Il futuro del futuro visto dagli studenti dell'Università di Trento
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Il futuro del futuro visto dagli studenti dell'Università di Trento
Michele Andreaus, professore ordinario di Contabilità e Bilanci all'Università di Trento, Luca Erzegovesi, professore ordinario di Finanza aziendale all'Università di Trento, Federico Girotto, amministratore Delegato di Masi Agricola SPA, Anna Nicolis, collaboratrice alla didattica, Riccardo Tamassia, CFO Ferrari Trento e CFO Gruppo Lunelli, e Nicolò Vellar, dottore in Gestione Aziendale e Management in dialogo con Matteo Bruno Lunelli, presidente & CEO Ferrari Trento e AD Gruppo Lunelli, e Pierluigi Depentori, direttore dell'Adige, sul tema della "Finanza e sfide odierne".
Sottotitoli creati dalla comunità Amara.org Buon pomeriggio a tutti, benvenuti al Festival d'economia, benvenuti a questo doppio panel, quello di oggi e quello di domani sera, dedicato al futuro del futuro visto dagli studenti dell'Università di Trento. Sono particolarmente felice di partecipare a questo anche a quello di domani sera, due panel che abbiano a che fare con gli studenti e con quelli che saranno il vero futuro della nostra economia e della nostra terra, quindi pensare al futuro del futuro fa venire in mente subito la parola giovani. In questo caso, perché saranno loro ovviamente a gestire il futuro, il mondo che cerchiamo di lasciarli nella maniera migliore possibile. Ovviamente è un periodo strano, sono periodi pieni di turbulenze sotto mille punti di vista e l'economia ci insegna però che i momenti di grande turbulenza possono essere anche momenti di opportunità, occasioni da cogliere e quindi pensare in questo senso a che tipo di futuro sarà per i nostri ragazzi può essere visto da un certo punto di vista con tante incognite ma dall'altra anche con una buona dose di fiducia. Ragionando su quello che può essere il futuro del futuro mi è venuto in mente uno studio del World Economic Forum secondo cui il 65% dei ragazzi che in questo momento stanno facendo la scuola elementare faranno poi un lavoro che oggi ancora non esiste e quindi questo ci deve fare interrogare anche su quello che potrà essere il futuro e come riuscire a coniugarlo. Pensiamo in questo senso anche arrivando al tema delle due tesi che poi i due studenti ci racconteranno, ad esempio nel tema dei green jobs, anche lì ci sono sviluppi molto importanti che sono da accogliere al volo e quindi in un certo senso oggi ci occuperemo di finanza, di vino e ci occuperemo di sostenibilità e queste tre parole raccudiamo con una quarta parola che è appunto quella dei giovani e com'è a fare da ospite dei vari relatori c'è Matteo Lunelli credo lo conosciate tutti il presidente e CEO di Ferrari Trento del gruppo Lunelli e anche presidente di alta gamma quindi un vanto della nostra terra, un vanto di quella che è veramente l'eccellenza del Trentino e che ci aiuterà a raccontare anche come le sue aziende stanno affrontando questi cambiamenti e prima di introdurre gli ospiti volevo fare un paio di domande proprio sul tema dei giovani e quindi iniziare chiedendo quanto sono importanti i giovani in Ferrari Trento. Buongiorno a tutti, il tema è sicuramente affascinante perché poi il futuro del futuro ti sprona a guardare oltre e guardare all'orizzonte spesso uno dei problemi di noi imprenditori è che talvolta ci troviamo così tanto presi dall'oggi o magari dal domani un budget che è un budget annuale e noi ci dimentichiamo che quell'anno è un piccolissimo percorso. Io rappresento un'azienda che ha 121 anni di storia e quindi è in un settore che richiede tempo e pazienza e quindi un orizzonte di lungo periodo e quindi bisogna sempre però ricordarsi questo che bisogna guardare al futuro del futuro e quindi bisogna guardare molto in là e quindi quando uno deve guardare all'orizzonte deve guardare al futuro con ambizione non può che pensare ai giovani come hai detto poc'anzi. I giovani per noi sono quelli che ci possono aiutare a vincere la sfida della contemporaneità. Questo non è solo una sfida di Ferrari Trento, io lo posso dire come presidente di alta gamma, tutto quello che è in Made in Italy di eccellenza ha per definizione, per storia, ha una grande tradizione, quella che a livello internazionale si chiama l'Heritage, a Laura nei propri marchi che deriva da questa storia straordinaria. Noi abbiamo sommato gli anni, ad esempio, degli anni di vita delle aziende che fanno parte di alta gamma che sono 115 e arriviamo oltre i 9.000. Quindi in generale il Made in Italy ha tradizione però oggi sempre di più la sfida è quella della contemporaneità e quindi di saper ingaggiare un consumatore che è sempre più giovane, che ha i nuovi mercati, che è più digitale e anche, ad esempio, nel mercato del lusso i dati sono straordinari, oggi sempre di più, anche nella fascia più alta i trend sono determinati, soprattutto i trend di crescita sono determinati dai giovani a livello internazionale. Quindi i giovani in azienda soprattutto sono il nostro futuro ma sono anche quelli che ci possono aiutare a leggere la contemporaneità e a ingaggiare dei nuovi consumatori, sono quelli che ci possono aiutare a essere più aperti all'innovazione e oggi il mondo si muove a una velocità straordinaria. Devo dire che io penso che i ragazzi stanno usando ChargeBT e l'intelligenza artificiale più di quanto fanno i manager delle aziende e questo ce la dice lunga perché sono stati molto più veloci ad abbracciare, ad esempio, una tecnologia che sicuramente avrà un impatto di rompente nei prossimi anni. Noi in questo momento ne sentiamo parlare, leggiamo, guardiamo ma non la utilizziamo. L'intelligenza artificiale come Cantina e Fralle l'abbiamo davvero abbracciate in un paio di progetti di innovazione però tendenzialmente nell'uso quotidiano il nostro team non usa l'intelligenza artificiale, bene alcuni studenti la utilizzano o comunque già la conoscono e la adottano nel giorno per giorno. Quindi basta pensare ai social media, la capacità di un giovane di utilizzare i social media che oggi anche per il mondo del vino, per tutto quello che è il settore del Made in Italy diventa sempre più importante è un qualcosa che i giovani sanno interpretare e sanno capire molto meglio di noi e quindi inserire i giovani anche in questi reparti è fondamentale. I giovani poi sono il futuro e va costruito nel tempo. Se penso ai giovani e se non azienda familiare penso anche ad esempio a noi, alla prossima generazione. Il futuro del futuro per un'azienda familiare è anche fare in modo che la futura generazione sia in grado di portare avanti l'azienda non tanto poi come gestione, prima di tutto come azionista e quindi bisogna costruire non solo la formazione dei giovani ma anche una cultura, trasmettere dei valori a questi giovani in modo tale che possono essere la garanzia per la durata nel lungo termine dell'azienda. Tra l'altro sono giovani che portano spinte innovative sotto mille punti di vista. Voi avete fatto come fondazione Alta Gamma un esempio reale che è quello di adottare delle scuole e quindi non vi siete solo riempiti la bocca di idee ma siete stati anche pratici in questo senso come è giusto che sia e anche in questo caso Ferrari Trento è stato in prima fila all'interno di questo progetto. Partiamo da un presupposto da quello che è nato, da dove è nato questo progetto ad esempio adotto una scuola di fondazione Alta Gamma. Noi siamo partiti dal presupposto che il saper fare anche manuale, quindi il talento nelle mani l'abbiamo chiamato, il talento del fare e al cuore dell'eccellenza del made in Italy. Spesso questo talento risiede nel know-how e nel saper fare di alcune persone, di maestri d'arte, di artigiani che lavorano nelle aziende e che sanno quindi creare delle borse, degli oggetti di design, degli oggetti delle creazioni di alta moda. Ecco questo saper fare rischia di perdersi in futuro perché è abbastanza chiaro che c'è una maggiore fatica nel trovare nuovi sarti, nuovi talenti del fare nelle nuove generazioni. Quindi questo saper fare va tutelato, tramandato alle future generazioni e per farlo dobbiamo da un lato fare in modo che i giovani abbiano una vocazione verso questi mestieri e dall'altro dobbiamo creare dei percorsi formativi adeguati. Allora noi abbiamo visto che comunque c'è ad esempio come fondazione Alta Gamma quando un brand sposa una scuola o adotta una scuola, questo aiuta la scuola anche a diventare più attraente. Abbiamo un caso, non so, uno dei nostri soci a Roma che è Fendi ha fatto un progetto con una scuola che è legata alla lavorazione della pelle ed ha avuto un successo straordinario perché le famiglie giustamente hanno riconosciuto in una scuola che costruiva un progetto con Fendi, un progetto interessante per i ragazzi. Così noi abbiamo voluto fare anche come Ferrari Trento, quindi non solo per stimolare queste vocazioni, per rendere più attraenti questi mestieri, ma anche perché una scuola e l'impresa possono insieme costruire dei percorsi didattici personalizzati, dei percorsi didattici ad hoc in cui poi le professionalità dell'azienda entrano all'interno della scuola, in cui gli studenti hanno possibilità di lavorare con l'impresa o dentro l'impresa o di fare dei percorsi e quindi questo dialogo tra scuola e impresa a mio avviso può dare dei risultati ccezionali. Noi l'abbiamo fatto a Trento e in Trentino con la scuola alberghiera di Levico Termine, con l'istituto alberghiera o Trentino di Levico Termine, Terme. Siamo partiti dal presupposto che questo istituto è un'eccellenza, ha anche una scuola di alta formazione da cui scono dei ragazzi bravissimi che lavorano in alcune delle strutture di ospitalità più belle in Italia e nel mondo e nonostante questo è una scuola che ha tutto sommato fa quasi fatica a trovare dei studenti, nella scuola di alta formazione i numeri non sono altissimi anche se poi tutti quei ragazzi che escono da queste scuole poi trovano immediatamente lavoro. Allora siamo in un paese dove ancora c'è una disoccupazione giovanile e alcuni di questi mestieri probabilmente non sono sufficientemente attraenti per i giovani quindi bisogna costruire un percorso. Noi abbiamo dialogato con la scuola, c'è il Federico Samaden che è un dirigente illuminato e che quindi con lui abbiamo voluto costruire quindi un dialogo e con il suo team, abbiamo inserito all'interno del programma didattico persone manager o collaboratori delle cantine Ferrari, alcuni dei nostri partner, dei contatti da grandi sommelier a chef, a professori universitari, grandi consulenti che hanno quindi arricchito il percorso formativo dall'altra parte daremo l'opportunità anche ai ragazzi di fare delle esperienze all'interno delle cantine, di comprendere l'operatività di quello che facciamo in campagna e in cantina. Devo dire che è un'esperienza molto bella anche per chi lo fa, devo dire che tutte le persone che abbiamo coinvolto soprattutto dell'azienda poi vivono questa esperienza anche come un'esperienza molto positiva perché si entra in contatto con i ragazzi, c'è un dialogo molto bello e quindi è un progetto a cui teniamo molto. Tornando al quadro più generale, chi guarda il futuro, non è poi un futuro così lontano ma noi abbiamo fatto una ricerca con alta gamma che dice che da qui al 2025 ci saranno più di 300 mila giovani che saranno richiesti dai settori dell'alto di gamma che sono poi la moda, il design, l'agroalimentare, l'ospitalità, l'automotive. Ecco in questi settori si richiederanno più di 300 mila figure di giovani adeguatamente formati e noi stimiamo che circa la metà non sarà soddisfatta quindi c'è una domanda molto significativa e per andare a risolvere questo mismatch tra domanda e offerta di lavoro bisogna lavorare in due direzioni come dicevo prima, quindi bisogna fare in modo che i giovani abbiano una vocazione verso questo tipo di mestieri, fare in modo che le scuole siano adeguate nella formazione e per far questo insomma l'alleanza fra impresa e scuola è fondamentale. Incontrare le aziende così presto fa anche aumentare l'attrattività dell'economia locale del territorio, quindi magari si vede che ci sono ottime opportunità, ci sono aziende importanti prima di pensare magari di andare subito via dal Trentino, dall'Italia. Sì, sicuramente anche perché questo saper fare è spesso legato a distretti, a tradizioni locali che vanno mantenute e vanno portate avanti quindi spesso sono anche appunto dei know-how che sono legati appunto a distretti d è e poi ecco visto che stiamo parlando di Made in Italy mi permetto anche di salutare in particolare Matteo Zoppas che è un amico ed è il presidente di ICE che è l'agenzia che si preoccupa di promuovere il Made in Italy in tutto il mondo. Matteo è un imprenditore che però per spirito di servizio si sta dedicando a questa sfida in questo momento che è la sfida di costruire il futuro del futuro del Made in Italy, adesso non so se possiamo dargli magari per un saluto visto che è un caso che sia qua ma è una persona estremamente interessante che ripeto si sta dedicando con spirito di servizio a questa sfida. Non è proprio un caso perché sono venuto a salutarti e passavo di qua intanto buongiorno a tutti grazie. Parliamo di Made in Italy, parliamo di Made in Italy nel mondo, ICE è come dice l'Istituto del Comercio Estero, in Italia si esportano 620 miliardi di euro all'anno quindi sono tanti soldini che vengono in Italia che servono per fare, per generare lavoro, fare occupazione e naturalmente creare economia in Italia. Stiamo parlando del vino, il vino sono circa 8 miliardi di euro di esportazioni all'anno, tutto l'agroalimentare conta 60 miliardi più o meno, quindi 8 miliardi su 60 miliardi e ci sono delle tendenze positive, c'è un'espansione comunque ancora in corso. Sappiamo che stiamo arrivando da due momenti molto particolari e molto importanti e critici che sono quelli della pandemia e della guerra, la pandemia soprattutto sull'export ha inciso molto perché ha quintuplicato, a volte decuplicato il costo delle esportazioni, della logistica, quindi dei container per andare all'estero, per un certo periodo addirittura non si sono trovati, per quanto riguarda il vino c'è stato tutto un periodo che soprattutto i vini nostri, quelli più di alta fascia, più caratteristicamente nostri di alta fascia che sono venduti nel settore dell'Oreca, hanno trovato la chiusura totale delle ristorazioni dove venivano venduti, quindi ci sono state delle criticità importanti però nonostante questo, questo è un bel messaggio da dare, i numeri sono rimasti positivi perché la resilienza, la capacità di fare, di saper fare come diceva Matteo prima dell'imprenditoria italiana ha saputo fare fronte a tutte queste problematiche e a combatterle e a vincerele. Sostenibilità era quello che si diceva prima, che stavi dicendo, sostenibilità è quello che si chiede oggi un po' in tutte le esportazioni, sostenibilità, l'attenzione per l'impatto ambientale e tutte queste cose, le tecnologie, l'innovazione, quello che conta molto, quello che viene richiesto. Anche noi abbiamo una scuola di formazione per quelli che chiamiamo gli export manager, che sono sicuramente per quelle che sono le aziende con le quali noi ci focalizziamo di più, che sono le piccole e medie imprese, quelle che hanno più bisogno rispetto ad altri d'aiuto a desportare, abbiamo questi corsi che formano le persone che insegnano come trattare le problematiche doganali, certificazioni, insomma dare gli strumenti alle aziende, alle piccole e medie imprese per poter andare all'estero senza grande impatto. Faccio complimenti alle persone che oggi presentano le loro tesi e che tanti altri, ci auguriamo che tante altre persone come voi si impegnino allo stesso modo che ci possano portare, portare le nostre imprese ad esportare ancora di più nel mondo e rendere ancora più bello il Made in Italy di come viene visto oggi. Grazie, il Made in Italy è veramente forse il principale vaccino a tutti i problemi che abbiamo, è la forza propulsiva dell'Italia nel mondo e quindi è particolarmente interessante quello che è appena stato detto. Entriamo nel vivo del panel e si parla proprio di vino con la prima tesi, la tesi di Anna Nicolis che invito sul palco insieme al professor Luca Zegovesi. Anna si è laureata con l'Ode all'Università di Trento in gestione aziendale, attualmente è laureanda magistrale in finanza, il professor Luca Zegovesi credo che lo conosciate tutti, è professore di finanza aziendale coordinatore del laboratorio di pianificazione finanziaria dell'Università di Trento. La tesi che è stata portata avanti parla proprio di vino e finanza e in questo caso dell'apertura delle imprese di viti vinicole al mercato dei capitali con un caso di studio ben particolare che è quello di masi agricola. Prego Anna. Buongiorno a tutti, sono Anna Nicolis, appunto laureanda della facoltà del dipartimento di conomia e corso di finanza all'Università di Trento e mi sono focalizzata sulla quotazione in particolare di masi agricola in quanto il ruolo della finanza è centrale in questo mercato viti vinicolo, soprattutto anche viste le numerose fusioni e acquisizioni anche nel mercato italiano. Questo ruolo centrale della finanza è legato principalmente alla competizione che c'è in questo mercato, è infatti tradizionalmente situato nei paesi del cosiddetto old world, quindi Italia, Francia e Spagna, infatti come si vede da il grafico a sinistra e il 50% della produzione mondiale è appunto prodotta in questi paesi. Tuttavia negli ultimi anni vi è stata una crescita importante di paesi del nuovo mondo sia nei consumi che nella quota di mercato delle imprese, in particolare Stati Uniti, Australia, Chile, Argentina e Sudafrica. Quindi questa importanza di queste imprese del nuovo mondo si vede anche da rappresentazione delle borse mondiali che infatti mostra la Francia e l'Italia con un 9%, un 14% rispettivamente della capitalizzazione di mercato e dell'enterprise value, mentre una quota molto più importante dell'Australia, Cina e Stati Uniti che appunto ha una percentuale molto maggiore perché presenta imprese di grandi dimensioni quotate, mentre Francia, Italia e in Spagna in particolare perché è un'unica impresa quotata ha molte imprese ma piccole, più piccole dimensioni e private. Quindi visto il contesto è essenziale una strategia di crescita importante per le imprese dell'old world e in quest'ottica è stato fondamentale l'analisi del caso di masi agricole SPA che appunto ha applicato una strategia di crescita molto efficace. Masi agricole SPA è un'azienda tradizionale con proprietà familiare della famiglia Boscaini che ha una tradizione viti vinicola da 250 anni, ha la sede in Valpolicella classica quindi vicino a Verona e però ha terreni anche in tutto il Veneto, in Trentino, in Friuli, in Toscana e anche in Argentina. Produce vini di pregio ispirati a valori del territorio delle Venezia, in particolare Amarone che è il vino più importante e vende in 140 paesi con quota di esportazione pari al 72% del fatturato. Ha avuto appunto una crescita importante delle attività in questi anni legato allo sviluppo dei mercati sia nazionale che internazionale, ha avuto una promozione del brand efficace, un ampliamento della gamma dei prodotti e importanti investimenti nell'ampiamento della cantina di produzione dell'azienda. Inoltre dal 2014 è nato un nuovo progetto, il progetto Masi Wine Experience che è legato e diretto alla cura del cliente privato e retail. Vi è stata una strategia di crescita oltre che interna anche esterna, infatti vi è stata l'acquisizione di Canevelle nel 2016 e vi sono stati anche molti accordi con produttori storici come ad esempio Serego Alighieri sempre in Valpolicella o Bossi Fedrigotti in Trentino. Questa crescita è stata finanziata attraverso una raccolta di capitali sia di debito tradizionale come appunto il debito bancario ma anche di fonti di finanziamento alternative come ad esempio il prestito obbligazionario che è stato emesso nel 2021 e l'apertura del capitale proprio a un fondo di private equity nel 2006 e la quotazione in borsa nel 2015. Questa crescita ha portato ad un incremento del fatturato come è visibile dal grafico e parallelamente anche un parziale cambiamento del mix dei prodotti. Infatti la fascia principale risulta quella premium ma la fascia top che sono bottiglie con un prezzo di mercato maggiore di 25 euro ha avuto una crescita importante passando da 14 milioni di fatturato a 23. Mi sono focalizzata su Masi Agricola perché è una delle due imprese italiane del vino quotate in borsa insieme a Italian Wine Brands e il processo di quotazione è iniziato nel 2013 con l'ingresso nel programma Elite che è dedicato alla crescita delle imprese attraverso fonti di finanziamento alternativi. Nel 2015 c'è stato quindi l'inizio delle negoziazioni nella borsa IM, l'attuale Euronext Growth Milan che è un sistema multilaterale di negoziazioni dedicato alle PMI italiane ad alto potenziale di crescita. Questa quotazione è avvenuta tramite la vendita di azioni del fondo di private equity Bacco SPA che è il veicolo e un aumento di capitale che è stato essenziale per il raggiungimento del flottante necessario per i requisiti della borsa Euronext Growth Milan. Il valore complessivo dell'operazione è stato di 30 milioni di euro che al netto delle spese e della liquidazione del fondo ha portato una raccolta di capitale di 16,7 milioni di euro. Il prezzo di offerta dell'azione è stato di 4,6 euro e il collocamento è stato diretto a investitori istituzionali professionali per il 55% italiani e per il 45% esteri. Successivamente la quotazione in borsa invece le azioni sono state vendute anche a investitori privati e infatti dal 2016 l'azienda ha più di 500 azionisti retail. La quotazione appunto è avvenuta nel 2015 quindi successivamente è entrata in società dell'attuale amministratore delegato Federico Girotto che è qui presente in aula e appunto come ho detto ha avuto una parziale diminuzione di quota della proprietà il fondo di private equity e il flottante del mercato è stato pari a 20,5%. La proprietà della famiglia Boscaini è rimasta molto importante pari a 73,5% quindi la proprietà della società è rimasta in mano la famiglia e come si vede anche attualmente lo è quindi è invariata. Gli azionisti significativi attualmente sono invece Red Circle Investments e la fondazione Empaya che è una ente previdenziale dell'agricoltura. La mia tesi si è poi focalizzata sul valore di un'impresa vitivinicola dal punto di vista di un investitore quindi nel processo di quotazione è essenziale applicare un metodo di valutazione per stimare un prezzo di mercato e il metodo di valutazione base è il cosiddetto discounted cash flow che permette di attualizzare i flussi di cassa operativi futuri infatti come si vede dalla formula i driver più importanti sono il flusso di cassa futuro e operativo futuro il costo del capitale rvcc e il valore terminale delle attività vn quindi in un tempo n futuro successivamente a un periodo di previsione stimato. Il flussi di cassa quindi la prima variabile sono relativamente bassi per un'impresa vitivinicola in quanto è caratterizzata da elevati investimenti netti dovuti soprattutto a investimenti per la produzione quindi terreni agricoli e immobilizzazioni per la vinificazione. Vi è però un trade off si può dire perché la proprietà dei terreni permette una maggiore marginalità perché permette la produzione di vini premium e la riduzione del costo delle uve infatti il costo di produzione è minore del costo di acquisto tuttavia vincola i volume di produzione e quindi di vendita a un certo punto l'impresa per crescere deve per forza passare attraverso l'acquisto di uva e quindi parziale riduzione della marginalità. Se quindi i flussi di cassa sono relativamente bassi è invece importante nel totale di un'impresa vitivinicola il valore terminale futuro che è il valore finale o residuo dell'impresa al tempo n quindi appunto in un tempo futuro questo viene determinato dalla crescita dei flussi di cassa di lungo periodo ma in un'impresa d'alta intensità di capitale soprattutto dal valore dei terreni di proprietà infatti in un'impresa vitivinicola il valore dei terreni può essere considerato come un valore di base sotto il quale difficilmente si scende perché il valore terminale può essere inteso come un valore di cessione della società appunto in futuro e la vendita dei terreni porta un'importante entrata di cassa che influisce appunto sul valore della stessa. Il valore dei terreni inoltre abbiamo detto in futuro quindi questo beneficia oltre che dell'importante valore iniziale attuale anche della proprietà della vita utile illimitata dei terreni che permette quindi a cui non viene applicato quindi l'amortamento e non perdono valore sotto questo punto di vista ma anzi vengono rivalutati nel tempo. La terza componente del metodo del discounted cash flow è il costo del capitale. Il costo del capitale dipende dal rischio sistematico che viene calcolato a sua volta dal beta. Il beta normalmente nel beta medio di mercato è pari a 1 quindi un beta medio minore di 1 vuol dire che l'azienda ha un basso rischio sistematico e in questo caso vediamo che la media dal 2015 al 2022 dell'europea e mondiale pari a 0,46 e 0,61 quindi il rischio sistematico delle imprese vitivinicole in generale è abbastanza ridotto e questo è legato ed è conseguenza di un forte brand aziendale che permette di stabilizzare i ricavi e i margini ma soprattutto da un capitale fondiario negli asset aziendali perché i terreni agricoli hanno le proprietà di avere una bassa correlazione ecologici di mercato e offrono una copertura dall'inflazione di conseguenza le imprese vitivinicole che hanno elevati terreni agricoli in proprietà che risentono e beneficiano di queste proprietà. Tuttavia al basso rischio beta si accompagna la minore liquidità dei titoli in borsa e questo è un fattore di rischio da considerare da parte degli investitori. La tesi si è poi focalizzata sull'analisi di masi agricola attraverso un confronto con i comparabili che sono stati scelti tra le imprese quotate nel mondo che sono 53 in totale, le imprese propriamente vitivinicole quindi che hanno al 50% almeno del fatturato dedicato a questa attività e tra queste sono state scelte Italian Wine Brands perché è l'unica altra impresa italiana quotata del vino. Franken Pomeri che è francese, Conceitoro Cilena e la australiana Treasury Wine Estates. Dal primo grafico in verde si vede che l'incidenza dei terreni è molto elevata in masi agricola rispetto alle altre imprese. Questo è finanziato principalmente da tramite capitale proprio ma anche tramite il debito però in forma molto minore, infatti si vede che la leva finanziaria che è la colonna più scura è attorno al 20%. Per quanto riguarda invece la reddittività possiamo guardare gli altri due grafici dove vediamo appunto nella prima colonna sempre masi agricola e nell'ultima colonna la mediana mondiale e si vede come la lebida margin e net profit margin siano molto maggiori rispetto alla mediana mondiale ma anche rispetto alle altre imprese comparabili così come il rendimento del capitale proprio il ROE e il rendimento degli asset. Per quanto riguarda la valutazione del rischio e quindi del costo del capitale vediamo come nel grafico azzurro il masi agricola abbia un beta ancora minore rispetto al settore di riferimento sempre qui quindi confrontiamo con tutte le altre imprese ma anche con l'ultima colonna che è la mediana mondiale quindi il beta di masi agricola è attorno al 0,4 quindi è molto basso. Tutto questo analizzato porta a una valorizzazione dell'impresa che abbiamo calcolato attraverso il multiple enterprise value su EBITDA, è molto buona. Infatti l'impresa ha un multiple più alto rispetto a italian wine brands con c'è il toro winery ma anche rispetto alla mediana europea e mondiale. In sintesi quindi in conclusione possiamo vedere che la quotazione ha avuto effetti importanti per masi agricola, molto buoni infatti ha permesso a masi agricola di diventare una società che soddisfa i requisiti dei mercati internazionali che richiedono imprese di grandi dimensioni con un'efficienza gestionale e una potenzialità di crescita importante ma anche trasparenza nella gestione. Infatti la società, la quotazione ha permesso un finanziamento dello sviluppo, la promozione del brand allo suo tempo ma anche l'adozione di best practice gestionali. Tutto questo è stato permesso tramite anche il mantenimento della proprietà da parte della famiglia che appunto ha dato, ha quotato solo il 20% della propria società. I titoli di vitivinicoli, delle imprese di vitivinicoli allo stesso tempo sono molto interessanti per gli investitori perché permettono la diversificazione del rischio, la copertura dall'inflazione, le società vitivinicola hanno una valorizzazione abbastanza stabile grazie ai terreni e soprattutto in Italia hanno un alto potenziale di crescita. Inoltre masi agricola offre un rendimento stabile dato dal dividendo annuale che quindi risulta importante per gli investitori. Di conseguenza un investitore tipo di masi agricola può essere di due tipi o un investitore professionale che cerca la diversificazione del rischio oppure un investitore privato quindi retail che è poco propensore al rischio e preferisce un titolo stabile a basso rischio piuttosto con titolo volatile a alto rischio, su data ad alto rendimento. Inoltre masi agricola oltre ad offrire un rendimento finanziario offre anche la possibilità di vivere un'impresa che è emblematica del made in Italy e che offre all'investitore retail un canale preferenziale che è appunto il masi investor club che il proprietario definisce come un circolo di amici dove appunto possono scambiarsi anche i propri interessi personali e culturali. Quindi è interessante anche da questo punto di vista. Grazie Anna, devo dire una tesi molto interessante, molto specifica e come mai hai scelto masi agricola per questa tesi? Perché appunto allora io sono della Valpolicella classica quindi di nome la conosco benissimo e in più volevo trattare questo argomento delle imprese vitivinico nel mondo della finanza perché ho trovato veramente poca letteratura su internet, sui libri e quindi mi interessava proprio per interesse personale in più cercando appunto ho notato che a livello di quotazione è solo masi agricola e Italia One Brands sono quotate nel mondo nella borsa italiana insomma e masi agricola è anche un'azienda familiare che ha appunto ha deciso di aprire la propria proprietà quindi è particolare per la nostra tradizione italiana. Grazie. Professore Zagovezi cosa ci insegna questo caso di studio? Buon pomeriggio a tutti, solo un brevissimo commento dopo la presentazione di Anna che in realtà è il termine di un percorso perché io ho avuto anche il piacere di essere il supervisore della sua tesi triennale che ha riguardato un modello di pianificazione finanziaria sempre di un'impresa vitivinicola e allora ci siamo resi conto effettivamente che diciamo lo stato delle conoscenze in materia era ancora come dire piuttosto arretrato nel nostro paese per fare di citare un fatto non esistono dei manuali universitari di finanza dell'impresa agricola scritti non solo in italiano ma anche in francese penso in spagnolo mentre invece nei curricula delle facoltà dei dipartimenti agraria degli Stati Uniti troviamo fondamentalmente dei libri che traspongono i concetti tipici della corporate finance con tutti gli adattamenti che sono emersi anche nella presentazione di Anna relativi all'impresa agricola è stata l'occasione per tornare sul mio amore di gioventù perché la mia ricerca è cominciata col professor Ruozzi proprio sul credito agrario e anche allora mi ero reso conto di uno stato dell'arte che aveva grossi margini di miglioramento. La tesi si focalizza sulla finanza di mercato dell'impresa vitivinicola e quindi un tema che riguarda una elite di aziende come masi agricole però covenendo appunto ai messaggi che si possono trarre da questo lavoro volevo sottolineare che la finanza d'impresa invece interessa l'universo della popolazione delle imprese agricole anche quelle numerosissime imprese costituite come dita individuali come società semplici che anche in virtù di quel beneficio dell'attassazione del reddito agrario in base a partite catastrali è esentato dall'obbligo di tenere una contabilità però questo rappresenta anche un ostacolo a ffettuare anche semplicemente un controllo di gestione o degli esercizi più complessi come appunto la costruzione di modelli su cui valutare la convenienza di un progetto la sostenibilità di un finanziamento fino a questi casi naturalmente più evoluti in cui questi strumenti sono indispensabili per poter dialogare con una comunità di investitori professionali che quindi parlano questo linguaggio di queste equazioni un po arcane che Anna ha voluto inserire nella sua presentazione e in un settore come quello agricolo vale un po quella regola failure is not an option del centro di Houston in Apollo 13 fallimento non è un'opzione perché un investimento dei periodi di recupero così lunghi che mettere diciamo l'impresa su dei binari che poi dopo la portano fuori strada o la mettono in una situazione di fragilità finanziaria significa veramente uno spreco di risorse oltre che un fallimento molto spesso di una storia aziendale familiare che ha delle radici importanti quindi il messaggio fondamentale è vino e finanza come vino piace a una platea di consumatori molto molto vasta ma anche l'auspicio è che nel settore vittivinicolo ma in generale nel settore agricolo anche anche la finanza guadagna appunto una platea di aficionato più ampia quindi mi limito soltanto a questo brevissimo richiamo della centralità della finanza di impresa ma adesso con piacere sono appunto curioso di sentire che cosa diranno i discussant della tesi che sono qui con noi il CEO di Masi Agricola Federico Girotto e il CFO di Gruppo Lunelli che è Riccardo Tamassia e volendo fare un paragone a così un po' faceto è come se a una tesi del dams art e spettacolo venisse presentata una tesi sul Napoli nel cinema italiano contemporaneo fossero presenti Paolo Sorrentino e Mario Martone quindi appunto gli ringrazio moltissimo per aver voluto dare la disponibilità a questo che è un momento poi di presentazione del nostro lavoro del lavoro che facciamo qui in università con i nostri studenti un ultimo cenno al fatto che Anna è stata anche per due anni tutor del laboratorio di pianificazione finanziaria che è un corso di peso della nostra laurea in gestione aziendale e anche lì ha aiutato alcuni gruppi di suoi colleghi più giovani a sviluppare modelli su questo settore con anche dei risultati onestamente molto interessanti quindi grazie per aver dato questo spazio ai nostri studenti. Grazie a voi, molto grazie a professore Grazie a Anna Nicolis, adesso sul palco chiedo di salire a Federico Girotto e Riccardo Tamassia, Federico Girotto in seo di Masia Agricola dal 2014 dopo importanti esperienze manageriali in Morelatto in Stefano in altre aziende d'eccellenza del nord-est e Riccardo Tamassia si è fo di Ferrari Trento del gruppo Lunelli che ci aiutano a entrare nel vivo di quello che abbiamo sentito in questa tesi e partirei proprio da Girotto chiedendo cosa è cambiato in Masia Agricola dalla quotazione in borsa ad oggi insomma c'è stata prima una prima fase storica di più di duecento anni diciamo di azienda tradizionale e poi questa accelerazione importante e che cambiamenti ci sono stati e come siamo arrivati a questo punto. Buongiorno direttore intanto buongiorno buongiorno a tutti, intanto se posso complimenti, professore complimenti Anna Nicolis sono tesi che devo dire mi ha molto colpito perché sembra scritta da qualcuno che lavora nel mondo del vino da tanti anni e ha preso l'argomento sotto una molteplicità di angoli veramente in modo molto completo e preciso e puntuale e ficcante. Detto questo beh si è cambiata Masia è cambiata ma il cambiamento fa parte della longevità nel senso che tanto più uno vive, tanto più uno ha una prospettiva di lungo termine tanto più sa che deve cambiare giorno dopo giorno. Nel particolare beh il cambiamento, l'azienda si è evoluta anche in funzione di quelli che erano gli obiettivi della quotazione perché poi alla fine la domanda che ci facevano quando andavamo nel road show è stato un road show come si dice internazionale come diceva prima Anna e l'abbiamo fatto circa 50% dell'offerta allocata diciamo a investitori fuori Italia e tutti ci facevano questa domanda ma perché vi quotate? Perché volete cambiare? Perché per implementare le vostre strategie avete tutte le possibilità come abbiamo visto anche gli indici insomma basso in debitamento, redittività di un certo livello eccetera quindi perché volete quotarvi? Perché la famiglia vuole aprire le porte? Beh la ragione principale è stata quella proprio di cercare di raccogliere capitali culturali, cercare di raccogliere elementi diciamo con l'apertura che ci costringessero a lavorare sempre più open books, che ci costringessero a lavorare anche in funzione di obiettivi autodichiarati e dichiarati quante aziende lavorano senza comunicare o senza dirsi nemmeno loro stesse qual è la loro strategia. Con la quotazione tu sei costretto a dichiararla agli altri ma dichiararla anche a te stesso e dichiararla quindi anche al tuo team in modo molto esplicito quindi costituiti un po' un dashboard di obiettivi. In questo senso quindi è cambiata molto e andando a rafforzare quella che Michael Porter chiama la company infrastructure no quindi va bene sapevamo già coltivare vigneto, fare vino, venderlo, comunicare la marca però quello che era l'area di miglioramento che vogliamo perseguire è quello di dire rendo l'azienda sempre più un'azienda virgola del vino non solo un'azienda del vino. In questo senso siamo cambiati molto poi da allora una serie di attività sulla compliance naturalmente quindi amministratore indipendenti all'interno del board quindi reporting pubblicato quadrimestralmente e quindi la 2.3.1 quindi l'internal audit e quindi una serie di certificazioni varie insomma dall'ISO 45000 sulla sicurezza, quella sulla sicurezza alimentare, la viva eccetera e quindi in questo senso tutta la parte diciamo di mettere dei presidi su quella che è la robustezza dell'infrastruttura societaria poi il business, il business è cambiato drasticamente nel senso di da un lato proprio aprirsi in funzione della strategia delineata che era essenzialmente triplice quindi crescita organica difficile molto difficile perché chiaramente viviamo in un settore maturo perché poi si diceva prima degli asset ma noi abbiamo tendenzialmente, avevamo all'epoca circa un 75 per cento di nostro fatturato su vini long age di lungo affinamento quindi un settore maturo con necessità di capital investito, i comercati internazionali che insomma vini fermi sempre più fermi erano i titoli dei vari corriere vinicoli che leggevo quando sono venuti a lavorare in masi e quindi all'apertura con diciamo da un lato una ricerca di crescita organica quindi mercati in cui siamo fare dei nuovi progetti distributivi no quindi sei maturo si ma ok prova ad analizzare di nuovo il mercato e vedere come puoi attrezzarti diversamente rispetto a ieri per andare a continuare la crescita. Secondo crescita per linee esterne è stato citato Canevelli quindi diciamo un'apertura un tirante spumantistico e ma anche progressivamente una serie di diciamo crescita per linee esterne interne con la generazione all'interno della carta vini di una serie di proposte sempre più complementari a quelli che sono i nostri iconici diciamo quindi gli Amaroni o il Campo Fiorin e quindi vini bianchi, vini rosati, destraggiorna di stagionalizzanti da un lato e anche appunto costituenti una carta vini più completa dall'altro. L'ultimo tirante è quello della Masi One Experience quindi questo progetto diciamo che va a disintermediare essenzialmente il rapporto tra marchio e consumatore senza con questo voler negare la essenzialità della rete diciamo sia dell'oreca che del retail o del duty free ma diciamo applicando una strategia di omnicanalità e quindi andando a trovare un contatto sempre più diretto con il consumatore finale essenzialmente con quattro versanti con quattro dorsali uno il nostro team interno che gestisce un crm di rapporti come diceva prima con il b2b e b2c quindi tu sei il nostro consumatore di contatto io ti propongo io delle cose secondo la Enoteca Masi il nostro shop online che abbiamo aperto nel 2019 e quindi uno strumento sia di posizionamento che di comunicazione ma anche di servizio consumatore perché io ti spiego quindi che quali sono le caratteristiche dei miei prodotti da un lato e ti faccio il servizio di consegnarti prodotti che magari vicino a casa tua non sono così disponibili perché poi alla fine noi abbiamo 55 circa referenze a livello di gruppo e consumatore ne trova vicino a casa 10 15 che poi varino ma non trova sempre la marrone costa a sera capo fiurin però non trova sempre tutto invece noi ti dobbiamo dare tutto il terzo la terza dorsale quella del masi vestor club quindi questo contenitore esperienziale dedicato ai nostri azionisti che hanno acquistato almeno 1000 titoli masi e qui è stata appunto una operazione che abbiamo posto in essere dopo la quotazione quindi initial allocation investitori istituzionali e professionali ma poi dal giorno dopo abbiamo detto ma come possiamo coinvolgere anche in un cerchio diciamo di amicizia e dare una feedback non solo finanziario all'investimento ma anche meta finanziario no? Quante volte l'avvocato il commercialista il notaio a cui piace il vino si comprano vignetto si fanno la cantina si assumono il flying wine maker si fanno il vino e poi magari non sanno chi venderlo allora diciamo perché invece devo dirti tu hai mille titoli masi quanto vanno 4500 euro è un investimento alla portata di tanti però sei proprietario con quei mille titoli di una vigna virtuale di una botte virtuale devi essere quindi messo in condizione di vivere l'azienda nel tuo investimento da proprietario e quindi per esempio fare assistere ai nostri eventi dal backstage essere destinatario di release di prodotto dedicate che è solo tu che sei del investor club non hanno gli altri e quindi vivere l'azienda dal di dentro portare i tuoi amici in azienda e il quarto la quarta dorsale è quella delle location cosiddette monobrand quindi diciamo location in cui noi facciamo attività di contatto diretto con il consumatore offline quindi o le nostre tenute che hanno aperto le porte oppure il marchio che è andato in sportazione diciamo su strada quindi fuori dalle tenute quindi abbiamo avuto appunto il caso del masio in bar di zurigo il caso della masio in bar di cortina danpezzo al rusce e il masio in bar di maximina strasse più recente e insomma è anche dei progetti in divenire che sono che sono sicuramente dei progetti sfidanti quindi un'azienda è cambiata molto. Grazie. Tamassia come si riesce a calcolare all'interno dei valori per una potazione o comunque per un livello aziendale la storia di un'azienda? Mi sentite sì sicuramente la storia è un patrimonio fondamentale dell'azienda quindi come ci insegnava Anna quindi deve essere incorporata in un modello di valutazione io ho letto la tesi di Anna molto attentamente e devo dire che devo farle veramente i complimenti perché è una tesi che sicuramente colma un vuoto di studi scientifici sul tema. Mi è piaciuto in particolar modo due capitoli il secondo capitolo quello che tratta dell'andamento di questo settore quindi della visione strategica di questo settore dove c'è una forte concentrazione sia delle catene produttive che delle catene distributive credo che la concentrazione a monte quindi l'acquisizione di terreni agricoli sia un aspetto fondamentale di questo settore perché il controllo del funding della materia prima soprattutto in un contesto come quello del mondo del vecchio mondo dove ci sono le docle di ocg quindi la materia prima è una materia rara e finita credo che sia un aspetto fondamentale appunto per la proseguizione dell'impresa e per quanto riguarda invece la concentrazione del settore a valle quindi la possibilità di acquisire distribuzione distributori è un aspetto fondamentale di controllo del mercato quando un distributore è tuo chiaramente quella fetta di mercato è tua se quel distributore non è tuo oggi è tua domani non lo sai nella mia sperienza di lavoro mi sono occupato di acquisizioni e spesso di acquisizioni appunto di distributori per avere appunto il controllo del mercato un altro aspetto che mi è piaciuto ritrovare nella tesi di Anna è quello oltre quello della valutazione della dell'impresa vittivinicola anche quello della valutazione di terreni agricoli di proprietà e questo lo dico perché quando feci il mio colloquio di assunzione l'intervistatore mi chiese come valuteresti un'impresa vittivinicola e io ho risposi con il modello che ha indicato Anna quello dei flussi di casta scontati però poi arrivò la fondo e la fondo fu mai terreni di proprietà e devo dire che io rimanessi un attimo così perché non ero del settore quindi non era una domanda facile e di una risposta forse più istintiva che pensata e dissi ma io utilizzerai il metodo della somma delle parti valorizzando nel business il terreno come affitto del terreno e l'asset come a prezzo di mercato poi cercai quando andai a casa di trovare qualcosa che desse diciamo che mi confortasse nella risposta ma devo dire che non trovai un granché infatti motivo per il quale dico sono convinto che questa tesi colma colma tanti tanti diciamo vuoti di analisi scientifica questo testimonia anche che cosa che per un imprenditore azionista manager di un'azienda di questo tipo sicuramente questo aspetto della valorizzazione dell'azienda è un aspetto fondamentale e di fondamentale importanza per quanto riguarda il discorso della quotazione sicuramente la quotazione è un salto di qualità molto importante è un'opzione tra altre opzioni di reperire capitali per la crescita ce ne sono anche altri private equity i mini bond quindi ci sono anche altre forme come c'è un salto culturale chiaramente ti devi misurare con best practice di governance contabili amministrative noi come gruppo luneli per crescere anche in questo ambito dall'anno scorso partecipiamo al programma elite di borsa italiana che è stata un'occasione importante per fare una sorta di check up capire dove siamo rispetto ai migliori della classe a quelli che sono quotati e questo sicuramente ha portato delle novità ha portato della cultura ha portato anche dei temi importanti a cui a cui ispirarsi quindi delle pratiche da portare in azienda la quotazione ha sicuramente degli effetti positivi ma ha anche dei costi non solo i costi che vengono sostenuti inizialmente ma anche diciamo dei costi in termini di comunicazione mercato reportistica comunicazione periodica sono tutti aspetti che vanno che vanno valutati molte aziende ad esempio è un tema attuale decidono di delistarsi quindi di uscire dal mercato perché non riescono a sostenere questi costi o non ne vedono più l'utilità per farlo concludo dicendo che per quanto riguarda il tema di questo incontro quindi il futuro del futuro visto dagli studenti noi come gruppo luneli cerchiamo di dare una visione di futuro agli studenti facciamo degli stagio aziendali con loro e quindi li invitiamo a prendersi un periodo di stagio con noi a lavorare insieme spesso lo stagio si conclude con una tesi per i più bravi e meritevoli anche con l'assunzione diretta in azienda per quanto riguarda la quotazione in borsa Friedman premio Nobel per l'economia nel 76 disse che non esistono pasti gratis in economia quindi prima di quotarsi credo che sia doveroso fare un'analisi di pro e di contro dei costi della quotazione per prendere una cesione diciamo ponderata e sensata grazie io potrei intervenire perché quello che ha fatto la domanda sui terreni ero io la sua infatti volevo chiedere se poi l'intervistatore era stato soddisfatto mi riallaccio a quello che diceva il professore prima in effetti non c'è una diffusa cultura finanziaria nelle mne del vino tramite valutazione e non ci sono probabilmente questo è anche dovuto al fatto che anche il mondo atremico in italia non ha così tanto approfondito questi temi il tipico dilemma è quello dei terreni di proprietà oggi se riguarda il mondo della finanza e il mondo del vino comunque è evidente come la borsa in questo momento comunque ha un numero di società quotate molto basso secondo me l'operazione di che ha fatto massimo operazione bellissima anche perché appunto è stata un'operazione coraggiosa però è l'unica società fra altro del fine wines che è che ha questo tema ad esempio della proprietà dei terreni il private equity si è mosso e si sta muovendo sempre di più negli ultimi diciamo ha iniziato però nell'ultimo decennio a interessarsi a questo negli ultimi cinque anni ci sono state varie operazioni però molto di più sulla fascia mass market quindi su delle aziende che non hanno la proprietà dei vigneti e lì è molto più facile perché il modello di valutazione tutto sommato è un modello che va molto più simile a quello di altri altri settori per intenderci per spiegarlo anche ragazzi che son qua molte società di vino specialmente quelle che fanno magari vino più di largo consumo di fascia di prezzo più bassa sono fatte da società che non possiedono i vigneti e quindi magari a volte comprano direttamente il vino e lo imbottigliano o comprano o comunque non hanno oppure comprano l'uva ma non hanno nessun tipo di presenza diretta di gestione del vignetto molti sono sclusivamente imbottigliatori che quindi a seconda dell'opportunità di mercato vanno comprano del vino ecco ovviamente il lavoro che fa masi è un altro completamente diverso come quello che facciamo noi le cantine ferrari perché comunque anche dove non abbiamo la proprietà del vino abbiamo dei conferenti che seguiamo dall'inizio ecco il mondo della finanza fa molta più fatica a comprendere come valutare questi terreni allora io mi faccio i complimenti perché le faccio i complimenti dottoressa nicolis perché secondo perché ha toccato questo tema nella nella sua formula ed è ovvio che i flussi di casa futuri nel dcf siano fondamentali però c'è questo tema di come valutare i vigneti quindi dopo magari fuori da questa da questo incontro mi farebbe piacere approfondire perché è molto è molto è molto interessante voi potreste confrontare a parità di ebidda cioè di reddittività di un'azienda una che non ha la proprietà del vigneto e che affitta tutto o una che ne ha la proprietà allora secondo me dobbiamo trovare il modo di valorizzare questo al di là del mercato di borsa mi verrebbe da chiedere allora a federico girotto se lui pensa che il mercato valuti opportuna in modo corretto i vigneti all'interno della valutazione di masi sì o no perché questo è anche un tema ci sono aziende che quando tu ipotizziamo un'azienda normale tu la chiudi domani o smetti di produrre magari e sostanzialmente non ti rimane niente di solito c'è un magazzino anche molto stretto perché in certi in certi settori anzi tenere un magazzino ridotto è un pregio se domani chiudiamo la masi o chiudiamo le cantine ferrari avremmo n annate di vino da vendere e abbiamo il valore dei vigneti questo che va in quello che si diceva essere il terminal velo no quindi c'è una differenza ma come viene valutato a questa spesso in borsa tutti valutano in termini di multipli sulle bidda e allora due società che appare che vengono valutate in termini di multipli sulle bidda e quindi ok masi vale 13 mi sembra 14 volte le bidda che può essere un multiplo alto però se poi ci mettiamo dentro il valore degli asset patrimoniali questa valutazione risulta più bassa scusate se sto entrando un po sul tecnico ma è un tema che mi appassiona quindi lo toccheremo anche perché quando uno si trova noi abbiamo a me è capitato di dover andare a tentare di acquisire un'azienda è ovvio che il venditore vuole valorizzare tutto quello che ha quindi tipicamente chi vende un'azienda ti inizia a dire che vuole vendere separatamente il marchio i vigneti lo stabilimento la reddittività che ha perché è ovvio che tende a valorizzare al massimo quello che ha da vendere poi non tutto questo è vero perché ad esempio il marchio serve c'è ha un valore nella misura in cui genera quella reddittività anche i vigneti sono un asset strumentale in un certo senso quindi il tema è articolato e soprattutto diventa articolato quando due controparti si trovano a discutere magari in un'operazione di acquisizione bisognerà secondo me tutto questo comunque è utile perché far crescere la cultura finanziaria anche nel mondo del vino può aiutare sia processi di fusione acquisizione che anche riprendimento dei capitali un adeguato riprendimento dei capitali per la crescita del settore del vino. Una cosa al volo per chiudere con Girotto ma l'attuale quotazione rispecchia il valore vero dell'azienda? Esatto. Perché poi arriviamo al nocciolo. Ma diciamo io sono molto d'accordo con quello che ha detto Matteo io non so rispondere se rispecchia o non rispecchia quello che secondo me possiamo sicuramente affermare è che secondo una metodologia o una evidenza di mercato convenzionale perché si basa su una molteplicità di elementi compreso quello degli scambi che come si è detto non è un titolo da scambio voglio dire chiaramente questa è una evidenza. Poi il discorso del valore il discorso del fatto che oggi empiricamente questo tipo di movimenti si vedono su certi business model del vino e non su altri secondo me dipende anche non solo dalla valutazione di cui c'è il grande bisogno e delle practice come per sempio banalmente farvi i bilanci o includere in un perimetro contabile in un'azienda cosa che molto spesso è un issue nel nostro settore perché dici vabbè l'azienda dov'è che non la vedo sulle carte voglio dire. Perché quando sono società agricole nel mondo del vino e alcune società agricole sono anche di grande dimensione non ci sono i bilanci. Però l'elemento siccome fondante fino a capire il concetto del valore è anche il concetto di investment period che ha l'acquirente. Allora se io sono un investitore che voglio vendere da qui a tre a cinque anni allora mai vigneti ma forse anche no non lo so gli dico invece questo tipo di aziende è collegato ad un investment period che è quello che è garantito da una famiglia che il valore fondante non solo dell'azienda ma anche del marchio e del territorio in cui l'azienda opera e con cui l'azienda si interfaccia. Questo osmosi tra famiglie e territorio è garanzia della longevità e quindi di un investitore molto lungo quindi con necessità di essere aciclico e cauzionale nella sua valore. E è fatto così e quindi questo è un po' il punto. Grazie siamo in chiusura di questo secondo panel. Tommassia voleva aggiungere solo una cosa che stiamo dando un contributo alla divulgazione scientifica sul tema. Vedo in sala Gianvito Putignano che è tutor del laboratorio di pianificazione finanziaria che sta facendo un lavoro, uno stage presso di noi che terminerà con una tesi, un lavoro piuttosto laborioso che durerà sei mesi e appunto poi portoreremo una tesi quindi daremo anche noi il nostro contributo come gruppo Lunelli alla divulgazione scientifica. Perfetto. Grazie. Allora ringrazio Giroffi e Tommassia per questa parte. E concludiamo con la seconda tesi e quindi chiedo di salire sul parco a Nicolò Vellar, dottore in gestione aziendale management con stage effettuati anche presso Rigoni di Asiago, Deloitte e Michele Andrehaus, il professore di contabilità e bilanci presso il dipartimento di economia e management dell'Università di Trento. Abbiamo delle slide, perfetto. Allora con Nicolò andiamo a approfondire la sua tesi, la sua tesi, cioè su crisi di imprese e sviluppo sostenibile, l'impatto delle variabili SG sulla creazione di valore aziendale. Prego Nicolò. Buon pomeriggio a tutti e grazie per essere qui. Allora il mio lavoro si è basato sul fatto di vedere quale fosse l'effettivo impatto degli investimenti che vengono fatti dall'imprese, però mi sono concentrato soprattutto sui periodi di crisi e siccome su queste variabili riescono a creare valore. Infatti gli obiettivi della mia analisi sono stati due, di mostrare come le aziende più sostenibili, quindi con punte SG più alti, siano più redittive in termini di ROA e più solide in termini di Altman e di Smijewski X-Core, che sono due indici di solidità. Inoltre abbiamo fatto anche un'analisi contraria, ovvero siamo andati a vedere quali fossero queste aziende che hanno i punteggi SG più alti e quindi un'analisi sui costi degli investimenti SG. Per fare questo si è utilizzata un'analisi su quattro livelli, innanzitutto sono guardate le correlazioni tra le variabili utilizzate, poi si è fatto un'analisi descrittiva dei dati, perché si è andati oltre alla semplice correlazione andando a vedere il trend, per poi applicare i vari modelli di regressione che hanno avuto come variabili dipendenti appunto in ROA, l'Altman Z-Score, lo Smijewski X-Core, alla fine per fare l'analisi contraria la variabili SG. Questa slide è molto importante per capire come è stato effettivamente suddiviso il lavoro. Si è deciso infatti di fare, per mettere in evidenza l'effettivo impatto della sostenibilità, di utilizzare un confronto, ovvero la sostenibilità durante la crisi finanziaria e la sostenibilità durante la crisi pandemica e come è cambiato l'impatto degli investimenti SG. L'anno chiave è il 2014 per due motivi innanzitutto, per l'introduzione della legge, di una legge che obbliga tutte le aziende con più di 500 dipendenti a rendicontare il loro impatto sociale ed inoltre come è possibile vedere da questa slide, proprio a partire dal 2014 la varianza degli investimenti è diminuita e tutte le aziende hanno cominciato ad investire maggiormente verso queste variabili. Partiamo appunto con le matrici di correlazione. Qui ci tenevo mettere in evidenza quanto è forte la correlazione tra ESG score e ESG combined score, ovvero in questo caso si mette in evidenza quanto le controversie durante il periodo della crisi finanziaria giocassero un ruolo poco importante, quindi se anche le imprese incorrevano in controversie queste non avevano un impatto effettivo. Da notare come la variabile ESG score sia correlata negativamente con ROA, negativamente con l'ultima Z score e positivamente... Scusa, cos'è l'ESG combined score rispetto all'ESG score? L'ESG score dimostra il punteggio effettivo che viene totalizzato dalle imprese quando investo in sostenibilità, mentre l'ESG combined score tiene conto delle controversie, delle controversie che le imprese incorrono nei loro investimenti, come poi può essere. Per esempio incorrono nel greenwashing o in investimenti che non sono effettivi e quindi vengono diminuiti il loro punteggio. Per finire appunto la variabile ESG score è correlata negativamente con l'ultima Z score, per cui da questa analisi del periodo della crisi finanziaria l'impatto è negativo della sostenibilità. Le cose cambiano notevolmente durante il periodo della crisi pandemica, infatti come è possibile vedere in questo caso la variabile ESG score sono correlate molto meno, in maniera molto più debole. Questo significa che le controversie giocano un ruolo veramente importante anche nel ruolo che hanno i consumatori, perché la propensione dei consumatori verso queste tematiche è aumentata e non sono più disposte a perdonare imprese poco sostenibili o comunque che non trattano questi temi. E questo appunto si rispecchia anche da che la sostenibilità ha avuto un ruolo sempre più importante, infatti correlata positivamente con ROA, come possiamo vedere anche tutte tra le variabili, environment, social and governance, sono correlate positivamente, la stessa cosa per l'ultima Z score, lo SMI e Schicks score, che indicano appunto quanto la sostenibilità contribuisca anche a rendere l'impresa più solida. Un'altra cosa molto importante per quanto riguarda le correlazioni è far capire che quando si investe in sostenibilità si investe nel lungo periodo, non nel breve, infatti sia per quanto riguarda il ROA sia per quanto riguarda lo SMI e Schicks score, partendo sempre dal 2014 l'anno chiave dove ci sono stati sempre gli investimenti maggiori, per i primi anni l'impatto è negativo, successivamente nel lungo periodo l'impatto comincia a essere positivo fino ad arrivare appunto negli anni della crisi pandemica dove le imprese appunto che hanno investito maggiormente nelle variabili SG hanno una correlazione positiva con ROA con l'indice di solidità. Passando all'analisi dei modelli di regressione, è importante appunto notare come durante i periodi della crisi pandemica la varianza è molto alta perché tante imprese hanno deciso di non investire in sostenibilità, questo viene spiegato perché tra le varie aziende analizzate, ovvero tutte quelle presenti nel Dow Jones sustainability index, e questa site mostra che a prescindere dagli investimenti che durante il periodo della crisi pandemica venivano fatti, le aziende potevano raggiungere i livelli del ROA alti o bassi a prescindere da quanto avessero investito in sostenibilità, la cosa cambia completamente e durante il periodo della crisi pandemica, infatti come è possibile vedere la varianza cala notevolmente, la variabile sulla quale le imprese come vedremo poi investono maggiormente è social score perché poi come vedremo sarà la variabile più redditizia, per cui per la prima volta possiamo parlare anche di investimento in sostenibilità come qualcosa di strategico. È anche importante notare quanto rispetto al periodo della crisi finanziaria si è aumentato il grado della leva finanziaria, questo come si poteva vedere prima dalle correlazioni che leverage e ESG score sono correlate positivamente, per cui le imprese sono disposte pur di investire per la prima volta, sono disposte addirittura di indebitarsi pur di investire verso la sostenibilità questo appunto si può vedere l'impatto sempre di alcune aziende analizzate come BMW, Microsoft, Roche come nel breve periodo ci sia un impatto negativo ma nel lungo periodo il trend del ROA seguito da quello delle variabili ESG all'aumentare degli investimenti ESG aumenta anche il ROA. Questa è la tabella dove è stato appiccato il modello di regressione, si è utilizzato come variabile dipendente il ROA ed è possibile notare come durante il periodo della crisi finanziaria l'unica variabile significativa quindi con un valore del pivello inferiore dello 0,05 fosse environmental score che però andava ad impattare negativamente sul ROA mentre nel periodo della crisi pandemica abbiamo ben due variabili che impattano positivamente che contribuiscono a creare valore per l'imprese, social score e governance score. La stessa analisi viene fatta anche per lo Smiglieski X-Score che appunto è un indice di solidità che è stato in questa analisi preferito all'Altman Z-Score anche in base agli studi scientifici anche in base a delle relazioni secondo i quali l'Altman Z-Score teneva conto troppo degli investimenti in total asset e avendo preso un livello, un periodo d'analisi così lungo era normale che l'impresa avessero investito tantissimo negli asset e dunque l'Altman Z-Score tendeva a diminuire questa solidità. E come è possibile vedere anche questo caso è nel lungo periodo che si vede l'impatto e la sostenibilità sulla solidità. Infatti tutte queste quattro aziende nel lungo periodo hanno evidenziato come all' aumentare il punteggio ESG la loro solidità aumentava. Lo Smiglieski X-Score si legge al contrario dell'Altman Z-Score ovvero più un'azienda a questo valore è negativo quindi inferiore allo zero e più è solida. Infatti come è possibile vedere tutte queste aziende hanno un trend negativo. Questo appunto viene dimostrato da questa analisi, fatta stessa analisi dei modelli di regressione dove è stata utilizzata come variabile dipendente lo Smiglieski X-Score. E' possibile notare come nel periodo della crisi pandemica environmental score e governance score erano significative ed andavano ad impattare negativamente sulla solidità aziendale. Mentre nel periodo della crisi pandemica environmental score non è più una variabile significativa, mentre environmental score è significativa e va ad aumentare la solidità rendendo un'impresa più solida ad affrontare questo periodo di crisi. Questo appunto è un caso emblematico studiato in una dell'impresa appunto quotate nel Dow Jones Sustainability Index che dimostra il ruolo della solidità che infatti come è possibile vedere all' aumentare dei punteggi ESG il ROA ha subito nel periodo della crisi pandemica una lieve diminuzione ma nonostante questa diminuzione grazie agli investimenti in sostenibilità l'indice di solidità rimane costante e avendo grazie a questo impatto l'impresa riesce ad essere maggiormente solida e per cui riesce ad avere un costo del capitale più basso ad attirare più finanziamenti a poter adottare anche strategie sul mercato più più aggressive e quindi questo poteva permettere all'impresa di affrontare meglio il periodo di crisi nonostante avesse un ROA leggermente in diminuzione. Posso chiedere l'indice di solidità a cosa si riferisce? Cioè come viene calcolato che valori del bilancio prende in considerazione? Allora gli indici di solidità appunto prendevano in considerazione. Innanzitutto lo Smiesch X-Core sono le probabilità di fallimento dell'impresa nei successivi due anni da quando viene fatto sì e si basava soprattutto sul l'utile d'esercizio e sui total asset e inoltre veniva preso le BTDA e i current asset e c'era questo che metteva molto in evidenza la differenza tra current asset e asset a lungo termine. L'ultima parte dell'analisi riguarda appunto il costo di questi investimenti perché chiaramente anche questo è molto cambiato da crisi finanziare a crisi pandemica. Analizzando appunto la variabile ESG è possibile vedere come ROA e ROE e anche le equity erano variabili significative durante i periodi di crisi pandemica. Questo significa che erano poche le imprese questo potrebbe essere visto come che prima di investire visto che era ancora molto dubbi gli effetti positivi di questi investimenti volevano che avere una sicurezza sia in termini di ROA, di ROE e anche di equity prima di fare un investimento che poteva essere così dispendioso. Questo cambia nel periodo della crisi pandemica dove per la prima volta oltre ad essere significativo il ROA e le equity anche i total asset sono significativi. Pertanto le imprese si trovano anche a gestire una sorta di trade off ovvero quello tra investire in sostenibilità oppure investire negli altri asset perché per la prima volta entrambe le cose anche come visto in precedenza anche gli investimenti in sostenibilità potevano garantire una maggiore additività per cui aspetta ai manager cercare di gestire questo trade off nel migliore dei modi. Appunto perché c'è è valida questa teoria delle risorse scarse si crea una sorta di vantaggio competitivo perché noi abbiamo le imprese che sono più redditi, le imprese che hanno punteggi ISG più alti che hanno una maggiore reddittività. Però per avere punteggi ISG alti è necessario appunto essere reddittivi e pertanto si crea questo circolo virtuoso che va a creare questo vantaggio competitivo per le aziende. E concludo avendo fatto un approfondimento tra i diversi livelli di governance delle imprese ho diviso alle aziende anglosassoni europee e gli utilities. Le aziende anglosassone sono caratterizzate dal rapporto d'agenzia ovvero la separazione tra proprietà controllo per cui il manager essendo molto più più libero diciamo la teoria dice che non ssendo controllato può agire anche in maniera opportunistica infatti le analisi che davano che criticavano gli investimenti in sostenibilità dicevano che questi investimenti venivano fatti all'impresa semplicemente come risposta al problema d'agenzia. Il manager non essendo controllato investiva in sostenibilità per finire sui primi pagini dei giornali e per farsi vedere come. E appunto nell'impresa anglosassoni è possibile vedere come l'impatto su ROA è negativo perché l'immanager tendeva ad investire eccessivamente in sostenibilità però l'indice solidità è negativo per cui queste imprese tendevano a essere più solide perché questo grazie alla teoria delle opzioni reali. Ho analizzato il tema di iberdrola per spiegare questa teoria iberdrola è una utility più famosa in spagna ed è uno dei casi più virtuosi che è possibile trovare in assoluto per quanto riguarda sostenibilità è un'impresa che appunto investe moltissimo nella variable environmental come questo programma il tree program e investe tantissimo anche nel social andando a fornire a prezzi agevolati l'energia alle popolazioni meno che non hanno la possibilità e andando a aiutare a fornire spazi alle persone disabili o alle donne che sono state vittime di violenza sessuale. Questo creavano delle opzioni reali per queste imprese che investono così perché perché nel lungo periodo nel breve periodo è un costo però nel lungo periodo possono rivelarsi delle veramente delle risorse molto valide come ad esempio avere in in come ad esempio avere in azienda il al nuove persone nuove talenti formati da zero dall'azienda e inoltre la fidelizzazione del che si può creare verso la popolazione dopo che un'azienda così ha aiutato le persone e questo appunto andava a creare queste opzioni reali che permettono di diversificare l'impresa e allo stesso tempo dunque diminuire il proprio costo del del capitale da poter agire in maniera più aggressiva sul mercato nel lungo futuro e concludo con questa ultima slide parlando appunto proprio del del futuro e spero di essere riuscito a mettere in evidenza in questa presentazione come le imprese non possano più prescindere dalla sostenibilità e anche appunto tutto il l'apparato economico si sta spingendo verso questa questa nuova risorsa come il ruolo della della finanza sostenibile il ruolo del del terzo settore e soprattutto le percezioni della della gente perché alla fine sono le persone che devono credere in queste risorse che fanno la differenza su come viene ffettivamente implementata in azienda infatti sostenibilità deve proprio essere visto come un'opportunità e non come una minaccia un'opportunità di diversificarsi di creare valore nel nel futuro appunto in un periodo di crisi e questo concluso Molte grazie Nicolò è stato molto interessante. Professor Andreaus sembra quasi che le aziende abbiano bisogno di grosse crisi per capire che c'è bisogno di investire per tempo anche e soprattutto in sostenibilità pensiamo quello che ha successo con la crisi finanziaria e poi con la crisi sì ma innanzitutto anche la parte mia è stato il relatore di Nicolò complimenti Nicolò e ha avuto un ruolo molto particolare che generalmente il relatore deve guidare e deve spronare il mio ruolo che Nicolò si vuole di frenarlo perché a un certo punto ti deve laureare altrimenti i genitori pagare un altro giro di giostra e quindi vai fuori dalle palle e la tesi era comunque di 300 pagine quindi chiusa questa battuta ma dal punto di vista imprenditoriale sociologico antropologico la crisi porta con sé sicuramente degli aspetti pesanti però libera anche risorse nergie che in contesti normali l'impresa difficilmente riesce a liberare da questo punto di vista il la pandemia a parte la tragedia l'impatto umano che è stato molto molto pesante però lo possiamo vedere come in occasione sprecata perché avevamo un mondo che funzionava male prima l'abbiamo aggiustato con due giri di nastro adesivo e un mondo che funzionava un po' peggio rispetto a prima c'era mi ricordo eravamo chiusi in casa un articolo dell'economist che fondamentalmente la pandemia sta liberando risorse inaspettate non risorse finanziarie risorse intellettuali di discontinuità nell'approccio e questa è la direzione dove bisogna andare quindi insomma la crisi è chiaramente meglio evitarla che sbatterci dentro ma nel momento in cui ci sbatte dentro la crisi può essere un'occasione per quello che si chiama anche internazionale una sorta di zero base base cioè rimettere tutto in discussione e ripartire da capo. Cito un un editoriale che aveva scritto proprio per l'adige a marzo 2017 quindi un'era finanziaria fa quasi e diceva molto spesso la sostenibilità molto spesso la sostenibilità viene essenzialmente legata alla sostenibilità ambientale ed in un'ottica di mera gestione dell'immagine aziendale questa sostenibilità non deve essere di facciata ma deve costituire un elemento di sviluppo strategico un monitor contro il greenwashing in un certo senso ma sembra che sembrano parole che si potrebbero scrivere anche questo oggi. Sì e no perché il mondo dal 2017 oggi è cambiato ci sono tre fasi della diciamo attenzione dell'azienda all'ambiente inteso non solo come ambiente naturale ma dell'ambiente nel quale l'azienda opera. La prima fase sono quella della filantropia che era un po' l'approccio frittmaniano cioè meno vinculi all'impresa più valore crea un pezzo di questo valore lo usiamo per fare il teatro per restaurare la chiesa o per sponsorizzare la squadra di pallavolo del paese e questa è diciamo fino agli anni 80. Poi c'è la seconda fase quella che io chiamo win-win dove nasce un'attenzione all'ambiente la sostenibilità ambientale dove le aziende prestano molta attenzione all'impatto ambientale creano forti investimenti che creano un efficientamento nel consumo di energia il minore consumo di energia va a pagare questi investimenti quindi l'azienda è più verde però fondamentalmente costa 0. Quello che sta suggerendo adesso che è quello che è anche emergente della tesi è di fatto un nuovo modello di business dove non c'è l'azienda che crea valore dopo lo distribuisce ma la sostenibilità da un punto di vista contabblico io tiro fuori la mia anima di ragionire nessuno è perfetto non è una destinazione dell'utile ma è a monte quindi è una sostenibilità che è intrecciata con il modello di business e con la visione strategica perché alla fine qual è l'obiettivo l'obiettivo avere un'azienda che è sostenibile o sia atta a durare nel tempo l'esempio che ha fatto Matteo Runelli delle aziende di alta gamma che sommando alle 9.000 anni queste sono aziende che sono per definizione sostenibili e l'azienda la sostenibilità incompatibile con la gestione di breve periodo quindi la difficoltà è misurare la sostenibilità perché la contabilità finanziaria che è quella che insegna l'università riflette ci sono degli studi scientifici molto seri circa il 20% di quello che accade all'interno dell'azienda quindi è come guidare una macchina con una visibilità ridotta dell'80% si è obbligato a andare a 200 all'ora e quindi è un po' questo quello che il mondo sta facendo ma lo sta facendo anche bene quindi io non vedo nulla di male nel fatto che un'azienda inizi un certo percorso anche con un aspetto così di greenwashing o di emulazione perché molto spesso dopo le aziende cominciano a crederci cominciano a misurare e cominciano a vedere che conviene io sono fortuna di essere nel cda di due società accultate in borsa ma c'è anche il comitato a indo consigliare sulla sostenibilità c'è ci sono delle linee di finanziamento non solo di fondi private equity ma anche di bancari che ti obbligano avere dei parametri dei parametri misurano solo l'ebita o il ritorno degli emistimenti ma anche dei parametri legati alla sostenibilità. Matteo Lunelli il professor Andraus faceva riferimento alla variabile tempo se io penso alla finanza penso alla velocità però in realtà se penso ad aziende come la tua penso invece a quella che si può chiamare un'economia paziente. Sì il vino deve ssere paziente chi opera nel nostro settore perché spesso ci sono dei progetti che hanno carattere generazionale si parte da pensando appunto al vigneto quando uno pianta un vigneto ci vorranno anni prima che la vite comunque diventi matura e possa dare dei frutti adeguati poi queste uve dovranno essere trasformate in vino che magari richiede anni di invecchiamento quindi spesso per vedere diciamo i frutti il frutto finale di un investimento ci vogliono addirittura possono venerci decenni e quindi a corre a volte ragionare in un'ottica generazionale del motivo per cui a volte un'azienda familiare nel vino è un modello è un modello che può funzionare molto bene se poi un'azienda familiare magari quotata è un misto probabilmente forse riesce a mettere insieme dei due elementi positivi cioè la disciplina e la cultura che diceva prima prima che è quella di appunto che ti impone il mercato di trasparenza di porsi degli obiettivi e dall'altra parte ssere un'azienda familiare venendo al tema del lungo termine è interessante quello che ha detto il professore in effetti poi queste le aziende di alta gamma e noi abbiamo anche sperimentato che hanno una sostenibilità non solo perché hanno questa storia che dimostra in sé la sostenibilità ma perché ha una storia di virtuoso rapporto con i territori le aziende del made in italy ho detto anche prima poi vivono spesso al vertice di ecosistemi di stretti con cui hanno interrelazioni e una cooperazione e quindi sostenibilità a mio avviso poi è prima di tutto capacità di un'impresa di interagire in modo positivo con il territorio con l'ambiente che lo circonda e con tutti gli stakeholders. L'anno scorso come fondazione alta gamma abbiamo festeggiato il Trentennale scrivendo una carta dei valori che abbiamo consegnato simbolicamente al capo dello stato e al papa che indicava appunto l'impegno dell'impresa alta gamma ad operare in armonia con l'ambiente rispettando in sintonia con il territorio mettendo al centro le persone e il talento con una serie di valori che poi sono quelli dell'impegno nei confronti della sostenibilità e che poi probabilmente letti scientificamente sono quelli che sono i parametri esgi. Oggi questo credo che sia un requisito fondamentale noi come gruppo Lunelli ci crediamo anche perché pensiamo che sia un volore importante quello di operare massimizzando anche cioè dando benessere sicurezza e bellezza a tutti i nostri stakeholders e alla comunità che ci ospita. Pensiamo quindi che sia un valore importante ma in generale è anche qualcosa che è sempre più riconosciuto e richiesto dai clienti cioè da chi è poi l'acquirente di un vino o di un bene di alta gamma o di qualsiasi servizio ed è richiesto poi dai mercati. Nella valutazione di un'azienda oggi c'è anche probabilmente tutta una nella valutazione di borsa di un'azienda conta anche quella che è la sua capacità di essere eccellente o comunque il suo grado di sostenibilità è un percorso che soprattutto per le imprese di minori dimensioni richiede del tempo perché spesso sono alcune aziende piccole sono magari più sostenibili delle grandi però non hanno un sistema formale di gestione della sostenibilità. Noi lo abbiamo ad esempio io credo guardando al nostro caso come cantine ferrarie come gruppo Lunelli io credo che ci sia stato da parte nostra storicamente un impegno sulla sostenibilità. Noi abbiamo fatto un percorso di lungo termine che ci ha portato da un punto di vista ambientale ad esempio a certificare i nostri vigneti tutti biologici tutti i vigneti di proprietà nostri qua in Trentino sono certificati biologici e così anche in Toscana in Umbria abbiamo raggiunto la carbon neutrality nel centoventesimo anniversario della fondazione lo scorso anno in generale abbiamo da sempre un'attenzione anche ai nostri collaboratori e gli stakeholder però da poco abbiamo fatto anche un percorso ulteriore che sia quello di misurare la sostenibilità con un rapport di sostenibilità di per cantine ferrari e di creare ad esempio anche un comitato di sostenibilità all'interno del gruppo prima vi ria citato nelle aziende quotate è normale noi non siamo quotate ma abbiamo creato un comitato sostenibilità perché è fondamentale poi che ci sia un team di persone che misura la sostenibilità che si pone degli obiettivi di lungo termine in termini di sostenibilità e che poi e che quindi gestisce questo percorso perché poi l'altra cosa è la sostenibilità è un percorso che non finirà mai no e che è un continuo in cui si raggiungono degli obiettivi ad esempio noi abbiamo raggiunto la carbon neutrality scop 1 e 2 adesso si punterà la nua alla 3 e poi si punterà ad altro cioè cesso e poi gli ambiti della sostenibilità appunto come come prima era ben è stato ben fatto notare non è solo la sostenibilità ambientale ma riguarda la governance riguarda riguarda la capacità riguarda tante variabili ecco io faccio i complimenti a nicolò perché la tesi è anche molto quantitativa quindi c'è dietro sicuramente un lavoro un lavoro importante perché poi di sostenibilità si parla tanto però questi sono sono sono ricerche fatte sui dati e analizzando analizzando dei database importanti quindi complimenti perché quelle che anche sono delle cose che anch'io magari sa pensavo ritenevo qui trovano poi dimostrazione attraverso una un'analisi empirica. Si parla di agenda 2030 pensando sempre a un anno che arriverà chissà quando in realtà sta per arrivare. 2030 è qui dietro l'angolo e si incomincia già a parlare di 2050. Secondo me, prendo spunto da quanto detto da Matteo Lunelli che condivido, allora prima la finanza sta incominciando a diventare non dico lenta ma meno rapida rispetto a prima perché a capitolo si vede della tesi di Nicolò che una gestione di un certo tipo rende meno rischioso il finanziamento e quello che fa il costo del finanziamento è il rischio percepito da finanziatore. Questo sicuramente è un altro lemento molto importante che spinge l'azienda a andare in una direzione e come dicevo prima c'è uno di male in vedere l'azienda che va in una direzione perché le conviene perché alla fine l'azienda deve creare valore. Quello che mi preme evidenziare è un rigurcido che ancora ogni tanto emerge. L'azienda è sostenibile non perché è buona, non esiste l'azienda buona e l'azienda cattiva. L'azienda è ben gestita o gestita meno bene o gestita male e quindi stacchiamo dal fatto che se l'azienda è sostenibile è buona, è un nonsense, l'azienda non è buona e cattiva dal punto di vista caratteriale l'azienda è neutrale. C'è l'azienda che è gestita bene che lavora una certa direzione e crea valore e cresce perché ricordiamoci che l'azienda come l'azienda che abbiamo visto in questo incontro è un'azienda che devono creare valore, un'azienda che non crea valore economico è un'azienda che non è sostenibile. Poi chiaramente bisogna misurare il valore economico e secondo me il bilancio di esercizio è uno strumento imperfetto per misurare questo valore, lo si è visto anche con il caso con il caso Masi e nel lungo periodo e quindi molte crisi aziendali, molte case dove anche risparmiati erano perso brecchi soldi perché il breve periodo è stato anteposto a lungo periodo quindi è stata stressata la performance di breve a scappido dell'attituto dell'azienda a durare nel tempo. Grazie professora Andrea Haus, grazie Nicolao Vellar per questi interessanti spunti. Un'ultima domanda per concludere a Matteo Lunelli qual è il futuro del futuro di Ferrari Trento? Visto che si parlava di sostenibilità è sicuramente un futuro sempre più sostenibile, noi su questo stiamo continuando a lavorare con impegno perché è fondamentale per noi trovare appunto un modello di business che ci porti ad operare sempre di più per contribuire anche a quello che è la creazione di valori per gli stakeholder e non solo quindi alla creazione di valori degli azionisti. È un futuro sempre più oltre confine quindi oggi come Ferrari Trento anche grazie ad esempio alla partnership che abbiamo fatto con formula 1 le nostre vendite stanno crescendo soprattutto all'estero e del lì che ci stiamo focalizzando prima c'era qua Matteo Zoppas ma in generale quelle nostre aziende del made in Italy devono guardare oltre confine a crescere oltre confine perché questo è quello che crea poi ricchezza per il paese masi è un esempio eccellente di un'azienda che ha un xport credo che superi l'80 90 per cento del suo fatturato quindi è un'azienda che dà sempre molto molto proiettata all'estero quindi sempre più sostenibile sempre più orientato all'estero sempre più fedele al Trentino allo stesso tempo perché siamo un Trento Doc, lo siamo da 121 anni nel senso che Ferrari è sempre stato fatto con uve coltivate sui monti del Trentino sempre lo sarà e quindi questa la nostra sostenibilità credo sia legata anche al fatto che con questo territorio abbiamo da sempre un rapporto intimo perché oggi addirittura ci sono 600 famiglie che conferiscono l'uva a noi magari qualcuno anche in sala ha delle famiglie che conferiscono uva alle cantine Ferrari per noi questo è un grande orgoglio perché Ferrari è fatto con uve che vengono alle nostre vignette di proprietà ma anche da questi conferenti che fanno parte di una rete sul territorio ecco questo legame con il territorio continuerà vogliamo continuare a rafforzarlo perché pensiamo che con queste radici solide poi si possa orgogliosamente andare nel mondo a portare quella che è la nostra identità e poi è una come dicevamo prima c'è la sfida della contemporaneità e quindi c'è anche siamo un'azienda che deve saper innovare nel suo modo in tutti gli ambiti nel modo in cui si coltiva la vite perché anche la viticoltura che è un ambiente tradizionale deve essere si può innova può essere innovata tanto oggi si può utilizzare intelligenza artificiale l'internet of things si possono utilizzare i satelliti per vedere se un vigneto è sotto stress idrico si possono i ragazzi nostri che lavorano in campagna oggi lavora spesso hanno con sé un palmare o un computer e non solo degli attrezzi agricoli quindi bisogna innovare in campagna in cantina nella nostra modalità di comunicazione nel nostro modo di gestire l'azienda e su tanti fronti anche io e riccardo anche se siamo ancora ci sentiamo ancora giovani però invece abbiamo tutto sommato siamo vecchi veramente per per stare dietro alcuni trend quindi abbiamo bisogno di tanti giovani quindi ringraziamo anche l'università di trento che comunque continua a formare giovani sul territorio che sono una risorsa per le nostre per le nostre aziende così come scuole come come dicevo prima l'istituto alberghiero trentino che lo fa per il settore dell'ospitalità san michele all'adige che ha una risorsa fondamentale per per giovani enologi e giovani agronomi che per noi sono sono importantissimi lo sono in generale per settore del vino magari qualcuno lavora anzi sono certo qualche qualche studente di san michele lavora anche alla masi e quindi il futuro del futuro poi in ultima analisi passa da queste aule perché passa dai giovani ma soprattutto da giovani che si sono formati e quindi dalle aule delle scuole dell'università su cui dobbiamo continuare a scommettere grazie grazie infinite a mattia lunelli grazie a voi e oggi abbiamo avuto veramente due esempi di due due studenti eccellenti che hanno fatto due studi due fantastici studi quindi sono sicuro che farete grandi cose in università o nell'impresa quindi in bocca al lupo il futuro in buone mani dai grazie a tutti buon festival prendo far domande penso potete se volete possiamo fare anche a tu per tu e se volete non so se ben
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