Cerimonia inaugurale
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Cerimonia inaugurale
Il Festival dell'Economia di Trento giunge alla sua 19° edizione, con un programma ricco di eventi e relatori di alto livello, tra cui premi Nobel, ministri ed economisti internazionali. Il tema di quest'anno, "Quo Vadis? I dilemmi del nostro tempo", affronta le sfide e le incertezze del presente, tra cui la guerra, l'inflazione, la crisi demografica e la transizione energetica. Il festival si propone come un'occasione di dialogo intergenerazionale, in cui esperti e giovani si confrontano per cercare soluzioni innovative e sostenibili per il futuro. Oltre agli eventi principali, il "Fuori Festival" offre un programma di intrattenimento e approfondimento con artisti, creator e influencer, per coinvolgere un pubblico più ampio e avvicinare le nuove generazioni ai temi economici.
Sottotitolli creati dalla comunità Amara.org Sottotitolli creati dalla comunità Amara.org Sottotitolli creati dalla comunità Amara.org Sottotitolli creati dalla comunità Amara.org Buonasera, buonasera e benvenuti. Anzi, ben tornati. Ben tornati perché questa è la 19° edizione del Festival dell'Economia e apriamo con questa cerimonia una quattro giorni con dei numeri impressionanti. Fatemeli leggere perché non vorrei confondermi perché sono veramente tanti. Allora ci sono 300 appuntamenti, 26 location della città, in quattro giorni, premi Nobel, numerosi ministri, 80 relatori del mondo accademico, 40 economisti, 40 elettori internazionali, circa 60 tram manageri e imprenditori, per il termes organizzata dal gruppo 24 ore Trentino Marketing per conto della Provincia Autonoma di Trento e in collaborazione con il Comune di Trento e l'Università di Trento. Ho letto, non volevo confondermi, adesso prendo fiato Rosalba. Che però questo evento apre in realtà questa Kermes che non inizia adesso, è iniziata questa mattina alle 9 quindi più resistenti sono già andati, hanno avuto la possibilità di seguire tanti eventi perché l'obiettivo è ambizioso, parlare dei dilemmi del nostro tempo ovviamente vuol dire toccare un ampissimo, diciamo, avere tantissimi argomenti, un'ampia, ampissima scelta e quindi oggi, questa mattina abbiamo aperto parlando di scuola per esempio, Scuola del futuro, si è parlato di intelligenza artificiale, di crescita economica, dell'Italia dei trasporti, si è parlato ovviamente del dramma di Gaza, abbiamo avuto il segretario di Medici senza frontiere che ha raccontato come si poteva non farlo il dramma che si sta consumando a Gaza, la difficoltà dell'arrivo degli aiuti, ma si è parlato anche di transizione energetica, si è ricordato quanto l'Europa sia stata importante perché dal 1990, grazie appunto all'Europa, le emissioni di CO2 sono calate del 35%, si è parlato di spazio per esempio e dell'importanza che vengano rispettati i trattati internazionali e quindi che lo spazio non diventi, diciamo, non segua gli interessi di pochi, si è parlato di clima, dell'importanza di non avere solo un approccio ideologico ma anche un approccio scientifico, quindi di guardare al clima misurando anche l'efficacia delle misure messe in atto, poi ovviamente di geopolitica, si è parlato di Africa, insomma appunto i dilemmi del nostro tempo sono tantissimi e continuerà la discussione fino a domenica. Anche tra poco perché dietro di noi ci sono degli sgabelli pronti ad accogliere i primi ospiti, ma prima? Esatto, ma prima abbiamo un cambio di programma e chiamiamo il direttore del sole 24 ore Fabio Tamburini perché deve leggere un contributo che ci ha commosso credo, non solo inorgoglito. Non dirlo di più perché poi mi commuo davvero. È un forisacco arrivato da pochissimo e mi fa piacere leggervi questo messaggio perché ha un valore davvero particolare e in parte vi ricompensa dal coraggio di avere superato un muro d'acqua biblico per venire qua adesso con tutta la pioggia che è arrivata. Il messaggio è del Santo Padre ai partecipanti della diciannovesima edizione Quo Vadis i dilemmi del nostro tempo del Festival dell'economia di Trento. Cari fratelli e sorelle sono lieto di potervi raggiungere con un messaggio in occasione della diciannovesima edizione del Festival dell'economia di Trento durante il quale sarete chiamati a interrogarvi su alcuni temi a me particolarmente cari che richiedono una riflessione comune e responsabile da parte di tutti coloro che hanno a cuore il futuro dell'umanità. Lo scenario attuale purtroppo mette in evidenza alcune criticità che a più livelli rischiano di minacciare la serena convivenza tra gli uomini e il benessere del creato. Numerose sono le domande e le incertezze che siamo chiamati ad affrontare mentre emergono problematiche e dilemmi di portata epocale. Mai come oggi l'uomo anela al bene primario della pace che il mondo sembra avere dimenticato. Percepiamo una crisi dei valori e una tiepidezza dei ideali. Ci confrontiamo con un pervasivo progresso della tecnologia e delle intelligenze artificiali che stanno modificando le nostre visioni antropologiche. Assistiamo pure a cambiamenti climatici e situazioni di marcata disuguaglianza economica e sociale che ci richiamano all'urgenza di trovare risposte nuove e lungimiranti per la custodia della nostra madre terra, la lotta alla povertà e lo sviluppo integrale dei popoli. Pertanto, vincendo la tentazione della superficialità e dell'autoreferenzialità che ci rende chiusi e arroccati ciascuno nelle proprie posizioni, è necessario confrontarsi con la storia che è maestra di vita, dialogare con sincerità mettendo in circolo le diverse competenze e sensibilità e cercare con umiltà strade condivise per affrontare i drammi odierni affinché si possano concretizzare scelte fondamentali per l'armonia tra le genti, la concordia sociale, la fraternità universale e in particolare il futuro delle nuove generazioni. Auspico che il vostro impegno possa realizzare i frutti desiderati avviando nuovi processi di cambiamento per il bene di tutti. Con tali sentimenti, mentre affido ciascuno all'intercessione di San Francesco di Assisi, cantore del canto, del creato e artigiano di pace, invio la mia paterna benedizione chiedendo a tutti per favore di pregare per me. Fraternamente Papa Francesco dal Vaticano 22 maggio 2024. Grazie, credo che non ci sia da aggiungere altro, grazie a voi tutti per la partecipazione. Grazie al direttore che rivedremo tra pochissimo però adesso ci spostiamo, Marta. Accogliamo sul palco i primi relatori, diamo il benvenuto. Io mi sono persa via me, faccio quella digitale ma invece perdo del tempo. Eduardo Garrone, presidente del gruppo 24 ore. Maurizio Fugatti, presidente della provincia autonoma di Trento. Flavio De Florian, rettore dell'università di Trento. Mirgia Cartia d'Azero, amministratrice delegata il sole 24 ore. Franco Ianeselli, sindaco di Trento. Maurizio Rossini, amministratore delegato Trentino Marketing. Vi accogliamo, ecco abbiamo, prego per ognuno, c'è uno sgabello e anche un microfono. Eccoci, allora devo dire che non era previsto parlare dopo il Papa però è veramente challenging, è molto molto ambizioso. Non abbiamo ovviamente l'ambizione di risolvere i dilemmi del nostro tempo nella mezz'ora che abbiamo a disposizione però siamo qui per confrontarci e diciamo il Papa parlato, ho preso due appunti mentre il direttore scriveva di risposte nuove, lungimiranti, di guardare la storia, di cercare strade condivise di umiltà. Allora io vorrei che voi ognuno, diciamo in base alla propria sensibilità, ci racconti che tipo di declinazione può avere il tema che quest'anno abbiamo deciso di affrontare. Quindi Quo Vadis, i temi del nostro tempo, Presidente Garrone. Intanto vi ringrazio questa straordinaria manifestazione, già il primo giorno dell'inizio ha dimostrato quanto interesse c'è tra il pubblico, non solo perché è stata realizzata una macchina organizzativa di straordinaria efficacia ma anche perché i temi trattati, i relatori e gli eventi sono veramente centrati rispetto alle domande che credo tutti si facciano a partire dai giovani ma anche dagli imprenditori, da tutti gli operatori economici, dalle istituzioni a livello nazionale, a livello locale. Quo Vadis, io gli avrei messo otto punti interrogativi perché proprio la domanda che tutti si pongono, io non ho i dati però se ci ragioniamo negli ultimi quattro anni, diciamo dal Covid a oggi, gli scenari microeconomici e i riferimenti su cui le imprese programma gli investimenti sono cambiati molto più velocemente che nei precedenti dieci, diciamo da le Mandra del sin poi. Nessuno avrebbe previsto un aumento così repentino di tasse di interesse con tutte le conseguenze del caso anche sugli investimenti, nessuno avrebbe previsto quello che è successo con la guerra russa-ucreina, un aumento esponenziale del costo di materie prime energetiche, in particolare del gas che ha portato alle stelle il costo di energia in tutta Europa, ma nessuno avrebbe previsto che sei mesi dopo quel costo sarebbe crollato di dieci volte in pochi mesi, quindi è questo solo per cittare alcuni effetti. Quindi io dico questo, io parlo al nome delle imprese, da imprenditore non parlo al nome della presidenza del suo 24 ore, anche perché non voglio togliere il mestiere al nuovo presidente di Confindustria, è letto oggi l'assemblea che sarà domenica quattro vento a fare le conclusioni, Manuel Orsini, però da imprenditori io vedo gli scenari e sugli scenari noi costruiamo i nostri piani industriali che presentiamo ai mercati ed è difficile la storia da raccontare dove faremo fra quattro anni con quali investimenti e quali risultati, perché gli scenari sono instabili, che è la situazione peggiore per qualunque imprenditore, il sogno degli imprenditori sarebbe essere monopolisti, sarebbe il massimo, opero solo io, il mio prodotto, non ho competitor e faccio quello che voglio, questo in teoria. Il sogno invece di un imprenditore in qualunque settore, in un sistema competitivo, è quello di avere una visione di meglio lungotermine e soprattutto dei quadri stabili che sono dati, e oggi sono assolutamente instabili, sono dati da questi scenari non prevedibili, sono dati da provvedimenti giusti fatti in emergenza dai governi, pensate quando il prezzo di energia è andato a 500 euro a livello europeo e temevamo di rimanere senza energia, si sarebbe fermata l'Europa, si sarebbe fermata l'Italia, sarebbe stato un dramma economico e sociale sostantato i prevedimenti di emergenza dei governi che hanno tamponato la situazione, però hanno dovuto rallentare il piano della transizione energetica e per un periodo si è dovuto sopportare di fare rimettere in moto le centrali a carbone che da punto di vista della CO2 sono maggiori colpevoli in termini industriali della CO2. Poi è tutto cambiato e adesso invece chi ha investito in energia rinnovabile si trova in difficoltà perché il prezzo di energia non ripaga gli investimenti, perché nel frattempo i costi di materie prime e i costi degli impianti sono aumentati il 30% e allora tutto tende a fermarsi, quindi le politiche industriali, le politiche energetiche, le politiche per la transizione devono essere possibilmente stabili con una visione lunga e poi i governi devono intervenire nelle situazioni emergenziali. Se invece da questo le norme o i decreti, cioè diventa un decretificio continuo e allora si alterano le dinamiche del mercato e il sistema va in tilt. Ecco noi ci troviamo in questa situazione, io non sono qua per lamentarmi, sono qua per capire anche da imprenditore dai tantissimi esperti nelle varie materie, l'avete citato sono i premi nobili, sono gli economisti, sono gli accademici, sono i capi azienda, qual è la view del futuro non dico a vent'anni ma almeno a quattro o cinque anni, perché questi sono i tempi diciamo minimi per programmare certi investimenti per esempio nel settore manufacturiero e sono anche d'accordo con coloro che criticano gli errori per esempio che sono stati fatti dall'Europa su certi segmenti dell'industria che sono stati, su cui sono stati messi obiettivi troppo tirati e non sono stati ammesse per esempio le diversificazioni delle fonti e la diversificazione tecnologica per ottenere gli stessi risultati in termini decarbonizzazione. Questi sono i grandi temi, le grandi domande, io sono convinto che la qualità di questo straordinario convegno che non è solo il Fesio dell'economia di Trento ma il Fesio dell'economia dell'Italia che ha una visione europea internazionale, usciranno le risposte e sicuramente le indicazioni che molti si aspettano, quindi buon lavoro a tutti. Grazie Presidente Garrone. Presidente Fugazzi abbiamo capito che bisogna guardare avanti ma evidentemente però gli scenari raccontano tanta incertezza però bisogna riuscire a pianificare. Allora Povadis. Bene buonasera anche da parte mia, un saluto alle tante persone presenti, a tutti i redattori che ci sono oggi qui sul palco e sicuramente dopo aver sentito anche l'intervento del Santo Padre, ovviamente fa molto riflettere e io lo collegherei questo anche rispetto alla sua domanda, al fatto che tra i cinque premi Nobel che ci sono oggi a questo festival e quindi si mantiene la parte scientifica che è la base di questo festival, ci sono due premi Nobel per la pace e quindi sicuramente in un momento difficile come questo che sta causando le tante difficoltà che il Presidente Garrone ha toccato, dal dibattito con questi premi Nobel sicuramente potranno uscire elementi importanti per capire anche cosa si può fare per arrivare ad un raffreddamento della situazione. I tanti altri eventi che ci sono, i tanti altri relatori, io voglio ovviamente ringraziare il Sole 24h che qui è rappresentato nei suoi massimi livelli per il lavoro che è stato fatto organizzativo, oggi siamo il giovedì e al giovedì già vedere il sale con una presenza importante, con questi numeri di relatori vuol dire che il festival sta continuando a crescere. C'era ora quando il Presidente Garrone dice che noi diciamo che il festival di Trento ovviamente è presidente però è anche per noi importante e ambizioso sentire dire da lei che questo è il festival dell'Italia e io credo che la crescita di questo evento lo stia un po' portando ad essere l'evento di riferimento a livello economico, finanziario, di business, del mondo delle imprese, a livello nazionale. Noi Trentini siamo gente con i piedi per terra, abbiamo anche l'ambizione di avere la testa sulle spalle e quindi vogliamo anche un po' cominciare a dire questo perché questo è l'evento di riferimento a livello nazionale ed è una cosa che ci fa molto piacere anche perché si riesce a dialogare, non è un evento chiuso a chi parla, si riesce a dialogare con chi partecipa ed è questo un fattore che non c'è in tanti altri eventi importanti che ci sono a livello nazionale di questa fattispecie però siamo gli unici a fare questo e credo che questo sia una continua crescita di questo evento che pone Trento e il Trentino in una situazione che ci inorgoglisce molto. Ecco questo è importante, siamo al terzo anno di vostra organizzazione, abbiamo rinnovato l'accordo per altri tre anni però io voglio ringraziare ovviamente i rappresentanti che ci sono su questo palco, voglio ringraziare il direttore Tamburini Federico Silvestri per tutto il lavoro che è stato fatto, che in queste giornate vedremo e per quello che è stato messo in campo per questo evento. Grazie. Grazie Presidente. Quo vadis è una domanda che ovviamente guarda al futuro, a guardare al futuro c'è sempre università e quindi andiamo con il direttore dell'università di Trento Flavio De Florian. Sì grazie e buonasera anche da parte mia a tutte e a tutti, è un piacere essere qui in questo momento inaugurale del festival, anche quest'anno, ma io proverei a ricollegarmi sia a una parola che era nel testo di Papa Francesco, umiltà, sia quello che diceva il Presidente Garrone poco fa quando ha ripetuto più volte nessuno avrebbe previsto, nessuno avrebbe previsto, nessuno si sarebbe immaginato. Perché credo che anche da mondo universitario che cerca di studiare i fenomeni e di in qualche modo preparare le nuove generazioni anche al futuro che abbiamo davanti, dobbiamo affrontare tutto questo con umiltà proprio perché molto spesso le previsioni poi non si riesce a farle. Allora uno potrebbe chiedersi, ma allora chiedersi dove andiamo, quo vadis, a senso visto che poi magari non riusciamo a vederla questa traiettoria? Io credo di sì, proprio visto dal punto di vista delle nuove generazioni che popolano l'università e che pongono tutta una serie di questioni anche di carattere economico che non vanno sottovalutate, anche se magari talvolta sono posto in maniera sbagliata nei toni o nei modi ma che pongono dei temi importanti. A senso comunque perché porsi delle domande importanti e riflettere, ripeto, senza partire dal presupposto di avere le risposte facili in tasca, che è quello che fa il festival, che confronta opinioni diverse, che permette di dibattere, di fare domande anche ai partecipanti che sono ovviamente, come abbiamo visto, premi Nobel, ministri, persone di grande livello responsabilità e competenza, diventa un momento di crescita personale. Quello che noi cerchiamo di fare come università, contribuendo al festival, ma anche nella nostra attività quotidiana, è quella di contribuire a dare degli strumenti alle nuove generazioni che hanno questo futuro in certo davanti. Non è facile vivere, se per un imprenditore non è facile programmare non sapendo cosa succede fra cinque anni, per un ventenne è ancora più difficile vivere non sapendo cosa davanti. Però l'unica cosa che si può fare di realmente utile è dare gli strumenti, gli strumenti di pensiero critico, indipendente, di capacità di dialogo, di capacità di ascoltare gli altri, perché un dibattito in cui non si ascolta chi sia di fronte non è più un dibattito. Ecco queste cose sono fondamentali. Il Festival dell'Economia sui grandi temi in passato e sicuramente abbiamo già visto oggi nella prima giornata ma sarà così anche nelle prossime, è un'arena dove si pratica tutto questo e questo per un'università, per chi rappresenta in questo caso migliaia di ricercatori e ricercatrici, 16-17 mila studenti e studentesse, è una grandissima occasione di crescere, di confrontarsi e di porre, come ho già detto in altre occasioni, almeno le domande, poi se arriveranno le risposte lo vedremo, ma già porre le domande giuste è un buon punto di partenza. Grazie. Ed è ambizioso diciamo anche cercare di sviluppare il senso critico, di aiutare i giovani a sviluppare il senso critico, giovani che abbiamo tanto trascurato perché sono sempre meno nel nostro Paese e le politiche si orientano sempre verso altre fasce d'età. Allora coinvolgerei la Ministratrice delegata Mircea Cartier-Dazero del gruppo 24 ore proprio per chiederle questo, con quest'ottica, Quo Vadis, giovani. Grazie Rosalba, bellissimo ritrovarsi in questa cornice per il terzo anno consecutivo, quindi dal 22 ad oggi è stato ricordato, è stato un crescendo sostanzialmente degli eventi, della popolarità, della attenzione che tutte le generazioni hanno rivolto a questo che più che un festival è diventato una festa. Vedo per le strade la gente contenta e curiosa di assorbire i contenuti che sono molteplici, come è stato più volte ricordato. Parto anch'io dalle parole del Santo Padre, tanto inaspettate quanto gradite. E devo dire che ha tratteggiato in poche righe un po' tutto il perimetro delle riflessioni che poi sono declinate in questa cermesse. Quindi innanzitutto dedicato, come tu Rosalba ha ricordato, alle future generazioni, ma ha parlato anche di crisi dei valori, di ideali tiepidi. Ecco, questo mi ha colpito particolarmente perché, come continuiamo a ripeterci, è un periodo di transizione, è un periodo in cui l'unica certezza è l'incertezza, complessità geopolitiche che conosciamo bene e macroeconomiche che volte non riusciamo a prevedere, anzi la maggior parte delle volte non riusciamo a prevedere. Ecco, davanti a tutto questo, che cos'è il festival dell'economia di Trento, il festival dell'Italia? Secondo me è un dialogo intergenerazionale dove non è che noi diamo le informazioni ai giovani, ma al contrario, come è stato ricordato anche dal professor De Florian, questo flusso non è un invoco, è uno scambio e noi guardiamo loro come loro possono far tesoro della nostra esperienza e di quella degli esperti, dei professori, degli accademici, degli esponenti scientifici, dei premi Nobel che sono presenti in quest'arena. E quindi importantissimo per i giovani di oggi che vivono in questa bolla di incertezza, che poi dopo loro saranno quelli che dovranno subire le conseguenze o anche causare le conseguenze dei prossimi scenari. Giovani che è stato ricordato, abbiamo ovviamente il tema dell'inverno demografico, ma abbiamo anche quello dei NIT, che oggi sono al 23%, giovani che non lavorano e non studiano e quindi sono anche qui numerosi forse proprio per trovare un'ispirazione, non ci sono soltanto loro, ma ci sono anche tantissimi studenti che ho visto per le strade e questo ci riempie di gioia perché come è stato ricordato questo evento non è un conclave chiuso, al contrario è proprio uno scambio con le famiglie, con gli studenti, con i ragazzi. Quindi io mi propongo di ascoltare prima di tutto non soltanto appunto sicuramente gli interventi più qualificati ma anche proprio i giovani e noi ai giovani abbiamo voluto parlare per esempio con l'istituzione del Fori Festival già il terzo anno, anche quella è un'esperienza crescente di youtuber, creator, talk, laboratori, non è più soltanto la persona sul palco con il microfono ma in realtà è proprio un'esperienza molto più in coglionvolgente. Anche quest'anno il calendario del Fori Festival di cui poi ci parlerà Federico Silvestri è ricchissimo e quindi anche quello è un terreno di incontro con le nuove generazioni nei loro luoghi e coi loro linguaggi. Questo è anche per noi come voi sapete un leitmotif del gruppo di avvicinarsi sempre di più le nuove generazioni con Radio24, podcast ma in realtà con tutti i contenuti e con tutti i servizi e prodotti del gruppo e quindi oggi siamo qui con tutta la merce sul bancone e metterli a disposizione delle istituzioni Trentina e di Trento ma non soltanto di Trento come è stato detto per un messaggio e per un dialogo intergenerazionale. Grazie. E questo scambio questo incontro intergenerazionale lo vediamo fisicamente in questi giorni per le strade di Trento oggi un po' meno perché sta piovendo ma le previsioni sono generose e quindi do la parola al sindaco di Trento Francoianeselli. Grazie, grazie. Sì noi ci scusiamo per la pioggia, no ma è che da aprile abbiamo cambiato l'amministratore delegato della nostra società Dolomiti energia che produce energia idroelettrica lui vuole dimostrare di, cioè da quando è arrivato proprio ha sempre piovuto quindi Stefano adesso basta per il weekend. No sul dove andiamo io penso che sia interessante ragionare osservando anche che le città questa città e ogni città alla fine è una coppia tra l'essere fermi e il muoversi perché le città sono statiche perché hanno i monumenti hanno le case abbiamo questo magnifico centro storico che ospita il festival e poi abbiamo il movimento delle persone per noi quest'anno il movimento delle persone è per tutto l'anno quello dei volontari abbiamo già detto l'anno scorso perché avevamo stati nominati ma quest'anno noi siamo nell'anno di Trento capitale europea di volontariato e per noi Trentini è la soddisfazione più grande perché il riconoscimento di una disposizione delle nostre persone diciamo gente felice perché capiamo che i volontari non è che rendono felici gli altri sono anche un po' un egoismo del volontariato se volete sono felici loro perché fanno i volontari e però in queste giornate siamo in questo bel movimento del festival e il professor fabbrini questa mattina ad un dibattito parlava preoccupato per le democrazie di cigni senza collo è un'immagine no io credo che quello che noi dobbiamo provare a essere in queste giornate dei cigni con un collo che si alza dei cigni perché il punto è guardare un po più la perché queste giornate non è che servono per dire che cosa succede tra un'ora e guardare un po più la sempre questa mattina ho sentito anche alle due del pomeriggio sono andato a sentire Carlo Ratti grazie perché un ospite straordinario lui insegna la MIT in un suo libro lui cita questo anarchico dell'800 reclue che diceva la città ideale qual è è la città nella quale c'è la passione per lo studio e per la conoscenza un festival e però c'è tutta la natura dentro e io retore con umiltà un po di trento in queste parole le ho sentite grazie e le vediamo anche noi perché è bellissimo muoversi per trento con tutti questi studenti e questa città bellissima con tanto verde intorno allora chiudiamo con l'amministratore delegato di trentino marketing maurizio rossini che ci darà la sua visione diciamo dei dilemmi ma no io vorrei portare a tutti quanti il benvenuto anche di tutte le persone che sono impegnate nell'organizzazione di questo festival prima hai ricordato con pochi numeri no la la la dimensione quindi 320 appuntamenti più di 600 relatori più di 900 ospiti quindi è davvero un festival che ha assunto una dimensione molto importante ma all'interno di un solco che davvero trae l'infa dalle sue origini cioè il festival dell'economia di trento nasce per aprirsi all'italia e al mondo non nasce per per essere un dibattito tra noi trentini ma l'idea è di portare grandi relatori e offrire idee con fronti momenti di confronto momenti di dibattito all'italia e al mondo in questo solco continuiamo a lavorare grazie a questo apporto straordinario del gruppo solo 24 ore di tutte le sue donne e suoi uomini impegnati con noi un motivo di soddisfazione oggi l'avete già citato e aver visto quanti giovani hanno partecipato ai nostri incontri i nostri dibattiti certo alcuni anche con lo sguardo un po' smarrito no quindi di chi coglie più dubbi che certezze ma non c'è solo questo io credo che in molti di loro invece ci siano buone idee e ci sia anche la consapevolezza che pur in un mondo per noi complicato ci siano tantissime possibilità date proprio dallo sviluppo delle tecnologie dell'innovazione di aspetti che un tempo non c'erano e che se guardati con gli occhiali con gli occhiali vecchi ho paura che mostrino solo difficoltà se guardate magari con gli occhi nuovi invece siano dense dense davvero davvero di opportunità ecco io credo che dobbiamo cavalcare un po' questo cioè dobbiamo riportare anche attraverso il festival ottimismo far capire davvero che quelle tante idee che in quelle teste ci sono sono realizzabili solo così potremmo anche offrire alla nostra italia queste intelligenze questo entusiasmo questa energia di cui abbiamo tanto bisogno e che molti ragazzi altrimenti purtroppo vanno a portare in altri paesi alle volte con risultati davvero straordinari e spero che il festival dia un contributo anche in questa direzione grazie grazie a maorizio rossini franco ianeselli mirgia cartier d'asero flavio de florianne maurizio fugati eduardo garrone intanto grazie a voi intanto vi indichiamo la strada noi ci portiamo avanti perché ci hanno dato istruzioni dettagliate su dove metterci per consentire ovviamente un trasloco esatto di togliere gli sgabelli e organizzare le poltroni per il prossimo incontro perché ogni anno ormai è un momento molto atteso della cerimonia d'inaugurazione del festival dell'economia perché è un ritorno che tutti aspettiamo perché le sue riflessioni sono sempre preziose riflessioni che ogni anno vengono accompagnate da una voce in questi anni è sempre stata una voce femminile quindi noi siamo molto contenti di sentire che cosa che riflessioni ha suscitato questo puovadis e questo interrogarsi sui dilemi del nostro tempo un ospite che ci accompagna ogni anno al festival dell'economia di trento io ovviamente sto allungando il brodo fatemi guardare ci sono tutto pronto ok allora possiamo introdurre il presidente merito del pontificio consiglio della cultura il cardinale gian franco ravasi benvenuto eminenza accompagnato da lavini a viaggiotti ciglia lavini a che imprenditrice che è stilista e che è la terza generazione di donne al timone dell'azienda di famiglia vi lasciamo alle riflessioni del cardinale ravasi di lavini a viaggiotti ciglia grazie sono particolarmente lieto di ritornare ancora in questo orizzonte in questa atmosfera questa volta di essere accompagnato da una persona nei cui confronti vorrei subito tracciare tre lineamenti che sono in connessione con me e che giustificano anche questa vicinanza il primo lineamento è il suo nome lavini a forse pochi tra di voi sanno ricordano che questo nome è il nome della moglie di enea e una latina suo padre era latino il re latino quindi è idealmente anche una rappresentazione di un dialogo come vedete tra due mondi diversi e nea che viene da lontano e invece una figura che è vicina a noi a cui noi apparteniamo poi c'è la seconda caratteristica secondo lineamento è la madre laura che io voglio ricordare soprattutto perché al di là della sua testimonianza dell'estetica attraverso questa forma particolare che la moda era anche ha scelto un colore come dominante che è il colore biblico per eccellenza del divino dell'infinito dell'eterno perché la sintesi di tutti i colori il bianco e da ultimo voglio ricordare anche invece un lineamento molto più personale che tra l'altro unisce lei anche a marta cagnola e a me e cioè il fatto che la vigna è stata per un certo periodo quando io ero ancora capo di castello della cultura vaticana è stata nella mia consulta femminile con la sua presenza sempre fine e raffinata devo dire anche e questa sera lo potremo testi lo sentiremo e lei lo testimonierà io vorrei allora anche dire per cercare un po quasi di mettere un piano a questo incontro perché non è assolutamente un dialogo diretto non si suppongono domande risposte ma ognuno fa un percorso e quindi avremo un po così un po due tappe la prima tappa è iniziata da me la inizio io e vorrei iniziarla in una maniera un po particolare immaginando supponendo che tutti voi per un momento abbiate in mente una scena forse l'avete anche vissuta questa scena almeno per quanto riguarda il contesto topografico la via appia a roma la via appia a roma sta camminando una persona probabilmente già un po anziana accompagnata da alcuni che palesemente si dimostrano come discepoli di questa persona questa persona avanza è un certo momento lungo la via appia alla meta probabilmente di imbarcarsi all'improvviso si ferma e si ferma e qui io lascerei la parola proprio pensate a un testo il personaggio per cioè molto remoto a un testo del secondo secolo io ho avuto occasione anche di tradurre questo si chiama questo titolo voi capite subito di chi si tratti gli acta petri gli atti dell'apostolo pietro siamo nel secondo secolo quindi molto vicini all'esperienza e questo racconto un racconto molto vivace quasi direi per molti aspetti cinematografico televisivo pietro si blocca e vede davanti ai suoi occhi una figura che per lui era fondamentale cioè vede il cristo che porta la croce e si stupisce proprio sulla via appia e allora ecco questa domanda in latino perché il testo è latino cuo vadis chiede pietro a cristo e lui risponde non ve lo dico in latino ma sarebbe anche facile vado ancora a roma per farmi di nuovo crocifiggere e allora pietro capisce pietro stava fuggendo da roma su spinta dei cristiani che volevano salvare c'è il capo nostro adesso sotto la persecuzione terribile di nerone vogliamo salvarlo e lo facciamo ricoverare ancora lontano e cristo gli fa questa dichiarazione e gli dice indirettamente qual è la sua meta qual è il senso che anche lui deve fare deve tornare ancora a roma e deve tornare a trovare il significato ultimo della sua missione ecco allora con questa sorta di parabola e soprattutto con questa frase che è stata scelta non l'ho scelta io dalla cuo vadis c'è un po una prima risposta una prima considerazione che io vorrei fare voglio però sempre ricordare che tutti voi questa frase l'avete in mente anche se un latino non esemplare con l'uso di questo verbo è diventato poi come sapete un romanzo un romanzo molto popolare di uno che è diventato anche premio nobel era un polacco sinchiewicz il quale ha scritto questo racconto che è diventato poi il primo colossal della storia del cinema con mervin le roi pensate 30 mila comparse nelle comparse c'erano due ragazzine allora che voi proprio non immaginereste sophia loren e elisabeth taylor c'erano poi personaggi vari potete immaginare quale spreco anche il primo grande colossal appunto ebbene nell'interno di questa scena che io ho però riportato la sua matrice io vorrei soltanto mettere questa sottolineatura che è un po il tema della riflessione e la sottolineatura è questa noi stiamo cercando e dobbiamo sempre cercare in qualche modo un senso pietro vedete deve ritornare ancora trovare il senso della sua missione lui ritornerà e verrà crocifisso negli orti licignani dalla persecuzione di nero di nero ebbene noi attraverso questa parabola dobbiamo interrogarci soprattutto su una questione di fondo che è quella che io metto così in apertura lasciandola così che permetterà poi di allargare il discorso ulteriormente e io la esprimo questa questo tema lo esprimo usando le parole di uno scrittore grande dramaturgo che non avrebbe mai pensato che un cardinale lo citi nell'interno di un incontro come questa sera si sta si tratta di berthold brecht io ebbi all'occasione a berlino devo dire di parlare nel suo deutsches teatro nel suo teatro anche quello fu una cosa abbastanza scandalosa per certi aspetti pensando come era la sua visione lui ha una poesia che suona così della dico a memoria ricordo anche in tedesco e dice sono seduto ai bordi della strada l'autista sta cambiando la ruota dell'auto non so da dove vengo non so dove vado e allora perché attendo con tanta impazienza il cambio della ruota ecco voi capite che la ricerca di senso che è un elemento fondamentale fondamentale non soltanto sarebbe lo scopo grande delle religioni ma è anche la domanda proprio covades della società stessa quale traiettoria e vorrei poi aggiungere poi lascio la parola a lei alla vignia perché vorrei che si introducesse anche un'altra riflessione parallela e la esprimo anche in questo caso attraverso una testimonianza di un'altra persona in questo caso si tratta di un pensatore un grande pensatore devo dire Wittgenstein il quale se uno legge soltanto il suo tractatus logico philosophus esce alla fine stremato per la complessità anche del suo pensiero che però scrive nella prefazione voi sapete che le prefazioni si scrivono sempre dopo aver scritto un testo scrive e dice quello che io volevo cercare erano i contorni di un'isola immaginate un atollo tu stai lungo la battigia lo puoi magari in una mezzagiornata circoscrivere ciò che io conclude ho scoperto alla fine erano le frontiere dell'oceano se io guardo solo di qua vedo una cosa limitata io devo anche guardare dall'altra parte ed è per questo motivo che anche noi quando ci interroghiamo sul dove andiamo non dobbiamo accontentarci soltanto con tutto il rispetto dell'importanza delle coordinate storico economiche sociali dobbiamo probabilmente credenti e non credenti porre un interrogativo quell'interrogativo che ti viene quando sei innamorato oppure che l'interrogativo che ti viene quando senti ramificarti dentro di te la malattia di una mano gelida di una malattia o della vecchiaia come nel mio caso oppure quando trovi una tragedia attorno a te è la domanda di senso è la domanda fondamentale a cui in qualche modo tu devi dare una risposta guardando oltre oltre la battigia buonasera buonasera a tutti desidero ringraziarvi molto per avermi voluta questa sera ringraziare su eminenza per avermi invitato a fare questo piccolo viaggio a un andare non sappiamo ancora verso dove ma un farlo tutti insieme ciascuno con il proprio vissuto con la propria storia ed è questo che vorrei un po' condividere con voi io mi sento la terza staffettista di un'azienda di famiglia la prima corsa l'ha iniziata mia nonna delia con un piccolo atelier a roma negli anni sessanta una donna emancipata coraggiosa rimasta orfana 14 anni nel 1928 e impiegata come dattilografa per mantenere i suoi tre fratelli appassionata però di bellezza insomma anche attraverso la seconda guerra mondiale ha cercato nella moda quel piccolo conforto in piccole gocce di bellezza da dare alle primissime clienti che aveva nella sua bottega ha cercato proprio sempre quel piccolo senso non solo un colore un orlo o una lunghezza ma un conforto un'amicizia questa poi attività è cresciuta sino ad essere stata una delle primissime a firmare le divise per l'italia quindi conquistare in qualche modo gli stati uniti del lì che è entrata mia madre laura studentessa appassionata di archeologia cristiana all'università con la mitica professoressa guarducci e però soprattutto figlia prima di tutto figlia e quindi comprese la necessità di mia nonna di avere accanto qualcuno che avesse idee più moderne che potesse trasformare quel piccolo atelier in qualcosa di più grande arriviamo agli anni settanta il momento straordinario per il nostro paese in cui nasce quel fenomeno del made in italy mia madre laura giorgio armani missoni crizia vanno con coraggio a conquistare gli stati uniti ed è lì proprio che in qualche modo si consacra il bello e il ben fatto in italia non si consacra solo uno stile ma si consacra un modo di vivere che intriga fascina appassiona donne e uomini da tutto il mondo ecco mia madre laura è stata la prima stilista italiana a sfilare in cina nel 1988 l'anno prima della rivoluzione di piazza tien a men e la chiamavano mister biagiotti perché non potevano pensare che una donna fosse a capo di un'impresa e non potevano pensare che una donna facesse imprese di quel tipo fu un po andare incontro forse alla più grande comunità di donne al mondo ma anche testimoniare il passaggio dalla divisa di mao quella crisalida che diventava farfalla in fondo anche la moda il colore che entravano nella vita delle persone per poi portare la cina a diventare il colosso di cui tutti parliamo ogni giorno la potenza economica con la quale ci confrontiamo costantemente ecco io sono la terza stafettista ho iniziato a correre a 18 anni quando ho perso mio papà gianni fina che era la mente managerale dell'azienda ho fiancato mia madre con quello stesso spirito di famiglia con cui lo fece lei negli anni sessanta interrogandomi spesso su dove sarei andata ma soprattutto facendolo nel modo in cui mi ha insegnato mia madre è un esercizio che che compio tuttora ogni mattina quello di pormi davanti a un foglio bianco staccare i telefonini tutta questa straordinaria tecnologia che ci permette di essere iperconnessi di fare ricerca ma che poi qualche volta forse ci limita nella libertà di pensiero nella creatività nel coraggio di andare oltre i nostri ostacoli i nostri limiti e quindi il mio cuo vadis si esprime ogni mattina davanti a questo foglio bianco sul quale cerco di scrivere qualcosa che abbia un senso che abbia un senso per le mie persone per le tante persone che lavorano per il nostro marchio che abbia un senso anche per il nostro territorio al quale sono particolarmente legata e che rappresenta per me radice ali la roma la roma di la vina moglie di anea di cui parlava su eminenza la roma che è il luogo in cui abbiamo deciso di rimanere a vivere e lavorare nonostante il centro della moda sia milano il luogo con il quale abbiamo un dialogo a doppio senso il nostro forse prodotto più conosciuto amato il profumo roma tra l'altro prodotto d'angelini che che sarà qui in questi giorni che qui in questi giorni e con il quale rappresentiamo un polo della profumeria italiana molto importante anche questa è stata una scelta di sostenibilità passare da una multinazionale italiana a un gruppo italiano per cercare di accorciare la filiera ecco la nostra roma che ha ispirazione ma che anche oggetto del nostro amore che si esprime attraverso i tanti restauri che abbiamo fatto l'ultimo la statua della da roma sulla piazza del campidoglio la roma che è stata un grande conforto per me quando ho perso mia madre laura perché proprio nella bellezza della città ho ritrovato l'energia per rinascere per ripartire da quel foglio bianco ancora una volta e cercare anche di interrogarmi su cosa fosse giusto fare per me nella mia impresa per le mie persone ma anche quale messaggio dare ai giovani nel negli anni venti in fondo si apriva un'epoca poco prima dello scoppio della pandemia ecco la prima risposta che mi sono data è che in fondo noi non lavoriamo solo per un logo un marchio che è quello per cui siamo tutti conosciuti i miei colleghi ed io ma dietro questo marchio c'è un logos c'è una parola ecco quel logos quella ricerca di senso è la meraviglia del coraggio della creatività di gettare il cuore oltre l'ostacolo e di farlo sempre coltivando il proprio giardino cercando di restituire al nostro territorio questo territorio che che ci dà così tanta bellezza qualcosa gli americani hanno la parola legacy eredità che forse è brutta da tradurre nella nostra lingua ma ma la mia ricerca di senso è dialogare con roma ma anche soprattutto cercare di lasciare una piccola traccia che non sia ephemera in fondo nel coeletto si dice vanità delle vanità tutto è vanità la moda molto spesso è etichettata come la fiera delle vanità in fondo invece cerchiamo tutti di estrarre con il nostro mestiere con il nostro fare industria con il nostro creare valore sul territorio ma anche nel nostro paese una goccia di eterno da questo effimero adesso io vorrei entrare nel merito del tema da sviluppare il cuovadis che tra l'altro è stato trasformato in un film in povado se ricordate di che cozzalone mi pare che è anche vero per molti aspetti è perché è una domanda che ognuno si deve porre e vorrei allora anche in questo caso partire da un'altra scena siamo partiti dalla via appia con pietro che se ne sta andando per cercare di salvarsi dalla persecuzione di ero di nero ne spinto dalla comunità cristiana e che invece viene invitato dal cristo a ritornare e lui rientra ecco io vorrei partire in questo caso da una scena che o meglio più che da una scena da una frase che tutti avete in mente avendo fatto studi studi superiori ma anche solo per eco anche in questo caso si tratta di un testo dal cui lettura si esce strematis e decant cante nella critica della ragion pratica quando nell'ultimo capitolo fa quella famosa frase che è sempre citata e cioè il cielo stellato sopra di me e la legge morale dentro di me ecco io vorrei in questo caso proporre tre stelle trascendenti che rispondono alla domanda fondamentale che stiamo sviluppando cioè la domanda di senso la domanda sul percorso della nostra esistenza la domanda anche sul percorso della storia stessa e le tre stelle che vengono accese dalla tradizione classica sono ancora utili ai nostri giorni per interpretare il presente le ricordate probabilmente perché anche le si insegnavano almeno nei licei la prima stella è indubbiamente le dico col termine latino perché si usava questo è il verum il vero la verità secondo è il bonum l'etica terzo è il pulcrum l'estetica che non è quindi da dimenticare cominciamo con la prima il primo tema il tema del della verità e noi viviamo in un'epoca in cui si è arrivati persino al punto di cognare l'espressione post verità usando proprio il termine verità pensiamo che cosa sono le fake news noi viviamo in un'epoca in cui sempre di più c'è la tentazione di ricorrere a questa fluidità della c'era una filosofa americana che diceva la verità è come una ragnatela ogni ragno se la elabora la sua maniera viene un colpo di vento la ricostruisce da capo in maniera diversa forse ecco qui invece io penso che dobbiamo ritrovare ancora il valore della verità di una certa oggettività della verità e qui la cultura greca è stata maestra e platone nel fedro quando descrive insegna che cos'è la verità come fa dice noi siamo come su un cocchio guidato da due cavalli il cocchio guidato dai due cavalli sono la ragione da un lato e dall'altra parte invece la sensorialità e noi ci lanciamo camminando e correndo nella pianura della verità voi vedete che la verità è qualcosa che ci precede ci eccede è qualcosa tra virgolette di oggettivo che diventa soggettivo poi che deve essere conquistato ecco perché è importante in questo tempo ritornare ancora alla scoperta di alcuni di alcuni punti centrali alcune componenti che siano componenti fondanti e in questa linea io direi dobbiamo sicuramente mettere anche la vera funzione del sapere e sapere il conoscere tra l'altro è interessante che in latino il verbo sapere come probabilmente vi ha noto non significa come primo significato sapere ma avere gusto avere sapore e quindi è la passione e questo è un altro elemento ancora che deve entrare nell'interno del verum della ricerca del verum la passione e questo è un elemento che naturalmente tante volte si si disperde c'è un detto dell'antica tradizione orientale che dice il sapiente sa quel lo stolto dice quel che sa non è la stessa cosa e ancora se volete un altro elemento rilevante è quello che diceva don milani quando ricordava che il sapere è una componente strutturale dell'essere dell'esistere della ricerca umana ed è per questo motivo che è necessario assolutamente far sì che non si riduca soltanto a una sequenza di cognizioni ma diventi anche una componente strutturale dell'essere dell'esistere ed è in questa luce che allora riusciamo a comprendere come sia ardua anche la funzione di colui che insegna del maestro e ancora pensiamo anche che cosa vuol dire la comunicazione attuale che ancora mi io mi rifaccio ancora la classicità perché è illuminante su questo il gorgia di platone e gorgia il grande maestro retore che inganna fondamentalmente socrate è il maestro che invita alla ricerca e bene che cosa dice a un certo momento socrate a lui se vedi la nave deve avere un comandante un navigante per poter essere guidata il malato deve avere un medico che ha una sapienza per poterlo guarire il politico deve essere sapiente per poter governare davvero e invece che cosa è il risultato ormai ora ormai che governa è il retore il quello che fa propaganda che era appunto gorgia che conquista attraverso al giro delle sue parole avvoltola le persone nelle sue parole e le porta ecco perché la richiesta l'interrogazione sul vero sulla verità è fondamentale nell'interno della cultura contemporanea che invece affidata pensate in questo momento cosa passa anche nell'interno di questo spazio nel letere che cosa passa di contraddittorio che cosa passa anche soprattutto per quanto riguarda i valori che cosa passa anche attraverso l'attacco degli altri una sorta di flusso continuo pericoloso negativo ecco allora il primo la prima stella ideale il la seconda stella il bonum verum è la filosofia anche il sapere il conoscere secondo è invece il bonum è l'etica è la dimensione della morale è la dimensione della libertà e noi sappiamo bene che in questo momento si vive molto spesso nell'interno di una l'abbandono del verum ha ci ha portato seconda all'abbandono del verum la prima stella ci ha portato a non entrare nella seconda stella vere proprio la seconda stella è il bonum il bene l'etica la morale condotti dal verum ebbene il risultato qui è noi vediamo che la morale ciò che domina i nostri giorni soprattutto l'indifferenza è questa sorta di nebbia non esiste in verità una negazione il più delle volte è qualcosa di in colori in odore in sapore non c'è più la distinzione tra bene e male in maniera netta c'è questa forma non tanto di ateismo ma di apateismo apatia nei confronti dei temi e qui allora questo punto a proposito del bonum questa seconda stella io vorrei ricordare in maniera particolare tre anelli che costituiscono il bonum in senso pieno ed è la nella relazione interpersonale la primo il primo anello è certamente nella relazione interpersonale nell'etica della relazione primo anello è certamente la sessualità maschio e femmina si attira noi e nella variazione che ora si introducono ma esiste una dimensione fisiologica c'è però nella creatura umana qualcosa di più forse anche proprio l'evoluzione della specie ci ha portato lì ad un secondo livello che è il livello dell'eros l'eros è la scoperta della bellezza dell'altro del sentimento della passione è qualcosa di più non è semplicemente l'istinto sessuale vedete la brutalità della pornografia il primo livello è disumana in questo senso perché noi possiamo essere capaci e lo sanno bene i due innamorati che cosa vuol dire anche la scoperta della bellezza dell'altro una categoria che tra l'altro è profondamente soggettiva perché quel volto che a lei per esempio dice tanto a me può dire anche niente è un avere proprio paesaggio sul quale i due innamorati si scoprono riescono a trovare il fascino dell'eros ma la persona umana è capace anche di un terzo livello e il terzo livello è l'amore e l'amore è la donazione il cantico dei cantici nella bibbia è emblematico in questo senso il mio amato è mio io sono sua io sono del mio amato e il mio amato è mio è un gioco quasi di parole ma in realtà che poi nell'originale ebraico è un suono è un'armonia perché sapete che non esiste nelle culture semitiche la metrica la metrica quantitativa come nel latino e nel greco ma una metrica che è qualitativa un suono e difatti lei la donna che conduce le danze dell'amore la donna dichiara a proposito del bene vero l'amore e dichiara nell'originale ebraico anche se non sapete l'ebraico basta che voi sentiate che il suono i vuol dire io mio e il suono o vuol dire lui mio amato e il suo voi sentite subito poi ve lo traducco e il testo che ho citato prima con la fatica delle parole do di liva anilo anilo e do di do di li voi sentite do di liva anilo anilo e do di do di li o ininterrottamente io lui che vuol dire appunto il mio amato è mio io sono sua io sono del mio amato e mio amato è mio pensate la traduzione come stempera questa forza e questo è il punto terminale la donazione totale per cui non c'è amore più grande dirà cristo l'ultima sera della sua vita terrena quando è salito al piano superiore della casa a gerusalemme dice non c'è amore più grande di colui che dà la vita per la persona che ama che contro la legge primaria dell'ama il prossimo tuo come te stesso la madre se deve salvare mentre sta negando tutte e due deve salvare non salva prima se stessa salva il figlio ecco in questa luce direi che il bonum il bene ci propone anche di ritornare ancora a questa pienezza di relazione le relazioni che abbiano questa intensità questo l'altro sia nella sua pienezza naturalmente esiste però lo sappiamo nella vicenda attuale esiste il tema anche della solitudine e questo è uno dei tanti temi sempre da porre se vogliamo guardare a dove andiamo pensiamo che cos'è la solitudine delle grandi metropoli io quando ero giovane sacerdote e studente a roma di teologia andavo durante il fine settimana in una parrocchia di un'estrema periferia solo è di meno ma allora era proprio estrema periferia torpignattara e andavo a portare la comunione a una persona tante persone ma una persona anziana la quale era sola non aveva più nessuno solo e a un certo momento io sono andato l'ultimo giorno io sarei ritornato mi ero laureato tornavo a a milano per insegnare e lo sono dato l'ultimo giorno a salutarla e a dire guardi l'ultima volta che le porto l'eucaristia la comunione poi ci salutiamo e lui questa persona che curava quel giorno quell'incontro lì mi preparava il caffè pur essendo da solo eccetera un uomo senza più nessuno al mondo e lui mi ha detto in quel momento una frase che non ho dimenticato lei non può immaginare cosa vuol dire non avere più nessuno da aspettare l'attesa l'attesa che ci sia qualcosa di diverso e invece la giornata delle persone sole davanti a una parete a parlare ai morti eventualmente ecco perché dico che il bonum è un elemento l'etica fondamentalmente è un elemento molto complesso che si allarga tante dimensioni fino appunto a questo oltre al tema dell'interculturalità e così via e da ultimo vorrei ricordare una terza stella nell'interno di questa particolare visione della queste tre stelle a cui facevo riferimento i tre grandi universali si chiamano in filosofia il verum la verità la ricerca l'interrogazione una vita senza ricerca non merita di essere vissuta secondo il bonum l'amore fondamentalmente cercare il bene e da ultimo c'è anche il pulchrum il bello era per questo motivo che allora a questo punto entra anche la questione dello stile entra anche la dimensione se volete della comunicazione noi viviamo in un mondo in cui domina la sguaiatezza pensate cosa corre su queste onde che attraversano anche questa sala che cosa passa anche di sguaiato di volgare di brutale che cos'è l'infosfera ed ecco allora l'importanza del riuscire anche a riscoprire la bellezza in questo caso la voce è da lasciare a lei è importante perché vedete in italiano bellissima nostra lingua c'è un termine per indicare quando si va in una carica l'investitura perché c'è una veste quindi la veste nella sua bellezza anche nel suo significato non nella sguaiatezza rappresenta anche la persona ed è per questo che allora io penso che queste tre stelle devono in qualche modo essere ancora riproposte nella la stella del vero la ricerca della verità del senso del significato la stella del bene del bonum dell'amore e da ultimo anche la stella del bello della pulcritudo la via pulcritudinis per cui senza di essa noi alla fine ci steriliamo soltanto come spesso accade nella cultura contemporanea nell'ovvietà nella volgarità nella banalità ecco accendiamo un po queste tre stelle come progetto perché ognuno di noi porti il suo contributo Grazie tante grazie al cardinale ravasi grazie alla vinea biagiotticinia grazie molto per essere stati qui con noi mentre io l'invito a ritornare dietro le quinte io invece io vorrei finire però con una conclusione e voglio lasciare no perché noi abbiamo svolto ormai tutti i nostri temi principali però vorrei io sono venuto tre volte qui già almeno la terza volta e vorrei però anche dire che è giusto concludere a un certo momento nell'interno della propria esistenza negli incontri e allora vorrei ricordarvi a questo proposito ve lo voglio leggere un testo che voglio lasciare così non so è un po come una sorta di saluto che voglio lasciare concludendo ormai il percorso che io ho fatto in questi tre anni sono venuto ben tre anni ed è una una poesia di un poeta che è stato mio amico è una cosa breve quindi poi possiamo ed è però una lui l'ha intitolato non è quindi un saluto di per sé un biglietto di ingresso lui l'ha intitolato questo poeta si chiama mario luci voi lo conoscete probabilmente un grande poeta italiano è morto a 91 anni nel 2005 siamo stati molto amici anche e lui ha scritto questa cosa che è un po come un testamento suo e io lo vorrei ricordare perché contiene alla fine il messaggio ultimo importante anche di questa nostra riflessione ed è soprattutto nella parte terminale di questo testo di mario luci e il suo proprio testamento e quindi anch'io ormai per età tra l'altro sto avvicinando a questo confine lui ci ricorda però che ci sono delle cose da conservare soprattutto c'è da conservare la speranza alla fine che è veramente il punto terminale la grande virtù nonostante tutte le delusioni la descrizione anche del mondo che abbiamo fatto ecco le sue parole che io lascio idealmente come saluto perché è opportuno anche che ci siano altre voci che vorrei arrivare al varco con pochi essenziali bagagli liberato dai molti inutili inerziali pesi e zavor di cui l'epoca tragica e fatua ha sovraccaricato noi uomini io vorrei passare questa soglia sostenuto da poche sostanziali acquisizioni di scienza e di pensiero e dalle immagini irrevocabili sono poche ma ne abbiamo avute per intensità e bellezza che ci sono rimaste come retaggio negli occhi occorre credo una catarsi una specie di rogo purificatorio dal vaniloquio a cui ci siamo abbandonati e del quale ci siamo compiaciuti il bulbo della speranza che ora è occultato sotto il suolo in gombro di macerie non muoia in attesa di fiorire alla prima primavera grazie io chiamo sul palco il direttore del sole 24 ore fabio tamburini che oggi abbiamo fatto salire su e giù e ti lascio il palco dopo il messaggio di papa francesco dopo l'intervento di chi è protagonista di questo festival e dopo l'intervento che avete appena ascoltato mi veniva da dire a rivederci e grazie mi defilo rapidamente ma ci tenevo invece a dirvi alcune parole perché sono il significato di questo festival che abbiamo organizzato vedete noi impegnati a fondo a consultare lo smartphone e travolti dalla quotidianità e non ci rendiamo secondo me davvero conto di quello che anche abbiamo vissuto negli ultimi anni quando si parla di incertezze ma guardate che noi siamo stati tutti noi protagonisti di avvenimenti davvero di carattere straordinari è altro che incertezza qua vogliamo parlare della pandemia adesso ce la siamo dimenticati abbiamo un processo di rimozione rapidissimo il covid è durato due anni la prima edizione qui del festival 222 c'erano ancora i segni di questa pandemia ma chi l'avrebbe mai immaginato noi eravamo abituati a pensare alla pandemia come caso estremo di scenario delle compagnie di riassicurazione che dovevano definire un rischio ipotetico oppure come scenari tratteggiati dalla fondazione bill gates impensabili e invece l'abbiamo vissuta davvero vogliamo parlare del tema delle guerre ma della guerra sembrava un'ipotesi che avesse lasciato il mondo dopo il trauma di nakazaki yoroshima il mondo ha vissuto tanti anni di pace certo legati alla non no al confronto tra due blocchi alla deterrenza nucleare ma chi pensava che tornasse un mondo di guerre ormai da più di due anni perché il tempo passa in fretta stiamo facendo i conti con la guerra in europa in ucraina non accenda a finire in palestina un tiro di schiopo non si può neanche definire la guerra è un disastro biblico ci sono modo 60 guerre in corso ma chi l'avrebbe mai immaginato tutto ciò davvero ha creato delle condizioni che non potevamo immaginare della nostra vita poi facciamo finta di non accorgersene perché per l'appunto siamo impegnati a consultare lo smartphone e via dicendo ma la globalizzazione ma guardate che noi pensavamo alla globalizzazione come un modello di relazioni che fosse destinato a durare per sempre e non è andata così il meccanismo della globalizzazione si è inceppata poi adesso vedremo se tornerà sotto altre forme oppure ci mettiamo voltiamo pagine pensiamo ad altro ma chi l'avrebbe immaginato che la globalizzazione dovesse essere archiviata e poi si potrebbe continuare ma chi avrebbe mai pensato che fosse tornata che tornasse l'inflazione a due cifre? Le banche centrali, la BCE, la fede da reserve, avevano stabilito il 2% limite invalidabile nessuno avrebbe immaginato che l'inflazione fosse tornata a due cifre nel mondo occidentale invece è accaduto allora ripeto noi non è che ce ne rendiamo troppo conto però tirando una riga vedete che gli scenari di incertezza del presidente del suo antico attore Verrone parlava della necessità per chi fa impresa di avere uno scenario almeno di 4-5 anni ma qui invece regna un'incertezza totale ed è questa poi la ragione per cui abbiamo scelto per l'edizione di quest'anno il titolo quo vadis i dilemmi del nostro tempo sono davvero davvero tanti e la nostra ambizione è quella di portare un contributo piccolo ma significativo io credo per cercare di disseminare della conoscenza perché è soltanto dalla conoscenza che poi nasce la consapevolezza e anche la possibilità di essere protagonisti perché vedete il principio della delega non può funzionare noi tutti dobbiamo essere sentirci responsabile di quanto accade perché sennò finisce che le scelte vengono fatte da pochi e le conseguenze le sopportano in molti ma attenzione questo non va bene voi pensate alle guerre ma le guerre le decidono in pochi e coi pochi che le decidono in guerra non ci vanno in guerra ci vanno i molti che sopportano queste scelte poi magari ci muoiono anche e non può funzionare così quindi questo festival serve a seminare domande conoscenze consapevolezza per creare anche le condizioni per prese di conoscenza di di di per essere pronti a intervenire sulla realtà i temi che stiamo affrontando l'avete visto anche nella giornata di oggi sono i più diversi l'intelligenza artificiale qui non stiamo parlando del futuro stiamo parlando del presente abbiamo in questo festival almeno una dozzina di eventi che racconta raccontano come sta crescendo come l'intelligenza artificiale sta entrando in modo dirompente nella vita di tutti noi ma non è soltanto l'intelligenza artificiale abbiamo un altro tema che approfondiamo in misura significativa in questo festival è la transizione energetica e qui poniamoci facciamo una riflessione ma è da dieci anni che si parla di investimenti in energie alternative rinnovabili è stato fatto molto moltissimo però poi se si tira una riga e si vede che oggi l'energia prodotto tutti gli investimenti che sono stati fatti nel mondo l'energia prodotta da combustibili fossili è ancora superiore dall'energia prodotta dalle fondi rinnovabili e ci sono tutte le condizioni per farsi delle domande cercare delle risposte ma vogliamo abbiamo parlato parlato prima della geopolitica ma qui il mondo veramente appena noi ci abituiamo a una fotografia della realtà questa fotografia cambia noi ci siamo abito abbiamo preso atto della cina abbiamo raccontato ed è giusto che averlo fatto perché era davvero così che la cina non era più una fabbrica di prodotti diciamo così mass market di secondo di secondo impatto ma che la cina stava attaccando gli stati uniti nella leadership dell'europe nella leadership ma solo gli stati uniti nella leadership delle tecnologie avanzate ecco appena abbiamo fatto questa fotografia abbiamo poi scoperto che l'india ha superato la cina l'ha già superata sia come sviluppo demografico sia come sviluppo economico il cambiamento degli equilibri del mondo lo abbiamo raccontato questa mattina intervenuto l'economista giugno sapeli e l'africa ma l'africa noi siamo abituati a immaginarla come qualcuno che arriva dai barconi gli immigrati ma l'africa è già oggi un'altra cosa sapeli ci ha raccontato la crescita della nuova borghesea africana in africa ci sono paesi che crescono a velocità doppia tripla in alcuni casi quadrupla dei paesi occidentali ma vogliamo rendersi conto di ciò vogliamo capire cosa sta succedendo cosa sta accadendo in america latina e non è soltanto il caso dell'argentina la cina oggi è il paese più presente in america latina guardate che lì in un continente dove tradizionalmente la presenza americana era preponderante è cambiato è cambiato il mondo bene e bene è necessario che questi interrogativi ce li poniamo la questione demografica ma tra tra non molti anni in italia avremo tre italiani su quattro che avrà più di 65 anni ma chi le pagherà le pensioni e il debito pubblico ma e non è un problema italiano giapponese il mondo è seduto sopra una montagna di debito pubblico ma chi mai lo pagherà e come lo pagherà ecco tutti questi interrogativi sono la base degli eventi che abbiamo costruito in questi in questi quattro giorni ormai ne rimangono soltanto tre che vivremo con passione anche grazie alla vostra partecipazione e chiudo citandovi un evento che mi sta particolarmente a cuore e che credo che dobbiamo davvero mettere in cima alle nostre preoccupazioni lo abbiamo chiamato i bambini nascono per essere felici oggi non ci sono le condizioni affinché questo possa accadere in buona parte del mondo ecco io spero che questo festival serva anche ad andare verso orizzonti di pace e verso un mondo dove i bambini possano vivere felici ci siamo posti molte domande e per questi quattro giorni anzi per questi tre giorni e un pezzettino ancora che ci restano continueremo a farlo perché come abbiamo sentito importante è intanto porci le domande e riflettere sulle possibili conclusioni abbiamo tanti miraggi davanti che vorremmo diventassero realtà soprattutto quello dicevamo della pace della felicità dei bambini ma non è finito dobbiamo ancora parlare di molti altri eventi che ci saranno in questi giorni e chiamo accanto a me Federico Silvestri direttore generale di 24 ore system e amministratore delegato 24 ore e 20 Federico ti resto accanto si intanto buonasera a tutti mi sembra che insomma è stato un pomeriggio intenso quindi cercherò di essere breve e naturalmente non racconto nel dettaglio anche perché ci vorrebbe molto tempo per tutto quello che c'è tutte le varie iniziative del fuori festival però credo sia importante dirci anzitutto che cos'è il fuori festival diciamo che è la quadratura del cerchio perché è quella iniziativa che ci consente di abbracciare anche dei target che magari sono un po meno prossimi a temi così importanti così complessi e magari in maniera più morbida prendendo argomenti altrettanto importanti però magari con dei linguaggi diversi si riesce ad avvicinare il pubblico e poi scopre tante altre iniziative legate appunto al palinsesto curato dal direttore Fabio Tamburini e poi il fuori festival è una dicotomia perché si dovrebbe chiamare dentro il festival perché magari è quel tipo di iniziative che ci fanno arrivare i ragazzi che quindi magari vengono attratti da un contenuto e poi entrano come abbiamo visto l'anno scorso in altre osservazioni meno scontate quindi vedere centinaia di ragazzi in fila per ascoltare un premio Nobel è bellissimo e credo anche che è una bella sfida e dimostrazione da parte magari di chi rappresenta le istituzioni come le istituzioni Trentine e chi rappresenta un editore importante come il gruppo 24 ore che ha quasi 160 anni di storia perché sia istituzioni che come dire un riferimento come il gruppo 24 ore si mettono in discussione e non aspettano che questi target meno prossimi vengano da noi ad ascoltare il nostro linguaggio che utilizziamo solitamente ma cerchiamo di parlare linguaggi diversi andando a farci accompagnare da tanti protagonisti abbiamo detto creator, visionari, influencer ma anche artisti è una cosa che è importante condividere che gli artisti che sono qui con noi a Trento lo sono stati anche nelle passate edizioni noi li scegliamo e li chiamiamo e hanno il piacere di partecipare non solo a mostrarci la loro arte avremo cantanti come la Micheline, Jack LaFuria, Clara amati da tanti target diversi avremo comici come Ale e Franz ma tutti questi artisti vengono qui a raccontarsi a condividere il loro percorso ad ascoltare le domande che gli arrivano dal pubblico quindi a noi piace contaminare il festival anche con l'intrattenimento perché è un intrattenimento comunque con dei contenuti oltre che con una cifra artistica così come è bello condividere il percorso che facciamo sull'economia dei territori perché comunque ricordiamoci che questo feser che diceva il presidente Fugatti è oggi direi la manifestazione più importante in Italia di questo tipo però è una manifestazione che nasce e vive sul territorio e quindi parlare delle economie dei territori e dei protagonisti che alimentano questa economia è importantissimo e lo facciamo da tante angolature diverse. Oggi pomeriggiero con Maurizio Rossini per inaugurare una mossa di Andromeda che è bellissima, 200 artisti da tutto il mondo che hanno interpretato con la loro cifra artistica il tema del festival Quo Vadis quindi vi invito anche a andarla a vedere. Per dire come è poliedrico il set di iniziative naturalmente abbiamo sull'economia dei territori quasi 30 partner quindi ognuno ha portato un contenuto nobile ed è partner con noi dell'organizzazione di questo festival così come è bello ricordare gli incontri con gli autori, sono autori straordinari che come dire ci raccontano il loro pensiero su tanti e diversi argomenti con l'opportunità che ha il pubblico di scambiare impressioni, di approfondire i temi. Poi concludo con due iniziative secondo me significative, una è la radio Kids, l'anno scorso abbiamo lanciato questa nuova iniziativa, noi ne facciamo qui al festival di Trento tantissime per i bambini, per i ragazzi, per gli universitari però i bambini naturalmente sono sempre nel nostro cuore quindi radio Kids l'anno scorso trenta bambini hanno fatto la redazione di questa radio in collaborazione con Radio 24 e 24 ore cultura e sono stati bravissimi, hanno girato la città intervistando tanti protagonisti, hanno fatto redazione. Quest'anno i bambini saranno 150 perché è stato un successo tale che abbiamo dovuto come dire ampliare la nostra radio che è diventata una radio importante e quindi chissà che combineranno. Poi l'altra iniziativa che secondo me simboleggia quello che è il Fori Festival è l'iniziativa che abbiamo fatto sul gaming. Perché dico questo? Perché è un modo per vedere la cosa sotto due profili quindi noi parliamo di gaming per quale motivo? Perché è una industria che muove billion, che crea occupazione e che naturalmente appassiona i ragazzi poi non è vero perché appassiona anche i meno ragazzi e quindi è una industria che va capita, che va approfondita perché è diventata molto importante ma al contempo oltre a fare quello ci divertiamo anche come dire a praticarlo il gioco e quindi ci sono le console in piazza a disposizione tutti secondo me vedremo tanti non ragazzi che si divertiranno. Comunque come dico è impossibile raccontare tutto il Fori Festival, si fa prima a viverlo quindi in ogni angolo della città troverete tante diverse iniziative. Grazie Federico quindi abbiamo tre giorni pieni da vivere da domani ma anche questa sera perché questo teatro si sta per trasformare questa sera ci sarà Francesca Michielin e quindi lasciamo trasformare il teatro e chiudiamo questa cerimonia dando un augurio di buon festival dell'economia a tutti e buone tre giornate le prossime tre giorni del festival dell'economia grazie a tutti per essere con noi
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