La lotta per la legalità
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La lotta per la legalità
La criminalità organizzata in molte zone del nostro paese rende difficile uno sviluppo sano del mercato e della democrazia. Il racconto di chi lotta quotidianamente in difesa della legalità.
andiamo a iniziare come si suol dire bene sono io sono nino amadore buongiorno vi ringrazio vi vedo vedo numerosi e devo dirvi che da siciliano sono commosso perché sento da siciliano e da meridionale sono commosso perché sento non solo l'interesse del mio paese per i temi che a noi stanno a cuore ma il calore umano perché questa sala così piena rappresenta quel pezzo d'italia che ancora non si rassegna a pensare che la mafia o le mafie siano un fatto normale e vorrebbe un paese normale quindi un paese senza macchia e senza drangheta e senza camorra anche senza spazzatura ma soprattutto senza la spazzatura umana che è costituita da questi personaggi che vi assicuro non sono affatto simpatici oggi si parla di lotta per la legalità mi presento prima di iniziare io sono un giornalista del sole24ore lavoro a palermo sono mi occupo soprattutto di sicilia e calabria e poi scrivono anche per il giornale di sviluppo legalità e insomma i temi della della mia terra ho scritto anche un libro si intitola la zona grigia professionisti al servizio della mafia a qualcuno forse il mio libro non è piaciuto molto insomma mi hanno rigato la macchina mi hanno scambiato qualche gomma ma si va avanti lo stesso perché chi ha paura muore ogni giorno chi ha coraggio muore una volta sola diceva paolo borsellino oggi parliamo di oggi io mi limito a fare il testimone perché parlo parliamo di questi temi con i protagonisti c'è con noi ettore artioli che fino all'altro ieri si può dire è stato vicepresidente di confindustria con delega per il mezzogiorno è un imprenditore palermitano ha una storia sul fronte della legalità della lotta anche alla mafia e poi lui ci racconterà perché e come che parte da lontano da quando lui era un giovane imprenditore e stava nel gruppo giovani di confindustria è con noi la dottoressa liliana ferraro che oggi è segretario della fondazione che porta il nome di falcone di giovanni falcone la moglie insomma che però insomma è stata al dipartimento ministero è stata con falcone ha lavorato con falcone è stata una protagonista vera della lotta alla mafia in questi anni c'è con noi e maria teresa morano giovane donna calabrese l'imprenditrice che ordina le associazioni antiracket della calabria al presidente del coordinamento la fai la federazione antiracket italiana ha costituito in ogni regione quasi un coordinamento e lei rappresenta la calabria e cioè con noi il dottore michele prestipino che fino all'altro ieri era applicato alla direzione distrettuale antimafia poi a causa di una di quelle tante riforme un po così storte che vengono fatte nel nostro paese oggi non è più nella direzione distrettuale ma si occupa di questi temi e continua a occuparsi nel michele prestipino è uno dei magistrati che ha indagato è affatto svolto le indagini che hanno portato alla cattura di bernardo provenzano è un grande conoscitore del linguaggio di cosa nostra ha scritto un libro insieme al collega salvo palazzolo che lavora repubblica il codice provenzano edito da laterza insomma una persona che a cui va la nostra la mia penso ma la nostra grande riconoscenza io prima di introdurre il tema è di passare la parola ai nostri ospiti vorrei ringraziare il professore boeri giuseppe laterza la casa editrice il giornale il sole insomma chi ha organizzato questo incontro sembra vorrei raccontarvi un episodio qualche tempo fa mi ha chiamato una collega della rai una collega che sia poi di un po una rubrica di servizio una rubrichetta mattutina anni fa sai che mi è successo il caporedattore dell'economico non so chi fosse uno dei come forse era soltanto mi ha detto ma perché continui a occuparti di mafia dice che c'entra la mafia con l'economia e gioca come che c'entra la mafia con l'economia e questa era arrabbiatissimo ecco io aggiungerei di più dico non solo la mafia c'entra con l'economia e purtroppo io ho cercato di spiegare come il denaro della mafia siciliana ma quello della mafia calabrese della ndrangheta della camorra perché cerca un canale per finire nella vita di tutti i giorni nella nostra vita nel circuito legale ma la mafia c'entra con la democrazia economica quindi con la partecipazione alla crescita economica del nostro paese e del mondo gli americani che sono diciamo molto attenti a certe questioni oggi di oggi la notizia che hanno introdotto la ndrangheta nell'elenco nella black list delle organizzazioni che si occupano di traffico di stupefacenti di narcotraffico se ne sono accorti un po tardi per meglio tardi che mai ecco perché ritengo importante che si parli di questo tema in un'occasione come questa in cui il tema e mercato e democrazia perché noi forse al sud abbiamo avuto dico forse perché in alcuni momenti neanche quella abbiamo avuto la democrazia ma finora sicuramente per colpa della mafia c'è mancato il mercato e questo è un dato ora partendo da questo dato io tornerei un po indietro e tornerei a quel maledetto 91 quando diciamo alla fine di agosto le cose più brutte a palermo si è detto per tanto tempo succedono sempre d'estate alla fine d'agosto la mafia sparò a libero grassi l'imprenditore che aveva detto di no al pizzo aveva detto di no al racket in quegli anni e tor artioli era giovani era un giovane imprenditore e i giovani già subito nel 91 lui ora racconterà come che cosa hanno fatto manifestarono diciamo sì a una certa lontananza dalle posizioni di confindustria cosiddetta senior cioè da dalla confindustria degli adulti perché il presidente del tempo di confindustria degli anni di confindustria palermo aveva detto ma libero grassi ma perché non è da uomini perbene denunciare pubblicamente il pizzo loro non erano rapporto il tutto vedete le cose che stanno succedendo in questi mesi in sicilia non sono frutto di un impazzimento oggi sono il risultato di un lavoro che viene anche da lontano che viene da quella data c'è da chi su quell esempio sull'esempio di libero grassi e cresciute in qualche modo ha fatto della sua attività imprenditoriale anche associativa una ragion d'essere ma di questo ci parlerà meglio ettore che ci racconterà quel tempo è questo tempo e che cosa è cambiato sostieni sì grazie grazie credo soprattutto per la opportunità che il festival dell'economia a trento hanno sempre guardato agli altri anni ogni notizia che dalle festività del comune conomia veniva dato sui giornali e non solo non avrei mai pensato di di venirci diversità dal relatore da protagonista ma in qualche maniera la vedevo come una di quelle opportunità troppo lontana era da noi da noi meridionali da noi operatori economici del mezzogiorno che viviamo in un tessuto dove parlare di economia regionale di economia con platea così vasta per il calendario fittissimo di eventi che avete in programma così giovani così attente come come come traspare dalle cronache quotidianamente riportano l'importanza e dibattiti e delle sollecitazioni che nei dibattiti arrivano dal pubblico e qui a trento credevo che fosse troppo lontana da tutto quello che riguarda il mezzogiorno gli interessi del mezzogiorno e quant'altro quest'anno ricevere questo invito mi ha fatto particolarmente piacere perché probabilmente dà il senso di quanto quello che chi rappresenta le imprese agli operatori economici il sistema dell'economia vero del mezzogiorno sta cercando di fare sta cercando di dire quello che passa dai messaggi ma soprattutto il lavoro che quotidianamente si fa per fare anche da noi quello che si fa ovunque fare imprese a farla guardando ai mercati farlo farla relazionandosi con un sistema di fornitori di clienti e con le necessità di interlocuzione con la pubblica amministrazione con le carenze difficoltà che su un territorio possono derivare da dall'assenza di infrastrutture dalla difficoltà di trovare interlocutori adeguati e quant'altro fa parte del nostro lavoro ma è molto più complesso da comprendere non fa parte del nostro lavoro non si capisce perché debba fare parte del nostro lavoro forse non lo abbiamo capito per troppi anni nemmeno noi come imprenditori perché l'imprenditore de bacco crearsi la necessità deva debba affrontare la necessità di confrontarsi quotidianamente in maniera credo anche puntuale e vivace come la rappresentanza di confindustria ma anche di altre categorie sta facendo negli ultimi tempi nel sud italia in sicilia sicuramente per potere tornare a fare semplicemente è bene il proprio lavoro l'innovatore richiamava agli anni 90 e al 91 l'omicidio libero grazie agli anni 90 in genere sono noti in sicilia nel palermitano come gli hanno gli anni degli degli omicidi eccellenti ce ne sono stati tanti e nella maggior parte dei casi riguardavano imprenditori ed esponenti delle forze dell'ordine della magistratura erano gli anni di piombo quelli in cui la mafia senza tanti giri di parole e senza tanti sforzi nel convincere faceva fuori uno per insegnare a 100 riprendendo frasi e altrettanto tristi di altre epoche che bisognava sottostare a quelle regole quelle regole di controllo del territorio di governo del territorio di governo dell'economia che la mafia stessa voleva imporre nel 91 buone libero grassi un imprenditore che operava nel campo del del tessile dell'abbigliamento produceva biancheria pigiama e quant'altro con un'azienda delle stesse dimensioni a palermo e operava nel settore in cui la mia famiglia tradizionalmente opera la mia è una famiglia di commercio era una famiglia di commercianti di abbigliamento poi l'ultima generazione ha girato anche sulla produzione e muore una persona che io conoscevo da sempre frequentavo i figli frequentava gli stessi ambienti le stesse situazioni nelle quali da ragazzi ci si trova a vivere una città al circolo nautico l'occasione di incontro le occasioni di vita sociale la cosa ovviamente colpisce di più chi conosce una persona rispetto alla e colpisce quando hai il confronto coi figli con la famiglia ma ti colpisce soprattutto se da qualche anno frequenti come semplice associata un'associazione che da mesi si curava esclusivamente di prendere le distanze da libero grassi e da qualcun altro magari che un meno visibilità che cercava semplicemente che lo stato facesse quello che era dovuto dallo stato a un imprenditore di garantire la sicurezza è un imprenditore facesse quello che ha dovuto allo stato per ottenere sicurezza cioè collaborasse contribuisse a dire ci sono delle persone che vivesse non ci sono delle persone che mi minacciano voglio essere difeso voglio frank armi di questo tipo di logica e muore libero grassi la reazione di confindustria ricordava maggiore è quella di assoluto disinteresse anzi quasi di rimprovero sarà e cercata lui si diceva nei corridoi di confindustria o nelle sale in cui non erano presenti i giornalisti a si è esposto troppo bastava pagare e rispettare le regole perché non succedesse non si arrivasse a questo frasi del genere che non solo mi turbano per la conoscenza diretta contiene vitiano dell'omicidio ma mi turba vano perché probabilmente a 30 anni si è convinti di poter cambiare il mondo si è fortemente determinati a lottare per le proprie convinzioni per quello che in qualche maniera nel nella gioventù passata a scuola si credeva dovesse essere un mondo migliore verso il quale andare la reazione non fu soltanto mia fu di un gruppo di giovani imprenditori palermitani che decidemmo di staccare a dirgli come dire manifestare totalmente il dissenso della nostra associazione organizzando immediatamente nell'arco delle 24 ore una riunione di tutti gli imprenditori giovani imprenditori italiani guidata da aldo fumagalli a palermo partecipando in massa al funerale libero grassi facendo in qualche mai a capire che non tutti nel sistema della confindustria la pensavano in quella maniera ma vi assicuro il non tutti significava molto pochi molto pochi di coloro che è probabilmente non responsabili non parte non partecipi non a condividere un sistema in cui l'industria impresa politica pubblica amministrazione interessi tutti del territorio hanno talmente legati e penetranti l'uno nell'altro che in realtà non ci si poteva distinguere non è una polpa quella dell'associazione degli industriali di allora avere preso le distanze da libero grassi la colpa è molto più indietro nell'essere parte di un sistema in cui probabilmente legalità interessi della criminalità interessi dell'economia il sistema tutto era una macchina che girava in maniera perfetta e in cui ogni ruota aveva una serie di legami e doveva essere come dire sincronizzata alle altre per cui nessuno poteva girare a una velocità differenti ecco probabilmente quei giovani girare una velocità differente ovviamente i nostri richiamiamo senior come li chiamavano essendo io giovane a loro un po meno ora cercarono di marginalizzare il nostro ruolo e la nostra attività e devo dire la mia reazione su quella di chiudermi in me stesso con altro e capire che non c'era spazio per le nostre idee per la nostra speranza per la nostra trattativa in quel sistema proprietà però questa reazione dura poco incominciamo essere più presenti nel sistema confindustriale quelli che erano giovani non soltanto o forse soltanto anagraficamente allora credo che siano giovani oggi c'è ivan lo bello ci sono tanti altri giovani di allora che presiede un'associazione 26 e il mezzogiorno che la pensano differentemente c'è cristiana coppola che oggi rappresenta il mezzogiorno in confindustria che erano quei giovani di allora che non accettavano quelle logiche credo che però da da dal 91 al 2008 la strada è lunga 17 anni e faticosissima per chi l'ha percorsa ma è ancora più più lunga se si guarda al cambio totale di atteggiamento che determinato probabilmente da da mille situazioni io dico che la ribellione degli imprenditori siciliani meridionali che che ha preso il via il 30 agosto a caltanissetta che poi ha avuto nei con enfasi una serie di opportunità di attenzione anche dalle dei media nazionali nasce per una serie di probabilmente fortunata coincidenza è la prima a tanti di quei giovani nel 91 che si trovano oggi a guidare l associazione degli industriali nasce probabilmente da un cambio diciamolo pure del sistema economico non sono solo gli ideali ma sono anche gli interessi che determinano le scelte nasce probabilmente da una forte modifica del sistema economico che il mezzogiorno una parte del sistema economico del mezzogiorno sta vivendo tante imprese e fortunatamente guardano al mercato ai mercati lavorano per i mercati non hanno più interesse o hanno scelto di nascere di svilupparsi non avendo interesse a quello che per troppi anni è stato l'unico mercato nel quale il mezzogiorno si è guardato il mercato del sistema pubblico di amministrazione delle forniture dei servizi resi al sistema pubblico o comunque degli interessi fortemente condizionati dal denaro pubblico contributi assistenza assistenza e assistenzialismo allo sviluppo delle imprese nelle forme più differenti e quant'altro oggi un nuovo a una nuova classe di imprenditori al mezzogiorno crede che l'unica attività che si può fare al mezzogiorno nell'impresa è quella che riguarda i mercati non più l'assistenza non ti la 488 non più meccanismi troppo spesso distorti distorti da pochi sport di sportiva molto poco importa ma che poi simboleggiano in qualche maniera la la la l'abitudine al malfare e al malaffare nel meridione anche degli imprenditori molti preferiscono guardare solo al mercato lavorare con prodotti con servizi che vadano sul mercato credere che lo sviluppo nasca come nasce ovunque e da quello che il rapporto cliente fornitore dalla qualità del prodotto dalla guerra del servizio dal dall'identificare è come fare un prodotto un servizio al giusto prezzo per quello che è l'interesse del cliente e quant'altro e non più a un sistema relazionale su cui per troppi anni si è basato lo sviluppo dell'economia ma io ne conosco qualcuno sono socio di qualcuno o addirittura di vento imprenditore se così lo vogliamo definire definire in quanto l'opportunità di relazione con espressioni del sistema pubblico mi mettono in condizioni di inventarne imprenditori per fornire un bene un servizio a questo grande ambaradan che il sistema pubblico che ancora è troppo presente nell'economia meridionale e allora io credo che per fare un vero salto alla qualità e vedo il moderatore fremere e vado velocemente a chiudere il meridione ha bisogno di affrancarsi dalla massa di denaro pubblico qualcuno poc'anzi mi chiedeva che cosa succede al mezzogiorno se i venti federalisti che spirano in italia andranno avanti con la velocità che alcuni vorrebbero beh probabilmente il mezzogiorno avrà uno shock lo shock forte ma per il federalismo un forte federalismo una forte cesoia la massa di denaro che ieri le finanziarie nazionale oggi soprattutto la comunità europea veicola ancora al sud italia per recuperare il grosso gap che caratterizza la regione meridionale del resto dell'europa o forse per inserire il circuito una massa di denaro che in realtà serve ancora la soggettario sostenere un'economia povera e un'economia di bisogni e probabilmente se ci fosse una cesura nesta netta dopo un forte choc la capacità dei meridionali rimboccarsi le maniche e trovare soluzioni creerebbe una economia positiva una diffusa economia così positiva farebbe comprendere cosa significa creare valore non soltanto intermediare il risorse pubbliche riporterebbe a normali regole quello che il rapporto cliente fornitore oggi troppo troppo inquinato da un sistema di corruzione che ha tutto i livelli con la massa di denaro pubblico denaro di tutti o troppo spesso denaro di nessuno gestito quindi come messa a donarlo di nessuno interessa troppo il territorio perché l'imprenditore corretta possa corretto si fosse amore con serenità sul proprio nel sistema del mezzogiorno con l'italia due cose mi preme dire per la prima è che cerco di tenere i tempi perché mi piacerebbe se volete se siete interessati alla fine insomma dare anche la parola poi se avete delle domande da fare non si fa mai mi dicono in questa occasione mai in questo caso facciamo una deroga quindi se qualcuno ha qualche domanda da fare si scrive e alla fine magari se si arresta tempo riusciamo a farlo intervenire ea rispondere ettore non è articoli non è fuori dal confine se oggi ha un ruolo nella la nuova squadra fatta fatta dal nuovo presidente emma marcegaglia è lui diciamo l'artefice di questa proposta abolire la 488 è una cosa che io mi sento dire ormai da da 5 6 anni sicuramente quindi diciamo perche questo tornando alla collega della rai la 488 sembra che non c'entri nulla poi magari ce lo dirà alla fine tutto prestipino io invece ho avuto per le mani il racconto di uno di un commercialista credo del clan provenzano che dice guardi dottore a un magistrato diceva guardi dottore noi la 488 sappiamo dove mettere le mani sicuro dice ma come pure guardi e i soldi chi verità lo stato noi ci organizziamo ci facciamo dare i soldi dallo stato insomma come si vede i conti tornano diciamo così l'altro l'altra cosa che vorrei raccontare nel 91 io ero un giovane collaboratore di giornali e abitavo in provincia di messina vicino a capo d'orlando e quindi conoscevo tutti sti malacarne di tortorici di questi paesi avvicinavano con una scusa prima non pagavano il caffè poi non pagavano la birra dopo non pagavano il pranzo finché tano grasso che per chi è a capo d'orlando invece andavano prima non pagavano il caffè dopo la birra dopo i vestiti dopo tornavano a bussare dateci i soldi e così via insomma erano due famiglie vi assicuro diciamo veramente dei miserabili insomma non sto qui a dilungarmi eppure c'è stato ci fu allora ci continua a essere un risveglio io poi ho conosciuto tanti calabresi perché ho studiato a messina è ma continua a non vedere in calabria questo questo risveglio come se i calabresi avessero un lo dico sempre anche ai miei collabora come se avessero un dna diverso ma non è così cosa succede lo chiedo a lavorano a maria cosa succede probabilmente la struttura industriale della calabria non è forte come quella della sicilia probabilmente è andata crescendo con strumenti sbagliati perché diciamo che a parte la 488 che ha fatto i suoi danni recentemente già dal 70 dagli anni 70 i fiumi di denaro che lo stato invece inviava in calabria erano per la costruzione della salerno reggio calabria che torna argomento attuale in queste di questi tempi è il problema è appunto che questi soldi sono finiti forse in mani sbagliate se a ciò aggiungiamo che comunque diciamo il l'atteggiamento che adesso gli imprenditori calabresi e quello che nel 91 hanno avuto gli imprenditori siciliani cioè i giovani imprenditori cercano di reagire mentre probabilmente le vecchie generazioni ancora hanno un po da risolvere insomma alcune questioni allora il risultato e è presto fatto io sono venuta oggi a di mostrarvi cosa significa fare impresa in calabria e passavo giusto ieri ho fatto una foto con il mio telefonino che pregherei di mandare passavo mi hanno segnalato questa cosa io passavo prima di prendere l'aereo e vedo appunto questo 6x3 in cui il comune di lamezia terme ha rilanciato un piano insediamenti produttivi dice qui nascono le nuove imprese quello che è stato controllato sotto è per informazioni rivolgersi al comune eccetera eccetera potete leggere quello che c'è scritto qui nascono nuove imprese ovviamente dopo che pagano il pizzo e stavo correndo per andare a dare la nostra solidarietà ad un imprenditore che nella notte precedente aveva subito un danno un incendio nel suo magazzino che aveva distrutto sette trattori nuovi perché questo vende trattori e potete capire come le due cose insomma siano per me di stretta attualità è voluto portarvi questa questa immagine appunto per farvi capire qual è l'aria che si respira certo è difficile reagire e difficile forse più per i piccoli perché insomma possono probabilmente diciamo in questa logica di terroristica che la mafia che la ndrangheta ha attuato nel seminare terrore e paura probabilmente i piccoli hanno più difficoltà a reagire ma la cosa che ancora io non riesco a comprendere come per esempio le grosse imprese ancora non abbiano in alcun modo dato alcun segno di cambiamento probabilmente perché c'è insomma una certa convenienza in quest'ora lo andremo ad analizzare però vorrei invitare a coloro che ci ascoltano a capire come fare l'imprenditore in calabria è diverso da fare per fare l'imprenditore in qualsiasi altra regione chi deve chi vuole dire no deve comunque assumersi degli oneri aggiuntivi gli oneri aggiuntivi possono essere quelli dei danneggiamenti di cui abbiamo parlato con le conseguenze annesse che magari le assicurazioni dopo aver subito un ingente danno non tiri assicurano più e quindi insomma non trovi più un'assicurazione che possa coprirti da questo rischio e anche su questo bisognerebbe aprire una riflessione perché stiamo parlando di mercato e stiamo parlando anche di mercato delle assicurazioni o così come è successo e vorrei non sentirlo più dire però è successo anche che un testimone di maddy di giustizia una persona che è andato in tribunale ha accusato i propri estortori di aver insomma per quello che hanno commesso mettendo il rischio la propria vita tant'è che è stato soggetto all'applicazione di misure di tutela quindi ha cominciato a vivere scortato il giorno dopo è stato gentilmente invitato dal direttore della filiale di banca a recarsi presso la filiale dove è stato invitato a rientrare da ogni sua esposizione perché evidentemente era un soggetto a rischio e quindi la bank mentre quello rischiava la vita per accusare il clan e lo aveva versato la banca non poteva rischiare quel capitale che aveva investito attraverso di lui sembrano storie paradossali ma solo purtroppo anche la realtà sono lo specchio di una realtà che ma ha tanti problemi quindi diciamo se denunci comunque rischi di correre questo rischio di subire questo genere di perdite se non stai dentro il mercato se non stai dentro certe regole del mercato i rischi di essere tagliato fuori successo un altro imprenditore che ha denunciato i propri estorsori anche in questo caso testimonianza in tribunale condanne applicazione di misura di tutela questo a una ditta aveva una ditta con un procione calcestruzzi 50 dipendenti il giorno dopo questa persona non è stata più in grado di vendere un solo metro cubo di calcestruzzo in una regione dove si sta rinnovare rimodernando la salerno reggio calabria questa persona non può vendere un metro cubo di calcestruzzo ed è stata costretta pertanto a ad andare altrove che fine fanno queste 50 persone che lavorano con lui devono trovare un altro un altro lavoro e quindi traslano nelle imprese che invece lavorano negli appalti pubblici traslano in quelle imprese che lo dico io comunque sono risultanze di indagini della direzione distrettuale antimafia l'operazione tamburo dell'operazione arca del 2007 hanno svelato quello che quello che è significato nella nostra regione il rimodernamento della salerno reggio calabria quindi il il danno lo diciamo dell'imprenditore che decide di reagire rischia di essere insomma oltre al danno la beffa di non riuscire poi a svolgere il proprio lavoro non significa che non si possa dire no io sono convinta nella nostra attività e associazioni antiracket avviciniamo tutti gli imprenditori per fargli comprendere come si possa dire di no lei citava prima l'esperienza di capo d'orlando capo d'orlando fu il primo la prima esperienza poi seguì quella di cittanova che nella quale dalla quale vengo io anche lì i dodici imprenditori denunciarono il clan della zona e le associazioni antiracket anno diciamo nel tempo è andato affinando un metodo che è sicuro di fatti la differenza tra chi denuncia e resta solo come libero grassi chi denuncia invece fa gruppo si mette insieme ad altri e costituisce uno scudo diciamo per i pochi che si sono esposti e diciamo il l'uovo di colombo però di fatti e diciamola concretamente il principio dello dell'unione che fa la forza e noi dicevo in tutte le nostre attività quotidiane nel momento in cui avviciniamo gli imprenditori proponiamo questo tipo di percorso cioè la denuncia secondo questo percorso però c'è anche da dire che siamo lì come dire a supplire in qualche modo ha delle carenze della dello stato però siamo lì con tutto il nostro impegno perché eticamente e moralmente scegliere di pagare significa non poter poi provare alcune indignazione quando gli omicidi di mafia di cui insomma sentiamo abbiamo sentito nel passato parlare fanno quello che fanno allora io posso provare indignazione solo se ho fatto tutto quello che era nelle mie possibilità per arginare questo altrimenti non sono neanche titolata a parlare è di fatto l'altro problema è quello che io convinco un imprenditore 235 a pagare a non pagare dall'altro lato ce ne stanno molti di più che invece pagano e lì si apre un altro problema cioè la quiescenza chi paga mette in pericolo come di non solo il sistema sociale e democratico del mercato ma chi paga mette in serio pericolo anche quelli che non pagano soprattutto quelli che non pagano perché restano ovviamente sopra esposti e di fatto il appunto il il fatto di stabilire che comunque si possa applicare o una sanzione o qualcos'altro che costituisca un disvalore pagare per noi che come dire un segnale importante non possiamo più continuare a ritenere ininfluente il pagare perché oltre a finanziare ovviamente attività criminali nel breve a lungo termine di fatto finanziamo un sistema che domani sarà a tutti gli effetti economia economia drogata però economia che farà concorrenza imprese che faranno concorrenza a quelle poche imprese sane e di fatto le scalzeranno quindi a parte insomma tutte le conseguenze sociali esistono di fatto delle strette connessioni con l'argomento di cui si parla è questo festival mercato e democrazia come si riesce a operare in un mercato con delle regole di democrazia e di fatto la strada che abbiamo intrapreso nelle regioni meridionali soprattutto in calabria è una strada che va incontro ad un rischio molto importante e purtroppo forse rischieremo di accorgerci di questo quando non ci sarà più la possibilità del dl di tornare indietro già a proposito di democrazia è difficile avere fiducia nelle istituzioni quando il consiglio regionale metà mi pare più della metà dei consiglieri regionali è indagato e molti di loro sono indagati per associazione mafiosa altri per concorso esterno e così via insomma è molto complicato c'e la lettone che voleva dire una cosa un attimo a proposito del perché ho sentito qualche parola scusà scoramento nell'intervento e lavorano non credo che ci siano solo gli imprenditori buoni predore cattivi ci sono anche tanti genitori che hanno paura se oggi in sicilia un po meno di imprenditori hanno paura e un po più collaborano e perché probabilmente negli ultimi mesi negli ultimi anni ma in questi mesi in maniera straordinaria l'attività delle forze dell'ordine della magistratura ha messo in piedi tali e tanti di tuoi successi ha rastrellato tale tante di quelle organizzazioni criminali che in qualche maniera anche chi ha paura vede che insieme si può riuscire credo che questa sia un po la chiave su cui bisogna continuare a lavorare insieme non a uno a uno ma insieme ci si ribella insieme ci si tutela in gruppo quindi il vostro lavoro credo sia assolutamente indispensabile ha proseguito senza tentennamenti penso che possono essere fiduciosi che anche la nato che ora il capo della procura di reggio calabria e ci sia più vigna ton insomma a palermo ha già dimostrato quale qual è la strategia che funziona contro cosa nostra il dottor prestipino ne sa qualcosa visto che lavoravano lavoravano insieme vorrei raccontarvi vorrei dirvi tre cose prima di passare di passare oltre a proposito giusto per dare qualche numero per per fare un po di ripasso dico io poi che sicuramente sapete ma la ricerca della fondazione chinnici dice che in sicilia il peso del racket della criminalità dell'illegalità sul sistema economico vale almeno almeno un miliardo un miliardo l'anno e miliardo di euro la ndrangheta la fattura diceva già una stima spannometrica 44 44 miliardi veronese se non erro se non ricordo male questo è il dato economico con cui bisogna bisogna confrontarsi c'è chi lo fa guardate perché poi alla fine ci sono dei personaggi dei protagonisti nel le nostre regioni e anonimi che nessuno conosce o che pochi conoscono due aneddoti e poi passo avanti il primo me lo raccontava un ragazzo di addio pizzo voi sapete immagino così addio pizzo dio vizio è il movimento spontaneo di giovani siciliani che hanno fatto questo manifesto un intero popolo che paga il pizzo è un popolo senza dignità ora addio pizzo ha una sua sezione catanese questo presidente di addio pizzo diceva guarda qui la situazione è pesante difficile andiamo nelle scuole parliamo la gente non sa chi e pio la torre non conosce falcone i banditi ragazzini però dice a volte arrivano dei segnali e quello ti aiuta ad andare avanti per esempio ci sono altre volte siamo andati in una scuola un ragazzino la sera accompagnato il padre commerciante lo ha portato da noi lo abbiamo accompagnato in questura per denunciare ci basta basterebbe un episodio di questi ogni volta per dare un senso al lavoro che facciamo però dice anche in questo caso ci siamo rincuorati ed è una ed è una cosa positiva l'altra cosa me la raccontavano l'altra sera è divertente perché mi ha colpito un imprenditore palermitano del palermitano che è in passato era stato aveva pagato aveva diciamo puntualmente pagato il racket il pizzo hanno arrestato i suoi aguzzini per anche grazie alla sua testimonianza è però questi i nipoti di questi si sono ripresentati recentemente a chiedere soldi genoa ci devi pagare l'ici con un riparo come dicevo il ciclo che cambiò la moda sintetiche bene potete andare cioè tu dice voi non solo il solo non vi pago ma e li ha pure rimprovera dice ma santo dio vi pagavano mi avete scritto un libro mastro e mi hanno chiamato e ho dovuto e ho dovuto per come bar giustifica è comunque questo ha detto no non vi pago insieme a lui ce ne sono ce ne sono tanti altri questa è una situazione che nella società sta in qualche modo cambiando dottoressa ferraro lei che a suo tempo lavoro lo ha ricordato l'altro giorno alla costruzione del maxxi perché fisicamente contribuire a questa cosa oggi ci può essere una corsa che venga fatta in fretta bene per aiutare la società per come dire sostenerla ancora di più se possibile in questo cambiamento che sicuramente in sicilia ma in altre parti stabellini mi permette di partire prima da una sottolineatura che ho fatto in privato ieri e che vorrei fare oggi anche perché poi c'è un color lario che la risposta alla sua domanda ieri ho ho detto a tito boeri che ero colpita favorevolissima mente da questo incontro questi incontri mi era sembrata un'occasione nuova inedita leggerli come avevo fatto sui giornali nelle due precedenti versioni non dava la sensazione che qui si riceva invece di una partecipazione tanta giovane consapevole perché molto spesso la società dell'oggi ci propone delle occasioni in cui la gente è tanta ma io poi mi domando sempre se quella tanta gente è consapevole di dove sta o se invece è semplicemente tanta gente che va perché chiamata da tanta gente e dove c'è tanta gente si va in tanti purtroppo questo lo sappiamo benissimo qui invece no c'è partecipazione e c'è partecipazione di giovani uscendo ieri da uno dei tanti meeting mi sono fermata fuori e sono un inguaribile fumatrici e quindi fumavo e e ascoltavo del commento di alcuni ragazzi che venivano da un dibattito avevano 40 minuti per mangiare ma volevano andare a sentire anche un altro dibattito beh questo significava avere partecipato sentito capito ed è una cosa splendida questa perché questo significa far calare la economia con tutto quello che significa nel mondo dei giovani e consentire ai giovani poi di acquisire non solo la conoscenza ma che la partecipazione il pathos la condivisione di tutto un tragitto che poi crescendo dovranno portare dovranno portare avanti a questo complimento ne aggiungo un altro perché boeri mi ha risposto che i partecipanti avevamo sentito persone di primo ordine i partecipanti erano eccezionali e questo dipendeva dai partecipanti e gli ho risposto che l'orchestra può essere splendida ma se non c'è un direttore d'orchestra che sa mettere assieme il tutto e rendere armonica la partecipazione non c'è musica bella debbo dire e devo aggiungere che la terza sole24ore cipolletta l'università di trento mi pare che a questo punto a questa è una libertà che mi prendo io e loro non l'hanno detto mi pare che a questo punto hanno intrapreso come diceva il cavaliere una volta una strada di non ritorno nel senso che electa una via come dicevano i nostri padri latini non si torna indietro non si torna indietro perché perché altrimenti quel titolo resta poco mercato e democrazia non c'è mercato non c'è democrazia se non si chiarisce questo quiz della criminalità organizzata tu pur poi possiamo dire la mafia la cosa nostra siciliana come ho detto giorni fa io non hanno le mafie perché le mafie una sorta di sbrodola tura delle mafie la mafia e la mafia inutile ci vestiamo a discutere adesso di che cos'è la mafia la cosa nostra siciliana e la cosa nostra siciliana la ndrangheta la ndrangheta sacra corona unita la sacra corona unita la camorra e la camorra tutte con la loro specificità parliamo di organizzazioni a delinquere che esistono da tempo che non esistono soltanto in italia che operano proficuamente non soltanto in italia che operano proficuamente non soltanto al sud dell'italia detto da donna del sud che non si vuole liberare ha fatto della responsabilità che porta per essere una donna del sud rivendicando l'orgoglio dell'essere ma che non vuole neppure continuare a prendersi in giro o a farsi prendere in giro perché se la calcestruzzi di trapani e qui il collega prestipino che segue le indagini anche se non quelle di trapani mike è molto più aggiornato di me su queste indagini ci potrebbe raccontare questo mondo e quell'altro era a brescia e il management era di brescia non so ecco forse non era trapanese se negli anni andati e cioè nel 1984 quando abbiamo cominciato a costruire l'aula bunker la diciamo aggiudicazione dell'appalto fu dato alla allora impresa grassetto dopo che avevamo fatto tutti i controlli previsti dalla legge l'antimafia e certificati questo e quant'altro artioli sa benissimo come sia complessa questa vicenda in sicilia beh però quotidianamente quotidianamente con una tigna e una pervicacia vi assicuro notevoli ogni mattina quando c'era un camion che arrivava in cantiere dell'aula e che aveva una targa che non era conosciuta io per prima e chi gliel'ha detto a nome mio liszt e io ero fuori prendeva la targa controllavamo il camion controllavamo chi era chi non era molto spesso all'inizio cominciamo a trovare e che questi camion come sappiamo bene in sicilia ci portavano tutto il ricciolino e le materie prime che ci servivano ma erano cambiano come dire non tanto profumati e allora si diceva ogni mattina l'impresa grassetto questo no questo no questo no questo no questo no ma dopo un po di tempo in cui le difficoltà erano tante il messaggio che il segnale era arrivato a chi di dovere cioè a cosa nostra me lo diede un operaio perché una mattina facendo quello che facevo quasi tutti i giorni andavo sull'aula mi ero chinata perché c'era un operaio che stava scavando una buca per uno dei tanti pilastri che doveva mettere l'ho chiamato ho detto come va lui si è girato e mi ha detto dottore non c'è problema che significava che l'ultimo repulisti che avevamo fatto la sera precedente a lui siciliano doc operaio era arrivato nel significato suo vero per cui dottore non c'è problema significava questa volta abbiamo vinto noi poi vediamo questo era il trend e così siamo andati avanti per costruire questa aula facendo delle cose incredibili incommensurabili perché ci hanno fatto fare di tutti i colori persino la bonifica aerea oltre che la bonifica di tutte le fogne di palermo perché qualcuno giustamente temeva che un qualche ordigno potesse essere inserito dal mare risalire tutte le fogne arrivare sotto l'aula e far esplodere la tecnici europei di provata competenza avevano detto imposto però noi per essere tranquilli abbiamo fatto anche tutta la bonifica delle foglie in modo da poter dire ai cittadini di palermo state tranquilli è intervenuta anche la protezione del verde perché noi non potevamo costruire l'aula perché c'era un albero un albero storico nell'area che avevamo individuato accanto al carcere dell'ucciardone e noi dovevamo non potevamo abbattere questo prototipo di alberi in sicilia 6 ha ma non fa niente abbiamo preso delle grandi ruspe abbiamo segmentato tutto il terreno intorno all'albero abbiamo preso terreno radici e quanta abbiamo spostato di 150 metri l'albero e così abbiamo messo a tacere anche la protezione del verde lasciamo perdere gli animali e tutto il resto però ci siamo arrivati ci siamo arrivati a quel punto che cosa ci saremmo aspettati artioli dalla sicilia e che la sicilia ci venisse dietro e non è stato così non è stato così bisogna bisogna riconoscere la la verità perché la verità se non c'e la diciamo noi non ha senso bisogna dirsi la verità era molto libero grassi e son cominciati i cortei è stato ucciso giovanni falcone e abbiamo avuto lenzuola bianche corte cittadinanza società civile e quant'altro è stato ucciso paolo borsellino e via cortei cittadinanza eccetera eccetera eccetera però però come risultò poi un anno dopo nel 95 da una indagine che come fondazione ho chiesto al qui presente giancarlo santalmassi di fare nelle scuole perché appariva che il palermo era tutta contro la mafia quindi era una cosa che non si capiva più chi erano i mafiosi erano stati debellati tutti ciò comunque isolati chiesi a giancarlo santalmassi di fare una indagine sulle scuole e e quando lui vide i risultati fece l'indagine che considera l'insieme dei risultati e poi proiettò questi risultati a palazzo dei normanni e veniva fuori che c'era una grande condivisione da parte delle scuole non dell'antimafia ma della mafia non dell'antimafia ma della mafia questo cosa cosa significava e cosa ha significato nel tempo e perché oggi io considero questa iniziativa e questa sala piena che perdonatemi non ero più abituata a vedere perché mano a mano anche le riunioni della fondazione falcone si sono ridotte ad un incontro per pochi addetti ai lavori pensate che abbiamo portato a palermo amati a saint lawrence klein dominick salvatore per parlare di globalizzazione di globalizzazione e di quello che poteva significare in relazione a cosa nostra eravamo forse 51 52 compresi addetti ai lavori l'indifferenza più totale allora abbiamo pensato che se portavamo a palermo i responsabili nazionali delle politiche economiche e che venivano a illustrare a palermo la nuova politica economica del governo con quello che poteva significare anche per la sicilia erano i tempi in cui c'era anche il problema del banco di sicilia abbiamo invitato ciampi eravamo 31 persone o 32 perché c'era qualche direttore di banca questo cosa significava che al di là del delle passeggiate perché a questo punto non erano più manifestazioni perdonatemi anno passeggiate quelle di antimafia che si facevano lenzuola e quant'altro è evidentemente la reazione non c'era la reazione non c'era non c'era lì ma non c'era neppure altrove non c'era neppure altrove e ripeto quello che ho detto a palermo allo bello nel 90 alla fine del 92 sono andata in confindustria e ho detto poiché il problema è questo a b c d cerchiamo di vedere se insieme possiamo fare avviare un percorso ho fatto questa richiesta 92 l'ho fatta nel 93 l'ho fatto nel 94 95 il percorso non l'abbiamo mai avviato considero a questo punto quello che sta facendo la sicilia con lo bello e la reazione oggi è considero qualche cosa non soltanto di eccezionale ma che deve deve essere sostenuto da chicchessia perché altrimenti non c'è mercato e non c'è democrazia deve assolutamente le forme i modi possiamo studiarle possiamo verificarle ma lo dobbiamo fare fuggendo da un rischio che è quello di ritenere come purtroppo troppo spesso si ritiene che cosa nostra sia un fatto di sicilia dove peraltro dei successi molti sono stati ottenuti e che è sacra corona unita sia un fatto di puglia e che la ndrangheta sia fatto baba bligh la gam cambia da me li faccio due esempi del passato un proprio passato passato c'era una gara per la costruzione di un micro tratto di acquedotto poi mai finito a bisacquino sicilia incredibilmente negli anni 80 incredibilmente partecipa a una sola impresa francese l'unica impresa che aveva chiesto di partecipare all'impresa francese la curiosità di qualche malvagio magistrato sospettoso come giovanni falcone si domanda ma come mai e scopre che a orly un tratto della strada dell'aeroporto di orly era stato affidato ad un'impresa siciliana anche lì solo quella quindi avevamo orly in impresa siciliana bisacquino impresa francese è già aveva un suo significato ma nel 1993 il governo francese il parlamento francese chiese al governo italiano di autorizzare una mia missione a parigi per affrontare con la commissione che avevano costituito la commissione antimafia del parlamento francese perché il parlamento francese dopo le stragi e dopo tutto quello che era accaduto e poi maastricht a e tutto il resto voleva approfondire la vicenda e capire anche come la francia si doveva rapportare questo problema all'inizio fu un interrogatorio di terzo grado quarto grado una roba al cui ovviamente c'era tutto l'orgoglio della francia è e tutto quello che si poteva buttare in faccia a un'italiana per giunta del sud e per giunta impegnata in questo settore dopo ho tentato all'inizio di contrastare l'onda e poi mi sono anche arrabbiato mi sono arrabbiata nel senso che all'orgoglio francese ho risposto con l'orgoglio italiano che mi appartiene italiano tutto non del sud che rivendico ma cittadina italiana e ho spiegato a questo signore dov'è che il problema forse era un po più complesso perché forse è lui per esempio mi avrebbe potuto dire se sapeva dove aveva sede il consolato francese a los angeles ovviamente me si è davvero mai detto che non lo sapeva io gli ho detto se vuole le donne indirizzo è in uno stabile che di proprietà di un tal signore che si chiama michele zaza lei forse non sa chi è per noi è un delinquente organizzato di origine napoletana fa parte di quella parte di napoli che che omologa è associata a cosa nostra siciliana ne stiamo chiedendo l'estradizione da tempo alla francia ma la francia ci dice che messi e zaza come lo chiamate voi non può essere restituito messi esa sa perché ha sposato una signora sasa e quindi lui gode la vita sulla costa azzurra allora io le posso dire anche che cosa fanno e si basa sulla costa azzurra tutte le mattine mestiere sa già che vive in questo posto accanto proprio al confine con monaco correggimi se sbaglio si reca a monaco di baviera per i suoi traffici che vanno al di qua e al di là tra francia e prepotenti monaco fa i suoi traffici ed esportato anche dalla polizia dopo di che voi mi dite che non c'è niente da fare messi e doberti arrabbio molto mi disse che queste cose evidentemente non potevano essere detti in una commissione parlamentare francese però però quindici giorni dopo mi mandò una lettera di scuse mi disse che essendo andato in bicicletta nella zona che io gli avevo indicato aveva effettivamente trovato ma chiesa san che faceva esattamente quello che io gli avevo raccontato è che avendo domandato al ministero degli esteri francese dove si trovava il consolato francese aveva riscontrato che a los angeles consolato francese air affittuario del signore dopo sei mesi ci diedero l'estradizione per il signore ecco perché dico fermo restando ho finito che abbiamo la paternità la maternità di tutte queste cose è però domandiamoci anche i profitti e gli utili di tutto ciò dove vanno perché certamente non restano nei sicilia nei calabria né a napoli meno che mai a napoli dove la fame è assicurata se questo è vero dobbiamo evidentemente ricominciare un percorso altro e in questo confindustria studiosi studiosi veri università gente sana di mente e corretta forse posso far segnare una svolta al paese all'economia al mercato eppure alla cosa nostra che malgari ma andiamo con in archivio grazie qui e 400 perché vorrei veramente che qualcuno facesse un paio di domande così insomma per e quindi vorrei recuperare sul tempo perché la descrizione non si preoccupi sempre interessante quello che dice quindi operativamente potete chiedere alla casa ma è la signorina che lavora con noi e vi potete scrivere poi magari ti chiamerò io oppure fate le domande e a nome vostro leggero io ai nostri ospiti io ho un paio di cose da dire la dottoressa ci raccontava le racconta degli episodi sostanzialmente quel prendere il numero delle targhe e l'accesso nei cantieri quello che fa la dia oggi non è che la direzione investigativa antimafia ogni tanto si presenta nei cantieri e prende i numeri di targa dice ma che fanno prendo le numeri di targa poi quei numeri di targa portano alla ragione sociale dell'impresa e così via per certi versi tornando esattamente per certi versi tornando ancora il discorso che facevamo maria teresa morano noi col sole 24 ore abbiamo anche in passato deciso il giornale ha deciso che c'è qui in un centro cipolletta che era presidente del gruppo di non nascondere nulla neanche diciamo le cose che succedono in casa nostra confindustria è l'editore del giornale e lo abbiamo sempre fatto e lo ha fatto il giornale con molta trasparenza e questo il direttore del porto ri lo dice sempre e io ci lavoro e so cosa vuol dire lavorare in un posto dove nessuno ti chiede di censurarti lavori fai quello che puoi fare e noi lo abbiamo fatto soprattutto spesso andando a fare le visure catastali quando non fanno le visure catastali e dalle visure catastali spesso si scoprono delle verità che così non per esempio sul ponte abbiamo fatto delle inchieste in passato e abbiamo scoperto che c'erano degli acquisti facili gente che sta a un certo punto ha deciso di comprare dei terreni e dei terreni in posti di messina che non ci andrebbero ad abitare neanche le capre e invece un motivo c'è perché poi quei terreni valgono qualcosa come potere interdittivo e per trattare con chi il ponte lo deve fare però questo è un discorso che se volete faremo un'altra volta io ho raccontato raccontato in quella occasione sul giornale una cosa che mi raccontò un colonnello dei carabinieri che aveva lavorato a corleone quando negli anni in cui veniva costruita la diga garci'a che insomma portò anche a morti e cose di questo genere e lui diceva che la mafia scava e si rigenera cioè e come come lombrico il lombrico che mangia terra e si rigenera delle schifezze dalle cose che fa la mafia insomma non muore se non si distrugge completamente il lombrico vedete anche dopo la cattura di provenzano di lo piccolo ogni tanto vengono fuori delle notizie curiose per esempio l'altra volta la direzione investigativa antimafia e la procura di palermo hanno arrestato un banchiere svizzero che aveva aiutato non è favoreggiamento ma aveva aiutato una famiglia mafiosa di palermo a riciclare il denaro proveniente dall'attività criminale io leggendo questo comunicato stampa accertato siccome avevo capito in conferenza stampa forse perché dormivo che questi avevano aperto un conto corrente alle bahamas poi ho visto era un fondo d'investimento dico ma hanno investito nel fondo d'investimento leggo leggo leggo invece no avevano creato una società che gestisce quindi un fondo di investimento per gestire il risparmio per gestire anche i soldi degli altri e questo è un modo anche per rientrare nel circuito pulito legale nella nella nostra vita perché poi noi dovremmo metterci di volta in volta per cercare di capire che c'è dietro una società che ha sede a dico per dire a francofonte in provincia di siracusa che magari ci sono che c'è un fondo investimento delle isole cayman e chi c'è dietro i fondi e così via quindi amministra esattamente vabbè comunque io questo diciamo questo tipo di problema lo giro molto volentieri a chi di mestiere si occupa di questo si dice che la mafia militare è stata sconfitta quanto meno a palermo in questo momento è molto in difficoltà insomma l'altro giorno ho fatto un intervista al procuratore di palermo ho detto che non esistono più mafiosi di una volta perché lui diceva insomma li prendiamo e si pentono un buono è detto non esistono più ma essi scherzano forse non è così forse così lei che dice ma io sono ho molti difetti uno di questi effetti e che conservo molte carte che leggo e molti anni fa nel 1956 1956 venne pubblicato un libro uno dei primi libri che tentavano nel dopoguerra una ricostruzione dal punto di vista storico della mafia siciliana questo libro lo aveva scritto un giornalista americano che si chiama and dried che aveva scelto come chiave di lettura quella dei rapporti tra la mafia siciliana e la mafia americana cosa nostra americana che ovviamente dovete pensare al 1956 era una bella prospettiva ma questo libro ha un suo ulteriore pregio perché la prefazione di questo libro la scritta piero calamandrei e piero calamandrei scrivendo la prefazione di questo libro ha scritto esattamente proprio nell'apertura queste quattro righe siamo nel 1956 e piero calamandrei scrive un carattere comuni in sicilia in america mi pare che meriti essere rilevato che è sempre difficile stabilire una linea netta qua e là dove l'attività della mafia cessi di essere attività criminale e diventi camarilla elettorale dove cessi di essere brigantaggio e diventi cricca politica quando noi oggi dobbiamo affrontare la questione di cosa nostra della mafia del suo potere del sistema di potere che ha instaurato e del quale sia valsa per diventare l'organizzazione che purtroppo tutti abbiamo conosciuto e dobbiamo necessariamente affronto la questione che di cui piero calamandrei scriveva nel 1956 e cioè il problema di quella che meno amato re nel suo bellissimo libro ha scritto la zona grigia perché il vero problema di cosa nostra del suo sistema di potere mafioso è esattamente la zona grigia e per dirla con le parole di un bravo professore di economia siciliano di un anno fa scrive pubblicate su un quotidiano giustamente individuato il problema c'è qua il problema non è e capire non se la borghesia siciliana sia mafiosa ma quanta e quale borghesia e mafiosa e aggiungo io più molto più modestamente perché purtroppo faccio il mestiere che faccio cioè il pubblico ministero chi di essa ovviamente in questi difficilissimi anni abbia appunto aiutato cosa nostra a costruirsi il sistema di potere che tutti gli riconosciamo guardate porsi questa domanda cioè sulla zona grigia e quindi su tutti gli addentellati ai connessi che sono politici istituzionali economico finanziari non è come si suol dire una domanda di rito è una domanda tutt'altro che rituale e non è una domanda da appassionati di cose del passato di cose storiche è una domanda molto attuale è una domanda attuale non solo perché come ovvio e tutti sappiamo per capire il futuro bisogna conoscere il passato ma perché nelle cose mafiose almeno in quelle siciliane noi attraversiamo una fase assolutamente particolare cioè siamo in presenza di un fenomeno che mi sembra nuovo da un certo punto di vista e cioè quello in cui c'è un'organizzazione mafiosa in senso stretto cioè la cosa nostra fatta di famiglie mandamenti e gruppi di vertice che ha indubbiamente perso la sua capacità di condizionare la vicenda sociale politico siciliana che ha indubbiamente perso o comunque attenuato la propria forza contrattuale che ha subito dei durissimi colpi e che quindi è come dire vive un momento dal punto di vista della struttura di grande debolezza dall'altro lato ci sono gli interlocutori di sempre quelli con cui cosa nostra ha instaurato e mantenuto un grande potentissimo pericolosissimo devastante sistema di relazioni esterne su questo sistema di relazioni esterne è stato fatto molto molti di questi tramiti sono stati individuati sono stati arrestati sono stati processati ma questo è il terreno dove resta ancora molto da fare conoscere cercare di penetrare questo sistema di relazioni esterne vuol dire a penetrare cercare di conoscere i segreti dell'organico l'azione mafiosa quelli che ancora non sono stati rivelati da nessuno significa cercare di capire che cosa succederà in futuro perché quei questi segreti il segreto di queste relazioni oggi come dire vorrei dire e bipolari perché i detentori di questi segreti sono uno nel carcere di novara dove vorrei dire sta benissimo 1 nel carcere di opera a milano e vorrei dire che sta altrettanto bene e gli altri detentori sono quei signori in parte individuati in parte non individuati che ancora oggi abitano risiedono nelle stanze del potere siciliano e non solo e che ovviamente lo alimentano oggi questi signori questi interlocutori forse hanno una tentazione una tentazione fortissima che per la prima volta possono ragionare in termini nuovi cioè per la prima volta possono fare da soli cioè non hanno più bisogno di cosa nostra nel senso dell'organizzazione mafiosa cosa nostra possono avere la tentazione di fare da soli di fare da soli intendo dire non le cose lecite non il mercato e la democrazia di fare da soli e di gestirsi da soli l'illecito gli affari illeciti senza più il convitato di pietra e allora oggi conoscere quello che io ho definito il sistema di relazioni esterne significa riuscire a individuare i connotati del nuovo sistema di potere che è un sistema di potere fortemente espansivo che va verso l'esterno della organizzazione mafiosa si muove in quella direzione riconoscerlo significa avere gli strumenti per aggredirlo in anticipo per non aspettare vent'anni per poi rincorrere nuovamente come purtroppo è stato fatto per la mafia in senso stretto in cui si è purtroppo iniziati a fare sul serio e fare costantemente sul serio dopo un prezzo troppo elevato che lo stato ha dovuto pagare in termini di risorse umane penetrare questo sistema di relazioni è una cosa estremamente complessa ed è una cosa estremamente difficile perché richiede una dedizione particolare intanto bisogna sfuggire a due pericoli un primo pericolo è quello di un'analisi di tipo generalista in cui si individua una sorta di magma di nuovo magma mafioso in cui quando tutte mafia poi niente lo è l'altro pericolo contestuale è quello di una lettura come dire minimale riduzionistica di basso profilo che non consideri non esamini nel dovuto modo i veri aspetti del sistema di potere mafioso che ha una capacità espansiva verso l'esterno allora io credo che per capire quello di cui stiamo parlando occorre muovere dai fatti io purtroppo ho anche l'alto un altro difetto che è quello di partire dai fatti e dai fatti da quelli anche minimali per poi cercare di arrivare a quelli più importanti è un metodo che ci ha insegnato che ha insegnato a farci a fare questo mestiere e che io custodisco e conservo gelosamente allora che cosa ci dicono questi fatti partiamo banalmente l'elenco del telefono partiamo dagli anni 70 gli anni settanta e sono stati gli anni della grande espansione mafiosa e in particolare della presa di potere dei corleonesi corleonesi da corleone sono scesi fino a palermo che cosa hanno rappresentato gli anni settanta da che cosa sono stati come dire contraddistinti da un grande accordo di potere che ruotava intorno a tre categorie i mafiosi ecc ai corleonesi riina bagarella e provenzano mettiamoci anche nome e cognome la politica che in quel momento si chiamava vito ciancimino e i grandi costruttori palermitani insieme hanno realizzato il sacco edilizio di palermo che è non soltanto una cosa è stato un orrore dal punto di vista della trasformazione urbanistica della città ma che ha rappresentato la prima occasione di accumulazione di un'enorme ricchezza e di potere da parte dei mafiosi corleonesi da parte della nuova classe dirigente mafiosa quindi abbiamo una interlocuzione a tre mafiosi politici costruttori mafiosi in cui costruttori sono stati il tramite dell'interlocuzione con la politica negli anni 80 noi abbiamo avuto una novità e guardate che spesso i mafiosi sono come dire scarsamente scolarizzati no voi vedete bernardo provenzano quest'uomo anziano malridotto questi è gente che si è circondata di invece consiglieri è stata circondata di gente che le cose le capisce che sa dare un quadro di previsione è estremamente significativo voi pensate negli anni ottanta provenzano che è quello che voi avete visto in televisione dopo l'undici aprile negli anni ottanta quell'omino lì con i suoi consiglieri aveva inventato delle società che gestivano in regime di quasi monopolio le forniture elettromedicali per la sanità pubblica e guardate che questo questo affare perché si trattava di un affare estremamente lucroso non aveva soltanto una funzione come dire l'arricchimento economico no forse quello è l'aspetto meno importante è che attraverso quel sistema attraverso quelle società in cui c'erano i prestanome di bernardo provenzano per la prima volta i mafiosi corleonesi entravano nella sanità pubblica entravano in contatto i rapporti concetto nuovo che non erano più i costruttori ma erano i liberi professionisti la classe medica la classe universitaria i dirigenti di un settore della vita civile palermitana e siciliana arriviamo nel decennio successivo e nel decennio successivo queste che vi ho raccontato sono cose note ora ve ne racconto una che forse meno nota ma non certo meno importante nel decennio successivo noi scopriamo che per dieci anni torniamo agli imprenditori per 10 anni 10 11 gruppi imprenditoriali siciliani veri gruppi imprenditoriali veri imprenditori seri cioè gente con imprese con conti con per ai mezzi risorse aveva gestito in regime di quasi monopolio ancora una volta centinaia di miliardi di lavori stradali realizzazione e manutenzione delle strade anas e abbiamo scoperto sempre nel 2000 e 2001 no grazie che questi imprenditori riuscivano ad accaparrarsi i lavori banditi dall'anas con un sistema semplicissimo truccando diciamo così le offerte ma lo potevano fare vincolando tutti gli imprenditori a quegli accordi illeciti presi perché alle loro spalle avevano un personaggio che era uno dei consiglieri di bernardo provenzano uno di quelli che lo avevano aiutato a nei rapporti diciamo prima con ciancimino e dopo nel nella sanità quello stesso consigliere che sostanzialmente garantiva agli accordi degli imprenditori che si accaparravano in modo monopoli monopolistico i lavori dell'anas era lo stesso consigliere che a quegli stessi imprenditori aveva fatto fittiziamente intestare tutti i beni occulti tutte le proprietà immobiliari di provenzano di riina e di bagarella e poi arrivi amagliani 2000 la nuova frontiera e anche qui partendo da piccoli fatti e cioè dai i famosi pizzini dalle lettere che noi abbiamo trovato a montagna dei cavalli dove è stato arrestato bernardo provenzano abbiamo ricostruito un sistema assolutamente complesso assolutamente efficace di penetrazione nel sistema della grande distribuzione commerciale di i territori provinciali estremamente significativi ed estesi in cui gli interessi mafiosi di cui erano titolari i due capi mafia allora rimasti latitanti più importanti provenzano e il capo della provincia trapanese matteo messina denaro erano come dire veicolati venivano rappresentati da un imprenditore pulito che nelle loro nella loro corrispondenza veniva chiamato l'imprenditore di riferimento abbiamo scoperto e queste è come dire scoperte 2007 ovviamente 2008 che questo imprenditore di riferimento era anche ovviamente in ottimi rapporti con tutta una serie di personaggi politici amministratori locali la cui attività il cui aiuto era indispensabile per la conclusione di nuovi affari e allora proviamo a come dire ricapitolare siamo partiti dagli anni 70 sia moriva arrivati al 2000 al 2006 e vedete che c'è sempre di mezzo sempre o come tramite o come punto finale dell'interlocuzione un imprenditore cioè il sistema delle imprese in tutti questi anni la mafia cosa nostra ha rivolto al sistema delle imprese una grandissima attenzione e guardate che è stata un'attenzione che non è come dire giustificabile soltanto con quello che il motivo più evidente e cioè consentitemelo il prelievo fiscale fiscale dalla parte dei mafiosi no c'è un motivo molto più importante di questa attenzione e ce lo ha spiegato proprio di recente uno dei nostri più accreditati collaboratori di giustizia il quale durante un interrogatorio mi ha detto dice dottore dice voi pensate che le imprese e pensate alle estorsioni sempre come qualcosa di violento no come qualcosa che ha un intimidazione come qualcosa che ha una carica in cui c'è sempre chi subisce chi impone il codice penale l'estorsione è questa e spiegava questo collaboratori ci siano gli imprenditori ci servono perché pagano la messa a posto no per cui noi applichiamo la famosa regola del tre per cento per cui non c'è produzione di ricchezza in sicilia che non debba essere in qualche modo passata da parte di cosa nostra che si attribuisce una piccola parte di quella ricchezza la cosa nostra che governa il territorio dove si produce la ricchezza dice tutto questo è vero tutto questo è importante dice ma vedete per noi gli imprenditori sono una grande risorsa non soltanto perché pagano ma perché noi attraverso il sistema di sottoposizione alla messa a posto mettendoli a posto noi li avviciniamo ce li facciamo amici gli proponiamo un patto di scambio gli facciamo vedere la convenienza nel pagare perché non è vero che gli imprenditori in sicilia hanno pagato pagano soltanto perché sono vittime perché hanno paura è anche vero che pagano molti o qualcuno paga per ragioni di convenienza perché adempiono ad un patto di scambio dal quale ottengono delle controprestazioni ottengono dei vantaggi che sennò dal mercato non potrebbero mai conseguire e allora diceva questo collaboratore per vedere se gli imprenditori e gente importante perché gente che per lavorare a rapporti stringere relazioni cioè a amicizie ha agganci hanno agganci e allora noi entrando i rapporti con gli imprenditori cerchiamo di penetrare anche in quel sistema di agganci di rapporti e di amicizie e cerchiamo di utilizzarlo a fini nostri perché allora meravigliarsi di quello che è emerso nell'ultima fase del processo ai responsabili delle stragi di capaci e di via d'amelio di fronte alla corte di assise di appello di catania dove è emerso che prima delle stragi bernardo provenzano aveva posso usare questi termini si commissionato a un proprio ambasciatore un particolare sondaggio cioè quello di come dire per tastare l'imprenditoria non siciliana sulle possibili conseguenze di quelle azioni militari eclatanti che l'organizzazione mafiosa aveva deciso di portare a termine e allora non sa se mettiamo insieme questi dati perché oggi dopo diciamo di indubitabili successi che non sono mai definitivi ma che comunque sono importanti che lo stato attraverso il suo braccio repressivo cioè forze di polizia e magistratura è riuscita ad ottenere nei confronti dell'organizzazione mafiosa e anche diciamo di alcuni suoi complici collaterali perché lo spazio che sia aperto perché le risorse che si sono liberate oggi sono state subito sfruttate dagli imprenditori perché gli imprenditori sono stati al centro di questo sistema perché oggi hanno più interesse di altri ovviamente perché diciamolo hanno molto sofferto a liberarsi di questo sistema e hanno ovviamente interesse a coltivare una via diversa da quella che è stata fin qui seguita e non è un caso che al di là di quello che sono i risultati dell'azione repressiva dello stato la vera novità in sicilia dell'azione antimafia e questo è il mio personalissimo punto di vista ed è forse il segno più importante dei successi che si sono ottenuti ed è il segno che la distingue dalla situazione purtroppo in cui versano altre regioni come la calabria è come la campania ecco l'iniziativa degli imprenditori in questo quadro è qualcosa di eccezionale e qualche cosa di straordinario è la vera novità è la vera novità della azione di contrasto a cosa nostra alla mafia in sicilia è la vera novità perché qualcosa che si muove dentro lo stato ma che non è frutto di azione repressiva è un'iniziativa che promuove legalità e sviluppo che vuole costruire un modello nuovo di di sviluppo dell'economia siciliana io concludo subito di solito non non coltivo l'ottimismo c'è nel senso che sono abituato ad assorbire anche diciamo i momenti di stallo e mi sono abituato in questi anni in cui ho lavorato a palermo ormai sono 12 ho imparato che ogni volta che a cosa nostra si dà un colpo cosa nostra una forte capacità di ristrutturarsi di assorbirlo di recuperare mi viene da dire che i colpi che si sono susseguiti in questi ultimi anni sono colpi durissimi che certo persone capi come provenzano come quelli che sono stati catturati non sono facilmente surrogabili però guardate la vera certezza è quello che mi alimenta l'ottimismo contrariamente a quella che è il mio modo di pensare e stato quello che io ho visto e quello che io ho sentito per la prima volta in 12 anni a palermo perché ha ragione liliana ferraro quando dà i numeri 51 31 eccetera eccetera quello che mi alimenta la speranza è quello che abbiamo visto al teatro biondo il 10 novembre del 2007 quando a palermo è stata costituita la prima associazione antiracket quando il teatro era pieno di gente ed era pieno non degli addetti ai lavori non di quelli che fanno come dire l'antimafia io devo dirlo parolaia e non nei fatti ma era pieno di gente che lavora di studenti di imprenditori veri di quelli che stando lì seduti alzandosi e facendosi riconoscere mettevano si esponevano mettevano in ballo mettevano in gioco la propria faccia il proprio nome la propria attività i propri affetti un grande segno di coraggio un grande segno di coraggio come le parole che in quell'occasione ha pronunciato ivan lo bello dal palco di quel teatro io ho un solo timore è velo e ve lo dico il mio timore è questo che l'esempio di quelle parole l'esempio degli imprenditori siciliani dovrebbe essere seguito non solo dagli imprenditori ma dovrebbe essere fatto proprio è seguito anche da altre categorie che in questi anni come dire non si sono molto distinte nell'azione antimafia vera in quella dei fatti penso al mondo delle libere professioni ma penso soprattutto alla politica per essere chiari ecco il mio timore è che gli imprenditori rimangano da soli in questa azione e sarebbe davvero esiziale non soltanto per il mercato ma anche per la democrazia in questo momento lasciarli soli grazie io per riallacciarmi a quello che dice il dottor prestipino sempre sostenuto non lo sostengo io insomma l'ho imparato e continua a pensare che sia così che al sud è mancata una vera rivoluzione borghese mancate c'è poco da fare e io ho detto più volte in questi mesi conta allora ogni tanto mi invitano a parlare ho detto che questo è il momento di creare un'alleanza tra le libere professioni che sono quel pezzo di borghesia meridionale che pensa che studia che ragiona con le imprese e il momento di farlo insomma forse qualcosa si sta muovendo boh vedremo perché io ogni tanto qualche altro segnale invece lo ricevo perchè per esempio ci sono imprenditori mafiosi che lo diceva l'altra volta l'aula bunker anche il procuratore grasso possono permettersi i migliori consulenti e lo fanno guardate lo fanno perché quando tu puoi vedi un ricorso di un mafioso contro il comune che non gli vuole dare una concessione firmato da un luminare del diritto amministrativo che tu fino al giorno prima giudicati il massimo dell'onestà e allora a quel punto ti ti ti ti scappa anche la pazienza
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