Europa divisa? Disuguaglianza, crescita e giustizia
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Europa divisa? Disuguaglianza, crescita e giustizia
All’unificazione monetaria europea non ha corrisposto un rafforzamento di quella economica e politica. L’ingresso dei paesi dell’Est ha accentuato le divisioni tra ricchi e poveri. Di fronte alle vecchie e nuove superpotenze, come se la caverà il nostro continente?
conferenza conclusiva del festival dell'economia e però lasciatemi cominciare con una confessione personale per me ralf dahrendorf significa il 68 il mio 68 perché io appartengo a quella generazione e naturalmente in quei giorni tutti leggevano marcus è l'uomo a una dimensione l'ho letto anch'io poi un bel giorno qualcuno non ricordo chi al centro inaudi qualche amico più grande di me mi disse prova leggere questo e medie classiche conflitto di classe nella società industriale che la terza aveva pubblicato cinque anni prima con una introduzione di alessandro pizzorno e quel libro mi fece capire molte cose e una soprattutto che il conflitto non è l'anticamera della rivoluzione ma è un dato fisiologico delle società industriali mature e che il capitalismo si può riformare dall'interno dopo averlo letto mi ero convinto e cominciai a dirlo a destra manca cosa successe che mi presi le pernacchie da quelli che sognavano la rivoluzione ma anche dai liberali conservatori che vedevano il conflitto come un fatto potenzialmente eversivo e che quindi vi si opponevano bene io considero quelle per macchie un momento fondamentale della mia formazione e quindi sono molto grato ma credo che come me ce ne siano tanti al professor lord hahndorf per avermi aperto gli occhi a quell'epoca lor dahrendorf non avrebbe bisogno di presentazioni io cercherò di non portare via troppo tempo è uno dei massimi pensatore sociali e politici del nostro tempo è nato nel 1929 ad amburgo figlio di un militante social damon dirigente anzi del partito socialdemocratico di allora che fu eletto al rais tag nel 1932 sappiamo tutti cosa successe poi nel marzo del 1933 e quindi che conseguenze dovete patire la famiglia dahrendorf per le sue idee politiche non andò in esilio trovo il modo di sopravvivere decorosamente e il giovane ralph però avrei bene le idee di libertà e di democrazia che di suo padre nel 1944 fu arrestato dalla gestapo e e fu messo in un carcere speciale da cui poi scappò insomma quando arrivarono i sovietici da rendo studia poi filosofia ad amburgo studia alla london school of economics dove ha tra i suoi tra i suoi maestri anche karl popper tra le altre tra gli altri aspetti interessanti della sua biografia c'è anche un'esperienza di capitano di lungo corso è stato timoniere di alcune navi mercantili attraverso l'oceano attraversato l'atlantico almeno quattro volte ho letto nella sua autobiografia poi ha fatto politica nelle file del partito liberale è stato nel governo brandt è stato anche commissario al commercio estero della unione europea anzi allora si chiamava della cena e poi dal 74 si è trasferito in inghilterra dove ha diretto per dieci anni il land school of economics succedendo appunto a karl popper in seguito il 20 cent antony college di oxford quindi e diventato cittadino britannico nel 53 anni è stato nominato ea 64 nel 1993 è entrato alla camera dei lord per il partito liberal democratico e quindi diciamo un europeo cosmopolita che come ha scritto nel suo libro che si intitola appunto oltre le frontiere ha tra le sue principali principali passioni proprio quella di varcare le frontiere ha scritto un mondo senza frontiere è un deserto un mondo con le frontiere sbarrate è una prigione la libertà prospera soltanto in un mondo di frontiere aperte quindi le frontiere anno da esserci perché sono qualche cosa che in qualche maniera riguarda la nostra identità però devono essere aperte e devono essere e che fai allude in questo modo non soltanto a frontiere fisiche geografiche tra le nazioni i popoli ma anche frontiere culturali ideologiche e disciplinari come dicevo prima fin dai suoi primi esordi come studioso ha sempre sostenuto sulle orme di max weber che la scienza sociale deve essere oggettiva a valutativa distaccata dalle da giudizi di valore dalle passioni e che l'attività politica è una scienza applicata e qualche cosa di diverso è un'attività pratica però nella vita si può passare come ha fatto lor dahrendorf dalla teoria alla prassi e viceversa e si può anche cavalcare il confine tra la scienza sociale e i giudizi di valore cioè la politica facendo il consulente dei politici o facendo in la politica in prima persona anche la sua riflessione sui grandi temi della democrazia liberale della giustizia sociale nelle società occidentali è un pensiero di frontiera dahrendorf ha criticato il pensiero liberale in nome dell'equità sociale e dell'uguaglianza delle opportunità ma nello stesso tempo anche criticato la dottrina marxista per la sua incapacità di cogliere le i dinamismi interni al capitalismo nella capacità del capitalismo di autocorreggersi anche attraverso il conflitto non starò a fare l'elenco delle opere alla bibliografia del professor dare noi perché è molto vasta i suoi libri sono tutti pubblicati dalla terza a cominciare dal primo che ho citato in germania è appena uscito un libro che al quale noi abbiamo dedicato la copertina del domenicale del sole 24 ore domenica scorsa e lo abbiamo intitolato provvisoriamente tentazioni di schiavitù il professor dare nord mi ha corretto perché dice che non è esattamente schiavitù bisognerebbe tradurlo non libertà ma che è sostanzialmente un libro nel quale dahrendorf passa in rassegna i maggiori pensatori del novecento individuando quelle identificate quelli che hanno ceduto alla tentazione dei totalitarismi di uno dei totalitarismi del novecento e quelli che invece hanno resistito e principalmente tre karl popper a isaiah berlin e remo a rho tra gli altri invece tra quelli che hanno ceduto lui a individua soprattutto heidegger sartre che hanno subito le seduzioni della non libertà che noi chiamiamo la schiavitù e in questo libro lui propone la fondazione di una specie di società iraniana dal nome appunto di miglior made erasmo da rotterdam insomma il grande umanista che era contemporaneamente amico di del cattolico tommaso moro e ammirato da dai protestanti ma che cosa su che cos'è un intellettuale erasmiano per dahrendorf è qualcuno che pur comprendendo i grandi conflitti politico culturali del proprio tempo e pur partecipando lì anche in prima persona non cede alla tentazione di scegliere un campo una volta per tutte quindi non è un profeta uno spirito laico ed è chiaro che con questo spirito laico dahrendorf si identifica e ce ne ha dato continue testimonianze nella sua opera e qui gli erasmiani quando e qui ritorna la la metafora del del capitano di lungo corso scrive dahrendorf sono uomini che mantengono la rotta della ragione anche in mezzo alle tempeste scatenate dai profeti ecco e quindi questo è un ammonimento che rimane valido anche ora che ci siamo lasciati alle spalle il secolo breve il secolo dei totalitarismi ora che i profeti per lo più non sono europei vengono da altri continenti e da altre culture ma non solo meno minacciosi per la civiltà questa sera il professor lord dahrendorf ci parlerà di europa e quindi a questo punto cedo la parola a lui grazie thank you very much grazie tantissime e prima di cominciare vorrei dire che sono davvero commosso dalla presenza così numerosa di tante persone qui questa sera persone che sono venute qui ad ascoltare una conferenza sulle idee questa è l'ultima conferenza del festival è l'ultima persona dovrebbe poi alla fine spegnere la luce questa però non è una mia abitudine io credo nell'illuminismo credo nella luce e dunque spero di poter tenere accesa la luce per la prossima ora durante la quale dirò qualcosa e poi accetterò le vostre domande sono ovviamente grato al signor che emerge per avermi descritto così dettagliatamente non sono quale persona di cui avete sentito parlare prima vista parlando prima io non ero proprio un capitano di lungo corso era uno steward e e servivo agli ufficiali il cibo nel nel ristorante e mi sarebbe piaciuto essere un capitano sull'oceano e questo è un punto molto pertinente perché effettivamente quello di cui voglio parlare nei prossimi minuti è proprio un viaggio sull'oceano in alto mare sì voglio parlare dell'europa ma non voglio fare una conferenza normale sull'europa e sulle sue bellissime iniziative ma vorrei parlare di un'europa collegata all'argomento di questo festival un festival che ha avuto molto successo dunque vorrei parlare dell'argomento delle diseguaglianze crescita e giustizia la tesi principale che voglio sostenere è semplice si parla di europa divisa ma credo che l'europa fosse dipesa in passato e le decisioni dell'europa sono responsabili della gran parte della terribile storia del ventesimo secolo e anche per le terribili vicende di questi primi anni forse ma questo è il passato ora qual è il nostro futuro non il futuro non è semplicemente un europa unita infatti voglio soffermarmi su un idea cioè siamo passati dalle divisioni alla diversità a una diversità accettata e riconosciuta una diversità attiva così come voglio chiamarla signore signori è interessante che in anni recenti le persone che parlano dell'europa e delle ragioni per cui dovremmo sempre stare più vicini in europa sottolineano spesso che uno dei grandi valori delle grande qualità dell'europa sono rappresentate dalla sua diversità e io vorrei unirmi al coro di coloro che hanno lodato la diversità sottolineando dei fatti e delle estrapolazioni per il futuro la diversità in europa è una cosa ovvia guardiamo le dimensioni degli stati membri dell'unione dell'unione europea abbiamo malta lussemburgo da una parte l'italia la francia la germania un regno unito dall'altra parte e poi molti altri paesi dunque se c'è una diversità è sicuramente questa ma poi c'è anche una diversità geografica e anche l'orientamento che si accompagna alla geografia e non sempre apprezziamo il fatto che ogni paese porta con sé degli interessi e degli orientamenti che si basano sul suo passato in passato che magari non è comune a tutti i paesi europei e che porta alla formazione di gruppi di interesse per esempio i paesi baltici pure altri gruppi di interesse che insistono sulla cooperazione mediterranea e tutta una serie di unità o sotto unità di questa unione europea il clima poi le tradizioni e poi forse le differenze più importanti o gli aspetti più importanti della diversità hanno a che fare con la politica e con l'economia e mi fermerò un attimo su questo per darvi il contesto di una più approfondita esplorazione della diversità collegata alla giustizia e le diseguaglianze parliamo della politica quante differenze politiche ci sono in europa durante le ultime elezioni in gran bretagna e in germania i risultati in termini percentuali sono stati praticamente identici quasi identici c'è stata una differenza inferiore al 2 per cento tra i due partiti principali era anche una riduzione dell'affluenza alle urne e altre cose simili eppure che cosa è successo nel regno unito abbiamo un parlamento in cui il partito laburista una maggioranza di 60 seggi sopra gli altri partiti una maggioranza che talora e traballante e soprattutto in questi giorni ma che ciononostante è un diritto rappresenta un diritto a governare in germania dopo un negoziato lungo e complesso è stata formata una grossa coalizione perché è stata l'unica soluzione permessa dai risultati in base al sistema elettorale tedesco e il sistema elettorale non è mai un caso e lo dico con un mezzo sorriso proprio per via del frequenza con cui i sistemi elettorali sembrano cambiare nel vostro paese è infatti due sistemi elettorali quello del regno unito è quello della germania non sono un caso la politica britannica è storicamente avversaria le infatti nella camera dei comuni i banchi si confrontano sono uno l'uno contro l'altro i leader si confrontano direttamente c'è addirittura una riga sul tappeto e questa riga è stata tracciata in tale modo che se i banchi davanti avessero una spada non potessero raggiungere l'altra parte in modo da garantire la sopravvivenza del partito all'opposizione ma è fondamentalmente è un sistema in cui il governo può perseguire delle politiche chiare e significative l'opposizione può attaccare il governo su tutti gli argomenti e la battaglia poi riguarda la successiva elezione ma il fatto che il governo possa perseguire delle politiche chiare comporta con sé anche cambiamenti frequenti e comporta anche il fatto che si perseguono politiche completamente diverse questo non è così in germania perché in germania si è abbastanza contenti del fatto che ci sia una grossa coalizione dei partiti più grandi ma questo significa anche che l'intero spettro politico si muove molto lentamente e che i cambiamenti significativi caratteristici della politica britannica come blair ismo non si verificano nel sistema germanico e questo a che fare anche con diversi atteggiamenti verso la legge è un grosso argomento ma questo va anche mano nella mano con altri aspetti culturali e tradizionali e non parlo solamente della gran bretagna della germania però quella che è la situazione economica e la cultura economica degli dei diversi paesi naturalmente tutto sta cambiando sotto l'impatto della globalizzazione ma non credo che la globalizzazione sarà in grado di modificare fondamentalmente tradizioni che sono piuttosto antiche che sono piuttosto solide e consolidate l'italia è ancora un paese in cui le imprese familiari volgono ruolo estremamente importante un ruolo che sicuramente apprezzato da molti una volta un consulente economico italiano mi ha detto il mio lavoro è molto diverso da quello dei miei colleghi negli altri paesi perché essenzialmente devo convincere i padroni delle aziende che i loro figli non sono così venuti fuori male come sembra e dunque non verrà perduto molto se l'azienda rimarrà nelle mani dell'azienda dei proprietari d'altra parte è invece la gran bretagna è chiaramente una cultura dell'azionariato è una cultura da azienda sperazione società per azioni la germania invece a questa struttura della co determinazione della concertazione in cui sono rappresentanti sia i sindacati che gli azionisti alcuni paesi europei come l'olanda e la svezia sono totalmente dominate da un piccolo numero di grandi aziende grandissime aziende internazionali altri paesi sono caratterizzate da un grosso numero di piccole aziende in francia e lo stato svolge ancora un ruolo molto maggiore che non in altri paesi come vediamo nel dibattito sulle fusioni e le acquisizioni in breve se vogliamo considerare gli ambiti come cultura politica economia vedremo che la diversità è molto grande questa grande diversità lo ripeto continuerà a sopravvivere in futuro e continuerà a sopravvivere il macello che in certi casi sta facendo la globalizzazione sicuramente non ci sarà una omogeneizzazione totale a questo punto non vorrei continuare con l'argomento della diversità sottolineando alcuni aspetti relativi alla diseguaglianza che appunto è stato uno degli argomenti principali del festival dell'economia io mi sento abbastanza al sicuro perché i relatori che hanno parlato negli ultimi giorni hanno già lasciato la bellissima città di trento per cui non potranno correggermi non più ora vorrei fare alcune osservazioni fondamentalmente su uno studio effettuato sui redditi lo studio sui redditi del fatto e lussemburgo che spiega cosa avviene cos'è avvenuto al reddito medio il settore di reddito medio negli ultimi 15 anni citerò brevemente poche cifre volontariamente senza alcun grafico è alcuna tabella degli autori hanno valutato il l'ampiezza del divario tra il 10 per cento inferiore dei percettori di reddito e il 10 per cento che guadagna di più autori di questo studio per l'anno 2000 hanno riscontrato alcuni dati sconvolgenti all'interno dell'europa all'interno dell'unione europea vi sono delle differenze significative vi sono due gruppi per così dire in europa ossia quelle ove il 10 per cento più ricchi guadagnano tre volte di più rispetto al 10 per cento inferiore altri guadagnano 4,5 volte in più rispetto a quelli che guadagnano meno se facciamo un confronto con gli stati uniti vediamo che differenziali in questo caso è uno a sei in altre parole il 10 per cento più ricco guadagna sei volte di più rispetto al 10 per cento più povero 10 per cento e una grossa percentuale se consideriamo il 10 per cento superiore vedremo ben presto che all'interno di questo gruppo del 10 per cento vi sono molte differenze toni arkin son che ha parlato nel corso del festival citando beckham ed altri ha individuato i più ricchi che diciamo sono un 1 1,5 per cento di tutti i percettori di reddito e comunque con grande differenza che tra di loro io ho studiato i dati americani ove si confronta il 91 con il 2003 e sono rimasto molto colpito negli stati uniti nel 91 81 diciamo che 20mila per cento dichiaravano più di un milione di dollari nel 2003 erano diventati 180.000 da 20.000 ecco queste persone dichiaravano più di un milione di dollari all'anno e come alcuni di loro sanno il numero di miliardari negli stati uniti è aumentato passando da 42 a 364 simile tendenza anche se non così marcate avvenuta anche in europa torniamo per un momento ai due gruppi di percettori di reddito in particolare per quanto riguarda la svezia l'olanda l'austria e la germania paesi in in cui appunto il 10 per cento più ricco è tre volte più ricco rispetto al 10 per cento inferiore e quelli che hanno invece è una differenza del 45 per cento sono l'italia grande regno unito la spagna tra i più ricchi più però i più poveri in particolare la disuguaglianza e termini di reddito è molto maggiore in questi ultimi paesi rispetto all'altro gruppo di paesi questa è una questione molto interessante a mio avviso che può sollevare una serie di quesiti potremmo chiederci quali sono differenze nell'ambito di questi gruppi effettivamente ci sono delle differenze questo è uno degli aspetti diciamo tecnici sui quali non mi soffermerò nel corso del mio intervento credo che vi siano delle differenze in termini di dinamiche di paesi per quanto attiene alle diverse economie presenti la svezia ha un'economia che è stata molto più dinamica di quella olandese le pur tuttavia questo paese rientra nello stesso gruppo di percettori di reddito il regno unito è stato molto più dinamico dell'italia ma comunque se si trovano nello stesso gruppo di paesi questo evidenzia due cose la prima abbiamo atteggiamenti diversi nei confronti dell'uguaglianza della disuguaglianza nei diversi paesi diversi atteggiamenti nei confronti e dell'uguaglianza nel senso che vi sono paesi nei quali la diseguaglianza da un senso di invidia in una non accettazione sociale che però non avviene in altri paesi la germania in questo senso è un paese molto egualitario le persone sono molto soddisfatte sul livello crescente delle disuguaglianze e se questo avviene si intervengono immediatamente è stata è introdotta proprio di recente un imposta la chance toyer praticamente alla tassa sui ricchi all imposta sulla ricchezza una cosa inconcepibile impensabile nel regno unito nessuno sognerebbe un'imposta simile nessuno vorrebbe proprio a introdurre un elemento deterrente nei confronti delle persone abbienti o di coloro che aspirano a diventarlo e vero che il tesoriere dello scacchiere ha introdotto una tassa sul petrolio alcuni anni fa che appunto ha tassato dei profitti eccezionali avvenuti in un determinato anno che nulla a che vedere con diciamo le modalità di gestione da parte delle società petrolifere o loro andamento in borsa comunque a parte questo è il proprio questione di un diverso atteggiamento nei confronti della diseguaglianza e delle differenze poi ovunque e lo dico perché credo che questo sia stato uno dei fili conduttori del festival dell'economia e delle disuguaglianze sociali ed economiche si riscontra praticamente ovunque che negli ultimi 15 anni la diseguaglianza è aumentata in maniera significativa ancora una volta esistono differenze molto importante non è aumentata moltissimo la diseguaglianza in germania ma è aumentata enormemente nel regno unito si potrebbero citare altri paesi che si collocano a metà tra questi due estremi oppure nei quali l'incremento delle disuguaglianze è stato simile oppure la disuguaglianza non è affatto aumentato ecco questo forse è conseguenza della globalizzazione a tale proposito desidero aggiungere che provenendo dal regno unito vengo da un paese nel quale la parola globalizzazione ha un'accezione positiva qualcosa che si associa all'idea di nuove opportunità nuove possibilità e non a rischi e sfide ma come ovunque in questo processo ci sono vincitori e perdenti in gran bretagna la cosa importante è che questa nuova diseguaglianza che stiamo vivendo nei paesi più dinamici dell'europa e con essa è un indicatore che evidenzia la disponibilità alla capacità da parte degli economisti di accogliere questa sfida oppure per contro dalla loro desiderio di resistenza nei suoi confronti quindi io sono convinto che quando c'è uno sviluppo economico di tipo innovativo ecco questo naturalmente accompagnato da un aumento della disuguaglianza che non dura per molto tempo certo ci sarà un periodo di tempo in cui vi saranno obiezioni a questo processo in cui si svilupperà un clima sociale in cui si cercheranno di coinvolgere più persone dei benefici dovuti al cambiamento però inizialmente il dinamismo economico è accompagnato da un incremento della diseguaglianza quelli che non vogliono la diseguaglianza probabilmente pagheranno un prezzo e questo è stato il caso della germania quindi è un argomento di grande portata quindi come poter affrontare la globalizzazione dicendoci se vogliamo approfittare delle nuove opportunità offerte dal mercato allargato nel contempo dobbiamo accettare di dover pagare un prezzo per lo meno temporaneamente in termini di uguaglianza questo è un argomento che spero sarà oggetto di domande alla fine e risponderò molto volentieri e questo mi riporta a un punto molto importante che ho cercato di evidenziare ossia l'europa è un continente di enormi sti diversità e la diversità non riguarda solamente la cultura in senso stretto e la diversità sta proprio al cuore delle istituzioni politiche ed economiche dei paesi europei certo continuano a e servi dei cambiamenti ma la diversità rimane comunque un fattore chiave rispetto al quale dobbiamo assumere una posizione precisa questo certi versi mi porta alla seconda parte del mio intervento che riguarda specificamente all'europa mi pare che il mio intervento rientri sotto la parola visioni e una parola difficile questa mi ricordo caro amico eravamo studenti insieme helmut schmidt ex cancelliere tedesco al quale diceva visioni se uno ha delle visioni deve avere uno psichiatra deve farsi visitare non sono così estremista non la pensa esattamente così però anch'io credo che dobbiamo stare attenti nel usare il termine visioni quando parliamo dell'europa perché corriamo il rischio di perdere d'occhio la realtà per cui quanto di rho sull'europa non so se mary pil cappello di visioni comunque credo che l'europa è un'idea che ha senso solo se siamo in grado di utilizzare la diversità per un buon fine sappiamo che l'europa può fare degli errori e se dovesse tentare di spianare le diversità insistendo sulla armonizzazione sull'importanza di dell'identità o di fare le stesse cose ovunque per ambiti politici diversi che proprio ottengono la diversità sarebbe un errore per questo motivo vi sono due questioni fondamentali che sono stati al centro della storia recente dell'unione europea un aspetto sul quale io non sono affatto d'accordo e mi spiego ben presto innanzitutto l'agenda di lisbona l'agenda di lisbona è stata un tentativo di definire le politiche necessarie per l'europa partendo dal presupposto che si auspica di fare dell'europa la regione più competitiva al mondo è uno strano concetto comunque e non ho intenzione di battere questa idea tuttavia è un concetto che è stato spinto con grande vigore da tony blair che ha una serie di aspetti positivi indubbiamente la competitività deve essere raggiunta attuando grossi cambiamenti nel mercato del lavoro riducendo contemporaneamente la disoccupazione col metodo del bastone e della carota aumentando la manodopera il numero delle persone che lavorano e misure simili l'agenda di lisbona include l'uscita anche alcuni concetti relativi all'imposizione fiscale che ben conoscono i paesi anglosassoni e gli stati uniti e che imporranno impongono un notevole cambiamento delle politiche sociali in quei paesi è evidente dopo che sono passati 45 anni è evidente che l'agenda di lisbona non è riuscita a radicarsi tantomeno a partire in europa o se non altro in termini di migliorare la competitività l'europa non ha fatto notevoli passi in avanti in questo senso per cui si conclude che in effetti il progresso sta avvenendo ma non in virtù dell'agenda di lisbona e non sta avvenendo ovunque il che significa che vi sono notevoli differenze in europa ed è altresì evidente che in molti paesi la ricetta anglosassone non è stata adottata cioè la ricetta per aumentare la competitività alcuni hanno criticato questo punto tony blair non perde mai l'occasione per ricordare alle sue controparti in europa che si sta perdendo tempo nella realizzazione dell'agenda di lisbona altri invece cominciano capire che l'agenda di lisbona non è l'unica strada da perseguire secondo me un'agenda applicabile a tutti in europa è contraria l'accettazione delle diversità e l'accettazione delle diversità è il vero punto di forza d'europa e dunque io credo fermamente che se non vogliamo stracciare l'agenda direttamente dovremmo tradurla in un menu di lisbona da cui i paesi possono scegliere quello che più gli aggrada perché ci sono diversi modi di andare avanti nei vari paesi e ho l'impressione che l'europa delle diversità debba accettare questo tipo di soluzione questo è un affermazione è molto significativa naturalmente perché implica che non c'è solo un modo per affrontare la globalizzazione infatti affrontare la globalizzazione può essere fatto in modi diversi e se la ricerca della felicità è l'obiettivo delle politiche economiche e sociali allora ritengo che la diversità abbia molto a che fare con questa idea di felicità e che deve essere preservata piuttosto del distrutta altra ora e l'altro esempio che voglio menzionare un esempio che è molto discusso è menzionato è il famoso modello sociale europeo la famosa europa sociale vale a dire il concetto secondo cui in europa abbiamo un atteggiamento diverso nei confronti del rapporto tra successo economico nel senso più stretto della parola e i bisogni sociali le politiche sociali e le misure di politiche sociali dunque un approccio diverso rispetto a quello degli stati uniti per esempio ora coloro che hanno studiato il cosiddetto modello sociale europeo hanno tutti concluso che questo modello non esiste vale a dire non è vero che esiste non è vero che tutti i paesi europei hanno un approccio simile alle politiche sociali all lo stato sociale al welfare state se vi piace di più questa parola ci sono infatti delle differenze fondamentali che si riferiscono non solo alla struttura dello stato sociale ma che fanno riferimento anche alla misura in cui i paesi i cittadini sono disposti a pagare per le loro politiche sociali nel regno unito molti cittadini vorrebbero avere servizi sociali migliori e politiche sociali migliori e molti cittadini si lamentano dello stato del sistema sanitario del sistema dei trasporti e altro ma se poi chiediamo alla gente se è disposta a pagare per migliorare i servizi allora queste persone rispondo rispondono che preferiscono avere dei soldi nei loro portafogli e piuttosto che dare quei soldi a dei politici lassù che magari spendono i soldi in maniera sbagliata mentre se poniamo la stessa domanda e in germania o in francia avremo una risposta diversa il risultato è che ancora una volta ci sono differenze significative per esempio nel nella quota di spesa pubblica nella quota di pil che viene speso per le politiche sociali c'è un libro che considero un libro meraviglioso e che è stato pubblicato anche in italia con il nome capitale in cui l'autore da un'analisi molto interessante della quota di spesa pubblica per le politiche sociali sia compatibile con la competitività economica e cioè ne conclude che questa quota non deve essere così bassa come nei paesi anglosassoni in altre parole 30 per cento non va bene e torna sostiene che se il 50 per cento del pil fosse speso per questioni sociali una società correrebbe il rischio di mettere a rischi correrebbe il rischio di compromettere le proprie opportunità economiche la svezia è un paese con un onere in positivo molto elevato con ottimi servizi sociali ma al contempo è un paese che ha avuto uno sviluppo economico davvero positivo ed è probabile che la gran parte dei paesi siano fra il 30 e il 35 per cento del pil che viene speso per questioni sociali ma ancora una volta c'è e ci può essere un enorme varietà ci sono approcci diversi opinioni diverse e dunque a mio avviso non solo è un fatto ma è un fatto anche desiderabile che non ci sia niente come una politica sociale europea così come non ritengo che l'agenda di lisbona si è molto utile per l'europa al contempo non credo che sia utile avere è una politica sociale comune ecco non credo che questa sia la direzione giusta da perseguire ora che cosa è l'europa l'europa continuerà a rimanere divisa no affatto ma continuerà ad essere un continente altamente diversificato dal punto di vista economico politico e della cultura e così deve essere e questo definisce in un certo senso o quello che l'europa dovrebbe fare insieme quello che non dovrebbe fare insieme a mio avviso uno dei compiti principali dell'unione europea non è quello di armonizzare le politiche economiche e politiche correlate ma piuttosto creare regole in cui la diversità possa diventare utile per tutti il mercato unico a mio avviso è una grande conquista davvero e io mi arrabbio con coloro che dicono è semplicemente una zona di libero scambio è invece un vero unico mercato con tutte le libertà ad esso correlata e credo che questo sia il giusto quadro di regole che è necessario avere se vogliamo avere la conservazione delle diversità e se vogliamo fare in modo che tutti ne beneficiano ne beneficino nei vari paesi nelle varie industrie nelle varie regioni dunque apertura concorrenza scambi all'interno di un unico mercato sono una delle basi del tipo d'europa che io vorrei vedere svilupparsi e questo vale anche per la libera circolazione delle persone dunque schengen e anche i programmi studenteschi che consentono agli studenti di andare in altre università d'europa sono proprio quelle regole che accettano la diversità e ciò nonostante cercano di creare uno spazio in cui uno abbia la libertà di andare oltre confine il signor chiaberge ha citato il mio libro autobiografico sul frontiere e ha citato proprio la dichiarazione che un mondo senza frontiere un deserto e io non ho mai creduto che i confini siano intrinsecamente negativi i confini ci permettono di auto definirci e il concetto di frontiera ci permette questa differenziazione ma i confini devono essere aperti deve essere facile superare i confini e ci deve essere anche un'elevata convertibilità di ciò che accade da entrambe le parti di questi confini ecco queste sono le regole che secondo me sono necessarie per rendere le diversità utile e fruttuosa per la gran parte delle persone ora in conclusione vorrei dire che cosa non è l'europa ora un'europa di diversità attiva non è un'europa che rappresenti una grande potenza nel mondo è in realtà io non credo nell'idea per utilizzare le parole del presidente chirac non credo che ci debba essere un mondo multipolare in cui l'europa sia uno di questi poli assieme a un altro polo che è quello degli stati uniti d'america quando si tratta di sicurezza la domanda cruciale è i paesi liberi del mondo vogliono collaborare insieme e se così fanno possono garantire meglio la libertà e la sicurezza dunque io non ho mai sognato di vedere gli stati uniti d'europa che rappresentino una forza mondiale analogamente a quanto rappresentano gli stati uniti e forse un altro paio di paesi ecco questa non è l'europa che io voglio io voglio un'europa che riconosca le diversità come una fonte di forza che renda la diversità utile tramite il mercato unico e altri settori e in europa e che vede se stessa come un passo nella direzione verso la diffusione di questi valori in tutto il mondo perché alla fine tremo all'idea di un mondo fatto di blocchi o di poli che non faranno non potrebbero far altro che replicare la storia d'europa del ventesimo secolo io vorrei vedere l'europa come un passo importante nella direzione di un mondo cosmopolita vale a dire una fase importante verso un mondo in cui le differenze fra i popoli possono dare frutti in cui conflitti vengano tradotti in innovazione e in cui la diversità sia una fonte di forza di dinamismo e alla fine di libertà per tutti grazie ringraziamo il professor dahrendorf per la chiarezza e la lucidità della sua relazione che ci ha fatto capire molte cose insomma sulla nostra condizione di europei e sulle ragioni anche per delle difficoltà del processo di unificazione però prima di allargare il dibattito alla sala perché immagino che molti vorranno porre delle domande al nostro ospite volevo fare una osservazione che mi pare di avere colto insomma nelle osservazioni che ha fatto questa sera lor dahrendorf uno spostamento di accento rispetto a quella che era la sua posizione fino a qualche tempo fa cioè mi pare se non ricordo male che ti avere letto insomma dei suoi articoli saggi e forse anche un libro tradotto il parere l'anno scorso in cui lui sostanzialmente dipingeva l'europa come un continente in declino attaccato aggrappato a un modello sociale ed economico non competitivo e quindi sostanzialmente dice a se non si adotta la via diciamo anglosassone liberista l'europa è sostanzialmente spacciata ecco non ha futuro questa sera mi pare che abbia piuttosto sottolineato altri aspetti cioè la crescita delle diseguaglianze il fatto che ci siano anche dei gradi di accettazione diversi nei vari paesi a questa l'aumento di queste diseguaglianze poi mi ha molto impressionato il dato relativo all'italia perché appunto l'italia si colloca al gruppo dei paesi in cui la diseguaglianza è cresciuta di più poi la diseguaglianza ufficiale poi c'è anche tutto il sommerso quindi parliamo quindi di questo biglietto d'ingresso verso la globalizzazione con non tutti i popoli non tutte le nazioni sono disposti a pagarlo nella stessa misura è però anche aggiunto questa diversità di cultura di tradizioni di sistema politico di sistema economico di sistema sociale è un dato di fatto ineliminabile cioè noi non siamo divisi ma siamo diversi dobbiamo prendere atto di questa diversità accettarla e farne addirittura una ricchezza una risorsa da spendere sul piano della nostra diciamo competitività come continente sono un continente dalle molte facce dalle molte anime che non deve pensare di avere un'agenda unica che non deve pensare di una bibbia per una visione perché dice la visione rischia di portarci da squadra e certamente questo è un atteggiamento così che rispondere poi alla personalità e al del nostro curatore che appunto è improntata ad uno scettico pragmatismo però io mi domando l'anno prossimo sono i 50 anni dalla dal trattato di roma ecco il trattato di roma nacque sotto grandi auspici grandi entusiasmi e a cinquant'anni di distanza non abbiamo dei leader con una visione e forse ne sentiamo il bisogno insomma nonostante tutto dopodomani c'è una una cerimonia a patrasso che capitale europea della cultura in cui il nostro benigni reciterà il canto di ulisse dalla divina commedia di dante e il canto di ulisse sappiamo qual è il significato del canto di ulisse e l'esplorazione la riceve fatti fatti non foste a viver come bruti in sorella e l'innovazione allora questa europa che manca di coraggio di innovazione sono non crede che abbia bisogno di leader forti e che questi leader non si vedano sua prima ha fatto l'esempio di questi sistemi politici bloccati avrebbe potuto aggiungere l'italia che non è né carne né pesce perché non è nemmeno nell'inglese in cui si fa in cui c'è una maggioranza governo forte neanche il modello tedesco dalle c'è la grosse koalition oh so bene dovendo vendi e dove dove ci collochiamo però non voglio so che il lordare neuer non vuole parlare delle questioni italiane quindi quindi fermo era una piccola provocazione poi la parola lo cederei al pubblico immagino maggiore provocazione sia quella che lei ha citato all'inizio del suo intervento probabilmente ha letto libro di un altro non il mio io non mi sono mai sognato non vi sono non ho mai auspicato la portiera del modello anglosassone forse ho sottolineato la diversità in modo diverso non l'avevo mai fatto come oggi oggi vi è evidente che la diversità è una fonte di forza di questa curiosa europa che riunisce culture e paesi così diretti ma non credo che ci sia una ricetta per tutto credo che sia importante che ogni paese trovi una propria strada sulla scorta delle proprie tradizioni per affrontare i problemi di oggi questo indubbiamente diminuisce il ruolo dell'europa come essa poteva essere concepita dopo la seconda guerra mondiale ecco questa è stata da sempre la mia posizione con grande sconcerto e stupore di taluni che operano a bruxelles altro stazione che ha fatto e molto interessante è quello sono leadership e vero siamo stati fortunati in europa nel secondo dopoguerra siamo stati fortunati perché c'era un brutto magari ristretto di persone taluni venivano da questa regione che hanno avuto un'intuizione l'idea della cooperazione intensa efficace che è riuscita a diciamo a porre fine a quanto secolo e mezzo di guerre certo forse più di un secolo e mezzo comunque più di un secolo di guerre quella è stata una grandissima conquista quelle persone ha iniziato a costruire qualcosa che io ho sempre ritenuto essere l'aspetto più importante dell'europa cioè l'abitudine alla cooperazione quindi un atteggiamento nei confronti dell'altro e rende più facile alle persone ai politici agli uomini d'affari a chiunque parlare con don controparte questa una cosa meravigliosa e naturalmente del tutto auspicabile ma vi sono i cosiddetti tempi normali e nei tempi normali non è poi così importante alcuni ci sono ma quale tempi normali c'è il cambiamento globale del clima e verissimo ci sono grossissime problematiche ma se pensiamo non sol secondo dopoguerra o all 89 l'ex blocco sovietico ecco in quei tempi è importantissima ma nei tempi normali si può vivere con piccoli leader normali e non fa una grossa differenza io naturalmente sarei felice se l'unione europea si di base di quella stazione di aver sempre grandi progetti perché l'ultimo grande progetto dell'unione europea si è rivelata una catastrofe ovvero il trattato o la costituzione il trattato costituzionale insomma l'europa fa parte delle nostre vite e vi sono moltissimi ambiti in cui l'unione europea ha un ruolo da svolgere pur senza progetti grandiosi quindi sono abbastanza cauto sono d'accordo con quanto lei ha detto sullo stato della leadership però non sono un po più cauto nell'esprimere auspicio o di avere qualche ottantenne che un giorno potrà essere ricordato come schumann adenauer de gasperi e a questo punto se qualcuno del pubblico vuole porre delle domande brevi all'or dahrendorf prego il professor fabrizio onida pronto qualora così come primo marcelo zambaldi del piccolo paese di latina è fatto i complimenti a questi nobili operatori che sono venuti a trento per onorare questa meravigliosa città premetto non c'è un urlatore sono stato proiettato da cinquant'anni del volontariato è visto la molteplice dei giovani vorrei chiedere il suo punto di vista politico economico si farà il rapporto fra anziani i giovani nei paesi sviluppati progressivamente e il paese e nei paesi sottosviluppati tra anziani e giovani poi chiederei che questo festival forse anche proiettato nei paesi sottosviluppati per dare un altro interista di positività portava portando e offrendo a loro tecnici per lo sviluppo dialogo erotismo grazie di raccogliere due o tre domande prima di dare la parola di nuovo allora la dahrendorf c'era qualche altra richiesta ecco l'ultimo l'ultimo punto di loro dahrendorf fa riflettere l'europa delle diversità vista dal lato delle politiche interne è una tesi credo ormai abbastanza condivisa da qui lordare doc conclude che l'europa non potrà mai essere una potenza militare e quindi trovare una comunità di azione questo significa che delegheremo agli stati uniti forse sperabilmente solo gli stati uniti ma la cina tra vent'anni cosa sarà in termini di potenza militare delegheremo agli stati uniti questo compito questa funzione di garantire la sicurezza questo è ciò che il lore dahrendorf accetta e ritiene non solo inevitabili ma desiderabile prego prego se vuole lordare loro se vuole rispondere questo queste prime due domande molto volentieri tenterò di rispondere a questa osservazione per certi versi si suppone nei paesi europei in quei paesi europei nei quali c'è un calo demografico come in italia in spagna e in misura minore germania o altri paesi si suppone che ci ha inflitto inter generazionale non mi riferisco naturalmente tra i rapporti personali tra nonno e nipote lei dice che viene da un piccolo paese nel quale appunto lei stesso ha lavorato con grande impegno nel volontariato per consolidare questi rapporti personali no io parlo di politiche sociali che in effetti implicano che la generazione più anziana passa il testimone diciamo alla ai più giovani cosa stanno passando stanno passando il debito pubblico che giovani dovrà pagare e questa è una questione di grande rilevanza per questo motivo all aumento del debito pubblico come avviene in molti paesi europei è una cosa che viene fatta in modo del tutto irresponsabile non è qualcosa di semplicemente far quadrare il bilancio non è questo è un qualcosa che attiene anche i rapporti tra gli anziani ei giovani in senso economico e pertanto anche in senso strutturale non so se lei pensava a questo ma credo che sia veramente una questione molto importante che deve essere sollevata e che richiederà interventi seppur dolorosi ma necessari forse lei si riferiva a qualcos'altro comunque sono perfettamente d'accordo sul fatto dei paesi poveri paesi in via di sviluppo effettivamente alcuni dei relatori se ne sono occupati io purtroppo non ho partecipato a quegli incontri si è parlato di povertà naturalmente sono tanti citata esempio di sviluppo apprezzo le sue conclusioni io non credo che il problema sia semplicemente problema monetaria e non sono d'accordo con quanto ha concluso il g8 lo scorso anno sull'africa l'idea era non solo per di cancellare il debito va bene questa ma quella di trasferire più fondi non è una questione di denaro è questione di creare condizioni nelle quali le persone in quei paesi possono diventare autosufficienti e questo è possibile e questo riguarda l'istruzione delle donne l'istruzione dei giovani in generale più che non un semplice trasferimento monetario per quanto cospicuo grazie a dei fondi pubblici sono d'accordo sul fatto che nei sei fi questo è un grosso problema e naturalmente è auspicabile che nel corso del prossimo festa dell'economia ci si possa occupare più ampiamente di questo argomento altre osservazioni non mi sorprende affatto ovviamente ci avevo pensato forse il suo punto di vista ha un'opinione piuttosto ortodossa certo è vero l'europa non svilupperà un potere militare questo non avverrà in europa io non credo che i governi diranno aumenteremo al 20 per cento il bilancio destinato alla difesa questo non avverrà non avere il terra nel regno unito non avverrà in francia anche questo ci sono notevoli differenze ea volte non si rende conto che praticamente la francia e la gran bretagna hanno partecipato praticamente tutte le guerre degli ultimi 50 anni noi parliamo la pace in europa ma nel resto del mondo sono avvenute guerre in continuazione e due stati membri dell'unione europea almeno due hanno questo record aver esercitato un potere duro che si distingue dal potere soft come di sergio life questa differenza evidenza che alcuni paesi si avvalgono della propria potenza militare per raggiungere il proprio obiettivo altri usano la persuasione e secondo me la storia dimostra che questo soft power non vi porta da nessuna parte se usato da solo quindi il potere della persuasione che l'europa utilizzato nel caso del ha avuto una certa efficacia se mai l'ha avuta chi può dirlo proprio perché è stata sostenuta dall hard power degli stati uniti salva quindi questo può essere anche la minaccia poi se leggiamo una lunga intervista del presidente ahmadinejad che credo tradotta in italiano da la versione tedesca credo si vede che questo presidente non prende sul serio i paesi che operano solo in base a soft power quindi se non riusciamo a sviluppare un'arpa volo in europa e non credo lo faremo è evidente che dobbiamo avere degli amici che sono disposti ad aiutarci in caso di bisogno sia per difenderci che anche con interventi attivi ed è per questo motivo che credo che nell'ambito del font power esiste una comunità atlantica che continua a essere importante naturalmente vorrei che forse allargata da includere altri paesi democratici una specie di ocse politica che naturalmente non si limiti a all'ambito atlantico questa è l'unica alternativa possibile il resto è fantascienza io temo che il soft power da solo non ci aiuterà a difenderci o a difendere il nostro interesse ma mi aspetto questo non volevo un applauso per questo perché non è che lo dico col sorriso sulle labbra non è qualcosa che rappresenta un bel programma ideale no è un'analisi del mondo in cui viviamo essa perché noi siamo abituati ad un ambiguità di linguaggio in italia portomaggiore il suo utilizzo è bello sentir dire le cose in maniera così sciarpa è così anche se so delle verità spiacevole rivelato il relatore per la puntualità con cui si è inserito sulle nelle tematiche questo di questo festival è un piacere vedere più persone che da diversi punti di vista affrontano temi analoghi io vorrei porre una domanda sul discorso della disuguaglianza in reddito in funzione dell'innovazione e dahrendorf come del resto anche altri hanno posto in relazione l'aumento delle disuguaglianze in questi ultimi anni col fatto con l'innovazione con l'arrivo delle nuove tecnologie della globalizzazione questo è assolutamente comprensibile ci sono dei lavoratori che escono e dal mercato ecco il discorso che invece su cui vorrei delle ulteriori specificazioni e quando dice che gli stati che meno hanno pensato le nazioni che meno hanno pensato allo stato sociale sono stati più dinamici mentre quelli che più hanno investito nello stato del welfare sono stati meno ordinano non è così non ha detto così la svezia fa eccezione per esempio alla bestia lavezzi ha fatto eccezione anche la finlandia ecco però mi sembra che questo sia stato il discorso il discorso di fondo non è che è una diversa maniera di forse una maniera inadeguata di intendere lo stato sociale faccio un esempio brevissimo se con l'avvento della macchina a vapore i i vetturini erano da rottamare se una società decide che bisogna dargli una sussistenza continuando ad andare avanti con i cavalli chiaramente si fa qualcosa per i vetturini però la società non si innova d'altronde chi butta a mare i vetturini e dice arrangiatevi crea dei fortissimi problemi sociali che portano dei problemi a tutti quanti forse non è il discorso di chi riesce a investire nello stato sociale per trasformare i vetturini che so i macchinisti forse in spalatori dvd di carbone è la soluzione in cui si riescono a tenere assieme le due cose e quindi ad evitare questa dinamica che effettivamente c'è stata questa dinamica e per cui c'è stata una divaricazione nei redditi così così disperanti questi ultimi anni white dress diretti cui un english vorrei farle una domanda direttamente in inglese se non le dispiace la domanda è semplice lei ha detto prima che per rendere utile e fruttuosa la diversità bisogna avere delle regole potrebbe le aree alcune di queste regole comuni tenendo conto che quando si parla di economia le regole comuni sono uno strumento utile per il successo economico grazie jordan you did not mansion lei non ha menzionato l'euro nella sua ora e mezza di conferenze in europa i paesi fino a qualche anno fa avevano una diversa politica monetaria e lei non ha menzionato l'euro perché pensa forse che il progetto sia fallito non ho detto che il dinamismo della globalizzazione si corre la riduzione dello stato welfare ho parlato di disuguaglianze di reddito e le diseguaglianze di reddito non sono affatto incompatibili con il tentativo di creare un suolo comune per tutti un terreno comune e questo nemmeno negli stati uniti che sono spesso menzionati per fare l'opposto e le tasse vengono non vengono utilizzate per aumentare i redditi minimi comunque invece ho detto che le diseguaglianze di reddito di per sé si correlano con l'innovazione talvolta ma questo non significa che i ricchi debbano diventare sempre più ricchi e poveri sempre più poveri i perdenti forse hanno dei i redditi che aumentano in maniera lenta rispetto ai redditi dei ricchi e questa è la situazione americana in america negli ultimi dieci o quindici anni diciamo a partire dal 91 2003 abbiamo avuto un 4 per cento di aumento del reddito del 10 per cento più povero della popolazione mentre c'è stato un aumento del 120 per cento dei redditi del 10 per cento più ricco della popolazione ecco questo non si correla direttamente al welfare state ma a mio avviso si correla al fatto che quando si utilizzano nuove forze produttive queste nuove forze produttive esplodono ci saranno dei vincitori è perlomeno dei perdenti relativi dei vinti relativi e accetto l'implicazione della sua domanda vale a dire che i perdenti relativi sono i soggetti legittimi delle politiche sociali sono d'accordo e stephen nico ha parlato proprio di questo argomento e forse anche altri relatori ne hanno parlato durante questi quattro giorni ora per quanto concerne le regole comuni per esempio c'è la regola del mercato unico poi ci sono le regole che disciplinano l'immigrazione delle persone la questione chiave è la distinzione tra regole e armonizzazione imposta io sono piuttosto scettico circa il cosiddetto processo di bologna che ha ben compreso dagli accademici qui presenti vale a dire creare livelli strutturali uguali in tutti i paesi europei secondo me la convertibilità è sufficiente e se avessimo un metodo per accettare i risultati dei percorsi accademici nei vari paesi non mi preoccuperebbe ha fatto che la strada che porta a questi risultati sia diversa nei vari paesi alla luce e sulla base delle loro tradizioni e nonostante il processo di bologna questo è proprio ciò che sta succedendo ecco è proprio in questi settori che io auspico le regole ora l'euro e forse qualcuno si aspettava che ne avrei parlato e addirittura ha menzionato nel programma non credo che sia un fallimento o che sia fallito però ignoriamo che solo la metà dei membri dell'unione europea sono anche membri di eurolandia e spesso questo ce lo dimentichiamo ed è un fatto importante è un altro fatto importante è che un paio dei paesi candidati saranno presto membri dell'euro la mia conclusione che forse lontana dall altra conclusione che va dato in passato sull'euro è che in maniera un po strana questo euro sembra non aver fatto la differenza sulle politiche economiche dei vari stati membri io non credo in processi automatici che portano all unione così come non credo nella politica agricola comune non credo negli stati uniti europa non ci credo queste cose ma credo e credevo che i limiti imposti da una moneta comune avrebbero portato ad un maggiore coordinamento delle politiche economiche ma questo non è successo un fatto interessante davvero talvolta ho l'impressione che l'euro sia l'ultima pietra che viene lanciata per uccidere il mercato unico piuttosto che una pietra fondamentale nella costruzione del mercato non so non è facile da spiegare questo forse le monete hanno cambiato la propria funzione nei processi economici in cui ci troviamo magari questa però non è la fine della storia ma trovo interessante il fatto che il ministro il primo ministro lussemburghese che anche il ministro delle finanze e nella sua capacità del ministro delle finanze abbia detto che bisogna fare qualcosa perché venga dato ai governi degli stati membri un ruolo maggiore nei processi monetari ed economici dell'euro e credo che abbia ragione perché fino adesso questo non è successo e dunque ho l'impressione crescente che l'euro sia adesso parte del mercato unico e che le politiche economiche siano rimaste tanto diverse quanto lo erano in passato abbiamo tempo ancora per forse qualche domanda c'è qualcuno che chiede la parola ecco prego professor daranno buonasera dalla lettura delle sei illuminate illuminanti elezioni del libro libertà attiva lei ci propone ci disegna un concetto di libertà per l'appunto attiva che è un po un compendio di più libertà libertà individuale fisica culturale economica politica libertà etica e tale libertà attiva lei la considera la condizione una con la condizione necessaria indispensabile per far sì che ogni comunità persegua l'obiettivo di garantire a ogni cittadino le migliori chance come le chiama sia la maggiori opportunità di scelta io le chiedo partendo oggi nel perseguire questo obiettivo una comunità quella europea o magari che quella mondiale secondo lei ha più bisogno di politica o di economia io sono inglese e accolgo la sua enfasi sulla diversità ma al contempo credo che bisogna riconoscere che questa è solo una parte di una moneta con due facce e l'altra faccia della medaglia è l'impresa 49 anni fa quando i sei paesi fondatori hanno firmato il trattato di roma anzi 50 anni fa se la diversità fosse stata sottolineata non ci sarebbe stata l'unione europea dunque la domanda è com'è possibile che queste imprese per esempio l'euro la politica agricola comune com'è possibile che queste imprese possano continuare ad avere successo senza porre l'enfasi sulla diversità grazie don celestino io rinnovo il grazie è l'augurio che ho già fatto in altre sedi ma visto questa assemblea lo rinnovo volentieri una battuta e una ue e una domanda la battuta è questa anche il rettore ha detto che questo festival e sono d'accordo ha avuto successo però secondo me il 50 per cento perché l'altro 50 per cento sarà lo dimostreremo in seguito basta confrontare la costituzione italiana sul problema dell'uguaglianza e del rimuovere le difficoltà la domanda importanza dell'europa oltre tante altre cose pensa che non sia importante in questo momento il freno ad uno strapotere mondiale per costruire pace ed equilibrio con un assetto sociale nuovo per una nuova mentalità a livello di base di partecipazioni di uguaglianza di libertà nella diversità grazie lord are not least la knox per quanto concerne la prima domanda non so veramente l'altra faccia della medaglia qual è quando lei parla delle imprese europea lei non si riferisce all impresa europea lì lei parla dell'impresa del progresso dell'europa non dell'impresa delle imprese economiche ecco per me questo non valore di per se stesso vale a dire non vedo perché dovrei credere che rendere l'europa più forte o più unità sia di per se stesso un valore per me la libertà è un valore di per se stesso e io sarei felice di far proprio dire l'europa se l'europa progredisse facesse progredire anche la libertà nel mondo come ho risposto prima credo che la libertà sia un valore di per se stesso e dunque ripeto io penso che possiamo accettare quello che sta succedendo adesso in questi tempi normali ora per quanto concerne la libertà attiva per me questo è un concetto cruciale un concetto che è diventato ancora più cruciale recentente io credevo in passato che il desiderio di libertà è talmente forte che la gente fa di tutto per avere la libertà ma adesso non sono più sicuro che ci siano così tante persone che anelano a questa libertà o che fanno si impegnano per la libertà io non voglio entrare nel dibattito di manzoni orson in cui ha parlato della nascita il declino delle nazioni in cui affermato che di tanto in tanto sarebbe necessaria una guerra per far svegliare la gente ma questo non lo voglio dire ma credo che sia necessaria l'iniziativa di coloro che credono nella libertà sia necessario che queste persone sveglino gli altri risveglino gli altri per me è stata una scoperta piuttosto tardiva e quando che opero parla della sperimentazione come un metodo per andare avanti sia nella scienza che nella politica semplicemente partiva dal presupposto che la gente continuasse a provare provare provare oggi invece ci chiediamo addirittura se la gente non abbia smesso di provare e che non si sia semplicemente seduta sulla sedia e non provi più a fare nulla e questo vale per la scienza per esempio perché non nella scienza vediamo che ci sono tante persone che semplicemente accettano quello che viene detto anche se sospettano che qualcosa non vada dunque per me la libertà attiva è un atteggiamento generale un atteggiamento che mi porta a tentare e ritentare e questo vale per la cultura per la politica e per i rapporti economici è necessario un nuovo approccio si sono d'accordo ma sono anche d'accordo con lei che dovremo capire se questo festival avrà un risultato durevole anche se è pur vero che questa è una delle cose difficili da misurare io mi auguro che così sia anche perché ho capito che questo festival non sarà una sola occasione ma verrà ripetuto anche l'anno prossimo io vorrei invitare il palcoscenico prima di salutare e ringraziare lordare loro vorrei invitare qui sul palcoscenico i promotori gli organizzatori di questa manifestazione prego però mi è rimasta una domanda di una domanda frivola e per lord dahrendorf anglotedesco adesso che cominciano i mondiali per quale squadra tiferà c'è un politico conservatore nel regno unito che voleva fare il test del cricket agli immigrati per esempio vedere per chi tifavano questi immigrati quando giocavano l'inghilterra il bangladesh insieme quindi sono contrario a questo testo e le dico solo questo c'è un cammino sotto ecco grazie non essere a tutti i complimenti al professor dahrendorf 30 secondi per salutare tutte le persone che hanno reso possibile questo festival lo faccio molto volentieri a nome dei tre soggetti promotori che sono la provincia autonoma di trento il comune di trento e l'università di trento a nome dei due soggetti organizzatori che ringrazio moltissimo il sole 24 ore e il gruppo editorale la terza un grazie naturalmente lo rivolgo anche ai nostri sponsor principali le assicurazioni generali e il gruppo banca intesa che era qui rappresentato l'inaugurazione qualche giorno fa da corrado passera un'occasione questa per chiudere questa prima edizione del nostro festival dicendo una parola di grande grazie a tutte le persone che hanno reso possibile questa nostra iniziativa mi riferisco appunto alle istituzioni ei soggetti che lo hanno promosso e organizzato ma anche allettate persone che hanno lavorato per molto tempo per rendere possibile questa iniziativa bellissima della quale noi siamo veramente molto contenti un grande grazie naturalmente a chi ha coordinato la costruzione scientifica del festival mi riferisco a tito boeri un grande grazie ai nostri relatori abbiamo avuto relatori test i money di grandissimo prestigio in questi giorni esperti di varie discipline ma anche testimoni di questo nostro tempo con diverse accentuazioni è stato valente non festival plurale e noi vogliamo che così sia anche per il nostro futuro devo dire però che il grazie principale noi lo vogliamo tutti insieme a rivolgere ai veri protagonisti di questo festival che sono state le tante persone che lo hanno frequentato la qualità di un festival deriva certamente dalla qualità della proposta culturale scientifica dalla qualità dei relatori dalla qualità anche dell'aspetto organizzativo dell'accoglienza dell'ospitalità ma la vera qualità di un festival vanno le persone che lo frequentano e penso da questo punto di vista di dover dire a voi che rappresentate le molte migliaia di persone che lo hanno frequentato un grande grazie perché se c'è stato è un pubblico di grandissima qualità non mi resta che dire non mi resta che dire un grande arrivederci perché come tutti quanti noi abbiamo detto e lo ribadiamo questa era l'edizione 10 lo dicevamo timidamente iniziale 0 prima che iniziasse adesso che è andata molto bene possiamo dire il sion e uno ma abbiamo detto che il festival prosegue l'anno prossimo saremo di nuovo qui speriamo che sarete di nuovo qui anche voi dal 1 al 4 giugno perché questa avventura questa scommessa che abbiamo fatto insieme vorremmo continuarla insieme con le tante persone che ci hanno frequentato in questi giorni grazie ed arrivederci non solo
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