La cultura come fattore di sviluppo socio-economico
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La cultura come fattore di sviluppo socio-economico
Il Ministro Sangiuliano illustra l'impegno del Ministero della Cultura per la valorizzazione del patrimonio italiano come motore di sviluppo socio-economico. Tra le iniziative: il raddoppio di importanti musei, l'aumento dei musei autonomi, la creazione di una public library a Napoli e il finanziamento di sei nuovi musei nel Mezzogiorno. Si sottolinea l'importanza della diplomazia culturale, dell'arte contemporanea e della riforma del Ministero per una gestione più efficiente.
e che non si può fare. Buonasera, buonasera a tutti. Grazie per essere qui e per essere intervenuti a questo pomeriggio che passiamo. E vi pregherei di accogliere con un applauso con il nostro ministro della cultura, Genaro San Giuliano. Prima che essere ministro della cultura, Genaro San Giuliano è un giornalista di grandissima carriera, ma ci onoriamo anche di questo. È stato per un bel po' collaboratore del Domenicale del sole 24 ore. Partirei nel racconto che faremo, che cercheremo di fare con il ministro sulla situazione della cultura italiana, ovviamente vista dalla parte più istituzionale possibile, quella del ministero e delle azioni che vengono intraprese per promuoverla, diffonderla, migliorarla, perché ci sono tanti aspetti in cui va migliorata, proprio dalla copertina del Domenicale del sole 24 ore di oggi. Io sono Stefano Salis, sono il responsabile di questo supplemento culturale. Abbiamo dedicato un po', anche facendo l'apposta, diciamo la verità, questa copertina del Domenicale di oggi a che cosa succede nel mondo dei musei, in tutto il mondo, come evolve l'idea di museo, che cosa sta succedendo, che cosa vuol dire tutelare un patrimonio, che cosa vuol dire avere un certo tipo di esposizione e portare alle persone e al pubblico un certo tipo di proposta culturale, che nel museo trova la sua più importante declinazione. Ecco, l'azione del ministro Giannano Sangiulliano sul tema dei musei è stata particolarmente decisiva e fiscante, per cui le chiederei al ministro di cominciare a raccontarci che cosa avete fatto nell'aumentare il numero dei musei che hanno ricevuto l'autonomia, nel cambiare volto e in qualche caso espandere quelli che sono già dei musei molto noti anche nel mondo, ma che finalmente trovano nuova possibilità di sviluppo e in alcuni casi, poi le chiederò, ripartendo proprio da Napoli che è la sua terra d'origine, di raccontarci qualche nuova realtà che sta per nascere. Innanzitutto buonasera a tutti, sono molto lieto di essere qua perché comunque sento il sole, sempre il mio giornale e quindi di questo mi onoro. Beh, stiamo facendo tante cose. Innanzitutto però vorrei partire da una premissa a cui io tengo molto, di natura storica. Quando io affermo che l'Italia è una superpotenza culturale, non faccio riferimento alla nozione geopolitica tardottocentesca, ma faccio riferimento alla costatazione oggettiva per cui la penisola italica, immaginate nella vostra mente, al centro del Mediterraneo, che è stato il bacino che ha generato le prime grandi civiltà, ha visto il sovrapporso di tante importanti civiltà, mondo greco, fenici, arabi in Sicilia, il mondo romano, ovviamente, gli etruschi e poi dopo abbiamo avuto tutta una serie bizantini, longobardi, svevi, normanni, angioini, aragonesi, ciascuno dei quali ci ha lasciato qualcosa di importante e significativo e questo ha creato un mix e un unicum incredibile di civiltà che si vanno a sovrapporre. Nella mia città Napoli di recentemente, un gruppo di studiosi molto autorevoli da Federico II ha pubblicato un volume sulla stratificazione della città. Si parte dalle mura greche, poi arrivano i romani e poi arrivano i bizantini, i regni bizantini e poi arrivano gli angioini, gli aragonesi, prima arrivano i normanni e gli svevi e quindi si vede questa sovrapposizione che comune però in tantissime città italiane. Ora noi abbiamo il dovere morale, innanzitutto, di coltivare questo grande patrimonio e poi di farne una grande occasione di sviluppo socio economico. Allora che cosa stiamo facendo sui musei? Innanzitutto i musei italiani sono enormemente migliorati. Andatele a visitare, andatele a vedere. Non sono più quelli polverosi degli anni 70, 80, insomma, abbandonati a se stessi. Sono diventati veramente dei gioielli e questo ce lo riconosce la stampa internazionale, perché io, da giornalista, faccio la rassegna stampa delle cose positive e li metto su una cartellina sulla mia scrivania. Ma in questo momento, per quanto mi riguarda, io sto spingendo molto su tre progetti, il raddoppio di tre grandi musei italiani, uno al nord, uno al centro e uno al sud, perché se riesco a fare questo già mi sta bene, già questo mi dà una grande soddisfazione. Il primo è Palazzo Citterio, che è un bellissimo palazzo acquistato, pensate, nel 1972 dal Ministero, nel cuore di Brera, un palazzo che qua parla un mondo economico, un valore immobiliare sterminato, con affreschi bellissimi, e che poi non si capiva che fine aveva fatto. Lì dovrà trovare collocazione definitiva alla collezione del 900 della Pinacoteca di Brera. Ebbene, Palazzo Citterio è pronto. Facciamo tre concerti quest'estate che si intitolano Aspettando Brera, proprio per creare il clima, e in autunno, il giorno prima della prima della scala, infatti la chiameremo prima della scala, noi inaugureremo Palazzo Citterio. E quindi una cosa fatta. Radoppio degli uffici in due strutture, due ville medice, la villa di Careggi e la villa di Montelupo a Fiorentino. A Careggi i lavori già sono finiti, su Montelupo a Fiorentino abbiamo cominciato da poco, era un vecchio carcere psichiatrico, e raddoppieremo lo spazio espositivo degli uffici con altri due presidi degli uffici. Però Careggi è già fatto. A Napoli, nella mia città, l'ex albergo reale dei poveri, fatto da Carlo III di Borbone, che poi lasciò Napoli e divenne re di Spagna, è un edificio gigantesco, monumentale. Secondo alcuni, non so se è vero, è il più grande edificio pubblico d'Europa, però vi do delle dimensioni. L'albergo dei poveri di Napoli è 103.000 metri quadri. Il Louvre ha una superficie espositiva di 86.000 metri quadri, anche se poi il Louvre è un po' più grande. Il Louvre è più grande in tutta la sua articolazione. Che cosa facciamo lì dentro? Facciamo raddoppio del MAN, Museo Archeologico Nazionale, con tutte le collezioni che sono adesso nei depositi, anche perché, altra notizia, il legge di bilancio c'è scritto chiaramente che io ho rifinanziato gli scavi a Pompei, e in questo momento a Pompei sono aperti 28 scavi. E da questi 28 scavi, ogni giorno il direttore Gabriel Zucodría, che mi manda le fotografie delle cose che vengono ritrovate a Pompei, quindi noi tutto questo materiale lo ritroviamo per farne cosa, ma per valorizzarlo e per esporlo, non certo per tenerlo poi nei depositi. E quindi facciamo raddoppio del MAN, Scuola di Archeologia e di Restauro dell'Università Federico II, una grande public library, strutture per i privati, albergi, ristoranti, quello che poi può dare anche una sostenibilità. Questo stiamo facendo. Autonomia dei musei. L'autonomia non l'ho creata io, l'hanno fatta i miei predecessori, ma io sono una persona onesta, che quando una cosa è buona la porta avanti, così bisogna fare in uno stato serio. E allora abbiamo portato da quarantaquattro a sessanta i musei autonomi. Che cosa significa autonomia? Significa una gestione più manageriale, nel senso che tu hai un bilancio, hai un collegio dei revisori, sai quello che incassi e quello che puoi spendere. Significa più rapidità nelle decisioni. C'erano direzioni regionali dei musei, che avevano sotto di loro 300 musei. Pensate che il direttore regionale non riusciva neanche nell'arco di un mandato a visitare tutti e trecento musei che aveva sotto e rendersi conto di che cosa fare. Adesso c'è un direttore dedicato che decide che cosa fare al mattino in in quel museo. Per esempio il tema dell'art bonus. E prima no, un piccolo museo come faceva a dare l'art bonus? Lo dovevi dare alla direzione, invece adesso hai un interlocutore diretto dove se vuoi fare il benefattore hai subito l'immediata ricaduta di quello che è stato il tuo gioco. Quindi sui musei stiamo lavorando da bene tanto. L'ho fatta vedere per un'ora. Allora prima ai nostri amici al bar abbiamo creato un app che si chiama Musei italiani dove comodamente chi vive in Texas o nel Wisconsin acquista il biglietto per un museo per gli uffici per il giorno di Ferragosto. Vi do una notizia eh? Non è facile adesso trovare posto a Ferragosto nei musei italiani e è quasi già tutto esaurito. C'è ancora un po' di posto. Dopodiché uno arriva in Italia, c'ha il codice a barre, mette sul eh sul vetrino e entra e vede il posto del museo. E poi la cosa di cui io sono più orgoglioso. Ve li ricordate? Io ce l'ho su una cartellina sulla mia scrivania i titoli dei quotidiani. La beffa di Ferragosto o la beffa di Pasquetta quando un povero turista partiva dagli Stati Uniti veniva da noi e poi il giorno di Pasquetto al giorno di Ferragosto trovava il museo sbarrato. Questo non accade più con grande soddisfazione dei dipendenti che su base volontaria lavorano e hanno in busta paga una un ovviamente uno straordinario per questa per la prestazione di questi direttori vengono a parlare con lei. I direttori verranno a Ferragosto come l'anno scorso quest'anno gli rioffro il pranzo a spese mie verranno tutti quanti riuniti al ministero il giorno di Ferragosto deve diventare una tradizione come una volta il ministro dell'interno credo che lo faccia ancora il giorno di Ferragosto va in giro per le questure e per eh le prefetture e per il comando dei carabinieri il ministro della cultura il giorno di Ferragosto riunisce attorno al tavolo tutti i direttori generali così finisce il ministro grazie intanto ehm no la seconda domanda però eh vorrei che fosse un pochino più specifico eh il ministro del libro prima di tutto perché come lei sa io ho un interesse ben preciso sul mondo del libro quindi mi incuriosisce la nascita di una biblioteca o una public library come l'ha definita così importante a Napoli vorrei che spiegasse un po' meglio in che cosa consisterà di quali fondi eh sarà dotata non solo economici ma anche fondi di patrimonio librario se prevederà ah l'uso da parte delle persone il digitale insomma come funzionerà inizialmente eh io penso che oggi non possiamo intendere più una biblioteca come mero deposito di libri anche se a me piace molto l'oggetto libro dobbiamo pensare alla biblioteca anche in termini multimediali per esempio la di Milano ha già digitalizzato trentamila volumi cioè le più grandi opere posso dire i promessi sposi la Divina Commedia sono già tutte quante digitalizzate e noi dobbiamo fare un sistema di rete poi è inutile che tu digitalizzi la Divina Commedia pure a Napoli o ai promessi sposi metti in connessione vai davanti al computer e ti leggi quello che ti vuoi leggere e quindi in questa grande public library che è una nozione di la public library è una nozione diversa dalla biblioteca perché intende un luogo soprattutto di di incontro di scambio di idee dove prendi un libro ti siedi prendi un caffè interloquisci con altre persone si possono fare presentazioni, convegni, momenti culturali insieme letture di poesie che non si si facevano nei secoli passati ma sono delle cose bellissime ecco questa è la nozione di publica library lì porteremo alcuni fondi dell'attuale biblioteca nazionale di Napoli che si trova a Palazzo Reale che non ha più capacità di espansione perché le sale sono tutte esaurite e poi potremmo acquisire nuovi oggi io al ministero vengono decine non faccio i nomi di intellettuali di persone autorevole importanti che vogliono donare la loro biblioteca io stesso vorrei donare i volumi che ho alcuni sono anche volumi di antiquariato gli voglio regalare allo stato italiano lo farò prima o poi e noi abbiamo difficoltà a trovare oggi dove accogliere perché poi gli deve anche catalogare ecco vorremmo fare un'operazione di questo tipo una cosa che eh ha toccato eh così di sfuggite ma sulla quale invece vorrei tornare è proprio questo dei biglietti relativi ai musei per esempio c'era stata la prova del pantheon con un costo eh relativo però che ha dato dei certi risultati il conosseo insomma il tema della cultura che deve essere anche finanziata a un certo punto dall'auto in casso è diventato un tema centrale e corretto nella sua gestione noi siamo estremamente generosi i ragazzi fino a 18 anni non pagano un euro in qualsiasi museo fino a 25 anni si pagano solo due euro abbiamo le prime domeniche del mese gratuite cui ho aggiunto tre giorni simbolo della memoria nazionale il venticinque aprile il quattro novembre e il due giugno gli anziani c'è un sistema di card fatto con i comuni si paga una card e si va in giro nel museo non in tutte le città ma verremo di lavorare meglio a questo sistema disabili e accompagnatori di disabili come sacrosanto che sia non pagano scolaresche e insegnanti al seguito delle scolaresche non pagano quindi c'è un sistema molto generoso che lo chiamo il welfare day musei detto come questo non capisco perché un miliardario americano che viene a roma in vacanza e spende fra biglietto aereo camera d'albergo automobili ristorante e spende cifre considerevoli poi non debba pagare il biglietto per andare non debba pagare il biglietto per andare al colosseo anche perché demagogia della demagogia qualcuno dice musei gratuiti se io non faccio pagare il masca perché c'è la scena sui miei social di quando il masco gli ho fatto tirare fuori soldi per andare a visitare il pantheon e pagare il biglietto quel biglietto ricade perché tu togli 300 milioni dalla dal bilancio dello stato e li fa ricadere sulla fiscalità generale quindi il biglietto di l'homasko lo paga l'operaio italiano sotto forma di fiscalità poi una cosa che vale questo è un principio anche etico e morale va pagato il pantheon è la dimostrazione noi abbiamo messo un biglietto a pagamento al pantheon che era il sito museale più visitato in italia 5 euro che è un prezzo molto modesto noi abbiamo visto aumentare i visitatori e generiamo un milione e 200 mila euro al mese di risorse e come le utilizziamo una parte la diamo alla curia che fa beneficenza ci sono mense per i poveri che si reggono con questo meccanismo sui biglietti il resto delle somme sono vincolate al reinvestimento nella manutenzione e nella curatela del bene stessa operazione è partita da pochi giorni a napoli con i girolamini si paga bellissimo complesso un'insula nel centro storico di napoli andate a vedere perché il restaure è stato qualcosa di meraviglioso c'è anche una bellissima pinacoteca andate andate ebbene questi 5 euro vengono utilizzati poi per il bene per mantenere il bene pagare il personale ovviamente il pantheon ci ha consentito di assumere dei giovani che sono lì e lavorano ai servizi e la cosa della quale sono curioso è che poi è un tema che nei suoi discorsi è ricorrente lì è partito dicendo l'italia è una super potenza culturale non nel senso geopolitico del termine ma certamente in quello per l'esteso storico ecco la diplomazia culturale della quale noi dovremmo essere i primi al fieri e anche usufruitori come la si potenzia nel caso del ministero della cultura come si fa diplomazia cultura e anche usufruitori per il suo sviluppo economico ma noi abbiamo fatto operazioni molto umilate le stiamo facendo voglio ricordare per esempio l'operazione di capo di monte tutto capo di monte è stato trasferito a parigi a l'ouvre e c'è stata una settimana si chiamava napoli a parigi poi comprenderete anche il mio orgoglio eh partenopeo napoli a parigi c'è stata questa grande esposizione delle grandi opere di capo di monte a eh a parigi eh siamo molto attivi su tutto il mondo con la Cina in particolar modo eh che gradisce molto la eh l'arte italiana ma devono pagare quando vogliono le nostre opere questo sia ben chiaro bisogna fare poi operazioni anche di questo di questo eh di questo tipo e stiamo lavorando ad intese per io sono orgoglioso quando vado al Prado dove sono stato per la mostra su Guido Reni e vedo al Prado la sezione dedicata ai grandi maestri italiani sono orgoglioso quando all'ouvre vedo la sezione del del nostro sono davvero davvero davvero è un modo come dire di diffondere il nostro soft power cioè la bellezza italiana perché poi anche chi fa impresa, chi fa industria nei nostri prodotti come dire c'è una sorta di DNA della nostra grande arte di quello che noi siamo stati nei secoli nei secoli passati quindi io ci tengo ad essere ad essere presenti. Stiamo facendo tantissimi accordi. Per esempio abbiamo fatto l'accordo tra il museo del bardo e il Colosseo. Eh siamo stati paesi d'onore alla nostra grande arte. Adesso lo saremo. A Francoforte che è la più grande vetrina internazionale del del settore quindi lavoriamo ad accordi di valorizzazione specifica del resto mi sono reso conto che non per merito mio ma per quello che siamo noi come sistema nazione il che siamo noi come sistema nazionale perché ci si viene riconosciuta l'Italia un valore e poi fatemi aggiungere una cosa anche una nota politica c'è un momento felice anche perché credo che il nostro presidente del Consiglio sia affermando un'immagine positiva dell'Italia nel mondo. Una cosa che però le volevo chiedere questo perché quando poi parliamo di diplomazia culturale poi di grandi eh diciamo eh espositori della grandezza dell'Italia, di Michelangelo, eccetera eccetera. Ma questo vale anche per il contemporaneo. In che modo riusciamo ad arrivare con l'arte contemporanea, con la qualità dell'italiano contemporaneo in tutto il mondo, negli altri paesi? Lei sa che io ho creato la capitale dell'arte contemporanea. Noi avevamo due appuntamenti annuali. La capitale del libro e la capitale della cultura. L'anno prossimo sarà Grigento, capitale della cultura. In questo momento è Pesaro, bellissima città. Accanto a queste due iniziative ne abbiamo fatto una terza. La capitale dell'arte contemporanea. Come funziona? Il ministero finanzia la città io io auspico anche se nel bando non l'abbiamo scritto auspico una città mediogrande, no? Non una città eh perché eh è inutile fare Milano appunto. Non per Milano che è bellissima. Ma una città mediogrande noi finanziamo, facciamo le residenze per gli artisti, gli artisti devono andare lì e lasciare delle opere di arte contemporanea. Il motto l'ho scelto da giornalista perché ogni tanto torno a fare il giornalista è creiamo il passato del futuro. Che cosa significa creare il passato del futuro? Noi dobbiamo porci il problema che fra un'ora di 200 anni si dovrà ricordare qualcosa di contemporaneo che è stato fatto oggi e allora non possiamo pensare solo che il contemporaneo possa essere il bravissimo artista uruguayano Acciugari ne faccio un faccio un nome importante dell'arte dell'arte contemporanea ma dobbiamo dare ai giovani soprattutto la possibilità di esprimersi e di creare qualcosa e questa è un'iniziativa che poi non è successa. L'e a parlato lo dicevamo qualche secondo fa del fatto che l'Italia sarà ospita adesso a ottobre a Francoforte la più importante vetrina dal punto di vista dei diritti editoriali al mondo. Come vi state preparando è secondo lei visto che poi veniamo comunque dal mondo dei libri lei ne ha scritti diversi continuerà a farlo. Anzi poi glielo chiederò eh dal punto di vista dell'editoria secondo lei a che cultura italiana e l'imprenditoria italiana. Questo è importante, io adesso andrò a Berlino perché lì conferiremo i premi per le traduzioni, perché stiamo provando ad aumentare le traduzioni degli autori italiani all'essero e degli autori stranieri da noi in un rapporto di reciprocità e con la ministra tedesca con la quale ottimi rapporti, lei è un esponente nazionale dei Verdi, ma abbiamo creato un bel rapporto, l'ho anche portata alle fosse ardiatine, perché lei aveva questo desiderio, io l'ho personalmente accompagnata alle fosse ardiatine, con Claudia Roth daremo questi premi per per la traduzione. Beh, questo è un appuntamento importante, una grande vetrina per l'Italia, io spero che il presidente Mattarella venga in quella occasione, apriremo con un grande concerto con una grande orchestra sinfonica italiana, ci stiamo preparando per dare appunto una vetrina dell'Italia complessiva, oltre che l'oggetto fondamentale a cui ci riferiamo che è quello del libro. Secondo lei l'editoria italiana, per come la vive, la vissute, la conosce, è una editoria di livello internazionale sulla quale anzi possiamo dare qualche lezione a qualcuno? Abbiamo degli ottimi scrittori, assolutamente abbiamo degli ottimi scrittori, come in questo momento abbiamo soprattutto degli straordinari registi, no? Garrone, Sorrentino, ma tanti altri di cui non voglio fare torto a nomi che non enuncio. Io penso che la cultura abbia un momento felice in Italia, anche nella capacità di guardare avanti. Una cosa che domanda questa volta è più di tipo personale, visto che lei ha scritto diverse biografie di personaggi storici e politici contemporanei, ma anche esagi di altro tipo. Da ministro trova ancora il tempo per scrivere, per leggere, per occuparsi di cose che diventeranno poi personalmente libri di Gennaro San Giuliano? Leggere sì, soprattutto mi sono letto il codice dei beni culturali, cercando di impararlo bene, perché poi ti devi misurare con le regole. Ma leggo anche altre cose, adesso ho finito di leggere Napoli 1343, di un edito da Mondadori di Amedeo Feniello, che è un professore di storia medievale dell'università, credo che insegna a Pescara. Insomma, leggere sì, si, provo a scrivere anche qualcosa, sto provando, gli ho scritto tutta una serie di biografie, c'è una biografia mia già fatta, scritta con la copertina già pronta, che non è stata pubblicata. Non ci posso credere. Sì, poi te la faccio vedere in via riservata, perché è dedicata a un leader internazionale, allora avendo assunto l'incarico di ministro non si poteva. Quindi è in atteso di essere pubblicata. Vedremo, vedremo. No, vorrei scrivere un saggio, ho scritto, diciamo che a buon punto, un saggio sul conservatorismo che ruota a forma attorno a questa affermazione di Giuseppe Prezzolini, il progressista è la persona di domani, il conservatore è la persona di dopodomani, perché è colui il quale modernizza una società salvaguardandone i valori. Quale è la tesimia? Che le grandi innovazioni e le grandi modernizzazioni le hanno fatto i conservatori. De Gaulle smette con regime coloniale, porta fuori la Francia dal pantano dell'Algeria, Margaret Thatcher rinnova l'economia britannica che da economia industriale pesante diventa economia di servizi. La Gran Bretagna di oggi è quella che la Thatcher ha formato. Ronald Reagan eredita una situazione disastrosa da Jimmy Carter da un punto di vista economico e rilancia l'economia americana. Io voglio provare a raccontare e spiegare lo spirito del conservatore. La parola conservatore viene da Aknavu, antica parola indoeuropea, era col il quale nelle tribù nomadi guardava il fuoco affinché il fuoco non si spegnesse. Ovviamente è un simbolismo dove il fuoco indica i valori di una comunità. Modernizzare, cambiare, facciamo la capitale dell'arte contemporanea, aumentiamo i nostri musei. Nel DL sulla concorrenza che abbiamo portato confitto in Consiglio dei Ministri c'è il finanziamento per sei nuovi musei nel mezzogiorno d'Italia, sei nuovi musei nel mezzogiorno d'Italia. Modernizziamo ma salvaguardiamo i valori e la nostra identità. Tra la salvaguardia dei valori c'è quella della protezione, diciamo così, dell'arte anche in senso materiale. Una delle cose più polemiche che sono capitate in questi ultimi mesi e anni sono quelli dell'imbrattamento, diciamo così, a scopo polemico delle opere d'arte che catturano molto l'attenzione anche se poi si dice che siano pitture lavabili però da un punto di vista del ministro e anche della tutela del bene credo che ci siano delle azioni in questo caso più concrete che avrete intrapreso. Abbiamo approvato una legge che punta una cosa molto elementare, far pagare i danni che ne conseguono. Poi ci sono i processi, c'è tutta la parte penale, ma i prefetti hanno il potere di combinare immediatamente una sanzione fino a 60.000 euro per far pagare il danno. Perché danno? Perché quando noi dobbiamo ripulire, dobbiamo chiamare delle ditte specializzate, se succede di domenica, come è accaduto a Roma, li devi chiamare, devi pagare lo straordinario, hanno macchinari molto sofisticati e si fanno pagare bene. Quindi ripulire poi la facciata di un edificio come è successo a Milano, una statua, può costare anche 200-250 mila euro. Quindi paghiamo noi, paga la collettività e allora facciamo pagare questi signori. Con tutto ciò io non voglio, io capisco il tema del clima perché è un tema serio, importante. Noi stiamo studiando per esempio i danni che i cambiamenti climatici fanno ai nostri monumenti. C'è un tema serissimo, il tema dell'ambiente, della tutela del pianeta. Io non voglio, non c'è una contrapposizione fra me e loro, anzi, io li capisco. Le preoccupazioni per il futuro sono anche le preoccupazioni mie perché insomma i cambiamenti climatici li osserviamo quotidianamente tutti quanti noi e quindi è un tema molto molto serio, ma non è questa la soluzione, anche perché poi non è vero che poi questi materiali non lasciano tracce, qualcosa sempre resta, quindi è un tema molto serio. Un tema che vorrei toccare, che lei forse elegantemente l'ha un po' lasciato cadere, però il finanziamento di questi musei, i 130 milioni del PNRR, la quantità di denaro che il suo, di fondi da tutti i punti di vista provenienti, che il suo ministero è in grado di portare per lo sviluppo, tenderà ad aumentare? Una battaglia che nel Consiglio dei Ministri riesce ad affrontare, a vincere, deve ancora sforzarsi per far capire che lo sviluppo della cultura è uno sviluppo economico decisivo per questo Paese. Noi abbiamo un bilancio di 4 miliardi l'anno, in questo momento abbiamo investimenti del PNRR per 4 miliardi e sono orgoglioso del fatto che la Commissaria Europea mi abbia scritto una lettera riconoscendo che sulla capacità di spesa dei fondi del PNRR noi siamo fra i migliori in Europa. Abbiamo per esempio il progetto Borghi, un miliardo di euro per rivitalizzare 250 borghi in Italia. Sono tutte cose disegnate dal mio predecessore. In quanti anni si farà questo dei borghi? Questo è nel 2027, tutto pronto, i cantieri sono aperti, possiamo andare, io ti do il tu perché siamo con lei, possiamo andare insieme domani mattina, a partire facciamo il tour dei cantieri come l'ho fatto io e te li faccio. Ma il direttore non mi lascia andare, è poco ma sicuro. E li stiamo facendo. Allora io quello che cerco di far capire sempre ai miei colleghi è che gli investimenti in cultura hanno una ricaduta. Noi sosteniamo il cinema, è giusto sostenerlo, però quei soldi che noi investiamo hanno una ricaduta in termini di finire a industriale e in termini di occupazione. Se noi creiamo musei, valorizziamo i nostri territori aumenta l'attrattività dell'Italia perché l'Italia può dare delle esperienze uniche nel mondo. Provate, cioè Pompeii, il Parco archeologico del Colosseo, Paestum, ma anche la Pinacoteca di Brera a Milano, i castelli che sono per esempio in questa bellissima regione dove ci troviamo adesso, cioè il paesaggio che Benedetto Croce chiamava il volto amato della patria. Vedete che bella definizione, il paesaggio e il volto amato della patria. Queste sono cose che solo noi possiamo, abbiamo al mondo e quindi investire in questo settore significa... c'era una definizione che a alcuni fa avvenire ancora il priorito, l'industria culturale, secondo alcuni tutori, vestali, non si può dire industria culturale, io invece dico industria culturale, cioè costruiamo l'industria culturale, costruiamo le imprese creative, costruiamo le imprese culturali perché è la nostra ricchezza. Però volevo chiedere se lei trova opposizione in queste idee, cioè se dal premier in giù questo tipo di ragionamento viene condiviso? No, no viene condiviso, adesso in questi giorni abbiamo approvato i grandi progetti, 160 milioni di investimento, abbiamo approvato con un altro decreto... Magari diciamo un po' cosa sono questi grandi progetti beniculturali? Io sono spalmati su tutte le regioni italiane, individuiamo dei siti che devono avere una grande valorizzazione, poi ripeto sul decreto coesione ci sono circa 400 milioni per il ministero della cultura dove io ho creato due linee di progetto, il progetto identità e il progetto periferie e ci tengo molto a spiegare il progetto periferie. Progetto identità significa chiedere ai comuni di farsi avanti per valorizzare dei beni che hanno una particolare identità rispetto al territorio. Progetto periferio ci tengo molto perché io penso che la cultura in Italia debba fuoriuscire dalle ZATL abitate dai radical chic e debba essere diffusa uniformemente su tutto il territorio. Un momento bello per me è stato quando in provincia di Salerno a San Cipriano Picentino, piccolo comune, io ho inaugurato un cinema teatro fatto tutto quanto con i fondi del ministero della cultura e la gente era felice perché da quel comune arrivare al capologe andare al cinema ci vuole un'ora e mezzo di macchina andare un'ora e mezzo a tornare quindi al cinema non ci si va al limite il film lo vedi sul piattaforma o in televisione. Ridare a questi territori luoghi di cultura, biblioteche, cioè secondo me ogni comune italiana dovrebbe avere un teatro, un cartellone teatrale, una biblioteca più che biblioteca public library, cioè un luogo di incontro per i giovani dove fare cultura, secondo me è importante perché la cultura che cos'è? E' qualità della vita. La qualità della vita da che cosa è data? E' data certamente da una sanità efficiente, dal contesto urbano, dai trasporti, dalla viabilità, dalla scuola, dall'università, ma io credo che oggi in una concezione appunto contemporanea la qualità della vita è data anche dalla cultura cioè dal fatto che sul tuo territorio vicino casa tua tu abbia la possibilità di praticare cultura in qualsiasi forma, musei, arti figurative, cinema, teatro, musica, cioè poter praticare la cultura e allora il progetto periferie significa noi finanziamo la realizzazione di luoghi di cultura nelle periferie urbane, cioè le periferie si devono fare avanti e devono chiederci di finanziare luoghi di cultura. La ringrazio per aver usato la parola qualità della vita perché il sole 24 ore come è noto ogni anno pubblica la classifica famosissima che faceva servizi al telegiornale ogni volta porta sia plausi che reprimende e però la cultura è sempre uno degli indicatori più certi. L'ultima domanda che le faccio di questa mezz'ora che abbiamo passati insieme, forse un po' tecnica però vorrei che la spiegasse in maniera comprensibile da tutti e spiegasse il perché l'ha fatta. Lei ha appena avvarato una riforma del ministero che dirige, lo ha fatto con una serie di ridefinizioni di ruoli. Vorrei che spiegasse perché ha scelto, ha deciso di fare questo cambiamento e che cosa comporterà nei processi decisionali dorin poi questa sua riforma. Allora non è un'occupazione politica perché avverto che i capi di partimento saranno tutti scelti fra i direttori generali che già erano con i miei predecessori, quindi le persone sono sempre quelle. Al posto del segretario generale ci sono quattro grandi dipartimenti che accorpano delle macro aree. Io pur essendo un giornalista che ha praticato molto la cultura non ero consapevole di quanto fosse esterminato grande e complesso il ministero della cultura. Noi abbiamo gli archivi, le biblioteche, tutte le soprintendenze. Abbiamo il cinema che è una cosa enorme da se stesso, il teatro, le fondazioni lirico-sinfoniche e abbiamo 500 musee in Italia, viva a Dio, che è un fatto positivo. Allora la direttrice qual è? Creare quattro dipartimenti che accorpano per macro aree comuni la competenza con quattro capi di partimento che poi è una scelta fatta anche in altri ministeri, sia ben chiaro. Poi andare avanti sul progetto dell'autonomia. Adesso le abbiamo portati da 44 a 60 ma io già sto pensando, già ho in mente uno schema di altri 20-30 musei autonomi da creare. I musei autonomi sono delle aziende, sono delle vere e proprie aziende, non vi dico quali, ma ci sono musei che hanno degli attivi in casta che sono considerevoli e questo ci fa enormemente piacere che quindi possono reinvestire, creare nuove attività, creare momenti. Ecco questa deve essere la grande direttrice, pur facendoci poi carico di redistribuire una sorta di solidarietà interna rispetto ai piccoli musei, perché in Italia poi c'è tanti musei che noi riteniamo secondari ma che se stessero all'estero sarebbero i musei più belli. Ne citò 3-4 che ho visitato, il museo di Alta Mura in Puglia oppure il museo di Chiusi, museo archeologico di Chiusi in Toscana oppure il museo di Tarquigna nel Lazio sono bellissimi musei pieni di identità, pieni di storie. Ecco dobbiamo lavorare in questa direzione. Ultima cosa davvero, da quando è ministro qual è la cosa della quale è più contento che l'era uscita meglio di aver fatto e quale invece dice, no qua dovevo fare di più, possiamo far di più, dobbiamo fare meglio. Tutto sommato mi attribuisco un bilancio diciamo accettabile, insomma poi vuoi sempre fare di più. No, le cose di cui sono soddisfatto sono quelle che ho detto prima, cioè Palazzo Citterio. Noi in autunno apriamo Palazzo Citterio a Milano dopo che era stato comprato negli anni 70 e lì era rimasto sospeso, quindi questo è un risultato. C'è un altro risultato, un luogo che forse molti di voi non conoscono, la villa floridiana a Napoli. Ci sono arrivato quattro giorni dopo che era ministro, ho fatto le fotografie delle fontane, dello scalone, era tutto combinato in una situazione indegna, dopo se vuoi te le mostro, e in un anno l'abbiamo rimessa apposta, cioè in un anno l'abbiamo rimessa apposta. Un'altra cosa di cui sono molto felice è i concorsi. Il ministero aveva fatto una curva così, il numero dei dipendenti si era ridotto tantissimo e abbiamo varato una serie di concorsi, ma soprattutto una cosa di cui sono orgoglioso. A un certo punto io arrivo al ministero e da giovane degli anni 80, in cui c'era l'aspirazione del posto pubblico, tutti quanti facevano il concorso che volevano il posto pubblico, soprattutto i meridionali come me, mi accorgo che gli ingegneri e gli architetti rifiutavano, vincono il concorso e rifiutano il posto, perché quando si accorgevano che guadagnavano 1400-1500 euro al mese, io faccio un ingegnere, ho studiato tanto per diventare ingegnere, vado a fare l'ingegnere nel ministero a 1500 euro al mese e andavano via, rinunciavano al posto. Allora che cosa abbiamo fatto? Prendendo una cosa che era già stata disegnata ma non era stata mai realizzata, si chiama l'elevata categoria professionale, stiamo bandendo un concorso per 100 posti, poi ne faremo altri 100 per ingegneri fisici, chimici, ma che c'entrano con l'arte? No, perché poi al parco archeologico di Pompei c'è bisogno degli ingegneri per fare i carichi, al Colosseo c'è bisogno degli architetti, in modo che queste persone verranno pagate come dirigenti, anche se non sono dirigenti da un punto di vista gerarchico e così aumenta l'attrattività dell'amministrazione. Le cose che potevo fare di più, e ce ne sono tante che potevo fare di più, perché... Allora intanto grazie al ministro Genaro San Giuliano per la generosità e la puntualità con la quale ha risposto le domande e poi i complimenti perché comunque questo è un campo veramente difficile e forse una delle cose più difficili da far capire, e qui ce l'abbiamo come titolo, è che davvero la cultura è un fattore di sviluppo socio-economico e se non ci riusciamo a comunicarlo, neanche noi che di mestiere facciamo in comunicatori, evidentemente questo è veramente un nocciolo duro che in Italia va proprio combattuto in tutti i modi. Grazie al ministro Genaro San Giuliano, grazie a tutti voi.
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