Come l’intelligenza artificiale cambia gli studi professionali
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Come l’intelligenza artificiale cambia gli studi professionali
L'intelligenza artificiale (IA) sta trasformando le professioni, offrendo grandi opportunità ma anche sfide. L'IA può automatizzare compiti ripetitivi e fornire supporto decisionale, ma solleva preoccupazioni sulla privacy, la sicurezza e l'impatto sui diritti. La ricerca sull'IA in Italia è avanzata, ma il trasferimento tecnologico alle imprese è lento. Per un utilizzo efficace, l'IA richiede competenze specifiche e investimenti in infrastrutture, creando squilibri tra studi grandi e piccoli. La regolamentazione europea, pur necessaria, rischia di essere superata dalla velocità dell'innovazione, mentre l'IA potrebbe amplificare le disuguaglianze esistenti. La sfida è governare l'IA per garantire che sia uno strumento di progresso per tutti, tutelando i diritti e la democrazia.
Bene, buongiorno a tutti, benvenuti a questo incontro sull'intelligenza artificiale, come cambia gli studi professionali. Cercheremo di sviluppare questo tema che è pervasivo anche durante il festival dell'economia di Trento, l'intelligenza artificiale ormai è un po' dappertutto. Cercheremo di capire l'impatto che l'intelligenza artificiale può avere sulle professioni. Lo faremo a più livelli, perché come dire, partiremo dall'esperienza, partiremo da quelle che possono essere, diciamo, le aspettative degli studi e poi cercheremo di capire anche quali possono essere le conseguenze a livello di sistema, a livello di diritti. Lo faremo con un parterra d'eccezione, perché davvero le competenze, le professionalità che sono rappresentate a questo tavolo ci consentiranno di sviluppare l'argomento da più punti di vista. Allora, parto, diciamo, con i partecipanti a questo pane dalla mia destra, Franco Bernabé, presidente di Tech Visori, Giovanna Diminico, professoressa di diritto costituzionale all'Università di Napoli, Federico II, a sinistra Giulio Bino, presidente nazionale del notariato, Gaia Martinenghi, avvocato, avvocato con uno studio, titolare di uno studio legale a Milano, e infine Elisa Farella, ricercatrice dell'Istituto Burruno-Kesler. Elisa Farella è architetto. Bene, a questo punto diciamo che iniziamo ad addentrarci un po' in questo percorso, in questo cammino, a partire da, diciamo, da una ricerca che può in qualche modo illuminarci la strada, perché qualche settimana fa l'ordine degli avvocati di Milano, insieme con il gruppo Sole 24 Ore, ha fatto una survey distribuendo un questionario molto articolato a tutti gli oltre 20.000 iscritti all'ordine. Ha ricevuto oltre 1.500 risposte, quasi 1.600 risposte, e questo è già un dato molto molto significativo di quanto l'intelligenza artificiale stia diventando una questione che quotidianamente interroga i professionisti, ma la cosa che probabilmente stupisce di più è il fatto che mi ha stupito di più. Io, come dire, sono una giornalista del Sole che ha seguito, che ha iniziato, insomma, anche la propria carriera al Sole occupandosi di, per lungo tempo, di professioni. La cosa che mi ha stupito di più è stata come gli avvocati abbiano espresso, rispetto all'intelligenza artificiale, grandi aspettative. C'è una grande apertura rispetto a quelli che possono essere gli utilizzi dell'intelligenza nella professione e rispetto a ciò che l'intelligenza artificiale può portare come valore aggiunto alla professione. Naturalmente questo è maggiormente vero rispetto agli avvocati più giovani, rispetto agli avvocati dei grandi studi, ma in linea generale, diciamo, c'è una tendenza molto positiva, una tendenza molto positiva che in qualche modo è stata avvalorata anche da una ricerca condotta sul piano nazionale dal census che ha restituito bene o male le stesse percentuali. Ecco, quindi io chiederei a Gaia Martinenghi che, appunto, è avvocato a Milano, diciamo, se in qualche modo lei, rispetto a quella che è la sua esperienza professionale, lei è una giovane avvocatessa, rispetto alla sua esperienza professionale, si ritrova un po' in questo ritratto che è stato tracciato dalla ricerca. Eccoci, buongiorno. Sì, allora a Milano c'è stata, da un paio di anni a questa parte, un'attenzione particolare al tema dell'intelligenza artificiale e il mio ordine ha istituito una settimana interamente dedicata all'argomento, quindi siamo i primi di maggio, c'è stata la seconda edizione di questa Talk to the Future Week, che è volta proprio un po' anche in rispondenza a quelli che sono stati i dati raccolti dal sole 24 ore a fare il punto su qual è lo stato dell'arte dell'avvocatura milanese e, insomma, a capire a che punto siamo. Il dato è quindi della maggior parte degli avvocati, il 53% che ritiene che questo tipo di tecnologia avrà un impatto positivo dal punto di vista economico sulla professione e il dato è significativamente maggiore per il campione giovani professionisti e appartenenti a grandi studi. Allora, sicuramente questi ultimi esprimono una preferenza o come dire un voto già sulla base di un dato esperienziale perché ovviamente i grandi studi sono quelle realtà che negli ultimi anni hanno investito e si sono dotati di strumenti propri e che quindi già abitualmente, probabilmente da un annetto se non di più, sperimentano nella vita di tutti i giorni il supporto di questa tecnologia nelle proprie mansioni. Sicuramente i giovani, a prescindere dalla loro collocazione nella dimensione dello studio, sono contenta insomma che ci sia un'apertura positiva anche perché ovviamente adesso sicuramente ci saranno sollevati tanti temi durante questo panel importanti, fondanti su questo tipo di rivoluzione tecnologica in professioni come quella dell'avvocato, del notaio eccetera, ma sarà importante ed è importante che l'avvocato non rimanga indietro e che si doti delle competenze anche tecniche per poter usufruire di questo strumento perché senza la conoscenza e il poter governare lo strumento vengono meno le possibilità anche dal punto di vista della tutela dei diritti, della normativa già esistente, diciamo che abbiamo vogliamo la privacy, la cyber sicurezza, tutti questi settori che vanno a braccetto con quella che è l'intelligenza artificiale. Ecco quindi, e questo era uno dei fattori che sono emersi dalla ricerca, per maneggiare l'intelligenza artificiale occorreranno nuove competenze e negli studi ci si dovrà attrezzare perché accanto all'avvocato ci sia anche qualcuno che sappia capire o comunque che sappia cosa c'è dietro l'algoritmo e quindi in qualche modo possa essere di ausilio. Questo è uno dei portati della ricerca che tra l'altro sottolineava anche altri aspetti rispetto all'uso dell'intelligenza artificiale come probabilmente la necessità di rivedere il codice deontologico, le ripercussioni sulle tariffe, le ripercussioni sull'organizzazione dello studio e sulla dimensione dello studio stesso. Bene, a questo punto farei un ulteriore passo avanti con Elisa Farella. L'architetto Farella si occupa di intelligenza artificiale e di professioni tecniche ma non è questo il punto che volevo sottolineare. Lei è una ricercatrice dell'istituto Kessler, allora le chiederei brevemente di illustrarci, di ripercorrere un po' la storia di quest'istituto che è stato tra i primi in Italia ad avviare ricerca sull'intelligenza artificiale. Una ricerca che forse ha perso qualche anno fa, qualche treno, perché rispetto alla ricerca sviluppata all'interno dell'istituto è mancata poi l'ingegnerizzazione da parte delle imprese sul territorio per poter sviluppare i risultati della ricerca stessa. Prego Farella. Salve, buon pomeriggio. Sì, quindi io sono ricercatrice presso la fondazione Bruno Kessler qui a Trento che è un grandissimo centro di ricerca, siamo 600 dipendenti che lavorano in tutti i possibili campi. Siamo accorpati in 12 centri proprio di ricerca, dalla salute, al territorio, all'industria e proprio negli ultimi anni, considerando quello che è il nostro passato, perché la fondazione comunque si occupa di intelligenza artificiale già dai anni 80, quindi è stato pionieristico da questo punto di vista, negli ultimi anni ha dato una grossa spinta a quello che è lo sviluppo e l'utilizzo di questi sistemi in tutti i settori, tant'è che ci stiamo anche riorganizzando intorno a quattro macroarie che sono basate sull'intelligenza artificiale, quindi da AI per la salute, per la società, per l'industria e anche per i sensori, perché appunto il centro si sviluppa intorno ai due grandi poli, uno più tecnologico e l'altro sulle scienze sociali. Il polo tecnologico può usufruire anche di un grande laboratorio che abbiamo per lo sviluppo di sensori ed è una realtà unica in Italia, ma anche, direi, in Europa e intorno appunto alla possibilità di sviluppare quelli che sono le soluzioni, i sensori e quant'altro, che si sta investendo molto per diventare davvero un centro di ricerca e di riferimento internazionale su questo. Appunto io lavoro nella parte tecnologica, nel centro tecnologico, sono un architetto di formazione, ma diciamo che il nostro lavoro in realtà è un po' diverso, ci occupiamo di mappature del territorio, di offrire tutte quelle soluzioni anche di ricerca, quindi che a livello alto poi dopo hanno ricadute su tutti i settori professionali, quindi dagli architetti, agli ingegneri, geometri e quant'altro. E proprio il tema delle costruzioni che anche si sta vivendo in questi ultimi anni davvero una grande rivoluzione, faccio un esempio, dal primo gennaio dell'anno prossimo diventerà obbligatorio lavorare per gli studi di progettazione creando questi modelli che si chiamano BIM, quindi sono modelli 3D geometrici però che sono arricchiti con tutte informazioni, ad esempio sui materiali e quant'altro. E questo particolare settore si sta avvicinando sempre di più anche al mondo dell'intelligenza artificiale per aiutare poi quello che è tutto il ciclo di vita delle costruzioni. E gli studi professionali sono chiamati quindi in questo momento davvero a formarsi e a dotarsi di tutte quelle che sono gli strumenti per affrontare questo cambiamento. Bene, poi vedremo diciamo quelle che sono le vostre strategie, lo vedremo in un secondo giro, le vostre strategie per cercare di implementare il trasferimento della ricerca negli studi perché di questo parliamo in questo panel ma poi diciamo anche in tutta la rete produttiva. Dottor Bernabé, la sua esperienza come manager è nota, lei recentemente ha fondato una startup che si occupa di intelligenza artificiale. Intanto perché una startup che si occupa di intelligenza artificiale e perché è particolarmente importante in Italia dove appunto come dire purtroppo sia in Italia che in Europa il discorso dell'intelligenza artificiale nonostante la ricerca, l'abbiamo sentito prima, si è partita insomma si è partita anni e anni fa il problema che le applicazioni industriali sono sono rimaste sulla carta. Ma guardi di intelligenza artificiale si parla dagli anni 50 e ci sono state nel corso del tempo tantissime applicazioni e tantissimi sviluppi. Se voi prendete Word e andate a flaggare sulla zona translation il motore che utilizza Word per fare le traduzioni che oramai è diventato un motore estremamente efficace, è un motore di intelligenza artificiale. Quindi diciamo che sono almeno 30 anni che l'intelligenza artificiale è utilizzata concretamente in applicazioni sia di tipo professionale sia di tipo industriale. Quello che è successo recentemente è stato che con il famoso articolo di Google che alcuni di voi conosceranno Attention is all you need, si è sviluppato un'architettura che si chiama Architettura Transformer che ha consentito di fare fare all'intelligenza artificiale un salto in avanti con lo sviluppo dell'intelligenza artificiale generativa. Ora su questa intelligenza artificiale generativa si è sviluppato un'enorme citazione spinta anche ovviamente dai grandi player internazionali presentandola come la rivoluzione che cambierà il mondo. In realtà di rivoluzione che cambierà il mondo l'abbiamo viste tante e l'applicazione intelligenza artificiale generativa ha un mare di problemi e quindi contrariamente quello che tutti pensano e cioè che uno prende chart cpt4, prende copilot, prende qualsiasi altra cosa e quello gli fa il mestiere che dovrebbe fare lui e quindi senza dimenticare invece che ci sono un mare di problemi che sono problemi di privacy che sono problemi di copyright tant'è che ci sono già delle class action che sono state intentate contro diciamo le grandi piattaforme che sviluppano l'intelligenza intelligenza artificiale generativa per infringement del copyright e della privacy. C'è un problema gigantesco di compliance su tutti quelli che sono all'interno dell'azienda e sanno benissimo che cosa vuol dire rispondere a tutta la normativa che c'è e poi c'è un problema di allucinazione perché essendo i modelli di intelligenza artificiale basati su miliardi e miliardi di parametri prendono il buono il cattivo il bello e il brutto, prendono qualsiasi cosa e quindi quello che ti danno è una roba che è molto verosimile molto ben fatta ma di cui non conosci assolutamente nelle origini nei contenuti e quindi questo per dire che noi ci siamo posti quando abbiamo fatto questa startup un problema di effettiva utilizzabilità dell'intelligenza artificiale perché l'architettura transformer che dobbiamo a google devo dire e ai lavori fatti dai ricercatori di google che l'hanno messi a disposizione il primo sui dati e il secondo più recente appunto è attention is all you need però è un tema che si presta male a un utilizzo concreto a un utilizzo professionale e quindi noi diciamo il gruppetto di persone di ingegneri che viene dall'industria quindi sa esattamente che cosa serve per fare una applicazione che sia compliant con le esigenze industriali ha utilizzato questo straordinario perché il cuore dell'intelligenza artificiale il motore semantico è uno straordinario strumento che però va utilizzato efficacemente non va utilizzato diciamo come un gadget così come viene utilizzato già gpt per fare qualsiasi domanda anche la più stupida e avere una risposta altrettanto stupida se uno vuol pensare applicazioni professionali e fare una cosa che sia ingegnerizzata e non ci sono altri problemi per esempio c'è un problema di costi allora l'intelligenza artificiale ha dei problemi di utilizzo di macchina che sono estremamente complessi una cpu tradizionale quelle che si usavano fino a poco tempo che si usano ancora che sono normalmente utilizzate nei server rack che voi vedete in giro consuma circa 10 kilowattora di energia una gpu non una cpu una gpu per l'intelligenza artificiale consuma 80 90 kilowattore di energia quindi diciamo il consumo di energia è dalle 8 alle 10 volte perché la potenza di calcolo necessaria per far girare intelligenza artificiale è la potenza di calcolo che ha un enorme assorbimento di energia tant'è che diciamo normalmente i grandi data center dedicati a intelligenza artificiale per che lo messi in alaska o lungo i fiumi perché c'è un problema di raffreddamento ad acqua dei server che porta via una quantità d'acqua gigantesca quindi diciamo che se uno mette i costi e uno mette i problemi di compliance eccetera eccetera si trova con qualcosa che non può essere utilizzato cioè quelli che utilizzano già cpt per scrivere le sentenze per scrivere i dico fanno una stupida gilcossale allora che cosa abbiamo fatto noi e abbiamo un prodotto che si chiama text genius che lo fa abbiamo utilizzato il motore di il motore semantico dell'intelligenza artificiale generativa spacchettandolo e utilizzandolo in una serie di task specifiche che consentono di fare un po il lavoro a waterfall che fanno diciamo i tradizionali processi di it aziendale è una un lavoro che è straordinariamente efficace ma che non è diciamo riporta un motore che è stato sviluppato per l'intelligenza artificiale generativa a fare il lavoro che serve all'intelligenza artificiale estrattiva l'intelligenza artificiale estrattiva che serve per analizzare contenuti per classificare contenuti per comparare contenuti noi l'abbiamo sviluppato in alcuni utilizzi professionali sia per quanto riguarda l'analisi delle sentenze per esempio e la ricerca dei casi l'analisi dei casi eccetera un'applicazione che stiamo diciamo diffondendo molto e che è di grandissimo interesse è l'analisi dei contratti cioè le aziende ci sono aziende che hanno migliaia e migliaia di contratti che sono normalmente fatti da quelli del commerciale quindi sono nelle forme più disparate possibile il motore prenda analizza il contratto ti dice se è stato fatto bene se manca qualcosa se non manca qualcosa se ci sono dei problemi che dovranno essere esaminati quindi da al posto di diciamo vendersi come l'alternativa al professionista da al professionista un supporto che ti consente di evitare di spendere il lavoro adesso nelle aziende questi lavori vengono fatti da batterie di avvocati fanno un lavoro noiosissimo privo di valore aggiunto e semplicemente vanno a controllare contratto per contratto se tutte le clausole sono a posto se le clausole ci sono non ci sono se sono scritte bene se sono scritte male quindi è un lavoro che serve al professionista che consente di dare valore aggiunto quindi quando si parla dei posti di lavoro che verranno persi ecco secondo me siamo su una strada sbagliata i posti di lavoro devono essere arricchiti in termini contenuti proprio con questi strumenti di intelligenza artificiale. Bene allora professoressa Diminico abbiamo sentito un po dal dottor Bernabé quello che dovrebbe essere la funzione dell'intelligenza artificiale e cioè uno strumento uno strumento che facilita lavori che in qualche modo per fare i quali occorrerebbe tantissimo tempo e sono lavori ripetitivi noiosi eccetera e questa quindi la funzione dell'intelligenza artificiale o l'intelligenza artificiale in qualche modo minerà i diritti e sono andata subito al dunque. Allora prima cosa volevo ringraziare il gentile pubblico le signore e signori il sole 24 ore per l'organizzazione e lei per la bella domanda allora andiamo subito in media stress è certamente quello che hanno detto le altre persone qui è tutto esatto cioè da un supporto un agliutino no questo c'è lo dice anche il disegno di legge del governo si può essere favorevoli o non favorevoli a questo disegno di legge ma certamente una cosa obiettiva c'è in questo disegno di legge quando dice che l'intelligenza artificiale relativa agli studi professionali o all'attività del giudice o all'attività della pubblica amministrazione le tre macro aree in cui viene utilizzata chiaramente non si parla di cultura forse perché insomma non è considerato un'area significativa ma questo già un giudizio politico queste tre macro aree vengono toccate dall'intelligenza artificiale il disegno di legge opportunamente ma in linea con l'atto europeo dice anzi in quasi ossessivamente direi parla di supporto di aiuto insomma di un ruolo che potremmo dire ancillare alater ecco ma rimane al centro l'uomo con la sua intelligenza la sua capacità cognitiva la sua capacità creativa è chiaro che ci sono una serie di filosofi a me piace abbastanza anche studiare la filosofia la trovo un estremamente forse perché la trovo difficile mi piace quindi è una sfida e ci sono filosofi non tanto nostri ma più americani quali dicono che non è vero che l'intelligenza è stupida c'è questa linea l'intelligenza le chiamo l'intelligenza ma in realtà è stupida ma ci sono altri che dicono non è vero che stupida l'intelligenza ha le stesse le stesse capacità cognitive della persona anzi si arriva a dire che arriva lì dove la nostra mente non arriva quindi voglio dire scandalo degli scandali no ora io non voglio prendere posizione perché non saprei prenderla non ho quelle conoscenze per dire ciò è chiaro però che l'intelligenza sta subendo un processo un'evoluzione come del resto ognuno di noi no se scimmiotta l'uomo noi ci evolviamo pure l'intelligenza che rimane al palo anzi va più veloce di noi e parte parte in modo diciamo sciocco cioè ripetitivo riproduce quello che c'è stato ce lo ributta in avvenire quindi uno strumento potremmo dire uno simoro perché vorrebbe interrogare il futuro utilizzando il vecchio vedete prende ciò che c'è stato e lo riproduce in avvenire dico sarebbe d'accordo in questo momento no si ripetono i corsi ma man mano inizia da questo non è tipica della facoltà umana perché sta facendo degli accostamenti statistici se c'è a ci deve essere b sereno però man mano che si sviluppa l'intelligenza e abbiamo visto con l'intelligenza generativa ma ci sarebbe tanto da dire sul deep learning cioè quelle intelligenze che vanno giù che sono profonde che fanno dei calcoli matematici che neanche io figuriamoci ma neanche un matematico che voluto riuscirebbe a inseguire e si auto addestrano cioè imparano da fuori quindi lì è difficile pulire i dati è perché tu li metti puliti ma loro prendono di tutto bene questo tipo di intelligenze che nascono abbiamo detto ripetitive strada facendo diventano invece come la nostra mente cioè usano un procedimento di tipo causale sillogistico causale e non più tatta per cui siccome anche il nostro sillogismo causale non è più certo perché il diritto non ha più nulla di certo secondo me il diritto e quando si insinua il dubbio allora c'è il diritto ecco che il ragionamento potrebbe essere se c'è a ci può essere b io prima l'ausiliario non l'ho usato ma del resto l'atto europeo criticabile per tanti punti ma su questo certamente no richiede che l'intelligenza sia assistita dalla motivazione cioè l'intelligenza ci dica perché ha ragionato in quella direzione non in un'altra ma la motivazione cioè come ragionare la testa nostra il processo logico deduttivo induttivo è tipico della mente della donna e dell'uomo vedete nasce sciocchina ma si evolve strada facendo e torno alla sua domanda non volevo divagare e allora può fare molto di più può addirittura sostituirsi a quello che noi facciamo però però rimangono allora una serie di capacità che non sono quelle cognitive come di regola si dice perché capisce più di noi ma forse sono le virtu etiche quelle empatiche quelli di connessione immediata con la persona che non riesce al momento ad avere ecco che in talune attività che sono qui rappresentate ma anche il giudice c'è l'attività professionali dove è importante il rapporto umano è chiaro che l'intelligenza si deve fermare io direi proprio di sì poi ci sono una serie di problemi che io proprio pensando alla cosa di oggi ho detto allora è tutto ottima e abbondante ragiona come noi meglio di noi e chi meglio di noi e no perché potrebbe andare ben oltre quella che abbiamo definito come frontiera anche perché è inarrestabile no io sono napoletana napoli c'è un detto molto bello che dice tenere o carro pascesa tenere il carretto per la discesa è possibile no allora quello che sta facendo l'europe anche noi e tenere questo carro per la discesa ma nella discesa ci sta andando e quale la discesa e sovraanzerà noi e qui si ponga una serie di problemi anche giuridici che poi semmai li affrontiamo dopo e se l'intelligenza invece di fare solo la funzione estratta facesse di più qualche studio malandrino si fa fare tutto l'atto qualche giudice non troppo volentero se si fa fare tutta la sentenza e noi che facciamo ci possiamo certamente dolere che è stato superato il regolamento europeo non che il disegno di legge italiana ma abbiamo strumenti giulio bino il notariato naturalmente come direi uno dei degli attori che si occupa di diritti anzi voi insomma siete un po i certificatori dei diritti ecco sull'intelligenza artificiale il notariato che cosa sta facendo tra l'altro il notariato insomma per chi in qualche modo magari lo diciamo il notariato è una rete digitale molto molto evoluta e ha un centro anche insomma che mantiene tutta la vostra rete che è molto molto importante contrariamente a quello che si crede buongiorno a tutti siamo una delle professioni tecnologicamente più avanzate poi in genere l'immagine che diamo è quello dei polverosi noi abbiamo una società di informatica che assolutamente all'avanguardia nel paese e quindi siamo molto attenti ovviamente a tutto quello che attiene all'intelligenza artificiale tra l'altro in una situazione particolarmente complessa se vogliamo perché io amo spesso dire il notariato è una professione lunga lunga dal punto di vista geografico perché abbiamo i notai a bolzano ma ce li abbiamo a ragusa ed è lunga dal punto di vista anagrafico abbiamo i giovani notai che hanno 33 34 anni e abbiamo notai che ne hanno 74 perché si va in pensione perché si va in pensione a 75 obbligatoriamente capite che l'approccio di fronte a una rivoluzione come quella dell'intelligenza artificiale è molto diverso a milano rispetto che a caltani set per un 33 rispetto che 74 sono modalità di avvicinarsi a un qualche cosa che non possono essere radicalmente diverse eppure come categoria siamo non solo sensibili ma anche abbastanza uniti sul tema io dovessi dire sono molto più preoccupato delle derive dell'intelligenza artificiale sotto profilo del cittadino che non di quelle del notario io ogni tanto racconto una cosa che mi è successa Natale scorso a casa quindi parlo del cittadino non del notario ma cena con la mia famiglia e giocavamo io ho tre figli ognuno di noi ha uno degli assistenti vocali quelli che abbiamo tutti in casa alexa piuttosto che questo senza fare pubblicità a nessuno dicevamo una canzone a turno che volevamo ascoltare la dicevamo all'assistente che ci metteva questa canzone così sceglievamo tutti i generi avendo figli che hanno da 15 anni fino a 25 più due adulti sentivamo un po di tutto a un certo punto mi suona il cellulare e io dovevo rispondere per cui dico alexa stop e alexa mi risponde no mi dispiace preferisco continuare ad aiutarti e mi mette un'altra canzone allora lì non era il notario però io ero cittadino preoccupato perché ho detto me lo butti giù strada questa roba che io non lo voglio più avere perché se siamo a questo punto preferisco non vederlo più però ecco è qui che noi dobbiamo porci il problema perché da giurista e adesso che mi addentro un po nella specificità della domanda noi giuristi fondamentalmente che siamo notai che siamo avvocati siamo magistrati fondamentalmente noi facciamo una cosa noi facciamo domande cioè noi arriviamo a dei risultati che siano la difesa di un cliente che siano la produzione di un atto che sia la scrittura di una sentenza che è a valle di una decisione attraverso delle domande noi fondamentalmente oggi abbiamo uno strumento che dà delle risposte perché questo fa l'intelligenza artificiale meglio peggio giusto sbagliate qui possiamo poi interrogarci magari dopo ci lo approfondiamo ma mi finché ho qualcosa che dà le risposte io non sono affatto spaventato anzi credo di avere in mano uno strumento utilissimo poi possiamo ragionare sulla perdita delle poste di lavoro eccetera ma se ho uno strumento che mi analizza un miliardo di dati e a valle di quei miliardi di dati mi dà una risposta e se arriverò al punto che io dico la risposta mi potrò fidare ma ben venga io mi preoccupo del momento in cui quello strumento gli farà le domande perché allora sì che se saprà individuare le domande giuste da porre a valle delle quali poi arrivano le risposte il mio ruolo comincia davvero a essere a vacillare perché forse mi si sostituisce io non lo so se questo potrà succedere e in questo aggiungo un tema che poi magari anche alla luce della startup mi piacerebbe discutere perché un altro aspetto di cui si discute molto è sì va bene però in ogni caso l'intelligenza artificiale è generativa ma non è creativa che sono due cose diverse io sul creativo ho delle preplessità perché quando lo si porta nel diritto si fa un esempio abbastanza conosciuto dai giuristi durante il processo di Noremberg fu inventato da un avvocato il reato di genocidio nacque lì e fu quell'avvocato che riuscì a spiegare alla giuria che non si trattavano di crimini di guerra ordinaria si trattava di un reato nuovo il genocidio perché adesso se ne discute con riguardo a tante situazioni di guerra ma il genocidio è nato lì ed ha una sua configurazione giuridica precisa ed è stato un avvocato che ha messo insieme una serie di informazioni per dire questo è una fattispecie di reato diversa che nella storia non si è mai verificata o per lo meno non è mai stato codificato parli con molti giuristi ma questo intelligenza artificiale non lo farà mai questo è opera dell'uomo è l'uomo che riesce a mettere insieme quel tipo di dire questa è una cosa nuova. Può darsi? però sì negli scacchi che sono un po' il paradigma dell'intelligenza artificiale quando si parla di cosa è successo negli scacchi? Negli scacchi è arrivato un computer un giorno battuto Kasparov che era un campione del mondo che non poteva credere che un computer lo avesse battuto dopodiché regolarmente i computer hanno cominciato a battere gli uomini con una facilità per cui giocano dei campionati diversi ma fino lì tutto bene nel senso che la capacità di processare i dati che ha una macchina è ovviamente nettamente superiore a quella che può avere anche il campione del mondo per cui è comprensibile ma quando un giorno il campione del mondo attuale norvegese che si chiama Magnus Karsten giocando una partita con un computer si è fermato e ha detto no qui c'è qualcosa che non va questa non l'ha mai giocata nessuno questa non esiste nei nostri database perché loro le sanno tutte questa è nuova nessuno gliele è immessa l'ha creata la macchina qua la preoccupazione aumenta se può creare una mossa degli scacchi per ora sono gli scacchi un domani è il genocidio adesso mi fermo qui poi. Il professor è saddéminico ma la macchina può creare può creare e può diventare diciamo e può sostituirsi all'uomo a fare domande premesso che non sono una strega quindi non ho modo di indovinare il futuro perché no? ha fatto tanti passi avanti potrebbe anche fare questo e credo che sia un po questa la preoccupazione per esempio che hanno avuto i francesi ma già da qualche anno però avevano uno strumentino che consentiva alle parti dagli avvocati di poter anticipare quella che era la pronuncia di un giudice ma non nel senso come siamo abituati a fare noi cioè interrogare le banche dati e sapere che in quella data situazione di regola la soluzione è stata di un certo tipo. Quindi ragionamento per analogia. Ecco non questo perfetto ma prendere proprio un giudice in carne e ossa che ne so giovanna diminico in carne e ossa anche se non sono giudice ora mi fingo giudice bene e vedere tutte le sentenze che io ho fatto su quei casi non solo ma poi si indaga anche sulla mia vita che faccio con chi esco cosa mangio dove vado cioè la profilazione di gusti tutto il mio background per fare che per avere una risposta il più attendibile possibile alla domanda in questo caso come ti comporterai come si comporterà quel giudice è una profilazione ad persona ma non potrei usare un termine diverso perché lo facevano ora non lo possono fare più e lo facevano perché in questo modo tu potevi sapere prima qual era l'esito e quindi orientarti in modo diverso ad esempio non andare da quel giudice in certo modo fare il cosiddetto shopping processuale ora questo crea una serie di problemi fondamentalmente due per essere sintetici principali uno è che se lo potevano permettere solo gli studi grandi quindi il poveraccio che va allo studio piccolo si attacca altrana altro che shopping si prende il giudice naturale pre costituito per legge come dice la costituzione ostre a loro altro problema comunque non so se più o meno grave e che in questo modo si creava un'aspettativa sul giudice il quale avrebbe dovuto rispondere a quella domanda processuale così come la collettività si attendeva che lui avrebbe fatto quindi si generava su questa proiezione in avanti ripetitiva creativa lascio a voi la insomma la definizione non amamo molto nelle definizioni ne mettere le cose nelle caselle perché poi non ce le fa vedere bene ma qual era l'effetto è che il giudice scriveva sotto dittatura della macchina oggi questo non si può fare più consiglio costituzionale francese ha detto che una legge che la vietava la vietava bene perché per questi due motivi no però noi poniamoci una domanda no la domanda quella più malignetta perché come giustamente ci ha raccontato il presidente dell'ordine dei notagli e noi ci dobbiamo fare domande lo dico sempre i miei studenti quando finisce una lezione voi dovete avere il caos nella mente non tutte le idee sistemate se no proprio mi hanno pagato inutilmente allora la domanda è questa ma se qualche qualche studio potesse si riappropriasse di questo strumento che ancora in circolazione e lo utilizzasse no che succede poi che succede nei confronti delle altre parti che non l'hanno usato ma soprattutto che succede nei confronti degli altri studi professionali che non lo usano perché sono più corretti che cos'è concorrenza asleale sì ma a me che meno importa che concorrenza asleale come la blocchi perché come la provi tu non la provi una cosa di questo genere stamattina parlavo con un giudice... torniamo al detto del carretto torniamo al detto del carretto si e si torniamo perché poi il discorso è circolare un inizio e finisce dove è iniziato, se è un po' di logica oppure un giudice che si fa scrivere tutta la sentenza dalla macchina per carità non si può fare l'attere europeo dice ha legato tre funzioni di assistenza anche nel fatto il giudice è dominus e peritus peritorum ok però se invece non fa abdica questo ruolo di peritus no del resto già avrò un po' abdica annunciando l'ufficio del processo e tra l'altro ci sono fior di procedimenti disciplinari nei confronti di magistrati che si sono fatti scrivere le sentenze già oggi quindi non sta parlando del futuro, sta parlando del presente, vicende semplici quelle che i giudici considerano rutinarie dove sentono che la responsabilità che si assumono è relativa perché si tratta di vicende sostanzialmente bagatellari ma lo fa molto meglio di me e lo fa più in fretta e mi consente di smaltire una parte di quell'enorme arretrato che sta nelle nostre auli di giustizia. Ma anche qui non per riprendermi la parola ma me la sto riprendendo ma anche qui, tranquillo, ma anche qui il giudice che si fa scrivere la sentenza no? Voi che gli fate? E facciamo che poi questa sentenza non ha risolto bene il caso perché abbiamo detto che hanno le allucinazioni, hanno gli errori pescano ovunque, possono pescare anche male e la scritta male. Allora voi, mi diceva stamattina un giudice amico mio, facciamo il ricorso incastazione per violazione di norma di legge perché in realtà il giudice è sottoposto sulla legge, qui invece è sottoposto alla macchina, abbiamo cambiato il 101 della Costituzione, abbiamo cambiato le norme europee, stiamo cambiando di fatto quel che non potremmo cambiare, il che ho detto a questo mio amico giudice, scusami, ma dove la trovi la prova che quello se l'hai fatta scrivete alla macchina? Secondo te lascia la macchina sullo scrittoglio? Questa è una prova non trovabile, quindi il ricorso per castazione che è uno strumento importantissimo di chiusura del sistema inizia ad avere un bucone, questi sono i problemi che ci dobbiamo porre, può essere creativa, come no? Tutto è orientarla verso il bene perché qui poi è la mano dell'uomo. Ho capito ma se diciamo la regolamentazione europea in qualche modo è subiudice, nel senso che non sappiamo se funzionerà pur essendo una regolamentazione aperta, nel senso che è orientata al rischio, quindi in qualche modo se il parametro è il rischio dovremmo riuscire a beccare le falle. Ecco se la regolamentazione europea non riesce a beccare le falle, come riusciremo a come dire ad essere noi il governo della macchina? Posso ancora dire una parola? Sì e poi passiamo alla parola. La regolamentazione europea non riesce a beccare le falle perché non le ha volute beccare, non è che non le poteva beccare, ma perché non le ha volute beccare? Perché noi abbiamo un competitore fortissimo, l'America, che non sta regolando, anche se le giame a destre non sta regolando, poi abbiamo la Cina che sta regolando ma sta regolando per tenere i suoi cinesi tutti sotto controllo. A questo punto arriva l'Europa che ha un mercato che deve rendere competitivo, se avesse regolato troppo come alcuni giuristi vorrebbero, scusate, un mercato iperregolato, è un mercato dove la gente investe o dove la gente fuggia? La gente fuggia, è per questo che ha regolato. Il tema della regolamentazione è un tema che riguarda non solo l'intelligenza artificiale ma che riguarda tutto lo sviluppo di internet fin dagli anni 90 quando Clinton decise di creare una situazione di totale eccezionalismo per le società tecnologiche. Quindi con una serie di provvedimenti che vanno dal telecommunications act che rende praticamente indenni le società tecnologiche da qualsiasi responsabilità di tipo civile penale, al millennium copyright act, a tutte le altre, all internet tax freedom act, cioè Clinton negli anni 90 ha creato una situazione nella quale praticamente ha creato un regime giuridico straordinariamente efficace per lo sviluppo delle attività tecnologiche senza pensare che ogni attività umana è regolata e quindi ha creato una situazione a quale i librari, i giornalisti, i giornali erano regolamentati, non potevano per esempio produrre attività che fossero riferite alla pornografia, perché la pornografia è stato il grande motore dello sviluppo tecnologico negli anni 80-90 con i Cilirom, con il VHS, eccetera eccetera eccetera e invece le piattaforme non avevano nessuna regolazione. L'Europa, in un episodio molto interessante, perché l'Europa sospettava che qualcosa si dovesse fare anche perché l'Europa ha una vocazione alla regolamentazione, sono regolati il calibro delle mele, figuriamoci se non deve essere regolato l'attività così importante come attività tecnologica. Cosa fa Clinton? Manda Ira Magaziner, che era il suo capo del negoziatore, in Europa e c'è, guarda caso, un presidente della commissione, che è un presidente lussemburghese e gli dice ma guarda tu, qui sta sviluppandosi internet, tutta una serie di attività economiche molto interessanti e tu che sei il presidente, il capo del governo, se era capo della commissione ma era anche capo del governo lussemburghese, tu avrai delle gigantesche possibilità di sviluppo di questa tecnologia in Europa e cosa fa Junker? Junker, ho detto il nome, cosa fa Junker? Promuove il cosiddetto, lo shield, lo scudo che ha consentito alle società americane di invadere il mercato europeo. Questo scudo viene poi eliminato progressivamente grazie a un ragazzo che è una storia famosissima che fece causa a Facebook e andò dal giudice irlandesi dove la maggior parte di società tecnologiche sono localizzate e gli contestò che i suoi dati personali venivano utilizzati per lavorare sulle macchine rubando la sua, diciamo, della sua identità. Il giudice gli diede torto finché, fin degli anni dieci, cioè nel 17, 18 o mi ricordo, il corte di giustizia europeo gli diede ragione. Quindi per vent'anni l'Europa è stata senza regolamentazione nella tecnologia con lo sviluppo dei social media che ha provocato dei danni non banali nello sviluppo della formazione dei giovani. Quindi il problema della regolazione della tecnologia è un problema fondamentale però vorrei aggiungere due parole su questa discussione molto interessante se la intelligenza artificiale sia intelligente o meno. Allora uno deve partire dalla storia. L'intelligenza artificiale nasce con l'IBM negli anni, fine anni 50, quando l'IBM si pone il problema della traduzione automatica e quindi c'è tutto un lavoro sulla traduzione automatica. Voi ricorderà chi ha più la mia età, si ricorderà diciamo il prodotti di traduzione automatica IBM che facevano schifo di allora, degli anni 80, fine anni 70, anni 80. A quell'epoca che cosa si pensava? Che cosa pensava l'IBM? Pensava che diciamo lo sviluppo della traduzione automatica avvenisse con le stesse regole del pensiero umano e quindi della traduzione umana cioè la sintassi, la grammatica, questo, quello, quell'altro e si sviluppò un'enorme attività economica che quelli che hanno una certa età ricorderanno e cioè si svilupparono i sistemi esperti, sistemi esperti che avevano bisogno di macchine dedicate finché alla fine degli anni 90 ci si accorge che i sistemi esperti non portano da nessuna parte le regole grammaticali sintate che non servono a niente e ci si ricorda di una cosa che aveva detto uno scienziato che lavorava anche lui a IBM che si chiama Jelinek che sosteneva ma inascoltato negli anni 80 che la logica sulla quale realizzata traduzione automatica era una logica statistica. Allora che cosa che questo diciamo resta nel retropensiero di tantissimi per tanti decenni viene abbandonata la viene abbandonata il sistema esperti vengono lasciati e si comincia a pensare che i numeri i dati possono essere utilizzabili per delle analisi statistiche che servono per la traduzione automatica. Chi fa il grande passo in avanti lo fa ovviamente Amazon alla fine degli anni 90 perché capisce che al posto di avere batterie di persone che fanno le recensioni glielo fa fare automaticamente alle macchine con e poi statisticamente genera dei processi. Chi ha la maggior parte dei dati al mondo è Google e infatti il centro di ricerca di Google gli scienziati Google nel 2006 escono con un articolo famosissimo che mi sembra si chiami l'irraggionevole potenza dei dati da cui nasce tutta diciamo la teoria la data science ma che ha un effetto straordinario quello di riprendere il concetto di Jelinek degli anni 80 e cosa fa Google? Google ammassa triliardi di dati dato anche la potenza di calcolo che Google ha a disposizione e su quella base di triliardi di dati produce un sistema di traduzione automatico che finalmente è un sistema molto più efficiente ma un sistema statistico quindi quando mi si dice l'intelligenza artificiale intelligente no l'intelligenza artificiale non è intelligente l'intelligenza artificiale utilizza miliardi e miliardi di parametri statistici per prevedere quale sia non solo la frappichetta, quello che ha fatto l'architettura transformer nell'intelligenza artificiale è quello di andare a capire statisticamente la contestualizzazione del ragionamento quindi non solo le parole chiave questo quello e quell'altro ma in quale logica contestuale un ragionamento si sviluppa ma è sempre una logica statistica e quindi la intelligenza artificiale mai sarà intelligenza umana e quindi diciamo che deve necessariamente essere soggetta alla regolamentazione perché tutti i danni di cui parlava prima la professoressa c'è un famoso caso negli Stati Uniti che è il primo caso diciamo di tipo etico giuridico c'è una corte utilizzava utilizzava l'intelligenza artificiale per decidere le misure alternative al carcere e che cosa fa la fanno sistematicamente questo diciamo circa una decina di anni fa fanno sistematicamente e che cosa succede che le misure alternative al carcere ne beneficiano i bianchi mediamente benestanti e tutti invece i neri gli ispanici e questi e quelli e quegli altri vanno in galera perché non possono beneficiare e si capisce che l'intelligenza artificiale ha un baila fondamentale siccome la propensione a delinquere è superiore per i neri e per gli ispanici allora a quelli non va data la misura alternativa al carcere. Posso prenderla parola volevo stemperare tranquillizzare la cittadinanza sul tema della giustizia noi al momento in Italia abbiamo con la riforma cartabia da poco introdotto il processo telematico dal giudice di pace questo sta portando dei problemi ingenti non si tratta di intelligenza artificiale ne niente si tratta di semplice gestione del contenzioso tramite un'infrastruttura telematica questo sta generando dei grossi problemi per l'adeguatezza dell'infrastruttura per la carenza di personale per altri giudici di pace è stato anche praticamente raddoppiato il valore per competenza delle cause quindi insomma noi oggi parliamo di intelligenza artificiale parliamo della punta di un iceberg perché c'è chi oggi paragona questo genere di rivoluzione tecnologica all'impatto sul mondo che ha avuto l'introduzione dell'energia elettrica è così impattante adesso perché c'è appunto la diffusione dei large language model e c'è una generalizzazione dell'utilizzo di questo tipo di tecnologia che è generica come abbiamo visto quindi per l'utilizzo da parte dei professionisti servono servono prodotti ad hoc che oggi si stanno affacciando dal mercato sul mercato e che in parte già ci sono mai l'inizio è solo l'inizio sicuramente abbiamo e non si può pensare di tenere il carretto in discesa l'europa cosa fa regolamenta l'europa regolamenta perché non può fare altro perché non sarà coinvolta in quella che molti chiamano la quarta rivoluzione industriale già in atto in questo settore perché non ha le risorse non ha la tecnologia e quindi tenta di dare delle regole per accedere al proprio mercato ovviamente cercando di non precludersi l'avanzamento tecnologico ma non potendo fare altro regolamenta per prima perché è un non è parte attiva ma è parte passiva in di questo di questo cambiamento? La regolamentazione in qualche modo diciamo potrebbe anche rimettere rimettere in ordine i fattori ecco questo probabilmente è forse questo mi sembra di capire dalle parole della professoressa D'Eminico che finora diciamo le premesse non sono queste allora ritorniamo diciamo agli studi e ritorniamo a quello che l'intelligenza artificiale può diciamo essere motore negli studi. Farella, la trasmissione dell'intelligenza artificiale di strumenti di intelligenza artificiale nelle professioni tecniche che cosa si sta facendo e quali sono anche diciamo le azioni che voi vi immaginate proprio per cercare di aiutare gli studi ad un uso corretto e consapevole. Sì diciamo noi siamo a un livello più alto ecco come ricerca no nel senso che poi il lavoro pratico il lavoro dei professionisti si trova alla fine di un processo quindi dalla dall'ideazione allo sviluppo poi all'utilizzo finale e questo in questo lungo processo penso ci siano ancora tanti gap tanti punti su cui lavorare perché mi rendo anche io conto a volte che quello che noi sviluppiamo che sono anche soluzioni avanzatissime ma non facili da utilizzare poi per chi ovviamente non ha la nostra formazione e questo diventa a un certo punto un punto di squilibrio come il grande punto di squilibrio è tra gli studi professionali di grande e di piccola dimensione perché ovviamente gli studi piccoli non hanno le risorse per investire sia a livello ovviamente di personale qualificato e specializzato né infrastrutture quello che diceva vi dicevate prima sui server serve una capacità economica non indifferente quindi quello che bisogna fare è sicuramente investire da una parte sulla formazione e quindi significa attivare delle figure anche di mediazione tra il mondo della ricerca e il mondo professionale e questo anche voi lo state facendo di predisporre diciamo di formare dei tutor? Allora noi abbiamo tra le missioni anche quella del trasferimento tecnologico e attività di disseminazione questo avviene attraverso convegni seminari corsi e quindi facciamo già in parte questo la fondazione si sta attivando ora nei prossimi mesi anche per istituire un gruppo di ambasciatori diciamo così della scienza che devono in qualche modo mostrare quelle che sono le nostre attività le potenzialità a capire quali sono i bisogni anche degli studi e dei professionisti che poi utilizzano i nostri strumenti e da parte nostra anche serve uno sforzo per cercare di semplificare questi strumenti perché altrimenti la strada è davvero difficile. Mi sembra di capire che una parte di quest'opera di semplificazione di traduzione diciamo nell'applicazione insomma se sia candidato Bernabe insomma una parte una parte una parte. Giulio Bino, allora il notariato naturalmente è il notario è il garante dei diritti no? è il certificatore non la spavento un po' questa questa realtà allora diciamo che quando si parlava insomma voi avete una rete infrastrutturale digitale molto molto importante molto potente ma non vi spaventa il fatto che il notario sia sostituito da qualcos'altro? Non tanto di essere sostituiti quanto di perdere il controllo sulla qualità dei dati perché la nostra funzione essenziale noi alimentiamo i pubblici registri tutti i pubblici registri sono alimentati dai notai se c'è una funzione principale del notariato è quella di garantire la veridicità la qualità e l'esattezza dei dati che vanno immessi nei pubblici registri per cui quando un dato è immesso dal notario il cittadino è tranquillo al di là dei rischi di accheraggio che da quel registro estrarà solo dati veritieri la preoccupazione con questa enorme quantità di dati che compongono l'intelligenza artificiale e che si perde totalmente il controllo sulla qualità dei dati che vengono immessi sulla veridicità sulla correttezza del dato rispetto alla finalità ed ecco perché mi aggancio quello che volevo accennare prima anche la normazione che sicuramente è stato detto prima di giustissimo è veramente la vocazione europea per definizione storica l'Europa tende a normare il problema è che il normale dell'intelligenza artificiale è estremamente complesso per la velocità dell'intelligenza artificiale cioè io ho sentito dire parlamentari europei ad un convegno dice stiamo lavorando due anni e la IAEA digital ag sarà perfettamente operante fare due anni quella storia del diritto perché nel frattempo america e cina sono andate enormemente più avanti questo è il vero problema Senta le sottoporrei un'ulteriore questione che è questa la possibilità che l'intelligenza artificiale diciamo in otai hanno una rete siete tutti molto come dire organizzati in rete e quindi forse questa eventualità è meno possibile ma lo squilibrio tra studi piccoli e studi grandi nella possibilità di utilizzare l'intelligenza artificiale anche solo come strumento come si devono correre gli ordini? Io credo che sia necessario fare una grandissima attività di formazione che noi per certi percisi siamo facilitati a fare perché siamo un numero limitato capite che formare in Italia sono 5.200 formare 5.200 persone è diverso da formare 100.000 o 500.000 pur nella diversità di età nella diversità di provenienza geografica non è banale ma ci si può riuscire e in ogni caso il processo è in corso di svolgimento non solo di formazione ma anche di introduzione dell'intelligenza artificiale per cui al momento siamo assolutamente in grado di controllarlo di gestirlo e di in qualche modo salvaguardare i gap è chiaro che con la progressione così rapida dell'intelligenza artificiale può darsi ad un certo punto anche la nostra formazione che crei poi necessariamente degli squilibri. C'è anche un problema economico? Assolutamente sì non di poco conto. C'è anche un problema economico? Di possibilità di investire per i piccoli studi perché a livello centrale noi siamo molto disponibili di investire e investiamo molto nella formazione è chiaro che poi il piccolo studio in qualche modo a sua volta deve supportarsi e questo sicuramente può creare degli squilibri. Faccio un'ultima domanda poi mi taccio perché so che il Dottor Bermabéla e il professor Domenico dovrebbero dare due risposte diverse. Io ho una cosa che mi spaventa moltissimo e non so se la siete mai chiesta. E il giorno che l'intelligenza artificiale fosse capace di mentire? Quello già lo fa. Non di rispondere sbagliato. Ecco deliberatamente di mentire. Io la risposta la darei in un modo e te la do in un altro. Asimov se leggete Asimov aveva previsto. I suoi erano robot i nostri sono macchine ma poco cambia. Ma se ci preoccupasse la capacità di mentire e allora davvero siamo molto... Posso fare una pregiada? Fortunatamente la tecnologia si sviluppa e si sviluppa anche sul sentiero molto coerente. La tecnologia sta sviluppando delle piattaforme che si chiamano RAG, Retrieval Augmented Generation, che partono da dati certificati. Il tema dei dati certificati è un tema che è presente in modo veramente notevolissimo. E tra l'altro cerca anche di dare una risposta al problema del costo. Perché se uno utilizza le piattaforme diciamo universali che adesso stanno svendendo, perché guardi solo per allenare, l'allenamento di Chaggpt costa più di un milione al giorno. Quindi diciamo che il fatto che lo diano via gratis, Microsoft lo diano via gratis, è una roba temporanea. Quando ci saranno tutti quanti, avranno preso abitudine, a quel punto i costi aumenteranno e riporteranno ai costi normali. Oggi Microsoft perde 20 dollari per ogni query che viene fatta su intelligenza artificiale. D'altra parte, se uno pensa che le previsioni sono che lo sviluppo delle applicazioni intelligenze artificiali possono osservire la quantità di energia che utilizza un Paese come la Francia, si può immaginare quali siano i costi. Allora, il tema del costo è un tema fondamentale. Ci sono due problemi, il tema del costo e il tema della certificazione del dato. Su entrambi i problemi si sta lavorando trovando delle soluzioni. Le soluzioni per quanto riguarda certificazione dei dati sono le piattaforme RAAG. E per quanto riguarda il problema del costo, ovviamente un professionista vuole che i dati siano residenti presso di sé, perché quello è fondamentale. Non le vuole dare impasto all'intelligenza artificiale creando problemi di privacy, di copyright, ecc. E si sta sviluppando sistemi ibridi che lavorano anche con macchine che utilizzano GPU da 26 e quindi macchine compatibili con il costo di un professionista, sostanzialmente, e che lavorano solo per l'elaborazione nel cloud normale. Quindi questi sistemi ibridi hanno i dati residenti presso il professionista che li utilizza. E poi viene l'elaborazione in cloud, ma in modo tale che non ci sia contaminazione dei dati, perché i dati restano sempre di proprietà del professionista. E questo risolve il problema e comporta ovviamente l'adozione di macchine, che però costano circa 3000-4000 euro. Non sono dei costi giganteschi. Il problema vero è che mancano le GPU. Oggi, come avete visto, l'80% del mercato ha le GPU in mano a una sola società, che è NVIDIA, e che non ha la catena della domanda piena di qui ai prossimi anni. Ovviamente arriveranno le GPU cinesi, ma delle GPU cinesi non ci fideremo mai. Quindi però il problema, direi che dal punto di vista tecnologico, è un problema che è affrontato e viene risolto. La soluzione che abbiamo sviluppato è una soluzione che affronta entrambe le cose e affronta in termini compatibili con esigenze di costo e di certezza del dato del professionista. Professore Stademinico, allora, diciamo che dal punto di vista tecnologico ci sono degli strumenti che in qualche modo rispondono a quelle che sono le problematiche. Rimane però, diciamo, sullo sfondo il tema se l'intelligenza artificiale in qualche modo non acquisca i problemi di democrazia e di tutela dei diritti. Cioè, io non conosco cosa c'è dietro l'algoritmo e come questo algoritmo è stato fatto. E questo mi sembra un problema che in qualche modo attualmente sia insolubile dal punto di vista giuridico. Mi fa proprio belle domande. E secondo me sì, lei ha accolto il centro, perché i veri problemi sono questi due, almeno per chi come me, poi perché spesso mi chiedono, perché ti interessi queste strane cose visto che studi diritto costituzionale? E dico perché diritto costituzionale sono le regole alla politica e ormai tutta la nostra politica sarà pervasa dall'intelligenza artificiale. Pensate flussi alle frontiere. Che selezione si farà con l'intelligenza artificiale? Va bene. E allora sì, è un problema di democrazia, fortemente, e quindi è chiaro che le autorità che governano in Italia l'intelligenza artificiale, il nostro governo ne ha già individuato due, l'Ajid e l'altra l'autorità per la cyber security. A mio avviso dovrebbero essere un po' meno, come posso dire, intime al governo? Eh, pompa un parente di terzo grado che hanno proprio strette così. Perché se l'intelligenza artificiale impatta sui nostri diritti, i nostri diritti andrebbero tutelati lontani dall'indirizzo politico, perché se no l'indirizzo politico, qualunque sia il nostro governo, ora abbiamo quello di destra, poi abbiamo quello di sinistra, poi abbiamo quello verde, no abbiamo tanti colori in Italia. Bene, ma se i nostri diritti sono proni a quella che è la volontà di maggioranza, beh, ritorniamo al secento. La rivoluzione francese cosa affermò? Che il diritto davanti al potere sta in piedi e il potere fa un passo indietro. Ma se noi lo mettiamo nelle mani del potere, eh, questo stiamo facendo, ma non noi, è l'Europa che ce lo consente. Perché se vi andate a leggere, ma sono cose noiose, gli emendamenti che aveva fatto il Parlamento, sui quali poi c'è stato il Trilogo, il Parlamento disse che ci volevano le autorità indipendenti, io non sono una fotrice delle autorità indipende, le autorità indipendenti avrebbero dovuto governare le macchine che funzionano male, quando cioè i nostri diritti vengono aggrediti, perché questa è un'eventualità che si pone, noi non dobbiamo rimanere col cerino in mano. Poi il Trilogo, nel Trilogo alcuni Paesi hanno insistito e questa storia è andata via. E non ci sono più le autorità indipendenti, ci è l'indipendenza funzionale, quando l'ho letto ho detto che significa. Posso mai essere indipendente funzionale se non sono indipendente genetico? Se non sono indipendente dalla nascita che fa l'acquisto strada facendo se indipendenza? E vabbè, e queste sono le contraddizioni del diritto sulla democrazia. E sui diritti, in realtà la domanda è connessa alla democrazia, cioè ogni, ogni rivoluzione secondo me, nel bene e nel male, dovrebbe un po' essere, non so, come la polvere, come la brina che si diffonde su tutti, no? E invece no, se voi, lo so che vi riporto alla mente qualcosa di non piacevole, vi ricordate, no, tutta l'esperienza del Covid, alla fine si è detto, noi torniamo meglio di prima, ma quando mai? Le categorie che erano vessate, per esempio le donne, no? Non perché minoranze, ma comunque categorie che hanno avuto una serie di pregiudizi, non mi sembra che siano ritornate in una condizione, neanche nella condizione uguale, nella condizione peggiore, voglio dire, nel bene e nel male, chi ne fa le spese, chi paga il maggior costo, sono sempre i poveracci, i poveri territori, le categorie marginate, è stato fatto l'esempio di categorie etniche marginate, e allora io dico, in questo caso, che è una grande rivoluzione, una grande carta, una grande, diciamo, chance che abbiamo nelle nostre mani, e giochiamoci alla favore di tutti, cioè non facciamo di questa carta quello che sta accadendo con i LEP, perché così non funziona. Chi ha voluto intender intende. Bene, allora, diciamo che da questo intervento si è capito quale può essere lo sviluppo del diritto costituzionale e la funzione del diritto costituzionale. Io ringrazio Franco Bernabé, la professoressa Giovanna D'Eminico, Giulio Bino, l'avvocato Gaia Martinenghi e l'architetto Elisa Farella per questo evento. Probabilmente abbiamo messo sul tavolo tanti interrogativi, qualche risposta, naturalmente. Diciamo che gli studi professionali sono interessati all'intelligenza artificiale, la useranno, sullo sfondo rimangono grandi domande a cui bisognerà rispondere in qualche modo strada facendo. Dobbiamo tenere un po' alta la lanterna.
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