ragionare insieme a fondazione Caritro a fondazione Cariparo, era proprio quella di cercare di creare della contaminazione che secondo il nostro punto di vista è sempre generativa, cioè mettere intorno a tavolo mondi diversi, linguaggi diversi, anche tecnologie credo che sia effettivamente una grande sfida, ma una sfida che poi se vinta è veramente molto abilitante Tra l'altro per noi come fondazione questi progetti di coinnovazione sono effettivamente stati molto molto interessanti, il tema dell'impatto è un tema assolutamente rilevante anche per le fondazioni di origine bancaria, cioè in che termini, diciamo, i progetti che noi sosteniamo poi creano cambiamento spicabilmente cambiamento positivo nelle nostre comunità il tema di creare anche ingaggio con le proprie comunità è sempre un tema anche per noi assolutamente rilevante, quindi non solo declinato nel contesto della cultura o dell'educazione, ma anche per noi diventa, diciamo, una modalità per parlare e dialogare con le nostre comunità di riferimento, quindi anche per noi sono state ovviamente delle palestre che abbiamo, diciamo, osservato non direttamente sul campo, ma che certamente possono offrire anche a noi degli ottimi spunti di riflessione Infatti questo è poi un'evoluzione anche per il vostro sistema, perché tutto sommato date ma imparate, queste sono le cose che avete imparato da questo Ma diremo che le stiamo preparando e di come dire anche apprendendo passo passo passo, no? La grande, diciamo, fortuna direi delle fondazioni è quella che si possono permettere anche di sperimentare, sono soggetti ovviamente di diritto privato che prima di tutto rispondono alle loro comunità e quindi si possono permettere di in qualche modo seguire delle strade magari non tradizionali, ma di sperimentare qualche percorso. E certamente anche mettere insieme il lato, diciamo, fondazioni visioni diverse, approcci diversi, approcciarsi anche con fondazioni come fondazione VRT, oppure anche venture capital o comunque anche soggetti che accompagnano e abilitano innovazione, assolutamente molto interessante anche per noi come fondazioni ci spinge insomma a guardare un po' oltre rispetto, diciamo, alla nostra attività ordinaria quotidiana. Grazie, anche Verona sperimenta, mi sembra meraviglioso Grazie ancora, ripasso per le conclusioni a Luciano con il, come direbbe lui magico, Flaviano Zandonai Grazie Luca Chiedo a Flaviano di raggiungermi qua sul palco, a te il microfono Flaviano Allora, siamo arrivati appunto al termine, abbiamo fatto vedere un pochino un modello, come diceva anche Marta adesso, in cui abbiamo sperimentato, abbiamo sperimentato che cosa significa mettere a lavorare insieme profit e no profit, come ci siamo detti stiamo analizzando con le fondazioni proprio le risultanze di queste progettualità per capire che futuro poterli dare Flaviano, tu sei un esperto del settore, fondazione CGM fai normalmente questo tipo di attività ormai da tanto tempo, hai visto questo tipo di progetto hai sentito un po' alcune cose ti chiedo di darci un po' delle tue considerazioni finali, ma anche delle cose che vedi nel prossimo futuro che possono essere implementate per essere portate a valore Grazie, grazie per l'invito, mi sono fatto tutte tre le tappe del percorso, perché sono stati a Verona, a Padova, dove c'era un birrificio dentro la struttura lo abbiamo fatto apposta Roberto ci ha ospitato bellissima struttura, un panificio anche poi oggi qui a Trentino, sono anche Trentino per cui sono contento di questa cosa qui, per rispondere alla domanda che mi fai io partirei anche da una cosa, dal dark side di questa roba qui perché oggi abbiamo visto, a parte brillante sostanzialmente abbiamo visto dei matching efficaci che fanno co-innovazione, coinvolgendo imprese sociali, terzo settore però come in tutte le cose alle volte c'è anche un lato oscuro vale la pena dirlo, perché sono stati dati di realtà, e il dato è questo perché attenzione, l'ultimo censimento non-profit che l'ISTAT fa, ha inserito tutta una parte molto interessante di approfondimento su non-profit e innovazione tecnologica, e viene fuori questo dato che il 20% di organizzazioni non-profit, 360 mila organizzazioni ok, il 20% non è proprio poco, dell'innovazione tecnologica, non se ne occupa, non ne vuole sapere, è interessante questa, per certi vedi gli ammiro anche, perché se tu hai come dire videntemente una strategia per cui rifiuti l'elemento dell'innovazione tecnologica, almeno noi possiamo parlare in qualche modo perché voglio dire che quelle resistenze a cui prima si accennava, evidentemente sono dentro anche le culture organizzative, non sono solo una cosa stemporanea di qualcuno che non vuole, perché quel giorno gli gira male quando gli presentano l'opportunità dell'open factor, vuol dire che c'è anche in una parte di questo settore, una componente che è in contrario questa cosa qui, e questo è un problema perché poi spacchettando i dati viene fuori che non sono solo come ci si potrebbe aspettare piccole organizzazioni, sono anche alle volte medio grandi quindi attenzione che organizzazioni che sono proprio chiuse restie, impermeabile, idiosincratiche rispetto al cambiamento tecnologico, insomma sono a rischio per una serie di ragioni, e questo è il rischio che si somma rischio, voi sapete molte organizzazioni del terzo settore, oggi sono nel mezzo anche della transizione della riforma, il terzo settore sono già cariche di impegni, se hanno anche addosso questa cosa qui attenzione che il 20% è tanto. Quindi cosa fare su questo 20%, secondo me su questo 20% mi verrebbe da dire non scomoderei open factory o cose di questo genere qui molto sofisticate, articolate, bisogna pensare anche qualcosa di un pochino più basic, qualcosa molto di plug and play come dicono quelli dell'innovazione, cose già pronte, library di tecnologie già a qualche modo disponibili, ben articolate, disponibili, semplici che basta attaccare la presa in qualche modo funzionano, funzionano soprattutto sul lato dell'efficienza interna perché secondo me c'è molta domanda di innovazione tecnologica nel terzo settore non solo per innovare i servizi i prodotti ma anche per migliorare la gestione organizzativa quindi niente di troppo esaltante, probabilmente non ci faremo la giornata di approfondimento qui su queste cose però voglio dire anche su questa cosa qui pensiamoci può bastare anche una cosa molto semplice, un trasferitore di tecnologie sostanzialmente già pronte all'uso che vengono veicolate attraverso piatta cose anche però sarebbe da pensare questa cosa qui, forse addirittura a livello nazionale per certi versi, non è neanche una cosa da fare localizzata questo è un primo tema secondo me interessante poi invece per quanto riguarda questa cosa qui questa cosa qui ci dice che effettivamente anche direi più che le esperienze che sono state presentate funzionano e funzionano sapete perché non solo per quello che hanno fatto, non solo per l'esito del matching, cioè dell'attività che in qualche modo poi è stata co-realizzata insieme naturalmente quello che è importante, quello che secondo me è rincuorante di queste cose qui è che ha funzionato e ha tenuto il processo, questo ha tenuto secondo me nei racconti che sono dadi fatte oggi qui dentro non sarei sorpreso se fra qualche tempo gruppi di startup di soggetti della co-innovazione, imprese socialite fanno dei contratti di rete autonome per andare avanti in queste attività qui costruiscono dei micro ecosistemi tematici, barra territoriali che peraltro senza fare investimenti di chissà che tipo diciamo possono portare avanti questo tipo di iniziative quindi danno ancora più stabilità ai processi di fertilizzazione incrociata, di apprendimento reciproco coi quali si fa co-innovazione non è solo come dire il matching intorno alla singola iniziativa poi bisogna fare anche quello, quello è il KPI finale se volete ma è la qualità del processo che fa la differenza perché se questi si rincontrano e questo sarebbe interessante che OpenIncite lo mappasse anche in termini di impatto anche posso dirlo autonomamente ricominciano a farsi dei cicli di open innovation con un supporto anche più leggero da parte vostra o di altri, benissimo questa cosa qui questa cosa potrebbe accadere molto importante da questo punto di vista c'è un ruolo come dire qui davvero poi chiudo, molto importante sia dagli soggetti della co-innovazione come Elis come altri che diventano sempre più capaci di leggere anche le dinamiche le caratteristiche del terzo settore dell'imperio sociale poi c'è il ruolo anche di chi finanza e sostiene questo tipo di attività qua, c'è un ruolo già molto importante delle fondazioni che lavorano sempre più in senso venture, cioè rischiano per certe volte potremmo dire fanno anche il loro mestiere però qui secondo me è anche un pochino un po' più in là di quello che è la tradizionale propensione a rischio di questi soggetti perché farlo su queste cose qui è già più complicato, quindi le fondazioni adesso vediamo cosa succede anche con altri due attori sono attori della finanza e dell'equity perché noi sappiamo bene che il settore finanziario e la finanza sociale nel nostro Paese è strutturatissimo la banca etica, banca di credito cooperativo, le grandi banche corporee hanno tutte delle componenti di natura sociale al loro interno già strutturate per adesso hanno finanziato soprattutto l'esistente il business ordinario, l'anticipo fatture l'anticipo 5 per mille, le cose di questo genere qui però sono sempre più vogliose anche di tornare a fare investimenti veri e propri su nuovi prodotti e servizi di lato finanza sociale, e poi sappiamo bene che negli ultimi 5 anni sono nati 4-5 fondi equity che apportano capitale di rischio per generare impatto sociale, spesso anche sostenuti anche da soggetti della filantropia con risorse anche dell'Unione Europea quindi questo vuol dire che anche l'ecosistema a supporto dell'innovazione aperta nel campo terzo settore imprensociale ha una pluralità di soggetti che effettivamente possono intervenire sia col grant perché se non è una componente grant per fare queste cose è strutturale non può essere completamente sostituita da risorse di natura finanziaria o apporto di capitale di rischio però anche con il supporto degli altri soggetti non solo, scusate, se si siedono al tavolo quando si discute di innovazione, se c'è seduto un soggetto non solo della filantropia ma anche della finanza il gioco inevitabilmente si fa più serio non è più solo un esercizio di stile per vedere se siamo capaci di fare delle cose insieme ma diventa proprio una politica industriale del settore da questo punto di vista, secondo me, le condizioni ci sono sta un po' a tutti cercare anche ultima cosa, di fare in modo che siano riproducibili, accessibili su tutti i territori perché qui è stato fatto un lavoro in un territorio perché ci sono certi soggetti negli altri territori, no? Cosa si può fare? Che tipo? Questa è una sfida chiaramente che riguarda le organizzazioni per cui lavoro e altri soggetti che fanno sviluppo per il terzo settore impreo sociale. Grazie mille a Flaviano per il tuo contributo questo qua lo puoi lasciare a me Credo che le considerazioni fatte da Flaviano in chiusura siano estremamente interessanti il tema della finanza come questa può accompagnare una finanza in patto su questo ma ne ragioniamo tutti i giorni di questa cosa qui le microreti sul territorio che ci auguriamo che si attivino, si autoattivino con questo processo, andiamo in chiusura della nostra sessione, noi avremo adesso, abbiamo aperto il lancio per la nuova edizione di questa progettualità lo facciamo con dei tavoli sul territorio quindi andremo nei territori in maniera puntuale quindi dal 19 giugno al 3 luglio saremo tra Padova, Trento, Verona Bolzano con dei tavoli specifici per incontrare direttamente le imprese sociali e raccogliere i loro bisogni di innovazione discutere con loro delle possibili opportunità che potremmo generare. Io ringrazio un po' tutte le persone a partire da Fondazione Carito che oggi ci ha spitato al Festival dell'Economia di Trento mi piace molto questa cosa di vivere questo spazio in una maniera sempre più ingaggiante quindi ringrazio Anita, ringrazio Carlo di questa opportunità, ringrazio Roberto, Marta, Stefano per essere stati con noi, per mettere un ringraziamento a tutto il team che ha gestito tutte le progettualità e a tutti i ragazzi che poi si sono cimentati su questi progetti quindi vi auguro di continuare a godervi Trento che è bellissima e offre tantissimi spunti interessanti di confronto e quindi grazie ancora vi auguro una buona serata. Sottotitoli creati dalla comunità Amara.org Sottotitoli creati dalla comunità Amara.org
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