L’autonomia al tempo del Covid - Forum
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L’autonomia al tempo del Covid - Forum
con FLORIANA CERNIGLIA, MASSIMILIANO FEDRIGA, MAURIZIO FUGATTI, MARIASTELLA GELMINI, JENS WOELK coordina SIMONE CASALINI Il Coronavirus ha messo a dura prova il rapporto tra Stato e Regioni. Cosa ci ha insegnato, al riguardo, la gestione della pandemia? Per assicurare ai cittadini un sistema sanitario più efficiente, che dia a tutti le stesse opportunità, è meglio scegliere un modello più centralista o dare maggiori responsabilità ai territori? http://www.festivaleconomia.it
buongiorno buongiorno a tutti benvenuti a questo nuovo appuntamento del festival dell'economia dedicato quest'anno al ritorno dello stato il titolo della nostra del nostro confronto dell'autonomia al tempo del co ville e quindi affronteremo un tema che ci consente come dire di descrivere un perimetro molto molto ampio che parte naturalmente da da quello che è successo dal rapporto tra i poteri dai nuovi equilibri che si sono che si sono determinati in questi 15 mesi di di pandemia ma anche con uno sguardo di retrospettiva su tutto quello che è stato il dibattito e anche su quello che sarà in prospettiva vi presento subito gli ospiti di questa di questo importante appuntamento partendo naturalmente dalla ministra per gli affari regionali e mariastella gelmini grazie mille di essere oggi al festival dell'economia il presidente della regione friuli venezia giulia e anche della conferenza delle regioni massimiliano fedriga il presidente della provincia autonoma di trento maurizio fugatti e poi la docente di economia politica dell'università cattolica di milano che anche direttrice del centro di ricerca in analisi economiche sviluppo economica internazionale floriana cerniglia grazie mille anche lei professoressa e infine ians folk docente di diritto pubblico comparato all'università di trento rubo solo pochi istanti direi due minuti per inquadrare un po il tema all'interno del quale ci ci inseriamo perché da molti decenni diciamo il tema del regionalismo il tema del rapporto tra stato e periferie naturalmente è un punto fisso al margine di quello che possiamo definire un macro tema che è quello della riforma dello stato e un dibattito assai altalenante no che ha visto come dire opposte visioni che si sono confrontati in passato ricordiamo che le regioni sono partite soltanto nel 1970 e con opposte visioni che si susseguono naturalmente anche anche nel presente abbiamo visto anche come dire una varietà di cambi lessicali non siamo passati appunto dal regionalismo federalismo devoluzione oggi parliamo di autonomie differenziate anche in relazione al percorso che stanno facendo lombardia emilia romagna e veneto sul insomma quello che disposto dal titolo quinto della costituzione abbiamo visto naturalmente riforme che sono andate in porto ma che sono ferme 20 anni fa il titolo quinto della costituzione abbiamo visto altre riforme come quella sulla devolution del governo di centrodestra se noi con romane nel 2006 e la riforma del governo renzi che rivedeva l'assetto bicamerale anche in un'ottica regionale entrambi ne ho fregati poi con il referendum e abbiamo visto anche una legge quella di calderoli del 2009 che introduceva i principi del federalismo fiscale che si è poi lentamente arenata anche a causa della crisi economica di quegli anni proprio le emergenze sanitarie emergenze in generale scusatemi credo che siano uno dei temi fondanti anche negli equilibri tra stato e regione lo abbiamo visto nel 2008 2009 quando c'è stato un la crisi in seguito alla crisi economica una fortissima ricentralizzazione lo abbiamo rivisto adesso con la pandemia dove il ruolo dello stato è ritornato ad essere preponderante nonostante le numerose negoziazioni che si fanno con le regioni soprattutto soprattutto negli ultimi negli ultimi mesi e nonostante quella che i comuni che alcuni giuristi hanno definito anche il ritorno delle comunità regionali no ho una loro o loro tentativo di affermazione all'interno diciamo di questo di questo di questa fase caratterizzata appunto dalla dalla pandemia partirei se siamo d'accordo dalla dalla periferia per costruire un perimetro e poi ad entrarci come dire nel nel quadro più strettamente politico partirei con il professor folk e proprio con una domanda relativa a un po anche al titolo no della dell'incontro di oggi l'autonomia al tempo del covip abbiamo visto anche una pronuncia della corte costituzionale sulla valle d'aosta che come dire non riconosceva le prerogative delle specialità ma diceva in tempi di emergenza sanitaria è lo stato sostanzialmente che comanda ma a che punto siamo il professore qual è cosa cosa ci ha portato da un punto di vista giuridico questa pandemia nei rapporti delicati tra stato e autonomie che sono una cosa ancora diversa dalla regione ordinario grazie dell'introduzione e il di riquadro che ha tracciato e buongiorno a tutti cercano di dare una risposta ovviamente a questa domanda importante ma vorrei partire dall'articolo 5 della costituzione che mi sembra molto importante affermare oltre all'autonomia speciale che si tratta di un principio fondamentale del nostro ordinamento allora non è tanto disponibile per lo più perché non abbiamo delle dei poteri straordinari delle procedure di emergenza straordinarie in costituzione come alcuni altri ordinamenti ma anche se guardiamo nel quadro comparato possiamo vedere che queste procedure straordinarie raramente sono state utilizzate altrove per far fronte alla attuale situazione pandemica la risposta che un po parte dalla domanda l'accentramento è necessario in questa fase di pandemia e questo ovviamente un po suggerito anche dal festival del motto del festival lo stesso noi il ritorno dello stato il caso clamoroso sicuramente la sentenza del già richiamata del numero 37 del 20 21 della corte costituzionale e la questione la costituzione e qualcosa solo per il bel tempo in tedesco cioè proprio questo concetto liscio in vetta al fashion esattamente allora oppure la costituzione può servire deve servire anche per far fronte alle intemperie allora ho già detto non ci sono strumenti straordinari nella nostra costituzione e dobbiamo un po più far fronte alla situazione come governo territoriale composto nel suo insieme cioè stato regioni comuni come vi chiamato appunto anche nel titolo quinto da vent'anni riescono a fare sistema e qui ovviamente c'è che la forte tensione da una parte c'è bisogno di risposte rapide che sono necessarie e queste risposte probabilmente dare meglio un governo nazionale ma noi d'altra parte non dimentichiamo che sanità e trasporti sono proprio le competenze più importanti delle regioni anche in termini delle spese dove lo stato invece a poche competenze se guardiamo altrove questo secondo punto che vorrei fare il federalismo il regionalismo in altre parti del mondo ovviamente nessuno sosterà che la situazione anche abbastanza criticata in brasile in india negli stati uniti almeno negli stati uniti per quanto riguarda l'inizio della pandemia dipendeva molto dall assetto federale di questi stati ma dipende invece molto ovviamente dalla leadership politica in questi tre esempi allora questo fa vedere che oltre al fattore a questo fattore della leadership sono importanti tante le variabili che sono più rilevanti rispetto all'assetto territoriale come per esempio i fattori geografici demografici l'età della popolazione la densità della popolazione se pensiamo per esempio anche in europa al belgio che ha avuto un un altro sviluppo lo sviluppo economico la povertà l'organizzazione salita tanti fattori che non c'entrano niente proprio con l'assetto regionale o federale e vediamo anche la performance degli stati uniti che non è univoca poi ci sono ovviamente anche come altre variabili anche infatti giuridico istituzionali come la struttura amministrativa soprattutto direi l'efficienza amministrativa e anche quella non necessariamente è legata all assetto territoriale o meno l'efficacia e questo secondo me è il punto più importante dei raccordi fra i livelli di governo iraq o di verticali cioè la capacità di fare coordinamento cooperazione fra i singoli attori istituzionali pensiamo come esempio e lo sentite dal mio accento che io originalmente anche se sono qui da più di due decenni sono tedesco pensiamo al caso della germania un anno fa la germania era quasi visto come un modello nel far fronte alla pandemia aveva il vantaggio di essere arrivata un po più tardi in questa situazione è il sistema federale veniva un po più visto come un grande pregio e la sanità territoriale forte della seconda ondata invece quest'ultima è la germania non ha fatto non adatta alla stessa performance e ci sono vari fattori c'erano le riunioni frequenti e questo sicuramente un tema anche fai la nostra discussione della conferenza del ministro presidenti che facevano quasi apparire come debole angela merkel come cancelliere o perché in germania differenza nostra ci sono ancora meno poteri per il livello federale più poteri pailin cosa era cambiata era cambiata soprattutto direi un fattore politico perché i due candidati per la successione di angela mac il presidente della baviera e il presidente della nord reno westfalia si comportavano molto di più come antagonisti cercavano un loro profilo e allora li vediamo che appunto anche la competizione politica conta moltissimo la situazione e la necessaria capacità di guida del centro del governo federale è stata poi ripristinata attraverso una modifica della legge contro le pandemie in germania e sappiamo che in germania questo è avvenuta con l'assenso dei land perché nella seconda camera di lena anche a livello parlamentare nel procedimento legislativi sono coinvolti a differenza della nostra situazione e questo come esempio della capacità anche di adattamento di sistemi federali di sistemi composti per rispondere all'emergenza arrivo al penultimo punto che sarebbe la questione dei problemi strutturali nei singoli ordinamenti che vengono messi maggiormente in evidenza in situazioni di crisi e ovviamente anche in questa pandemia e questo vale anche per l'italia non ci sono risposte semplici a sfide complesse la complessità non va negata esiste ma va governata e allora il problema non è tanto la reintroduzione dell'interesse nazionale a mio parere oppure il potere decisionale del governo ma i raccordi fra i livelli di governo che devono garantire insieme un'efficace risposta all emergenza epidemiologica a maggior ragione con un'organizzazione decentrate della sanità come nel nostro paese allora la sfida è proprio fare sistema coordinamento e cooperazione e adesso se mi è permesso faccio un piccolo inciso sulla sentenza della valle d'aosta perché lì la cote cosenza le secondo mio avviso ha dato una risposta quasi un po troppo facile ha detto ha fatto leva della materia di competenza profilassi internazionale e li si può veramente discutere se questa è un concetto che permette allo stato e governo centrale di fare fare tutto invece la cote poteva anche mettere maggiormente in risalto la leale collaborazione come principio fondamentale per ricordi fra stato e regioni è un principio essenziale che troviamo in praticamente tutti gli ordinamenti multilivello e questo principio garantisce sia il rispetto dell'autonomia delle parti ma allo stesso tempo anche la loro integrazione e complementarietà nell'azione complessiva e secondo me questo il tema in cui di cui stiamo parlando è la cote l'ha usato spesso per garantire la prevalenza di un livello di governo allora in questo caso il governo statale senza però sacrificare gli interessi dell'altro perché non è solo pandemia ci sono tante altre competenze dell'auto in via che almeno indirettamente sono comunque interessati concludo serve allora secondo me un sistema integrato autonomia e integrazione e questo per ultima chiosa potrei variare il moto del festival e dire il ritono dell'europa perché se quello che dico è vero quello si applica anche ovviamente al rapporto fra gli stati membri e l'unione europea è l'ultimo sondaggio di qualche giorno fa mette in evidenza la speranza di tanti e anche le aspettative di tanti cittadini europei e nella capacità maggiore anche dell'unione europea a rispondere alla pandemia grazie dell'attenzione grazie mille professore per completare come dire la nostra introduzione nel tema lasciare la parola alla professoressa alla professoressa per spostarci sul piano economico magari arrivando sempre da bruxelles no da recovery fund abbiamo visto comunque una grande divisione di tifoserie all'interno di questi 15 mesi chi vuole più stato chi vuole più regioni più di centramento il piano nazionale di ripresa e resilienza può essere un grande terreno di discussione dove si misurano forse queste visioni qual è un po la sua penso di sì mi sentite sì grazie e allora molto brevemente la pandemia è stato uno stress test e per l'italia da tantissimi punti di vista è stato uno stress test per il nostro governo multilivello che è stato disegnato nel 2001 ci sono state due tifoserie in quest'anno è però per rispondere io da che parte sto so cioè se sto dalla parte dello stato dalla parte delle regioni le rispondo molto brevemente il collega già risposto non esiste un modello nel senso che è l'esperienza che abbiamo accumulato in questi mesi sia in italia sia negli altri paesi ci ha fatto capire che non c'è un modello che prevale sull'altro quello che è essenziale quando bisogna gestire un'emergenza e avere meccanismi di coordinamento gli anelli di congiunzione mi pare dicono anche i giuristi e questo in italia all'inizio non c'è stato c'è stato anche un processo in cui si è imparato dagli errori e mi pare che invece adesso con nuovi criteri di uniformità eccetera eccetera questa situazione sul fronte del coordinamento si sta risolvendo ora spero di aver risposte alla sua domanda cioè uno stone e dalla parte dello stato né dalla parte delle regioni però invece voglio leggere questo tema del rapporto dell'autore lumia cioè del rapporto fra stato regioni facendo l'economista quindi faccio un passo indietro e poi voglio fare un passo avanti cioè il passato mi serve per capire cosa potrebbe cambiare con il pnr quindi sono riflessioni che faccio da economista cosa significa significa che devo ovviamente tenere conto di paradigmi economici di riferimento che ci sono stati in questi ultimi decenni qui si sta discutendo in questo festival e del tema del rapporto fra stato e mercato è molto importante avere in mente quale paradigma economico di riferimento ha disegnato le nostre autonomie è importante per capire quello che è successo se ha funzionato ed è importante per capire poi cosa potrebbe cambiare con il pnr ma ovviamente come economista io devo tenere conto anche dei contesti economici nazionali internazionali pensiamo a quanto è cambiato per le regioni con il processo di integrazione europea perché sono un economista io dico che a costituzione invariata a quello che possiamo osservare che se il contesto economico nazionale muta e anche quelli internazionale cambia e rapporto fra stato e regioni allora la prima riflessione guarda al passato e mi chiedo beh ma insomma cosa è successo in italia ma non soltanto in italia ovviamente quale è stato il paradigma economico di riferimento che ha disegnato le politiche pubbliche a partire dagli anni 90 e li abbiamo diciamo il paradigma economico dei mercati efficienti sono stati quegli anni in cui diciamo lo stato non aveva le grandi missioni come invece si dice adesso ma lo stato aveva il compito di rendere i mercati efficienti quindi pochi intervento meglio lo stato doveva intervenire per rendere più efficienti i mercati perché mercati efficienti consentono la crescita eccetera eccetera ora ovviamente tutto questo si è declinato anche nell'idea di regioni che abbiamo avuto in italia anni 80 e a partire dagli anni 90 cioè l'idea è stata spingere verso la competitività dei territori mettiamo le regioni e in competizione tra di loro diciamo diamo le politiche di alle regioni perché queste sono più alcune sono più brave possono crescere di più e questa crescita avrebbe fatto da traino per tutto il paese e quindi se pensiamo diciamo alle politiche pubbliche non c'è stata una politica pubblica nazionale ma ci sono state le politiche industriali delle regioni ci sono state le politiche attive delle regioni e quindi la politica nazionale era una sommatoria diciamo così di queste regioni che dovevano avere incentivi per crescere di più ora la questione ma insomma questa storia questa idea che abbiamo avuto di autonomia ha funzionato oppure no questa è una domanda che adesso dovremmo cominciare a farci a me pare di no a me pare di no e soprattutto non ha funzionato dopo il 2008 2009 perché poi lì c'è stato il tema della crisi economica ci sono stati tagli e quindi possiamo dircelo con molta serenità tra di noi poi da quel momento in poi il tema non è stato più neanche le competenze a me è stata una battaglia per le risorse e quindi da qui le tifoserie il nord contro il sud o viceversa ma questo ho avuto anche degli effetti politici dirompenti perché poi ha creato dei partiti con una forte rappresentanza territoriale e quindi anche diciamo questo tema ha avuto anche un riflesso politico non da poco ora però detto questo la mia riflessione è cosa cambia con il pnr secondo me cambia molto in positivo e provo a spiegare perché dal mio punto di vista potrebbe cambiare molto perché di nuovo sul pnr diciamo in questi mesi all'inizio c'è stato di nuovo ci sono stati un po le tifoserie il dibattito è stato sulle risorse se vanno più al nord sembrano più al sud le regioni del mezzogiorno che non potrebbero avere la capacità di gestire queste risorse il conflitto come risolviamo il conflitto fra stato e regioni inadempienti eccetera eccetera a me pare che però diciamo questo problema è stato risolto nel senso che con la cabina di regia con le nuove assunzioni con i poteri sostitutivi questo è un problema che ormai come dire possiamo mettere da parte lo abbiamo risolto però invece c'è un aspetto positivo del pnr r che secondo me non si mette molti risolto ma secondo me è molto importante perché se io leggo il pnr air avendo in mente un governo multilivello e quindi il tema dello spezzatino possibile delle politiche a me pare che invece le sei missioni no che sono grandi strategie nazionali hanno dentro le politiche concorrenti delle regioni no le sei missioni portano dentro di fatto quasi tutte le competenze concorrenti delle regioni allora se veramente con il pnr r si comincia a ragionare in termini di emissioni nazionali di un governo che finalmente ritorna a fare una politica su determinati ambiti ovviamente con il concorso delle regioni eccetera eccetera secondo me questo può come dire mettere dei paletti a quello che è stato visto un aspetto negativo in questi anni cioè lo strapotere delle regioni e secondo me questo è un dato molto positivo ma c'è un altro dato credo positivo del pnr cioè si vogliono aggredire tre temi il sud le donne e giovani che sono i tre colli di bottiglie ovviamente che hanno frenato la crescita italiana però qui c'è attenzione al tema dei divari ora qui dobbiamo dirlo con assoluta onestà i divari territoriali sono stati la pietra d'inciampo al federalismo fiscale in italia in questi anni perché l'italia è un paese già difficile in qualunque paese anche in quelli dove i divari sono pochi disegnare un sistema perequativo è difficilissimo in italia perché ci sono di vari enormi in termini di pil cioè di capacità fiscale ma ci sono anche di vari enormi sui servizi asili nido tempo pieno eccetera eccetera allora se effettivamente è questo il motivo per cui non si è fatto il federalismo fiscale perché poi arriva la crisi nel 2009 i divari aumentano diciamo che non possiamo stupirci i del fatto che non si è potuto fare il federalismo fiscale dopo il 2009 però se il pnr r altre misure davvero grid aggredisce il tema dei divari allora secondo me anche rispetto ai led abbiamo completamente un quadro nuovo perché diciamo abbiamo davanti un percorso che è completamente diverso rispetto al passato e se si riescono a fare il et perché anche intanto si fa un po di perequazione secondo me diciamo possiamo metterci in una strada di come dire federalismo fiscale ordinato però voglio chiudere anche non con tutto questo ottimismo devo dire che comunque vedo ancora dei rischi quindi l'ultima mia riflessione è un po meno ottimista rispetto a quello che ho detto perché io non vorrei che se diciamo il conflitto è stato fatto uscire dalla porta con la cabina di regia poi comunque rientra da un'altra parte e cosa voglio dire con questo ieri il professor giavazzi ci ha ricordato che sono due i punti importanti del pnr le risorse e gli diciamo il tema del conflitto potrebbe essere stato risolto in apparenza con la cabina di regia ma poi ci ha parlato delle riforme ora le riforme non le può fare la cabina di regia le riforme le fara il parlamento però siccome in parlamento per i motivi che vi dicevo prima è fatto da forse che comunque giocoforza rappresentano gli interessi dei territori io ho il timore che poi quel conflitto sotto un'altra veste anche per motivi di consenso elettorale per motivi di come dire elezioni chiari che arrivano poi ritorna dalla finestra ecco grazie grazie grazie mille professoressa cerniglia anche per queste utilissime osservazioni che come dire prenderei utilizzerei per introdurre la ministra gelmini parlava per l'appunto del pnr la professoressa della necessità di aggredire i divari perché questo potrebbe essere essenziale per far ripartire un meccanismo virtuoso di federalismo fiscale lei l'altro giorno ne ha parlato proprio in commissione parlamentare dedicata al federalismo fiscale allo stato di attuazione ha parlato anche di questo ruolo esondante che ha avuto lo stato in questo periodo no pandemico cercando come diario di costruire anche una road map per il futuro le chiedevo un po di illustrarci le prossime mosse e di raccogliere magari alcuni di queste istanze che sono arrivate dalla professoressa charmille che credo che inquadri molto bene anche il tema che è quello che lei ha sottolineato in commissione che è quello delle perequazioni note come intanto grazie per l'invito buongiorno a tutti parto dal titolo di questo evento il ritorno dello stato che un po ciò che ha caratterizzato la stagione della pandemia ecco io credo che però non dobbiamo commettere l'errore di pensare che uno stato eccezionale come quello che abbiamo vissuto possa lasciare come eredità la necessità di un ampliamento dei poteri dello stato o di un nuovo centralismo perché è evidente che soprattutto la stagione delle vaccinazioni che non si è ancora completata ha visto due tempi un primo tempo nel quale sono mancati indirizzi chiari regole chiare da parte dello stato e quindi si è fotografata una situazione nella quale ogni regione anche in maniera necessitata andava per la propria strada e si è dato un giudizio molto severo dell'autonomia regionale dimenticando però che nel secondo tempo quando il governo ha fatto una scelta diversa quella di individuare in maniera netta con un'assunzione di responsabilità le categorie prioritarie da vaccinare da quel momento lì abbiamo cominciato a correre tutti nella stessa direzione per carità con delle velocità diverse non sono sicuramente mancati problemi però nella sostanza oggi abbiamo un numero di vaccinazioni che ha ampiamente superato le 500.000 siamo sostanzialmente a 600 mila vaccinazioni al giorno e che ne vuol dire che le regioni i sistemi il sistema sanitario nazionale che si compone di 21 sistemi sanitari regionali sta dando i suoi risultati quindi io credo che la prima riflessione che dobbiamo fare il primo errore che non dobbiamo commettere è quello di pensare che il ritorno dello stato ci debba portare ad un ampliamento dei poteri dello stato o del perimetro decisionale perchè questo credo che nessuno di noi abbia nostalgia di quando lo stato si occupava di scatolare i pomodori cern è che dobbiamo tornare ad uno stato che fa tutto semplicemente dobbiamo arrivare ad uno stato più efficiente e questa è la grande sfida che noi abbiamo davanti all'interno del piano nazionale di ripresa e resilienza dove ci dobbiamo ricordare che la prima grande riforma con questo piano l'ha fatta l'unione europea per una volta l'unione europea ha reagito ad uno ad una situazione di estrema difficoltà nel modo giusto mettendo sul tavolo da un lato delle risorse ma dall'altro chiedendo alle classi dirigenti dei diversi paesi lo sforzo di compiere quelle riforme che in tanti anni almeno nel nostro paese non siamo mai riusciti a fare quindi credo che il piano nazionale di riprese resilienza sarebbe riduttivo ridurlo ad un piano di investimenti perché non dobbiamo dimenticare che quelli invece momenti saranno possibili laddove prima ci sarà uno sforzo per applicare le riforme e la professoressa è molto ottimista quando ritiene che il sistema della governance sia già risolto perché nemmeno il presidente fedriga secondo me le dirà questo nel senso che la governance giustamente tiene presente la costituzione vigente perché è vero che dobbiamo fare le riforme ma dobbiamo muoverci nel solco della costituzione e la costituzione assegna delle competenze quindi la prima cosa che il governo ha fatto e fotografare quelle competenze e quindi favorire un clima di leale collaborazione tra i diversi livelli di governo ed è inevitabile che il contenuto del 117 del 116 del 119 fotografa una situazione in cui le regioni hanno delle competenze concorrenti e quindi non possono non essere al tavolo ed essere investite di poteri ma anche di responsabilità la governance non è un fatto non è un successo acquisito è come dire una una fatica che tutti insieme dobbiamo compiere per evitare un contenzioso che ci allontanerebbe da quella scadenza quella del 2026 in cui le risorse devono essere messe a terra e le riforme devono essere fatte però un percorso che dobbiamo fare insieme certo io rivendico una discontinuità rispetto al governo precedente perché noi abbiamo scelto proprio sulla base del dettato costituzionale non di sentire di tanto in tanto gli enti locali e le regioni ma di ascoltarle e di concorrere ad una soluzione possibile delle problematiche che abbiamo di fronte e quindi credo che la governance sia stata impostata in maniera corretta ma resta il fatto che noi dobbiamo correre verso quelle riforme che vengono definite abilitanti per che sono propedeutiche all impiego delle risorse messe a disposizione dall europa a partire dalle semplificazioni laddove credo che ci sia stato il coraggio anche di introdurre un tema molto complicato come quello dei poteri sostitutivi che io rivendico come un fatto importante perché per una volta non si premia chi blocca ma si prova a premiare chi sblocca le situazioni e questo non vale solo per i livelli di governo regionali e comunali ma anche per i ministeri introdurre i poteri sostitutivi vuol dire darsi dei tempi e darsi una modalità per sbloccare le cose e ritengo che questo sia un fatto come dire che si deve poi consolidare all'interno della riforma della pubblica amministrazione della riforma della giustizia è certamente il parlamento sarà protagonista delle riforme perché il governo li può presentare ma poi ha giustamente il parlamento che dovrà approvarle ma questa è la parte saliente del pnr è il cambio di passo è lo stress test al quale sono sottoposte le classi dirigenti di tutti i livelli di governo ed è l'ultima chiamata perché non utilizzare quei 200 miliardi che l'europa mette a disposizione perché si cede ad una forma di centralismo di campanilismo di conflittualità che abbiamo vista praticata in tante stagioni credo che i cittadini non ce lo perdonerebbero e che anche di fronte all'europa faremmo una pessima figura quindi io sono fiduciosa perché colgo anche il clima non solo all'interno delle forze che sostengono il governo di unità nazionale ma anche all'interno della conferenza stato regioni nella quale non solo le regioni ma anche i comuni le province le autonomie sono consapevoli che ciascuno deve fare la propria parte per azzerare il contenzioso e permettere a terra le risorse del pnr sia nella situazione a bando dove le autonomie sono soggetti attuatori sia soprattutto nella parte progettuale dove ciascuno è chiamato a concorrere ad una progettualità che superi i divari territoriali superi le disparità di genere superi quei dati ai quali siamo inchiodati da troppi anni mi riferisco al tema dell'occupazione femminile ma anche al ainet cioè a quella a quei due milioni di giovani che non lavorano uno studio e che nel tempo sono andati aumentando e quindi la disparità nell'occupazione nella formazione dei giovani allora il pnr e tutto questo come si inserisce il tema dell'autonomia dell'autonomia differenziata e del federalismo intanto parto dal federalismo perché la cosa che mi ha mi ha sempre molto colpito è che noi ci accontentiamo di approvare in parlamento una riforma no ne discutiamo ci confrontiamo nelle commissioni i giornali ne parlano la riforma viene approvata dopodiché si pensa di avere completato il processo dei provvedimenti attuativi ci si ricorda qualche volta sì qualche volta no con molto tempo di distanza e poi senza verificare che i decreti attuativi siano stati emanati si valutano le riforme e quindi il federalismo fiscale è già stato bocciato perché a risale al 2009 non si sono visti gli effetti quindi evidentemente si dice quella riforma non ha funzionato peccato che quella riforma non è mai entrata in vigore perché come diceva la professoressa sono stati emanati alcuni decreti altri non sono stati proprio fatti e soprattutto a sono stati anche per esempio sull'addizionale irpef anche commessi degli errori allora oggi noi non siamo nelle condizioni di tirare le somme e dire questa riforma è stata emanata nel 2009 siamo nel 2000 1 non ha funzionato perché in quella riforma non abbiamo mai creduto almeno qualcuno ci ha creduto ma non tutti al punto che i diversi governi l'hanno abbandonata la professoressa dice il problema sono i divari è vero perché la perequazione è stato un elemento forse divisivo oneroso dal punto di vista economico e il risultato è che si è provato a dire che era troppo lungo ed era troppo difficile la stesura dei costi standard dei fabbisogni standard dei livelli essenziali di assistenza e di prestazione poi ovviamente gaetano armao che vedo qua sarebbe abilissimo nel dire come magari le regioni del nord hanno in qualche modo penalizzato e le regioni del sud e quindi come dire innescare un contenzioso su questa materia abbastanza facile e quindi fotografiamo il perché questi anni sono passati senza che il federalismo fiscale abbia prodotto risultati però io ripeto resto molto distante da un'ottica centralista e dalla dal convincimento secondo me è sbagliato che dal centro tutto funzioni meglio perché non è così sono errori che sono già stati fatti e la stagione della pandemia ci dice che certo serve una cornice regolatoria nazionale ma poi la gestione non può che essere dei territori e quindi delle regioni e anche qui non si può dare un giudizio sommario ci sono regioni che vanno a velocità maggiori regioni che sono magari più in difficoltà ma francamente io non sento il bisogno di un nuovo centralismo e nemmeno di un giudizio sommario anzi le regioni quando sono messe nelle condizioni di svolgere il proprio ruolo perché le regole sono chiare mi pare che dei risultati le stiano dan quindi io credo sommessamente che oggi noi dobbiamo avere il coraggio o di abolirla la riforma del 2009 oppure di attuarla io sono per attuarla e quindi credo che la so se credo che la commissione sui fabbisogni standard debba correre e realizzare ciò che non è stato fatto in questi anni e che si debba ragionare anche della perequazione un passo avanti è stato fatto con la perequazione infrastrutturale che è comunque un qualcosa che va nella giusta direzione però noi sediamoci al tavolo confrontiamoci scontriamoci se serve ma usciamo con un'attuazione vera di quella riforma e con una perequazione che unisca il paese e sicuramente le risorse che il pnr mette a disposizione ci aiutano a evitare quegli squilibri o quelle tensioni che magari in passato ci sono state dopodiché non possiamo trascurare le richieste che sono referendarie in alcuni casi o legislative nel caso dell'emilia romagna che sono venute da alcune territori e che ci chiedono anche qui non di modificare la costituzione ma di attuarla e la costituzione rimanda alle autonomie differenziate quindi penso che la strada che è stata intrapresa di una legge quadro nazionale che secondo me va rivisitata va ripensata va ammodernata però sia la strada per tener dentro tutte le regioni dentro un processo che però non può impedire ad alcuni territori di vedere realizzata un'istanza che è passata non dai governatori ma dai cittadini dagli elettori non solo dalle aule dei consigli regionali o dalla volontà di qualche governatore e quindi credo che cucire le distanze le divisioni le conflittualità come compete ad un governo di unità nazionale significa anche riprendere il filo dopo la pandemia o nel finire della pandemia di ragionamenti che sono rimasti non conclusi che sono rimasti sospesi ma che ci devono portare ad un di più di efficienza di competitività fra i territori anche di solidarietà e quindi il mio compito sarà all'interno di una maggioranza ampia e sicuramente eterogenea di trovare un punto di sintesi su questa legge quadro sull'autonomia per divenire poi alle intese e per provare a verificare gli effetti del federalismo fiscale utilizzando le risorse che il pnr mette a disposizione che ci consente anche di eliminare ogni alibi perché in genere lo scontro è sempre stato sulle risorse che non c'erano stavolte la sfida sarà spendere queste risorse nei tempi che abbiamo a disposizione e quindi non potremmo dire che le risorse scappano dal sud al nord al centro il problema le risorse ci sono per tutti per tutti coloro che avranno competenza merito efficienza e coraggio di metterle in circolo queste risorse e di renderle possibile con un piano di riforme che non si deve piegare alle ideologie ai pregiudizi alle contrapposizioni ma deve essere come dire improntato a un senso di realtà alla capacità di guardare il paese in fondo alla pandemia e dire qual è il portato di questa tragica esperienza cosa dobbiamo alle vittime che non ci sono più e ai giovani che abbiamo caricato di una montagna di debito perché io ho votato spesso anche dall'opposizione i provvedimenti ma non dimentichiamo che quelle risorse che sono state messe sul tavolo in maniera necessitata per rispondere alla pandemia hanno caricato il paese comunque di un debito pubblico e quindi dobbiamo ragionare non solo in termini di ristoro di risarcimento di indennizzo ma di ri partenza la prima ripartenza sono le riaperture ma riaperto il paese bisogna mettere tutto il paese nelle condizioni di correre e soprattutto mettere le donne ei giovani che sono la priorità trasversale di questo paese e del piano nelle condizioni di raggiungere quelle percentuali di occupazione di opportunità che ci sono a livello europeo e chiudo dicendo che la terza priorità il sud ma anche il nord ha sofferto molto della pandemia e quindi io vengo da una regione la lombardia abito a milano e devo dire che le ferite le cicatrici di questa pandemia si avvertono nell'umore nella psicologia nel nel fatto che è cambiato tutto e quindi anche il nord per mantenere la competitività a cui ha abituato ha bisogno di una nuova progettualità e questa progettualità parte sicuramente dal dal livello centrale dal governo centrale ma non si attua se non c'è una sinergia è un gioco di squadra con le regioni e con i comuni la ringrazio molto le faccio una domanda flash sulle autonomie differenziate il percorso iniziato quattro anni fa con il referendum come ricordava lei pensa che il percorso si possa chiudere in questa legislatura me lo auguro certo almeno un passo avanti va fatto vorrei che questa legislatura che è molto breve consegnasse almeno l'approvazione di una legge quadro perché vorrebbe dire che il passo successivo per chiudere le intese sarebbe immediato ecco far trascorrere questa questo scorcio di legislatura senza fare un passo avanti sarebbe come dire è un peccato perché di tempo se ne ha già perso tanto perfetto presidente fedriga doppio ruolo precedente del della regione friuli venezia giulia presidente della conferenza delle regioni dicevamo prima di questa forte ricentralizzazione però dall'altro lato è anche vero che le regioni hanno acquisito come dire un un ruolo di mediazione che nel corso di questi mesi è diventato sempre più decisivo no sia prima nel governo con te dove forse le regioni hanno patito di più anche perché era l'inizio della pandemia molti di questi decreti del presidente di consiglio venivano subiti dalle regioni oggi c'è una forte negoziazione anche dei provvedimenti che avanzano come dicevo prima si è parlato si è tornato a riparlare o forse materializzare l'idea di una comunità regionale perché i governatori hanno rappresentato insieme al presidente del consiglio al governo delle figure che sono diventate di riferimento nodi di apice all'interno delle rispettive comunità le come l'ha vissuto in questo doppio ruolo le regioni hanno guadagnato un po di terreno negli ultimi mesi rispetto diciamo alla capacità decisionale dello stato intanto grazie ringrazio anche dell'invito un evento così importante anche per discutere in un momento particolare per il paese e per il mondo no siamo ancora dentro la pandemia ci auguriamo verso la fine ma sicuramente il momento di porsi degli interrogativi per cercare di individuare le migliori risposte possibili l'inizio rispondendo a quanto chiesto sicuramente cambiato molti non penso per una presa di posizione delle regioni ma penso per una capacità di ascolto superiore del governo poi c'è vicino ma il ministro gelmini con cui ci sentiamo fuoco più volte al giorno e attraverso questa costruzione del dialogo si sono usciti su come a trovare delle soluzioni migliori per il paese non per le regioni o per il governo io voglio ricordare questo sito il dibattito il dato è meglio interventi che sono stati le regioni fanno molti errori non c'è dubbio come penso ogni governo di istruzione soprattutto in un momento di incertezza come come la pandemia però io voglio ricordare che chi ha affrontato in prima linea la prima ondata con dove non si sapeva cos'era il virus come si affrontava il virus quali usa del virus sono stati i sistemi sanitari regionali io ricordo che le regioni hanno speso aerei scusate l'inciso le regioni non possono fare debito per spesa corrente a differenza del governo solo per investimenti pubblici le regioni hanno utilizzato le loro risorse per finanziare la risposta della salute in mezzo non tale mia di tutti i cittadini di questo paese non è soltanto sulla protezione civile con una spesa certificata delle regioni di un miliardo 590 milioni di euro è arrivato un miliardo ci mancano solo a professionisti e 590 milioni di euro più tutto il resto scusatemi la battuta ma mentre uno stato pensare a comprare i banchi a rotelle e monopattini le regione spendevano le risorse su cui non potevano fare debito per spesa corrente per dare la risposta alla salute ai cittadini a me dispiace fare un pesce a dovere dal presidente a conferenza delle regioni con tutti i limiti che abbiamo gli errori che abbiamo fatto non c'è dubbio ma mettere una linea rispetto una narrazione che è stata fatta sulle scelte che hanno fatto le regioni che penso ingenerosa rispetto allo sforzo che è stato fatto su questo anche mi ricollego anche al pnr non è che le regioni vogliono interloquire col governo perché hanno una particolare voglia di protagonismo vi dico la verità se per quanto riguarda le regioni e parlo da governatore io mi sarebbe molto più comodo sedermi sul fiume e dire guarda cosa non ha funzionato è molto più facile io penso però che questo dialogo instaurato col ministro gelmini con tutto il governo sia fondamentale perché voi pensate il pnr e gli interventi del pnr non riguardano semplicemente daily e degli interventi a sé mentre in un contesto in un contesto dove ci sono i fondi strutturali europei che già le regioni gestiscono dove ci sono i fondi regionali che già le regioni mettono a disposizione dove ci sono i fondi nazionali quelli dei comuni se noi vogliamo investire bene queste risorse devono entrare all'interno di un contesto e dico che bisogna mestiere bene perché il pnr non sono soldi che ci arrivano dal cielo è che noi siamo linea direbbe guarda che soldi più che abbiamo dove dove possiamo sprecarli e debito è un debito puro da una parte dall altro un debito che dovremo salvare perché anche noi partecipiamo al debito che fare l'uno europea pro vuota quindi un debito che noi lasceremo ai nostri a chi verrà dopo di noi vogliamo dire che questo debito deve servire per fare gli investimenti sviluppo e quindi quello sviluppo servirà a pagare quel debito e non sarà invece un ulteriore onere sulle future generazioni allora dobbiamo spendere al meglio e per spendere al meglio serve un'alleanza istituzionale che quello che stiamo cercando di costruire come sistema regionali con il governo e penso sia un passaggio fondamentale io penso che le differenziazioni che sono il nostro paese qui c'è il presidente fugatti c'è vicepresidente armao sono la ricchezza del nostro paese e all'interno di un quadro che sono d'accordo debba essere fatto dal governo complessivo ma esigenze diverse e richiedono risposte diverse se uno pensa che la sicilia per aggiungere diciamo gli stessi obiettivi ma v'è bisogno delle stesse risposte del firenze a giulia di trenta sbaglia di grosso perché sono specificità che devono trovare risposte specifiche ed è questa la forza diciamo del di un'autonomia che ovviamente da chi è fatta prima di tutto il governo nazionale e le regioni prima di tutto sono fatte dalle persone e io ho trovato surreale che quando ci sono stati problemi di governo di regione è stata messa in discussione l'istruzione ma non è l'istruzione che può esser messi discussione la persona che mai che magari governa male e le faccio un esempio per concludere noi abbiamo un esempio di sanità centralizzata in italia da decenni e dalla regione calabria dove è gestita dallo stato cioè la non sono giustificazioni vi sembra il grande modello di efficienza della gestione sanità a me non sembra proprio anzi se devo dire un'opinione personale conoscendo poco quel territorio figurativo penso che sente dentro la pandemia chi ha responsabilità anche di fronte agli elettori di gestione e del territorio avesse avuto forse la responsabilità di essere la pendemia forse le cose sarebbero funzionate meglio e quindi li guardi c'è un esempio lampante che quando vengono ricentralizzato il sistema della salute abbiamo l'esempio abbiamo l'esempio allora forse incominciamo a ragionare senza incominciare uno scaricabarile di colpe prima di tutto le regioni non devono farlo sia ben chiaro e questo lo chiediamo tutti gli altri attori e cominciamo a lavorare insieme per trovare e raggiungere obiettivi comuni questa è una partita che vinciamo tutti o perdiamo tutti cioè del pnr della pandemia io ho sempre tenuto escluso e questo guardate ve lo assicuro dal punto di vista personale non ho mai ragionato una volta da governatore che faccio orgogliosamente parte di una forza politica ma non ho mai ragionato una volta di compiere una scelta per fare un attacco all'avversario politico o per convenienza partitica ve lo assicuro perché io mi vedevo di fronte quando avevo i medici che mi chiamavano vince con abbiamo l'ospedale pieni abbiamo le terapie intensive piena e la gente che aveva paura dopo magari ha avuto divisioni diversi rispetto alcuni ministri però quando avuto bisogno diverse ho sempre fatto magari sbagliando che quella non lo so ma vi assicuro con la totale trasparenza e con la volontà di cercare di affrontare i problemi per risolverli presidente le chiedo un'altra domanda flash al di là dei suoi due ruoli lei è un esponente di spicco della lega la lega alla fine degli anni 80 inizia 90 è la forza politica che più ha spinto per introdurre in italia il tema del federalismo per reintrodurre in italia il tema del federalismo l'ultima legge che ho citato di calderoli del 2009 quella appunto che sancisce i principi del federalismo fiscale la lega poi ha subito anche lei una metamorfosi no ha cambiato stagione politica è entrata in una visione anche di sovrani smo nazionale quanto questo processo a livello politico del federalismo si è affievolito perché si è affievolita anche come dire all'interno della lega questa proposta se è così io credo che l'unità nazionale sta nella realizzazione del federalismo e delle diversità di cui parlavo prima cioè le diversità del nostro paese sono una ricchezza guardate che il più grande danno che si può fare all'unità di questo paese e cercare di fare tutto l'asse marmellata intanto perché sarebbe una follia non siamo uno dei pochi paesi così ricchi al mondo di cultura di tradizioni e di storia che ridurla a cercare di annullarlo sarebbe una follia perché ce la invidiano tutto il mondo anche dal punto di vista economico oltre tutto perché proprio questa ricchezza e penso che uno avviene in italia è come se vedesse 10 paesi d'altra parte del mondo se non di più quindi questa è una ricchezza enorme ma dall'altro lato dico noi dobbiamo trovare la sintesi delle diversità non l'uniformità dell'allungamento dell'identità perché questo è un danno per la nostra storia tradizione la nostra cultura e quindi su questo noi personalmente ma sono convinta nella forza politica e rappresento continuerà a battersi valorizzare anche le istruzioni le specificità per trovare una sintesi nazionale grazie mille maurizio fugatti presidenza provincia autonoma di trento abbiamo visto in questi 15 mesi la provincia come dire destreggiarsi nei decreti nazionali cercare di trovare una sua strada lo abbiamo detto anche prima con la sentenza corte costituzionale sulla valle d'aosta è stato riconosciuto come dire un principio guida dello stato in queste emergenze sanitarie le chiedevo che cosa ci insegna da un punto di vista dell'autonomia speciale questa questa pandemia ci sono dei percorsi che possono essere aperti pro futuro all'interno dello statuto attraverso le norme di attuazione per allargare il proprio campo di competenze quindi riuscire come dire in qualche modo a a generare nuovi percorsi nuovi percorsi proprio di autonomia anche come dire in fasi così delicate come quelle di emergenza sanitaria la seconda domanda che le faccio è questa la ministra parlava di 21 sistemi sanitari perché effettivamente la sanità è uno dei campi in cui anche le regioni origina ordinarie hanno la possibilità di incidere però sappiamo che al di là della politica esiste anche un apparato amministrativo burocratico in cui è forte la cultura del centralismo cosa si aspetta pro futuro usciti da questa esperienza quando usciremo da questa esperienza dico vide che sistemi sanitari andremo a costruire regionali o nazionali innanzitutto buongiorno e ringrazio illustri ospiti che abbiamo oggi di essere stato l'invito di essere in presenza in trentino a trento che non era scontato con questi con gli impegni del governo con impegni del governatore fedriga quindi li ringrazio a nome nostro dell'organizzazione guardiamo le cose sotto l'aspetto teorico uno dice ma se arriva un fatto eccezionale come questo con accaduto cosa giusto giusto che il governo centrale prenda in mano tutto e decida tutto oppure è giusto che le regioni facciano dei detto dei percorsi autonomia e guardiamo cosa è successo quindi questo è un teoricamente 19 giusto che lo stato magari perché questo eccezionale decide lui no dico 1 teoricamente dice ma guardiamo cosa accaduto invece in questa situazione eccezionale che non l'ha capita tutti gli anni capita fortunatamente in modo in modo molto lungo nel tempo noi non sapevamo neanche cosa era un tampone anzi la scienza ci diceva che i tamponi non servivano perché chi si ricorda la scienza diceva tampone non serve alle prime dei primi 10 15 giorni il tampone non serve perché ti fa una fotografia di adesso e fra tre giorni non vale più lo dice cosa facciamo e intanto li si interrogava la scienza è accaduto che alcune regioni sono partite e ha cominciato a fare a tamponi a migliaia cito il friuli cito il trentino perchè perchè abbiam detto beh qui come fu come facciamo ad auto organizzarci e non è che ci arrivato l'input nazionale su questo è ci siamo autonomamente mossi questo è un dato realistico pratico di quanto accaduto poi anche la scienza è arrivata ha detto facciamo lo facciamo il tampone il governatore fedriga siamo stati attori di una drammatica che adesso quel momento fu drammatica adesso quando ci pensiamo sorridiamo conferenza delle regioni alle due della mattina alle 2 della mattina perché a livello centrale il governo non voleva decidere di togliere le tabelle inail per i ristoranti quindi arrivo a conte alle due della mattina dopo il ministro speranza dopo il ministro boccia arrivo conte alle due della mattina a provare a dirci che un tavolo in un ristorante dove essere a due metri invece che a 1 perché altrimenti c'era il rischio comit e nessuno si voleva con i ristoratori che dicevate che non apriamo neanche con quei numeri li non apriamo neanche e nessuno si prendeva la responsabilità di dire restiamo ad un metro in una conferenza sul reale alle due della mattina nessuno a livello centrale si era appreso che la responsabilità cosa accaduto se a sorpresa le regioni poi per giorni sarà una sorpresa ha detto be facciamo facciamo in questo in questo modo e lì si è dato l'imput e allora la teoria che dicevamo prima poi nella pratica il momento straordinario cosa accaduto che chi è sul territorio e vivere problematiche come ha detto massimiliano fedriga poi alla fine le conosce meglio e le gestisce che meglio commettendo degli errori abbia come se in trentino sicuramente dell'eroe ci mancherebbe però parliamo di di case di riposo il trentino è stato il primo a far le case di riposo covit ok ma dovevamo aspettare il governo che ce lo dicesse se vale la profilassi internazionale che ha detto la corte la corte costituzionale e pro le abbiamo fatte e ci sono e ci sono servite posso fare i tamponi nelle farmacie ci aspettavamo il governo che arrivato dopo aspettavamo allora gli esempi pratici di questa pandemia ci dicono che le differenze regionali la capacità dei territori di provare a fare da sé alla fine sono alla fine sono serviti e allora la teoria la puoi scrivere in un modo dall'altro poi da cali nella pratica e ti vien da dire che i territori in una situazione straordinaria sono con il bene comune centrale nel loro nel loro nel loro agire perché è chiaro che tutti i territori bene comune come come farò qualche errore può essere stato commesso ripeto sicuramente anche da noi max è il bene comune come farò alla fine potersi muovere con un'autonomia va in questa direzione ed è per questo che noi su alcune ordinanze va detto come ha detto massimiliano fedriga che l'impostazione di questo nuovo governo era diversa da quello dell'altro governo la provincia autonoma di trento ha avuto impugnative su leggi provinciali più di 10 navi cina adotterà quindicina dal precedente governo ad oggi ad oggi da questo governo magari ne riceveremo nelle prossime settimane voglio dire però da questo governo finora non abbiamo ricevuto una ecco è questo è un'impostazione che c'è nella visione dei rapporti con con i territori sul tema del magari adesso il ministro si leggono sul tesi infatti ma può essere voglio dire sul tema del recovery io credo che ci sia una questione di di breve periodo c'è adesso che in cui le regioni devono essere partecipi del percorso decisionale e questo e un pari al ministro e lo dicono che c'è anche la conferenza delle regioni se noi proviamo a guardare un po più in là io credo che i criteri che l'europa ha dato per utilizzare queste risorse sono domani mattina perché il 2026 e domani mattina in un ottica di spesa di 20200 di 200 miliardi allora io credo che un principio che debba essere messo all'interno dell'utilizzo di queste risorse è che i territori che sono in che hanno dimostrato da qui al 26 di sas per spendere le risorse a loro assegnate devono essere poi quelli anche che usufruiranno maggiormente delle risorse non non spese perché inutile che ci siamo qui nascondere ci saranno realtà nel nostro paese che non saranno in grado di spendere le risorse entro il 2026 perché perché perché sempre stato così non è che me lo invento io auspico che tutti li spendano 26 però il criterio per cui chi dimostra efficienza in questa fase da qui al 23 26 al di là di oggi da me ne cento in più o da me ne cento in meno perché problema non è da me ne cento in più da me recentemente il problema è riuscire a spendere piuttosto bene dai 50 in meno oggi ma se solo in grado di spendere tu mi darai anche quella quota di chi non le ha spese lo dico da presidente luigi autonoma di trento si decide che una parte dal mezzogiorno potrei anche essere contrari io non voglio dire perché il mezzogiorno no si è al sud e al nord no è una provincia autonoma no però eviterei neanche tanto litigare basta che mi metto il principio che se quelle risorse vengono spese siamo tutti d'accordo ma se non vengono spese le ridistribuisce dei territori dove hanno dimostrato di saperle spendere dove magari inizialmente sono stati anche un po fra virgolette svantaggiati se posso fare un esige un po del suo pensiero comunque lei ritiene che questa generalmente insomma considerando che ci sono dei picchi di e dei bassi ma che questi 15 mesi di emergenza abbiano rafforzato i sistemi sanitari nel regionali nella risposta che hanno saputo dare rispetto ad un'idea di centralizzazione è corretto ripeto teoricamente possiamo dire che ho detto prima centralizzano perché c'è una emergenza io credo che i sistemi sanitari abbiano dimostrato chi più chi meno ma se uno dimostra di essere di fare meglio non è perché c'è qualcuno che fa peggio e rotture di centralizzare anche lì va il dinamismo l'autonomia differenziata ma applichiamo la anche su questo aspetto perché io credo che la gran parte lo dico da da trentino la lombardia è stata io credo mediaticamente massacrata oggi sui vaccini la lombardia dimostra di essere in grado di esserci nell'organizzazione e allora cosa vuol dire vuol dire che che i territori alla fine riescono a gestirle le pandemie e riescano a far valorizzare le proprie strutture capacità noi siamo arrivati quasi al limite del nostro tempo però volevo concludere con una domanda ancora la ministra se mi è consentito che era questo il ritorno dello stato e anche all'insegna dell'unità nazionale in questo governo presieduto da un personaggio ovviamente che non uno standing internazionale come come mario draghi e ad eccezione dei fratelli d'italia sono coinvolte pressoché tutte le forze politiche questo ha consentito anche come dire di calmierare il clima politico è il termometro delle polemiche in italia che negli ultimi anni è stato sempre molto alto generando anche molta confusione le chiedevo qual è la sua esperienza da esponente di forza italia all'interno di questo governo soprattutto anche al rapporto magari ai ministri che sono più lontani dalla sua visione se ci dice anche quelli con cui ha costruito un rapporto più generativo insomma anche per le politiche che state cercando di fare ma guardi questa esperienza del governo di unità nazionale è un'esperienza eccezionale perché legata alla pandemia e io dico sempre che non siamo di fronte ad una nuova maggioranza questo governo sta in piedi perché da un lato c'è stato un evento straordinario che ci ha portato che ha portato quasi tutte le forze politiche a rinunciare a qualcosa per mettere al primo posto l'italia e due emergenze l'emergenza sanitaria e l'emergenza economica e dall'altro sta in piedi perché c'è una leadership molto forte che quella di mario draghi senza questi due elementi come dire questa esperienza non ci potrebbe essere e chiaro che proprio perché non siamo di fronte ad una maggioranza politica questo governo ha un'agenda stringente che è quella da un lato che sta completando delle vaccinazioni quindi la lotta alla pandemia vuol dire liberare dal virus il paese e fare in modo che ci sia una situazione che stiamo raggiungendo nella quale attraverso le vaccinazioni si torna ad una normalità l'altra l'altra l'altro elemento l'altro punto dell'agenda governativa e quella dell'emergenza economica su questo noi abbiamo provato il pnr abbiamo impostato la governance però resta il grande tema delle riforme dove entrano in gioco le forze politiche quindi se lei mi dice quali sono i rapporti e chiaro che ho una consuetudine con i ministri di centrodestra perché insomma ci si trova anche da un punto di vista culturale però oggi la politica dentro il governo resta fuori nel senso che abbiamo semplicemente il dovere di fare quelle misure eque di approvare quei provvedimenti che consentano al paese di uscire da questa situazione quindi il governo non durerà un minuto in più nel senso che sistemate le vaccinazioni impostate le riforme è chiaro che questo governo non ha più ragion d'essere oggi legislatura potrebbe anche non andare a scadenza naturale previsto insomma credo che dipenderà dalle elezioni presidente a repubblica al momento noi siamo concentrati sulla lotta alla pandemia e sulla emergenza economica rispetto a questo credo che anche il provvedimento che abbiamo approvato ieri con renato brunetta quello sul reclutamento e volto a mettere le amministrazioni centrali ma anche quelle regionali e comunali nelle condizioni di applicare nel più breve tempo possibile il piano nazionale di riprese resilienza quindi è chiaro che stiamo dentro questo questi obiettivi e questa sfida poi è chiaro che si tornerà presto alla normalità della politica quindi evidente che il campo di forza italia il campo del centrodestra grazie mille ministra la ringrazio per la sua presenza al festival dell'economia ringrazio la professoressa floriana cerniglia i governatori del friuli venezia giulia massimiliano fedriga nel trentino maurizio fugatti il professore per essere stati qui spero che sia stata come dire un confronto utile per tutti sono arrivate molti suggerimenti diciamo per proficui anche per un dibattito per lo sviluppo di un dibattito pubblico locale e nazionale grazie naturalmente tutti coloro che ci hanno seguito attraverso la diretta e tutti coloro che sono stati qui con noi grazie mille
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