Cultura e sviluppo economico
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Cultura e sviluppo economico
All’interno del panel è stata sottolineata la ricchezza del patrimonio artistico e culturale italiano e l'importanza di valorizzarlo al massimo, considerandolo un'opportunità storica per il Paese. In questo contesto, è emersa la necessità di una collaborazione stretta tra il settore pubblico e privato per sfruttare al meglio questo patrimonio.
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L'Italia non è mai stata così attrattiva il Ministro può esserne orgoglioso. Dopo la pandemia e il confinamento, i cittadini del mondo hanno voglia di viaggiare e di tornare alla vita di prima e hanno fame d'Italia. Il nostro Paese è pieno di tesori che vanno valorizzati al meglio, anche grazie alla collaborazione fra pubblico e privato. Investire in cultura conviene a tutti, perché il patrimonio artistico genera ricchezza e posti di lavoro. Secondo gli ultimi dati di Fondazione Simbola e Union Camery, dà lavoro a 1.5 milioni di persone che producono ricchezza per 88.6 miliardi di euro. Per questo è importante che il PNRR preveda un apposito capitolo per valorizzare questa vera e propria miniera, oltre 4 miliardi di investimenti che dobbiamo essere bravi a sfruttare al meglio. Sostenere con forza il patrimonio storico-artistico è essenziale non solo per il valore conomico, ma anche per quello etico e sociale. La cultura, infatti, è il cemento di una comunità, rappresenta la sua identità e permette a un Paese di confrontarsi, di comunicare, di condividere. Il messaggio della cultura trascende ogni barriera geografica e linguistica, perché la lingua del bello è davvero universale, in grado di parlare a tutti. L'article 9 della Costituzione italiana pone tra i principi fondamentali della Repubblica lo sviluppo della cultura e la tutela e salvaguardia del patrimonio storico-artistico ambientale. L'intreccio fra bellezza, arte, paesaggio, creatività e innovazione è il tratto essenziale della nostra identità nazionale, oltre che un punto di forza a livello globale. A proposito di sostegno alla cultura, voglio sottolineare l'importanza di alcuni provvedimenti che vanno nella direzione giusta. Nel 2014 il governo ha introdotto il cosiddetto Art Bonus, reso permanente dalla legge di stabilità del 2016, una misura geovolativa sotto forma di credito di imposta pari al 65% per favorire le erogazioni liberali, come avviene in tanti paesi del mondo. La detraibilità è una leva essenziale che va assolutamente potenziata. L'Art Bonus, ad esempio, andrebbe allargato anche ai beni culturali di proprietà privata, ma resi fruibili alla collettività. Penso ai circuiti delle case museo, alla rete dei musei d'impresa, alle associazioni nazionali come il FAE, che svolgono a tutti gli effetti un servizio pubblico. In ogni caso trovo estremamente positivo che sia caduto il vecchio tabù che per anni ha penalizzato i privati che volevano investire in cultura. Per troppo tempo c'è stato un atteggiamento di diffidenza e di rifiuto ideologico verso il contributo delle aziende per la tutela dei beni culturali presenti in tantissimi distretti italiani. Una mentalità da combattere perché le imprese di tutti i settori, dalle banche al manifatturiero, sono degli attori essenziali nelle nostre comunità e nei nostri territori. Oggi le imprese sono un soggetto sociale, attivo e integrato e sono ormai diventate protagonista della valorizzazione e conservazione del patrimonio storico-artistico del Paese. Fare impresa, fare filantropia sono diventate facce della stessa medaglia e rappresentano un modo per tenere fede ai propri valori e per restituire al territorio parte di ciò che si è ricevuto, soprattutto nelle aziende familiari che sono il cuore pulsante dell'industria nazionale. Certo, si può fare di più e io lo ripeto spesso ai miei colleghi imprenditori, però è anche necessario che le istituzioni dal canto loro vadano oltre il semplice concetto di sponsorizzazione. Alle imprese devono essere assicurate certezze sui tempi di realizzazione dei progetti e garanzie sui benefici e sull'impatto reale. Occorre una progettualità condivisa, realizzata a quattro mani per far funzionare il binomio pubblico-privato. E questa è la ricetta che ad esempio a noi di Bracco ha permesso di dare solidità e continuità nel tempo a partnership con grandi istituzioni, come il Teatro La Scala e la sua Accademia, il Palazzo del Quedinale, il Museo Pol di Pezzoli, il Museo del Violino di Cremona, il Palazzo Reale di Milano e tante altre anche all'estero. Fra le innumerevoli iniziative ricordo con speciale emozione il restauro della Galleria Chigi del Quedinale, a cui abbiamo avuto l'onore di contribuire nel 2011 in quanto primo partner privato della Presidenza della Repubblica, in occasione del 150esimo anniversario dell'Unità d'Italia. Insomma, mi si lascia dire con una battuta che noi di Bracco non abbiamo certo aspettato l'art bonus. Direi quasi che la nostra famiglia di meccanatismo ce l'ha nel DNA. Nel 1942, a dispetto delle difficoltà del momento, mio nonno Elio, fondatore nel 1927 dell'azienda, appassionato d'arte, decise di salvare dai bombardamenti l'intera opera pittorica di Angelo D'Andrea, artista friulano di Rauschedo, maestro del simbolismo, attivo anche a Milano fra le due guerre. Questa è stata probabilmente la scintilla di una passione scaturita in un gesto semplice umano, qualcosa che poi ha germogliato nelle generazioni successive. Dopo egli al lavoro per la cultura si è trasmesso da prima mio padre Fulvio, che è stato imprenditore illuminato e amante della musica, ed ha convinto o scaligero a coinvolto mia madre Anita e noi figli in questa passione. Io a mia volta ho continuato questa tradizione, sia come azienda sia a partire dal 2010 con la fondazione Bracco. D'altronde sono profondamente convinta che l'amore per la cultura vada insegnato e ritengo che educare alla cultura e nella cultura sia un compito essenziale nel passaggio fra le generazioni. Vi ringrazio dell'attenzione. Allora, grazie alla Presidente Diana Bracco. Adesso io vediamo se il collegamento con il Ministro San Giuliano è già attivo. Io sono qua. Eccoci, buongiorno Ministro. Spero che abbia avuto modo di sentire l'intervento di Diana Bracco anche perché ha messo già sul terreno parecchie degli stimoli, degli intenti, delle intenzioni anche di domanda che volevo fare e quindi su questi temi dibatteremo. Però le voglio chiedere come prima battuta, visto che lei è Ministro non da tantissimo, ma ha l'opportunità storica di imprimere una cambiamento alle linee di questo Ministero, di darci in breve, nel tempo breve che abbiamo che comunque sarà contenuto entro i 25 minuti perché dobbiamo rispettare anche i suoi impegni, di darci quali sono le linee guida e quali intendimenti muovono l'intera architettura della sua azione in questo momento. Guardi, non ci parli che lei con una penista. Io penso che la cura sia una grande opportunità per la nostra nazione. Dica la regia accorgimenti del lineare L'Audio di Vittoria. Perfetto. Stavo dicendo, la cultura può essere una grande grande opportunità storica per la nostra nazione perché vedi l'Italia, quando gli ho detto che l'Italia è una scoperenza naturale, non voglio fare certe affermazioni di volontà di potenza, ma era una affermazione di patata, una natura storica della nostra espensa. Noi siamo penisola al centro del mediterraneo, la storia ci ha regalato una sovrapposizione di civiltà, ciascuna delle quali ha lasciato qualcosa. Il mondo greco con la magna grescia, ovviamente la grandezza di Roma, con le sue infrastrature, sia materiali, ma anche quelle non materiali, pensiamo al diritto romano. Poi l'arrivo di altri popoli, come gli arabici di Sicilia, prima ancora c'erano stati anche i Finici, i Normanni, i Lombardi, i Goti, gli Sigoti, insomma, tutto un dipanare storico in oltre 2 mila anni di storia e ognuno ha lasciato una sua faccia. Pensiamo anche ai Finici, agli Angiolini, per esempio a Napoli, agli Aragonesi, gli Spagnoli del Mezzogiorno d'Italia, insomma, c'è stato questo intreccio di culture che rappresenta un unicum e che ci ha lasciato sul territorio un grande valore. C'è un bellissimo libro di Giuseppe Prezzolini, edito da Rosconi negli anni settanta, l'Italia finisce cco ciò che resta. Il ciò che resta era proprio questa grande dimensione storica, rispetto alla quale Prezzolini si pone una domanda, ma gli italiani oggi sono alla stessa del loro grande passato. Ecco io partirei da questo, noi dobbiamo essere all'altezza del grande lacido storico che abbiamo avuto, sia quello materiale, e mi riferisco, che ne so, a Pompeia, al parco archeologico del Colosseo, a tutto quello che c'è in Sicilia, ma anche nel nord Italia, delle meravigliose testimonianze, sia per termini immateriali, quindi il ditto romano, la poesia, la letteratura, insomma tutto quello che c'è stato in lungo ruire storico, guardando poi anche la cultura. Per esempio, le Dona non sia accanto alla capitale dell'attura, di recente la commissione scelta grigente, e la capitale del libro abbiamo creato un terzo momento che è la capitale annuale dell'arte contemporanea, una città italiana, preferibilmente una città piccola media, diventerà in un anno capitale dell'arte contemporanea, perché noi dobbiamo preoccuparci anche di ciò che poi, nel futuro, nelle prossime generazioni, sarà il passato, il passato che noi produciamo oggi. Ministro, grazie intanto per questa notizia che ci regala in anteprima, ok sull'enorme patrimonio che l'Italia ha ereditato e che speriamo sia sempre più in grado di tutelare, però il tema sul quale ci vogliamo confrontare oggi è quello dello sviluppo economico, cioè la seconda parte della nostra chiacchierata di oggi. Allora quali sono le leve, secondo lei, che vanno usate perché questo enorme patrimonio culturale che abbiamo, lo abbiamo usato bene o male, ora non è il momento di discutere, possono diventare anche, forse soprattutto, in dirizzo di sviluppo economico? L'articolo nove della costituzione, come dire, ha una duplice visione. Da una parte parla di tela, di salvaguardia del nostro patrimonio, dall'altra parte parla di sviluppo della cultura. Il sviluppo significa far diventare la cultura anche una grande occasione socio-economica per la nostra nazione, beh parlando di cose concrete le posso dire che noi allegheremo da 44 a 60 i musei di prima fascia dotati di una specifica autonomia, di recente mi sono recato a Torino, ho visitato i musei reali di Torino che poi nascono da una complessa vicenda perché erano dei bianchi separati che finalmente sono stati accoppati insieme, cco questi diventeranno un museo di prima fascia dotati di una certa autonomia, cioè i musei lo so di far storcere il naso a qualcuno, i grandi musei devono diventare delle piccole aziende e già ci sono dei modelli, delle realizzazioni molto virtuose, pensiamo al parco archeologico di Pompeii che sta facendo registrare dei numeri strepitosi di dei mila visitatori, pensiamo al parco archeologico del Colosseo dove il 30 giugno, il 30 maggio innavoleremo un nuovo percorso e anche li siamo avendo di numeri straordinari, oltre 27 mila visitatori in alcune giornate. Ecco tutti questi grandi siti devono diventare delle piccole aziende, lo so che magari il termine fara storcere il naso a qualcuno no, ma devono avere un modello gestionale anche un po' imprenditoriale che non significa non garantire la salvaguardia storica e museale del sito. Accanto a questi noi abbiamo il dovere di far conoscere, di spostare le direttrice dei turisti da questi grandi siti universalmente noti ad altri luoghi, vada a vedere il museo di Tarquigna, non so se lei c'è mai stato ma ci vada, un grande museo etrusco che veramente è un gioiello, vada a visitare la reggia di Caserta che è qualcosa di eccezionale, ma se io le dico il museo archeologico di Ponte Cagnano in provincia di Salerno lei probabilmente non sa di che cosa sto parlando ma è un bellissimo museo, se io le dico il museo di Chiusi in Toscana, un altro bellissimo museo archeologico, ecco se questi musei si trovassero negli Stati Uniti d'America sarebbero una cosa di importantissimo per la cultura di quella nazione, ecco dobbiamo lavorare anche per rendere più accessibili e spostare le direttrici e i grandi numeri dei turisti in questi luoghi. Lì c'è stata una gigantesca fake news, quella secondo cui noi vorremmo dirvi che è stata una gigantesca fake news, quella secondo cui noi vorremmo dirvi che è stata una gigantesca fake news, quella secondo cui noi vorremmo dirvi che è stata una gigantesca fake news, quella secondo cui noi vorremmo dirvi che è stata una gigantesca fake news, quella secondo cui noi vorremmo dirvi che è stata una gigantesca fake news, quella secondo cui noi vorremmo dirvi che è stata una gigantesca fake news, quella secondo cui noi vorremmo dirvi che è stata una gigantesca fake news, quella secondo cui noi vorremmo dirvi che è stata una gigantesca fake news, quella secondo cui noi vorremmo dirvi che è stata una gigantesca fake news, quella secondo cui noi vorremmo dirvi che è stata una gigantesca fake news, quella secondo cui noi vorremmo far pagare i ricercatori. Allora mi faccio una cortesia, vi vengo a trovare la prossima settimana a Roma e io le faccio vedere rigo per rigo il provvedimento e le smentisco quello che persone mosse da una strumentarietà politica evidentemente hanno affermato per i ricercatori, per coloro i quali fanno ricerca, ricerca storica, ricerca dell'arte non si paga nulla. Se io poi però faccio un libro che vende duecentomila copie e un best seller nel quale metto in copertina eh un antico vaso di un nostro museo oppure il David di Donatello, un'opera di Giotto, è bene che io paghi qualche cosa allo stato che però noi vincoliamo alla tutela del eh del patrimonio. Il nostro intendo era far pagare per tutto quel a volte anche di pessimo gusto che vediamo in circolazione magliette, tazze, bicchieri e cose del genere che in tutto il mondo si fa pagare. Tutto il mondo si fa pagare. Tra la tutela e la salvaguardia del patrimonio. Sì, poi immagino che su questo tema ci sarebbe da dilungarsi, però invece le eh porterei l'attenzione di che non si paga nulla e non si paga nulla e non si paga nulla e non si paga nulla e non si paga nulla. È una prima situazione. Ma non faccio dire una cosa. Noi aveva un vecchio tarifario fatto da un mio illustre predecessore che io eh ogni mattina di cui ogni mattina guardo la fotografia qui negli corridoi del ministero Alberto Ronchei che era un tarifario dei primi anni novanta mi sembra che eh sia passato un po' di tempo e forse le cose andavano un po' aggiornate. No, lei che ne dice? non voglio ritornare su questo argomento però invece la porterei la sua attenzione su una cosa che eh la presidente Diana Bracco ha con forza sottolineato lungo tutto il suo intervento e cioè la collaborazione e il coinvolgimento dove è possibile delle aziende che sono presenti e che sono presenti e che sono presenti e che sono presenti e che sono presenti anche delle aziende delle imprese nella promozione della cultura ma anche nel fare cultura. Ecco come si pone qua il Ministero nei confronti delle imprese che vogliono fare cultura? Quali strumenti si possono ancora adottare per incentivarle eh a farlo sempre di più? Una parte è stato detto con l'art bonus ma già la presidente Bracco ha proposto qualcosa di diverso io nelle mie linee alzare la quota dell'art bonus che è uno strumento di cui do atto ai miei predecessori al mio predecessore che ha funzionato bene che però può funzionare ancora meglio poi c'è il tema invece della collaborazione dei privati perché si è creata una vera e propria filiera economica attorno ai nostri musei penso a tanti servizi che si possono offrire perché vede uno degli obiettivi che noi vogliamo fare e vogliamo portare avanti è quello di alzare la qualità dei servizi all'interno dei luoghi museali. Quando abbiamo ritoccato un po' all'insù il prezzo degli uffici io ho detto gli uffici non possono costare meno di una pizza perché lei quando trascorre una giornata all'interno degli uffici lei compie un'esperienza unica nella sua vita innanzitutto un'esperienza culturale e spirituale perché io credo molto negli altri nelle persone sono un umanista e credo nel valore dell'umano io penso che una persona quando attraversa per un alcune ore un museo penso che questa persona ne esca come dire spiritualmente arricchita cioè entra in noi stessi un bagaglio di conoscenze che non sono soltanto conoscenze storiche ma sono conoscenze che ci aprono la mente che ci aprono il cuore quindi sono esperienze importanti di cui noi dobbiamo essere coscienti del valore. Qualche anno fa e questo lo dico da giornalista mi colpi tantissimo che l'allora cancelliere tedesco Angela Merkel nonostante avesse le inconvenze di un cancelliere di Germania che lei può immaginare quali sono decise di trascorrere un'intera mattinata all'interno del museo archeologico nazionale di Napoli. Io le domando lei c'è stato al museo archeologico nazionale di Napoli? Sì. Bravissimo. Adesso inaugureremo il restauro del grande mosaico della battaglia d'Isso di Alessandro contro i persiani che è anche come dire un mosaico che ha un profondo significato storico spirituale perché in quel mosaico non lo dico io ma lo dicono grandi storici dell'arte si vede il confronto tra la concessione di Politeia e la concessione di Basileia monarchia territoriale quindi due diverse dimensioni quella che guarda l'uomo destinatario di diritti e di dovere membro della polis e l'altra invece che degrada l'umano lei ha fatto asserire il livello del dibattito molto più in alto di quello che io sono in grado di sostenere per cui la riporto più in basso quali sono secondo lei le azioni da intraprendere perché le aziende le imprese vengano favorite perché poi ci siamo poi persino un rivolo del discorso se ha delle linee diciamo così programmatiche che intende proporre come collaborazione all'impresa. Tutta la parte dei servizi è bene che la facciano i privati cioè le audioguide i servizi di ristorazione i servizi di supporto diciamo tutte le esperienze che si possono avere all'interno dei musei ecco tutto questo deve essere dato ai privati anche per esempio l'uso delle immagini. Lei lo sa che noi siamo in causa con un'azienda tedesca che ha preso l'uomo vitruviano e ne ha fatto un mosaico che fa benissimo lo commercializza però deve pagare i diritti dell'uomo vitruviano a chi ne ha la proprietà. Le faccio un'altra domanda che invece attiene diciamo forse alla sua passione primaria che è quella dei libri. Qui abbiamo sul campo le polemiche da una parte ma comunque lo straordinario successo del libro è quello che sta succedendo intorno alla bookmesse 2024 nel quale saremo ospiti non so se poi lei vuole parlarci di come si riorganizzerà adesso con le dimissioni di di Enrique Levi dalla comitato organizzatore però le chiedo invece che cosa può fare intende fare se può farlo il ministro e il ministero per incentivare alla lettura gli italiani che è un popolo che notoriamente lo fa poco e forse anche male. Questa per me quasi una pena perché io come è noto sono quasi un fanatico dei libri e mi sono autoimposto la disciplina nonostante adesso abbia tanto da lavorare di leggere almeno un libro al mese al momento sto rispettando diciamo questo questa auto in posizione magari vado meno in palestra ci dovrei anche andare perché fa bene ma riesco a leggere un libro al mese. Beh questo è un fatto di educazione assolutamente un fatto di educazione dove secondo me in un ruolo fondamentale lo può svolgere la scuola ma lo possono svolgere anche le famiglie. Noi dobbiamo tornare ad abituare le persone alla lettura. Guardi io non criminalizzo nulla anche le piattaforme dove si vedono le serie televisive sono utili cioè non possiamo mai fermare il progresso non possiamo mai avere un approccio luddista nei confronti di quello che ci arriva di nuovo luddista da Ned Ludd che era un operaio scozzese che di notte bruciava i telai perché italiani toglievano posti di lavoro ecco il mondo va avanti e noi non lo possiamo arrestare però il valore che ti dà un libro come le dicevo prima io ai giovani raccomando tre cose da fare secondo me una settimana dovrebbe avere queste tre cose leggere un libro perché il libro ti arricchisce arricchisce il tuo spirito ed arricchisce la tua persona se tu leggi un romanzo di narrativa probabilmente quell'esperienza entra nella tua memoria nel tuo bagaglio lei avrà letto certamente il fumatia pascalo di pirandello oppure avrà letto avrà avrà letto dostoieschi no nel il cassino eh dirige un suplemento culturale il quale lei è stato un illustre collaboratore per cui condividiamo la stessa passione e no ma no la mia era una domanda retorica perché evidentemente in lei no saranno entrati questi elementi di ragionamento e dicesse se ci sono delle misure per esempio lei ha proposto questa relativa alle librerie che possono servire ad incentivare la lettura e il presidio dei libri e questa poi è l'ultima domanda che le faccio perché poi consegno il il palco ai prossimi redattori e la salutiamo per i suoi impegni no noi facciamo lavorando ad una legge sul libro io ho anche anticipato alcune eh idee per esempio un'idea altra notizia che le do oggi così può titolare eh pensiamo di regalare un libro ad ogni ragazzo eh nato come in che formula cioè dando un buono magari con attraverso gli strumenti informatici lo speed e quant'altro alle famiglie che potranno acquistare un libro per il loro nascituro e poi regalarlo quando avrà l'età di per poter leggere questo mi sembra mi sembra evidente legga non sia si possa leggere ancora il formato cartaceo per cui no ma lo dico perché sono uno strenuo difensore del formato cartaceo dei libri io penso che il formato cartaceo non decadrà non decadrà mai nel senso che sarà un po come la radio no ricorda che si diceva che quando era nata la televisione la radio sarebbe scomparsa poi la radio è rimasta ha trovato una sua diguitosa dimensione io penso che il formato cartaceo sopravviverà sempre io preferisco leggere in formato in formato cartaceo perché quando hai trascorso una giornata davanti al video è meglio è bello poter prendere un libro in mano l'altra cosa che starebbe questa legge viteremo lo spopolamento dei centri storici delle librerie perché c'è un tema il tema degli affitti per cui oggi è evidente che si preferisce fittare un immobile a una griffa che può pagarti cifre sconsiderate rispetto a chi invece deve tenere il conto di una libreria come lo faremo imponendo anche con un meccanismo risarcitorio ai comuni che molto spesso sono proprietari di i locali storici nei centri urbani o altri enti pubblici che hanno entità di questo tipo di dare preferenzialmente al libraio ad equocanone la possibilità di fittare quell'immobile altra misura che cercheremo di porre in essere lei si ricorda che qualche anno fa ci fu un progetto che è andato anche abbastanza bene si chiamava impresa donna che dava risorse a fondo perso alle donne che volevano iniziare un'attività imprenditoriale noi lo vorremmo fare per i librai dare un quanto ma adesso determineremo quanto a fondo perso a dei giovani mettendo una barriera di età evidentemente under 35 che vogliono aprire una libreria ci sono anche dei corsi per librai oggi che vanno bene organizzate da associazioni di categoria ecco i giovani che scono da questi corsi che io alcuni li ho conosciuti sono giovani laureati di grande valore che hanno questa passione come abbiamo io e lei per il libro ecco a questi giovani diamo la possibilità di aprire una libreria in questo caso preferibilmente in una periferia la prego di essere telegrafico se ha già pensato e come potrebbe essere organizzata la presenza italiana la book mas 2024 a questa è una grande occasione per l'italia assolutamente io sono felicissimo che ci sia quest'occasione per l'italia adesso ci guarderemo attorno anche perché la nomina aspetta il governo nella sua collegialità ci guarderemo e troveremo una persona di alto profilo che possa organizzare una presenza che sia pluralista democratica e capace di rappresentare tutte le esperienze della nostra editoria e della nostra letteratura allora ministro la ringrazio invito il pubblico a fare un applauso per quanto lei ci ha raccontato però l'articolo per il domenicale me lo ospita un articolo per il domenicale me lo ospita certo ne saremo onorati ci mancherebbe allora la ringrazio anche per la promessa del futuro articolo e ovviamente la ringraziamo per il tempo che ci ha dedicato e la lasciamo i suoi impegni io invece invito grazie al ministro invito stefano biorchini a prendere il palco con i suoi ospiti marco capasso luigi abete luca barbareschi che vedo qua giusto il tempo di cambiare la scenografia grazie per averci ascoltato grazie al ministro e a diana bracco bene allora buongiorno benvenuti a tutti qua a trento trento è bellissima ma è ancor più bella sotto le bandiere arancioni del festival dell'economia e quindi con l'aiuto del sole 24 ore che è il mio giornale e che ha promosso questa iniziativa e niente entriamo subito nel vivo qui si parla di cultura e di sviluppo economico intanto ringrazio il collega salis che ha già presentato i nostri ospiti anche se come dire immagino che non ce ne sia bisogno perché sono tutti più che conosciuti il dottor abete che è presidente dell'associazione imprese culturali e creative in realtà è anche molte altre cose ma l'understatement vuole che si dica solo questo e poi abbiamo luca barbareschi che artista anche lui si definisce solo artista ma in realtà anche cio di eliseo entertainment e molte altre cose anche lui e poi l'architetto marco capasso che si definisce artigiano digitale e poi dopo ci spiegherà che cosa significa oltre anche lui ad essere divulgatore lo avrete visto sicuramente in rai i suoi prodotti di altissimo livello e insomma va bene gli ospiti ve li ho presentati entriamo subito a parlare io ho parlato di questa città meravigliosa in realtà io arrivo però da un'altra città arrivo dalla romagna e la romagna guardate in questo momento è veramente un pianto e allora è un pianto perché vedere il fango dovunque e la gente disperata a chi in romagna come me vive agli affetti fa molto molto male e perché vi ho parlato della romagna vi ho parlato della romagna perché forse oggi è la dimostrazione più pratica che tutelare il patrimonio artistico tutelare la cultura di cui c'è ancor più bisogno in questo momento in romagna guardate questi giorni aprirà il festival di ravenna e davvero a ravenna hanno fatto un grande sforzo ma perché ritengono che in questi momenti ci sia ancor più bisogno di cultura questa è la realtà anche per una situazione davvero di tragedia ma dicevo tutela del patrimonio e anche da cui passa lo sviluppo lo sviluppo economico e allora la dottoressa bracco ha detto coinvolgere le imprese per fare cultura beh direi che il più titolato a parlarne in questo senso è il dottor abete e al rilascio la parola ma noi abbiamo vissuto negli ultimi trent'anni due fasi e adesso stiamo aspichiamo a cominciare una terza fase in cui si coniugano i risultati positivi dell'una dell'altra la prima fase nasce con la legge Hongkei trent'anni fa esattamente i musei sono disestrati i servizi sono bassi Hongkei introduce la presenza dei privati con le concessioni nei musei e nei servizi i musei servizi in venti anni acquisiscono nuovi visitatori nuovi attrattori diventano grandi attrattori qualità dei servizi vi faccio un caso che è stato gestito venti anni non da un'azienda associata ai cc cioè all'associazione di confidustri ma per il caso della concorrente della cooperativa il Colosseo il Colosseo aveva 300 mila visitatori a suo tempo adesso viaggia su alcuni milioni con livelli di servizi diversi l'ha fatto la cooperativa organizzando forma di impresa poi c'è stata l'epoca Franceschini quindi in quella fase meno stato più mercato risultato positivo poi arrivato Franceschini Franceschini Franceschini comincia il 2014 e dice la cultura è una miniera la nostra miniera al che tutti i burocrati dicono se la miniera andiamo a scavare la miniera quindi fuori quelli che stanno qui in mezzo e che ci danno fastidio che poi facciano bene o male ci interessa poco e vediamo di averli tra i piedi quindi si apre un'epoca in cui c'è una fase difficile il fatto di presenza crescente dello Stato anche perché i musei nel frattempo vanno bene e quindi gestire una cosa che va bene è molto più semplice e gestire una cosa che va male anche perché la memoria che si trova nel nostro Paese è bassa ed è lenta quindi aggetti si dimentica quello che hanno mentato di prima quindi viene fatto un provvedimento utile l'art bonus l'unico provvedimento utile ma perché perché l'art bonus è un modo perché i cittadini diano dei soldi a chi? Al pubblico quindi allo Stato quindi al ministero sintesi la dottoressa Bracco dice perché non diamo i soldi pure a quelli che mettono a disposizione dei visitatori i patrimoni privati è ovvio mi sembra una cosa ovvia perché non è stato fatto finora perché se io do i soldi io Stato sia a quelli sia allo Stato quando valorizza sia ai privati che valorizzano e possono diminuire i soldi che vanno alla prima categoria mi sembra ovvio quindi Franceschini è l'interprete della seconda fase più Stato meno mercato ovviamente fatta con i vincoli delle regole che diciamo l'obbligavano personalmente da me assolutamente non condivisa come sanno tutti perché ogni volta che vengo qua ogni anno questa cosa la dico con puntualità e oggi grazie a cielo siamo tre persone che abbiamo anche degli ottimi rapporti internazionali e quindi non mi tocca fare il dibattito Rosanna non so se credo lì che è uno dei dei plusse di questo vecchialismo. La franchezza al dottor Abete non è mai mancata ve l'assicuro la franchezza non l'è mai mancata è il motivo per cui a 76 anni ancora mi invitate qui a parlare io parlo indipendentemente da quello che hanno i soggetti in quel momento non sa parlo di quello che penso in modo educato rispettoso però non delegando le differenze quindi questo fenomeno mette in modo una serie di processi che come dire di fatto riducono lo spazio dei privati come gestori dei beni neutrali lo stesso dottor Rosanna in una sua lettera un circolare di una settimana fa che è stata smentita da un altro circolare di tre giorni fa non so se credo l'idea dice che sono 483 isidi pubblici voglio dire italiani 493 o 94 di cui solo 75 affidati ai concessionari privati si pone il problema di come fa funzionare meglio i 75 io se fosse stato al posto suo mi sarei posto il problema negli anni scorsi come fa funzionare i 420 che non sono affidati ai concessionari e che potevano essere probabilmente valorizzati ma lo dico solo per ricordare come ognuno vede le cose da un'ottica come dire parziale io da una gli altri da un'altra quindi facciamo questo questo passo di storia quindi diciamo dopo il periodo di conchèi più mercato meno stato c'è il periodo di Franceschini più stato meno mercato non so se credo l'idea adesso io a san giuliano che sta entrando io la interrompo però solo un attimo perché in realtà io col dottor Abbeto ho parlato prima come immaginerete e io so perfettamente che il dottor Abbeto in realtà ha parlato con il ministro san giuliano e le chiedo voglio sapere perché siamo trovati i due circolari una che diceva una cosa privati non ci servono dopo tre giorni no ci privati può darsi che non ci servono certamente non saremo solo noi però vediamo se e quindi io faccio parte pure di amministrazione delle ncirupere Treccani da qualche anno quindi sono costretto anche ho gettato a leggerla informato sull'italiano perché io l'italiano sono stato a Gesùite mi hanno insegnato a leggerlo con le virgole punti e virgola e i punti è a capo e noi non ci capisco più niente quindi ho detto al ministro cortesemente mi spieghi cosa volete fare e il ministro ha detto quello ha detto oggi io voglio più stato nella gestione dei beni culturali ma voglio anche più mercato nella gestione dei beni culturali voglio una presenza maggiore migliore dei due co-pratronisti in una logica sinergica e positiva voglio fare ad esempio un sito di bigliettazione diciamo che fare riferimento direttamente allo stato e che è gestito dal ministero cosa che io personalmente occorre molte proprietà tecniche però legittime quindi non c'è nessun problema ma consenterò a ogni museo di dotarsi del suo sistema di bigliettazione che va in rete con il sistema del ministero guardate la tecnologia di cui tutti parlano poi bisogna saperla declinare perché se io ho un molo che prende tutti quello se ferma non funziona se ferma tutto se io ho 10 sistemi in rete che sono tra loro connessi ho i vantaggi di avere un sistema in rete e non ho i problemi di avere un sistema unico è una cosa talmente la palessiana che anche prima che era scoppiata la tecnologia lo capivano poi dai cazzini dalla terza media in su ma non tutti i borgati lo capiscono è chiaro? Ecco allora il ministro ci ha dato questo indirizzo avremo più stato e più mercato io lo condivido allora mi sono permesso di dire al ministro siamo d'accordo adesso vediamo il delivery perché il problema è attuarle queste norme non so se rendono l'idea quindi auspigliamo con piacere che questo percorso vada avanti che vengono valorizzati le imprese private che fanno gestione dei beni culturali pubblici e privati che ci siano fatte le gare per avere le condizioni migliori che si aiutino le imprese culturali che vogliono pernazionalizzarsi perché noi siamo titolari di un patrimonio l'ha detto il ministro ma il patrimonio non deve essere usato solo per quelli che vengono in Italia può anche dare incontro voglio dire pensiamo alle mostre pensiamo a una serie di altre attività se ci sono dei soggetti che hanno una struttura dimensionale economica e finanziaria per farlo parlo e vedo Silvestri nel sole 24 ore probabilmente può darsi che la cultura italiana la conosce pure qualcuno che non si può permettere di venire in Italia ma che viene raggiunto la cultura italiana noi dobbiamo applicare un principio per cui la cultura non è un patrimonio di chi la capisce è un patrimonio di tutti e bisogna aiutare quelli che non la capiscono ad avvicinarsi come agevolando l'entrata da noi ma anche aiutando chi va a fare questo mestiere nel mondo queste sono delle linee così finisco il ministro su questo mi sembra quindi convinto e io auspico che riesca a trovare i collaboratori giusti la buccia giusta per attuarlo perché vede il tema che diciamo prima dell'art bonus che è un esempio voglio dire e che la Bracco ricordava evidentemente è chiaro che se l'art bonus lo diamo anche ai privati e voglio dire aumenta le possibilità ma noi pensiamo quanti asset pubblici sono abbandonati esiste un elenco di 600 pezzi ma non parlo di piccoli castelli, chiese, conventi abbandonati di proprio allo stato italiano diffusi sul territorio italiano che nessuno è in grado di valorizzare perché lo stato non ha i soldi per farlo i privati non sanno neanche che esistono se non quelli che stanno lì vicino ma che spesso sono talmente piccoli che non possono farlo e allora se noi cominciassimo a dire vediamo l'elenco di 600 facciamo scegliere alle imprese le 60 che ritengono siano più attrattori di nuovo turismo vediamo quanti soldi investe il mercato cioè a rischio perché in presa significa investire non solo gestire ma se tu mi fai gestire e mi impedisci di investire grazie al CENO hanno fatto delle novità che nell'ultima settimana sono iniziati hanno liminato la CONSIP voglio dire fare le care perché la CONSIP faceva le care pensando che i concessionari fossero come la carta igienica non so se errei da l'idea chi mi fa il prezzo minore della carta igienica voglio dire io lo prendo peccato che quando faccio un progetto uno è differente dall'altro ci vuole da quest'altra parte uno che capisce sa valutare un progetto essendo discrezionale c'è il rischio che sia un giudizio soggettivo ma è meglio un giudizio soggettivo e discrezionale di uno che ne capisce che un giudizio diciamo automatico di uno che non ne capisce niente concludendo noi vediamo una grande prospettiva di positività in questo nuovo rapporto tra pubblico e privato speriamo che coloro a cui si è affidata la gestione dei bidet siano all'altezza per declinare questi principi quindi che si apra questo terzo spazio più stato e più mercato lo dico con un pizzico di tristezza e insieme di orgoglio quando facevo il presidente di Confindustria 30 anni fa 93 mani pulite voglio dire crisi finanziarie 93 più stato e più mercato lo diceva già da loro Confindustria noi non siamo per più mercato e meno stato noi siamo per più stato più mercato perché noi sappiamo che ci serve lo stato abbiamo bisogno di uno stato che funzioni ma lo stato che consenta alle imprese di funzionare e di svilupparsi questa differenza purtroppo e vorrei ricordare ai burocrati diciamo esperti usiamo questo termine che il fatto che adesso ci abbiamo i musei che funzionano diciamo più il pnr pnr dura un anno due anni è un passaggio poi finita quella cassa non ce ne sarà un'altra quindi non ci abituiamo a usare questa cassa male e con questo concludo e vi dico che ho detto quello che potevo dire nel senso che volevo dire e solo contetto perché così perlomeno ho detto tutto quello che volevo dire e vedi il mio amico Barbareschi come mi guarda dice pure io ho una vita che voglio essere libero di quello che volevo dire e adesso sento lui che ce lo dico io ho sempre detto quello che pensavo e ti ascoltavo con molto interesse quando me ne viene data l'opportunità ti viene data l'opportunità subito perché allora il dottor Abete in realtà ha introdotto facendo il mio di lavoro anche un altro elemento perché non è solo un problema di ticket guardate i musei in italia vi dico subito sono 480 quelli statali e sono 5.000 ai piccoli musei civici e regionali sono 5.000 quindi i numeri come dire parlano parlano già da soli ma dicevo che ha introdotto però anche un altro argomento perché qui non è solo un problema di ticketing ma anche un problema di narrazione ha parlato di silvestri qua vedo anche simona sirini 24 ore cultura che cosa fa la cultura la porta in giro perché il problema poi dopo è anche narrarla e allora è qui che voglio sentire barba reschi perché c'è un problema poi dopo di narrazione e se la narrazione però si limita solamente a tick tock qualche problema c'è sentiamo che cosa ne pensa allora innanzitutto grazie di avermi ospitato metto delle facce per place dire a cosa c'entra barba reschi che magari qualcuno mi conosce perché eravamo tanto amati ho trovato il presidente di un'azienda informatica c'è no ma io ti conosco perché hai fondato glami interactive hai fatto video online con grauso un altro ma non facevi il politico per cui forse ho spesso confuso la mia funzione di vita per quella che la mia immagine esterno domani vi vedrete cantare da maraveni e vi confuso forse vi confonderò ancora di più quello che però ho ascoltato con attenzione sia le parole della dottoressa bracco che quelle del ministro ovviamente quello della dottora bette che ha cariche molto più importanti più prestigiosi delle mie io mi considero un imprenditore dello spettacolo e un'artista di chiara fama mi filma vinto gli oscar come pianista come già chiuso ho prodotto più di 100 film spesso senza l'italia perché sono sempre stato controcorrente perché la sinistra che lui citava franceschini ha fatto di tutto per molti come me di non lavorare di essere boycottati totalmente per quasi tutta la vita e mi incuriosiva l'affermazione della dottoressa bracco mi fa piacere che i suoi avi siano stati dei grandi donatori per la narrazione italiana no per la scala per raccontare tengo fare una precisazione la scala è stata la scala cioè non il museo alla scala come la considero io oggi quando un signore che si chiamava ricordi sapendo leggere la musica ha inventato i beatles di allora che si chiamavano puccini rossini verdi masca eccetera eccetera oggi le nomine sono politiche ho sfidato molti sovrintendenti a leggere la musica cose che io faccio serenamente non sanno la differenza tra un fai un sol su un pentagramma non dico di guardare dei cluster o sapere la differenza fra schoenberg o maller che sarebbe una cattiveria io sono un imprenditore un imprenditore per esempio che ha messo 15 milioni nell'acquisto di un teatro eliseo e ho avuto contro l'impresa la politica e anche paradossalmente anche gli altri comunque l'hai rilanciato quel teatro l'ho rilanciato ne ho fatto un polo d'eccellenza no no adesso devo parlare io a bette no no ho fatto una grande impresa no ho avuto l'impresa dello spettacolo la mia impresa no noi sanno dimenticati poi quando ravate in confindustria potrei aprire delle cose su cosa ha commiato Gianni Agnelli in italia se ne paghiamo tutte le conseguenze per cui non farmi aprire anche quel capitolo perché poi si è divento spiacevole ma no perché Olivetti è stato cacciato da confindustria che faceva il capitalismo sociale Agnelli che ha fatto l'evasione fiscale invece ha gestito il paese e non c'è più nulla che funzioni soprattutto non c'è più un'auto italiana e questo parla da sé detto questo ma ho deciso di essere molto buono oggi vorrei parlare di un privato che mette i soldi in un teatro metti 15 milioni 15 milioni privati miei e messi io l'ho comprato l'ho rifatto nuovo risultato avviso di garanzia dalla magistratura per traffico d'influenza c'è una cosa sei anni a litigare con lo stato non solo ma Franceschini esce dal ministero mi chiedi indietro i soldi di una legge di spesa nella sua forse non competenza non sa che una legge di spesa non può essere restituita perché sennò anche chi ha investito in questi anni andrebbe a scatafascio dopo sei anni allora mi chiedo visto che siamo al festival dell'economia quale potenziale reale ha oggi un imprenditore non barbareschi che tanto c'ha 67 anni quest'anno tiene duro a un uomo di fede nel senso di fide di fiducia fiducia in se stesso sono un vecchio breo ermeneuta per cui penso sempre di essere arricchito da non dallo scontro con gli altri ma come sti c'è in ermeneutica una domanda intelligente risponde sempre con un'altra domanda per evitare che la stupidità o la semplificazione della risposta offenda l'intelligenza dell'interlocutore ma purtroppo viviamo viviamo nell'epoca dello scontro dello shame no che è internet o la vergogna per cui la narrazione non è mai fatta nel merito della crescita spirituale oggi per voi la pentecostra semana prossima cioè il momento in cui l'attorato viene restituita viene data il concetto di tesciuvà di restituzione è quello che ogni artista imprenditore vorrebbe fare sia in campo di chimica o meccanica o di arte il problema è la centralità oggi della dell'opportunità di poter fare impresa culturale privata con lo stato e con l'aiuto dello stato anche perché non potremo mai più metterci al pare forse io sarò già morto forse anche i miei figli saranno morti con una media di costi a cui il resto del mondo è abituato che con questo luigi siamo d'accordo cioè tutti noi abbiamo girato il mondo quando ho visto come è stato fatto un musico sulla costituente americana hamilton i biglietti che stavano 1500 dollari sono esauriti da dieci anni i ragazzi hanno risparmiato per vedere a milton che è uno spettacolo di eccellenza ora la scala oggi dovrebbe essere un luogo di ccellenza di promozione culturale del futuro cioè vorrei vedere dei musicisti contemporanei di oggi che fanno un'opera scala se no dirige la scala siamo capaci anche te luigi quest'anno facciamo un tannhäuser o un figaro no facciamo il barbiere in 500 con 40 milioni di sovvenzioni per fare il museo mentre nel frattempo c'è stato renosto manzoni sono stati migliaia di creativi per un parà di peter gabriel da di ziggy lesby a prince c'è c'è una narrazione musicale straordinaria luca scusa mi senti la narrazione non voglio difendere la scala ma voglio soltanto dirvi che in realtà alla scala adesso verrà prodotta un'opera dedicata al nome della rosa di umberto eco e di una nuova produzione posso dire una cosa il nome della rosa umberto eco non è un'opera musicale è un'opera letteraria smettiamo di usare simboli letterari famosi per giustificare io voglio sentire alla scala un'opera scritta dal musicista umberto eco è bravissimo è bravissimo ma umberto eco non ha bisogno di essere rappresentato alla scala la scala bisogna di un nuovo maller di un nuovo donezetti di un nuovo contemporaneo di un nuovo schoenberg ho capito ma per far quello chi dirige la scala deve avere la competenza di sapere guardare se quella è dodicafonia oppure è barocco se non sa le differenze fra le due non può fare sovrintendente uno che vende alla rai non può fare sovrintendente uno che non c'è una proprietà transittiva culturale è così che io edico i miei figli a sapere insegna i tuoi figli la via da seguire ed essi elaboreranno la cultura e la capiranno quando lui diceva studiato i gesuiti io magari sono ebreo ma messo dei gesuiti per 13 anni pensate che casino c'è in testa e punti le virgole ma io non sbaglio la consecuzione abbiamo avuto dei ministri che dicevano io credevo che avevo più d'uno alla cultura allora quando sbagli la consecuzione c'è un problema non verbale mentale si allora si perché la narrazione la narrazione è fondamentale e la tecnologia è fondamentale vi faccio un passo indietro non tutti sanno chi è weekly molti sanno chi è luthero curioso questo weekly ha scritto delle cose nel 1300 straordinarie che sono rimaste lettera morta perché le stesse cose le ha dette luthero nel 1513 e da lì è nata la controreforma ccetera eccetera eccetera cosa c'è fra weekly per luthero guttenberg pensate che straordinario e sia stato per la chiesa vedere che improvvisamente il latino che era la lingua dei pochi se oggi uno va alla biblioteca leupardi c'è una parte della biblioteca ancora chiusa chiave c'erano le bolle babali per leggere boccaccio altre cose no perché c'era un controllo ma luthero cambia il mondo cambia l'europa ora la tecnologia va cavallata non bisogna avere paura della tecnologia allo stesso tempo c'è un problema sulla narrazione se la narrazione non è elaborata è costruita tenendo conto dell'identità anche di un paese noi finiremo con tiktok e per questo che lo citavo dove si stanno scannando la politica per decidere chi mettere la poltrona del tg1 tg2 tg3 ma i dati che io vedo e li vedo sono che fra i 4 e 35 anni nessuno guarda i telegiornali non solo ma tiktok è un algoritmo di gestione cinese che ruba dati europei o americani che infatti adesso lo stanno fermando dove l'alfabetizzazione non come faccio io durante shabbat o voi durante la domenica con chiunque con i vostri figli sia nella crescita spirituale dei vostri figli ma sarà su un influencer che è un idiota qualsiasi gestito come un burattino che dirà ai vostri figli cosa votare cosa dire cosa pensare lo fa anche youtube adesso cioè raggiunge fa sono gli shorts non li vedete venti secondi ma già twitter è un concetto cretino dire in 120 parole lui ci ha messo 20 minuti un po' lo gorroi ogni tanto ma ha detto delle cose molto ma è molto intelligente cioè ci vuole un tempo per l'elaborazione no ma io o stima sempre del mio interlocutore l'applauso era per le cose interessanti che ha detto ovviamente ma no ma perché io non ho mai giudicato lui giù un nemico lo giudico una persona con cui posso crescere attraverso quello che dice lui e spero lui viceversa questo dovrebbe essere anche lo scontro politico no per cui se la narrazione finisce di essere intelligente la tecnologia c'è un problema sulla tecnologia no ti spiega come funzionano le cose ma nessuno si spiega a cosa servono e questo è un problema tutti sanno aprire un device ma nessuno sa il potenziale di questo device ora se noi rinunciamo a un lavoro attento sulla narrazione nostra su quello che è la possibilità di crescita di un paese attraverso i temi e abbiamo paura della tecnologia vi faccio un esempio fra un anno forse io e luigi scusate stiamo studendo ma perché ci conosciamo troppo potremmo essere qui a parlare in 100 lingue diverse col nostro tono di voce in lip sync cioè con la stessa cosa per cui la barriera linguistica non ci sarà più è un algoritmo che già funziona e l'intelligenza artificiale va in quella direzione ma ma dico di più la barriera della lingua non è più una lingua perché come è possibile che i fiamminghi facciano una una serie in fiammingo la vendono in tutto il mondo che i danesi la facciano che israele scusate sono un po' di parte lo ammetto però israeli siamo 7 8 milioni di persone o 9 milioni di cui veramente che agiscono forse 3 4 poi sono gli ortodossi ma mai noto questo stiesel che vi consiglio di vedere una serie di tre stagioni kosher sana per la testa è venduta in 100 paesi in una lingua che era maico io prima avevo detto se vi dico una parola non è neanche una lingua che vi ricorda qualcosa eppure vendi 100 paesi mai mai è possibile che in italia col non de michele citava i pozzi di petrolio della cultura io dico i pozzi di petrolio della spiritualità e della storia e dall'aspirazionalità noi possiamo raccontare l'italia per i prossimi mille anni a tutto il mondo attraverso la no non facendo come ho visto il gattopardo in inglese perché se vedo che netflix italia fa il gattopardo in inglese che io conosco a memoria perché l'ho fatto mi chiedo ma come posso vedere la fatto visconti ma erano altri tempi c'era barla anche se era un cowboy che diceva non dos monuments no c'è gattopardo beati paoli vicere sono gli architravi della narrazione italiana ma in pensate se facessero the crown in bresciano no perché tanto vale allora bisogna ricominciare dai fondamentali della nostra storia usando gli elementi che sono fondamentali che sono la lingua italiana peraltro che tutti vorrebbero parlare tutti vorrebbero poter parlare l'italiano e ha un potenziale la riforma a tali di cui sicuramente luigi a memoria ha cambiato la francia perché ha puntato la crescita del pil che è cresciuto di quasi il 2 per cento sulla francofonia se voi andate a hong kong c'è teffan teff de sapete quando l'excepzione culturale francese è straordinaria eppure c'è anche un teffan in inglese non esiste rai international era gestita da dei cretini per trent'anni e inaccettabile io veda rai international con dei filmati di 50 anni prima penosi ora la funzione della cultura e dell'ultima possibilità di narrazione che è la rai oggi perché ha ancora una possibilità per quello va pagato il canone canone che peraltro gli inglesi pagano due volte il nostro se mai lamentato nessuno per cui è fondamentale è fondamentale per la crescita nostra perché ho parlato prima perché chiunque sia da qui vedo anche dei giovani vogliamo fare imprenditori con quale entusiasmo possono prendere un picco teatro però non è salvare l'eliseo è tener conto del circuito delle marche il più bel circuito di tati del mondo solo le marchi hanno 70 80 teatri storici strepitosi per cui la visione del ministro dovrà essere una visione molto complessa di pensare a mappare l'italia e qui poi diamo la parola lui ma parla in senso geopolitico geoculturale perché senza una visione non per le regionali ma a lungo termine i tedeschi il ministro degli interni hanno fatto una legge anni fa mettendo quasi il 2% del pil sui land culturali tedeschi bonn che nella vesfalia che è la metà del lazio ha 4 enti ledici ha una sattura tutta bon va a teatro e allora siete venuti ad un incontro dove si parla di cultura e qui come dire io lo conosco bene luca e si vola altissimo si vola altissimo ma io ritornerò invece un po più in in basso tornerò in basso perché voglio dir questo intanto abbiamo parlato di libri abbiamo parlato di patrimonio artistico che deve essere tutelato e non abbiamo parlato invece di teatri io mi domando sempre perché in italia non si organizzino tour sui teatri perché niente di più del del melodrama della storia del teatro rappresenta forse l'italia la nostra cultura in italia luigi bisogna partire dalle scuole esatto formazione formazione formazione se i ragazzi a scuola vengono coi telefonini e il padre picchia al professore perché gli ha detto di non tenere il telefono abbiamo un problema abbiamo un problema enorme è davvero un problema a justo non lo dovremmo videnziare ma io voglio parlare con chi invece la narrazione cerca anche di proporla e peraltro ad altissimi livelli perché l'architetto capasso vi dicevo con con la rai ha prodotto tantissime cose di altissimo livello e ci ha raccontato i musei ci ha raccontato pompei ci ha raccontato tantissimi sono tantissimi gli esempi che potrei citare anche perché questo nostro paese io cito solo un esempio pensate alle statue di bronzo di san casciano dei bagni ora san casciano dei bagni francamente fino a qualche mese fa nessuno di noi lo identificava perfettamente neanche nella nella nella cartina oggi da quel pozzo lì di san casciano sono uscite una serie di bronzi incredibili bene questo è il nostro patrimonio questo è quello su cui dobbiamo puntare però il problema è che lo dobbiamo anche saper raccontare perché poi dopo all'estero lo venderemo solo se l'avremo raccontato bene architetto ci racconti lei come lo racconta e perché necessario vi dicevo cco perché c'è una definizione dell'architetto che mi piace tantissimo ossimorica quanto mai lui si definisce artigiano digitale allora ci racconti un po come si può raccontare davvero il patrimonio la cultura italiana grazie un bel un bel panel di fuoco e sì che al centro tra due fuoco incrociati però la definizione di artigiano digitale nasce da un'idea dal maestro della sintesi che è piro angela che guardando al nostro lavoro ci disse a un certo punto dice voi siete proprio una moderna bottega rinascimentale perché in pratica noi riusciamo ad unire quella conoscenza umanistica all'uso moderno della tecnologia e questo è un saper fare che ce l'abbiamo solo noi italiani perché noi nasciamo circondati dal bello quindi questa cura questo rispetto del bello possiamo averlo davvero solo noi quindi oggi c'è un gran parlare dell'intelligenza artificiale che potrebbe sostituire la comunicazione i grafici i creativi in realtà l'intelligenza artificiale sarà un grande aiuto per tutti e magari io mi auguro spazzare via la superficialità invece la mitocrità perché come se c'è un detto famoso si dice di io e nei dettagli no infatti oggi l'intelligenza artificiale noi riconosciamo un'immagine che arte fatta dai dettagli perché vediamo trump con le sei dita i volti sfocati e noi invece nelle nostre ricostruzioni virtuali che avrete visto su superquark national geographic di roma pompea ircolano la cosa che curiamo di più è il dettaglio quindi perché abbiamo una maniera umanistica di approcciarci a questa tecnologia che è la stessa tecnologia dei film hollywoodiani però noi utilizziamo in ambito archeologico quindi lì dove c'è una una cornice una moderatura noi la riprendiamo la rispettiamo pari pari dove c'è un colonnato noi non facciamo una colonna e la replichiamo tot volte standardizzando ogni colonna è diversa una dall'altra i nostri modelli tridimensionali questa diversità dà alla fine un risultato che è unico è certo un'opera di di artigianato italiano tant'è vero che qualche anno fa pensi dei giapponesi ci introdussero e ci selezionarono tra i 50 prodotti rappresentativi di made in italy cioè noi eravamo al fianco di prada di benetto e grandi marchi della moda e dell'estro artistico dell'artigianato e c'eravamo noi proprio perché loro riconobbero questa questa questa approccio che è diverso da quello hollywoodiano che è proprio una cura del dettaglio millimetrico questo perché noi sentiamo forte questa responsabilità quando noi dobbiamo ricostruire ad esempio il una domus pompeana o il foro di augusto noi quelle quelle ricostruzioni virtuali sappiamo che andrà davanti agli occhi di ragazzi adolescenti e quindi quel messaggio deve essere lì in perituro per i prossimi 40 50 anni tant'è vero che oggi io ho la fortuna di essere già una seconda generazione mio padre che ha aperto a questo mondo quando lui è scomparso sei anni fa a repubblica lo ha chiamato il fondatore dell'archeologia virtuale e quindi io continuo questa questa missione diciamo no e anche questo fa parte dell'artigianato no quindi una seconda generazione e continuo quest'opera e addirittura alcune ricostruzioni virtuali che lui ha iniziato da solo e che ha provato l'impresa no non c'era nessuna commessa lui da solo iniziò nacque tutto da una da una gita ai scavi di ircolano erano io lui e mia madre e io dissi sarebbe bello vedere come erano questi queste stanze una volta no perché effettivamente chi non studia archeologia è bellissimo io quando fanno quelle cose lì e godo come un panzo perché rivede il passato i suoi lavori in realtà lui si definisce artigiano digitale io definirei invece viscontiano perché guardate nel nei suoi lavori niente vi assicuro è lasciato al caso nulla perché davvero l'artigianalità quella che è l'eredità dell'inascimento c'è tutta nei suoi lavori questa la difficoltà ma è questo che dovrebbe passare della cultura italiana solo che per farlo davvero ci vuole tantissimo tempo energie e soprattutto posso dire una cosa la prova che lui ha fatto una cosa virtuosa e che la sua opera poi può essere venduta la stessa cosa nella narrazione vale per la stessa cosa cioè non è vero che una narrazione italiana non può ssere venduta e fare guadagnare credo che i dati prima tu citavi sono c'è una forza che ho detto recente fra i 150 euro 250 euro per ogni persona che mette piede turista ma questo potenziale economico se va investito in altre meccanismi economici imprenditoriali ma fanno di noi una super potenza vera e qui la vera miniera è qua ma bisogna saperla raccontare prego infatti faccio due esempi molto concreti visto siamo a un festival dell'economia lo spettacolo dei fori imperiali non so quanti di voi avranno visto cioè noi abbiamo realizzato due spettacoli multimediali ai fori imperiali di roma con la voce di piro angela e ovviamente con l'ottimo lì c'è una narrazione uno spettacolo di archeologia multimediale voi immaginate quando una banca si è visto perché lì è tutto un business plan privato e non ci sono sonni è nato così l'idea però immaginate una banca quando si è vista presentato un progetto di uno spettacolo sull'archeologia cioè che ritorno potrei avere e invece del business plan prevede un rientro in quattro anni nel primo semestre ha incassato il doppio di quello che avevamo investito. Lo posso garantire perché questa cosa l'ho verificata con grande invidia di tutti noi che abbiamo luoghi ottocenteschi con dei costi enormi invece a Diocleziano ti fa delle robe pazzesche. Ma l'aspetto spettacolare è che la gente ci torna, io a volte mi mimetizzo tra le persone, a parte non trovo posto devo presentarmi come uno degli autori perché altrimenti non troverei posto per sedermi e mi mimetizzo tra le persone che guardano questo spettacolo ed è bellissimo vedere famiglie che portano bambini a vedere uno spettacolo di archeologia di 45 minuti che costa comunque 15 euro quindi non è neanche tanto accessibile però vanno lì e ho parlato con diverse persone che mi sono trovato in diversi contesti lavorativi con persone che hanno ad esempio una moglie olandese oppure anche romani che tornano più volte, come vengono degli ospiti a Roma li portano più volte a vedere e loro tipo l'hanno visto sei volte, quattro volte, tre volte. Il problema è che se vedi gli attori a costo zero anche io prendo 15 euro. E poi c'è un'altra inversione invece vedo lì in fondo Padre Enzo Fortunato che è molto vulcanico e con lui abbiamo addirittura creato un'inversione di tendenza nel turismo di Assisi che di solito quando la Basilica di Assisi si chiudeva alle 18, Assisi si svuotava. Abbiamo organizzato nel mese di dicembre un videomapping per la prima volta in assoluto immaginate anche la responsabilità sulla facciata della Basilica Superiore di Assisi e la magia era che la gente arrivava il pomeriggio alle 5 cioè si invertiva totalmente il trend di visita da Assisi, addirittura io poi parlando anche con lì con i bar e le attività locali tipo dei ristoranti che dicono abbiamo iniziato a servire il tè perché in noi qui c'è gente che nel pomeriggio vuole vedere il videomapping dai tavolini e quindi abbiamo iniziato a servire il tè. Ed è un videomapping molto semplice, dura cinque minuti ma è spettacolare perché in pratica grazie al virtuale, grazie al virtuale noi apriamo virtualmente la Basilica di Assisi e quindi la rendiamo ancora fruibile anche dopo l'orario di chiusura al pubblico. Però questo viene valorizzato perché è fatto lì cioè la connessione tra l'ambiente virtuale e l'ambiente reale produce un effetto emozionale che è incomparabile con quelli che sono i due vissuti separati. Il primo è statico e quindi la prima volta ci va e la seconda volta diciamo ci va e nemmeno alla terza. Se lo vedi solo virtuale è una cosa di tutto diversa però chi sta dietro a queste due culture spesso ha una visione monoteistica del approccio. Io sono solo quello che è fisico e quindi il mondo della cultura, i professori, gli esperti, tutti quelli che dicono che loro solo ne capiscono, non apprezzano. Però c'è una differenza Luigi, per esempio proprio di culture, se tu vai in America, popolo di immigrati e vai a vedere i memoriali, hanno bisogno di essere interattivi perché devono rispiegare una generazione che non sa chi fosse russo, come ha fatto con Emilio o altre cose, quando vieni in Europa a Londra non c'è neanche Winston, c'è una statica scritta Churchill. Cos'è l'errore? Che per anni abbiamo dato per scontato che una generazione sapesse che è Churchill. I giovani che arrivano forse vedono, sanno che c'è un piccione sopra uno che non sanno cos'è, per cui questo vale anche per noi in Italia, cioè ci deve essere una cultura proattiva nel rispetto della musealità, della storia ma anche una cultura che spinge in avanti e che fa creare i numeri sull'attuale, cioè chi è oggi il Michelangelo, chi è oggi il pittore, chi è oggi, con un'attenzione diversa, io nel mio piccolo ho sovvenzionato dei pittori, ho adesso una collezione di 1300 quadri di cui i Gran Palle sono stati donati da gente, e sono quadri che hanno un grande valore, che io aiutavo per gente che moriva di fame. Ora, cosa c'è la differenza fra il meccanatismo de Cours, che fa saci e saci, che manda un suo amico a comprare dei quadri perché d'accordo con il gallerista? Non è proprio meccanatismo, tu sei buono, ma va bene. No, con altri, ne conosco tanti, guarda con me, con Vittorio, con Sgarbi, tante volte andavo in giro per la mia Romagna a cercare le cose, e quello invece è della tua sensibilità artistica e della fede nell'artista che riconosci, perché l'artista, quello vero lo riconosci, ha un'innocenza che non hanno altre persone e che sai che quella persona darà un l'acido che è una restituzione, una tissue va, gli artisti sono un tubo passante fra quello che c'è sopra di noi e dopo di noi. Mi fa ridere molto l'intelligenza artificiale quando vuol trasformare un uomo in Dio, quando Dio si è trasformato in un uomo per parlare agli altri. Ma questo è lo spazio che c'è dalla sinergia tra il pubblico e il privato? Quello che il pubblico nella sua eccezione statica è che pensa che lui può riprodurre in via permanente l'innovazione che produce il privato senza sapere che il privato cambia, è utopico, quindi tu puoi anche oggi rifare l'affresco o l'ambiente e gestirlo per un mese come è meglio del privato. Il secondo mese non c'è la capacità di innovazione che è data da coloro i quali per cultura e per vincolo esterno, cioè la cassa, devono trovare qualcosa di nuovo, qualcosa di approfondimento, qualche valore da risottolineare. Questa è la differenza tra le imprese che hanno l'azionista e le imprese che non hanno l'azionista, o che hanno un azionista troppo diffuso che non esiste, gli manca il controllo sociale, dove c'è il controllo sociale anche di tipo economico c'è la spinta all'innovazione per definizione, perché se no cambia lui o fa cambiare azienda o se no da altre parti, cosa che nelle strutture statiche non accade. I musei perché erano abbandonati? Perché erano sempre i stessi? Perché si facevano sempre le stesse cose. Le parole della Luigi non sono quelle, è un problema culturale del paese. La Francia, che sono i nostri cugini come li chiamo a volte io senza senso dello numero, stanno suicidandosi, ma in malgrado questo stanno in piedi, si stanno suicidando con la politica correctness, con la world culture, con tutta questa, non a caso non difendono neanche i propri eroi. Jonathan Sacks diceva la differenza fra i Baudrillard, Foucault, i postmoderni e la mafia, che la mafia ti fa un'offerta che non puoi rifiutare, Baudrillard ha scritto dei libri che nessuno ha mai capito, però la Francia continua a sostenere anche con opere, se pensi la piramide dentro l'ouvre, c'è una visione sempre a lungo termine e poi fanno, cosa fanno? Fanno Arsenio Lupin girato a Parigi che è l'unica serie venduta in Europa che piace a chiunque ed è una fiamma, cioè mantengono la narrazione, poi contemporaneamente c'è un problema che è culturale ed economico e il suicidio dell'Europa nel legare le tradizioni giudaico-cristiane che non sono quelle della cancer culture. Guardate, qualche anno fa sono stato a Palazzo Pitti, lo dicevo prima all'architetto, a vedere una bellissima mostra sui bronzi elenisti, c'era qualcosa di meraviglioso e poi qualche mese dopo sono andato a Londra e sono andato al British Museum, il British Museum aveva organizzato una mostra con un bronzo, era il famoso bronzo che arrivava dalla Croazia, ma c'era un bronzo. Il Palazzo Pitti aveva, sapete, muovere solamente il museo archeologico di Napoli lo citava prima il Ministro, significa portare bronzi già di altissimo livello, bastava anche solamente quello, ma veramente era una mostra ricchissima. Ebbene, la mostra del British Museum ha fatto milioni di visitatori, ma non era solo il numero dei visitatori, ma era il fatto che, come dire, era raccontata su tutti i giornali e dovunque. Quale era la differenza? Una era una grande mostra, nessuno l'aveva saputa raccontare, l'altra invece era una mostra che era stata raccontata. Non voglio risultarvi in conflitto di interesse, ma lo sono, ma in realtà io vi dico, loro hanno parlato di esperienze soprattutto romane, io che invece vengo da Milano vi porto l'esperienza milanese. C'è il MUDEC. Ma guarda, quello che sta facendo San Giuliano adesso, giustamente dire, togliamo il peso su Roma, se no vanno a Roma o a Firenze, mappare il paese. La differenza è nella narrazione e ve lo dico perché le mostre che produce il MUDEC, il MUDEC non ha le collezioni dietro dell'UVRE, nemmeno le collezioni degli uffici, è bene, con mostre come quella su Frida Kahlo, con le mostre sui surrealisti, hanno fatto la differenza nel panorama italiano. Questa è musica per le orecchie di sicurezza, ma sono in conflitto. No, veramente vi voglio dire, qual è la differenza? Sono state raccontate queste mostre e sono state raccontate bene. No, c'è una differenza diversa, Biorchini, ci sono dei financial plans, fanno dei piani finanziari. La mostra solamente all'Europa ha fatto i miliardi, perché dietro c'era un pensiero economico per far girare una mostra per dieci anni. Quando io sono stato al Parlamento per cinque anni, non siamo riusciti in cinque anni a prendere dei soldi, non del PNNR, ma di privati del mondo medio orientale, che non avevano problemi di quanto, avevano problemi di costruire un piano. C'era dentro Emir e c'erano dentro dei tedeschi, ci hanno detto voi avete talmente nei fondi di magazzino, voi avete delle cose che per noi sarebbero straordinari. Il problema è che tu devi fare dei piani finanziari. Quello che è un po' la colpa della sempre stata, della sinistra, ma lo dico anch'io che sono un vecchio socialista, di pensare che quando parli di economics, e parla un uomo anche un banchiere, anche Luigi, cioè parla di economics non è un insulto, perché gli economists devono girare, magari con una commissione come ibrido nella macchina elettrico e benzina, uno fa stato. Ma noi siamo ancora in una situazione nella quale se uno vuole esportare per una mostra un bene, un oggetto, un quadro, una statua all'estero per fare la mostra e vuole fare un programma di tre mostre che vanno in tre città diverse in continuità, perché così non vado, lo riporto, riporto, vado e riporto, vado, poi da lì lo porto lì, da lì lo porto lì, faccio quattro viaggi, alziché sei viaggi, è una cosa la normativa ancora impedisce e nove sovraintendenti su dieci dicono no, io te lo do per tre mesi, tu torni qua, poi vediamo l'anno prossimo, se te lo posso dare per altri tre mesi, io lo porti là, ma mi spiegate l'arrogio che stai dietro a questa cosa, se non il potere, l'esercizio del potere, la rendita di posizione, perché poi che produzione, lo mettete troppo scattinato, è la rendita dell'esercizio, dell'orgasmo, del potere inteso come fatto in sé e non come fatto funzionale e quello è, non c'è niente altro, io sono io e voi siete quelli altri. Guardate, no, vedete che io mi so anche controllare quando non sembra, perché no, perché dicono che io parlo molto, io parlo molto, ma ciò, estendo stare gesuini, c'è un grande controllo del linguaggio, quindi se cazzeggio non mi è uscito la parola cazzeggio per caso, perché io faccio uscire la parola cazzeggio, sennò non voglio far uscire, non la faccio uscire, perché mentre... Adesso non farsi l'analisi semantica del tuo linguaggio, perché non lo fai più, quasi fermati! Anche perché stiamo a treccio! Perché tu prima hai detto che purtroppo abbiamo una società che non è in grado di... la gente parla, senza ragionare... No, no, ho detto una governance, no, ho detto una governance, guarda, io ho molto fede negli italiani, non a caso gli italiani sono pensanti e votano e decidono. Io purtroppo lì ho un segno rosso con un over, però prima di concludere, se ci sono domande, sono tutte benvenute, purtroppo, come dire, il tempo è tiranno, avrei voluto poter approfondire tanti altri argomenti con loro, purtroppo il tempo non c'è stato, se ci sono delle domande, prego. Bene, se non ci sono, allora io... Abbiamo finito il tempo giusto. Abbiamo finito il tempo giusto, io vi ringrazio, come potete vedere, parlare di cultura. Vuol dire anche questo, grazie a tutti. Sottotitoli creati dalla comunità Amara.org Sottotitoli creati dalla comunità Amara.org Sottotitoli creati dalla comunità Amara.org Sottotitoli creati dalla comunità Amara.org Sottotitoli creati dalla comunità Amara.org Sottotitoli creati dalla comunità Amara.org Sottotitoli creati dalla comunità Amara.org
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