Pluralismo e mercato: una difficile convivenza
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Pluralismo e mercato: una difficile convivenza
Oggi la produzione e diffusione delle informazioni sono affidate ad operatori privati e ai mercati dei media. Le sorti del pluralismo dipendono da loro. In molti paesi democratici c'è una crescente concentrazione sia nella televisione che nei giornali, spinta da processi competitivi tra gli operatori dei media. La proprietà dei mezzi di informazione è spesso utilizzata come strumento di scambio politico con i governi. Come può la regolamentazione dei media conciliare mercato e pluralismo?
buonasera a tutti mi sentite allora in perfetta sintonia con con il festival dell'economia con il tema principale del festiva economia siamo qui per parlare di notizie partiamo dalla dal bel libro di michele popolo professore della bocconi alla mia destra e animatore del sito lavoce.info appunto notizie spa è un libro che io ho letto in questi giorni chiaramente per prepararmi a questa presentazione che ho trovato molto interessante che ci permette anche di fare una sorta di sperimentazione sociologica di questa sera nella nella copertina del libro si legge sul pluralismo dell'informazione sulla concentrazione nel mercato dei media si discute in italia con toni accesi ma poco rigore senza tenere conto dei dati e delle dinamiche economiche se qualcuno di voi ha seguito ieri sera al teatro sociale il dibattito dall'annunziata severgnini e gli altri ospiti ha avuto una riprova di quanto di quanto sia vera questa affermazione in italia quando si parla di media si pensa subito al premier berlusconi alla concentrazione dell'influenza che lui ha sui media l'esperimento molto interessante di michele polo è quello di parlare di pluralismo e concentrazione dei media dal punto di vista economico ed al punto che partendo dal dato un esercizio molto interessante perché ci permette in qualche maniera di tenerci un passo indietro rispetto a quello che anche l'altro mediterraneo in cui affrontiamo ammette questi temi ci permette innanzitutto di fare un confronto con quelli che sono le situazioni negli altri paesi come vedremo da questo punto di vista dal punto di vista della dell'economista che analizza anche con grande con grande passione questi temi ma senza mai perdere di vista il dato quindi gli indici e i numeri il risultato poi non è così scontato il risultato non è non è così banale assolutamente in qualche maniera il tema principale che che tratta e il pluralismo quella parte più interessante e intendersi su cosa su cosa il pluralismo e il pluralismo e concorrenza e mercato no qui c'è la prima distinzione che mi ha colpito molto perché michele polo giustamente pone quasi in contrapposizione il mercato con il pluralismo perché dall'analisi di quelle che sono stati percorsi di concentrazione in italia parliamo degli anni ottanta chiaramente parliamo della televisione e dei giornali che sono i due media più importanti che formano un'opinione pubblica italiana in qualche maniera dal punto vista del mercato possiamo dire è stato quasi giustificata questa concentrazione tant'è che si ritrova anche in altri paesi dal punto di vista diciamo della degli operatori di mercato ci sono delle ragioni che hanno portato e che ancora oggi giustificano il fatto che ci siano dei grandi gruppi che controllano i giornali che controllano le televisioni peraltro io sono una di queste ragioni perché mi pare di capire che i costi fissi cioè i giornalisti nei nei gruppi sono il dilemma più importante da sciogliere se guardate quello che sta succedendo ai giornali l'attuale crisi dei giornali questo vi spiega bene cosa sta succedendo perché ci sono dei costi variabili sono quelli della stampa e della distribuzione che però calano paradossalmente con la crisi perché stampando meno copie comunque la l'editore deve sostenere meno costi c'è un costo visto molto importante che quello delle redazioni che non non si alleggerisce tant'è che ci sono tutti i giornali sono in stato di crisi e tutte tutti diciamo i principali giornali italiani stanno affrontando dei prepensionamenti delle uscite più o meno volontarie appunto per tentare di alleggerire questo questo costo l'altra parte molto interessante che mi ha dato da pensare e in qualche maniera cosa cosa si intende per pluralismo come punto di partenza come punto di arrivo michele non michele nonna non si accontenta di analizzare il pluralismo di partenza dei media c'è un bell'esempio che quello delle edicole in un passaggio del libro michele dice se noi ci fermiamo di fronte all'edicola vediamo tutti questi quotidiani tutti questi giornali possiamo anche pensare che l'italia è messa molto bene dal punto di vista del pluralismo perché abbiamo tantissime voci tantissime voci diverse che danno diverse opinioni e che quindi permetterebbero into via il formarsi di diversi punti di vista dal il lettore però appunto da economista non si accontenta di questo tenta di affrontare il tema invece del del punto di arrivo un po come nella famosa definizione dell'uguaglianza in destra e sinistra di bobbiano non è importante diciamo quello che troviamo un edicole importante quello che effettivamente può può arrivare in mano al lettore da questo punto di vista la situazione è molto meno felice insomma sia dal punto di vista dei quotidiani sia dal punto di vista dei giornali dei quotidiani sia dal punto di vista delle tv a questo a questo punto vorrei appunto fare la prima domanda michele per tentare di sciogliere questo questo dilemma c'è una specificità italiana rimanendo ai numeri rimanendo agli indici di concentrazione c'è una situazione effettivamente anomala in italia rispetto agli altri paesi grazie ma direi che quando parliamo di pluralismo ovviamente può essere guardato da molti punti di vista un economista prima di tutto guarda a quali sono gli assetti di mercato le forze economiche che determinano gli esiti alla fine che osserviamo nei mercati dei media che sono oggi il veicolo principale parla di televisione di giornali di radio di internet attraverso cui le notizie ci giungono e un primo dato che chiediamo al pluralismo è quello di avere dei mercati sufficientemente articolati cioè in cui c'è un numero di attori elevato ma non solo non basta il numero l'esempio delle edicole in questo senso è rivelatore cioè io possa avere un edicola che è piena di testate in cui però magari ce n'è uno o due copie giusto per il caso di un turista che passa lievo il gazzettino della sua città di origine ma se guardo in realtà come sono le pilot e dei giornali in vendita che mi testimoniano alla fine che cosa la gente andrà a chiedere poi porterà a casa per leggere ma corvo che i gusti del pubblico si orientano su uno a due al massimo testate rilevanti in molti casi per le televisioni lo stesso oggi col digitale terrestre satellite abbiamo attualmente un numero molto elevato e crescente di canali tuttavia quello che mi preoccupa è capire se data l'offerta di contenuti alla fine la gente si posiziona su un numero molto limitato di questi che fanno la parte del leone lasciando a una coda di piccole testimonianze o di piccole curiosità il resto della audience che va agli altri canali quindi concentrazione dei mercati questo è il primo dato che ci interessa e in questo senso direi che è utile guardare alla situazione qui avevo un po di slide immaginate in base a come si poteva svolgere il dibattito di oggi e quindi mi manca proprio quella che mi serviva quindi abbiamo qui un primo dato cioè la gente dove prende ad esempio in italia e le informazioni prima di tutto dai telegiornali lo fa indagine del censis sulle elezioni europee ultime per il 70 per cento gli elettori si formano l'opinione su cosa votare guardando ai telegiornali viene in seconda battuta i programmi sempre televisivi di approfondimento i giornali arrivano più tardi così se abbiamo un 70 per cento di elettori che si forma l'opinione per quanto riguarda il loro voto sulla televisione per gérard scendiamo al 20 25 e questi sono i numeri sono numeri che fanno impressione cioè il telegiornale questi sono dati del 2008 in media il tg1 raccoglieva quasi sei milioni e mezzo di telespettatori provate a immaginare una folla di 6 milioni e mezzo di telespettatori vuol dire molte delle regioni italiane vuol dire due volte gli abitanti di roma quattro volte quelle di milano e via andare in un numero elevatissimo il tg5 fa quasi uguale quindi alle ore 20 a tavola abbiamo una dozzina di milioni di italiani che ogni sera acquisiscono una rappresentazione di quello che succede in italia e nel mondo da questo mezzo i giornali da questo punto di vista rino molto molto dopo abbiamo circa 5 milioni di copie diffuse al giorno i quotidiani cosiddetti della fascia alta quelli di informazione generale corriere soul eccetera stanno attorno ai due milioni di copie al giorno e se applicato un multiplo che normalmente fra 2 3 per arrivare al numero di elettori per copia capite che i giornali nobili tra virgolette contano meno del t tutti assieme contro novello del tg1 e questo anche spiega perché certe nomine sono più importanti di altri quindi abbiamo una situazione di concentrazione ce l'abbiamo forte in italia questi sono i dati più direttamente legati all'acquisizione di informazioni ma poi uno l'opinione la propria rappresentazione del mondo se la fascia un insieme molto ampio di programmi che coprono la intera giornata e la varietà dei generi che troviamo nella televisione ora in italia non abbiamo l'anno scorso 8 telespettatori su 10 che in media stavano sui canali di mediaset e direi quindi un cane un mercato estremamente concentrato e vero non è un dato solo italiano abbiamo dati leggermente più bassi ma sostanzialmente simili negli altri paesi europei abbiamo una tendenza alla leggera caduta di questi dati dovuti alla moltiplicazione dell'offerta ai mille canali tematici al digitale terrestre però il cuore dei grandi canali generalisti che sono poi quelli dove quasi sempre stanno i programmi di informazione più direttamente legati alla formazione dell'opinione pubblica fanno ancora la parte del leone e quindi questo è un dato europeo è un dato europeo preoccupante ovviamente perché vuol dire che le fonti da cui l'opinione pubblica si forma sono molto poche e allora scusate internet interrompo un attimo ti rubo un passaggio che mi ha colpito moltissimo tra il 2000 e il 2008 la tv ha perso soltanto il 10 10 punti percentuali di audiance cioè fra il 2000 e 2008 stiamo parlando della dell'esplosione di internet dell'esplosione dei siti dei blog del dell'entrata di internet in tutte le nostre case ciononostante diciamo nonostante questa questa grande trasformazione rivoluzione in corso in realtà la tv ha perso soltanto leggermente quello che era il suo potere di formare l'opinione pubblica e la sua capacità di impatto sì il decennio che si è chiuso adesso dal punto di vista della comunicazione un decennio di radicali trasformazioni pensate a cose che non c'erano nel 2000 e che oggi sono nella nostra pratica quotidiana appunto da internet dai cellulari sono tutte forme di comunicazione ma anche nel mondo della televisione allora c'erano veramente quasi solo rai e mediaset oggi non ci sono più solo loro ma per dire il grande attore nuovo che sky che inter il fatturato pesa quanto la rai e quanto mediaset tuttavia in termini di audience non arriva al 10 per cento quindi ha avuto un impatto forte nella diciamo così il ridisegno dei numeri dei valori dei fatturati nell'ambito televisivo ma quando noi guardiamo al problema principale che è quello di pluralismo che guardiamo questa sera e quindi ci chiediamo va bene c'è un nuovo attore ma alla fine questo è effettivamente deconcentrato la audience l'impatto è piccolo dicevo è un dato generale un dato europeo in cui abbiamo una tendenza allieve alla riduzione ma una persistenza che appunto sconfiggere grandi rivoluzioni alla comunicazione dell'ultimo decennio e quindi è una cosa a cui vogliamo dedicare attenzione per capire come mai e su questo farà un attimo tornerò qual è la specificità italiana perché siamo in buona compagnia abbiamo dati di concentrazione simili se prendiamo i primi sei canali per importanza nei vari paesi europei noi abbiamo una situazione nel 2008 2009 che dicevo dell 81 per cento in italia del 73 per cento in francia del 69 in germania è un po più bassa attorno al 60 in inghilterra in spagna non abbiamo dati ultimi ma stiamo diciamo così più vicine alla situazione italiana che non a quella inglese quindi comunque mercati che rimangono sé stante concentrati e queste sono ragioni che vanno comprese dal punto vista economico ma qual è il dato è la peculiarità italiana non di per sé la concentrazione ma due dati 1 da noi ci sono gruppi multicanale cioè rai altre principali reti pubbliche ai 1 rai 2 rai 3 mail seta altre tre reti di grandissimo impatto questo non è il dato normale perché ad esempio in francia un operatore privato non può avere più di una licenza in chiaro finanziata con pubblicità in inghilterra vale lo stesso in spagna vale lo stesso quindi quelle che sono grandi numeri a pochi canali almeno negli altri paesi vedono gruppi editoriali diversi che si giocano le politiche le scelte le linee editoriali di questi canali principali da noi sostanzialmente abbiamo che tre dei sei principali sono decisi dalla governance del gruppo pubblico e tre dalla proprietà del gruppo privato a questo si aggiungono struttura di governance che da noi sono particolarmente importanti una è una governance della radio televisione pubblica che vede una presa della politica molto più forte che altrove la bbc che pure è la più importante e storica televisione pubblica in europa ha una forma molto più distante di controllo ovviamente alla fine la nomina è da parte del parlamento poi della reggina ma il modo con cui la fondazione che governa la bbc sente la sua mission è quella di difendere gli interessi del di chi paga il canone da noi direi che difficilmente applicheremo questo come attivo di chi guida la televisione pubblica e poi c'è l'altro ovvio interesse il problema di governance se vogliamo metterla così che il conflitto di interesse quindi il proprietario della principali reti private è anche capo di una delle due coalizioni e quando vince la lezione sta gente fa un cappotto informativo sui sui sei canali o almeno cinque e mezzo con la frazione a salire a guardare dalle ultime vicende principali quindi questa è la il dato italiano gruppi multicanale e una governance dei principali gruppi che permeabile alla politica e genera una ulteriore concentrazione capacità di controllo su cui tutte queste voci peraltro scusami gli effetti sono più diretti diciamo sui tg sull'informazione non su palinsesti nel libro michele dimostra come nelle soprattutto nelle tv commerciali quindi parliamo di retequattro canale 5 italiauno i palinsesti spesso sono diversi perché in qualche maniera devono essere in concorrenza vengono segmentati in maniera tale da e se indirizzati magari ana persone più giovani o persone più anziane il caso di italia 1 e rete 4 però quando si arriva ai tg incredibilmente i titoli del tg sono molto uniformati sono molto simili quindi probabilmente questa concentrazione diciamo della del controllo si mostra particolarmente in quella che è il lavoro poco giornalistico quindi non non film gli effetti non si vedono si film sulla programmazione normale ma si erano proprio su quelli che sono i tg ma c'è un secondo effetto voglio dire anche quando si cerca di amministrare le tematiche le varietà di genere nei diversi palinsesti potendo contare su più di una rete come nel caso italiano si può distribuire bene le tipologie di programmi in modo da coprire tutte le varianti di pubblico problema è che chi volesse ulteriormente entrare si trova sostanzialmente bloccata da un gioco di squadra dei tre canali privati dei tre canali pubblici principali e non riesce a trovare una forma di affermazione noi abbiamo un settimo canale nazionale che c'è da tanto tempo che prima era telemontecarlo poi è diventata la 7 poveretto per il suo numero ma è veramente l'eterno settimino del mondo televisivo italiano e rompe non sappiano fare televisione ma per una ragione molto semplice qui ci avviciniamo a comprendere le ragioni di questa concentrazione persistente uno vince la gara della audience e riesce a acquisire i programmi e i contenuti più richiesti dal pubblico questi possono essere i film di successo possono essere la champions league possono essere i serial che oggi sono molto amati dal pubblico dei particolari presentazioni varietà eccetera se uno a quelli alla audience ai ricavi pubblicitari ea grandi ricavi ma proprio perché ha grande ricavi quegli stessi contenuti costano costano molto costano molto perché competono nei diversi gruppi televisivi per acquisirli e perché chi ad esempio ha la proprietà di questi contenuti premium io posso essere una federazione calcio una major di hollywood che ha prodotto l'ultimo successo oppure la serie di csi io mi faccio pagare perché non ho sostituti in giro avermi nel palinsesto vuol dire avere un sacco di soldi dalla pubblicità e quindi mi paghi in anticipo questo tipo di vantaggio se noi prendiamo il valore degli investimenti nel palinsesto per la rai e per mediaset quindi dei due gruppi vincenti e li confrontiamo con gli investimenti che il settimino che prima contavo cioè la7 può fare sul suo canale o sui suoi due canali avendo sostanzialmente una audience che non ha mai superato il 3 per cento avete un centinaio di milioni di investimento per canale sull'a7 e 400 milioni di investimento per i contenuti per il palinsesto su ciascuno delle reti o della rai o di mediaset e questo vi dà l'idea di che cosa vuol dire poter spendere avendo anche i ricavi per coprire queste voci e avere alla fine i programmi di successo che mi portano in alto nella audience oppure sempre essere l'ultimo escluso che non ha una capacità di pubblico quindi non è una capacità di investimento e si deve non a caso accontentare dell'europa league che è una sorta di ultima spiaggia per proprio gli appassionati di calcio che non possono fare a meno di vedere una partita che ha l'ispettore barnaby che poverino è simpatico ma rispetto a csi è una cosa quasi artigianale e così via quindi delle sorti di seconda o terza fila nei programmi perché io non ho la risorse economiche per realmente puntare al bersaglio grosso e quindi questa è una situazione che si perpetua con elevati costi fissi da palinsesto elevate audience elevati ricavi in questa corsa alla vincita ne sopravvivono in pochi e ripeto non è questo un dato italiano questo è quello che spiega ovunque perché la televisione concentrata la stessa cosa avviene per i giornali perché comunque la struttura di un giornale nazionale costa molto più della struttura di un giornale locale perché comunque affrontare i temi per esempio di redazione degli esteri è molto più costoso bisogna avere gli uffici di corrispondenza bisogna avere gli inviati in zone di guerra quindi c'è tutta una struttura di costi che ti permette comunque di essere un giornale nazionale di essere un giornale grande a quel punto to raccogli maggiore pubblicità questo infatti è in qualche modo una spiegazione che sempre guarda al successo in questo caso presso il lettore non presso i telespettatori guarda le ragioni quindi contenuti che mi permettono di raggiungere questi pubblici e guarda i costi quindi quella sentiero che abbiamo percorso quel sentiero logico che ci ha spiegato perché alla fine ci sono pochi vincenti in questa gara al rialzo per i contenuti fondamentali nella televisione in qualche modo ci permette anche di capire qualcosa della stampa stampa in cui di nuovo partiamo non solo dal cortile di casa ma guardando anche all'estero perché solo così certe dinamiche le possiamo comprendere l'italia prima di tutto un paese che legge poco in termini di quotidiani avete in quella in quella tabella le copie per mille abitanti e vedete che più si scende a sud in europa più calano le copie di giornali letti e in italia abbiamo una diffusione attorno ai 5 milioni oggi di copie complessivamente prendendo tutti i tipi di giornali e non a caso poi anche la quota di investimenti che vanno alla stampa sull'insieme degli investimenti segue questo percorso vedete che laddove la leadership il numero di lettori è più elevato germania inghilterra anche la quota di pubblicità assorbita dalla carta stampata e maggiore e questo è abbastanza normale io chiedevo fare una campagna per i miei prodotti voglio arrivare a più consumatori possibili se ritorna a televisione spendo lì se li trovano i giornali anche quello è uno strumento di veicolazione dei miei messaggi pubblicitari che mi interessa abbiamo pochi lettori è poca in termini relativi investimenti pubblicitari e abbiamo una segmentazione piuttosto forte dei giornali noi abbiamo in realtà se guardiamo al dato nazionale questa non perdetevi nei dettagli ma poi qualche commento lo farò su questa gabella molto densa se prendiamo ad esempio un tipico indicatore di concentrazione che guarda come le copie diffusa di giornali si caratterizzano in termini di presenza o meno di posizioni dominanti cn un numero al quel numerino piccolissimo 565 in basso che fa ridere nel senso che quel tipo di indicatore di concentrazione quando assume quei valori ci parla di un mercato totalmente frazionato quindi non potrebbe dire vabbè la televisione abbiamo visto che è un disastro ci sono pochi che fanno la parte del leone ma almeno nella stampa si respira un'aria piena di tanti protagonisti e un po quella foto da lontano dell'edicola che vi dicevo il problema è che però sono pochi i giornali che coprono una readership nazionale che sono letti più o meno in tutte le regioni in modo relativamente simile sono veramente pochi abbiamo il corriere abbiamo repubblica abbiamo il sole abbiamo eccoli qua questo di nuovo un indice che più basso più alto epici dice che quel giornale è letto soprattutto in una zona piccola del paese e quindi grosso modo fino ai valori del corriere della sera che assume quello di 700 stiamo su una distribuzione delle copie fa le diverse regioni che relativamente uniforme e non a caso vedete che sono alcuni grandi giornali d'opinione repubblica e corriere un giornale che essendo eletto in misura cospicua down down a costituirsi professionale che c'è dappertutto cioè i commercialisti di nuovo il sole24ore prova una diffusione piuttosto uniforme poi dei giornali sostanzialmente politici dichiaratamente o di fatto politici libero l'avvenire l'unità il manifesto questi sono giorni che non hanno un radicamento territoriale e poi proseguendo in questo elenco iniziamo a trovare i propri giornali regionali il carlino che vende in emilia la nazione che venne in toscana messaggero che vende sostanzialmente a roma al mattino a napoli e via andare e poi se scendete ancora trovate man mano giornali che sostanzialmente vendono in una provincia caso estremo notate che questo indice ha un valore teorico massimo di 10mila che vuol dire che lì tutto avviene una sua regione dolomiten essendo un giornale in tedesco vende sostanzialmente tutte le copie in alto adige perché ce ne sono parecchi che concluso la dice di questa città all arena che regionale di verona e via andare l'eco di bergamo sono tutti i giornali che sostanzialmente vendono in una regione quindi noi anche per i giornali realtà dove eravamo partiti da quel dato apparentemente confortante di una grande varietà di testate abbiamo in realtà una collezione a parte pochissimi quotidiani di oligopolio addirittura sostanziale i monopoli locali e che anche lì non c'è un signore che da solo può generare tutte le notizie che arrivano nelle case degli italiani però in per ogni abitante di una provincia c'è sostanzialmente uno che è in grado di passare le notizie che con per avvierà la provincia in provincia ma per il pluralismo il problema rimane peraltro in italia anche le testate nazionali hanno una forte concentrazione in alcune macro regioni il corriere della sera vende soprattutto in lombardia nord è vero che è considerato il giornale nazionale ma ogni volta che io arriva a roma che andava tra i miei genitori chiede il corriere mi danno il corriere dello sport non è una battuta e vero cioè devo sempre ormai un parla di che il corriere della sera perché se lo chiede il corriere l'edicolante dal corriere dello sport la stampa è ormai diciamo quasi quasi legato alla al piemonte repubblica forse quello che alla maggiore presenza territoriale anche perché il gruppo espresso negli ultimi anni ha acquistato molte molte testate regionali e anche questo ha portato a un ulteriore concentrazione sono tantissime testate regionali che da sono tenute da gruppi nazionali quindi diciamo così la situazione per questi due televisione stampa purtroppo non è rosea perché anche per i giornali osserviamo questa concentrazione di nuovo è un meccanismo da un lato di costi dei contenuti e dall'altra di licata così contenuti per la stampa sono appunto quelli che che ricorra ma si muove sostanzialmente le redazioni che sono un'entità sostanzialmente fissa in casi di crisi come questo una entità che va sforbiciata con interventi spesso dolorose di prepensionamento eccetera ma è un'entità che non varia col numero di copie stampate diffuse come invece ad esempio i costi di stampo di distribuzione che sono tipicamente flessibili se faccio il 20 per cento in più di copie quei costi seguono anche la redazione è sempre quella e quindi abbiamo di nuovo un costo fisso e poi dei ricavi che devono comparire ora i mercati piccoli come sono in molti mercati provinciali che potete immaginare ha detto questa lista di giornali la leadership il numero di lettori potenziali è a sua volta piccole in quella piccola cittadina non ci posso stare due quotidiani ragionevolmente con quel minime dimensioni per questi gadget e spesso stiamo attorno ai 30 35 giornalisti ma sotto non riesce neanche andare perché non riesce proprio a fare il prodotto quindi abbiamo dei costi un piccolo mercato è una collezione di piccoli oligopoli o monopoli locali per i giornali che riescono a raggiungere pubblici più ampi ovviamente il numero di copie del più ampio e anche i costi sono più ampi perché noi abbiamo che ad esempio il numero di ecco qui abbiamo un dato abbastanza interessante a seconda delle tirature quindi immaginate con quell elenco dei giornali dai più piccoli le gazzette locali via via cresce vedete che la dimensione del degli addetti dentro cui i redattori quindi giornalisti fanno la parte principale cresce molto con la tiratura così come cresce il costo del lavoro per dipendente vuol dire quando io faccio un grande giornale nazionale con una foliazione di 60 pagine non coprire una quantità di generi con uno spessore e profondità di approfondimento che ho bisogno di un sacco di gente questo sta lì non solo il costo per dipendente cresce nel senso che non solo ne ho di più ma mediamente la qualifica e la qualità professionale cresce di nuovo giornale più grandi costi fissi più i danni delle redazioni anche in quel segmento alla fine non ce ne possono stare quindi abbiamo una sorta di mille foglie in ciascuno degli strati troviamo pochi attori anche per i giornali e qui la disamina abbastanza sconfortante o punto del pluralismo termina o meglio ci sono gli altri radio internet per fortuna stanno meglio mi permette di commentare un attimo perché stavo pensando come numero di addetti noi siamo messi benissimo il capitano abbiamo più di 200.000 copie siamo 349 al corriere il vero problema e riferendosi quello che giornalisti mi prende una piccola rivincita generazione del vero problema è la il secondo dato perché nel nel giornalismo come in tanti altri lavori come nella medicina come tra i piloti diciamo in tanti lavori che erano prima considerati privilegiati in realtà c'è stata una frattura generazionale quindi i giovani quelli della mia generazione costano la metà rispetto alla gli anziani però i giornali sono pieni di persone anziane insomma ecco quindi se così abbiamo fatto un percorso abbiamo una spiegazione che di tipo economico cioè questi non sono mercati concentrati per caso sono mercati concentrati perché sono mercati in cui la competizione per raggiungere il pubblico che sia la audience che siano i lettori spinge in alto i costi fissi che sia il palinsesto che sia le redazione e alla fine in questa rincorsa pochi vincenti possono sopravvivere questo è il dato che dal punto di vista analisi economica ovviamente segnala un problema che non è italiano e non è solamente da economista perché diciamo così noi nel mondo di oggi rispetto a decenni fa oramai affidiamo ai mercati dei media la formazione la diffusione dell'informazione la formazione dell'opinione pubblica in tutte le democrazie moderne e da quei mercati che viene il veicolo fondamentale che oli ai meccanismi della democrazia ecco questo dato ci dice che però affidarci a questi mercati ha un costo molto grave nel senso che implica una naturale concentrazione in poche voci rilevanti in questo processo fondamentale per i sistemi democratici che una equilibrata e pluralistica formazione dell'opinione pubblica mio libro un sottotitolo il titolo è notizia spa però proprio per dare l'idea che oggi sono i meccanismi economici che vanno considerati per capire con le mele notizie si generano e si diffondono nel sottotitolo che da un pò il colpevole diciamo così è pluralismo perché il mercato non basta poco perché questo dato ci allerta sul fatto che una politica che affidi interamente alle forze di mercato alla soluzione di questa funzione fondamentale dei sistemi democratici rischia poi di creare dei problemi che a casa nostra vediamo con patologie ulteriori ma che sono più generali peraltro come dire tu sei particolarmente scettico nei confronti delle nuove tecnologie non credi che le tecnologie in qualche maniera riusciranno ad aumentare il pluralismo tutti noi giornalisti amo guardando al quello che possiamo definire giornali della versione digitale del giornale che sia internet o che sia l'ipad avete seguito il dibattito che è internazionale nasce dagli stati uniti ma praticamente non c'è giornalista che non guardi all marco e se ne va una tecnologia come la possibilità di salvare il giornalismo effettivamente il mondo digitale riduce il costo della transazione quindi di per se dovrebbe come dire anche ridurre il vantaggio della della scala cioè l'essere grandi per sopravvivere tu mi sembra su questo punto 6 è scettico non sono scettico voglio dire voglio distinguere quello che è il futuro prossimo venturo da quella che è la realtà di oggi non so se molti di voi erano all incontro con diamanti e con stella questa mattina quindi se qualcuno non c'era io vi faccio vedere questo grafico che ci racconta oggi come funziona il meccanismo della rappresentazione delle informazioni e della formazione effettiva delle percezioni dei problemi e in qualche modo dell'opinione pubblica questo è tratto da una ricerca che appunto è stata fatta da ilvo diamanti assieme all'osservatorio di pavia che monitora l'informazione televisiva lo scorso anno oggi il suo presentava l'aggiornamento di questa di questa di questa ricerca orari in questo grafico voi vedete tre curve che vi racconto perché non so se dalla vostra postazione si riesce a comprendere di cosa parlano parlano tutte e tre di uno stesso fenomeno cioè la criminalità diffusa sono riferita a una serie di crimini contro la persona e contro proprietà che tipicamente noi siamo portati a collegare a un senso di insicurezza personale rapina in casa violenza il dato blu è il dato dei fatti tra il numero di denunce per questi reati nei diversi semestri dal 2005 al 2008 è un dato diciamo così sostanzialmente stabile con un trend decrescente in realtà negli ultimi anni quindi la fotografia del dato effettivo ci parla di un fenomeno esistente ma un fenomeno che tende a non aggravarsi nel tempo e anzi a una tendenziale miglioramento avete la linea rossa quella specie di tappa della dolomitica del giro d'italia che racconta il numero di notizie sui sei principali telegiornali serali ricordate le cifre di quanti riguardano facevo vedere all'inizio nei diversi semestri che avete un andamento che è relativamente stabile o in flessione fino al secondo semestre del 2006 ricordo che nella lì in mezzo ci sono le elezioni poi vinte dalla coalizione di centrosinistra poi avete l'inizio del mortirolo cioè una salita vertiginosa che porta sostanzialmente quasi a raddoppiare il numero di notizie nei semestri del 2007 il primo semestre del 2008 e non era successo nulla che giustificasse questa intensificazione non solo come numero assoluto di reati ma anche i crimini diciamo così di particolare valore mediatico non erano più frequenti in quei tre semestre di quanto non lo fossero primo in cui di quanto lo sono stati dopo la rete quella linea gialla di cui c'è anche quel punto lino iniziale perché mancava una rilevazione semestrale per fare una linea continua che ci dà un risultato di un sondaggio su un campione rappresentativo della popolazione legato proprio alla domanda se nell'area in cui la persona vive avverte un aggravamento della situazione di insicurezza personale e voi vedete che sostanzialmente l'andamento come un ritardo più o meno di qualche mese segue non già il dato reale sottostante ma la sua rappresentazione mediatica sale quando la televisione ha iniziato a trasmettere un numero estremamente elevato di notizie su questi crimini e scende poi quando una volta passata il 2008 le notizie flettono e anche la percezione flecha ora questo ci dice una cosa che nonostante internet tutto il fatto che poi l'ottanta per cento degli italiani sostanzialmente a una si ricostruisce il quadro di quello che avviene nel mondo attraverso il tubo catodico a subisce una influenza e notate è un'influenza che non è dovuta al fatto spesso quando io parlo di queste cose e chi in qualche modo è disturbato da questo tipo di discorsi easyjet ma l'italia non sono mica deficiente certo che non sono deficienti non è il problema di sentire una volta uno che mi dice una tesi particolarmente diversa che mi fa cambiare opinione non è rivelando in qualche modo le preferenze sentendo gasparri capezzone che io mi convinco di buone argomenti della coalizione di centrodestra il problema è la goccia cinese del giorno per giorno in cui io apparentemente non sto ricevendo dei messaggi esplicitamente politici ma sto ricevendo una collezione di fatti che man mano formano il mosaico di quella che è la realtà in cui mi sento immerso e se in questi in questo mosaico gran parte delle tessere mi raccontano di crimini io alla fine intelligentemente non posso che convincermi che questo è il mondo in cui vivo quindi in questo senso la televisione ha un impatto forte i giornali per quello che raggiungono della della leadership a loro volta è quello che mi preoccupa oltretutto non è solo quello che dicono come qui è quello che non dicono che a volte altrettanto importante io vi voglio raccontare un'esperienza che per me è stata il battesimo dello stile minzolini in qualche modo l'estate scorsa io sono stato al mare in un'isola dove non avevo la televisione aveva affittato una casa e leggevo quindi i giornali quella era l'unica mia fonte di di notizie finiscono le vacanze purtroppo fine agosto fine agosto è il periodo in cui esplode il caso boffo in cui il giornale di feltri pubblica una serie di notizie che mettono in grave difficoltà il direttore dell'avvenire che aveva sollevato qualche perplessità su alcune vicende che vedranno coinvolte berlusconi e i giornali erano zeppi in quei giorni di quelle cose sera parte il traghetto sono nella sala bar del traghetto dove ci sono anche tutte le televisioni appese e sento la sigla del tg1 che da 15 giorni invece non risuonava nelle mie orecchie quindi vediamo oggi come è successo nel caso boffo notizie la scoperta di una discarica abusiva di rifiuti in calabria che poi per pura curiosità ho cercato il giorno dopo nei giornali e non l'ho trovato gli italiani al rientro delle vacanze per fortuna una benevola coda di quel tempo sul rientro degli italiani in quarta posizione caso boffo ecco anche non dare notizia importante ieri qualcuno di voi forse ha partecipato alla conferenza al teatro sociale dove c'era colaninno presidente di cai alitalia e un collega andrea boitani che facciamo diciamo così il controcanto quella è un'altra vicenda brutta dal punto di vista dell'informazione per l'italia è una vicenda delicata in cui si giocavano molti aspetti in cui in una sequenza di tempo molto breve nel marzo il piano di acquisto da parte di air france collassa per la opposizione dei sindacati anche la dichiarata ostilità della coalizione di centrodestra nell'estate nasce il piano fenice e poi si conclude con la con il decollo della nuova cai con peraltro un passaggio di governo insomma con passaggio ad assaggi il passaggio che meno ma non c'era il governo prodi ancora nelle traduzioni c'è il nuovo governo e celli in piano ora andrea boitani che era il collega che interloquiva con colaninno l'ha ricordato in questa vicenda ci sono stati due mesi di sostanziale black out questa volta sui giornali non solo su una televisione e sui giornali mi spiace massimo dove recitare ma ci mancherebbe oltre a quello del non sono ancora il direttore in cui non si trovava nulla ci sono state solamente due anticipazioni che poi un all'inizio di luglio e poi a fine luglio di due due lunghi articoli che descrivevano il possibile piano fenice e devo dire che il giornalista aveva delle ottime entrature perché era già perfettamente definito e fino a fine agosto quando la frittata era fatta diciamo così il tema scompare dai giornali dopo abbiamo i soliti interventi a favore interventi conto è quindi quello che ci aspettiamo da una stampa indipendente che confronta le posizioni però il problema è che nella fase cruciale in cui l'opinione pubblica doveva ricevere dei dati per capire se era stata veramente un delitto lasciarsi scappare la offerta di air france che si prendeva in carico i debiti dall'italia o era una buona idea avere mantenuto l'italianità della compagnia purtroppo con questo debito di circa 3 miliardi di euro che a questo punto è rimasto sulle nostre spalle ecco questo confronto pubblico non è stato in grado di fare quindi quando diciamo internet diciamo sicuramente una fonte che non può essere tamponata è che idea del bambino olandese che mette il buco nella di caco in internet non avremmo mai abbastanza dita da tappare tutti i buchi quindi qualcosa arriverà anche se faranno una pessima legge delle intercettazioni dall'estero noi riceveremo magari anche il materiale audio per di queste intercettazioni però il problema che oggi come oggi giornali e televisioni sono quelli che fanno leone quindi e su quelli che se siamo preoccupati da questi fenomeni di concentrazione e di distorsione della proprietà perché chiudiamo la storia l'italia tronchetti intesa che peraltro ringraziamo essere sponsor di questo di questo festival benetton e un quarto che adesso mi ricordo sono nel patto di sindacato di corriere e sono in carico la emma mercegaglia che simpatica persona che la mia compagnia diversità era a sua volta nell'azionariato di cai e come presidente di confindustria e l'editore del sole e se non voglio fare delle cose troppo banali di la telefonata così sicuramente sappiamo che il problema della proprietà e del rapporto con la direzione dei giornali è qualcosa di più articolato e complesso che la mera cinghia di trasmissione però in certi passaggi realmente avere la possibilità di un azionariato dei mezzi d'informazione che non porti con sé dei potenziali conflitti di interesse perché appunto non ci sono solo quei di berlusconi cioè sono molti altri abbiamo non abbiamo editori puri praticamente neanche nella stampa ecco è un qualcosa che sicuramente rende il problema del pluralismo ancora più complesso ma quello che preoccupa che tu hai citato il caso del sole del corriere della sera anche gli altri giornali non ne hanno parlato quindi c'è un uniformità che evidentemente va al di là di quella che può essere appunto la la pura e semplice cinghia di trasmissione del potere insomma la telefonata che arriva la pressione che arriva è chiaro che queste pressioni ci sono insomma non i giornali non sono dei conventi però come dici tu questo da solo non li non riesce a spiegare bene il risultato è possibile che in questo caso anche il passaggio di governo abbia giocato un ruolo se quella fase di incertezza in cui evidentemente tutto l'establishment si domanda chi sarà il nuovo uomo forte ci sarà il passaggio non ci sarà il passaggio quale sarà l'umore del nuovo governo nei confronti di un'operazione che può aver effettivamente moedi è consigliato di tenere bassa 1 una notizia insomma in attesa di inter highmore diciamo così in una fase dove la corsa di centrodestra aveva vinto nettamente le elezioni quella che poi i politologi chiamano la luna di miele quindi questa fase in cui sostanzialmente al governo viene data carta bianca il problema è che questa luna di miele ci è costata 3 miliardi di euro abbiamo pagato il biglietto questa luna di miele e almeno che la gente si renda conto di questo oltre che avere la bandiera italiana ancora sulla coda degli aerei a me farebbe piacere per pura equilibrio nella elementi che alla fine uno deve considerare quando guarda a queste vicenda c'è una cosa che mi ha colpito oggi visto che vi dimostro che leggo anche la concorrenza una pagina di repubblica che riprendeva la ricerca di ilvo diamanti che oggi è stata presentata quello che qui a trento oltre all'esempio che citavi to della sulla criminalità c'è un esempio anche interessante che dice che sostanzialmente sul piccolo schermo le notizie sull'emergenza economica cioè sulla crisi sono venti volte inferiori rispetto a quelle sulla criminalità peccato che dati dimostrano che in questo momento i dati la preoccupazione maggiore degli italiani sia la crisi in una criminalità cioè quel percorso quella linea discendente che vediamo qui nel 2008 ha continuato scende ormai nel secondo questa ricerca di ilvo diamanti italiani sono molto preoccupati della crisi questo è un esempio interessante perché dimostra che in qualche maniera gli italiani riescono ad intercettare quello che il tema più importante anche al di là dei tg perchè adesso io non vi posso proiettare ma tutti questi numeri dimostrano come la crisi sia sostanzialmente scomparsa dai tg come ti spieghi questa cosa proprio perché recenti non ed efficiente si accorge che siamo in crisi anche se nei telegiornali appunto circa il 4 per cento dello spazio delle notizie ansiogene andava a coprire ed enti nel trimestre gennaio marzo legati alla crisi economica controllo 80 per cento di notizie ansiogene che si riferivano ancora ai crediti la gente se ne rende conto però e questo è stato raccontato anche in un altro degli incontri del festival oggi alla sera della provincia sull'informazione conoscenze statistica degli italiani se ne rende conto ma non a dei dati precise quindi non riesce in realtà a collegare la prova ovvia percezione personale spesso la gente in questo periodo è stata messa in cassa integrazione ha avuto una riduzione di si ascolta ci mancherebbe che non si rendono conto che c'è la crisi ma con il sito che tu ricordavi lavoce.info elisa e che è un istituto di analisi economica abbiamo svolto una indagine per capire poi quali sono effettivamente le conoscenze degli italiani circa i numeri della crisi ma un conto e capire che le cose vanno male un conto a capire più precisamente come quanto vanno male ora degli intervistati solamente il 20 per cento era in grado di dare una risposta quantitativa a domande semplice cioè com'è andato il prodotto interno lordo come l'inflazione come è andata la disoccupazione di questo 20 per cento che già è una enorme minoranza gli altri si genericamente sapevano che le cose andavano male ma poi nel concreto non erano in grado di capire qual era la temperatura della febbre di questi il 30 per cento di chi ha risposto immaginava che il pil forse aumentato nel 2009 nel 2009 in italia che è sceso di quasi sei punti che la disoccupazione si fosse ridotta quindi alla fine il problema è che se io non ho delle informazioni affidabili e sufficientemente precise quello che è la mia percezione di insicurezza va questa volta la crisi economica e non mi spavento più degli immigrati o dei crimini però resta una cosa vana che non riesce poi a tradursi anche in una domanda politica di paul ii o di capacità di valutazione se le politiche economiche che vengono fatte dal governo quelle che sono proposti dall'opposizione hanno una qualche ragione non a caso la densità lo ricordava diamanti questa mattina di notizia sulla crisi dopo che il governo ha dovuto varare un amen una manovra sicuramente d'impatto circa dieci giorni fa dal 4 per cento sono passate al 15 per cento delle notizie ansiogene a quel punto chiave la manovra i compiti delle vacanze perché la gente a che punto ti chiede anche conto di quello che stai facendo ma abbiamo evidentemente una informazione che segue un'agenda che è un agenda politica e non un agenda di chi deve professionalmente informare su quello che succede io non ho detto niente su quest'ultimo grafico ma tutti avete capito di chi era al governo in quella finestra le notizie e raddoppiano al portiere al governo quando ne tornano giu ecco questo è francamente preoccupante perché è un modo di imporre alla sensibilità dell'opinione pubblica dei temi che sicuramente nei due schieramenti hanno una percepita capacità di intervento efficace o meno centro sinistra storicamente registra una certa incapacità di fare proposte che vengono giudicate convincenti dalla opinione pubblica quando si parla di sicurezza è probabilmente o almeno lo era più efficace quando si tratta di di affrontare importanti emergenze economiche ecco chi fa il menu purtroppo alla fine del termine anche come andrà la digestione peraltro questo rischiato di essere anche un boomerang perché il ministro tremonti fa sta passando la sua crisi diciamo più importante come ministro proprio perché non come dire ha sempre detto che l'italia andava benissimo adesso non si chiuse in una uccisioni regalati l'aveva previsto per definizione ecco a questo punto diciamo così la situazione da cui siamo partiti quei dati che vi dicevo è una situazione che dal punto di vista del pluralismo sia per quanto riguarda concentrazione di mercati che gli assetti proprietari è preoccupante vi dicevo non è una sola peculiarità italiana anche se da noi stiamo un pò pin che cosa fare questo né alla fine quello che uno si chiede ovviamente nel chiedersi che cosa fare io almeno come economista non voglio tener conto delle ovvie vincoli politici al applicare certe ricette ma questo non mi interessa io qui faccio il dottore è un dottore magari può proporre delle cure che sono che sono anche faticose per il paziente però quello che come dottore devo fare è preoccuparmi di suggerire delle cure che funzionano cioè che colgono qual è il meccanismo è la patologia e vedano di intervenire allora dai ragionamenti che facevamo uno dei dati importanti e comunque questi sono mercati che hanno una loro tendenza natura la concentrazione non è che posso con la bacchetta magica dire bene da domani gli italiani guarderanno 20 canali allora a lei regalo questo che a natale gli italiani guardano quello che passa al convento il quello che passa al convento e quello che riescano acquisire di contenuti eccetera quindi questi dati di concentrazione sono un qualcosa da considerare ma anche così qualcosa sicuramente si può fare ricordavo come il dato dei gruppi multicanale è un dato italiano in francia non è possibile avere pre vicenza in chiaro finanziate con pubblicità lo stesso inghilterra in francia iniziamo a lavorare di seconda questo vuol dire ovviamente intaccare le posizioni del principale di un pubblicato ma anche della rai ma non capisco perché pur convincendomi che il servizio pubblico abbia una funzione abbiano a funzionare su certe tematiche abbia una funzione di accesso ai propri canali ma sicuramente tutti noi riconosciamo che delle 8mila passa ore per canale che vanno sulla programmazione rai la la frazione che classificheremo come servizio pubblico e che giustifica i 100 e passa euro che facciamo ogni anno è sicuramente una trazione abbastanza piccola dell'insieme della programmazione si faccia pubblico finanziato con solamente con il canone che non prende pubblicità e che si dedica a programmi che hanno la funzione di candy del servizio pubblico e non vuol dire fare dei canali che alla fine vedranno in quattro gatti perché io quando mi vedo saviano da fazio sento di avere speso bene il mio il mio banca quando vedo certi si ricordava la fiction su basaglia anche lì io sono contento e ha pagato 100 euro quando vedo che quando vedono l'isola dei famosi io dico per favore quella della finanza con la pubblicità perché non vedo perchè devo cacciare dei soldi perché poi magari me la guardo anche e quindi come telespettatore giustifico che ci siano entrati subito pubblicità ma quello non è il servizio pubblico allora questo comunque libera una serie di risorse per nuovi editori televisivi che almeno pur dovendo c tenere questa tendenza alla concentrazione molto implicherà un pochino di più le voci non permetterà più con un solo joystick di muovere tutta quella massa di informazioni perché le televisione saranno svolte secondo logiche diverse giornali anche li vedevamo una situazione spesso di concentrazione soprattutto nelle nelle realtà locali perché poi di fatto abbiamo visto gli italiani leggono poco e sono interessati soprattutto alle notizie di casa beh ci sono sicuramente politiche pubbliche di finanziamento dei giornali ci sono trasferimenti di qualche centinaio di milioni di euro che però ad oggi non hanno nessun senso dal punto di vista della promozione di mercati più articolati da parte i giornali vanno a determinate categorie e non ad altre di giornali cooperative di giornalisti ma per cui alla fine io mi ri costituisco come cooperativa di giornalisti e faccio esattamente quello che facevo prima ma un trasferimento pubblico coprono spese come le spese telefoniche che oggettivamente sono una funzione generale dei giornali ma anche le spese postali che di fatto vengono assorbite soprattutto dai gruppi editoriali che lavorano per abbonamento e quindi dai gruppi editoriali quasi sempre che hanno i magazine che sono quelli a cui ci si abbona in italia siccome il servizio postale non è in grado di garantire la consegna la mattina presto gli abbonamenti ai quotidiani sono una quota molto piccola quindi di nuovo sono un sacco di soldi che finiscono alla fine nella casella sbagliata allora io penso che i giornali siano una funzione importante e voglio promuovere una maggiore concentrazione del mercato ma allora vado a colpa finanziare quelli che sono realmente gli elementi di costo che determinano la sostenibilità o insostenibilità dei giornali ad esempio i costi fissi delle redazioni e lavora in modo intelligente ad esempio avendo delle sorte di finanziamenti sullo start up di nuovi giornali io finanzio ad esempio un nuovo giornale in una realtà locale in modo che si moltiplicano le voci con una investim comuna finanziamento chiede crescente man mano che questo si avvicina aver conteso una quota di di vendite a quello che era l'unica gazzetta locale e così via questo è un modo di promuovere una maggior frazionamento in un settore dove altrimenti abbiamo visto in ogni città c'è una singola voce e in ogni città una singola voce non è di nuovo un caso italiano ci avete gli stati uniti certi in molti paesi europei quindi sono problemi diciamo così e non sono ricette giusto per curare i nostri strani mali italiani ecco queste sono cose possibili ovviamente la risposta è buona notte quando mai in questo parlamento si affronterà nei modi che suggerì vi si privatizza la rai si tolgono due reti a mediaset e così via lo so anch'io non è che sono arrivato dalla luna però io penso che sia anche compito di chi non vuole fare una battaglia di principio io nel mio libro penso di forse non ci sarei mai il nome di berlusconi e non lontano anch'io non uscita massa ci dà una volta fininvest ma non cita mai fininvest aveva citato è un problema di volere colpire delle posizioni personali e un problema di assetti proprietari e di mercato è un problema di cure che possono raggiungere quegli obiettivi poi se gli equilibri politici non consentono questo risultato da una parte uno può dire va bene ci ha fatto perdere un'ora e sei illuso dall'altra però ci dicono anche che se una cura che è già all'opera in francia in inghilterra in spagna da noi è una cura impossibile ci sta segnalando che siamo veramente molto malati non che io vivo sul lavoro ecco quindi questa è alla fine la morale che vorrei trarre da questa chiacchierata peraltro permettimi di aggiungere un piccolo tassello seguito perfettamente il ragionamento e mi sembra io lo condivido pienamente credo che ci sia un un tema da aggiungere quando parliamo di appiattimento diciamo delle notizie quando parliamo di tg che seguono tutte la stessa linea nei titoli quando parliamo di giornali da dove scompare improvvisamente la notizia l'italia stiamo parlando anche di responsabilità dei giornalisti insomma quindi al di là degli interventi i regolatori che sono assolutamente condivisibili credo che in qualche maniera fatemi fare un mea culpa la se n'è parlato anche ieri sera diciamo durante l'intervento al centro sociale c'è un tema molto forte di cosa vuol dire fare il giornalista oggi quale sono quindi credo che potremmo aggiungere questo questo tassello di responsabilità da parte dei giornalisti da parte della categoria insomma io direi che ci sono domande le raccogliamo volentieri se c'è qualche qualche dubbio altrimenti andiamo tutti a cena e bing siamo di aver partecipato grazie
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