Le avventure di un innovatore. Il sogno americano, tutto italiano, del fondatore di YOOX
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Le avventure di un innovatore. Il sogno americano, tutto italiano, del fondatore di YOOX
Federico Marchetti, fondatore di YOOX, presenta al Festival dell'Economia di Trento il suo libro "Le avventure di un innovatore". Condivide la sua storia, offrendo consigli per aspiranti imprenditori. Sottolinea l'importanza di pensare in grande, innovare e valorizzare i punti di forza dell'Italia: creatività e artigianato. Discutendo di intelligenza artificiale, la considera uno strumento potente che necessita regolamentazione, sottolineando l'importanza di bilanciare progresso tecnologico e valori umani.
Eccoci, buongiorno. Buongiorno, benvenuti. C'è ancora qualche posto davanti se volete se volete accomodarvi. Non abbiate timore della prima fila. Grazie. Allora io sono molto felice di dare il benvenuto al Festival di Trento a Federico Marchetti per presentare questo libro a cui ho tolto la sopracoperta per non bagnarlo perché io odio i libri i libri rovinati, le avventure di un innovatore e che trovate ovviamente su. Vi dico subito questa cosa per casi della vita professionale diciamo così, da quando mi occupo del mensile del sole 24 ore auto-spendit negli ultimi dieci anni mi è capitato di incrociare la vita professionale di Federico Marchetti parecchie volte e di intervistarlo parecchie volte e tant'è vero che quando poi ho scritto un libro sulle dieci figure italiane che più hanno rivoluzionato la moda ho inserito Federico Marchetti e ho raccontato la sua storia in sei episodi. Ah benissimo, in sei episodi distinti che erano tutte le volte che l'avevo obbligato a riraccontarmi la sua vita, la sua evoluzione professionale. Perché vi parlo di questo? Perché quando mi sono messa a leggere le avventure di un innovatore pensavo di sapere più o meno tutto di Federico Marchetti e che quindi sarebbe stato un grande ripasso diciamo di cose che in questi anni mi aveva raccontato e invece questo libro è veramente un libro pieno di cose nuove per me che conoscevo parte della sua vita professionale ma soprattutto un libro molto interessante perché contemporaneamente un'autobiografia anche con tratti molto intimi molto personali in cui riveli molto di te ma contestualmente è la storia ovviamente di una grossa carriera professionale ma è la storia di taglia del made in Italy, si riverberano moltissimi fatti appunto di un mondo, il mondo della moda, il mondo della tecnologia, insomma è un libro che ha tante stratificazioni e tante letture diverse e che si legge come un film è montato proprio come una bellissima sceneggiatura ma magari questo parliamo dopo perché ho già fatto un'introduzione troppo lunga e loro sono venuti per ascoltare te e non per ascoltare a me, io parto proprio dalla parte più personale che tu riveli e quindi dalla tua infanzia tu dedichi molte pagine e soprattutto molte parole ai tuoi genitori con un ritratto anche preciso puntuale a volte severo sia nei confronti del tuo papà sia nei confronti della tua mamma che definisce un'eroina ma non nascondi che è stata anche abbastanza severa per cui io partirei da lì proprio da dove tutto comincia. I genitori ma sì l'obiettivo che mi sono dato ad iscrivere questo libro perché comunque me lo sono chiesto ho detto ma lo scrivo non lo scrivo lo scrivo non lo scrivo non lo scrivo e quindi uno deve definire perché lo scrive perché altrimenti da lì poi deriva tutto e l'obiettivo che mi ero dato era avevo insegnato per sei mesi alla bocconi da docente a contratto un corso che mi ero completamente inventato da zero con tutto il syllabus fatto da me e così via e c'erano una settantina di ragazzi che si sono molto appassionati alla storia e al corso e quindi ho detto probabilmente dopo 70 ragazzi sarebbe bello espandere il raggio d'azione diciamo della tra virgolette motivazione nel fare impresa nell'inventarsi un progetto e così via e quindi ho detto beh insomma in fin dei conti potrei infondere forse un po' di coraggio e non delle lezioni ma del un po' di coraggio perché non avevo nessuna intenzione di mettermi sul pulpito e dire bisogna fare così così e quindi di raccontare una storia dove ognuno poi avrebbe tratto le cose che magari potevano essere utili e questo è stato diciamo l'obiettivo da questo obiettivo il primo capitolo vengo alla risposta però era necessario fare la premessa il primo capitolo ho detto cosa faccio sono onesto al 100% racconto veramente tutto cose che non ho neanche raccontato ai miei migliori amici o no e a quel punto lì visto che mi ero dato quell'obiettivo di diciamo di raccontare ragazzi che si può fare azienda anche in italia si può costruire il leader nel mondo dell'e-commerce della moda anche dall'italia ho detto devo essere onesto al 100% e quindi ho raccontato la storia della mia infanzia che non è un'infanzia diciamo felice cioè volevo dire che anche se non sei felice anche se non sei ricco anche se non sei raccomandato anche se non diciamo se non hai i contatti giusti eccetera eccetera però alla fine l'ho costruita questa azienda e quindi volevo proprio raccontare la parte svantaggiata della partenza e quindi ho dovuto votare il sacco cosa che mi è costata è stata quasi una seduta da uno psicologo perché comunque ho raccontato delle cose che ripeto non avrei mai raccontato a nessuno per esempio mio padre bipolare insomma diciamo complicato e al tempo stesso ovviamente ho anche riconosciuto nei miei anche nonostante ripeto fossero diciamo della piccola borghesea romagnola di Ravenna nonostante forse ho anche scritto che non hanno mai capito quello che ho fatto in vita mia cioè l'e-commerce non era una cosa diciamo di loro appannaggio nonostante tutto questo mi hanno trasferito dei valori fondamentali mi hanno trasferito dei valori fondamentali che sono stati comunque importantissimi e quindi questo per dire questo per dire che comunque i genitori e l'educazione è il substrato da cui si comincia nel bene o nel male e questo è vero questo che dici perché in realtà appunto hai detto ho votato il sacco è stato quasi un percorso psicologico psicanalitico però credetemi non è un percorso un belicade nel senso tutto quello che hai raccontato ha un senso per tutto quello che viene dopo e questo secondo me è molto apprezzabile no perché non è uno sfogo no perché avevo quell'obiettivo esatto e quindi l'ho fatto per quell'obiettivo senti parliamo proprio di quell'obiettivo poi torniamo torniamo alle origini perché ho ancora appunto ho ancora un po di domande sulla prima parte che è quella che mi ha rivelato tante cose che non sapevo però appunto tu non solo ti sei messo con lo scopo quando hai scelto di fare il libro ma nel libro proprio dai una serie di indicazioni anche abbastanza precise non è un incoraggiamento generico no si può fare io ce l'ho fatta fatecelo anche voi dici anche un po come si può fare sì io ce l'ho fatta secondo me non lo dico mai sono io che l'ho detto scusate lui ce l'ha fatta e lo dico a ragion veduta però diciamo dici come ho fatto io perché sinceramente io non mi sono mai sentito arrivato sinceramente perché sei ancora in cammino perché sono ancora in cammino sì perché è una specie di percorso lungo e diciamo anche divertente molto divertente e beh sì come dicevo non vuole essere un manuale di business ma è una storia e ognuno poi trae i suoi consigli in base alla sua vita in base a quello che vuol fare se uno vuole fare un progetto di charity ci sono alcune cose per fare quello se uno vuole fare un progetto di business ci sono altre cose se uno vuole cambiare lavoro perché tutte le mattine a 50 anni ed è triste di andare a lavorare dice non smetti di fare quella cosa lì e provaci a fare qualsiasi altra cosa quindi diciamo non è non è rivolto soltanto agli startup per intenderci ma è rivolto a tutti quelli che hanno bisogno di una specie di piccola piccola spinta per buttarsi essenzialmente e questa spinta ogni tanto qua e là appunto ci sono un po di consigli rivolgendomi ai ragazzi ad esempio c'è quello di pensare ad esempio se devi inventarti un'azienda o se devi inventarti un progetto nuovo c'è quello di non pensare solo all'italia ad esempio perché tutte le startup che ho visto io questo telefonino qua è da buttare perché tutte le varie startup che ho visto che si rivolgevano soltanto all'italia erano troppo piccole per sopravvivere tanto tempo cioè in fin dei conti la mia sono 24 anni che ancora ha in giro che esiste che per una startup di tecnologia venuta d'italia è un'eternità invece tante che purtroppo si sono rivolte hanno pensato solo esclusivamente all'italia si sono piano piano piano fievolite quindi uno dei consigli proprio spassionati che dico ai ragazzi è pensare in grande pensare internazionale poi dall'italia si parte ma non si arriva soltanto all'italia altre cose ce ne sono tante sparse qua e là per la storia però un'altra cosa ad esempio che per me è molto importante è che insomma io alla fine che cosa ho fatto poche parole ho fatto l'e-commerce all'italiana cioè questo è diciamo il il il sunto del libro perché uno dice vabbè ma l'e-commerce la tecnologia in italia cioè come fai a fare tecnologia in italia dove c'è l'ufficio passaporti che c'è ancora tutte le carte così che ci mettono 12 mesi tanti hanno ancora il fax cioè oggettivamente siamo indietro rispetto a tante altre paesi e quindi insomma fare tecnologia in italia era già una cosa complicata e difficile è una cosa che ovviamente è un po' più un po' più da silicon valley no da california dove ci sono tutti questi startup dove ci sono un sacco di capitali dove ci sono miliardi di dollari che vanno a che vengono cioè in italia io quando ho iniziato c'erano due venture capitalist quindi se gli mancavo uno dei due non sarei partito perché non avevo una lira perché sono partito con le liera a proposito perché il 1999 quindi era prima di facebook prima di instagram prima di google prima di tutto e però nonostante io fossi partito sia partito dall'italia sono riuscito comunque a costruire il leader nel mondo dell'e-commerce sulla moda cioè sul lusso sul modo di lusso non il fast fashion e come ho fatto perché ho fatto l'e-commerce all'italiana cioè cosa vuol dire vuol dire che ho preso il meglio dell'italia e l'ho incrociata con la tecnologia quindi tutto quello di cui si sente parlare tutto quello di cui da tutte le parti giustamente sventoliamo come una nostra bandiera cioè quindi la creatività la cultura l'arte il saper fare l'artigianato eccetera eccetera io l'ho incrociato con la tecnologia e quindi non ho fatto per intenderci mi spiego meglio con un esempio parlato ho fatto un sito tutto bianco e tutta una griglia con tutti i prodottini eccetera eccetera ma dentro il sito succedeva sempre qualcosa di strano di nuovo quindi dal vintage che ho lanciato nel 2001 a progetti di cultura abbiamo fatto un un un exhibition latrienale nel 2003 cioè quindi siamo proprio comportati quasi come se fossimo la fondazione prada da un certo punto di vista ma nell'e-commerce e questa cosa qui se uno è un giovane italiano cosa ne può dedurre? Ne deduce il fatto che bisogna far leva sui nostri vantaggi competitivi e che abbiamo delle qualità in Italia che nella Silicon Valley non esistono perché la Silicon Valley è oggettivamente più tecnologia fredda dati processi capitali da noi invece ci sono cultura tecnologia calda vedi Ferrari è un esempio di tecnologia calda e così via e quindi quindi l'e-commerce all'italiana ha funzionato perché sono riuscito ad unire i due mondi e questa cosa qui è una cosa su cui credo l'altra cosa è quella di innovare sempre cioè il libro si chiama le avventure di un innovatore però se voi io adesso sto studiando storia con mia figlia che fa la seconda media sto ristudiando la storia e con grande piacere devo dire molto interessante effettivamente l'italia è stato un paese di grandi innovatori abbiamo proprio innovato per secoli per secoli cioè se vi ristudiate la storia di madonna ma cosa è successo allora negli ultimi 20-30 anni come mai si è fermato tutto che è incredibile quindi anche lì il mio consiglio è cercate di inventarvi qualcosa di nuovo cioè non cercate di copiare e di fare quello che già fanno in tanti perché quello lì non va da nessuna parte cioè inventatevi qualcosa di nuovo innovate e sicuramente bisognerebbe riformare completamente il sistema educativo in italia perché comunque anche adesso si parla di artificial intelligence e dovremmo ricominciare a formare degli innovatori come abbiamo fatto da rinascimento però diciamo questo qui lo lascio a fare a chi se ne occupa il contesto di un festival come questo e anche quello appunto di raccogliere messaggi che hanno una valenza politica e che sono anche richieste politiche centrali di innovazione del paese perché questo è l'artificial intelligence allora molto semplicemente adesso se ne parla un po' spizzi che bocconi poi si parla comunque di investiamo 50 milioni di euro cioè non si può competere su questo livello qua bisogna competere su quello che ho detto prima cioè su quelle che sono le nostre capacità e bisogna ricominciare a formare innovatori dalle scuole e quindi non soltanto con la formazione sul lavoro ma formazione nelle scuole perché questo qui è diciamo il principio da cui poi parte tutto sì so che visto che hai toccato il tema dell'intelligenza artificiale che tu sull'intelligenza artificiale è una posizione molto precisa no è anche diciamo che sto stravolgendo tutte le tue domande ma il bello è il bello di fare le scalette è quello di avere la possibilità di chiedere tante cose e poi la conversazione come sempre prende un'altra direzione a proposito di innovare bisogna essere un po innovativi anche con le scalette no non parli tanto ovviamente l'intelligenza artificiale qui perché arriva arriva dopo però non posso non farti una a questo punto parlando una domanda sull'intelligenza artificiale che è appunto a volte lo spauracchio per molti ancora no lo spauracchio perché anche banalmente perché non si hanno le competenze per capire che cos'è esattamente e per altri invece la soluzione di tutti i mali tu credo ti ponga giustamente nel mezzo no fra le due per cui mi piacerebbe che ci dicessi in realtà ho iniziato a testare l'intelligenza artificiale se non mi sbaglio 2016 2017 quando iniziamo con l'azienda juke neta port e che allora era diventata neta port e perché avevo comprato i miei concorrenti inglesi avevamo iniziato ad insegnare lo stile alle macchine che uno dice mai possibile che le macchine imparino uno stile invece attraverso il machine learning quindi l'intelligenza artificiale con tutte le foto tutti gli abbinamenti di tutti gli stylist di tutto il mondo e così via c'eravamo detti insomma in fin dei conti questa cosa queste informazioni questi dati qua che sono immagini e non numeri possono insegnare qualche cosa possono insegnare come si mettono insieme le cose che non serve per e qui deriva poi un po il fatto che io sono sto in mezzo come hai detto tu che non serviva per eliminare e licenziare tutti gli stylist che avevamo in giro per il mondo ma serviva per dare un tool in più un'informazione in più ai nostri personal shopper quando parlavano con i clienti e che quindi se tutti ti compravano una gonna di valentino magari attraverso questa questa macchina che aveva imparato lo stile il personal shopper consigliava anche magari un paio di scarpe da mettere insieme no questo era il concetto e ha funzionato funzionato molto bene quindi diciamo che l'ho provata e l'ho testata in tempi abbastanza diciamo non sospetti cosa c'è da dire sull'intelligenza artificiale? Allora tutta la storia la nostra storia è sempre stata fatta da salti tecnologici cioè ripeto adesso non voglio continuare con sto storia del rinascimento semplicemente perché studio storia con mia figlia però il concetto è quello da Brunelleschi che si è inventato il Duomo di Firenze inventandosi il mobile scaffolding perché non glielo volevano far fare quella cupola così gigantesca era troppo grande quindi e poi e poi con quello lì poi dopo c'è stata la cappella sistina e così via i salti tecnologici perché lui si è inventato questo mobile scaffolding cioè come si traduce il mobile cioè le impalcature che si muovono le impalcature movibili è così che è riuscito a farlo perché le impalcature si potevano muovere di qua e là e allora sono riusciti a costruirlo e che sono le stesse che sono state produttivizzate per la cappella sistina e così via comunque oltre a questi salti tecnologici immaginatevi negli ultimi vent'anni quanto è cambiato il mondo io quando ho cominciato che ripeto era il 1999 ho cominciato che dovevo prendere il non so neanche se si chiama doppino dal telefono fisso toglierlo infilarlo in un computer portatile con legarmi ad internet che faceva un suono assurdo e ti faceva il segno della croce tutte le volte perché non sapevi se effettivamente si collegava non si collegava e poi a certo punto finalmente vedevi il sito da cui eventualmente potevi comprare qualche cosa buonasera e lì quindi cosa cosa è successo è successo questo stiamo parlando soltanto di 25 anni fa niente è velocissimo e immaginatevi quindi poi è arrivato lo smartphone lo smartphone è anche quello una roba di rompente no c'è nel bene nel male tutti i ragazzi no che se ne parla ma è giusto darlo non 11 anni 13 anni e anche lì probabilmente c'è un discorso di equilibrio di raggiungere poi c'è l'intelligenza artificiale che è il prossimo salto e forse una delle prime cose da fare è sostituire la voce artificiale con la voce che sempre comincia col a quindi va bene e ha intelligenza aumentata perché in fin dei conti non è altro che un altro tool come per brunelleschi era il mobile scaffolding come da 10 anni siamo lo smartphone è un altro tool che potrà essere utilizzato per ampliare le nostre conoscenze come tutti i tool hanno ovviamente dei difetti che se non sono regolati come ad esempio il mercato americano a differenza il mercato europeo possono portare anche delle distorsioni quindi insomma quindi in altri termini io sono stra positivo perché comunque è in stoppabile tutta questa cosa qua cioè non si può fermare ma va regolamentata e va regolata e bisogna raggiungere un equilibrio ad un certo punto immaginatevi che saremo talmente tecnologici talmente spinti in avanti che probabilmente ci sarà una specie di boomerang al contrario che torneremo invece tutti ad apprezzare le cose in realtà più semplici e più umane come perché ad esempio uno parla al telefono ma sei tu mamma o non sei tu perché con intelligenza artificiale da scarlett Johansson alla mamma si può ricreare tutto e quindi vorrai tornare a prendere il treno per andarla a trovare veramente anziché parlare dal telefono quindi ci sarà un po questo boomerang perché la nostra natura umana è volta alla sopravvivenza e non alla distruzione e l'abbiamo visto con il covid no dopo il covid la parte online durante il covid è esplosa dopo il covid la gente vuole tornare nei negozi vuole tornare in cinema non ne può più di netflix e oppure lo vedete con la musica no c'è un certo punto il vinile è scomparso invece adesso tutti col vinile con il disco e così cioè è normale che ci siano tre salti in avanti e un attimo anche ogni tanto una specie di indigestione di tecnologia che ti porta a fare anche un salto indietro però è tutto progresso senti torniamo al libro però perché c'è però c'è c'è non so c'è c'è no in realtà non è vero non torno subito al libro perché mentre parlavi mi veniva da chiederti ma oggi tu suggeriresti economia o informatica a un ragazzo che vuole studiare e rifaccio la domanda meglio appunto una solida formazione economica perché no anche un infarinatura umanistica serve sempre oppure una solida esperienza e conoscenza dei tool come li chiami tecnologici? Adesso da una risposta molto controversa per cui non mi inviterete mai più al festival di Trento è la prima e ultima volta e io mi sto accorgendo che dal punto di vista dell'education dell'istruzione e dei percorsi che stanno prendendo ragazzi e ragazze c'è un po' una specie di stampino cioè tutti devono avere questa cosa qua poi tutti devono andare assolutamente a fare quell'università lì e poi tutti devono andare assolutamente a studiare tutta questa roba qua e poi tutti quindi questa cosa qua porta a una specie di grande uniformità e quindi io torno al discorso di prima che la cosa più importante è essere differenti e l'importante la cosa principale è che ognuno trovi i suoi elementi di differenziazione che ovviamente possibilmente devono coincidere con le proprie passioni quindi se in italia uno è appassionato di bellezza e di arte perché deve andare a fare economia o perché deve andare a fare perché magari è già lì quella la sua strada quindi il mio punto è seguire le tue passioni e cerca di farne anche elemento di grande differenziazione rispetto ad un appiattimento generale che è un appiattimento in alto perché tutti no stanno cercando di costruire ma però alla fine quello che conta essere differenti senti però a proposito di percorsi tu sei maestro anche nel rassicurare diciamo così i ragazzi che a volte uno fa una scelta sbagliata e proprio da quella scelta sbagliata poi viene fuori la strada giusta perché a proposito di formazione intanto e qui torno al libro perché l'ho detto tanto tu hai fatto ragioneria perché così così si volle a casa tua di lì volevi fare medicina e sei andato a fare la boccone insomma di di di zigzag anche nella tua formazione ce ne sono stati parecchi però poi alla fine sono quelli che hanno creato questo strano mix che poi in primo luogo ha formato te poi il tuo percorso professionale sì allora mio fratello aveva un fratello più un fratello più grande di nove anni e aveva fatto l'elizio classico dopo non aveva continuato a fare l'università nonostante poi abbia avuto una bellissima carriera in banca e scusa ti interrompo secondo non gli chiedo nulla del fratello ma va assolutamente letto il capitolo dedicato al fratello apro e chiudo perché è veramente un meraviglioso spaccato di rapporti ma ho perdonato l'ho perdonato alla fine nelle conclusioni ringraziandolo e quindi mia madre che appunto era da sola perché mio padre era sempre diciamo in clinica psichiatrica mi disse tu devi andare a fare ragioneria nonostante io facevo dei temi meravigliosi tutte le lezioni ma come fa federico ma quanto ege mia madre dice ma no non legge niente è proprio immaginazione totale e quindi io volevo fare l'elizio classico a tutti i costi però mia madre mi disse no tu vai a fare ragioneria e ancora scherzando glielo dico dico mamma no mai fatto fare ragioneria e quindi da lì io invece volevo fare un percorso umanistico volevo fare il classico poi voleva andare a fare medicina perché poi mi sarebbe piaciuto fare forse psichiatria forse magari per curare mio padre insomma c'era tutta questa parte qua in realtà ho preso tutta un'altra strada e quindi ho fatto ragioneria a malin cuore però l'ho fatta all'esame di maturità ho preso 60 60 esimi contro voglia mi chiesero ma lei marchetti che è così però doveva cosa fa dopo io ho detto guarda io so solo che cosa non farò non farò né economia né diritto invece mi sono trovato tre mesi dopo che non avevo assolutamente la possibilità di andare a fare medicina perché avevano messo un numero chiuso a bologna e quindi da romagnolo studiare d'estate non me la son sentita non me la son proprio sentita e quindi mi sono trovato a settembre dico cosa faccio cosa non faccio un mio amico compagno di classe andava a fare il test alla bocconi e detto dai Federico vieni con me che poi usciamo la sera ti presento mia cugina no io racconto tutte queste storie per dire che a volte la vita non è così prestabilita cioè nel senso a volte la vita è molto più fluida a volte succedono delle cose che anche il fatto di però essere aperti aperti al rischio aperti a correre dei rischi aperti a diciamo queste strade tortuose che magari vanno a finire poi esattamente dove magari dovevano andare a finire è un po diciamo la cosa quindi non è un libro di uno che pito che vi dice adesso dovete fare questo puoi fare questo puoi fare questo è un libro pieno di tante casualità e questa è una e la e l'altra cosa che questo libro regala è che insomma c'è grande spazio anche per l'errore non solo per le deviazioni ma proprio per l'errore ci sono due interi capitoli dedicati proprio a questo a tutte le volte mi pare uno si intitoli tutte le volte che ho sbagliato e l'altro è sbaglio riprovo sbaglio e questo allarga il cuore no perché dà l'idea che appunto ancora una volta il percorso non è da a b una linea retta mai piena di deviazioni a volte anche di crolli e poi di ricominciamenti uso proprio questa parola. Lì deriva tutto dall'obiettivo che mi ero dato che vi ho detto all'inizio, l'obiettivo era quello di dare qualche strada o comunque di dare qualche indicazione ai giovani ai ragazzi e quindi per forza bisogna parlare degli errori quindi per forza bisogna essere onesti non volevo assolutamente farmi un libro autocelibrativo perché per tornare ai valori dei genitori una cosa che non sopportavo da bambino e che tutte le volte che uscivo di casa mia madre sulla soglia della porta mi diceva Federico si umile si onesto ma io dicevo ma vado un attimo a giocare a pallone c'è cosa c'entra ma veramente una lima sorda cioè tutte le volte però dopo alla fine trent'anni dopo mi sono accorto che queste robe qua te entrano dentro e quindi non mi sarei mai sognato di fare un libro autocelibrativo come di tanti imprenditori come tanti imprenditori fanno dove tutto bello tutto perfetto quanto sono stato bravo eccetera eccetera e quindi per forza di cose dovevo raccontare errori alcuni madornali altri più piccolini però anche da lì si impara come da altre cose. E fra gli errori ci sono anche le gaff di stile che da chi ha portato la moda sull'online credo sia bellissimo un po' di gaff di stile ma non gliele raccontiamo perché se le vanno a cercare nel libro invece però qui sì voglio seguire qui voglio seguire la scaletta perché questo libro ovviamente ha come dire una storia ricca che parte dall'inizio con tutte le deviazioni e racconta appunto l'evoluzione di una grande carriera professionale ma è pieno pieno di aneddoti e quindi qualcuno io lo vorrei raccontare allora e vorrei raccontare ti do il titolo e lo racconti tu che lo racconti meglio di me ovviamente. Il primo che vorrei che raccontassi è il tuo selfie mancato con l'inventore del World Wide Web. Vabbè questo è veloce, dove è che? Ho andato ad Avos e mi trovo ad un tavolo con l'inventore del World Wide Web. Chi ti emoziona un po'? Visto che non mi ha fatto fare il selfie non mi ricordo neanche come si chiama. Non ti posso aiutare, non farti aiutare. E quindi a quel punto lì alla fine era una cosa del genere con un pubblico insomma diciamo che chi si è Tim Berners-Lee chi ha fatto diciamo la propria fortuna imprenditoriale sul web io mi sono chiesto io non posso non chiedergli un selfie. L'ho fatto poche volte nella vita non è che sono un appassionato di selfie come i politici attuali io oggettivamente non li chiedo mai però in quel caso lì immaginatevi cioè nel senso ho fatto la mia fortuna imprenditoriale e ho potuto comprarmi le case che voglio grazie sostanzialmente a lui io gli ho chiesto un selfie ma ha detto di no però va bene lo stesso invece ne approfitto che non c'entra niente forse nella tua scaritta c'era Bill Gates o no? Bill Gates non c'era ma puoi raccontarlo. Però da selfie a selfie il passo è corto perché invece vengo invitato da Bill Gates a casa sua a cena nel west coast e anche lì non capisco come mai mi trovavo insieme ad una cinquantina di quelli quei immaginatevi quegli americani super seo che sono nel top 500 fortune ed ero ovviamente come al solito l'unico italiano non mi avevo scritto yux e non era netta portee ancora quindi era yux e ovviamente tutti questi qua che immaginatevi le più grandi aziende americane del mondo nessuno conosceva yux e nessuno mi conosceva proprio quindi mi sono sentito veramente un pesce fuor d'acqua un po scrivo forse nel libro uno dei film di cui sono più appassionato è hollywood party in inglese ed con peter sellers che lui si trova in questa casa di questo produttore hollywoodiano ma non c'entra assolutamente niente e io è esattamente uguale poi invece la sera c'erano le mogli dei co perché durante il giorno c'era la conferenza e la sera c'erano i partner che non necessariamente erano moglie anche mariti così via però sono diciamo i partner e più uno che si diceva prima purtroppo allora erano più mogli e invece quando sono arrivate le moglie invece tutte mi conoscevano ovviamente perché tutte erano utilizzatrici sono diventato immediatamente dal perfetto sconosciuto sono diventato tipo l'eroe della sera però io ovviamente puntavo bill gates c'è il senso che a me c'era andato fino là mi interessava conoscerlo e anche qui una delle cose che mia madre romagnola mi diceva sempre portati sempre un regalino quando vuoi accendere qualcuno e mi ero portato un cofanetto di amar cord che è un film di fellini sulla romagna con cui ha vinto l'oscar che avevo rigenerato digitalmente perché era finito negli scaffali polverosi della cineteca di bologna quindi era stato un'operazione culturale che avevo fatto con jux per tornare al discorso della cultura e sapevo che lui era appassionato di cinema che filava tutto liscio però non era facile beccarlo no poi ad un certo punto però insomma io in mezzo a tutte a tutte questa questa gente ad un certo punto mi sono isolato e sono andato piano piano la in un angolino e sono andato a prendermi c'era una specie di buffè con il sushi così via quindi arrivo là da solo poi ovviamente vedere la casa di bill gates era una cosa molto interessante cioè sono finito in cucina e quindi ho guardato il frigo che però però non aprendo non aprendo no no per privacy non l'ho aperto però in realtà il frigo di bill gates è fatto è tutto trasparente è tutto trasparente quindi vedevi dentro era tutto catalogato tutto catalogato le cose dei figli questo quindi di melinda era tutto un catalogo pazzesco poi dopo ovviamente tutta la parte di davinci no perché lui ha tutto il codice da vinci quindi ovviamente mi sono andato poi ad un certo punto vedo una persona là in fondo in un angolino che si mangia il suo coso da solo eccetera eccetera tutto un po nerd come me e metto fuoco e dico ma quello è bill gates e quindi finalmente vado là gli do il regalino scambiamo un po di chiacchiere anche se comunque lui aveva detto ma chi è sto italiano qualche che non c'era la melinda e a quel punto gli chiedo gli chiedo il selfie e lui da parte cultura generale altissimo perché subito ha detto l'oscar 1973 quindi c'è bravissimo e poi invece lui mi ha fatto fare selfie quindi comunque questa cosa di tua mamma che ti consigliava di portare sempre un regalo ti ha portato fortuna diverse volte anche con re carlo ha funzionato che regalo hai portato con re carlo in realtà con re carlo rischiato grosso ho rischiato veramente grosso cioè nel senso in realtà neanche con non solo con regalo anche con george germain rischiato grossissimo a george mignol ho regalato un gatto che nero vero vero per il compleanno con la gabbietta nero che uno dice no ma perché c'è sempre un ragionamento dietro c'è sempre c'è sempre una strategia dietro non so perché uno dice ma chissà quanti quanti regali gli arrivano a luglio questo qua avrà una stanza piena di regali che non guarda neanche cos'è l'unico regalo che è costretto a prendere un animale perché un animale non lo può lasciare nella stanza e quindi va beh poi racconto tutta la storia ma carlo invece ma carlo invece questo regalo mai più senza allora racconto tutta la mia amicizia con con re carlo che è anche quello che sto facendo adesso e quello che sto facendo anche dopo però il mio secondo incontro con re carlo è che lui vi invita in scozia anche lì luoghi di italiano in mezzo tutti scozzesi con il kilter corna muse cioè immaginatevi proprio questo castello immaginate proprio come ne fino anche lì una cinquantina di ospiti e cosa mi porto per andare da carlo in scozia c'è mia mamma che non posso andare senza qualcosa e avevo letto complice mia moglie inglese anzi l'aveva detto lei me l'ha detto lei che giornali scandalistici inglesi no perché giornali inglesi sono molto scandalistici tipo il daily mail così via avevano scritto che lui era talmente viziato che si faceva spremere il dentifricio dal suo maggiordomo cioè a sti livelli cosa peraltro cosa peraltro non vera però insomma la monarchia inglese è un centro di di tutto del bene e male gossip the crown cioè immaginatevi no era la seconda volta che lo incontravo perché la prima volta aveva accettato il mio invito anche se non c'erano mai conosciuti di venire ad inaugurare il nostro centro tecnologico a londra e da lì era nato una specie di empatia perché si era parlato di tante cose che abbiamo in comune tipo l'education sostenibilità e così via e cosa ne porto allora io vado spesso da un negozio di artigianato milanese che si chiama Lorenzi che una volta era in montenapoleone poi è stato chiuso adesso in piazza vicino comunque e dentro questo negozio di artigianato di cose molto belle cioè quindi cose fatte bene made in milano e così via c'è uno spremi dentifricio e li ho detto va beh qui ho lavato la spacca io gli porto uno spremi dentifricio e quindi gli ho portato uno spremi dentifricio lui li poteva andare malissimo cioè se non avesse avuto humor inglese però ho detto che avevo l'inglese se non aveva humor lui che era in inghilterra e in effetti ha avuto lo humor che infatti ha riso tantissimo su questo regalo qua e da lì poi dopo abbiamo proprio rotto il ghiaccio però a volte sai a volte poteva andare malissimo poteva andare che se non avesse avuto però comunque se non avesse avuto humor non aveva neanche senso per me continuare la conoscenza io non voglio stare solo sugli aneddoti perché appunto questo libro in realtà è davvero una storia imprenditoriale anche se tu non hai voluto fare appunto non vuoi fare una storia in cui tutto va bene non vuoi fare una storia autocelebrativa però questa è una storia piena di tappe importanti l'ultimo però aneddoto e poi chiudiamo ma te lo chiedo con una battuta perché talmente attuale che non posso toglierlo da lei e quella volta che ti sei imbucato a una festa di Donald Trump. No, stiamo parlando del 1998 quindi premessa quindi era molto giovane, quindi non era presidente degli Stati Uniti non era diciamo quello che diciamo tutti speriamo che non diventi ancora e io vivevo a New York perché stavo facendo il master alla Columbia University con diciamo grande spensieratezza e un amico milanese che era il manager di un ristorante italiano di New York dove andavo perché comunque mi faceva pagare poco perché non avevo tanti soldi da studente usciamo spesso la sera io e lui e viene anche un cameriere rumeno insieme a noi quindi eravamo andavamo in discoteca queste cose qui da studenti e il cameriere rumeno si trova a lavorare in questo ristorante dove lui festeggiava la cosa e quindi ci ha fatto entrare molto semplicemente quindi non c'entravamo niente con tutti gli altri ospiti però è stata anche questa più un'esperienza abbastanza divertente dove era il tuo scheletro nell'armadio e come vedi hai ragione, lo hai tirato fuori. Non abbiamo più tanto tempo e quindi voglio tornare al al marchetti serio, al marchetti imprenditorio, al marchetti innovatore, lasciane ancora una a me almeno l'ultima perché credo perché voglio appunto riportare al cuore di questo libro che è lo scopo ma anche il cuore e lo faccio con le tue parole perché l'ho cercato e l'ho trovato e sentite cosa dice rispetto alle persone che appunto nel nel corso diciamo dell'evoluzione di quella che era una startup e poi è diventato tutto quello che è diventato come ha scelto le a un certo punto a proposito di persone che mette insieme dice anche armata brancaleone questo per dirvi appunto la partenza qual è stata ti chiedo oggi oggi che ti occupi sempre di tecnologia ma molto di più di sostenibilità rifaresti le stesse scelte le persone di cui circondarsi devono sempre avere queste caratteristiche queste sono prioritarie o esiste comunque un grado di competenza che è indispensabile dipende dalle situazioni nel se fai innovazione rimane sempre quella ricetta vincente perché quando fai innovazione quando ti inventi qualcosa di nuovo non si basa su qualcosa che già fatto no ma si basa su qualcosa che ti sei immaginato che possa succedere e quindi in quel caso li hai bisogno di diciamo della tavola rotonda no hai bisogno di cavalieri di cavalieri della tavola rotonda che siano disposti a tutto cercando di intraprendere questo viaggio che è assolutamente incognito perché non sai se effettivamente potrà funzionare o meno quindi in quel caso li non ti puoi basare su macchini si compagnia bella ti devi basare sul fatto che siano persone di valore e di coraggio valore e coraggio senti perché la sostenibilità è diventata la tua priorità ma allora in realtà in realtà già dal da quando mi sono inventato iux allora la verità è che non ci avevo pensato però adesso sto dicendo che un pochino lo era già da allora però nel 2000 immaginatevi che iux vendeva i capi di fine stagione quindi delle stagioni passate che equivale a dire moda circolare equivale a dire dare una seconda vita alla moda che equivale a dire non uso getta che equivale a dire la moda buona di qualità non finisce mai perché deve durare soltanto una stagione che è esattamente il principio della longevità che è esattamente quello che è la sostenibilità perché se tutti ci tenessimo le cose per vent'anni non inquineremo nulla no questo qui è stato l'inizio però in realtà allora non avevo pensato però adesso un pochino ne parlo come se però in realtà già nel 2008 io avevo già cominciato a cavalcare la sostenibilità con questo progetto gigantesco si chiama iux in tre anni in anticipo la camera la moda italiana poi dopo ho fatto insomma diciamo che poi dal 2008 in poi è diventato invece tutto molto pensato e quindi diciamo mi sono messo insieme con re carlo perché comunque lui è il pioniere della sostenibilità per chi non lo sapesse perché non tutti lo sanno però lui ha iniziato il suo primo discorso sulla sostenibilità sull'ambiente cioè sui pericoli che stiamo correndo il primo febbraio del 1970 io avevo un anno quindi immaginate che questo signore qua sono 54 anni che martella su questo tema e vi assicuro con grande autenticità e con grande anche lavoro cioè nel senso che comunque uno veramente che ci mette il cuore il senso dire che negli anni 70 nessuno parlava infatti lo prendevano per un eccentrico per uno strano che parlava delle fragoline di bosco che lo prendevano per un matto perché gli innovatori e pionieri all'inizio sono presi tutti per i mati anche io sono stato per cioè ma come fai a vendere la moda online che non si può provare questa domanda qua ma l'hanno fatta circa 3000 volte negli anni 2000 2001 2002 quindi è normale e adesso insieme stiamo facendo dei progetti stupendi sulla sostenibilità ovviamente io faccio l'imprenditore quindi faccio quello che fa e lui ovviamente ci mette la sua statura la sua persona perché insieme riusciamo diciamo a fare di più quindi questo è più o meno quello che sto facendo adesso. Grazie, noi avevamo pensato di lasciare un po' di spazio alle domande che spero... C'è andato il 55 come termine ultimo abbiamo quattro minuti. Anche qualcuno di più via. D'ora, una domanda semplice, senti importante portare questa esperienza nelle dicei? Sì, ma io ho fatto tante scuole. Benissimo, allora la prossima mi candidato sia per Belluno che per Verona. No, è la parte più divertente devo dire, parlare i giorni è veramente molto divertente a book city a Milano mi sono divertito tantissimo, è una parte molto anche... Cioè in realtà quasi quasi fa più bene a me che ragazzi perché comunque molto ispirazione anche per me. Ci sono dei ragazzi in sala, avete qualche domanda per Federico Marchetti? Prego. Riguardo al ruolo che ricopre l'associazione, cosa state vicini ad ottenere? Giusto. Cosa state puntando ad ottenere e come avete il futuro per il sustainable fashion? È chiaro. Se si riuscira a cambiare il trend di fashion? Allora, una cosa di cui sono molto orgoglioso è che io già a Ux Net-a-Porter avevo iniziato a testare nel 2017 più o meno, 2018, una specie di passaporto digitale per i capi che vuol dire che tu con il telefonino ti avvicini al capo, fai uno scanner che sia un QR code, che sia blockchain, che sia NFC, near field communication, che sia qualsiasi cosa, cioè non è importante il come e conosci la vita morte miracoli di quel capo, quindi dove è stato fatto, materiali sostenibili o non sostenibili, in che condizioni sociali, come si fa a rivendere, come si fa a riciclare, come si fa a riparare per allungare la vita. E questa cosa qui l'avevo provata su dei capi della nostra collezione, della nostra product label, perché ovviamente non potevo provarlo su Gucci, Prada e così via, ma potevo provarlo soltanto su Inosa. Ed aveva funzionato perché i clienti, i consumatori, avevano apprezzato molto questo strumento. Quando ho messo in piedi la task force, ho semplicemente lanciato questo obiettivo a tutti i membri e l'hanno abbracciato al G20, a Roma del 2021 e sono tutti i membri della task force nella fase di implementazione. Quindi se tu vai a Parigi nella boutique di Cloé, per dirne uno, tutta la collezione ha il passaporto digitale. Tra l'altro nel 2022, quindi un anno dopo che l'abbiamo lanciato noi, la Commissione Europea ha dichiarato che il passaporto digitale diventerà obbligatorio per il tessile. Non si capisce ancora se è il 2027, il 2028, dal punto di vista dell'attuazione e della regolamentazione c'è ancora un po' di lavoro da fare, però è una cosa che funzionerà e quindi vuol dire che praticamente il potere andrà ai clienti che sapranno veramente che cosa c'è dentro, quello che vanno a comprare. Quindi a quel punto lì non avranno neanche più alibi di dire io lo compro ma non so se è effettivamente sostenibile e quindi poi vedremo se effettivamente le cose cambieranno, ma io penso proprio di sì. Ancora una domanda? Lei confida che ai suoi clienti importi questo? Io non confido, io lo so. Sì, perché ho appena detto che l'ho testato dal 2017 e ho visto subito tutti i feedback dei clienti. Certo, ma a chi è che non interessa l'informazione? No, dico la sostenibilità. Ah, la sostenibilità. Garantita. Beh sì, per forza, nel senso il potere dell'informazione è fondamentale, poi uno può usarlo o non usarlo, però il sapere è fondamentale, non penso che ci sia nessuno qua dentro, se faccio la domanda ve ne frega di avere delle informazioni. No, no, di tranne le conseguenze. Di tranne le conseguenze secondo me vedremo cosa succederà. Io sono molto fiducioso nelle nuove generazioni. Prego. Grazie, volevo chiederle, riallacciarmi a quella cosa che ha detto che le hanno fatto 3.000 volte la domanda, ma come fai a vendere la moda online che non si può provare? Volevo chiederle, lei non ha mai avuto il dubbio di questa cosa e se lo ha avuto come ha fatto a superarlo. No, non ho mai avuto il dubbio, no, no, ero molto convinto, cioè nel senso sai, sono quelle cose che dicono nei libri di scuola, li chiamano visioni, no, cioè in senso, sapevo che ad un certo punto la moda e il digitale sarebbero andati a convergere, cioè l'avevo visto, a volte si vedono, no, si vedono le cose che succedono dopo tre mesi, sei mesi o sei anni. Non ha scalfito perché comunque visto che comunque era veramente noioso rispondere sempre a questa domanda, cioè per 3.000 volte, cioè provo ad immaginare, 3.000 volte, io per 3.000 volte ho risposto in una maniera diversa, mi sono inventato 3.000 versioni della risposta perché almeno così mi divertivo un po' anch'io. C'era forse ancora una domanda e poi anzi due, ma noi dovetta essere brevissimi, l'ultima. Brava, tu. La mia domanda è, prima il direttore parlava di 10 campioni, 10 nominativi di innovatori, no, tra cui appunto Marchetti, perché in questo paese l'innovazione e la nascita di questi campioni è sempre frutto di un sistema individualistico, cioè è l'individuo che si pone al centro dell'innovazione e non di si sistema, oggi che l'innovazione viene, la parola innovazione viene tanto utilizzata dalla politica, dalle imprese? No, la parola innovazione viene molto poco utilizzata dalla politica, molto poco utilizzata, non esiste più il ministero dell'innovazione, io dico solo questo, non esiste più e poi in realtà attualmente si parla molto più di tradizione che di innovazione, quindi secondo me è un po' quello che dicevo prima, perché manca la struttura anche dal punto di vista della scuola, manca questa parte qua dove si parla di codice, dove si parla di intelligenza artificiale, dove si parla già da scuola e non dopo quando uno ha 40 anni che dice, porche miseria, adesso che assumono soltanto persone che hanno qualche competenza sul digitale, nessuno sa fare il digitale, quindi bisogna partire da prima, dall'inizio, però questa cosa qui è una cosa che deve venire dall'alto. Ultima? Nel 2016 ha detto che ha implementato l'AI nel suo sito, l'ha usato come tool, da quel momento come si è modificato, come si è implementato, se è ancora attivo, quali sono l'utilizzo che ne ha e se può essere ancora migliorato con gli ultimi aggiornamenti, modifiche in campo AI? Considera che io, dunque, ho venduto la mia azienda, cioè più che ho venduto, hanno comprato la mia azienda, perché comunque era quotata, quindi è arrivato un gruppo grosso svizzero che si chiama Arismo, che nel 2018 ha fatto una offerta pubblica d'acquisto per comprare la mia azienda e io ho accettato l'offerta, in questo senso qui l'ho venduta, quindi io in teoria, dal 2018, non ti so dire quanto sia stato implementato, anche se comunque sono rimasto come presidente per un po'. Sicuramente avrà un'evoluzione rapidissima, cioè sicuramente siamo agli arbori, secondo me il 2023-2024 sta all'intelligenza artificiale come il 2000 stava all'e-commerce per me, quindi ne vedremo delle belle, ne vedremo assolutamente delle belle, però come dicevo prima, va visto come un'intelligenza aumentata, se comunque l'Europa ha già fatto qualcosa, quindi, insomma, sulla parte regolamentativa, io sono molto europeo da questo punto di vista. Bene, dobbiamo chiudere. Grazie Federico Marchetti. E a voi, nella vostra attenzione.
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