Qualità della vita: l’Italia e gli indici di benessere per giovani, anziani e bambini
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Qualità della vita: l’Italia e gli indici di benessere per giovani, anziani e bambini
Svelati in anteprima per il pubblico del Festival dell'Economia di Trento i risultati dell’indagine annuale sulla qualità della vita del Sole 24 ore. Al centro del rapporto i bambini, i giovani e gli anziani. Trento al top nella categoria “anziani” per la speranza di vita; premiata anche per gli investimenti sull’assistenza domiciliare over 65. Il dibattito è stato moderato dalle giornaliste del Sole 24 ore Marta Casadei e Michela Finizio.
Sottotitoli creati dalla comunità Amara.org Buongiorno a tutti, grazie di essere qui. Ci scusiamo ancora perché il ministro Andrea Bodi ci ha comunicato che per impegni istituzionali non potrà essere qui con noi oggi, ma diciamo che avremo molto di cui parlare perché vi presenteremo un po' in realtà in anteprima ed è questo quello che ha il valore diciamo della giornata già di per se lo dà il fatto che qui a Trento presenteremo in anteprima quello che ci sarà sul giornale sul sole 24 ore di domani che sono i risultati di una nostra indagine che probabilmente avrete già sentito nominare sulla qualità della vita delle persone in particolare noi a giugno ogni anno stiliamo tre indici che sono quelli della qualità della vita dei bambini dei giovani e degli anziani io mi presento sono Michela Finizio sono una giornalista appunto del sole 24 ore curo personalmente da un po' di anni un indagine quella della qualità della vita che in realtà è nata nel 1990 nella nostra redazione diciamo che per me è un piccolo laboratorio di tantissime cose proverò il mio compito in questo momento è dirvi che cos'è la qualità della vita provare in qualche modo a sintetizzarvela poi con una mia collega ntraremo nel cuore dei risultati dell'indagine che domani saranno sul giornale quindi con tutte le classifiche quindi saprete per primi chi ha vinto e poi arriveremo invece con i nostri relatori a discuterne e a parlare insomma dei proprio dei risultati per quello che riguarda proprio l'indagine della qualità della vita dicevo era il 1990 quindi quando ancora si diciamo il mondo superava la guerra fredda c'era chiaramente il cambiamento climatico probabilmente c'era era già in corso ma non era ancora un argomento di consapevolezza per le persone e i miei colleghi stilarono questa prima classifica parlando di quasi una radiografia l'hanno chiamata mi ricordo su quelle pagine l'ho letto ovviamente anni dopo quando sono arrivata nel giornale una radiografia della ricchezza dei servizi pubblici e di quelle che sono le relazioni la tranquillità sociale negli anni questi indagini in realtà è diventata una specie di avanguardia perché ha un po' anticipato quello che fu il dibattito successivo tra l'economia il ruolo e il rapporto tra l'economia e quindi il benessere misurato come benessere conomico e la felicità questo dibattito in realtà è durato anni siamo arrivati ovviamente all'agenda dell'ONU del 2030 dove questi target insomma sono stati fissati in modo quasi puntuale diventando degli indicatori a livello globale in mezzo ci sono stati ovviamente le dichiarazioni di Istanbul insomma cercare di andare oltre il pill è stato un argomento per tanti e noi in redazione lo facevamo già dal 1990 come un esercizio giornalistico e qui mi piace ricordare che siamo giornalisti quindi queste classifiche sono per noi un spediente narrativo uno storytelling per andare a raccontare i divari territoriali quello che chiaramente sono le fragilità di alcuni territori e negli anni abbiamo fatto notizia raccontando del podio delle prime delle ultime in realtà diventando con questi indicatori una bussola per molte amministrazioni locali e quindi nell'ultimo periodo questa indagine è partita parlando ovviamente delle cabine telefoniche quanti servizi c'erano a livello locale poi è diventata con 90 indicatori a fine anno un enorme classifica in realtà che misura ricchezza consumi benessere a livello di di tutto quello che insomma è a che fare con la tranquillità sociale e la cultura giovani anziani e bambini è un esperimento nato tre anni fa dico sperimento perché in particolare abbiamo voluto e chiedo le slide alla gara e alla regia iniziare proprio misurando per tre indicatori in particolare giovani anziani bambini i servizi le condizioni di vita questa è questa è la classifica di fine anno che prima ne parlavo l'abbiamo pubblicata a dicembre questa non è quella che vedrete domani sul giornale ma è la classifica quella generale dei territori più vivibili che pubblichiamo a fine anno quest'anno aveva vinto bologna e ultima era crotone e queste sono le categorie con cui misuriamo insomma i 90 indicatori come vedete è un lavoro che in realtà dietro ogni pallino ci sono tantissimi numeri e poi abbiamo nel tempo attraversato tutta la qualità della vita con degli indicatori anche misurati proprio sul benessere delle donne sulla criminalità quindi è un lavoro insomma davvero che ogni ogni mese ci porta a focalizzarci su come misurare quello che succede sui territori l'indagine su base provinciale quindi tutto il nostro sapere statistico sta nelle graduatorie su base provinciale in realtà poi alla fine il vero sforzo è stato trovare dei dati su base provinciale che misurassero le condizioni di vita di questi tre target fasce generazionali la cosa difficile perché perché non esistono dei dati così strutturati che fotografano davvero i servizi le condizioni di vita e di salute di queste tre fasce però per noi era importante perché sono target molto da un lato sicuramente fragili sul territorio esistono molte politiche ovviamente che vengono orientate per il benessere di questi target ma allo stesso tempo sono target a volte che vengono dopo a tante altre politiche locali e quindi abbiamo deciso in qualche modo attraverso fonti certificate di riuscire a stare su queste tre generazioni abbiamo anche vedo che faccio ecco questo è il risultato di domani è una preview che appunto vi do in anteprima delle classifiche che usciranno domani adesso entrerà nel cuore dei risultati la mia collega quello che potete vedere è che risulta sempre una prima un'ultima e quindi abbiamo sempre un podio in questo momento noi presenteremo la prima classificata siena della qualità della vita dei bambini la seconda classificata ravella della qualità della vita dei giovani e trento che ci ospita come la prima classificata della qualità della vita degli anziani già vi anticipo ma poi ve lo dirà la mia collega che in realtà trento risulta anche nelle parti alte delle altre due classifiche questi titoli saranno quelli di domani sul giornale ora chiedo a marta di entrare nel cuore degli indicatori perché sono davvero tanti e magari ci spiega perché queste province sono arrivate a questo punto ti lascio il grazie michela grazie mille buongiorno a tutti quelli che insomma sono qui con noi appunto come quello che interessa quello che fa notizia sempre di più della qualità della vita sono i vincitori e purtroppo i perdenti sia sul nostro giornale sia poi sui giornali locali però appunto la qualità della vita è fatta di tantissimi dati e tantissime informazioni interessanti come vedete appunto le tre vincitrici per questi indici sono siena ravella e trento siena per la qualità della vita dei bambini diciamo che all'interno dei 12 ogni indice è basato su 12 indicatori diversi che cercano di fotografare un po sia diciamo le condizioni che permettono una vita ottimale di queste tre fasce di età sia una serie di servizi che vengono dati proprio appositamente per questi per questi target e penso per esempio all'indice dei bambini ci sono dentro insomma una serie di indicatori tra cui non so il numero dei pediatri in rapporto alla popolazione ma anche il costo delle mense per le famiglie oppure questi dati legati ai test invalsi della competenza numerica e alfabetica che quindi certificano la preparazione degli insomma degli studenti sono in questo caso di terza media e siena non ha un primato particolare in uno degli indicatori però diciamo che si posiziona in maniera insomma abbastanza positiva nella insomma in tutti quanti 12 indicatori quindi vince insomma per avere una media molto positiva ravella vince per la qualità della vita dei giovani e quando parliamo di giovani parliamo di under 35 nel nostro caso e come vedete insomma non so se lo vedete però c'è un altro titolo che abbiamo voluto dedicare a questo territorio e i giovani di questo territorio sapete che Ravenna insieme ad alte province dell'Emilia Romagna delle Marche della Toscana insomma sta combattendo contro gli effetti della terribile alluvione che ha colpito il territorio e i giovani sono stati coloro che per primi insomma hanno imbracciato le pale per andare a scavare quindi questo insomma ci ha dato abbiamo voluto raccontare anche questa realtà di giovani che vivono bene in un territorio e si vogliono anche poi spendere per questo territorio e l'Emilia Romagna si piazza molto bene in generale su in tutta la classifica dei giovani ci sono quattro province tra le prime cinque dopo Ravenna c'è Forlì c'è Piacenza c'è Bologna e per noi c'è Ferrara scusatemi e poi c'è Trento che insomma vanta addirittura un triplete tra i 12 indicatori della della qualità della vita degli anziani per cui insomma ha una leadership sicuramente meritata passo avanti appunto vabbè queste sono le prime tre classificate quindi il podio delle tre classifiche come vedete ci sono dei primatiche delle posizioni insomma alte che ricorrono come quella di Ravenna Trento non lo vedete ma è posizionata tra le prime 10 nell'indice dei bambini d è in una posizione molto alta anche per quanto riguarda l'indice dei giovani questo che cosa ci dice che ci sono sicuramente in Italia dei territori che sono più forse più adatti a prendersi cura di queste fasce di età che sono considerate appunto fragili ma anche molto strategiche poi lo vedremo dopo insieme nella nella tavola rotonda con i nostri ospiti sono delle fasce di età strategiche proprio per lo sviluppo della società nel suo complesso e un'altra cosa che prima di farvi vedere insomma la slide in cui vi parlo un po' degli indicatori che emerge che purtroppo le grandi città italiane non sono posizionate bene soprattutto nell'indice dei giovani mentre appunto ci sono Milano e Roma che per esempio anche Firenze e Bologna insomma hanno dei posizionamenti nella parte alta non altissima della classifica quindi diciamo tra le prime 20-25 per quanto riguarda i giovani invece c'è proprio un distacco netto cosa vuol dire che nonostante siano attrattive per molte ragioni insomma queste città forse non riescono poi a interpretare davvero quelli che sono i bisogni di insomma di questa fascia di età l'abbiamo visto in questi giorni con gli studenti accampati fuori dalle università per insomma il caro affitti sicuramente questo è un tema che abbiamo preso in considerazione non vi spaventate perché questa è una cosa che troverete sul quotidiano di domani quindi volevamo anticipare senza svelare troppo ma questi sono appunto tutti gli indicatori che ci raccontano la qualità della vita di queste tre facce di età sono 12 per categoria come vedete vi racconto un po' alcuni record perché quello che diciamo con Michela è sempre ok la classifica è una cosa sicuramente fotografa una situazione mandando a vedere le single best practice all'interno degli indicatori forse innanzitutto si può scoprire un'Italia un po' diversa da quella che si immagina e poi dall'altra parte insomma può essere anche lo stimolo per dire in quel luogo c'è una best practice andiamo a vedere qual è questo può essere proprio per gli amministratori locali come dicevo prima nell'indice dei bambini trovate insomma indicatori diversi per esempio c'è appunto il numero dei pediatri sulla popolazione in questo caso a vincere una provincia sarda la provincia di Cagliari e poi ci sono insomma alcuni indicatori legati proprio ai servizi per esempio il costo delle mense per le famiglie sul reddito in questo caso incredibilmente vince una grande città che è Roma dove in proporzione al reddito il costo della mensa scolastica per le elementari per le famiglie è più ridotto ovviamente insomma poi ci sono abbiamo introdotto cco un'altra cosa da dire è che abbiamo introdotto molti indicatori nuovi perché perché l'essenza della qualità della vita è riflettere una società che cambia questo è innegabile come diceva Michela nelle prime edizioni c'era il tempo di consegna di una lettera e ovviamente questo indicatore l'abbiamo dovuto sostituire nel tempo e oggi abbiamo la banda larga insomma e quindi altri indicatori qui abbiamo voluto introdurre delle novità come per esempio la competenza alfabetica e la competenza numerica e in questo caso vediamo per sempio come il divario tra nord e sud sia veramente macroscopico qui abbiamo due province del nord che sono Sondrio e Belluno dove la competenza alfabetica numerica ricordiamo questa è per gli studenti di terza media con i testi in valsi è insomma maggiore tra virgola adeguata e poi abbiamo delle province del sud tutte in coda quindi questo è un divario territoriale che purtroppo insomma emerge in maniera lampante c'è poi il tema degli asili nido sapete che sono un grande capitolo del pnrr con gli investimenti proprio sulle strutture sono stati appunto investiti svariati miliardi di euro per le strutture e vediamo che qui per esempio la percentuale di bambini che riescono a usufruire del servizio comunale non solo è molto bassa a livello nazionale credo che proprio arrivi al target così a malapena è bologna mentre al sud ancora una volta insomma c'è purtroppo ancora da fare tema giovani che poi vedrete è uno è il tema su cui ci siamo voluti concentrare per una serie di ragioni ma lo diremo dopo anche qui abbiamo due realtà da una parte abbiamo il sud che è molto forte negli indicatori cosiddetti democra demographici un po puri ovvero per esempio l'età media delle madri al parto insomma premia per sempio si raccusa catania e crotone perché perché al sud si fanno i figli più giovani rispetto al nord dall'altra parte un altro insomma dato che sicuramente è molto forte al sud del cosiddetto quoziente dinunzialità insomma il tasso dei matrimoni che si celebrano sulla popolazione qui vince vivo valenzia dall'altra parte però vi cito solo un indicatore così insomma poi passiamo a un altro all'altra classifica e al nord invece dove si registra insomma una percentuale di residenti giovani in crescita questo è un dato molto importante perché perché tra il 2019 e il 2023 solo un quarto delle province italiane hanno registrato residenti giovani in crescita questo vuol dire chiaramente che la popolazione sta invecchiando lo discuteremo ne discuteremo ampiamente più tardi ma soprattutto questo vuol dire che il sud che potenzialmente è un bacino appunto di giovani che fanno figli da giovani ccetera si sta da questo punto di vista spopolando e passiamo agli anziani che sono appunto come sappiamo sempre di più quindi una componente sempre più fondamentale della nostra società e a vincere appunto è la provincia autonoma di Trento che come dicevo prima ha un triplete allora su un fronte è quello della speranza di vita a 65 anni che come vede appunto vede Trento davanti a Triviso a Padova quindi il Triveneto sul podio e dall'altra parte viene premiato per gli investimenti e gli investimenti nell'assistenza domiciliare degli over 65 e poi anche sul fronte dei trasporti una cosa che mi piaceva sottolineare un po perché è un indicatore nuovo un po perché è un tema secondo noi molto molto insomma urgente è il cosiddetto indice della solitudine degli anziani un indice che appunto Michela quest'anno ha messo a punto che rapporta i nuclei familiari diciamo con una persona sola alla popolazione sopra i 65 anni e in questo caso vede vincere Barletta quindi vuol dire che da una parte il nord svetta per una serie di per esempio indicatori legati al welfare alla spesa sociale eccetera dall'altra parte però forse al sud ancora c'è una insomma una struttura familiare un tessuto sociale che permette agli anziani di non sentirsi soli sappiamo quanto questo tema sia veramente insomma importante trovate appunto tutti questi indicatori questo avrà un altro tema al ritorno qua e trovate questi indicatori domani sul sole 24 in dicola e poi online sul nostro sito dalle 7 di mattina saranno tutti disponibili e soprattutto navigabili interrogabili questi sono l'ultima cosa che vi racconto sono dei trend ovviamente che emergono a livello nazionale quindi andiamo oltre il territorio e raccontiamo un po che cosa sta succedendo il tren dei residenti giovani che vedete diciamo nella colonna di sinistra come secondo dal dal fondo e sicuramente in in calo questo è un tema appunto su cui riflettere come un tema su cui riflettere quello che trovate sotto cioè il canone di locazione al più 16 per cento qui vediamo proprio delle manifestazioni appunto abbiamo visto le manifestazioni e dall'altra parte vediamo come la ripresa post covid cioè il rimbalzo post covid abbia agito su tutti gli indicatori che riguardano per esempio la disoccupazione giovanile che è calata del 20 per cento rispetto al 2021 e anche il tasso dei nitti cosiddetti giovani che non lavorano studiano e non cercano nemmeno un'occupazione sono calati del 17,7 per cento e c'è ancora un tema e questa è l'ultima cosa di per sempio copertura del insomma di delle professioni mediche il dato che vi abbiamo segnalato in basso a sinistra è il numero degli infermieri che è in calo del 2,2 per cento quindi insomma venendo da una pandemia forse bisognerebbe riflettere soprattutto in virtù del fatto che abbiamo una popolazione che sta invecchiando e questa è l'ultima appunto slide che vi vuole condurre se vorrete a partire da domani mattina e poi per tutto l'anno perché la qualità della vita è disponibile già oggi abbiamo l'edizione del che abbiamo appunto pubblicato a dicembre del 2022 con tutti i dati tutti i 90 indicatori e quindi insomma se vorrete andare a vedere anche come si posiziona la vostra provincia insomma potete farlo immediatamente io concludo questa presentazione che chiedo quindi alla regia per favore di togliere e invito i nostri ospiti sul palco per appunto questa tavola rotonda partiamo da Adriano Bordignon che è presidente del forum delle associazioni familiari benvenuto poi Luciano Malfer che è dirigente dell'agenzia per la coesione territoriale per la coesione della provincia autonoma di Trento buongiorno Alessandro Rosina che è professore di demografia alla università cattolica di Milano non che nostro esperto grazie Marta hai fatto una presentazione nel dettaglio di indicatori noi conviviamo con questi numeri da tempo grazie ai nostri relatori per essere qui con noi sono molto contenta in realtà di poter parlare di queste tematiche con loro in realtà da giornalisti noi ci sentiamo spesso per affrontare queste tematiche mi occupo di famiglia per il sole 24 ore di politiche familiari quindi spesse volte ho dovuto parlare con loro insomma di questi temi allora in questo momento partiamo da per partire con il dibattito partiamo dal fatto che noi tra questi tre indicatori quest'anno abbiamo deciso di eleggerne uno come il più strategico lo abbiamo fatto dibattendo anche con loro ripetutamente prima di confrontarci abbiamo scelto i giovani come indicatore diciamo principe tra i tre ma perché per dire costruire un paese per giovani diventa strategico in un paese in piena crisi demografica quindi costruire un paese dove il benessere dei giovani sia al centro diventa strategico per riuscire ad affrontare un tema di equilibrio generazionale noi mettiamo tre generazioni a confronto misuriamo i territori su questo però ci rendiamo conto che il nostro paese guardando in modo incrociato i tre indicatori a delle aree in disequilibrio e in modo molto netto e i giovani diventano strategici talmente tanto che noi abbiamo deciso di dedicare un sondaggio e qui vengo alla seconda notizia che troverete domani sul giornale un sondaggio davvero molto corposo e somministrato da noto sondaggi a 2000 giovani insomma fino ai 29 anni giusto 18-29 anni in cui abbiamo cercato anche di sondare non solo con la statistica ma anche con le domande e con la loro la loro percezione le loro aspettative insomma emerge un paese dove i giovani sono bloccati il titolo che troverete appunto è proprio giovani bloccati insicuri incapaci di rischiare dove mettere su famiglia diventa sempre difficile allora questo questi indicatori insieme a questo sondaggio che troverete domani per noi sono il punto di partenza di questo dibattito partirei appunto con Alessandro Rosina demografo all'università cattolica proprio per capire a livello demografico perché parlare di equilibrio tra generazioni diventa strategico in un paese oggi in piena crisi demografica intanto grazie e complimenti per appunto questo sforzo continuo anno dopo anno di aggiornare il quadro articolato e complesso e dinamico della realtà che cambia che evolve e con delle coordinate di riferimento che sono veramente molto importanti sono quelle più informative cioè quello di guardare all'età anagrafica ma che non è solo anagrafica cioè non è solo divisione della popolazione in gruppi indipendenti è riconoscere il corso di vita cioè le fasi della vita che evolvono e come sono messe in relazione tra di loro e quindi l'importanza che queste fasi della vita possono svilupparsi pienamente in maniera anche legata tra di loro e le generazioni possono collaborare sta al centro del benessere di un territorio e qui c'è la seconda dimensione cioè quella dell'età anagrafica delle fasi della vita che è quella territoriale e quindi di un paese come il nostro che appunto ma una realtà territoriale molto articolata da cui si vede si apprezza anche il fatto che non ci sono solo le politiche pubbliche centrali c'è una forte differenza all'interno del territorio che dipende dalla capacità di riconoscere i bisogni specifici le fragilità le potenzialità del singolo territorio per mettere poi nelle condizioni che le persone che sono la principale ricchezza di un territorio possono realizzare i propri progetti di vita stare in relazione positiva tra di loro quindi questi elementi che e poi c'è un terzo elemento che è il tempo storico cioè il trend che avete fatto vedere cioè aver iniziato comunque un monitoraggio che poi anno dopo anno anche consente di vedere dove si sta andando quindi non è tanto dire le province peggiori sono queste le province migliori sono quelle è andare anche identificare quali indicatori stanno funzionando più o meno bene all'interno di ciascuna provincia per ciascuna provincia e vedere poi nel tempo se stanno migliorando non stanno migliorando per poi dare indicazioni di policy e questo è l'ulteriore punto importante cioè non è solo un ritratto così tanto per fare notizia ma diventa veramente uno strumento di di conoscenza della realtà di confronto anche tra realtà diverse e di capire poi come agire per migliorare le condizioni aggiungo un ulteriore elemento cioè non basta un unico indicatore siamo proprio in un mondo in un secolo che vuole andare oltre il pil di prodotto interno l'orto non vogliamo pensare al benessere semplicemente a punto di sta materiale ed conomico quindi servono indicatori articolati ma messi in relazione sistemica cioè quello che ci fa capire come cambia la realtà che è complessa è come cambiano anche le relazioni tra gli indicatori non solo se il singolo indicatoro aumentano e diminuisce ma come gli indicatori entrano o non entrano in relazione positiva tra di loro qui c'è ad esempio la demografia da tempo che fa vedere che il legame tra fecondità occupazione femminile che prima era negativo è diventato positivo e anche il legame tra tasso di disoccupazione dei giovani e permanenza dei giovani nella famiglia d'origine non c'era una relazione così forte che è andata ulteriormente a rafforzarsi nel tempo che vuole dire che le relazioni tra gli indicatori sono importanti e quindi avere un quadro che poi consente anche di vedere se vanno su assieme uno va giù uno va su in quale area del territorio è fondamentale arrivo al secondo parte della tua domanda cioè perché mettere i giovani al centro non è che si non si tratta di mettere i giovani al centro si tratta di riconoscere il ruolo di quella fase della vita a beneficio dell'intera collettività perché lo dico perché provate a pensare un territorio in cui i giovani non riescono a trovare lavoro a trovare lavoro stabile a formare una famiglia da avere figli cioè che cosa succede quel territorio allora da un punto di vista da un primo punto di vista indebolisci la capacità di produrre richiesta e benessere all'interno del territorio cioè vai a indebolire il rinnovo generazionale in quel territorio il mondo cambia attraverso il rinnovo generazionale attraverso nuove generazioni che arrivano e prendono il posto di quelle precedenti e mettono il loro vagione aggiunto nel produrre benessere nel territorio in cui vivono se questo ruolo delle nuove generazioni non è tale da poter entrare e generare valore con la loro diversità con la loro voglia di fare con i loro desideri con i loro progetti di vita ha semplicemente il vecchio che invecchia e non le nuove generazioni che rigenerano e che aiutano quindi a far funzionare meglio l'economia e le condizioni sociali ma anche questo poi porta a frenare le scelte di vita e quindi va a accentuarla a denatalità e quindi va ad avere una recaduta anche sulla fascia dei bambini perché se quello che succede è che avrai giovani che fanno più fatica da avere figli e quelli che hanno figli allora più difficoltà a dare risorse adeguate per poter investire sui propri figli e sulle nuove generazioni se sono messe in difficoltà ad aver lavoro continuità e organizzare bene per mancanza di servizi adeguati il rapporto tra vita e lavoro e la povertà economica è legata anche alla povertà educativa e dai vostri indicatori questa cosa si vede molto bene quindi gli indicatori dei bambini vanno a peggiorare se non c'è la capacità della fase delle nuove generazioni dei giovani sostanzialmente di poter realizzare i propri progetti di vita e realizzare bene poi i propri percorsi di transizione alla vita adulta ma ci sono anche poi conseguenze negative sulla fase anziana di questo indebolimento di questo rinnovo dell'entrata dei giovani nella vita economica e sociale del paese da un punto di vista micro cioè personale i giovani si non avranno la possibilità di avere una continuità di lavoro e di carriera quindi pagare contributi adeguati per avere una propria vita anziana con pensioni adeguate quindi tutto quello che frena la condizione dei giovani in un territorio frena anche la loro condizione anziana quindi peggiorerà i loro indicatori quando saranno anziani perché appunto il benessere di entrare tardi e male nel mondo del lavoro poi penalizza quello che va a realizzare in età adulta la condizione di benessere in età anziana ma va a peggiorare anche la condizione degli attuali anziani perché avrei un territorio in cui aumenta la popolazione anziana si riduce la possibilità di creare benessere richiesta con il ruolo dei giovani in più si va a ridurre la natalità e quindi gli equilibri demografici vanno continuamente ad accentuarsi e a quel punto come fai a pagare pensione dignitose far funzionare il sistema sanitario erogare cura e servizi e rendere sostenibile il sistema sociale ecco quindi attenzione a che la condizione dei giovani soprattutto la fase di entrata nella vita adulta e riconoscere che il mondo cambia e anche il territorio cambia attraverso il rinnovo generazionale e che il rinnovo generazionale da punto di vista quantitativo e qualitativo deve funzionare e che questi meccanismi sono importanti è un elemento di grande rilievo di grande consapevolezza per ciascun territorio che voglia pensare al proprio futuro in senso positivo faccio io una domanda ad Adriano Bordignon quando si parla di famiglie quello insomma che di cui vi occupate voi insomma in maniera poi realtà trasversale si pensa quasi ai giovani come insomma quelli che poi stanno un po' uscendo dalla loro famiglia insomma sono in una condizione così di mezzo in realtà appunto come ha detto il professor Rosina i giovani saranno i genitori di domani e il nostro sondaggio cioè il sondaggio di insomma condotto da notosondaggi che pubblicheremo domani da insomma un po' uno sguardo su questi potenziali genitori del futuro e quello che emerge è che più della metà il 55 per cento dei insomma dei rispondenti dice che vorrebbe avere un figlio però di questi il 23 per cento quindi circa la metà dice che non si sente nella condizione in questo momento di farlo dall'altra parte merge un 28 per cento quindi quasi un terzo insomma delle persone che hanno risposto che dice che assolutamente non si immagina con un figlio quindi non è un desiderio in questo in questo momento ma anche nel futuro quindi questo insomma come si lavora su una generazione che in realtà sembra forse divisa tra più insomma orizzonti quello di avere figli ma non posso quello che gli voglio quelli che invece no io mi sono forse ho arreso o faccio scelte diverse condivido pienamente buongiorno a tutti intanto e ben trovati condivido pienamente l'incipit che è stato fatto da Alessandro Rosina e che voi avete avuto avete nel cuore di questi indagini cioè tenere assieme tre fasi di vita cercando di coordinarle in modo armonioso sapendo che non sono dissociate l'uno delle altre in realtà lo spazio principe dove c'è sintesi dove c'è reciprocità dove c'è cura e co-investimento è lo spazio della famiglia dove giovani bambini anziani dovrebbero trovare lo spazio e le modalità per uno sviluppo armonioso per le famiglie stesse ma per il contesto sociale economico micro e macro è in dubbio che indagini come quelle che voi ripetutamente mettete l'attenzione ci danno elementi di riflessione e di progetto noi abbiamo dei tassi di natalità che vanno calando progressivamente nel corso degli anni quindi si sono chronicizzati in questa tendenza e abbiamo anche fatti che sono nuovi o comunque si manifestano con maggiore significatività l'esempio che lei ha riportato all'attenzione questo fatto della minor predisposizione minor disponibilità di una quota di giovani significativa a pensarsi in un domani con i figli oppure l'altra estremamente significativa quota di persone giovani che si vede in un futuro con figli ma vede una prospettiva molto complessa molto difficoltosa ci racconta un link che va a ricollegarsi col titolo che avete dato a questo nostro a questa vostra indagine giovani bloccati giovani parcheggiati cioè come sistema paese noi abbiamo accettato e abbiamo permesso che la forza che dovrebbe essere naturalmente maggiormente propulsiva maggiormente orientata al rischio maggiormente prospettata in percorsi di progetti di lungo periodo sia costretta a sterilizzarsi a parcheggiarsi e questo è un danno enorme il tema della generatività è collegato a questo io penso che un giovane che si sente in continuo come un funambolo sopra un filo che non sa cosa succede oggi domani domani l'altro fa fatica a mettere in campo quello che è un progetto vincolante per tutta la vita e l'idea di impegnarsi verso un figlio con un figlio è uno di questi degli esiti più significativi in questo campo voi avete fatto il vostro sondaggio e domani sono curioso di leggerlo e di vederlo tenendo conto che per esempio ogni volta che voi uscite con i vostri sondaggi sulla qualità della vita io metto in moto tutta la rete di sindaci amministratori anzi siete qua ragazzi dovete tener conto che dovete migliorarvi questa non è il vangelo tra uno strumento di messa sul banco delle opportunità di migliorarsi ecco io credo che questi sondaggi siano significativi ho fatto anch'io tornando ieri ero in ospite in abruzzo la famosa ospitalità abruzzese insomma mi ha tenuto impegnato una mezza giornata ma tornando su ho fatto 5 ore di chiamate con i giovani coi ragazzi chiedendo ma voi cosa vorreste della politica cosa vorreste da chi governa il paese dalle aziende dalla società civile e la cosa che è stata richiesta vorremmo prospettiva in buona sostanza poi declinato con una scuola diversa un università diversa un sistema dell'abitare differente ma l'idea è poter ssere maggiormente protagonisti fin da subito tant'è che dieci giorni fa abbiamo terminato gli stati generali della natalità e una delle cose che abbiamo messo in campo per che vi sia una grande alleanza è quella di capacitare i giovani ad essere protagonisti da subito ad anticipare i tempi di autonomia e di responsabilità perché oggi due giovani su tre tra i 18 e 34 anni 34 anni vivono ancora in casa e questa è un'ingiustizia verso di loro è una scelta del paese di perdersi probabilmente la parte più generativa che ha è anche una scelta che non non crea dei legami generativi per la comunità del futuro grazie adriano devo dire che avendo seguito anche gli stati generali per la natalità ho notato davvero come quest'anno insomma il link generazionale era molto forte negli interventi di tutti perché in un paese quest'anno si è parlato tanto di natalità la natalità è diventata finalmente appunto nei titoli di giornale un argomento di dibattito pubblico però appunto da lì poi a riuscire a diventare anche politica nazionale e locale abbiamo insomma abbiamo si è lavorato molto su questo ed è un tema intergenerazionale quello della natalità insomma su questo assolutamente non è solo un tema di bambini ma è proprio un tema insomma che riguarda tutti tutte le fasce generazionali a questo punto visto che abbiamo parlato di politiche mi piacerebbe appunto da andare direttamente da Luciano Malfer come dirigente dell'agenzia per la coesione della provincia qui di Trento tra l'altro appunto magari i locali la conoscono ma l'agenzia che prima si chiamava agenzia per la famiglia ha proprio come missione questo cioè andare a cercare di costruire coesione anche generazionale poi ce ne parlerai tu nelle politiche locali quindi promuovendo quindi promuovendo questo tipo di politiche la mia domanda è un po' questa cioè cosa si può poi fare in concreto nelle politiche locali e perché poi alla fine si è parlato tanto magari di comuni family friendly sui bambini così come magari Trento svetta nelle politiche per gli anziani ma per i giovani nel senso è quella fascia di mezzo che come si interviene Grazie, vi saluto perché la qualità altissima e ringrazio solo per il lavoro che mi ha fatto anche in altri contesti su quest'ambito e evidenzio questo rispetto al tema dei giovani e dei grandi giovani per noi come provincia di Trento e agenzia per la coesione sociale dal 2019 le politiche di transizione ed età adulta sono politiche strategiche e sono dentro le politiche per il benessere familiare non possiamo più parlare di natalità senza pensare ai grandi giovani e favorire le politiche di transizione età adulta questo è stato un passaggio graduale perché quando si parla delle politiche per la famiglia si pensa sempre ai nidi agli assegni cco è importante spostare anche sui giovani è uno dei cinque pilastri per sostenere la natalità e evidenzio due dati che per me visto che siamo dentro indicatori e di spread questo sarà il tema del festival della famiglia del prossimo anno lo spread che ha l'italia rispetto a dati europei su due indicatori importantissimi uscita di casa di giovani cco l'italia si colloca immediatamente il giovane 18 85 anni esce di casa a 29.9 anni la media europea è 21.5 la miglior pratica europea è la svezia con 19 anni abbiamo uno spread di 10.9 anni cco è un dato enorme è chiaro che più si proroga procrastina questa data questo momento dell'uscita di casa ma sono le politiche c'è un tema culturale è un tema di politiche ecco bisogna lavorare proprio su questo tema il secondo dato è quello dell'età della madre al parto il primo figlio l'italia 31,5 anni media europea a 29.4 la bulgaria al lato migliore 26.4 quindi qua abbiamo uno spread di 5 anni sul caso migliore e comunque il spread della media europea di 2 anni ecco dobbiamo andare corpo a questi diciamo con politiche concrete per lavorare su questi temi questa è un po' la riflessione che abbiamo fatto in agenzia e in provincia tant'è vero che questo questa progettualità è dentro gli obiettivi del PIAO quindi il piano integrato approvato dalla giunta provinciale per mettere insieme tutte le politiche per lavorare su questo indicatore stiamo facendo delle sperimentazioni importantissime proprio sull'autonomia e abbiamo una politica fortemente attiva in questo momento proprio per favorire l'uscita di casa del figlio vi racconto questa politica che è in fase di sperimentazione ai giovani 18 40 anni abbiamo allargato non ci sono più giovani sono i grandi giovani che intendo costituiscono un nucleo familiare a sé il sistema di credito locale favorisce se i ragazzi vogliono il prestito di fino a 30.000 uro quindi non interviene la politica ma il sistema creditizio che favorisce questo prestito i soldi vanno spesi per quello che vogliono per avviare il loro progetto di vita nei 5 anni di ammortamento di questo muto interviene la politica perché se nasce un figlio in questi 5 anni i ragazzi sono usciti di casa e la provincia interviene con un contributo in conto battimento mutuo di 15.000 euro se nasce un secondo figlio nei 5 anni la provincia abbatte il debito residuo ecco l'abbiamo considerato un acceleratore un acceleratore i dati ci dicono che ad oggi sono circa 100 domande che abbiamo in casa su questa politica parliamo del più del 2% della natalità non vuol dire molto la politica perché la valuteremo nel tempo perché abbiamo anche una fase transitoria però confortante questo dato l'età media di queste mamme siamo sotto la media Italia siamo sul 30 anni età media ecco questo è una piccola sperimentazione per noi importante vi do un altro dato che però secondo noi è altrettanto importante abbiamo messo in campo tutto un piano con le aziende strama aziendale e trentino e tenete conto che il 25% dei lavoratori dipendenti in trentino lavorano in aziende con piani di conciliazione vita lavoro questa conciliazione questa flessibilità è importantissima per l'occupazione femminile ecco in realtà le aziende ci dicono che i lavoratori giovani che vogliono entrare in azienda per loro è importantissima questa flessibilità non è la dimensione rituale è importante ma è molto importante avere la possibilità di conciliare i loro le loro esigenze con i tempi di lavoro passerei io ad Alessandro Rosina perché ovviamente qui si parla di politiche che vengono messe in atto in alcuni territori una delle cose che secondo me salta all'occhio per chi si occupa comunque per chi conosce la qualità della vita e chi vede questi indici è che nella classifica generale il sud che purtroppo rimane quasi sempre in fondo alla classifica però primeggia in una delle sei categorie in uno dei sei sotto indici che è quello della demografia perché perché ha degli indicatori come avete visto per l'età al parto e il pozziente dinunzialità che sono naturalmente insomma fisiologicamente migliori rispetto al nord però in questi indicatori specialmente quello insomma dei bambini e dei giovani rimane comunque in fondo quindi la mia domanda è in che modo cioè qui c'è un divario territoriale che paradossalmente si sta, cioè non si sta rivaltando però si sta riproponendo quando invece al sud ci sono delle potenzialità ancora insomma da da coltivare quindi come si può leggere questa questa situazione? Questo tema è particolarmente importante perché ci dà delle indicazioni di lettura rispetto anche alla necessità di mettere in discussione una nostra capacità di guardare spesso in mera scontata alle cose il sud per lungo tempo è stata l'area più prolifica non d'Italia, d'Europa poi ha perso questo primato e adesso la natalità il numero maggio di figli per donna è più basso al sud rispetto al nord e nessuno se l'aspettava cioè se noi andiamo a vedere le previsioni istat del 2001 quindi all'inizio di questo secolo andiamo a vedere oggi qual era l'aspettativa rispetto ai livelli di fecondità, secondo le previsioni del 2001 la fecondità avrebbe dovuto essere nel 2023 più alta al sud rispetto al nord e invece la cosa si è ribaltata si è ribaltato questo ma anche un altro indicatore importante tradizionalmente i giovani uscivano prima dalla casa dei genitori rispetto al nord Italia cioè tutti motivi anche antropologici tradizionali rispetto al modello di famiglia del passato legato a anche al sistema agricola, eredità eccetera e anche questa cosa si è ribaltata adesso invece i giovani rimangono più a lungo a vivere con i genitori nel sud rispetto al nord perché siamo davanti a delle trasformazioni che fanno sì che se i giovani poi non incontrano quelle condizioni che consentono di realizzare le loro scelte queste scelte diventano scelte frenate e vengono riviste al ribasso e quindi anche se il numero di figli desiderato è ancora più alto al sud rispetto al nord quello desiderato quello realizzato è più basso anche se il consciente se il desiderio di formare una famiglia avere figli quindi anche la nozzialità è più alta cioè chi forma un'unione tende maggiormente a formare un'unione di coppia e sposandosi questo però va ad abbinarsi comunque poi con scelte ffettivamente di autonomia e di realizzazione piena dei propri progetti di vita comunque che stanno vengono progressivamente rivisti al ribasso siccome però questi cambiamenti sono più recenti rispetto al nord è anche vero che la struttura per età attualmente del sud presenta ancora meno anziani anche se in prospettiva aumenterà di più l'invecchiamento e più giovani anche se in prospettiva andranno a ridursi e potranno anche andarsene quindi c'è il rischio appunto che la revisione della natalità al ribasso e insomma la fuga dei giovani da questi territori poi vada verso dinamiche che peggioreranno la propria condizione rispetto al nord però vuol dire che anche in questo momento se ci facessero le politiche adeguate queste politiche potrebbero agganciarsi con un numero desiderato più elevato rispetto al resto del paese con la propensione a formare una famiglia dinunzialità maggiore rispetto al resto del paese una struttura demografica in cui la consistenza di giovani è ancora maggiore rispetto al resto del paese e quindi se potessero agganciarsi politiche efficaci e adeguate la risposta sarebbe maggiore rispetto anche al resto del paese il problema è che quelle condizioni per realizzare quelle politiche attualmente non le vediamo tutto quello che dovrebbe essere realizzato lo vediamo molto più debole nel sud rispetto a quello che si fa nel nord e quello che si fa nella provincia di Trento. Provincia di Trento ha il vantaggio invece che non ha mai fatto scendere la fecondità su livelli molto bassi e quindi anche si trova appunto sia con politiche più efficaci ma che si agganciano a una fecondità che non è scesa troppo in basso è una struttura demografica che è meno compromessa e quindi questa è effettivamente la condizione migliore per vedere poi anche il resto del paese in che direzione potrà andare quanto potrà migliorare però è giusta questa osservazione attenzione attualmente abbiamo le politiche un po' migliori nel nord ma alcune condizioni più favorevoli al sud quindi se potessimo agire positivamente riconoscendo le specificità di ciascun territorio potremmo effettivamente avere anche dei risultati particolarmente promettenti e interessanti. Su questo mi aggancio perché una delle politiche adesso su cui sta spingendo il treno del piano nazionale di riprese di resilienza sono gli asili nido dico questo anche perché è un merito anche un po delle statistiche proprio perché l'indicatore sugli asili nido è stato in realtà uno dei pochi davvero commentati sui giornali quando è stato fissato come un livello essenziale delle prestazioni a livello nazionale per dire dobbiamo raggiungere il tot l'indicatore è diventato per tutti politica locale da raggiungere quindi l'importanza di un numero a volte diventa politica locale diventa politica nazionale in un piano nazionale chiedo appunto ad Adriano Bordignon forum nazionale delle associazioni familiari in questo momento ovviamente la spinta sugli asili rischia forse probabilmente di far correre il treno tutto in una direzione quando in realtà le politiche probabilmente potrebbero essere anche tante altre voi come forum quali insomma sono i treni su cui cerchereste di spingere insomma il treno nazionale e delle politiche locali sì molto rapidamente ci sono dei vagoni che per noi sono estremamente significativi alcuni sono delle leve di carattere economico fiscale l'assegno unico come sapete lo vorremo più generoso più semplice più tempestivo nei tempi di rogazione perché abbiamo assistito a un ritardo in questi giorni ancora in piedi di 10 giorni nell'erogazione e tante famiglie sono in difficoltà perché sono risorse che servono per arrivare a fine mese attendiamo una riforma fiscale che finalmente riconosca la composizione del nucleo familiare come elemento definitorio significativo il tema del femminile del lavoro femminile è un un'altra questione estremamente centrale che ha dentro due connessioni una è quella della conciliazione che non riguarda solo il mondo femminile e della condivisione il tema dei servizi e della loro accessibilità quindi la questione dei nidi è certamente importante poi mi domando anche la sostenibilità e l'accessibilità per le famiglie deve essere una delle altre questioni che dentro questa dinamica sono importanti ma abbiamo chiuso gli stati generali dicendo che la questione sul tema giovani è la questione strategica per questo paese e troviamo perfettamente armonioso essere qui oggi perché puntiamo su questo tutti quanti il tema dei giovani secondo me può avere una serie di riverberi di pratiche da mestiere in campo Luciano Malferni ha raccontato alcune abbiamo delle prove buone prassi che vanno appunto allargate secondo i territori però io chiuderei con due immagini con due con due detti con due massimi che a me sono restate nel cuore una è arriva dalla palestina e dice che chi semina datteri non mangia datteri ok noi siamo abituati a mangiare prima che vi sia la verifica di una sostenibilità e di una generatività oggi quest'italia del 2023 deve smetterla di pensare all'oggi e al massimo al domani mattina deve seminare per un futuro che magrari la classe dirigente oggi non vedrà è una cosa difficile forse quasi impossibile ma va messa in campo l'altro aspetto riguarda i giovani c'è un detto che dice che la cere prudente mira più in alto perché sa che se il bersaglio è lontano per arrivare a questo bersaglio la l'arcoazione del percorso della freccia deve essere adeguata ecco non abbassiamo le asticelle dei nostri giovani stimoliamo il desiderio stimoliamo l'impegno stimoliamo la raggiunta di obiettivi alti perché noi abbiamo bisogno di un paese fondato sui giovani che lanciano il destino verso un futuro che sia generativo per loro per le nuove generazioni e per gli anziani in un'alleanza che sia significativa grazie Luciano Malfer prima Adriano Bordignon ha usato un termine sostenibilità che ultimamente è abusato insomma sul fronte più ambientale ma sappiamo che si può applicare anche alla questione economica la sostenibilità chiaramente per chi si occupa di politiche sul territorio non è un fattore così trascurabile parlavamo di appunto come si possano in realtà si possa puntare al benessere collettivo cioè quindi di tutte le generazioni insieme e però chiaramente voi come si fanno i conti con questo tema della sostenibilità con questo tema degli investimenti che non sono infiniti sì grazie volevo grazie delle domande e volevo portarvi un'esperienza e un più che altro anche l'elaborazione di un modello e secondo gli porla al sole 24 ore penso che sia anche così una bella sfida perché la domanda è questa ma è possibile fare politiche senza soldi questo fare politiche importanti senza soldi e è possibile efficientare un territorio un sistema mettendo al sistema quindi creando più valore dalle risorse che esistono sul territorio dal capitale territoriale esistente questo è un po' presupposto e sarà un sogno adesso vi racconto questo sogno allora perché il tema è solamente questo faccio un esempio potremmo raccontarne degli altri esempi è un'esperienza che la provincia della Nintendo sta facendo su altri ambiti ed è il tema della mobilità mobilità pubblica urbana ed xtraurbana ecco il tema della mobilità e andando creare servizi per le famiglie residenti andando creare opportunità e diciamo quindi servizi a una parte ma anche efficientare la mobilità pubblica creare una politica di sostegno alla mobilità ecologica perché si favorisce la fornizione dei mezzi pubblici con una semplice tariffa che è stata messa in campo chiaramente studiata l'abbiamo chiamata economia della saturazione andiamo a saturare il capitale esistente il ragionamento parte dall'analisi se noi osserviamo i mezzi pubblici che si muovono i trasporti e vedremo che i mezzi pubblici tendenzialmente alcune fasce orarie sono mezzi vuoti e non pieni ecco quel mezzo vuoto può diventare risorsa della comunità e creando opportunità per fruire di quel mezzo vuoto e per i residenti e creare valore di sistema ecco su questo percorso la prese trento ha fatto una politica prima in due step quindi la politica prima della e quindi al 31 12 2022 la politica è questa quindi residenti in trentino che hanno una carta libera universale tutti possono avere questa carta si chiama euregio family pass e possono viaggiare da qualsiasi parte a qualsiasi parte del trentino papà mamma e tutti i figli minorenni dal primo gennaio di quest'anno questa politica è stata saturata ulteriormente e viaggiano papà mamma e figli minorenni e i nonni con un biglietto costo di questa politica 0 allora questa percorso che non ha creato sconquassamenti dentro i bilanci della società di trasporto può essere replicata su altre politiche ecco la stessa cosa è stata applicata sul settore museale stiamo facendo delle sperimentazioni su altri ambiti per cui la domanda è questa le risorse che sistono sul territorio non utilizzate ma che tutte le agenzie pubbliche private hanno messo sul territorio ed esistono e sono tantissime quella parte di non usata di un'offerizione può essere risorsa di sistema secondo noi la risposta è sì però questo lo lasciamo dibattere al sole nello speciale del prossimo anno assolutamente accolgo l'invito ma direi che utilizzare il criterio famiglia o il criterio generazionale nelle politiche locali è davvero una una strategia da indagare anche un po immagino nelle declinazioni che questa che questa politica locale potrebbe avere e poi magari anche negli effetti sugli indicatori anche sull'ambiente se si stimola insomma le famiglie a prendere i mezzi pubblici si avrà teoricamente un impatto positivo anche insomma sulle missioni quindi effetti positivi a cascata teoricamente a questo punto noi abbiamo terminato ma soprattutto apriamo se volete il momento delle domande a noi fa piacere l'idea insomma anche di continuare il dibattito con voi per cui se avete domande su questi aspetti o sui risultati della ricerca ma anche in particolare su quelle che sono le dinamiche che abbiamo affrontato del rinnovo generazionale delle politiche locali con i nostri relatori siamo siamo qui quindi volentieri attendiamo domande non siate timidi giusto per capire quanti sono di trento in platea del posto arrivano da fuori ok quindi insomma il primato sugli anziani quest'anno abbiamo questo territorio in realtà che ci ospita nella classifica ma abbiamo più di una volta anche discusso di altri primati sulle politiche locali insomma immagino che di trento in realtà è una testa di serie in generale nella qualità della vita in tutti cioè anche nella classifica generale che pubblichiamo a dicembre quindi insomma è sempre lì che si contende le posizioni di testa sì e con appunto con l'agenzia abbiamo più volte detto che è un modello anche nel proprio nell'attuazione di queste politiche i famosi comuni femmeri friendly sono diventati quanti ieri dicevi 170 in tutta in tutta italia in trentino sono 100 quindi in realtà tra l'altro una cosa che lega il tutto è che anche siena che è prima nella classifica ieri mi è stato detto insomma dal dottor malfer che è certificata dall'agenzia di trento come comune femmili friendly quindi insomma vuol dire che le nostre classifiche hanno anche un riscontro concreto va bene se no ecco c'è una domanda bene benissimo grazie per aver rotto il ghiaccio chiedo scusa ma allora per i giovani uno dei nodi fondamentali è l'inserimento nel mercato del lavoro giusto anche il trentino pur avendo un tasso di abbandono tra i più bassi di Italia ha un numero di net piuttosto alto insomma siamo intorno ai 15.000 se non ricordo male giovani mi chiedo perché le scuole da un lato al pomeriggio alla sera non fanno percorsi di riqualificazione di inserimento lavorativo perché l'italia è così in ritardo compreso il trentino non bolzano su tutto l'apprendistato perché voglio dire per i titoli di studio primo e terzo livello vorrei solo ricordare che se la formazione continua si fa all'interno delle scuole costa mediamente tra il 30 e il 40 per cento secondo dell'utilizzo dei laboratori in meno rispetto ad una struttura privata cco qui diciamo che non solo l'italia ma anche trento un po in ritardo su questo lascerei la parola a malfer visto che gioca in casa ma il tema sicuramente sottolineo solo che la scuola e il ruolo della scuola per tutto quello che abbiamo detto oggi è davvero cruciale quindi però chiaramente sulla risposta puntuale lascio a te sì la domanda è pertinente chiaramente e questo è un tema strategico che al centro del dipartimento del dipartimento istruzione e anche noi come agenzia per la cosa necessaria stiamo costruendo una politica su questo percorso proprio di così customizzazione di un percorso su questi nitte su questi ragazzi col obiettivo di fare uscire di casa creare un percorso mirato e che va in questa in queste politiche la questione è strategica e secondo noi anche prioritaria per cui è sicuramente al centro dell'attenzione non sono in grado di entrare nel dettaglio della risposta perché è una competenza del collega che si occupa di istruzione e non vorrei dire cose non precise se c'è qualche altra domanda sì parlo io volevo chiedere la una riflessione sulla correlazione tra le politiche che funzionano e poi i dati in termini di tassi di fecondità perché nel negli anni scorsi la provincia di Trento ha avuto un significativo recupero delle tassi di fecondità che poi dopo però negli ultimissimi anni è un po calato diciamo e sempre a livelli adesso mi sembra sia poco sotto 1,4 se non ricordo male livelli che altre parti d'italia comunque si sognano quindi sempre diciamo relativamente buoni anzi molto buoni però in relativo calo e quindi mi domando perché anche le politiche migliori possibili come trovano un limite trovano una difficoltà di fondo questa è la domanda sì questa la girerei a Rosina per quel che noi sempre abbiamo chiesto a lui queste correlazioni come giornalisti quindi la sua risposta in europa ci sono tre gruppi di paesi c'è un gruppo di paesi che sono riusciti attraverso politiche solide continuative nel tempo a far sì che la fecondità non scendesse troppo sotto i due figli per donna che quel livello che garantisce l'equilibrio qui tutti sostanzialmente puntano la popolazione non aumenta ma al meno il rapporto tra generazioni tiene e sono francia che ha sempre continuamente sperimentato e messo in campo politiche solide nei confronti della famiglia e la svestia la svestia addirittura però quella che ha sperimentato di più secondo me la svestia è più vicina al caso del 31 viceversa e la svestia non è chi ha mantenuto una fecondità elevata cioè è andata ad oscillare perché ha sperimentato continuamente e siccome il mondo è sempre più complesso è sempre più difficile trovare soluzioni adeguate tu devi sperimentare e questo sperimentare fa sì che alcune cose funzionano in alcuni periodi in altre no ma almeno hai una tendenza che comunque cerca di spostare verso l'alto pur con oscillazioni cco il trentino secondo me è esattamente vicino insomma questo profilo poi ci sono altri territori e altri paesi come la Germania che sono riusciti a invertire la tendenza ma anche la Germania in dieci anni ha portato da valori più bassi rispetto a quelli italiani a sopra la media europea ma poi non è più riuscita a andare sopra cioè in qualche modo si è stabilizzata lì e tra l'altro tenete presente che se si vuole veramente dare una sfinta rilevante soprattutto a paesi che hanno una struttura per età come le economie maturie avanzate che va a sbilanciarsi a sfavore delle nuove generazioni cioè di chi produce figli non bastano solo le politiche familiari non ne basta un a misura bisogna sempre sperimentare e serve anche l'immigrazione tutti la Francia la Svezia stessa e la Germania stessa nei periodi in cui la fecondità è aumentata è perché c'è stata questa combinazione di forte politiche familiari combinate con flussi migratori con capacità di inserimento di inclusione sì un'altra domanda no se posso mi trovavo molto con le correlazioni che all'inizio stabilito e definito il professore Rosina e si diceva no lo sento molte volte dire anche da Bordignon non solo pille non solo pille e quindi guardiamo al benessere conomico ma non solo poi vedo gli indicatori che spesso seguo tra le province italiane ma anche tra gli stati europei e se devo guardare la classifica economica e quella delle qualità della vita a livello mondiale è praticamente pari pari no volevo chiedere su questo punto quindi anche la Svezia sulla natalità sulla Germania che che guida quelli sono gli outliers cioè quali sono i casi lampanti dove il benessere economico non non corrisponde non corrisponde a un benessere poi anche di alto tipo che avete riscontrato sia a livello europeo quindi internazionale se livello magari il tipo vince no semmai la situazione va ribaltata va ribaltata proprio nel confronto fra quello che è stato il modello di sviluppo nel novecento secolo scorso e quello che deve essere modello di sviluppo di questo secolo allora il modello di sviluppo nel novecento ha avuto sempre come punto di riferimento il il prodotto interno l'ordo cioè se tu aumentai il prodotto interno l'ordo stava andando alla direzione giusta quella stella commenta segui quella e va benissimo però inquini però produci disuguaglianze però non necessariamente favorisci il benessere relazionale delle persone e quello alla fine provoca tutta una serie di conseguenze che poi diventano un freno alla capacità proprio di sviluppo e alla qualità insomma della vita del benessere inteso in senso più generale quindi l'idea proprio passare dal secolo basato sulla crescita della quantità a un secolo in che punta invece sulla qualità della crescita anche da punto di vista demografico il secolo precedente ci ha restituito il fatto di vivere più a lungo da punto di vista quantitativo ma una volta che tu arrivi a 80 anni a punto di vista quantitativo non puoi non pensare di aggiungere qualità alla vita in più e quello diventa quello che fa la differenza e questo questo indicatore demografico poi estenderlo si può estendere sostanzialmente nel sistema più generale cioè tu si può fare in modo che aumenti la quantità della vita in termini quantitativi ma non necessariamente aumenti la qualità ma invece il viceversa funziona se tu aumenti la qualità della vita nelle varie fasi della vita aumenti anche la quantità cioè se tu arrivi a 75 anni e migliori la qualità della vita dei 75 anni questi vivranno più a lungo se vivono più a lungo poi dovrà aumentare la qualità della vita degli 80 anni e quindi è la qualità che diventa il motore del miglioramento la qualità che diventa il miglioramento anche della quantità questo riguarda anche la forza lavoro cioè è vero che noi avremo una riduzione della forza lavoro in senso quantitativo ma quello che fa la differenza è il capital umano cioè quanto valorizzi le persone nella loro capacità di essere attive nel mondo del lavoro di produrre valore con la propria attività quindi se tu migliori la qualità del lavoro dei giovani avrai anche un aumento dell'occupazione giovanile ma se tu punti a un aumento dell'occupazione giovanile senza migliorare la qualità avrai giovani che non si riconoscono in quel tipo di lavoro vai working poor avrai giovani che se ne vanno a cercare opportunità migliori altrove e quindi anche la quantità del lavoro va a ridursi quindi questo vale in generale cioè perché c'è questa correlazione perché sono i paesi che hanno puntato sulla qualità e siccome hanno puntato sulla qualità si trovano anche con un prodotto più favorevole mentre quelli che pensano che sia semplicemente da spingere sulla crescita quantitativa di produzione e consumo si trovano magari in alcuni periodi in cui questa cresce ma poi progressivamente a pagarne i costi qualitativi e trovare quindi quel modello di sviluppo non li porta ad esiti che siano quelli più solidi di maggior miglioramento delle condizioni delle prospettive collettive di quel territorio grazie Alessandro c'è qualche ultimo intervento a questo punto rimanderei tutti al giornale di domani che troverete la parte più delle classifiche che rimbalzeranno su le varie cronache locali sarà da domani insomma online anche sul sito grazie di aver partecipato al prossimo anno le prossime classifiche vedremo se quali saranno i territori che miglioreranno appuntamento a dicembre con la qualità della vita 2023 che uscirà appunto alla fine dell'anno grazie a tutti grazie ai nostri e buona giornata
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