Turismo, innovazione e intelligenza artificiale
Incorpora video
Turismo, innovazione e intelligenza artificiale
La Ministra Santanchè discute l'utilizzo del PNRR per migliorare i servizi digitali del turismo, l'importanza di regolamentare l'IA per evitare abusi e la necessità di valorizzare il patrimonio italiano per una maggiore redditività. Vengono inoltre affrontati temi cruciali come l'overtourism, le recensioni online, e la necessità di un approccio strategico per rendere il turismo italiano competitivo a livello globale.
Buongiorno a tutti, benvenuti a questo appuntamento con il festival dell'economia di Trento organizzato dal gruppo 24 ore. Siamo insieme al ministro Daniela Santanchè che ringrazio. Benvenuta ministro. Dobbiamo parlare di sfide del futuro, il tema del festival di quest'anno e nella fattispecie non si può non partire dall'intelligenza artificiale. Perché anche un settore importante, lei tra l'altro proprio un anno fa disse che il turismo deve diventare il settore economico trainante del nostro paese. Non può prescindere dal fare conti con le sfide, le opportunità e tutti i rischi che inevitabilmente sono connessi a una rivoluzione come quella dettata dalla intelligenza artificiale. Allora, comincierei da qua, dal PNRR. Lei proprio, ieri l'altro se non sbaglio, ha detto che in questo app digitale legato al turismo, che è stato creato grazie ai finanziamenti del PNRR, hanno già aderito moltissime aziende, quasi 30 mila se non sbaglio. Quindi un numero assolutamente superiore anche alle aspettative. Però ecco, vorrei chiederle questo in attesa poi di capire quante saranno effettivamente le aziende che ci parteciperanno. Come questo app riuscirà davvero a cambiare le opportunità per le aziende che ci aderiranno e in che modo poi l'intelligenza artificiale andrà a influire nei processi economici che regolano i nostri flussi turistici? Grazie direttore. Intanto voglio ringraziare il gruppo del Sole 24 Ore, perché c'era anche l'anno scorso, e questo Festival dell'Economia è un punto di incontro assolutamente importante. Perché è un punto di confronto più di incontro, di poter ascoltare, poter sentire, dibattere di argomenti che sono gli argomenti contemporanei del nostro tempo. Ringrazio anche lei direttore per la domanda che mi ha posto. Allora, partendo dal lab digitale, noi sappiamo che il turismo ormai nella maggioranza dei casi, le prenotazioni, le informazioni vengono tutte dal digitale. Perché questa connessione che ha fatto sì di connettere il mondo, quindi ormai dobbiamo avere una visione globale, ci ha consentito da una parte con i soldi del PNR, come lei ha detto, di mettere a punto Italia.it, perché è sempre stato un sito non alle aspettative della nostra nazione. Di fare sì, ed è questo il nostro obiettivo, che non sia soltanto un sito vetrina, che è già molto importante, ma che sia anche un sito di servizi. Perché la vera sfida che abbiamo davanti a noi sono i servizi, arricchire i servizi in termini di offerta, ma anche soprattutto di qualità. Poi noi, per la prima volta, perché quest'anno la Presidenza del G7 dell'Italia, di Giorgio Meloni, per la prima volta avremo anche il turismo, che è un fatto assolutamente nuovo. Perché posso solo sottolineare per voi che ci ascoltate, perché secondo me per noi esseri umani la memoria è una cosa importante. Da quando io ero ragazzina si è sempre detto che il turismo non uso la parola petrolio, perché l'altro giorno ho fatto un'intervista, non mi ricordo se per la CNN o per il Gard, non mi ricordo, ma ha detto, ah, ma lei ha usato petrolio. Dico, no, non l'ho usato io. È sempre stata una parola che si è usata. Capisco che oggi non è così politicamente corretta. Quindi diciamo l'oro dell'Italia, possiamo usare questo termine, perché tutti dicevano all'Italia, dovrebbe solo vivere di turismo, l'Italia. Poi però la politica non è stata consequenziale a queste affermazioni. La politica non ha messo in atto tutto quello che deve fare per supportare il turismo. Vi faccio un esempio banale. Sino a pochi anni fa era un dipartimento della Presidenza del Consiglio, poi dove lo metto, questo turismo, come fosse un po' una rottura che non so, l'hanno provato a mettere con la cultura, poi con l'agricoltura, e da pochissimo che è diventato un dicastero con portafogli, che anche qua fa la differenza. Quindi di fatto siamo una startup, perché lo stiamo costruendo. Questo, come lei mi insegna, le startup è anche un elemento positivo, perché lo possiamo organizzare al meglio. Ma questa volta, con questo governo che hanno voluto gli italiani, con questo Presidente del Consiglio, il turismo è diventato nell'agenda politica della nostra nazione. E quindi stiamo facendo tutto quello che serve. E a novembre, a Firenze, il G7 del turismo, il tema quale sarà? Quello che lei mi chiedeva, l'intelligenza artificiale. Oggi io non faccio la fattucchiera, la maga, la vegente, quindi non posso dire come sarà. Però è giusto che noi possiamo immaginare come sarà un mondo nuovo, perché di mondo nuovo dobbiamo parlare. Ma qual è il tema? Che l'intelligenza artificiale deve essere a servizio dell'uomo e non contro l'uomo. Perché io credo, per il mio settore, il turismo, nessuna intelligenza artificiale potrà mai decidere che non ci saranno i turisti, o che non ci sarà la voglia di sognare, di viaggiare, di conoscere. Allora io dico che la vera sfida è di non essere ostaggio dell'intelligenza artificiale, perché c'è qualcuno che magari dice la fermo con la mano. Non si ferma l'intelligenza artificiale, ma deve essere al centro dell'uomo. E poi c'è un'altra peculiarità che abbiamo solo noi esseri umani, che il nostro intelletto crede che delle macchine possano fare le stesse funzioni che facciamo noi esseri umani? No. Quindi io non la vedo una minaccia, se saremo capaci di regolamentarla, ma la vedo una grandissima opportunità, soprattutto nel settore del turismo, dove non andrà a sostituire l'uomo, ma andrà a aiutare le prestazioni che noi possiamo mettere in campo. Le faccio un esempio. I numeri sono una cosa fondamentale, perché senza analizzare i numeri è più difficile capire qual è la giusta direzione. Allora l'intelligenza artificiale da questo punto di vista potrà essere una grande risorsa per farci capire qual è la migliore strada che dovremmo percorrere. Quindi io non la vedo assolutamente una minaccia, la vedo un'opportunità, ma dobbiamo assolutamente regolamentarla. E mettere l'intelligenza artificiale a servizio dell'uomo e non alla sostituzione dell'uomo. Questo è il tema sfidante. Tra l'altro, pensando a quanto la tecnologia ha già impattato sul turismo e sui servizi legati al turismo negli ultimi 15 anni, non ci si pensa più, perché ci siamo tutti immersi dentro. In realtà sono già successe delle cose clamorose. Pensiamo per esempio alle recensioni online. Ormai sono diventate il faro del modo con cui noi facciamo i turisti, ci muoviamo, decidiamo un ristorante, un hotel, addirittura una località piuttosto che un'altra. Anche qui, opportunità e problemi della tecnologia, perché da un lato ci ha spalancato delle possibilità e delle porte, noi fruitori che prima erano inimmaginabili. Dall'altro però c'è tutto il tema delle recensioni false, del controllo rispetto a questa bussola digitale, che è già intelligenza artificiale, con cui noi in realtà facciamo, diventiamo, siamo turisti. Ecco, può l'intelligenza artificiale incidere anche su questo? Perché è un tema su cui si è dibattuto tanto. Gli stessi operatori turistici vivono, grazie ormai alle recensioni, ma le subiscono poi anche i contraccolpi e gli effetti a volte drammatici. Assolutamente sì. Il Ministero, noi abbiamo un tavolo aperto con tutte le associazioni di categoria, perché anche l'approccio di questo governo, e siccome noi non pensiamo che la politica può decidere da sola su tutto, ma la politica e soprattutto noi ministri ci dobbiamo confrontare con le associazioni di categoria, perché sono le persone del fare, le persone che conoscono meglio di chi non fa quel meglio, di chi non fa quel mestiere, tutte le problematiche. Quindi vi ricordate quell'episodio tremendo che è successo, che ha portato alla morte di quell'oste, no? Pensavo proprio a quella storia. Ed è stato un episodio drammatico. Allora abbiamo subito attivato un'interlocuzione con l'associazione di categoria e nello stesso tempo abbiamo studiato anche le normative europee, perché se mi consente, visto che tra poco gli italiani, ma non solo gli europei, saranno chiamati a votare, io dico solo questo, faccio una parentesi, questa volta forse sono le lezioni più importanti, perché vede, chi dice che non ci vuole l'Europa sbaglia. Chi dice che ci vuole, come diciamo noi, un'Europa diversa, dice la cosa giusta, perché ormai tutte le politiche di tutti voi, di tutti noi, sono sopranazionali, sono sopra la nostra testa, perché molto spesso noi recepiamo direttive europee. Allora, mentre cosa vuol dire cambiare l'Europa? Vuol dire che dell'Europa c'è bisogno, ma c'è bisogno sui grandi temi, c'è bisogno sulla difesa, perché è importante che ci sia una difesa comune. Ci vuole più Europa perché abbiamo bisogno sul tema dell'immigrazione, un altro tema che solo l'autorevolezza del nostro Presidente del Consiglio ha fatto sì di aver messo al centro dell'agenda europea, che non è un problema dell'Italia, perché difendere i confini dell'Italia vuol dire difendere i confini dell'Europa. E non può essere solo il problema dell'Italia, tant'è che, come lei ha visto, si sono fatti passi importanti e oggi gli sbarchi, grazie a Dio, stanno diminuendo. Perché dico questo? Sulla recensione, anche sulle recensioni c'è già una cornice di normativa europea, però la dobbiamo ampliare perché ogni nazione ha le sue peculiarità, ogni nazione ha le sue specificità. Non siamo tutti uguali, non voglio dire che siamo noi meglio e gli altri peggio, no, semplicemente abbiamo delle differenze di cultura, di modo di vivere, di storia, e che devono avere un valore. Le recensioni sono un problema enorme, direttore, perché oggi possono decretare la vita o la morte di un'azienda. Non arriviamo al caso estremo, spero che non si possa mai più ripetere, ma perché ne decretano la vita e la morte? Perché oggi soprattutto i giovani, magari quelli della mia età, non vanno a vedere quante stelle, le recensioni, no, perché noi abbiamo più la tradizione di un'azienda. La tradizione del passaparola, se lei mi dice ho mangiato bene in quel ristorante, io mi fido di lei e vado a mangiare in quel ristorante. Ma invece, soprattutto le generazioni, quelle più giovani di me, che cosa fanno? L'informazione la prendono tutti su quelle che adesso non voglio citare, le varie piattaforme. Ma molto spesso è una concorrenza sleale, perché se io ho un ristorante qua e di fronte c'è un altro ristorante, e io quel ristorante lo voglio danneggiare per avere un vantaggio, vabbè, ma si pagano le recensioni. Io posso scrivere, far scrivere, che questo ristorante fa schifo. Allora io credo che quello che noi dobbiamo fare non censurare, perché guardate che noi sulla censura non ci siamo, il bavaglio non lo vogliamo mettere, siamo assolutamente per la libertà, però ci deve essere un fatto fondamentale. Se io scrivo di quel ristorante, di quell'albergo, di quella struttura, devo dare prova che in quell'albergo, in quella struttura ci sono state, perché altrimenti capite il danno che si può fare. Quindi noi, con le associazioni di categoria, vogliamo andare in quella direzione. Non dire che tu, a parte anche qua, il linguaggio è una convenzione direttore, ma dobbiamo anche noi stessi imparare, usare un linguaggio che sia conforme, no? Però tu puoi scrivere tutto quello che vuoi, ma io voglio sapere, ci sei state in quell'albergo, hai dormito, hai usato il frutto di servizi, in quel ristorante tu ci sei andato o non ci sei mai andato, ma come sul mercato vendono pacchetti di recensione, li hai comprati? Questo è il discriminante. Noi su questo dobbiamo assolutamente agire, ma in questo caso la cornice europea va abbastanza in questa direzione. Credo che appunto il tema poi, legato all'intelligenza artificiale, sul turismo, i servizi, perfino all'informazione, sia sempre il solito, c'è pure dell'anonimato, no? Il grande tema dell'essere anonimi o dell'avere un nome e cognome dietro quella recensione. Come una lettera anonima. Ma se io ricevo una lettera anonima, la straccio. Se una lettera anonima invece è con il nome, il cognome, l'indirizzo, ma è come quelli che vanno a fare le rapine e si coprono la faccia, no? Perché stanno facendo una cosa sbagliata. Ma se io, ecco il grande Presidente, ciao Presidente, grazie di essere qua, grazie. E se io invece voglio dire ci metto la faccia, perché qua non è che noi possiamo cancellare le facce, uno che fa un'affermazione ci deve mettere la faccia, direttore, e invece sui social, su queste piattaforme, molto spesso sono tante lettera anonime, perché tu non sai chi sta scrivendo, ma il punto diri mente che tu scrivi quello che vuoi, ma mi devi dare prova che in quel ristorante ci sia andato, in quell'albergo hai dormito, perché altrimenti la recensione non la puoi fare per sentito dire, perché avremo un concetto della concorrenza fortemente sbagliato. L'E Ministero citava l'Europa poco fa ed è un tema che va avanti da mesi e anzi anni, però si sta facendo più caldo negli ultimi giorni inevitabilmente perché siamo a rilossi della stagione, c'è tutta la grande questione delle spiagge, le concessioni sono scavute a dicembre, che estate sarà per i nostri balneari questa del 2024? Che cosa si deve aspettare? La stagione sarà un'estate ottima perché grazie a Dio c'è molta voglia di taglia nel mondo e faccio un appello a tutti quelli che sono qui, perché vedete la politica deve e può fare molto, moltissimo lo fanno le imprese, lo fanno i lavoratori, ma ci deve essere una squadra Italia. Io credo che tutti noi dobbiamo riappropriarci di quell'orgoglio di appartenenza, di quell'orgoglio di essere italiani, perché quando sarà capitato molto di voi di andare all'estero, quando andiamo all'estero direttore, come ci guardano, con meraviglia, con ammirazione, perché il fatto di essere italiani per il nostro stile di vita, per la nostra cultura, per la nostra storia, per il nostro cibo, per tutto quello che è l'Italia ci guardano che vorrebbero tutti avere un po' di italianità. Io invece molto spesso in Italia, e questo mi dispiace moltissimo, sento gli italiani che a volte, alcuni grazie a Dio, anche politici, perché non sempre tutti si fa il tifo, io dico che al di là delle differenze ideologiche, dovremmo però poi avere tutte le maglie della nazionale quando siamo all'estero, dovremmo tifare tutti per l'Italia, non credo che possiamo immaginare che c'è qualcuno che invece non tifa per la nostra nazione, questo è un altro problema, ma io dico che se riusciamo a fare questa squadra Italia, anziché italiani che parlano meglio o paragonano per fare sempre dicendo, eh però tu hai visto la Francia, la Spagna, la Grecia, ma guardate ricordatevelo bene, e mi auguro che questa parola vi rimanga nella mente e nel cuore anche quando è finita questa intervista, che noi abbiamo un elemento competitivo che non ha nessuno, ricordatevelo sempre, siamo l'Italia. Ecco, io su questo ci credo moltissimo, perché ci vuole quell'orgoglio di appartenenza, quella fiorezza di essere italiani che altre nazioni, anche vicino a noi, hanno moltissimo, e vincono sulla narrazione, e vincono sull'orgoglio delle loro cose, noi spesso invece vediamo l'erba della nazione più vicina o più lontana che sia più rigogliosa, ma dipende da tutti, perché guardate che si vince con la squadra, e se noi siamo in grado di fare una squadra Italia con tutti, io credo che non dobbiamo e non possiamo essere secondi a nessuno. Quando pensiamo al turismo, ci sono due aspetti che sembrano in contraddizione nel nostro Paese, ma forse non lo sono, c'è da un lato, soprattutto nelle grandi città d'arte, c'è il problema dell'overturismo, si chiama così, cioè di queste masse che arrivano e non si riescono a regolamentare fino in fondo, dall'altro però specularmente c'è un problema di reddito rispetto al turismo, a fronte di queste ondate di persone che arrivano tra Firenze e Venezia, se ne parla molto anche sui media, i numeri chiusi, i blocchi, le rendicontazioni, perché non ci stanno, non si riescono a reggere, dall'altro però una reddittività di queste masse che non è all'altezza dei numeri. Come mai c'è questo cortocircuito e come se ne esce? Tanto Guari, dobbiamo essere onesti, questo è un dibattito che ho aperto anche ieri, perché vi ricordo che il turismo è una materia concorrente, anche qua dovremo discutere e speriamo invece di poter anche cambiare il titolo quinto. Detto questo, oggi è una materia concorrente per cui a livello nazionale con le Regioni, che peraltro io ringrazio perché le Regioni, io ho un tavolo permanente al Ministero, stanno facendo un grande lavoro, poi ci sono chi lo fa meglio, chi lo fa peggio come in tutte le cose, però diciamo che in questo anno e mezzo abbiamo fatto un grande passo in avanti, perché io ho un ottimo rapporto con tutti gli assessori del turismo, perché ho cercato loro di fargli capire un concetto, forse financo banale, ma che non era mai stato attuato. Lei deve pensare direttore che l'Italia è un puntino nel mondo, se è un puntino, molti degli abitanti del pianeta conoscono l'Europa, poi conoscono l'Italia e forse alcuni conoscono la nostra capitale, ma tutto il resto, voi pensate a un turista asiatico, non può sapere le nostre peculiarità meravigliose, dove l'Umbria o dove è la Campania, questo perché lo dico? Perché anche qua è un concetto di squadra. Quando noi andiamo all'estero alle fiere più importanti nel mondo, noi ci dobbiamo presentare come Italia, poi all'interno del nostro padiglione Italia, tutte le regioni, perché noi abbiamo delle peculiarità pazzesche, delle specificità pazzesche, quindi è bene che poi ogni regione racconti quelle che sono le sue ferte, quelle che sono i suoi plus, ma è l'Italia, anche perché noi il Made in Italy è il terzo marchio al mondo, è come se domani la Coca Cola facesse una campagna pubblicitaria mettendo un ingrediente della ricetta, non avrebbe un senso, no? Perché noi quindi, e questo lo stiamo facendo. L'altro, cosa voleva sapere? Overtourismo e redittività. Anche qua, a me questa parola overtourism non mi piace, c'è parte che suona anche male nel nostro linguaggio, perché non mi piace? Perché se noi diciamo che abbiamo troppi turisti, la prima domanda che tutti si devono fare, soprattutto quelli del passato, che forse il turismo l'abbiamo subito non gestito? L'altro dibattito che è aperto è che io dovrò prendermi la responsabilità di arrivare a una decisione qual è, ma noi abbiamo messo a reddito il nostro patrimonio culturale? Perché io vi faccio un esempio. Ho preso due dati che non voglio sbagliare perché mi interessa molto, che possiamo ragionare perché poi i dati sono quelli che anche a chi ci ascolta fa capire. Noi abbiamo il Colosseo, il Colosseo in tutto il mondo è conosciuto, no? Vi do soltanto un dato. Il Colosseo, vi do dei dati quando non c'eravamo noi, perché non sono ancora così aggiornati. Il turismo era con la cultura, il ministro dell'epoca era il ministro Franceschini e vi do, mi dite se ho ragione torto, a pensare che dobbiamo mettere a reddito il nostro patrimonio. Allora, il Colosseo, che è il quarto complesso monumentale più visitato al mondo e che fa al 2017, abbiamo i dati, quindi gli dico pre-COVID, quindi non c'è l'inquinamento delle chiusure, aveva 8 milioni di visitatori. E il Colosseo in cassa 54 milioni di euro all'anno, quindi quarto complesso 8 milioni. Prendiamo come paragone il Museo di Storia Naturale di New York. Con tutto rispetto credo che sia più iconico, che abbia una storia diversa del Colosseo. Fa 310 milioni di dollari di incassi, 310 milioni, il Colosseo 54 milioni. Questo significa non aver messo a reddito il patrimonio. Come? Significa non aver messo a reddito il nostro patrimonio. Allora io dico, ci deve essere un dibattito, questo governo è già iniziato a farlo, perché vi ricordo che il ministro della cultura, San Giuliano, l'anno scorso ha detto sapete che c'è un altro luogo iconico, il Pantheon? Bene, ha deciso di mettere il biglietto di ingresso. I visitatori sono aumentati e all'anno scorso si sono incassati circa 5 milioni e 200 mila euro. Allora io dico il dibattito è, vogliamo mettere a reddito il nostro patrimonio quando io vi dico che il Museo di Storia Naturale di New York incassa 310 milioni di dollari, 54 milioni, il Colosseo? Non è che l'incassa soltanto sulla biglietteria, ma l'incassa perché ha saputo costruire dei servizi peripheral. Cioè tu vai, c'è il ristorante, il caffè, il merchandising di qualità e noi lì dobbiamo puntare, prendo un goccio d'acqua. Allora io credo che il dibattito è proprio questo, non parlare di overtourism, non pensare che la soluzione può essere fare pagare una tassa, ma mettere a reddito... Grazie al Presidente, madonna, ma che onore! Un applauso al Presidente! Grazie, sei d'accordo su tutto quello che hai detto, vero Presidente? Quindi anche tu adesso farai no? Quindi voglio dire, overtourism l'abbandonerei, perché dire che ci sono troppo turisti, lasciatemi... Cioè, noi abbiamo fatto di tutto e vogliamo e l'abbiamo scritto anche nel Piano Strategico Industriale del Turismo, che diventi la prima azienda. Ma dobbiamo mettere i nostri asset, noi siamo una nazione che da un punto di vista museale, naturalistico, ha delle bellezze che non c'è pari al mondo. Allora cerchiamo di fare tutti insieme, il Ministero, il Governo, le Regioni, i Comuni. Mettiamo a reddito poi l'altra cosa fondamentale, che l'altro dibattito è sulla tassa di soggiorno. Adesso ogni sindaco parla di city tax, ma anche qua, è vero? Noi dobbiamo ripensarla, questa tassa di soggiorno. Inzitutto deve essere una tassa di scopo, perché tu non puoi usare la tassa di soggiorno, grazie a Dio, in pochi lo fanno comuni, ma qualcuno le fa per riappianare il bilancio. Perché se tu quell'introito ce l'hai avuto per il turismo, li deve rientrare. Ma non soltanto per tenere il nostro patrimonio, perché il patrimonio ha bisogno di avere delle matute intenzioni, ma non soltanto. Noi abbiamo delle città che magari hanno 3.000 abitanti ed estate ne hanno 30.000. Allora certo che il turismo sta sulle palle a quelli che sono i residenti, perché faccio un esempio manale, raccolta rifiuti. Sarà diversa la raccolta rifiuti di 3.000 persone o la raccolta rifiuti per 30.000 persone. Quindi i soldi della tassa di soggiorno, che deve essere una tassa di scopo, deve anche migliorare la qualità della vita della comunità. E deve essere di scopo da una parte perché la comunità deve sentirsi minacciata e quindi dice mamma mia che rottura sti turisti. Io quando vedo Roma o Milano che è piena di turisti mi si apre il cuore, dico che bello, sono arrivati. Ma noi dobbiamo mettere anche nella condizione i residenti di non poterne avere solo gli svantaggi, ma anche gli vantaggi. Faccio un altro esempio, l'Italia dei Cammini Meravigliosi. Il prossimo anno abbiamo il Giubideo dove sono previsti 30-35 milioni di pellegrini che arriveranno nella nostra nazione. E dovrebbero essere benedetti perché noi dovremmo avere la capacità, che non è che devono stare solo a Roma. I pellegrini hanno anche un turismo altospendente, dormono di più rispetto alla media dei turisti che viene in Italia perché un pellegrino fa almeno 6-7 notti, quindi dovremmo avere la capacità di dargli offerte per farlo girare nella nostra nazione. Ma vi faccio un esempio. C'è un cammino che si chiama il Cammino di Compostela. Vi dico solo che il Cammino di Compostela è d'indotto in cassa, non voglio sbagliare, in cassa 200 milioni l'anno. Noi abbiamo la Francigena, visto che parliamo di Giubideo, che attraversa tutta l'Italia. Io ne ho fatte personalmente due tappe e devo dire che la bellezza dei paesaggi sono pazzesche. Dove è stata? Io sono stata in Toscano, ho fatto due tappe, 58 km, perché siccome avevo preso un impegno con Feder Cammini, poi sono come Sant'Omaso, che voglio andare a vedere, e da una parte ho visto che ti mancava il respiro dalla bellezza del paesaggio. Dall'altra parte mi sono resa conto che se ti scappa la pipì non la puoi fare, se hai voglia di bere una bottiglietta d'acqua, muori di sette, perché lungo il percorso è molto difficile incrociare dei servizi. Allora, 200 milioni, un cammino non per parlare male, è bellissimo, io fece anche quello 20 anni fa, che però non ha nulla di invidiare ai nostri cammini. Sai quanto in casa la francigena in tutta Italia? 25 milioni. Ma perché? Perché non si è mai investito nel dare i servizi. Noi abbiamo bisogno degli ostelli, abbiamo bisogno dei servizi. Ma secondo lei questo accade perché è un problema culturale, di approccio economico, ideologico al turismo, per cui bisogna tenere costi molto bassi per ampliare maggiormente la possibilità di accesso, ammesso che questo poi sia vero, perché i dati poi ci dicono che non è così, che la gratuità non aumenta necessariamente il flusso dei turisti. Che idea si è fatta? Perché è impressionante i numeri che ci ha portato rispetto al Colosseo e al Museo di Storia Naturale, se non sbaglio. Il Museo di New York fa un po' impressione. 55 milioni, 310 milioni. Io non voglio parlare male del Museo di Scienze Naturali, ci mancherebbe altro. Però posso dire che il Colosseo magari ha qualcosa in più da dire, da raccontare, da vedere. Più che altro ha avuto molti più turisti rispetto al Museo di Scienze Naturali. 8 milioni e di là ci abbiamo meno della metà. Meno della metà 310 milioni, più del doppio. Quindi voglio dire, questo è un dibattito che tra di noi, ma con le Regioni, ma infatti tutte le Regioni erano d'accordo ieri quando ho fatto la riunione col coordinatore da Mario e con tutti gli assessori del turismo. La domanda che lei mi ha fatto è difficile di rispondere con una unica risposta. Io credo che intanto, siccome il turismo bene o male è sempre andato bene in Italia, poi adesso va meglio, quindi la politica diceva, ma che ci frega a noi? Non capendo che invece con gli investimenti, con le infrastrutture, perché guardi che il turismo è viaggio, è trasporto, quindi già lì forse sono stati un po' miopi, non c'era una visione dove voler andare. L'altra questione che secondo me è stata un grande errore, la voglio dire bene prima che domani i giornali scrivano, ah la Santa anche no, quindi cerco direttore di spiegare bene, quindi questo concetto è un po' difficile da capire, ma spero di riuscire a farmi capire. In Italia non si è mai pensato un turismo di lusso, pur essendo una nazione piccola ma ricchissima di prodotti tra virgolette turistici, quindi non si è mai agevolato quello che è un turismo di lusso che anche per una legge economica è l'alto che aiuta il basso. Non si è mai pensato che bello se dei gruppi stranieri vengono a investire in Italia portando anche un turismo di qualità, quindi si sono sempre agevolati tipo di turismi, perché oggi non è che si può parlare di turismo, oggi ci sono i turismi non pensando, che bisognava anche intercettare, agevolare perché abbiamo bisogno anche di quel turismo. La seconda cosa in Italia, anche qua quello che dico non è popolare ma è vero, mancano gli alberghi, mancano gli alberghi. Potrei fare nomi di città, parliamo di Torino, ma parliamo di Genova, ma parliamo di Cuno, della mia città. Io quando invito delle persone a venire a Cuno il problema è dove farli dormire. Allora anche qua dobbiamo pensare agli alberghi, so che magari poi quando ne parlo con i miei amici albergatori o con le associazioni dicono ah è però Daniella, ma scusate, sono esploso il fenomeno degli affitti brevi, che peraltro siamo il primo governo, perché non è che è nato oggi il problema degli affitti brevi di MB&B, però noi abbiamo dato una regolamentazione, passando dal CIR, il codice identificativo regionale, al codice identificativo nazionale, per avere un'oneiformità. Ma io dico grazie a Dio che ci sono queste strutture, perché l'Italia, che è la nazione che ha 5.600 borghi, dove peraltro si producono il 90% delle nostre eccedenze enogastronomiche, se non ci fossero gli alberghi diffusi, gli affitti brevi, c'è i turisti come potrebbero andarci e vivere un turismo esperienziale. Quindi anche lì dobbiamo tenere insieme le cose, da una parte che noi riteniamo che la tua casa è sacra, non ha proprietà privata, e dall'altra parte che non ci deve essere una concorrenza sileale. Mi scusi se interrompo solo una cosa su questo, l'aumento dei prezzi che si sta verificando dopo il Covid in maniera abbastanza evidente, proprio sul mercato degli alberghi, è dovuto anche a questo, cioè il fatto che ce ne sono pochi? E' sempre una questione di domande offerta, perché se un prodotto è molto richiesto, evidentemente sul prezzo può aumentarlo con la certezza che comunque aumenta il tuo fatturato. Io parto da un presupposto, il turismo deve essere per tutti. Io ieri ho proprio messo a terra un bando, ad esempio, 32 milioni di euro, perché a noi mancano le piazzole di sosta per i camperisti, un turismo che sta crescendo moltissimo. La Francia ne ha 4 mila, l'Italia ne ha 900, con delle richieste pazzesche. Per dire che il turismo ci deve essere dall'ostello, dall'albergo di fascia più bassa, al lusso più estremo. Perché non è che una bestemia l'uso, non è che noi dobbiamo criminalizzarlo il lusso, perché anzi dobbiamo avere rispetto se fatto tutto con i crismi giusti. Quindi la sua domanda è, mancano gli alberghi? Sì. Gli alberghi aumentano i prezzi? Sì. Vediamo Milano, quando c'è il salone del mobile, un albergo che costava 150 euro forse costa 500 euro. È giusto, è sbagliato. Però lì è un libero mercato. Noi non siamo un governo che pensiamo di limitare il libero mercato. Noi dobbiamo mettere delle condizioni, perché ci siano le cose giuste. Ma non è che domani posso chiamare un albergatore e dire, no, scusa, ma perché tu triplichi i prezzi quando c'è il salone del mobile, o penso quando ci sono fieri le salone della nautica, o quando ci sono fieri e importanti il bit. Ma noi non è che possiamo dire il prezzo che devono fare. La politica può fare una cosa, mettere le migliori condizioni, perché questo non succede. Quindi incentivare, supportare, finanziare. Perché noi, faccio un esempio, abbiamo messo a terra un miliardo 388 milioni del PNR per le strutture ricettive del lettore, perché devono migliorare la sostenibilità, l'efficiente energetico, l'accessibilità. Perché se vogliamo vincere la sfida del turismo, perché guardi che io ho una pena nel cuore, l'Italia non è più né prima, né seconda, né terza, è quarta nel mondo. Io ho una grande ambizione, anche qua non è una bestemmia per uno che fa il ministro essere ambizioso dei risultati, io voglio vederla ritornare prima, perché quello è il posto che la nostra nazione si merita. Quindi noi, il miliardo 388 milioni che abbiamo messo a terra per le strutture ricettive, perché noi abbiamo chiaro una cosa, che vinciamo questa partita se riusciamo a migliorare la qualità dei nostri servizi. E la politica deve continuare a sostenere questo settore, perché questo è il settore che quando c'è stato il Covid, gli imprenditori del settore hanno pagato il prezzo più alto. E allora oggi è troppo facile quando qualcuno dice, ah il turismo va bene se la vedono da soli. No, noi come governo non faremo questo errore e continueremo a sostenere il turismo, perché è fondamentale per la crescita economica. Un dato positivo che sul turismo congressoale e fieristico invece siamo i primi in Europa. Mastro, in tre minuti qual è la preoccupazione più grande che ha rispetto alla sua sfida, alla sua ambizione di non tornare primi? Ma secondo lei qual è il virus più pericoloso che potrebbe minare appunto questo progresso? Quello più pericoloso è di non riuscire a lasciare un imprinting quando finirà questa nostra esperienza di governo, fra cinque anni, poi magari potremo ancora vincere, anzi io sono certa che forse governeremo questo Paese molto più lungo dei cinque anni, che qualcuno potesse dire che come ministro non sono stata all'altezza delle sfide, che come ministro non mi sono impegnata, che come ministro non ho dato le risposte a questo settore che merita tanto e qui può essere fondamentale per la crescita del nostro prodotto interno lordo. Ecco questo lo vedo per me con il mio carattere, col mio modo di essere, con passione, ecco mi dispiacerebbe molto di non essere stata un ministro che comunque un domani al di là, al netto di tutto, potessero dire beh però lo sa anche il ministro l'ha fatto bene, sarebbe la mia grande soddisfazione per l'impegno che ho l'onore e l'onere di poterlo portare avanti. Tutto il resto se si rivolge ad altro non mi interessa. Grazie Daniela Santanchella. Grazie, grazie, grazie. Grazie, grazie.
{{section.title}}
{{ item.title }}
{{ item.subtitle }}