Buongiorno, benvenuti alla presentazione di sguardo ai mutini sul museo. Diporizzo l'unizione che è un manager, un consulente, un docente e che con quest'opera ha, questo libro ha intervistato 15 donne, tutte nel campo dell'arte, tutte più che altre, anche più musee, diciamo, perché alcune sono musee d'arte, altre invece sono sempre musee di impresa o attività legate, insomma, solo all'intirizia, a musee di attività di famiglia. Quindi diciamo, il museo è inteso in un senso più ampio rispetto solo al contenitore di opere d'arte. E il titolo di edere è sguardi femminili, però c'è uno sguardo femminile, sono appunto sguardi femminili. Beh, come tu hai appena detto, sono intanto 15 sguardi femminili. L'idea del libro, diciamo così, la piccola teoria di partenza, peraltro, e questo mi ha ovviamente gratificato, condiviso dalle mie 15 ospiti, è quella che lo sguardo femminile, dunque parliamo al singolare, in questi anni di grande crescita sia dal punto di vista della qualità che della quantità, dopo la pausa ovviamente drammatica del Covid, come offerta culturale museo, lo sguardo femminile abbia dato un contributo fondamentale nel mondo per rendere più vicino, più accessibile, più disponibile e per usare, diciamo così, un linguaggio forse meno distante, appunto, più vicino. E dunque pensare non solo e non tanto alla felicità di chi lo dirige, dunque alla gioia dei pochi che si occupano di queste cose, ma viceversa soprattutto alla felicità del grande pubblico, anzi dei grandi pubblici, perché in questo caso è giusto parlare al plurale perché i pubblici sono molto diversi, sia per età, sia per geografia, sia per cultura. Credo che l'imprinting, la cultura, la disponibilità e appunto lo sguardo femminile, per cui un approccio di genere che non deve essere antagonista rispetto a quello maschile, ma in una, e non deve essere, diciamo così, un fattore di competizione, però nel momento in cui qui in Italia, ovviamente, ma non solo, l'offerta culturale sta aumentando, il fatto di essere, diciamo così, più disponibili e organizzare di più è meglio, in maniera più vicina ai pubblici, il modo di intendere, organizzare, offrire e fare museo credo che sia importante. Queste donne appunto vengono da esperienze diverse, partenenti diversi, attività diverse, però diversi di loro parlano degli stessi argomenti, parlando di inclusività, della collaborazione, di quanto è importante anche il lavoro di gruppo. C'è quindi, si può ritracciare un tipo di leadership femminile in questo campo, sono queste magari le caratteristiche dello sguardo femminile? Secondo me sì e secondo direi il 100%, come tu hai ricordato, e ti ringrazio delle intervistate così è. Diciamo che hai accennato prima, ed è giusto sottolinearlo, questa grande biodiversità di queste esperienze, ma anche la dimensione, l'importanza, le latitudini geografiche, per cui le profonde differenze culturali da museo-moseo, perché passiamo dal Metropolitan di New York al Museo della Liquirizia di una piccola cittadina calabrese. Però un tratto che accomuna tutte queste esperienze secondo me è quello del noi, del museo impresa, del museo che si fa carico, e dunque c'è un concetto molto importante, e anche qui dove lo sguardo femminile ha secondo me, una marcia in più, il concetto di cura, di prendersi in carico, sia il pubblico interno per cui dipendenti i collaboratori, sia ovviamente i pubblici esterni. Veniamo soprattutto in Italia, non sempre e non dovunque, però da una cultura in cui il museo ha sempre avuto un approccio abbastanza distante e i cultori della materia si sono avvicinati a questa cultura, intendendola un po' più come culto piuttosto che come cultura di partecipazione, per cui in sintesi il museo per pochi elefti e per iniziati. Purtroppo ancora è un po' così, soprattutto per i musei di impianto tradizionale, ma certamente l'offerta dell'arte contemporanea, dunque dei musei che sono diventati sia case, a partire dal guscio, molto avvincenti, molto seduttive e molto orientati, a volte anche troppo, perché una delle fatiche del museo è anche la vampirizzazione dell'edificio, in certi casi può l'edificio essere anche troppo invadente. Ma comunque, a partire dal edificio arrivando alla gestione della cosa museale, che come sappiamo tutti non è più esporre, conservare tutelare, ma evidentemente mettere a disposizione, creando occasioni anche di discussione, per cui all'interno dei musei di impianto innovativo quelli che sono stati oggetto di restyling, ci sono aree di riposo, aree di riflessioni, biblioteche, spazi per incontri, per dibattiti, talvolta anche cinema, per cui una multidimensionalità del museo. Nella multidimensionalità e nel concetto di impresa, lo sguardo femminile, che non sempre, soprattutto a queste latitudini del mondo, raggiunge livelli di leadership assoluta, ha una marcia in più. E questo libro credo lo dimostri, non mi prendo nessun merito, ovviamente il merito va assegnato a queste 15 straordinarie interpreti, che ovviamente non sono le uniche al mondo, io ovviamente ho fatto una scelta, mi sembrava interessante e credo che il loro contributo sia stato determinante. Da questo lavoro io ho approfondito molto e ho imparato molto e dunque le cose che sto dicendo sono anche mutuate da suggestioni che mi sono arrivate da loro. Ma l'immagine e il riferimento culturale delle vestate?