Capitalismo familiare, private equity e passaggio generazionale
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Capitalismo familiare, private equity e passaggio generazionale
Durante questo appuntamento, si confrontano diverse esperienze di imprenditoria, con Sergio Marullo di Condojanni, Ceo di Angelini Industries, Francesco Micheli, Presidente di Nextalia, e Massimo Ponzellini, amministratore delegato di Lizard Renewables Spa, attraverso una panoramica completa di come l'imprenditoria nel mondo, e in particolare in Italia, si sia sviluppata avendo chiare le sfide del futuro.
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Vi presento subito i nostri ospiti, ne abbiamo quattro in presenza e un quinto collegato che credo... ccolo qua, perfetto. E allora partiamo da chi ci sta salutando in video che è Giovanni Tamburi. Buongiorno Giovanni, grazie di aver aderito al nostro invito. Io sarò molto rapido nelle presentazioni perché non hanno bisogno di presentazioni i nostri panelist di oggi. In ordine alfabetico qui seduti vedete, no, non quasi in ordine alfabetico, in ogni caso Sergio Marullo di Condoian, Ministratore delegato di Angelini, benvenuto, Fabio Corsico, docente della LUIS, esperto e autore di diversi libri sul tema del capitalismo familiale, nonché figura piccale di uno dei principali holding familiari italiani. Massimo Ponzellini, eccolo qua, benvenuto, nonché Francesco Micheli, finanziere di lunghissimo corso oggi nei panni di presidente di Nextalia che è un caso originale e molto interessante nel panorama del private equity italiano. Abbiamo moltissimo da dire, le premesse sono spumeggianti, quindi nonostante l'ora sia post-prandiale non ci addormenteremo, anzi, giusto come regola di ingaggio, mi permetto di sottolineare che parlare di capitalismo familiare dappertutto, credo in Italia ancora di più, significa parlare di economia, significa parlare di famiglie, significa parlare di risvolti sociali, ieri nel panel che citavo è venuto fuori più volte d è questo forse uno dei motivi per cui è alla fine uno delle lenti con cui leggere l'Italia in tutte le sue componenti, sia economiche che sociali e anche quasi antropologiche. Questo sono dei motivi per cui anche a me personalmente il tema interessa moltissimo perché insieme ai numeri si uniscono i volti, le storie delle famiglie credo che questo sia uno dei motivi per cui Fabio Corsico, per cui sto per dare la parola, ha fatto la materia del capitalismo familiare non solo oggetto di lavoro ma anche di studio. Ti chiedo di aiutarci a capire che cosa sta succedendo perché parlarne oggi, parlare oggi di capitalismo familiare è diverso, probabilmente vediamo cose che accadono un po' perché ci sono questioni anagrafici che accadono, ma anche per fortuna un'Italia che si aggancia megatrend globali importanti, quindi parlarne oggi è diverso che parlarne anche solo, credo, una manciata di anni fa. A te. Buongiorno, eccoci. Io farò una brevissima introduzione solo anche perché ho visto moltissimi studenti, poi lascerò al dibattito a persone che lo hanno vissuto, lo vivono quotidianamente, il capitalismo familiare. Solo tre piccoli flash per togliere una serie di dubbi e alcuni luoghi comuni sul capitalismo familiare. La prima cosa, ogni azienda nasce come azienda familiare perché nasce da una fondatore, quindi ogni azienda è familiare e dopo si trasforma, però la base e la partenza sono quelle. La seconda cosa, le aziende familiari noi le immaginiamo soprattutto in Italia, immagino anche nel vostro territorio quattrento come delle aziende medio piccole. Ieri il professor Gross-Pietro ci ha spiegato, ed è così, che ci sono tantissime aziende familiari enormi in Italia le vediamo, abbiamo preso 50 aziende in tutti i settori, dalla Ferrero a come era la Fiato Gistellantis, al gruppo Angelini, a tutti i grandi cementieri, al tutto il mondo dell'immobiliare, della moda dell'alimentare. Quindi anche questo è un luogo comune da sfatare. Un terzo luogo, perché è molto divertente e suggestivo, se avete letto i Buddenbrock, c'è la famosa teoria sul capitalismo familiare che la prima generazione costruisce, la seconda consolida, la terza si mangia tutto. E quindi sostanzialmente i cicli delle aziende familiari sono molto brevi. In realtà non è vero, perché se uno va a vedere le aziende quotate al Nasdaq o alla Borsa italiana negli ultimi 100 anni, hanno avuto una vita molto più breve di quelle familiari. Quindi anche questo è un luogo comune da superare. Un ultimo tema, il tema per esempio di oggi di cui si parla moltissimo della sostenibilità, della ESG. In realtà le aziende familiari, queste cose lo hanno fatto molto prima, forse in modo un po' paternalistico. Ma se voi pensate ai doposcuola, ai centri estivi per i ragazzi che studiavano, alle borse di studio, in tantissimi posti dei territori in Italia, vuol dire che non erano solo le grandi città, ma erano le 70-80 provinci importanti italiani, vi rendete conto di quanto questo sia un sistema magari un po' arcaico ma precursore. Cosa è successo e cosa sta succedendo nel settore? Negli ultimi 3-4 anni tutta una serie di dinamiche si stanno velocizzando, perché molto banalmente la classe di fondatori di queste imprese famigliari che ci sono sempre state, ma le più, nascono negli anni 50-60 oggi i capostipiti sono arrivati al capoline anagrafico lavorativo. Quindi oggi ci troviamo con un tema di passaggio generazionale perché chi ha fondato o comunque chi ha reso più grosse col boom economico queste aziende o non c'è più o ha deciso di passare la mano, perché sicuramente tutta l'innovazione, le nuove tecnologie industria 4.0 comportano anche dei parametri intellettuali diversi per le aziende obbligano le aziende e le famiglie a ragionare in modo diverse in più il velocizzarsi e la complicazione della globalizzazione ha accentuato anche tutto questo. Quindi oggi ci troviamo, come spesso succede nelle cose del nostro Paese, ad avere 3-4 nodi che vengono al pettino tutti insieme. Allora cosa fare? Poi ve lo spiegheranno, immagino benissimo, i nostri ospiti. Il passaggio generazionale in realtà è una cosa molto complicata perché non è solo un passaggio di generazioni, in realtà è un passaggio, ma deve essere una continuità di qualità rare. Bisogna passare l'essenza imprenditoriale, perché altrimenti è molto semplice consegnare un'azienda a un familiare. E qui e ieri se ne è parlato molto, bisogna avere la lucidità di capire se i tuoi familiari o le persone che lavorano con te alla fine tu decidi di renderli dei ricchi o degli imprenditori. Ed è molto diversa questa cosa, perché di ricchi poi ce ne sono tantissimi, di persone che hanno già avuto il successo economico che hanno ancora voglia di lavorare, di creare valore, è tutto molto più complicato. Cosa sta succedendo e cosa succederà nei prossimi dieci anni sempre di più? Ci saranno molte opzioni. All'interno della famiglia la successione potrà avvenire in questo modo, che un familiare potrà decidere di fare il manager o di fare l'azionista, la famiglia potrà decidere di essere solo azionista in qualche modo offrire un management esterno, costruitendo di fatto quasi un consiglio di sorveglianza più che di amministrazione dell'azienda, può decidere di quotarla attraverso un IPO, può, e immagino che sia Gianni Tamburi che Francesco e Michele ce lo spiegheranno bene anche, può chiamare dei fondi in qualche modo che accompagnino la propria crescita, che non è solo economica, perché questo ci possono le banche, ma è anche intellettuale, di espertise, di sviluppo, oppure può semplicemente uscire o vendere. Quindi, come vedete, le possibilità saranno moltissime nei prossimi anni. Da questo punto di vista sarà molto importante per chi deciderà di tenere le aziende, di trovare un amministratore delegato, di trovare un CEO, di separare sempre di più, questo non succede per le grandissime aziende, perché nelle grandissime aziende queste cose sono già consolidate, ma soprattutto per le medie piccole, dividere sempre di più quello che è la famiglia da quello che è l'azienda, anche perché se poi l'azienda va male, rischia che anche la famiglia vada male. Quando uno ha mischiato molto spesso le due situazioni, alla fine una cosa ha distrutto l'altra quindi questo sarà una cosa su cui stare molto attenti. Allo stesso tempo, nei temi successori, sarà molto importante riuscire a trovare a coloro che non saranno i successori o avranno un ruolo importante in azienda anche un modo di tenerli insieme, che sia un modo di tenerli insieme attraverso un consiglio di amministrazione, attraverso un coaching, attraverso un coinvolgimento maggiore. Un'ultima cosa che è molto importante secondo me, bisogna pensare a una cosa. La famiglia sostanzialmente rimane quasi sempre la stessa. Le aziende cambiano e cambiano in continuazione devono cambiare molto velocemente. Quindi sarà molto, molto importante avere molto chiari i concetti di imprenditore, di azionista e di manager d essere molto ordinati, molto disciplinati in questo perché alla fine sia l'elemento dell'essenza imprenditoriale, perché poi le aziende vanno avanti con la capacità di innovare, di inventarsi ogni giorno qualcosa diversa. Ma anche i temi di governance non sono secondari. Ecco, io penso che poi si potrà, voglio dire, in queste aziende potranno svilupparsi internamente con i fondi o un altro, ma queste tre, quattro regole basilari siano molto importanti. Grazie, grazie a Fabio Corsico. Si vede che ne ha scritto, oltre che averne studiato, di capitalismo familiare. Abbiamo una fortuna oggi. Sembrava una mano alzata, invece. Sembrava una mano alzata, invece. Sono le 24 ore, cosa vuoi. Tra le fortune che abbiamo di oggi, c'è quella di avere un amministratore delegato, manager, non della famiglia, perché anche qua in passato non capitava sempre, nel senso che forse stanno chiusi in ufficio a lavorare, non osano farsi vedere in giro, però ovviamente una battuta. Però, nel dare la parola a Sergio Moro di Condoianni, che è qui in un doppio ruolo di manager, ma anche di azionista di tamburi, a cui dopo tra l'altro daremo la parola. Fabio Corsico sollevava subito alcune questioni. L'ultima in particolare mi sembra molto significativa sulla necessità di diversificare i ruoli, di averli tutti chiari, di essere allineati nel disallineamento, mi viene da dire. Angelini in questo rappresenta un caso di scuola. Ieri il professore Gros Pietro ha menzionato a memoria 39 casi di aziende virtuose di capirismo familiare ovviamente alla Voce Farma c'eravate anche voi. Come reagiamo a questi punti? Intanto grazie mille. Direi reagiamo in maniera estremamente positiva, perché quello che ha detto Fabio Corsico rappresenta obiettivamente il nocciolo della questione, i problemi che lui ha sollevato sono quelli che nel passaggio generazionale sono più frequenti. Noi siamo un caso particolare, perché a differenza di quello che diceva Thomas Mann e i Budebrock, siamo arrivati alla quarta generazione di imprenditori, quindi è vero che non è necessariamente il passaggio generazionale un trauma, ma è altrettanto vero che se non è regolato in anticipo con dei criteri molto chiari, si rischia la confusione. Allora la mia reazione alla domanda su come si fa con successo il passaggio generazionale è innanzitutto sì con regole chiare e con molto buon senso, ma soprattutto col coraggio di compiere delle scelte nette. Ed è una cosa che per l'imprenditore non è quasi sempre facile, perché ovviamente altro è fare l'imprenditore, altro è fare il genitore all'interno della famiglia dunque avere la consapevolezza di poter scegliere scegliere con chiarezza in anticipo è sicuramente una virtù che l'imprenditore deve sviluppare e deve avere. Io credo che noi nel nostro sistema non siamo fin in fondo aiutati nella transizione generazionale. Sentivo nel panel di ieri alcune idee sulle proposte di riforma della legge sulla successione o anche altri strumenti che possono aiutare questo passaggio. Credo che sia molto vero. C'è un tema culturale molto importante per cui nelle aziende italiane in particolare si fa fatica di associare famiglia da azienda d è un tema che spesso porta a concedere lacerazioni all'interno della famiglia molto profonde. Allora sicuramente avere gli strumenti giuridici e fiscali che aiutano il passaggio è un primo strumento sul quale bisogna senz'altro lavorare. L'altro tema, dicevo come prima, sono le regole chiare all'interno dell'azienda. Quindi c'è un criterio esterno, le scelte dell'imprenditore, che probabilmente il sistema può ulteriormente agevolare poi c'è un criterio interno, le regole di governo dell'impresa. Anche lì è essenziale valersi, secondo me, di persone che siano in grado di fare anche delle valutazioni indipendenti, anche degli stessi familiari. Essere un familiare non deve essere un limite, ma non può essere nemmeno un vantaggio acquisito. Noi per esempio in Angelini, lei citava, siamo un caso di successo, è vero che io sono un amministratore delegato esterno, ma con molta trasparenza sono anche un paramembro della famiglia perché ho sposato una delle figlie dell'imprenditore. Come è andata la mia vicenda? Noi abbiamo un board in cui ci sono sette membri, di cui cinque sono indipendenti, che sono scelti sul mercato attraverso un Edunter primario. Ad un certo punto, quando si doveva scegliere l'amministratore delegato di gruppo, io stesso sono stato sottoposto ad un assessment dallo stesso Edunter, ma con partner dell'Edunter che non hanno mai lavorato con noi, però perché fossero indipendenti, solo quando il board ha considerato che fossi maturo per il ruolo, comunque era una challenge, mi sono state date le deleghe. È un buon esempio, è comunque un esempio che fissa dei criteri, come abbiamo fatto attraverso un processo che oggi è chiaro domani irreplicabile. Quindi, in sintesi, alla prima sollecitazione darei due risposte. Regole e criteri esterni, lì bisogna, come si è detto ieri, sollecitare anche il legislatore che faccia delle scelte che aiutino ovviamente gli imprenditori a decidere, hanno bisogno di essere aiutati. Criteri interni, regole di governo molto chiare con oggettività, terzietà e indipendenza, tutti sullo stesso piano. Il tema delle regole è straordinariamente interessante, le regole sono di varia... la gerarchia delle fonti ci offre tante regole diverse, dall'autodisciplina alle prassi familiari fino ai principi naturali. Darei questo assist a Gianni Tamburi, perché lui giocando su più campi, di fatto, società quotata la sua, che investe in società quotate non quotate, si misura con il liquido, il liquido lui ha la capacità mi permetto Gianni Correggimi se sbaglio, anche il gusto di entrare nelle dinamiche familiari, cco, quanto le regole chiare siano importanti credo siamo già tutti d'accordo, ma quanto tu vedi un'evoluzione positiva, perché anche ieri si parlava di materia successoria, si aspettiamo che il legislatore legiferi abbiamo tempo a far fallire la metà delle aziende familiari, quindi l'input deve partire dall'interno della sensibilità degli imprenditori, vediamo un'evoluzione positiva? Innanzitutto, grazie dell'invito scusatemi se non sono con voi fisicamente, però ci sono con te, con la testa, con il cuore con tutto. Grazie Marco delle domande. Allora, io distinguerei il discorso regole in due, un conto sono le regole che devono dare il legislatore, per cui quelle che Sergio Marullo ha citato dal punto di vista dell'inquadramento generale, un conto sono le regole che le aziende o le famiglie si possono dare al loro interno. Sono accordissimo con te Marco, quando dici che se aspettiamo che le regole arrivino dall'alto dal legislatore, possiamo starci tanto tempo possiamo far fallire tante aziende, per cui lasciamo da parte queste cose che possono essere un nice to have, da eventualmente valutare. Riguardo invece alle regole che possono darsi le singole aziende, l'esempio di Sergio Marullo è molto importante, perché al di là del fatto che sia nella quarta generazione, loro si sono dati al loro interno tutta una serie di meccanismi, di regole statutari, parasociali, eccetera, per i quali hanno garantito una continuità di un membro della famiglia che prevale sugli altri, in modo tale da avere almeno una unitarietà di intenti gestita da una persona o comunque da meno persone che non tanti modello condominio possono portare avanti. Riguardo alla tua domanda sulla rivoluzione positiva, io farei un pochino di storia. Io sento parlare dagli anni 70, da quando ho cominciato a lavorare, di Passaggio sulle nazionali, di tutte queste cose sul capitalismo familiare, si diceva già negli anni 70 che pian piano sarebbe arrivato questo cambiamento, questa evoluzione. In realtà dividerei il passato in due periodi, un periodo fino a 15-20 anni fa nel quale in realtà non c'era questa vera voglia di volvere la successione, di fare entrare i figli in azienda, di far lavorare i figli più da amministratore delegati che da azionisti, perché c'era un signore o due signori o tre signori che comandavano, magari uno più sulla fabbrica, l'altro più sul commerciale o cosa del genere, punto. I figli spesso erano viziatissimi, nel senso che dal punto di vista economico stavano molto bene, dal punto di vista pratico avevano priorità diverse che non quelle di entrare in azienda tutt'al più avevano la frustrazione di avere un padre o uno zio eccetera che li condizionavano. Da una quindicina di anni è cambiato parecchio nel senso che molti di questi imprenditori hanno mandato a studiare i figli all'estero, hanno aperto le loro famiglie a consulenti, amministratore indipendenti, a tutta una serie di stimoli esterni che poi possono diventare in alcuni casi anche interni piuttosto importanti infatti io vedo che da 10-15 anni a questa parte tante famiglie ascoltano ascoltano se può aver senso aprire il capitale, ascoltano se può aver senso andare in borsa ascoltano tante di queste cose questa è un'evoluzione molto positiva, non positiva veramente molto interessante anche perché dal punto di vista pratico di fatto è lì che dobbiamo incidere cioè dobbiamo capire, l'hanno detto sia Fabio Corsico e Sergio Marullo molto bene questa differenza fra management che è un'azionista azienda che deve essere marcata in tutti i modi su questo vi permetto di aggiungere a quello che diceva Fabio Corsico un aspetto, perché lui parlava ssenzialmente di fondi, aprirsi i fondi ccetera eccetera, quello che noi abbiamo pensato di fare una trentina di anni fa è costituire un qualche cosa che non fosse un fondo che più rapidamente è possibile di rimborsare i soldi agli investitori ma che possa essere capitale che è veramente affianco il produttore con te Marco ne abbiamo parlato tante volte io credo che in virtù di quello che è stato fatto in questi trent'anni da tante strutture, io credo che ci possa ssere una via di mezzo fra il fondo che magari ti compra la maggioranza che magari fa l'average buy out che vincola l'azienda in una certa maniera chi in effetti si mette veramente sul sedile affianco sedia dietro al produttore che si compagna in percorsi che possono essere anche ventennali per cui in maniera molto diversa tra l'altro concludo molto più vicino alla mentalità dell'imprenditore italiano molto più adatti a quelle che possono essere i desideri degli imprenditori delle famiglie di quelle porzioni di famiglia che vogliono magari vendere una quota ma senza venderti tutto grazie da queste prima battute mi sembra evidente che stiamo parlando di aziende ma stiamo parlando anche molto di società quindi questo è il motivo che accennavo prima che rende particolarmente attraente questo tema ma lui con due anni prima diceva il coraggio di compiere scelte scelte ed era un tema anche che è emerso ieri se vogliamo la sfida è quella di fare ordine, fare ordine nelle famiglie fare ordine nelle aziende, fare ordine anche nell'allocazione delle risorse qualche settimana fa è uscita una ricerca di PICTE dalla quale è emersa che negli ultimi 10 anni dalle operazioni straordinarie, eccessioni di tutte o parte di aziende familiari si sono generate risorse per 300 miliardi in Italia prendiamola per buona forse è una stima ottimistica, forse no non importa però ci dà l'idea della rilevanza di queste dinamiche delle risorse che possono uscire ma anche rientrare in altre forme nel sistema quindi nel dare la parola Francesco Micheli chiedo questo quanto effettivamente anche il mercato dei capitali nelle sue forme pubbliche di cui magari parleremo dopo ma soprattutto private che sono al centro del nostro discorso ma anche in Italia stiamo finalmente assistendo a un ecosistema che si sta sviluppando per dare risorse alle aziende, magari diverse anche per drenarle, perché alla fine se pensiamo all'esempio di Next Italia ce lo dica lei uno degli obiettivi è anche quello di avere un approccio molto italiano al private capital microfono allora io vorrei fare una considerazione di carattere generale c'è una regola che dice che il fatto che il fenotipo sia della stessa natura della stessa qualità del padre o della madre, giusto per essere in un equilibrio giusto è l'1,5% quindi è vero seconda, terza, quarta generazione ma ci sono ci sono degli sforzi veramente spesso molto forti per arrivare a questo c'è una vecchia battuta che dice se i vincitori delle ultime olimpiadi figli dei vincitori facessero la prossima le olimpiadi sarebbero finite questo è un giudizio drastico, terribile però va tenuto conto di questo fatto che spesso l'ostinazione ammader avanti la genia del fondatore che è un uomo non trova l'1,5% si dice di avere la stessa qualità detto questo le piccole e medie imprese, le imprese familiari sono straordinarie di quei numeri che hanno così come furono straordinarie nel dopo guerra dopo la seconda guerra mondiale per il rilancio oggi sono fondamentali perché rappresentano l'ossatura reale del paese di fronte anche a una desertificazione dei grandi gruppi che o se ne sono andati oppure sono falliti oggi sono più o meno spariti quando si parla di ripresa dopo tutte le tragedie del covid che abbiamo avuto è difficile poterlo realizzare non avendo più i grandi colossi come hanno la Francia come hanno la Germania è vero che anche la Germania ha un tessuto di piccole e medie imprese molto importante, molto diffuso però sono di fatto indotto dalle grandi, dei grandi gruppi che hanno mentre ormai in Italia a Tolto, Eni, Enel etc. etc. grandi gruppi non ne abbiano più in questa situazione pensiamo per esempio una grandissima società come era l'Ital Cementi il fondatore che era un personaggio del tutto particolare, quando se ne andò suo figlio che non aveva mai toccato niente aveva 56 anni il poveretto si è andato a fare come un matto il suo nipote etc. etc. oggi ha venduto etc. etc. l'azienda non c'è più che era una bellissima azienda viceversa diciamo la struttura delle, io ho qualche dato insomma i più recenti noi abbiamo 211 mila piccole e medie imprese generalmente familiari che rappresentano solo il 5% dell'imprenditoria ma da sole generano 2834 miliardi di euro di fatturato rappresentano il 42% del totale delle imprese italiane hanno il 33% degli occupati del settore privato contribuiscono al 41% del PIL fanno un terzo degli investimenti cioè il 35% più o meno per cento hanno un export che rappresenta il 48% di quello totale quindi sono veramente una struttura straordinaria sono il pilastro della nostra economia hanno una capacità soprattutto nel momento in cui non ci sono più grandi imprese diciamo garantire quel recupero etc. etc. di cui il paese ovviamente ha bisogno nell'infinità di diciamo di difficoltà che ci sono tenuto conto che soprattutto adesso abbiamo due grandi obiettivi che ci sono è quello della digitalizzazione queste imprese non riescano a farlo da solo da cui c'è bisogno del private equity che consenta degli investimenti che possono affrontare questi costi o eventualmente anche l'allargamento al mercato dei capitali soprattutto la transizione verde per quanto riguarda la transizione digitale ho ricordato che noi purtroppo siamo al ultimo posto sui 27 paesi europei come sviluppo in questo settore per quanto riguarda i laureati siamo all'ultimo posto cioè abbiamo 4000 laureati all'anno che sono l'1,3% del totale quindi chi deve essere chiamato a superare questo gap sono proprio queste industrie magnifico e questo pilastro del paese non riescono a farlo quindi c'è bisogno di fondi ma diciamo che non sono i soliti private equity che in Italia in gran parte sono dimensioni di 100 milioni ciascuno quindi possono fare operazioni solo di 10 miliardi ma devono essere dei fondi che non sono quelli importantissimi di Stato perché l'imprenditore la famiglia in genere è abbastanza titubante, ce n'era solo uno in Italia che era Clesidra scomparso il fondatore rimasto quell'obiettivo che era di 500 milioni che consente operazioni di 50 milioni io devo parlare su me stesso, mi è stato detto ricordato perché a volte mi dimentico magari sono Presidente di Nextalia che è un esempio attualissimo fondata nel momento del Covid però rapidamente l'idea di Clescuno Anzianieri che è il fondatore ra quella di occupare lo spazio che aveva Clesidra, cioè avere un fondo da 500 milioni è partito molto bene, ne ha 800 ha già fatto investimenti molto importanti d è il tipico esempio di private equity oggi attuale può affrontare appunto le esigenze fondamentali che hanno oggi le piccole e medie imprese che sono di crescere, di fare investimenti quindi di far salire l'indice di digitalizzazione nel Paese soprattutto seguire la transizione verde per la quale gli impegni sono nel 30 di avere il 50% di riduzione della serra e nel 50 non dobbiamo averne più, allora stando in Europa con tutti i problemi le difficoltà che già ci sono nei nostri confronti spesso discriminati per tutte quelle ragioni che sappiamo, ecco questi due temi che sono fondamentali è veramente il grande il grande gioco che va fatto credo che non possa che essere fatto con l'aiuto di private equity in grado di rafforzare questa che è la struttura importante fondamentale del nostro Paese Grazie, ci torneremo a Massimo Ponzellini che chiedeva di inquadrare insomma l'esperienza italiana in un contesto magari anche un po' più ampio Le lancio l'assist richiamando di nuovo una cosa che si è detta ieri e che un po' già si è accennata adesso cioè se vogliamo la brillantezza che l'Italia, manifatturiera continua a dimostrare anche in questi mesi è appunto merito di un tessuto spesso di imprese familiari che sono straordinariamente capaci di adattarsi lastiche, filiere corte decisionali, catene decisionali molto corte Concorda su questo rispetto appunto alle specificità del nostro capitalismo familiare posto che anche i numeri che dava Dottor Micheli forse ci ricordano che servirebbe prima o poi una tassonomia sull'impresa familiare perché credo che no gli numeri possiamo darne veramente questo è bello perché vuol dire che davvero andiamo la specie difficile da identificare. Specificità Risponderò alla sua domanda alla fine dell'intervento perché l'intervento rappresenta il mio sarà un intervento politicamente scorretto ma è la mia esperienza ritengo che il passaggio generazionale assomigli molto al gioco della roulette i sistemisti perdono sempre innanzitutto il croupier è il fondatore dell'azienda il quello che dice dopo di me succederà questo si dimentica un proverbio saggio e verissimo che recita dalla tomba non si comanda quindi cominciamo con quello che lascia detto che non può controllare che faranno quello che vuole il primo esempio di passaggio generazionale furono Romulo e Remo fini male prima ancora quindi consiglio un figlio unico per chi volesse fare un passaggio generazionale decente c'è il problema delle mogli? i faraoni le seppelivano insieme a loro tanto per risolvere il problema lo specialista delle mogli il più grande terrorista di passaggio generazionale che la storia ricordi del ricottavo bbe sei mogli, una granuola di figli che morivano come le mosche per fortuna venne Elisabetta Prima la quale misse insieme il regno del Galles, della Scotia, dell'Irlanda fece la grande Inghiltera la grandissima dinastia dei Tudor potentissima, oggi ancora presente nel quadrante di qualche orologio ma quello che in realtà viene fuori da tutto questo è tornando alla famiglia del capitalismo innanzitutto è sempre legata alla morte è difficile i passaggi generazionali in vita esistono ma sono le eccezioni solitamente si aspetta che il vecchio tiri zampetti e lasci detto la cosa in Inghiltera durante arriviamo al capitalismo industriale quello che ci interessa in Inghiltera si lasciava il primogenito se era maschio, se non c'erano i maschi si andavano in un'altra famiglia le mie moglie e le mie figlie davanti a downtown abbey palpitavano perché nascesse il maschietto perché la villa fosse preservata in Germania invece il sistema era proporzionale per i figli il primo pigliava di più, il secondo un po' di meno, il terzo un po' di meno le grandi saghe tedesche dei paesi neolatini Francia, Italia e quant'altro si divideva in vita di solito il primogenito o il più pigliava l'azienda la figlia pigliava il palazzo o i soldi l'altro pigliava la campagna si decidevano tutte queste cose l'esempio più fugido che il passaggio generazionale è meglio se avviene fuori dalla famiglia è la chiesa cattolica che da 2000 anni non ne sbaglia una perché non sceglie mai con sanguini è vero che ha un nazionista speciale ma dobbiamo sottovalutare il fatto che questi scegono sempre qualcuno che venga da un mondo diverso da una cosa diversa tornando invece al dopoguerra, nel dopoguerra nascono una serie di demici del passaggio generazionale le tasse sull'eredità si scatenano un po' dappertutto si allunga incredibilmente l'età media delle persone quindi i vecchi capitalisti arrivano ad età spaventosa addirittura arrivano al limite che quando muoiono in titolo una piazza per cui gli avvocati capiscono che si apre un fronte importante per parcellare le scuole di management estere fanno una magnifica selezione si mandano i figli ad estero quelli bravi rimangono ad estero i pirla tornano a casa dicendo che parlano inglese disfanno quasi tutto lo dico un po' scherzando per arrivare alla tua domanda allora io ritengo che tra azionista di famiglia manager ci sia un conflitto di interesse permanente, quindi sono figure diverse, il fondatore poi dopo ci sono i manager poi ci sono i personaggi che vengono a base dell'azienda se non sono familiari è meglio perché Michele ci ha detto le percentuali dell'un e mezzo per cento che abbia le donne del padre è difficile sono tutti partiti con i soldi, i vizi quindi è difficile fare questo sembrano luoghi comuni però, e adesso cco la risposta, il sole 24 ore 35 anni fa su questo tema dando tabelle cose quant'altro la relazione più bella fu quella del professor Giampiero o senatore, il presidente cavaliere del lavoro professor Giampiero Cantoni il quale disse in modo molto elegante sattamente quello che avete detto tutti voi quindi veramente avete detto cose che sono assolutamente vere, sensate anche comprovate dalle esperienze ma che si applicano a una minoranza esigua a quelle poche persone per bene che creano le aziende perché le aziende non sono create da persone per bene sono create dai imprenditori i due concetti a volte coincidono a volte non coincidono anche questo è casuale la tabella fatta dal sole 24 ore che finiva, che io aggiornato diceva di prima generazione c'è il 30% delle aziende va bene? questo è un dato fantastico perché vuol dire che c'è un 30% di aziende che sono sempre nuove di seconda generazione però non c'erano il 130 c'erano il 41 di terza generazione il 21 il dato di erno è 15 di quarta generazione è 8 e il dato di erno è 4 questi appartengono queste litri che fanno le cose ma il resto non funziona così non funziona in questo modo quindi funziona esclusivamente con la regola della fortuna bisogna avere fortuna bisogna che ci siano quelle congiunzioni astrali per cui un uomo che lavorava in azienda o un commercialista fuori che era amico del babbo perché sono misure in cui non possiamo applicare queste cose l'industria pubblica l'industria più lampante nelle imprese di stato all'inizio i manager li metteva la politica dopo di che le hanno messe i tecnici, l'era dei professori dopo l'era dei professori le hanno messe diciamo il mercato, gli azionisti oggi la società di ricerca di personale i politici sono stati grà lunghi migliori perché venivano scelti senza nessun tipo di legame con l'impresa dove andavano quindi arrivava gente nuova che la pensava diverso perché il passaggio generazionale se voi vedete coincide spessissimo con il cambio di mercati il cambio di tecnologie il cambio di prodotti, il rinnovo delle cose questo è bellissimo quindi complimenti per gli esempi rari che avete fatto ma per il resto io intengo che la regola sia rien ne va plus grazie signore molto interessante questa provocazione ffettivamente ci ricorda anche il giusto senso, non dico di urgenza ma di rilevanza delle cose che stiamo dicendo premesso che è molto difficile dopo la brillantezza di ponzellini argomentare qualcosa però cercherò di essere razionale premesso che siamo sempre in tempo a giocare alla roulette a pensare alle cose metafisiche della vita però se uno vuole razionalizzare una cosa hai ragione tu l'imprenditore è un qualcosa di unico d difficilmente riproducibile va bene però magari tutti insieme in modo diverso fanno le qualità del fondatore però noi lo vediamo spessissimo anche in le grandi imprese premesso che delle regole te le devi dare perché appunto altrimenti a sfidarsi alla roulette o al padre eterno siamo in tempo ma nel frattempo uno delle regole deve costruire seconda cosa, ragioniamo su una cosa quando uno costruisce un palazzo ne parlavamo ieri passare dalle fondamente al quinto piano ci vogliono delle qualità magari per passare dal quinto al decimo ce ne vogliono e delle altre non è detto che il successore sia meno anzi nel 90% di casi è meno brillante del fondatore ma delle qualità tali che servono per il completamento di quel progetto perché il fondatore, ragione tu spesso è stato, vediamo in Italia è stato un imprenditore che ha vissuto solo per quello non vedeva i figli il figlio viveva semplicemente il figlio probabilmente in un processo di internazionalizzazione di istituzionalizzazione dell'azienda di trovare altre qualità può fare la parte di percorso che completa con qualità diverse quindi non è in competizione con il fondatore ma è come una staffetta in cui tu ricevi in qualche modo un qualcosa fai il tuo prossimo passaggio poi naturalmente ci va fortuna ci va educazione, ci va un contesto diverso però ecco, uno deve immaginare questa cosa anche come una staffetta con qualità diverse in Angelini vi affidate la fortuna sperate nella buona fortuna? allora dopo aver sentito Massimo Ponzellini penso che tutti gli sforzi che abbiamo fatto di darci delle regole alla fine sono completamente inutili quindi sto pensando a quanto abbiamo speso di consulenti probabilmente possiamo cestinare tutto da domani tirare la monetina però c'è un elemento di verità innegabile in quello che ha detto Massimo Ponzellini ovvero che il caso gioca sempre in questi processi un ruolo importante perché le cose della vita ovviamente non si possono scatolare in degli schemi predefiniti quindi le regole devono avere anche un giusto grado di flessibilità direi che questo è importante, vanno scritte delle regole di contesto poi bisogna avere la capacità di adattarsi rispetto a quello che succede per l'interno di un'azienda per la mia esperienza che è sicuramente inferiore almeno in termini quantitativi a quella degli altri più l'azienda diventa grande sofisticata e complessa più è un processo che non si deve appesantire ma che deve avere dei criteri di riferimento molto chiari e definiti deve avere ordine deve avere logica senza appesantirsi d è un esercizio molto complicato diciamo una cosa che magari vedo tanti ragazzi in sala qui si può aiutare loro a ricordare non bisogna fossilizzarsi sulle regole e tenere la mente aperta avere una visione periferica ma nello stesso tempo avere dei criteri di ordine che ti consentono comunque di seguire una via quindi una chiara strategia delle regole per implementarla poi anche un giusto grado di flessibilità agilità, la fortuna è una componente, è una componente di cui tenere conto è ovvio che va in qualche modo almeno nei limiti del possibile gestita e regolata, noi abbiamo da poco assunto un capacissimo capo dei rischi che cerca di mapparli tutti, adesso lo presenterò al dottor Ponzellini vediamo se tutti quelli che lei ha citato sono riconpresi nella nostra mappa o se qualcuno è rimasto fuori un capo dei rischi con palla di cristallo il tema della vita breve della maggior parte delle aziende è giusto metterlo sul tavolo perché la norma è questa Cito un numero che qualche settimana fa aveva utilizzato Bernardo Bertoldi che è un collega un amico anche che ha scritto un libro sia con Fabio che col sottoscritto che ha un blog bisettimanale in cui si occupa di questo sul nostro sito ricordava come le prime 500 aziende dell'S&P quindi di Wall Street ha una vita media sotto i 25 anni ovviamente solo in parte sono familiari ma tutte lo sono nate cco io chiederei sia a Tamburi che che a Micheli il mercato i capitali e voi ne siete ovviamente i portavoce che cosa può fare per non combattere contro questo tema del destino e della fortuna ma comunque che cosa può fare per alzare degli argini che possono in qualche modo reggere almeno ad eventi non dico prevedibili ma quasi poi il mercato con che occhi guarda a tutto quello che può capitare di bello di brutto dentro una famiglia una impresa familiare non è una domanda facile no scusa precedenza a chi è a casa ok grazie scusate ma io farei un po' di premesse perchè dare una risposta alla domanda secca di Marco è molto difficile primo, tutte le aziende familiari nel mondo vanno meglio da sempre anche delle multinazionali perchè tutte le statistiche dicono questo perchè questo succede a mio modesto avviso perchè avere il nome in dita avere una tradizione che in qualche modo ti viene addosso o magari te la vai a studiare a conquistare eccetera tra l'altro sappiamo tutti che nell'ambito del dinamismo all'interno delle famiglie basta pensare a Casagnelli per dire la più importante quindi il nome in dita fa sì che magari tante volte il delfino giusto non è necessariamente il figlio ma il nipote o il pronipote cose di questo genere qui certamente il nome in dita il fatto di appartenere a una certa famiglia da un drive, da una forza che ha un valore immenso veramente immenso per cui nelle analisi classiche nelle quali si dicono ma meglio il management del membro della famiglia certamente bisogna rivederla questo è sotto il paragone di Fabio Corsico sui piani perché noi abbiamo visto in tantissimi casi degli imprenditori di seconda generazione diversi, meno fantasiosi più metodici comunque diversi dal fondatore ma che hanno creato del valore aggiunto importante facciamo una terza premessa questa Italia che tutti diciamo da anni voi anche il sole 24 ore a volte io stesso che ho seguito da più di 30 anni scrivo con voi etc abbiamo sempre detto che non ama la borsa che considera la borsa una bisca che considera la borsa o qualche cosa di negativo ultimamente tante aziende stanno uscendo dalla borsa fenomeno che però è mondiale, non è italiano per cui bisogna ricordarselo poi se volete parliamo del perché mentre che cosa abbiamo creato da pochi anni c'è un mercato che prima si chiamava IM adesso si chiama Euronex Growth che ha raccolto in pochissimi anni 200 aziende praticamente ogni settimana sul sole 24 ore del giamo che si è quotata nella nuova società perché questo? e perché su queste aziende medio piccole si è innestata questa voglia di fare parte del mercato? perché un mercato relativamente poco rilaventato è un mercato flessibile, rapido nel quale si può andare per raccogliere capitali farsi conoscere meglio ma senza tutte le burocrazie, i vincoli, gli orpelli dei mercati principali questo è un segnale importantissimo perché non è vero che solo le aziende grandi debbono andare in borsa è vero che ci sono anche aziende piccole, medie, alcune super innovative, alcune in grande accelerazione di crescita che possono raccogliere capitali su quel mercato domanda di Marco cosa può fare il mercato dei capitali e noi operatori del mercato del privato quipi? io credo che la cosa più bella che dobbiamo cercare di fare è stabilire un equilibrio fra l'esigenza di una famiglia, l'esigenza di un'azienda per cercare di avere un circolo virtuoso Massimo Ponzolini come al solito è stato fantastico nel suo iperboli nelle sue citazioni, eccetera però in realtà io credo che si possa tradurre non semplicemente in fortuna, in monetina o altro quello che è il futuro di un'azienda noi nel nostro piccolo abbiamo visto che con 5 miliardi investiti, per cui 10 volte i numeri che citava prima Francesco Micheli, sul più grande fondo fatto in Italia tra soldi nostri e soldi dei club deal abbiamo investito in una trentina di aziende tutte queste 30 ma adesso anche Alpitur che ha avuto anni molto difficili vanno molto bene non solo vanno molto bene ma vanno molto meglio delle medie delle aziende degli stessi settori questo è cosa vuol dire ma non per merito, anzi io sono tra i primi che d'accordo con Massimo sulla fortuna certamente siamo stati molto fortunati però che se riesci a trovare un equilibrio giusto tra aspettative della famiglia, aspettative dell'azienda aspettative dei familiari come soci aspettative dei familiari come membri di un concorso di amministrazione non necessariamente amministratori delegati o presidenti eccetera creio qualche cosa che è veramente vertoso perché capitalizzi sul fatto che il nome inditta, che il drive di cui parlava all'inizio abbia certamente un valore enorme viti le burocrazie tipiche delle multinazionali dove sono le lotte nei corridoi 12 livelli decisionali eccetera eccetera dai quel guizzo in più che serva l'Italia, non solo serva l'azienda italiana, non solo ma questo tipo di aziende hanno dimostrato negli anni che sono più dinamiche con le acquisizioni sono più dinamiche con gli investimenti hanno la voglia hanno dimostrato anche la capacità di creare parecchio valore e pertanto secondo me la risposta a Marco è equilibrio tra le varie esigenze dei vari operatori o dei vari attori nel parco scelgo grazie devo dire che dal punto di vista generale in generale si guarda l'America in America convivono le tre, hanno convissuto prendiamo l'industria automobilistica che poi è quella più significativa, hanno convissuto famiglia private equity diciamo capitale diffuso public company di queste tre categorie l'unica che non è fallita è quella familiare, cioè la ford la ford è riuscita a superare qualsiasi vento eccetera eccetera private equity non erano devono essere generali fortunati, non sono stati fortunati la Clarice l'aveva fatta prima che ha fatto General Motors è un'altra vicenda quindi diciamo c'è un fatto di di convivenza delle tre ntità in cui se si guarda l'Italia non è esattamente la stessa cosa in Italia secondo me quello che prevale come dicevo prima sono proprio le aziende familiari dove però io sono meno ottimista di te sul fatto che poi il quarto, quinto, sesto eccetera sia quello che è in grado conoscendo il mondo meglio eccetera di fare quello che fa credo che piuttosto volendo vedere la cosa a livello di paese oggi quello di cui soffre questo paese da 10-20 anni almeno è una fortissima crisi di classe dirigente che è il motivo per cui abbiamo avuto i disastri all'Italia, a Anas Taranto ccetera eccetera la classe dirigente per cambiarla ha bisogno dell'università che ha tempi di tipo demografico quindi non cambia subito, sono d'accordo con qualcuno che ha detto la politica è un'altra cosa perché cambia con blitz velocissimi quindi c'è una possibilità di cambiamento forte viceversa la classe dirigente ha bisogno di questi tempi lunghi i giovani oggi hanno scelto un brutto periodo per arrivare al mondo perché oggi non c'è più di un po' di pensore sociale come c'era fino a qualche decennio anni fa le porte strette non si sono mai allargate i presidenti onorari sono diventati presidenti emeriti eccetera eccetera cioè c'è una tenuta di quelli della mia generazione che non è che lascia grande spazio quindi io credo che il fatto che si possa cercare di fare il massimo perché in queste aziende familiari che ripeto sono il pilastro nel nostro Paese dove non c'è proprio così un seguito come si vorrebbe ci fosse diciamo un aiuto verso una categoria di giovani che oggi non sanno che cosa fare che un po' anche storditi da tutte le apparecchiature che hanno finiscono per stare sul divano cco cioè è difficilissimo uscire da una situazione in assenza dell'ascensore sociale come si poteva fare una volta e in fondo tutti i grandi nomi dell'imprenditoria italiana che hanno fatto cose colossali vengono da situazioni che erano tremende da orfanatrofi e cose di questo genere oggi sono immaginabili credo quindi che in questo momento bisogna dare molto più attenzione a questa categoria di giovani che hanno difficoltà e che hanno persone molto molto brave ma che non hanno la possibilità di uscire per quanto riguarda la domanda sul mercato che è una domanda non semplice non facile perché in realtà sono due entità quelli che possono offrire capitali come prevatequità eccetera eccetera a certe condizioni una certa difficoltà all'imprenditore soprattutto l'imprenditore storico il fondatore meraviglioso che ha dato veramente che ha fatto dei mercati dei miracoli a accedere a queste licenze a queste esigenze che sono imprescindibili oggi siamo un paese tra l'altro appesantito dalla quantità di addempimenti che vanno fatti io credo non ho mai fatto conti ma credo che il 10% di produttività lo si perde per impiere carte per impiere cco con una burocrazia spaventosa bravissima eccetera eccetera quindi è un moloc che pesa con produzioni normi che veramente impediscono l'attività ben precisa se uno vuole barare bar a Madoff ci fa ricordare appunto come pur essendo pieno di regole addirittura a livello di produzione di regole alla fine ha fatto il più grande scandalo americano quindi in una sezione di questo tipo ripeto il mercato finanziario più di tanto non può fare c'è un fatto culturale secondo me abbastanza difficile da risolvere non è come dire globale cco perché poi ci sono molti casi in cui questo non vale per fortuna ma è estremamente difficile penetrare in tutta una serie di paure timori eccetera io ricordo una volta con uno dei più grandi imprenditori italiani ra i tempi in cui mi occupava molto di cotazione in borsa discussioni infernali perché questo signore voleva voleva andare in borsa ma voleva avere il 100% del capitale ra uno intelligentissimo, bravissimo non c'era verso di schiodarla quindi non se ne fece nulla quindi ripeto il mercato è fondamentale ma c'è per fortuna anche perché come dice Tremonti che ho intravisto prima abbiamo tre volte la liquidità che serve l'economia reale quindi il grosso problema è dove farla andare cco quindi capitali ce ne sono tantissimi su un progetto giusto si raccolgono estreme facilità oggi c'è la grande volontà dei private di consentire queste due transizioni che dicevo soprattutto quella digitale che sono fondamentali per crescere si sta parlando di nuove generazioni quindi io Ponzellini chiederei a chi vuole essere imprenditore di prima generazione magari ne abbiamo qualcuno in sala o ambisce a fare l'amministratore delegato di un'azienda familiare qual è la dote che serve di più per fronteggiare questa situazione le doti sono due per qualsiasi doti, doti, qualsiasi attività umana impegno coraggio, qualsiasi cosa uno faccia al mondo c'è dell'impegno di avere del coraggio sennò sta a casa quindi quello è facile dirlo è difficile farlo perché voi di 24 ore giocate su facile ti ho chiamato con l'eccezione del sottoscritto tre persone eccellenti, assolutamente tra le migliori persone del mondo avete una sala dove invitate tutta della gente per bene dei ragazzi che non hanno arriere panse quindi tutto funziona bene e tutti dicono tutto ma io vorrei mettere qui quelli della consul che ti fanno una serie di domande anche su diametri intimi di persone a te vicine ma non ti chiedono mai quale sarà il futuro della tua azienda la tua governance si nascondono dietro regole di governance non di successione di passaggio generazionale secondo la confindustria la confindustria che sempre parla del capitalismo private questo e quell'altro non mette mai delle regole per essere soci della confindustria di impegni ad avere un profilo aperto che possa nei passaggi generazionali cercare di diciamo così ripararsi dai disgrazi della fortuna che io intengo sempre quindi ci vorrebbero quelle della confindustria poi invece che questi distinti e calmi signori mettete 400 imprenditori il triangolo della sedia quelli delle ceramiche sentite cosa vi dicono del passaggio generazionale che non è quello che dicono questi signori sono dei campioni del mondo uno che salta un metro tanto gli mettiamo la stuccia alla 20 centimetri in realtà sempre ma sono quegli altri che sono difficili da convincere poi c'è la domanda di fondo chi può essere il successore di Brunello Cuccinelli scrivete chi può essere il successore di Brunello Cuccinelli se ce n'è uno bravo come lui si fa la sua azienda non fa successore di Brunello Cuccinelli quindi c'è da dire che il sistema delle imprese italiane ma hai fatto di gente che ha inventato il sistema della valvola che si apre col tappo della Coca Cola che è diventato leader mondiale di quella cosa lì andatene a dire a questo che adesso una società di ricerche gli deve dire come fare la successione questo non ne vuole parlare dopo di me niente oppure dopo di me mio figlio sembrava bene se non sono fatto i suoi quindi non è così semplice cosa bisogna dire parliamo ai giovani che loro vivono una situazione difficile sono gli azionisti del futuro ma il management glielo nominano i vecchi quindi voglio dire sono un azionista di un'azienda dove lo possono nominare i vecchi cosa fanno? prima di tutto proteggono le pensioni quindi guai l'inflazione l'inflazione è l'alleata l'alleata del giovane naturale è buttare la speranza di là dire pago molto ma perché poi faccio molto no non si può fare perché sennò quei grassi tedeschi pieni di birra che stanno sui laghetti di Monaco di Baviera non c'hanno abbastanza soldi per andare in bereria è un'altra cosa il secondo punto bisogna che pensino che tutto quello che studiano che è importantissimo non servirà per la tua vita servirà per te stesso non servirà per le tue attività servirà per te stesso c'è una difficilissima che quelli che gli inglesi chiamano narrow path setiero sottile tra la cultura e l'intelligenza personale la capacità di fargli imprenditori io ho conosciuto questi imprenditori eccellenti bravissimi che erano gli imbecilli che io facevo fatica a pensare come avevano fatto a fare queste imprese ma quanti ne abbiamo conosciuto ma questo che come ha fatto a fare queste imprese andavi a vedere e faturavamo 1.300.000.000 ma questo che è un cratino io che ho fatto gli studi in New York banche internazionali banche europee se provo a fare un affare forse mi va bene quindi esiste un meccanismo diverso quindi voi dovete studiare perché dovete essere voi persone contente di quello che avete appreso e pronti ad applicarlo ma sappiate che non è la strada al successo la strada al successo è diversa a partire sempre a quella pallina bianca che gira che voi dovete sperare che giri dalla vostra parte Allora il tempo a nostra disposizione avremmo esaurito il nostro tempo ma se siamo d'accordo io andrei avanti finché non ci cacciano via quindi c'è qualche domanda impossibile che queste c'è un microfono in giro alzate la mano prima fila io ho partecipato alla riunione di ieri di oggi per capire se l'economia familiare è un bene o un male per l'Italia risultato? non lo so, comunque volevo fare due commenti dottor Michele lei cita clessidra clessidra è stata comprata con i soldi con la città con la città è stata comprata con i soldi che la famiglia presenti che era il più grande gruppo industriale del cimento ha preso vendendo l'azienda di famiglia Caltagirone è stato presentato ieri come un esempio un bel esempio di economia familiare italiana cosa fa Caltagirone in questi, cosa ha fatto negli ultimi anni? ha fatto con grande intelligenza tempestività, ha fatto rider di borsa ha comprato Monte dei Paschi di Siena ha fatto le Pusovalenze ha comprato Generali ha fatto le Pusovalenze adesso è il primo azionista di Mediobank io credo che le grandi famiglie imprenditoriale italiane che hanno costruito l'Italia Marzotto, Falk, Agnelli via dicendo Pirelli Marinotti oggi non esistono più poi oggi nella lista che ha fatto ieri il presidente di Bankintesa ci sono degli errori perché 5, 6, 7 gioielli del Made in Italy Bulgari, Etro Zegna, Fendi qualche di un altro non hanno saputo resistere alle sirene dei private equity quando arriva il private equity sono moltipli, inaccettabili impensabili delle EBIT la famiglia vente l'ultima cosa non è una domanda è un controintervento c'è stato qua un intervento della segretaria del PD che ha detto di fronte alle domande di Tamburini lei come è in Italia le tasse di successione sono le più basse d'Europa noi vogliamo aumentare le tasse di successione videntemente un impegno programmatico del partito di sinistra di questo tipo è contro il capitalismo familiare in Italia grazie anche questo intervento conferma che si fa politica quando si parla di capitalismo familiare altre domande? sarebbe particolarmente gradita una domanda da un under 25 donna non c'è un volontario? come no? magari col microfono è meglio così la sentono anche perché abbiamo altre 10.000 persone collegate grazie ottimo il dialogo tra i relatori io credo il modello di business di Tamburini che è un mix tra private equity lui investe il suo staff di persone in aziende porta del capitale paziente la domanda che pongo nel lungo periodo se ci fossero in Italia 10 persone come il modello Tamburini avremmo delle aziende ben capitalizzate che possono sviluppare tante belle cose io credo al modello Tamburini che non vada a caricare troppo gli imprenditori ma fa il socio attivo anche perché mettono dei denari sia un modello con cui l'Italia potrebbe anche pensarsi rimangono in mani italiane anche se io sono un grande liberista fa le cose fate bene che è quello che conta grazie voglio rispondere una cosa mi toccava al mio gruppo io lavoro nel gruppo Caltagirone perché vorrei contestare al suo intervento i gruppi familiari lei parlava agli Agnelli, Marzotto parliamo di questo Intanto Pesenti cosa ha fatto? ha fatto esattamente quello che ha fatto John Elkan aveva il 50% della Fiat l'ha trasfermato nel 10% di Stellantis la famiglia Pesenti aveva il controllo di talcementi l'ha trasformato nel 3-4% di Heidelberg Cement teoricamente se poi l'hanno venduto sul mercato non lo so ma si è diluita in un qualcosa di più internazionale e di più grande stiamo parlando di grandi famiglie per bene che hanno fatto un pezzo del capitalismo italiano per quello che riguarda il gruppo Caltagirone sono di parte naturalmente forse siamo poco bravi noi a comunicarlo perché è molto più divertente parlare di generali, di medio banche ma queste cose da cosa sono dovute? da un eccesso di cassa di una serie di altre attività che noi facciamo noi abbiamo un gruppo cementiero che fa 2 miliardi e mezzo di fatturato guadagna 200 milioni comprato da Liri solo italiano con 500 milioni di fatturato oggi è 100% internazionale forse non lo comunichiamo molto sul lato immobiliare continuamente raddoppiamo tripliciamo i nostri capitali ma anche sul lato industriale queste famiglie investono molto chiaramente quando hai un grandissimo eccesso di cassa dalle tue attività industriali non hai bisogno di mettere nell'azienda, perché l'azienda va talmente bene certi delle forme di diversificazione anche qua puoi farlo comprando un paniere, tutta una serie di titoli oppure vuoi, un po' per ambizione personale un po' per giocare un ruolo nel paese un po' perché ci credi, fare delle partite più complicate, più grandi questo è quello che abbiamo fatto in Mediobanche in generale quando ci sono più di 3 o 4 o 4 giri no, no, no, però adesso perché sennò poi dobbiamo anche fare una domanda anche su Angelini, eccetera poi diventa complicato allora, ultimo giro una domanda generale è una provocazione allora la provocazione c'è una curiosità, più una provocazione io chiederei a tutti due cose uno, qual è l'azienda in cui vi sarebbe piaciuto lavorare azienda familiare l'altra, quella che vi sarebbe piaciuto fondare chi comincia? domanda sorpresa, non ci sono Marullo può dire Angelini se vuole, però suonerebbe poco originale chi se la sente? fondare e lavorare, l'azienda familiare dei vostri sogni la mia, guardi non vale non ce n'è un'altra che ma è molto difficile dirlo, insomma io oltretutto per metà mi occupo di profano cioè quello di cui parliamo per metà mi occupo di sacro cioè la musica, la pittura le cose che hanno condiviso la mia vita allora innanzitutto, sceglierei qualche cosa nell'altro campo potrei essere quello che risolve oggi un problema fondamentale che è quello di inventare un modo nuovo di spettacolo che attiri la gente che consenta ai giovani formidabili, artisti, eccetera che lavorano in questo settore che vivono di cachet quindi fanno la fame i più grandi oggi incassano un terzo di quello che era una volta il cachet standard quindi se dovessi fare un'azienda nuova la farei per muovere questo mondo che è catafratto da non si sa che cosa che non riesce a uscire Chi visionario è, visionario rimane Fabio Allora sicuramente mi sarebbe piaciuto cominciare a lavorare non è quelle aziende come all'inizio quando sono nate Microsoft e questo perché avrei avuto molte stock option che naturalmente mi avrebbero fatto ricco seconda cosa perché alla fine quando tu cominci in settori pionieristici c'è sempre qualcosa di diverso che andare a lavorare in un'azienda già consolidata, sicuramente quando parti da Microsoft o parti da qualcosa di questo tipo è sicuramente una spinta più grande quindi mi sarebbe piaciuto e per il lato economico per il lato pionieristico oggi penso sia molto divertente lavorare in un gruppo come Louis Vuitton probabilmente Però Gianni Grazie alla domanda io devo dire che quando penso alla prima domanda dove ti sarebbe piaciuto lavorare dirò una cosa forse un po' di sagrante ma è Mediobanca, nel senso che se io avessi potuto lavorare 25 anni fa è Mediobanca se avessi avuto la stessa fortuna che ho avuto in questi 25 anni facendo una fatica boia contro tutti quanti che dicevano investi in minoranze è un errore colossale investi in quotate e non quotate un pasticcio eccetera eccetera non fai leverage buyout per con un guadagno gli ne rimane una lina io credo che avremmo potuto fare un qualche cosa, come diceva tra l'altro la persona che ha fatto la domanda prima moltiplicare per 10, per 20, per 30 i nostri 5 miliardi di investimenti tra l'altro voglio aggiungere due cose anche a chi diceva che i giovani di oggi sono sfortunati o che non ha ancora capito se il sistema italiano delle aziende familiari funziona o non funziona ma ci rendiamo conto che noi abbiamo centinaia di campioni mondiali tra le aziende italiane, ma centinaia perché dobbiamo parlare male di una azienda italiana familiare quando dagli amici di ponzellini del triangolo delle sedie piuttosto che della ceramica abbiamo veramente qualcuno che insegna a livello mondiale queste cose qui lo vediamo dall'export la quota di export anche col covid anche con le guerre eccetera continua ad aumentare per cui vuol dire che il prodotto italiano è molto apprezzato nel mondo pertanto non voglio sembrare un ottimista però dobbiamo essere orgogliosissimi di questa Italia familiare con un capitalismo strano ma che continua a insegnare al mondo come si fa io giorni fa sentivo la statistica per la quale si diceva che un quarto dell'arredamento di alta gamma nel mondo è prodotto in Italia un quarto poco fa veniva citato Louis Vuitton ma quanto delle aziende Louis Vuitton sono aziende che sono state comprate da italiani, è vero ma hanno ancora la produzione italiana per cui io credo che sia importantissimo sottolineare questo aspetto, voi del Pertivatore lo fate molto molto bene valorizzando le specificità venendo dalla domanda di prima di tantissime aziende che forse vengono un po' sepolte ammantate in questa generalizzazione sul fatto dei manager, degli imprenditori eccetera ma che invece ci pagano stupende a tutti quanti noi siamo qui a parlare con la gravata e come si vuole ma lo stipendio ce lo pagano gli imprenditori magari ronzi, magari ignoranti ma quelli che fanno il biliarde 3 con 300 milioni di utili per cui io credo che si debba essere contenti e soddisfatti di questo sistema tutto migliorabile, molto migliorabile ma certamente non credo che ci si possa lamentare dell'Italia di oggi grazie la società del ponte dello stretto vorrei andare a lavorare ma sono troppo vecchio lo vedo alla fine ma sarà familiare chissà sarà delle famiglie multifamiglie invece se dovessi fondare un'azienda fonderei un'azienda di ingegneria di ingegneria meccanica grazie allora l'azienda che mi sarebbe piaciuto fondare è Moderna, quella che ha inventato la tecnologia mRNA che ha curato i vaccini perché ha veramente migliorato la qualità della vita delle persone, di tantissime persone c'è tanta scienza dietro quella in cui mi sarebbe piaciuto lavorare è sicuramente la Ferrero dell'inizio per due ragioni 1. perché sono un consumatore straordinario 2. perché ha portato tanta felicità secondo me nella casa di tante persone d è un modello veramente virtuoso di come un'azienda familiare diventa un campione mondiale puntando sul prodotto perché una cosa che non va mai dimenticata è che l'industria che vince con Gianni lo ripetiamo sempre è quella che ancora si fonda sul capitale, lavoro, prodotto e servizi non certo non soltanto quella che ha la finanza come stella polare o magari in una dell'azienda che applauso meritato o magari mi viene da pensare in una dell'azienda con cui state investendo con Angelini Venture perché vi ha aperto un mondo potremmo aprire una nuova sessione sul venture capital, cosa che forse non è il caso però anche lì state vedendo un bel pezzo di mondo è vero è un'esperienza straordinaria noi siamo convinti che c'è un mondo della salute che cambierà tantissimo, i bisogni di salute le persone stanno cambiando cambiano perché la tecnologia, i dati la possibilità di avere addosso dei devices che fanno già salute prevenzione, inevitabilmente non solo cambierà le abitudini di vita ma ci cureremo è una tendenza da intercettare per cui le aziende farmaceutiche non sono fino in fondo pronte l'azienda farmaceutica cura il paziente che già sta male questa nuova forma di medicina digitale previene la malattia quindi cura il consumatore che non vuole diventare paziente, è un trend che noi con il fondo Angelini Ventures vogliamo intercettare e ci crediamo molto abbiamo investito molto chissà se nel 2048 Ponzellini un invitato a un panel sul passaggio generazionale porterà nel 2048 perché di 25 anni in 25 anni chissà se saranno ancora di attualità le cose come in questo reperto storico che ci ha portato io vi ringrazio molto, vi ringrazio per l'attenzione davvero abbiamo fatto discorsi che vanno oltre il capitalismo familiare grazie a tutti e a tutti buon prossimimento di festival Sottotitoli creati dalla comunità Amara.org Sottotitoli creati dalla comunità Amara.org
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