Un’agenda per la salute - Forum
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I sistemi sanitari europei non hanno retto allo stress test della pandemia. Ripensarli è necessario se la UE vorrà dirsi ancora l’area “più sana del mondo”. In Italia, la sfida è la costruzione di un nuovo modello integrato, tra prossimità e telemedicina. Ma con quali relazioni tra pubblico e privato e tra Governo e Regioni? http://www.festivaleconomia.it
buongiorno ci siamo benvenuti al primo dei forum curati dagli economisti della voce.info un format tradizionale ormai direi per il festival di trento una vera e propria agorà dove si confrontano le opinioni diverse e passiamo partiamo scusate dalla salute la salute diciamo un sistema centrale che forse li racchiude tutti non a caso ieri festival come sapete è stato aperto da un alessio del premio nobel kremer che ha detto un sacco di cose interessanti e una che in particolare proporremo ai nostri ospiti perché a che fare diciamo con il tema complessivo del festival cioè il rapporto tra lo stato e il mercato in particolare il ritorno dello stato nella vita dei cittadini e sappiamo che nella vita sanitaria cioè nei temi che attengono alla salute la presenza pubblica è importantissima e decisiva infatti kremer cos'ha detto ha detto che la velocità straordinaria il miracolo lo ha chiamato ieri professor boeri il direttore scientifico del festival il miracolo della produzione in tempi record di vaccini è dovuto anche al l'intervento massiccio delle dei finanziamenti cioè delle garanzie sui finanziamenti pubblici offerti dallo stato cioè questo ha permesso alle a tutta diciamola sistema produttivo di assumere dei rischi dei rischi se l'è presa anche lo stato e che altrimenti non sarebbe stato possibile prendersi perché all'inizio della di tutta la vicenda vaccini e niente poteva essere dato per scontato saluto subito i nostri ospiti e vi dico anche come siamo organizzati allora qui abbiamo il professor turati che insegna buon gioco ma scienze delle finanze alla cattolica di roma e al professor turati è affidato un intervento introduttivo che poi sarà discusso nel nel forum salutiamo la professoressa ilaria capua non so se l'abbiamo già in linea ilaria capua un volto molto noto non ha bisogno di molte presentazioni però dirige il centro di eccellenza della dell'università della florida e ha molte cose da dire sul tema del rapporto tra pubblico privato perché diciamo lei è la scienziata che ha promosso diciamo il cosiddetto open access cioè aperto la scienza con uno strappo diciamo pnr pionieristico che per il quale è stata anche premiata questa settimana ha avuto il riconoscimento internazionale molto prestigioso dei premi pazzia a barcellona quindi diciamo ha reso pubblico ciò che veniva privatisticamente tenuto molto segreto cioè i dati della ricerca questa votiamo a sabina nuti la rettrice abbiamo fatto di donne molto competenti oggi divenuti buongiorno la rettrice della scuola sant'anna di forse non c'è bisogno che io mi giri in effetti perché della scuola sant'anna di pisa pubblicato moltissimo sul tema delle organizzazione dei sistemi sanitari e sulle misurazioni no che si possono fare sulla appunto sui sistemi sanitari walter ricciardi l'abbiamo ha collegato anche lui un volto molto noto buongiorno professore come sapete fa parte in segno anche lui alla cattolica di roma qui abbiamo una una quota cattolica di roma è importante oggi e sapete consulente del ministro della salute speranza ed è a parte del famigerato cts stamattina mi viene in mente una cosa così da dire in velocità speranza ha chiesto era oxford cioè pochi minuti fa in realtà e oxford e ha chiesto all'europa l'adozione del green pass e c'era c'è una riunione dei ministri della sanità del g7 e diciamo ha lanciato questa proposta che insieme ad altre proposte italiane sull'europa potrebbero contribuire a diciamo a creare quella quell'unione già a rafforzare la stessa unione europea marco vecchietti ce l'abbiamo perché sapevo che c'era buongiorno tutto bene sappiamo che si era qualche tema di collegamento e tutto stato risolver mi sembra la vedo bene a sento bene allora marco vecchietti e amministratore delegato di r b m della compagnia d'assicurazione rbm che fa parte del gruppo intesa sanpaolo e che è la prima assicurazione italiana per dimensioni nel settore della salute quindi diciamo tema cosa quale sarà il ruolo dei privati mi sembra molto indicato a sviluppare adesso io lascerei la parola a al professor turati per la sua introduzione prego grazie grazie paola grazie per l'invito cercherò di restare nei tempi e quindi chiedo anche a paola di a guidarmi su questa a un paziente io credo che ci siano almeno quattro temi che ci ha lasciato sul tappeto la alla pandemia qualcuno ovvio qualcheduno meno ovvio è tra quelli meno vi anche tutto il tema che riguarda esattamente questo questo festival cioè il ritorno dello stato e tra poco ci diremo qualcosa su questo primo che è il più ovvio è chi debba prendere le decisioni nell'ambito della della tutela della salute che è tutto il dibattito tra a chi vuole soluzione accentrate chi vuole invece soluzioni decentrate il secondo grande tema e quali servizi dobbiamo prepararci ad offrire ai dei cittadini che stanno invecchiando e che quindi avranno delle esigenze dal punto di vista appunto della tutela della loro salute e poi i due temi che riguardano il ruolo del privato accanto al pubblico e qui tenderei a distinguere la questione che riguarda la produzione dei servizi sanitari direi socio sanitari anche su questo appunto vale la pena poi soffermarsi un attimo è il tema che riguarda invece il finanziamento pubblico privato dei servizi e qui invece intervengono tutti i temi che riguardano le le assicurazioni fatemi partire dal primo tema il primo tema che riguarda appunto una domanda che abbiamo sentito spesso ritornare durante i tempi della pandemia che è qual è il livello di governo migliore per prendere le decisioni per tutelare la salute dei cittadini ora nel nostro paese per ragioni politiche questo tema è stato declinato con un confronto scontro tra stato centrale e governo centrale e regioni però il tema è molto più nobile e molto più ampio rispetto a questa prospettiva ha diciamo casalinga e riguarda per esempio il ruolo dell'unione europea che adesso si sta sviluppando e che va verso appunto questa unione europea della salute sulla quale varrebbe la pena avere le idee chiare rispetto alla prospettiva che si apre per per il paese e che riguarda anche l'organizzazione mondiale della sanità perché ricordiamoci che il tema della della pandemia è un tema sicuramente globale ora come dovrebbe come un economista imposterebbe una discussione su questi temi sicuramente guardando alle diverse funzioni svolte dai dai sistemi sanitari da questo punto di vista è chiaro che al di là delle interpretazioni giuridiche che ne ha dato la corte costituzionale che ha richiamato appunto l'idea della profilassi internazionale ex articolo 117 della costituzione per dire che la gestione della pandemia dovesse essere accentrata però è chiaro che siccome la pandemia non si ferma ai confini regionali nemmeno si ferma in realtà i confini nazionali beh allora è la catena di comando e ne hanno discusso l'anno scorso con walter ricciardi proprio qui al al festival di trento dovrebbe essere il più possibile centralizzata addirittura se se riusciamo a portarla al di sopra dello stato centrale portarla l'unione europea e poi ancora più su al livello della ms quindi rischiano la pandemia è tra l'altro un esempio ovvio da questo da questo punto di vista cioè una delle cose che ci scordiamo per esempio sono le le vaccinazioni pediatriche piuttosto che le vaccinazioni anti influenzali anche in questi casi ci sono degli ovi spillover come come li chiamiamo cioè questa esternalità per cui la politica adottata in una determinata una determinata giurisdizione ha effetti anche sulle giurisdizioni che sono che sono lì vicino e non è un caso che il decreto vaccini se non ricordo male 2017 ministro lorenzin e fu un decreto nazionale che imponeva una serie di vaccinazioni pediatriche a tutte le regioni le regioni potessero scegliere quali vaccinazioni appunto appunto fare poi si può discutere come si arriva a questo coordinamento a livello più elevato dal punto di vista del del governo dal punto di vista della governance per esempio il piano pandemico era esattamente il modo attraverso il quale ci potesse essere un coordinamento di tipo nazionale e se vogliamo di tipo sovranazionale no la stessa cosa vale per il piano sanitario dovrebbe dare le indicazioni globali per globali inteso nel senso nazionale per stabilire come ci si muove come si programmano i servizi sanitari dentro la nazione è che ieri venendo il suo a trento sono andato a controllare quale forse l'ultima versione del piano sanitario nazionale lasciando perdere i patti per la salute che sono qualcosa di simile mi pare di aver capito che siamo fermi al 2006 2008 quindi questo strumento di programmazione sembra essere stato un po come dire scordato dal dal governo tra l'altro questa è una delle cose sulle quali tengono sentito parlare anche ieri ad un incontro con cottarelli sempre qui a trento noi diamo per scontato che se lo stato prende la decisione allora immediatamente avremo politiche uguali dappertutto in realtà questa è una chiara finzione perché dipende dalle capacità amministrative che avranno le diverse le diverse regioni cioè lo stato può dire devi fare la vaccinazione devi farla con questo ordine poi però spetterà al governo regionale di stabilire come sono fatti gli hub come è fatta la la piattaforma con la quale si prenota la vaccinazione così via questo immediatamente da la sensazione al cittadino di avere come dire performance diverse da parte di diverse regioni basti pensare alla regione lombardia che si è trovata in difficoltà no all'inizio della pandemia perché non riusciva a gestire tramite aria queste come dire prenotazioni delle delle vaccinazioni quindi centralizzare non vuol dire poi avere alcamo uguali ovunque e non vuol dire nemmeno che il centro possa sempre prendere la decisione migliore perché in situazioni molto incerte come quelle determinate dalla pandemia è chiaro che il centro posso anche sbagliare a prendere a prendere una decisione e se il centro il maglia sbaglia ovviamente per tutti inevitabilmente l'idea di fatto che ci siano degli spillover che ci siano delle esternalità è chiaramente una delle prime dei primi argomenti a favore dell'accentramento delle politiche però ce ne sono altri se si pensa a l'esistenza di economie di scala la possibilità che a far dal centro si possa fare meglio risparmiando qualcosa o ottenendo maggiori benefici beh è di nuovo è meglio come dire che queste politiche siano lasciate al al centro e ho in mente tutta la questione del procurement i vaccini di nuovo sono sono nuovi esempio l'acquisto dei vaccini l'abbiamo fatto tramite continuiamo a farlo peraltro tramite l'unione europea certo all'inizio probabilmente abbiamo discusso se avessimo fatto contratti in modo corretto si o no è di nuovo torno al tema del centro che possa che possa sbagliare probabilmente c'era una questione di capacità produttiva e ieri kremer ha detto qualcosa a proposito del mantenimento della capacità produttiva dal punto di vista dei vaccini per poter essere pronti nelle nelle nuove pandemie ma una volta che abbiamo risolto il problema della capacità produttiva come dire l'acquisto dei vaccini l'acquisto di ventilatori l'acquisto di farmaci e lo possiamo spostare a un livello di governo più alto che possa come dire favorire tutti i cittadini appartenenti appunto alla all'unione europea se però guardiamo alla stragrande maggioranza della della spesa che è spesa curativa e spesa per curare malattie non trasmissibili allora come dire li sono meno ovvie le ragioni per per centralizzare e quindi avere soluzioni decentrate potrebbe far emergere delle buone pratiche a livello locale che ci consentono in qualche modo di imparare come fare a organizzare la produzione di servizi sanitari in a in altri contesti vengono rapidamente al secondo dei temi perché visto che guardava la è che il cronometro mettono due minuti allora semplicemente come di uno degli altri degli altri due temi no il punto è quali servizi la seconda questione era quali servizi di quali servizi avremo bisogno quali sono le malattie che dovremo curare questo chiaramente una domanda alla quale devono rispondere chi si occupa di di epidemiologia sono loro che ci dicono e qualche maniera come si diffondono le malattie quali saranno le le malattie appunto del del futuro qui all'inizio della pandemia tra l'altro si è molto discusso sul fatto se fossimo meno pronti rispetto alla alla pandemia chiaramente il tema del piano pandemico ritorna ritorna di nuovo no però una delle discussioni di slow fate non abbiamo sufficienti posti letto in terapia in terapia intensiva peraltro visto che si parla delle notizie di oggi proprio oggi ho letto che né gli 1,4 miliardi che sono stati stanziati dal decreto rilancio per aumentare le dotazioni di posti letto in terapia intensiva e subintensiva pare siano stati realizzati solo il 25 per cento dei posti letto e quindi siamo passati attraverso la seconda ondata dovevamo essere pronti perchè c'è stato un intermezzo l'anno scorso alla fine dell'estate è però siamo ancora lì ad aspettare però la discussione sui sui posti letto in realtà io credo che fosse che fosse sbagliata e dove ho anche provato a scrivere forse sulla sulla voce per per due ragioni la prima è perché si è parlato di tagli mentre in realtà c'era un consenso unanime a ridurre lo spazio di produzione di servizi dell'ospedale e questo perché avevamo in mente che le malattie da curare fossero le malattie croniche e le malattie croniche le curie sul territorio quello che si è fatto è effettivamente ridurre lo spazio di produzione dell'ospedale la capacità produttiva dell'ospedale quello che non si è fatto è costruire il territorio quindi lì il problema non è tanto nella politica che avevamo messo in piedi che poteva anche essere corretta quanto nel fatto che ne abbiamo fatto solo metà quella più facile e rimane da costruire il territorio la seconda questione che mi lascia perplesso su questa idea del mancano i posti letto è che le pandemie le vinci fuori dall'ospedale o almeno questa è l'impressione di uno che certamente non fa l'epidemiologo e non si occupa di sanità pubblica cioè nessun sistema sanitario per quanto possa essere inefficiente per quanto possa avere posti letto in eccesso è in grado di curare le persone una volta che queste si ammalano e il numero di persone tende a crescere in maniera in maniera esponenziale quindi bisogna in qualche maniera e lo abbiamo fatto per altro perché poi appunto abbiamo capito che per curare le persone bisognerà intervenire in maniera preventiva bisogna cercare di evitare che le persone si ammalino in modo da portare dentro l'ospedale e questo ci ha consentito di gestire la seconda ondata con meno patemi d'animo certamente con meno difficoltà rispetto a quello che è successo nella prima e ribadisco senza che avessimo fatto quell'investimento di cui di cui sopra che di qua secondo me le questioni che si aprono per il futuro sono sono due la prima sulla quale si dibatte veramente poco e come ristrutturare la rete ospedaliera perché abbiamo siamo andati avanti con quel processo di deospedalizzazione c'è un decreto ministeriale che il 70 2015 che fissa degli standard per gli ospedali è però sembra che non interessi a nessuno in quel decreto lì ci sono scritte delle cose importanti relativamente quali sono i bacini di utenza quale è il tipo di ospedale che e vorremmo avere di questo durante la pandemia in questi ultimi momenti non si è non si è affatto parlato la seconda cosa ovviamente come si fa la famosa presa in carico qui si parla da vent'anni di costruire il territorio da quando abbiamo cominciato a dire che dovevamo ridurre gli spazi per l'ospedale siamo tornati a parlare delle case della comunità che erano peraltro una delle idee che c'erano quel piano sanitario di cui sopra a quello del 2006 2008 l'abbiamo ritirata fuori questa cosa ma mi sembra che di nuovo il rischio è che si possa continuare a denominare delle cose degli oggetti che poi non si riescono a realizzare è uno degli attori in campo su questo aspetto che va necessariamente considerato sono i medici di medicina generale e i medici di medicina generale se continuiamo a formarli come li stiamo formando ora secondo me c'è il rischio che di nuovo questa riforma si blocchi che non riusciamo ad avere davvero quelle chi multidisciplinari di cui avremmo bisogno per costruire questo questo nuovo passaggio che serve per guidare il cittadino sul territorio che estremamente complesse o dal punto di vista dei servizi perché vuol dire che c'è la farmacia che tra l'altro si trasforma in farmacia dei servizi vuol dire che ci sono le rsa vuol dire le lungodegenze le riabilitazioni cioè tutta una serie di servizi che stanno fuori dall'ospedale ad alta intensità e che stanno dentro in queste altre strutture a più bassa intensità chiuso rapidamente con due suggestioni sul ruolo del privato come ho detto prima bisogna distinguere il ruolo del privato dal punto di vista della produzione del privato dal punto di vista della del finanziamento dal punto di vista della dalla produzione di servizi vuol dire quali sono le strutture private che tipicamente sono finanziate con soldi pubblici per altro che producono servizi per per i cittadini e qui si fa bra mischione tra l'ospedale diciamo dove la quota di mercato ho controllato ieri stiamo intorno al 16 per cento dei posti letto a livello nazionale è invece tutta quella serie di servizi socio sanitari che riguardano le rsa riguardano lungodegenza e la riabilitazione dove invece un posto letto su due è fatto è gestito da strutture private e allora lì si tratta di chiedersi questo privato qui ci piace è quello che vogliamo tenga conto che teniamo conto appunto che una delle lamentele del privato dal punto di vista della produzione è il fatto che ci sono spesso ritardi da parte del pubblico nel remunerare la qualità e l'innovazione dei servizi che vengono prodotti dalle strutture private di nuovo si tratta di capire se sono quelli lì i servizi che vogliamo magari a ad alta innovazione oppure se pensiamo che il pubblico possa sopperire anche su questa ultima suggestione davvero sul finanziamento che una questione diversa dalla produzione sappiamo che circa il 25 per cento della spesa sanitaria totale in italia è finanziata dai cittadini c'è una grande anomalia italiana rispetto ad altri paesi che è il fatto che i cittadini pagano come dicono i tecnici out of pocket cioè tolgono i soldi dal portafoglio per pagarsi che cosa ticamente servizi odontoiatrici servizi di diagnostica e farmaci il ticket famoso copayment finisce dentro nella nella spesa privata ora perché grande anomalia perché in altri paesi parte di questa spesa è intermediata da assicurazioni e lì si tratta di capire se abbiamo dal punto di vista degli assicuratori una qualche innovazione che consenta di intermediare parte di questa spesa che i cittadini oggi sostengono con i loro quattrini di fermo grazie io mi vedo costretta a ripartire da vecchietti perché di passare la palla direttamente con questa domanda cioè qual è lo vediamo e collega fisici e qual è e allora c'è nel privato diciamo un adeguata strutturazione su questo tema assicurativo e qual è il modello che avete anche sperimentato nella pandemia perché sono uscite delle cose interessanti che nelle due parole che abbiamo fatto prima di questo incontro io non conoscevo prego gli spunti anche della ovviamente dell'intervento introduttivo mimì portano anzitutto a parlare del degli elementi quantitativi che definiscono il nostro settore dell'assicurazione per dare così delle misure che sono forse poco note consideriamo che in italia l'assicurazione ha un perimetro complessivo di 140 miliardi di euro di premio ma il primo dato che rende molto particolare il nostro paese nel contesto europeo e anche nel contesto dei paesi ocse che di questi 140 miliardi solo 33 sono legati alla sicurezza né danni cos'è la assicurazione danni e quell'assicurazione che non è collegata ai risparmi o alla sopravvivenza dell'individuo ma è quella assicurazione che si occupa dei beni della responsabilità delle persone dell'auto come tutti noi ben sappiamo e della salute già questo è un elemento assolutamente caratteristico perché l'italia da questo punto di vista è al 22 primo posto tra i paesi ocse in termini di copertura dei rami danni benché sia all'ottavo posto nella copertura dei rami vita quindi il primo dato è che il nostro paese in generale è un paese poco propenso a tutelarsi rispetto ai rischi che riguardano responsabilità beni e salute il dato in realtà è ancora più critico se si pensa alla salute perché di questi 33 miliardi solo 3 miliardi riguardano le assicurazioni sanitarie una quota molto molto piccola tenete conto che parliamo dell 1,9 per cento circa del pil con riferimento all assicurazione danni e quindi una quota se vogliamo ancor più il piccolo ancora più contenuta per quanto riguarda l'assicurazione sanitaria perché nel nostro paese non c'è un sistema sviluppato di assicurazione sanitaria non certo perché non ci sia una disponibilità di offerta da questo punto di vista i principali operatori del mercato sono presenti con delle offerte ovviamente differenziate con caratteristiche che valorizzano anche le specificità di ciascuna compagnia ma sicuramente ben tre si diano questa filiera c'è però un framework legale e un anche conoscenza di questi meccanismi che non è ad oggi a mio avviso sufficientemente adeguata da un lato perché differentemente da quanto avviene negli altri paesi europei l'assicurazione sanitaria non è parte integrante del sistema sanitario e quindi non è per così dire istituzionalizzata all'interno del sistema di tutela della salute dei cittadini ma è esclusivamente un prodotto per così dire considerata un prodotto di natura di natura finanziaria piuttosto che nell'ambito delle coperture collettive è uno strumento di welfare contrattuale ma non c'è una cultura specifica di affidamento della propria salute in affiancamento al pilastro di base servizio sanitario nazionale anche ad una copertura aggiuntiva che può essere attuata attraverso l'assicurazione questo lo si vede anche da un punto di vista fiscale dove non esistono incentivi per le famiglie e per i singoli individui in caso di attivazione di polizze sanitarie quindi diciamo c'è un contesto non favorevole da questo punto di vista e poi c'è un secondo elemento il secondo elemento è quello della mancata integrazione del mancato raccordo tra il mondo della assicurazione e quello del servizio sanitario nazionale in termini di livelli di copertura perché il fatto di non avere un sistema istituzionalizzato differentemente da quanto avviene ad esempio nel regno unito piuttosto che in francia dove in realtà i livelli tra pubblico e privato e all'interno del privato i livelli assicurabili sono ben identificati nel nostro paese questo framework non c'è e quindi non esiste una effettiva integrazione dell'assicurazione sanitaria in termini di ambiti di operatività e di tutela di tutela del del cittadino quindi questo è sicuramente un elemento che fa sì che buona parte della nostra spesa privata come da voi ricordato sia una spesa out of pocket quindi sulla quale per di ben altre parole in cittadino scommette improprio diversamente da quanto avviene in altri paesi in cui questa spesa identificata come spesa al di fuori dei compiti o comunque dell'ambito di operatività del sistema sanitario di base viene affidata o comunque viene indicata chiaramente come spesa da gestire attraverso gli strumenti assicurativi ovviamente tutelano di individuo sia rispetto ai grandi eventi catastrofali come quello che ai miei ancora stiamo vivendo ma anche rispetto ai grandi e piccoli problemi del quotidiano si parlava della cronicità qui voglio recuperare un secondo punto dell'intervento che ho appena ascoltato si parlava di netta separazione tra sistemi di produzione e sistemi di finanziamento il che ovviamente concordo è assolutamente corretta come chiave di lettura ma al tempo stesso volevo aggiungere una suggestione in più nei paesi in cui l'assicurazione sanitaria ha un ruolo importante di tutela del cittadino questi due ambiti in realtà dialogano tra loro perché che cosa fa all assicurazione è il soggetto che in realtà abili da l'utilizzo anche del circuito privato quindi il come dire l'evoluzione necessaria a mio avviso è creare dei modelli nei quali di fatto lo strumento assicurativo l'assicurazione sanitaria consenta al cittadino di gestire quella out of pocket all'interno delle strutture sanitarie private non più pagandolo con le proprie risorse e quindi trovandosi il rischio di insostenibilità di queste spese ma potendo beneficiare della mutualità e quindi della ripartizione del rischio che è tipico della assicurazione per intenderci la differenza sostanziale è la si può riassumere in numeri consentitemi estremamente semplificati possiamo poi approfondire il dato a livello tecnico e la differenza che c'è tra l'avere un costo medio individuale di spesa sanitaria privata di quasi 700 euro quello che in realtà capita oggi agli italiani rispetto a pagare un premio di 150 200 euro per proteggersi contro il rischio di dover utilizzare le strutture sanitarie private per affrontare delle spese che non possono essere erogate in un dato momento all'interno del servizio sanitario nazionale quindi è chiaro che la leva fondamentale è la mutualizzazione del rischio la lascio chiudere con una cosa che appunto che mi aveva colpito e cioè questo fatto che che il privato può stipulare una polizza per esempio per avere un posto in terapia intensiva nelle strutture presidente arrivavo infatti proprio alle come dire a che cosa ha portato la pandemia nel nostro settore anche in termini di cambiamento del percepito degli assicurati c'è stato un cambiamento se vogliamo epocale fondamentale da sempre il percepito medio della dei cittadini come dimostra il livello di sotto assicurazione al cui facevo riferimento partiva dal presupposto che le disponibilità economiche che consentano di utilizzare la sanità privata un po come un bancomat al bisogno quindi quando ne ho bisogno accedo tanto il mio risparmio da parte non ho bisogno di assicurarmi ecco il dato che la pandemia messo fortemente in crisi è proprio questo perché durante la pandemia anche la disponibilità di risorse economiche a causa del contingentamento dell'accesso e molte strutture sanitarie non consentiva la libertà di utilizzo di tutta una serie di servizi o di soluzioni sanitarie che solitamente all'interno delle strutture ospedaliere sia il regime di intra maniac e strutture private sono disponibili per cui la richiesta degli assicurati è cambiata è andata nell'ordine di mettere a disposizione non più tanto un risarcimento economico funzione diciamo tipica dell'assicurazione sanitaria tradizionale quanto di andare in quella direzione che ti chiamavo che poi è tipica nei paesi in cui le assicurazioni sanitarie invece è sviluppata di garantire direttamente il servizio il percorso di cura e quindi soprattutto nella fase iniziale della pandemia quando c'era una scarsa disponibilità di posti in terapia intensiva piuttosto che c'era tutta la tematica degli approvvigionamenti che è stata ben ricordata prima del mio intervento in realtà la richiesta era proprio di questa natura quindi andare a costruire un nuovo framework di polizza sanitaria che garantisse il percorso di cura piuttosto che l'accessibilità alle terapie intensive senza correre il rischio di avere un accesso contingentato e chiaro che una risposta di questo tipo che in parte è stata già implementata all'interno dei prodotti che negli ultimi mesi direi nell'ultimo anno e mezzo la nostra compagnia ha messo a disposizione della propria clientela richiede necessariamente una forte partnership con le strutture private perché richiede in realtà un collegamento diretto tra finanziamento e soluzione di erogazione del servizio sanitario quindi ecco quello che noi abbiamo cercato di fare in fase iniziale per quanto riguardava i ricoveri poi per quanto ha riguardato la tematica dei tamponi e devo dire con vicende forse meno meno fortunate per quanto riguarda la tematica dei vaccini e cercare di valorizzare anche un ruolo organizzativo della assicurazione come coordinatore e quindi come orchestratore dell'accesso alle strutture sanitarie private cercando di offrire una risposta parallela a quella ovviamente già fornita molto bene dal servizio sanitario nazionale è molto impegnato come tutti noi sappiamo nella tutela dei cittadini rispetto alla diffusione della pandemia grazie poi le ridarà la parola per un secondo giro di confronto e vado a ricciardi a questo punto professore siamo qua e allora quale quell'ospedale che vogliamo avevo una serie di domande ammesse benevenuta un'altra quell'ospedale che vogliamo come cia così buttato lì in altre economista turati ma è un ospedale è appropriato e un ospedale innovativo dal punto di vista tecnologico e un ospedale che poi alla fine del percorso di cura e raccordato con il territorio e un ospedale che riesce a integrare agli aspetti sanitari con gli aspetti sociali e un ospedale gestito bene in cui le risorse pubbliche non vengono buttate non vengono sprecate se un ospedale privato e un ospedale che in qualche modo alle stesse caratteristiche qualitative organizzative del pubblico è un ospedale che non esiste nel senso che ho esiste soltanto raramente per cui in italia chiaramente abbiamo tanti esempi di buoni ospedali di ospedali eccellenti però non è nel comune non è dappertutto ci sono parti del paese che sono prive di ospedali di questo tipo e soprattutto c'è un gap nord sud che è evidente è addirittura in certe parti del paese pur avendo i soldi questi ospedali non si riesce neanche a costruirlo la calabria è l'esempio eclatante sono decenni che sono stati stanziati fondi importanti e non si riesce a utilizzarli per costruire ospedali ex novo e insomma un ospedale che dal che la scienza mette a disposizione nella sua concezione che le tecnologie le a disposizione però diciamo sostanzialmente fatica a decollare in un paese estremamente frammentato in un paese estremamente eterogeneo e poi per quanto riguarda il futuro è un ospedale digitale diciamo un ospedale che sostanzialmente a tutte le informazioni scambiabili e anche questo è il nostro paese è problematico perché addirittura nel nostro paese ci sono 21 sistemi informativi differenti basti vedere in questo momento quello che sta succedendo con la vaccinazione se uno si vaccina in una regione ha ammesso che quella regione abbia un sistema informativo elettronico quello non comunica con la regione vicina per cui se una persona si sposta dalla regione all'altra perde la continuità della vaccinazione mentre un'anagrafe vaccinale nazionale era stata finanziata nel 2017 attraverso la leggeranno insieme a noi con la quindi sostanzialmente ancora una volta è la sfida della gestione e la sfida della governance nella sfida del rapporto tra stato regione alla sfida del rapporto tra pubblico e privato e poi anche la sfida di un ospedale che deve essere in grado di prevenire essere preparato perché di fatto per esempio delle pandemie quando si va in ospedale troppo tardi quindi sostanzialmente deve essere un ospedale che risponde a queste logiche di appunti che spero di aver dato un quadro sicuramente non esaustivo di quello che dovrebbe essere prospettato nel pnr rc sono sette miliardi se non sbaglio sulla costruzione o ricostruzione della medicina di prossimità chiamiamola così cioè un insieme di c'è l'ospedale l'ospedale che vogliamo l'ospedale quei big data ma anche diciamo punti di accesso più facili per per i cittadini per i pazienti lei è tra quelli che mi ha detto qua si è aperta da pasticci conferma che secondo lei è aperta cioè già in corso l'era cosiddetta pandemica cioè che ci dovremo abituare a shock sempre più frequenti forse per questo anche un po più gestibili e ravvicinati nel tempo ma quello non lo dico io lo dice peter più che l'ex direttore dello sco vagine tropical medici che lo scopritore di ebola e che in questo momento il massimo consulente della commissione europea lui ha proprio detto questa è l'epoca delle bambine e perché perché di fatto noi abbiamo creato le condizioni ideali perché si determinano sostanzialmente questi passaggi la povertà l'affollamento il cambiamento climatico la vicinanza e la promiscuità tra uomini e animali e poi la rapidità degli spostamenti che nel passato voglio dire precludevano questa rapida trasmissione soprattutto dei virus perché di fatto e per spostarsi non c'erano gli aerei che da un giorno all'altro portano una persona e quindi il virus che questa persona trasporta da una parte all'altra del mondo quindi più lo dice la detto nel 2003 il suo libro si chiamava non c'è tempo da perdere no time to lose ma non ha filato nessuno diciamo sospette ha detto non c'è tempo da perdere benso mai stato perso sostanzialmente calcolate un po 2012 sono stati persi nove anni beve come l'aveva scritto nel 2013 spillover non sarei filato nessuno se voi andate a rileggere esattamente la descrizione dell'attuale pandemia con il coronavirus c'è una frase l'ultima di un capitolo che sembra un thriller sembra proprio dice e se questo cui avesse avuto un coronavirus e che si imbarcava e trasportava diciamo il di riso da una parte all'altra altro che le mascherine che queste persone già portavano perché si riferiva un asiatico che aveva già avuto la salsa quindi è l'epoca delle pandemie naturalmente anche questa storia non è finita ci dobbiamo preparare perché se ci prepariamo sé vacciniamo se lavoriamo vaccini in forma in quantità adeguata se ci organizziamo meglio e poi soprattutto siamo al festival dell'economia se riduciamo la povertà la povertà se ridotta è uno degli elementi principali di prevenzione nei confronti delle pandemie quindi dobbiamo fare tutte queste cose insieme lo faremo ho i miei dubbi la memoria dell'uomo è labile la memoria degli italiani è particolarmente la bile per cui io tendo a credere a quello che dice bill gates non è questa pandemia che ci darà la botta sarà la prossima che sarà più diciamo pesante di questa e capiremo finalmente che dobbiamo cambiare perché invece con questa come vedete non stiamo cambiando cioè sostanzialmente stiamo cercando di ritornare a una vecchia normalità che purtroppo non può esistere se non ci prepariamo adeguatamente allora se ci perdiamo adeguatamente questa normalità la possiamo rivivere e state region c'è stato centrale regioni chi chi deve guidare le danze chi comanda chi deve dotarsi di scelte autonome come può funzionare il modello al quale sicuramente immagino state pensando cioè una delle grandi riforme che potrebbero far ripartire la dell'epoca delle pandemie cominciamo dalle organizzazioni internazionali e chiaro che se tu hai una una organizzazione mondiale della sanità che finanziata come il l'ospedale dito rotto e chiaro che non è perché questo è stato recentemente quello che in qualche modo è emerso da una discussione cioè che l'ospedale di toronto allo stesso finanziamento della ms pronto in canada e quindi è chiaro che non ha la possibilità di gestire prontamente quindi se non rafforziamo 2 ms le organizzazioni internazionali se non concediamo e questo è l'avvio della discussione di questo trattato pandemico globale cioè di una nuova legge che consenta nel momento in cui c'è una pandemia di intervenire prontamente quindi trattato poi finanziamenti allo ms poi in una qualche forma soprattutto nelle pandemie di cessione di sovranità dei paesi membri le prima citato il rimpasto in italia e nella pattuglia di testa come lo è stata nei vaccini insieme a francia germania olanda a cercare di promuovere questo strumento è però ci sono alcuni paesi che non ne vogliono sentire parlare quindi chiaro che come nelle regioni in italia se c'è una regione che si impunta in europa c'è un paese membro che si impunta questo discorso non decolla per questo dico che in qualche modo è proprio la mente umana che deve cambiare e deve adattare il proprio modello decisionale al al nuovo sistema per quanto riguarda in italia io sono d'accordo con l'analisi ristrutturati devo però segnalare che in questo momento la sanità italiana è governata come se fosse un condominio nel senso che non so se avete mai partecipato alle riunioni di condominio è impossibile mettere d'accordo tutti figuriamoci quando si tratta di distribuire 120 miliardi di euro di prendere decisioni importanti ma vi sembrerà strano ma mi è stato detto che per esempio della conferenza stato regioni non c'è neanche la pubblicità delle discussioni cioè i cittadini non possono accedere perché non essendo normato quell'organismo è un organismo che non accede al freedom of information act per cui si decide sulla locazione si decide sulla salute e sulla vita dei cittadini in una condizione condominiale capite bene che non può non può funzionare per cui c'è bisogno non dico di ricentralizzare tutto perché nessuno lo penserebbe lo stato non è capace però di poter elaborare una governance che abbia i vantaggi di un coordinamento nazionale soprattutto che possa intervenire quando livelli essenziali d'assistenza non vengono garantiti e naturalmente la capacità delle regioni di essere vicini ai cittadini è possibile sì ma è molto difficile grazie rettrice andrei chiamerà professoressa nuti è che l'affare partire da qui cioè da questa osservazione dei professori ciardi e le chiedo lei che preoccupata tanto a lungo di questi temi è possibile misurare la resilienza usa una parola che forse un po abusata dei sistemi sanitari e come come lo fate come la state facendo come che cosa cosa emerge da questa ricerca allora magari riprendendo un po quello che si che le ultime parole di walter sul problema del rapporto tra stato centrale e regioni vorrei prima di parlare di resilienza e magari poi affrontarlo subito il tema della resilienza potrebbero aggiungere un elemento molto importante noi siamo soliti liquidare il problema del rapporto tra centro e regioni partendo dal presupposto che le regioni sono tutte uguali invece penso che sia un tema su cui dobbiamo riflettere le nostre venture giorni sono davvero molto diverse il primo luogo in termini di dimensioni e questo per per i servizi sanitari e ha un grande peso perché non può essere non si può confrontare una regione che ha 110 mila abitanti più o meno come la valle d'aosta con la lombardia e per l'organizzazione dei servizi sanitari le dimensioni contano perché ci sono delle dimensioni ottimo minimo e quindi secondo me c'è un problema nel problema e cioè se le nostre regioni hanno le dimensioni e le capacità per poter svolgere il ruolo che sono chiamate a svolgere quando sappiamo che per garantire determinati esiti è fondamentale avere anche un determinata dimensione del territorio sono d'accordo con l'idea che non possiamo pensare che il centro sia capace di arrivare dove non arrivano le regioni perché attenzione la conoscenza delle caratteristiche del territorio un elemento fondamentale deve essere in grado di rispondere ai bisogni quindi non posso pensare mistero da roma possa definire quali sono i bisogni delle aree interne dell'isola d'elba o delle aree di montagna o perché questo sarebbe veramente molto improbabile e comunque ricordo che nel caso delle regioni il piano di rientro la responsabilità era centrale non mi sembra che i risultati siano stati poi ottimali del centro ha raggiunto in questi lunghi anni in cui molte regioni sono state in piano di rientro certo abbiamo necessità di di un governo centrale soprattutto quando abbiamo situazioni pandemiche da gestire questo è stata la richiesta tra l'altro che abbiamo anche rilevato da parte della popolazione italiana cioè la voglia di avere un punto di riferimento chiaro a livello nazionale ea livello europeo questo emerge in tantissime indagine che sono che sono state fatte sul pensiero dei nostri cittadini questa necessità di avere un punto di riferimento chiara pubblico capace di prendere le decisioni con tempestività e con competenza a cui si chiede anche alle regioni di di attenerci questo era un piccolo commento per riprendere un po il tema di walter poi parliamo di resilienza resilienza un termine abusato lei assolutamente d'accordo con lei lo utilizziamo ormai un po in tutte le salse quando si pensa ai sistemi sanitari vogliamo ragionare sulla capacità di adattamento sulla capacità di riorganizzazione di qualche modo di essere capace di rispondere al tempo stesso fare in modo di non tagliare i servizi per tutti i pazienti non cosi perchè qualche modo la resistenza di un sistema sanitario si vede molto anche in questo il lavoro che la scuola sant'anna ha portato avanti in collaborazione con agenas appena è stato possibile farlo è stato proprio quello di andare a monitorare quanto avevano perso oggi tutto ciò che non è colin come una misura di capacità di resistenza e di resilienza dei sistemi sanitari e chiaro che su un ambito su alcune tipologie di servizi e rachid e fondamentale a non fare nemmeno un passo indietro pensiamo alla patologie oncologiche no e chiaro che se non siamo in grado di continuare con le nostre attività di prevenzione di screening se non siamo in grado di garantire la tempestività nella risposta una volta accertato il problema se non siamo in grado di man ga rantire i relativi solo acqua né percorso oncologico sappiamo che non abbiamo semplicemente rimandato un appuntamento ma purtroppo avremo un impatto negativo sul livello degli esiti di queste patologie e quindi queste sono quelle che vengono definiti i servizi non procrastinabili i servizi che dovrebbero essere sempre sempre garantiti e su questo nella prima ondata pandemica abbiamo avuto un tracollo anche anche di questa tipologia di servizi tra l'altro vorrei segnalare sia in quelle regioni che sono stati particolarmente toccate dal contagio ma anche in regione che in realtà hanno avuto un contagio molto basso e questo fa capire uno dei problemi secondo me del nostro sistema sanitario regionale che a livello nazionale e cioè questa scarsa flessibilità e capacità di adattamento penso sia uno dei nostri grandi problemi a livello nazionale molta rigidità una grande difficoltà a muovere le risorse che abbiamo a disposizione là dove servono il sistema sanitario italiano si è presentata all'appuntamento della pandemia in condizioni molto tirate no durati ricordare all'inizio il famoso decreto che poi trasformato in legge che ha portato a rivedere tutti gli standard ospedalieri ea ridurre laddove era possibile i posti letto nel caso di posti letto superiori agli standard previsti dal decreto questo lavoro è stato fatto più o meno in tutte le regioni più o meno in modo forzato ha permesso nella maggior parte dei casi va ha detto di recuperare un certo livello di appropriatezza come diceva a volte abbastanza importante perché comunque è l'ospedale è molto oneroso e serve soltanto in determinati casi per molte patologie soprattutto le patologie croniche come è stato detto in tantissimi in tantissimi momenti durante quest'anno è molto più efficace un trattamento fuori dall'ospedale un percorso di cura che veda coinvolta la fatidica primary care e strumenti certamente che che non sono i famosi posti letto quindi diciamo questo lavoro è stato fatto è mancato quello che possiamo definire come un certo livello di ridondanza cioè cosa succede se ci troviamo improvvisamente davanti a un emergenza abbiamo delle riserve che possiamo in qualche modo mettere a disposizione abbiamo dei posti letto che possiamo aprire in aggiunta a quelli che normalmente utilizziamo è su questo eravamo completamente in qualche modo sprovvisti non avevamo proprio ipotizzato di poter avere bisogno di questa ridondanza quindi credo questo sia sia un elemento assolutamente da recuperare sapendo però che questo tipo di sforzo non si fa dall'oggi al domani abbiamo un sacco di risorse che sono state messe in campo per aprire dei nuovi posti letto in terapia intensiva ma spendere nel sistema pubblico non è semplice per qualsiasi provvedimento soprattutto se dobbiamo fare anche delle opere edilizie e molte volte per avere i posti letto in terapia intensiva bisogna riaprire parte bisogno magari anche costruirlo entriamo in un ginepraio arrivato dal nostro codice appalti che impedisce tempestivamente un intervento impossibile poter agire rapidamente come richiesto da interrompere per per dire che faremo secondo giro ormai telegrafico perché siamo un po 3t coi tempi però che ne parlavamo proprio stamattina alla trasmissione radio anch'io che non è affatto cioè adesso è viva viva arriva arrivano i fondi per la sanità per questo per quello del recovery ma non è affatto scontato poi il processo di ristrutturazione di spesa di realizzazione delle opere di di attuazione di tutti di tutti i provvedimenti grazie allora poi avrei ancora una domanda per lei che magari le do dopo la risposta celle dove dopo la partita di rispondere che ma il il costo dei servizi non erogati al ai pazienti non covic e l'abbiamo stimato cioè abbiamo un numero detto che questo dispiegherà i suoi effetti negli anni probabilmente le cure mancate e pazienti non kobe però sapere se c'è un numero che rappresenta questo costo indotto della pandemia torno a lei dopo professoressa capua eccoci buongiorno buongiorno non è che non le chiederò del patto del tavolino cioè sebbene sedersi in quattro io e noto al ristorante non glielo chiedo però vorrei commentare una bellissima dire ma il cervello dotto cioè se non abbiamo capito sti quattro regole che bisogna a un minimo di distanza perché ancora la popolazione non è messa in sicurezza una buona parte lo è ma non tutta dai su e facciamo bene anche la bella stagione a napoli con intelligenza bisogna andare dentro la pizzeria quando c'è la bella stagione invece le chiedo di commentare una notizia di oggi che che è stata che va a me ma commosso c'è l'assalto dei dei ragazzi ai centri vaccinali che so che essere anche un tema che la passione molto sì diciamo che i ragazzi hanno capito e hanno capito che per cavarsi da questa rottura di scatole di genitori che non fanno altro che dirgli di fare cose che loro non vogliono fare il modo diciamo per venirne fuori e vaccinarsi e hanno anche capito perché insomma i ragazzi di oggi hanno per fortuna un livello di scolarizzazione di alfabetizzazione di comprensione di alcuni fenomeni che sono maggiori a quelli delle generazioni che li hanno preceduti in alcuni casi e quindi giustamente si vaccinano per la salute loro per la salute della loro famiglia quindi e dei loro amici quindi evviva i ragazzi e diamogli diamogli credito no a questi ragazzi poi certo accade che i ragazzi si vogliano incontrare è naturale e fisiologico adesso che sono vaccinati jesi che si cominciano a vaccinare vuol dire che potranno incontrarsi almeno nei confronti di questa malattia perché poi cene delle altre ma ne parliamo magari un'altra volta ecco trasmesse in altra maniera ma almeno contro queste saranno saranno protetti loro e protetta la loro famiglia diciamo che questa network play off un passaggio che tocca un po gli argomenti che hanno menzionato il professor ricciardi la rettrice nuti e dottor vecchietti cioè e noi intanto io non sono d'accordo con bill gates e vorrei che riflettessimo su quello che ha detto il professor ricciardi cioè noi non cambieremo a questa cambieremo alla prossima allora io vi posso dire una cosa io le pandemie le seguo da molti anni ho passato tanto tempo della mia vita a cercare di capire il fenomeno pandemico dal punto di vista del virus dal punto di vista dell'ospite e dal punto di vista della società non abdico perlomeno o due certezze che sono la prima che un'altra pandemia arriverà perché finché c'è vita c'è virus e finché c'è homo sapiens c'è virus di homo sapiens e siccome homo sapiens sta nella stessa casella con gli animali non con le piante non con le pietre con gli animali il passaggio di virus animali all'uomo è un fenomeno naturale non è un fenomeno che ci deve fare saltare sulla sedia il problema è che il virus file virus e le pandemie le fanno gli esseri umani perché fosse stato per il virus il virus bello se ne stava dentro un pipistrello ecco quindi i meccanismi fenomeni di globalizzazione di cui abbiamo parlato e ci treccia tra hanno fatto sì che un fenomeno del genere esplodesse con diciamo le caratteristiche che abbiamo visto la mia seconda certezza è che un'altra pandemia così non ce lo possiamo permettere nel senso che forse bill gates si ma noi no e quindi noi dobbiamo usare la potente energia trasformazionale che la pandemia porta con sé per trovarci in una situazione migliore quindi torno ai discorsi che sono stati fatti di flessibilità di resilienza che è una parola invece che va usata perché c'è un significato ben preciso noi abbiamo proprio bisogno di resilienza perché c'è stata una pandemia cioè non è che la usiamo così la parola resilienza la usiamo perché ha un significato e quel significato a mio avviso estremamente importante in questo momento concludo dicendo che noi oggi dobbiamo essere coraggiosi perché altrimenti ce ne dobbiamo occupare fra vent'anni quando la situazione sarà molto più grave di adesso no se non aggiustiamo determinati sistemi allora io vi voglio dire questo siamo coraggiosi e guardiamo avanti abbiamo adesso le orecchie di tutto il mondo che che di punto in bianco hanno capito che salute e sostenibilità vanno insieme hanno capito determinate cose che prima volevano diciamo spingere nel futuro allora io vi propongo e vi chiedo di ascoltare di ascoltarmi e di guardare al futuro spinto va bene futuro spinto che cosa dobbiamo fare noi come operazione prioritaria per avere un futuro spinto che ci metta al riparo da problemi del genere è una delle cose che possiamo fare è iniziare a investire oggi nella tecnologia che ci permetterà di avere vaccini che sono stabili a temperatura ambiente noi nel 2021 facciamo ancora i vaccini come li faceva pasteur più o meno noi dobbiamo fare in modo che i il potere della vaccinazione che mi pare abbastanza chiara no l'abbiamo visto che cosa sa fare il vaccino che cosa può fare cosa possono fare i vaccini di nuova generazione fanno che i morti crollano in inghilterra sono passati da 1.500 morti a poco meno di cento con come se fosse stato un miracolo perché a sono andati con il vaccino anno con vaccinato le popolazioni giuste hanno rischiato vaccinando con una dose solo mai è andata bene per almeno però per quel periodo che era un periodo un momento estremamente critico ma vi pare a voi che noi parliamo di vaccinare tutto il mondo e dobbiamo tenere vaccini ancora in frigorifero per non parlare del meno 70 allora io vi invito a riflettere su questo sia dal punto di vista delle assicurazione sia dal punto di vista dell'impatto sui servizi sanitari ma sia dal punto di vista dell'equità delle vaccinazioni dell'equità della salute pubblica allora ora il momento per investire in vaccini che tra vent'anni noi potremmo spedire in tutto il mondo e che non ci hanno bisogno di frigoriferi che non hanno bisogno di un'infrastruttura di catena del freddo che costa quasi quanto i vaccini allora la pandemia è un evento trasformazionale chiaro va bene è chiaro la pandemia lascia un solco il solco questo solco pandemico cdc farà parlare delle cose come questo era prima della pandemia questo è avvenuto dopo la pandemia allora usiamo quello che la pandemia ci sta urlando in faccia che noi facciamo parte di una specie che si chiama homo sapiens che è una specie vulnerabile a questi patogeni e per questo noi come homo sapiens che mi viene da dire in paesi sviluppati dobbiamo fare in modo che pure agli homo sapiens che purtroppo non vivono in paesi sviluppati non vivono dove arriva la corrente o dove arriva la corrente continua possono avere accesso anche loro ai vaccini e aggiungo aggiungo guardate che i vaccini non si usano mica solo nelle persone i vaccini si usano anche negli animali e lo sapete che sono le malattie degli animali degli animali da cortile degli animali come le capre le pecore i polli piccioni e tacchini che i conigli che tengono le famiglie e le comunità rurali attaccate alla povertà allora se noi producessimo facilitarono stabili sull'onda della necessità di farlo per il covip potremmo usare questa tecnologia per tutte le altre malattie prevenibili che vanno dal morbillo varicella tutte le altre malattie comprese quelle degli animali allora non subiamo questa catastrofe e basta usiamo questa catastrofe per guardare a un futuro spinto perché ci vuole coraggio ci vuole coraggio ma noi non possiamo affrontare un'altra pandemia coi congelatori almeno 70 non possiamo non possiamo per noi non possiamo per l'ambiente perché congelatori inquinano e trasportare tutto quel materiale atto a temperatura di refrigerazione ha dei costi ambientali ed energetici e non lo possiamo fare dal punto di vista dell'equità perché non è giusto grazie grazie e ci resta pochissimo tempo io proporrei un giro un altro giro proprio telegrafico se professor turati mi vuole a una domanda da fare i nostri ospiti una cosa che è rimasta l'ultima cosa che ha detto la professoressa capua mi pare che richiami il ruolo della ricerca è chiaro che la ricerca è un altro di quei grandi temi sui quali uno che lavora in università non può che essere d'accordo e che sicuramente va portata a livelli di governo superiore a quella cosa che si diceva prima anche in termini di governance chi chi la finanzia il futuro spintonò cioè qui forse torniamo al tema il ruolo dello stato cioè il finanziamento pubblico che si assume il rischio che quella cosa lì non vada a buon fine il dato io chiederei chiederei a ricciardi ricciardi e il diciamo le lepri ha accennato anche alla governance il ruolo dello stato come alleato diciamo della salute dei suoi cittadini sempre più importante cioè sempre più diceva ieri sera stiglitz il neoliberismo perché ha fallito ha fallito perché ha creato anche dei grossissimi problemi di salute diceva anche a mano senza capo cioè la povertà è legata al problema della salute delle malattie delle sue operazioni più fragili una una frase sulla governance stato e privati nella nostra lo stato sicuramente però diciamo cambiamento climatico pandemie sono oggi responsabilità degli stati quindi c'è bisogno che gli stati provo in una modalità in qualche modo di coordinamento a livello globale sicuramente la l'unione europea sta facendo passi da gigante veramente se c'è un'organizzazione che ha fatto in quest'anno passi da gigante sugli stanziamenti sulla consapevolezza sull'attivazione di nuove agenzie sul rafforzamento delle vecchie pensiamo al centro europeo per il controllo delle malattie pensiamo alle ma è la commissione europea cioè una sede in cui gli stati membri hanno ceduto ancora secondo me non abbastanza una parte della loro sovranità per avere dei risultati importanti in cambio pensiamo che horizon europe è il più grande progetto di ricerca mai finanziato a memoria umana voglio dire in questo momento c'è da parte della unione europea uno stanziamento sulla ricerca e sul futuro enorme voglio dire sono soldi veramente importanti che i paesi membri devono in qualche modo ad operare e per quanto riguarda l'italia c'è questo benedetto maledetto rapporto tra stato e regioni che complica tutto perché è chiaro che se al nostro interno siamo come dicevano professore saluti spaccati tra 21 in realtà che sono una quanto un quartiere di roma e l'altra quanto un paese membro è chiaro che dobbiamo trovare un equilibrio ci dobbiamo dare in qualche modo una regolata se noi se non noi da questo discorso siamo siamo auto automaticamente autoescludiamo insomma ecco quindi è una riflessione che io spero ci porti sulla memoria umana io sono pessimista insomma si sta parlare io l'anno scorso ho cercato di far capire che le discoteche non sono compatibili e un ambiente delle discoteche al chiuso non sono compatibili adesso si parla un'altra volta di riaprire le discoteche al chiuso per questo che sono dalla parte ottimista dall'altra parte però mette in guardia contro la labilità della memoria umana grazie vecchietti telegrafico una proposta per il futuro spinto dal mondo assicurativo ma credo si possa si possa ripartire dalla creazione di un bilanciamento adeguato tra tra pubblico e privato io credo che il il nuovo sistema sanitario queste esigenze legate anche all'emergenza della pandemia questo cambio di framework che ci è stato imposto in realtà dagli eventi come anche la tematica della gestione di tutte quelle cure che inevitabilmente sono state rinviate riprogrammate trascurata e che già in questi mesi devo dire stanno esplodendo in modo importante nel privato solo per dare qualche numero sull'area specialistica abbiamo avuto un incremento sulle nostre gestioni quasi di 1 a 3 rispetto all'utilizzo del privato rispetto al pubblico di 1 a 2 rispetto all'utilizzo dell'area della diagnostica quindi a testimonianza che ovviamente nel riprendere la vita ordinaria o comunque nel new normal poi naturalmente i cittadini riprendono anche le loro abitudini ecco l'auspicio è che nel riorganizzare questo sistema si tenga anche conto in questo momento dell'importanza di creare una integrazione strutturale tra pubblico e privato che metta al centro la tematica dell'accessibilità io credo che il grande valore aggiunto che l'assicurazione sanitaria può mettere a disposizione e rendere più accessibile un percorso di utilizzo della sanità privata che sia realmente integrato di supporto al ruolo importante di tutela svolto dal servizio sanitario nazionale tanto più questo ruolo è integrato è programmato per così dire istituzionale tanto più il settore assicurativo può svolgere anche un ruolo maggiore con riferimento al mondo della ricerca del farmaco dell'innovazione penso in particolare alla chirurgica robotica piuttosto che al mondo della protesica che sono tutti scenari o piuttosto che ovviamente della della vaccinazione naturalmente tutti scenari molto avanzati in cui a mio avviso affiancare al ruolo importante centrale svolto dagli stati anche il ruolo del privato di un privato ingaggiato nella tutela della salute dei cittadini possa solo che garantire maggiori risorse e quindi migliori risultati per tutti grazie rettrice torna lei con allora nel futuro nel futuro spinto c'è anche la adeguata cura i pazienti non corride e tutte le cose che ci siamo detti prima questo è l'aspetto interessante perché e stato molto trascurato nei mesi della pandemia abbiamo un'idea di quello che ci è costato veramente fin qui ora sappiamo come non si deve calcolare a questo costo sappiamo che non è dato dal valore a tariffa diciamo di ria drg a tariffa dei e ricovero x i volumi del non erogato rispetto all'anno passato ok questo è il modo con cui non si può calcolare questo costo perché perché chiaramente la sanità è caratterizzata da alti costi fissi gli stipendi li paghiamo anche se le persone magari in quel momento non stanno erogando non stanno svolgendo attività chirurgica perché magari abbiamo bloccato le sale operatorie e così come gli ospedali sono aperti l'energia quindi l'unica cosa che si può magari pensare d'aver risparmiato su napoli parma ci sono alcuni risorse così non si può nemmeno pensare che una volta rientrati e superata la fase di emergenza il sistema sanitario sia in grado di recuperare tutto il verso perché comunque come poli ad operare può fare delle prestazioni aggiuntive può chiedere al personale di fare degli straordinari ma non è che si può pensare che stiamo parlando di produzione di pezzi stiamo parlando di cura alle persone con un determinato assetto che non si può moltiplicare i medici sono quelli che sono se ne può assumere di altri ma sappiamo che sono tra l'altro molto pochi quindi da questo punto di vista possiamo recuperare gradualmente cercando di ripensare soprattutto all'assetto organizzativo con quello che viene definito proviamo a immaginare se veramente come abbiamo organizzato il percorso di cura sia il miglior modo possibile che non ci siano delle attività che per esempio potrebbero non fare i medici e fare altre tv dei professionali per garantire più risposta al bisogno organizzando meglio le cure stesse percorso assistenziale grazie grazie mille e chiuderei o ancora una battuta fra essere saca acqua è lei che ha lavorato tanto con l'europa con le istituzioni comunitarie ci crede un'europa della salute cioè che questo sarà questo sarà l'europa che arriva prima anche del bilancio comune ma allora io sì ci ho lavorato tanto sono una di quella generazione del trolley che è fatta avanti e indietro fra diciamo dove si trovava e bruxelles appunto perché ci abbiamo creduto abbiamo creduto in un europa che lavorasse insieme per la salute in particolare pensate voi che cosa assurda che in europa noi che io lavoravo in una all'istituto zooprofilattico e mi occupavo appunto di malattie trasmissibili dall'animale all'uomo e per diciamo questo tipo di competenze ci sono stati anni e anni e anni di armonizzazione perché paradossalmente il commercio dei prodotti di origine animale è normato perché ci sono interessi economici mentre il diciamolo l'armonizzazione di alcuni cose come abbiamo visto tragicamente durante la pandemia non c'erano non c'era un sistema pronto a reagire in questo modo io spero proprio proprio di sì anche perché l'europa rappresenta secondo me una una forza creativa una forza di valori e che si contrappone a diciamo altre forze no che si trovano rispettivamente a destra ea sinistra o estera dell'europa quindi io questo me lo auguro per farlo però ci vuole coraggio e ci vuole il coraggio di cui parlava prima walter ricciardi cioè qui ci vuole una struttura sovranazionale che almeno quando si tratta di catastrofi di questo tipo possa avere diciamo mano libera nel senso la responsabilità è anche la potenzialità di intervenire io vorrei però dire una cosa che forse è sfuggita vorrei mettere lì una parola e la parola negazionismo ma non il negazionismo di quelli che non ci credono tipo che che dicono che io ricciardi ed altri siamo dei pazzi no io parlo del negazionismo istituzionale o nel negazionismo di alcuni governi allora e walter ricciardi questo lo sa piani pandemici ne sono stati fatti nazionali internazionali ma nessun piano pandemico avrebbe mai previsto che i presidenti dei suoi primi ministri delle democrazie più importanti più aperte più o più diciamo sviluppate del mondo che i presidenti non ci avrebbero creduto cioè come è possibile gestire una emergenza planetaria quando quelli che devono convincere i propri cittadini di come proteggersi sono i primi a ignorare oa con contestare quello che dicono le organizzazioni internazionali e quello che dicono gli scienziati allora questa è una cosa gravissima perché vi garantisco che se gli stati sovrani diciamo non sono tutti d'accordo nel applicare determinate diciamo misure ecco cosa succede ma succederà anche fra vent'anni quindi non ci dimentichiamo mai che questa è la pandemia che gli italiani credevano che fosse solo cucina che i tedeschi credevano che fosse solo poi in italia in cina e ci guardavano e dicevano ah ma gli italiani guarda che non sono capaci che gli inglesi dicevano oltremanica c'è la pandemia ma noi no che gli americani dicevano questo è un problema dell'europa cioè ma vi rendete conto questo è stato il vulnus più grande è il fatto che non ci ha creduto nessuno allora per favore adesso almeno come consapevolezza generale crediamoci al fatto che le pandemie avvengono e facciamo in modo che quando si parla di organizzazione si parla di organizzazione sovranazionale si tenga anche presente che può esistere questo piccolo problema che secondo me è stato il vero punto di caduta purtroppo e di schianto di alcune degli errori grandissimi che sono stati fatti nel gestire questa emergenza sanitaria grazie grazie di averlo ricordato io vi ringrazio di quanto è stato bellissimo a rivedervi al teatro sociale rivedere il pubblico non abbiamo purtroppo tempo per le domande ma vi diamo appuntamento al prossimo forum che sarà oggi stesso alle 17 sulla mobilità sostenibile e ringrazio il professor turati ringrazio gli economisti tutti della voce.info e la coordinatrice del sito che alessandra casarico che credo che sia poco noi e arrivederci e grazie
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