Serve davvero meno stato nell'economia dell'innovazione?
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Serve davvero meno stato nell'economia dell'innovazione?
Le politiche pubbliche che servono a sostenere la crescita cambiano in base alla distanza dalla frontiera tecnologica. Le politiche della concorrenza, il sostegno pubblico agli investimenti in capitale umano sono più importanti quando ci si avvicina alla frontiera tecnologica. Mentre le politiche macroeconomiche (monetaria e fiscale), volte a ridurre le fluttuazioni cicliche, sono più importanti nei paesi con mercati finanziari poco sviluppati.
e un piacere innanzitutto essere qui con voi in questa bella occasione del festival dell'economia che per il secondo anno ci allieta questa fine maggio e soprattutto in questa bellissima sarà prestata dove evidentemente anche le elezioni e le riflessioni possano avere un effetto ancora più rilevante rispetto alle altre occasioni devo introdurre il professore aghion che mi ha pregato di essere veloce breve senza leggere propri curriculum essere veloce in questa nostra presentazione sinteticamente riparti sapere che nella più francia è un cinquantenne un professore francese ma che insegna negli stati uniti in particolare insegna oggi all'università di harvard ed ha un curriculum di pubblicazione di insegnamento lunghissimo il tema di oggi che viene affrontato da questa ragione è di grande interesse direi grande pressanti per noi italiani per la verità che riguarda gli le politiche pubbliche nello sviluppo dell'economia e dell'innovazione in particolare il titolo esatto di questa conferenza è serve davvero meno stato nell'economia dell'innovazione è un interrogativo a cui vediamo come risponderà il professor a viola cui cielo volentieri la parola a vent'anni di signa alla fine della mia presentazione è un grande piacere in italia non può che ammirare la bellezza di questo paese una bellissima ma sicuramente dibattito la maggior parte dei politici dunque riguardano proprio questa domanda serve davvero meno stato dell'economia dell'innovazione ma io devo dire che forse non è tanto che ci sia bisogno di meno stato ma forse di un diverso approccio beh possiamo dire che oggi giorno abbiamo l'unione europea unione europea naturalmente che è una realtà nella nostra europa occidentale poi abbiamo anche naturalmente dall'altra parte gli stati uniti in passato l'unione europea aveva meno problemi rispetto agli stati uniti e il nostro motore economico funzionava piuttosto bene avevamo quasi piena occupazione un elevato tasso di crescita e un alto tasso di sviluppo dei redditi in sostanza il sistema era ben funzionante ma dopo lo choc petrolifero effettivamente sono iniziati i problemi aumento della disoccupazione calo del tasso di crescita e quindi un certo ritardo rispetto agli stati uniti in termini di pil pro capite e a partire dagli anni 90 vediamo che la crescita degli stati uniti è stata maggiore rispetto a quella dell'unione europea effettivamente questa è stata la tendenza a partire dagli anni novanta in sostanza 30 anni dopo la seconda guerra mondiale il nostro livello era migliore rispetto a quello statunitense ed ora pare che la tendenza si sia invertita abbiamo meno crescita e piu disoccupazione rispetto agli stati uniti in sostanza c'è un qualcosa che non va per quanto concerne il nostro motore economico dunque dobbiamo reagire io mi sono occupato del cosiddetto rapporto sapir come sapete era stato proprio romano prodi a creare un gruppo di esperti e che avrebbero dovuto occuparsi di questa domanda perché l'europa non cresce così rapidamente come gli stati uniti bene la risposta è stata questa europa a delle istituzioni istituzioni che andavano benissimo per l'economia del dopoguerra un'economia che doveva recuperare rispetto agli stati uniti limitando dunque il modello deco non tecnologico statunitense ottime istituzioni dunque in quel momento per recuperare ma ora che cosa è successo abbiamo esaurito quel tipo di potenziale e ci troviamo a confrontarci con le innovazioni ed è qui che mancano istituzioni giuste dunque il dibattito è questo come cambiare le istituzioni a favore della crescita in europa ed è naturalmente un problema non solo europeo ma anche italiano naturalmente l'approccio del premier prodi non è lo stesso seguito dal premier berlusconi lo stesso può dirsi della francia dove ovviamente l'approccio di sarkozy è diverso rispetto a quello della sinistra tutti sostanzialmente siamo d'accordo circa l'idea che l'animale è malato ma come operarlo come farlo guarire come riportare sulla giusta carreggiata questa nostra europa dobbiamo semplicemente ridurre il ruolo dello stato e dunque ridurre la pressione fiscale ridurre il ruolo dei governi oppure è opportuno optare per un approccio diverso la prima idea come già dicevo è la seguente se abbiamo un paese che dal punto di vista tecnologico non è particolarmente sviluppato e ha un grande ritardo per quanto riguarda il pil pro capite rispetto agli stati uniti limitazione è una grande fonte di crescita si limito qualcuno che è più avanti rispetto a me posso sicuramente fare progressi ma man mano che ci si avvicina la frontiera tecnologica il vantaggio che possa derivare dall imitazione si riduce e quindi devo cooptare per l'innovazione ma naturalmente per rinnovare ci vogliono istituzioni diverse rispetto a quelle necessarie per limitare questa tabella vi mostra che vi sono paesi che investono di più in ricerca e sviluppo ora non voglio entrare nei dettagli di questa tabella vi è uno stretto legame tra il fatto di essere vicini alla frontiera e investire molto in ricerca e sviluppo e innovazione quindi quando ci si avvicina alla frontiera tecnologica si punta molto sull'innovazione se invece si è più il ritardo si tende ad imitare la seconda idea temo che non tutti riescano a seguire la mia presentazione dice l'oratore come facciamo ok aia e can you keep it di quasi solo non ci si mai sesso con ripristinare la presentazione per cortesia sobaszek agli one in italy dunque l'idea numero uno l'imitazione è fondamentale per quei paesi quei settori che sono più lontani dalla frontiera tecnologica innovazione è più importante per i paesi i settori vicini alla frontiera tecnologica dunque limitazione per gli uni l'innovazione per gli altri quando parlo di frontiera in realtà sostanzialmente mi riferisco a ricerca e sviluppo la seconda idea è questa per imitare e per rinnovare ci vogliono delle istituzioni diverse ad esempio quando stavano accumulando capitale andava benissimo avere dei sussidi statali ad esempio avevamo all'approccio colbertista francia e quindi vi era un grande dispendio di sussidi statali vi era una politica industriale specifica vi era un piano specifico in francia non so quale fosse esattamente alla situazione in italia la concorrenza in francia veniva fortemente limitate avevamo anche una limitata flessibilità del mercato del lavoro erano queste le istituzioni e avevamo dei sistemi dell'istruzione che puntavano essenzialmente sull'istruzione primaria e secondaria erano queste le istituzioni di cui parlavo prima di quei primi 30 anni dopo la seconda guerra mondiale ma ora bisogna innovare e per rinnovare ci vuole apertura ci vuole flessibilità di mercato ci vuole il privato corrono i finanziamenti privati questo molto di più delle sovvenzioni statali dobbiamo dunque muoverci verso una società orientate al mercato qual è la conclusione allora via via che ci sviluppiamo dobbiamo modificare le nostre istituzioni per sostenere la crescita dobbiamo cambiare pensiamo ad esempio al concetto di apertura non so se qualcuno può darmi un laser sì avvicinando il microfono è più chiaro grazie diamo un'occhiata alla tabella sull'asse orizzontale vediamo la vicinanza la distanza alla fronte rispetto alla frontiera tecnologica dei vari paesi qui vedete che a sinistra vi sono paesi non sviluppati e a destra quelli più sviluppati invece l'asse delle ordinate mostra e il tasso di crescita ciò che è interessante è che intanto abbiamo quei un paragone tra diversi paesi e si vede il rapporto tra la distanza rispetto alla frontiera la rapidità della crescita quando un'economia è più vicina alla frontiera è più sviluppata si sviluppa più rapidamente ad esempio le cosiddette tigri sto pensando ad esempio alla cina ma quando la cina si svilupperà ancora di più non avrà più un tasso di crescita del 10 per cento perché quando ci si avvicina maggiormente alla frontiera la situazione cambia però bisogna vedere qual è il gradiente di questo cambiamento a sinistra mi dispiace moltissimo scusatemi che non riusciate a seguire è veramente un peccato non riuscire a mostrare le diapositive in particolare il titolo delle diapositive dice l'oratore a sinistra abbiamo le economie cosiddette chiuse quelle economie che non si sono aperte al commercio con l'estero ecco queste economie quando si avvicinano alla frontiera se non sono aperte al commercio con l'estero mostrano un tasso di crescita in rapido declino quindi quando ci si allontana dalla frontiera si cresce rapidamente va benissimo non aprirsi al commercio estero quando si è lontani dalla frontiera sulla parte sinistra ma man mano che ci si sposta a destra vedete esse non ci si apre vi è un rapido declino di questa linea ecco vedete a destra quelle economie che si aprono e quando ci si apre naturalmente cala un po il tasso di crescita perché ci si avvicina alla frontiera ma è un calo meno rapido dunque si può preservare un po questa crescita dunque se si continua a tenere chiusa l'economia purtroppo si allontana l'oratore non consentendo agli interpreti e di sentirlo dunque purtroppo fino a quando non si riavvicinerà microfono non saremo in condizione di fornire il servizio ok ok ok questo dimostra dunque che quando un paese non è sviluppato adottare un approccio basato sulla chiusura sull'apertura non è poi particolarmente rilevante invece è diversa la situazione quando ci si avvicina la frontiera perché a quel punto è importante aprirsi al commercio estero ed è importante aprirsi alla liberalizzazione ora vediamo il dato è entrata quando parlo di entrata mi riferisco ad esempio al numero di giornate necessarie perché possa iniziare ad operare un impresa mi riferisco ad esempio agli oneri burocratici che devono sostenere le imprese per entrare nel mercato i costi di questa entrata sul mercato in europa sono particolarmente elevati rispetto agli stati uniti vanno dunque ridotti vi mostro allora un'immagine che è sostanzialmente la stessa che vi ho mostrato per l'apertura vediamo a sinistra quei paesi che hanno delle elevate barriere rispetto a questa entrata delle imprese in questi paesi è particolarmente oneroso creare una nuova impresa ecco vedete che vi è un rapido calo di questa linea quando ci si avvicina alla frontiera mentre a destra abbiamo quei paesi con delle basse barriere per l'entrata e qui allora va benissimo essere vicini alla frontiera e le cose vanno bene anche in termini di crescita e questo proprio grazie al fatto che le barriere all'entrata sono state ridotte la conclusione la presenza o meno di queste barriere non è tanto importante se si è lontani dalla frontiera ma se ci se ci si avvicina alla frontiera allora il dato cambia e dunque bene alla liberalizzazione quello che dovrebbero fare i paesi europei è liberalizzare il commercio liberalizzare l'entrata delle imprese sul mercato bisognerebbe essere dei puri liberali e allora qualcuno potrebbe dire allora questo significa che bisogna eliminare lo stato è partire imbarcarsi su questo treno bene se diamo uno sguardo a questi tre dati però ci accorgiamo che non è così non vogliamo ridurre il ruolo dello stato vogliamo semplicemente modificarlo ed è proprio questa la posizione che vorrei definire in questa sede naturalmente si può dire che vogliamo promuovere l'innovazione e gli investimenti in ricerca e sviluppo dunque la prima cosa sarebbe dare sussidi alla ricerca e allo sviluppo ea quelle imprese che fanno ricerca e sviluppo ma non è questa la politica più importante tutti vogliamo politiche per la ricerca e lo sviluppo ma questo sono un aspetto alcuni ritengono che la ricerca e lo sviluppo siano come una polverina magica che possiamo distribuire e vedere dunque spuntare nuove iniziative come funghi ma non è così sarebbe bellissimo se così fosse bisogna superare questo tipo di approccio ritorniamo allora alla concorrenza in fase di entrata vi dicevo che quando si è avanzati sul piano tecnologico bisognerebbe liberalizzare l'entrata delle imprese questo significa che va ridotto il ruolo dello stato no vi mostro adesso per cui tutto dovrebbe funzionare vedete questa è la linea che si riferisce alle imprese nel regno unito ma potrebbe riferirsi anche a imprese italiane e indiane eccetera perché il quadro è lo stesso per vari paesi ecco la linea blu rappresenta le imprese l'asse orizzontale abbiamo l'entrata delle imprese straniere e in alto abbiamo la crescita della produttività e vediamo in blu quelle imprese che inizialmente hanno una forte produttività e quando si liberalizza l'entrata vediamo che vi è uno stimolo della crescita della produttività in queste imprese se vi è una liberalizzazione del mercato è chiaro che gli operatori tendono ad attivarsi ancora di più perché intendono sconfiggere i concorrenti si innova proprio come reazione è una reazione positiva all'entrata che dunque è positiva per quelle imprese che già sono ben funzionanti però vediamo in rosso coloro che sono in ritardo e che reagiscono molto diversamente all'entrata di altri operatori e che si dicono che cosa farò che cosa serve investire qualunque cosa io faccia e saranno gli altri ad avere la meglio quindi è come in una classe a scuola quando si inseriscono nuovi allievi in una classe quelli che già fanno bene a scuola lavorano ancora di più e fanno ancora meglio chi invece già dei problemi scolastici finisce col fare ancora a meno è la stessa cosa vale per le aziende vediamo che l'entrata di nuovi soggetti è generalmente positiva ma degli effetti diversi alcuni possono beneficiare delle entrate agli altri altri invece sono destinati a perdere e che cosa si fa con i lavoratori di queste imprese che subiscono un declino qui entra in gioco lo stato che può riposizionare i lavoratori dalle imprese che si situano su questa linea rossa alle imprese che si situano invece sulla linea blu ed è un ruolo fondamentale questo per lo stato è anche in fondo il grosso grosso problema che abbiamo in francia si fa un gran parlare di flessibilità del mercato del lavoro è il problema è proprio questo si vuole essere in condizione di sopravvivere va benissimo liberalizzare il mercato sto pensando ad esempio alla liberalizzazione dei taxi però bisogna bisogna trovare delle misure di accompagnamento non voglio adesso mettere contro berlusconi a prodi e parlare dell'una o dell'altra politica potremmo discutere lungo naturalmente anche di quello che è l'approccio nordico rispetto a quello anglosassone allora dobbiamo accompagnare la concorrenza e le politiche di liberalizzazione con delle politiche attive per il per il lavoro facciamo un altro esempio trent'anni dopo la seconda guerra mondiale noi sostanzialmente siamo riusciti a imitare per metterci al passo con gli stati uniti e abbiamo prossimo partiti dal settore dell'istruzione che va benissimo in italia in francia anche anche se abbiamo dei dati un po peggiori ma se andata all'università in francia come essere nel terzo mondo c'è povertà miss una cosa tremenda provateci andare all'università in francia ne vedrete che la situazione è tremenda e quindi di che cosa dobbiamo occuparci ecco allora che considero proprio l'aspetto delle istruzioni relazione a quello che dicevamo prima qui sulla sinistra abbiamo i paesi sostanzialmente che investono nei bassi gradi di istruzione ea destra invece quelli che investono negli altri livelli dell'istruzione vedete che se si è lontani dalla frontiera tecnologica non c è molto proprio non ci sono molti problemi perché il tasso di crescita è comunque lo stesso se appunto sia lontani dalla frontiera tecnologico ma guardiamo i casi in cui i paesi sono vicini alla frontiera tecnologica e belli le cose cambiano molto capite cosa voglio dire ecco anche in questo caso ritorniamo a quello che dicevamo prima rispetto all'apertura e all'entrata sul mercato sul mercato se si è lontani dalla frontiera non importa molto dover investire tanto nell'istruzione anche ad alti livelli quindi l'istruzione superiore ma invece le cose cambiano molto stessi vicini all'istruzione scusate alla vicinanza alla frontiere tecnologiche questo lo vediamo anche in relazione al processo di bologna e qui troviamo anche agli stati uniti quando si è vicini lo ripeto alla frontiera si beneficia molto dalla ricerca e dall investimento nell'istruzione e in college che possono essere ovunque nell'alabama o altrove e questo lo si vede nei diversi paesi allora abbiamo bisogno di investire nell'istruzione superiore questo ruolo dello stato deve essere stato spingere questo processo per esempio in francia così dovrebbe investire di più proprio in questo settore al momento è invece si sta occupando di altro della tassa di successione vuole abolire la cosa così insomma però dovrebbe pensare ad altro dove prestare agli investimenti nell'istruzione è un'altra cosa consideriamo l università e la loro governance basta investire nel bisogna considerare anche come sono gestite all'università avete sentito parlare della classifica shanghai l'anno scorso è stata fatta questa classifica da parte dell'università di shanghai che ha valutato tante università nel mondo in relazione pubblicazioni fatte al numero di premi nobel sfornati diciamo così da queste università e così via e vedete qui dove l'italia vedete anche la francia insomma non è che ce la caviamo benissimo comunque sulla base di questa classifica si può vedere qual è la performance delle università qui abbiamo la popolazione qui abbiamo appunto la classifica quindi se tracciamo una linea a 45 gradi dividiamo le università che hanno una buona performance sui paesi che hanno una buona performance rispetto a quelli che invece proprio no e noi francesi e voi italiani siamo messi male e siete messi male per quanto riguarda la classifica shanghai e poi quali sono le caratteristiche del di chi ha una buona performance e vediamo la svezia il regno unito e tutti gli altri paesi al di sopra di questa linea del 40 dei 45 gradi dicevamo quali sono le caratteristiche di chi ha una buona performance the fidiamo che il budget per studente è comunque elevato quindi bisogna avere soldi e spenderli questi soldi ma non basta questo per esempio devono essere le università stabilire quelli che sono le riprese retribuzioni e le soluzioni devono essere adeguate ci deve essere una bassa rigidità a livello di salari perché naturalmente se i salari sono rigidi i bravi vanno da un'altra parte e vanno in un'altra università e noi abbiamo bisogno di una performance buona nelle università e i paesi che hanno una buona performance sono quelli che investano nell'istruzione ma danno anche un gol livello di autonomia l'università perché leo nome seta ne hanno bisogno di questa autonomia per cui possano utilizzare i soldi che hanno e forse sul mercato con forze con correre e competere sulla base della loro docenza questo è proprio il bar da base di un buon sistema universitario c'è bisogno di concorrenza c'è bisogno di autonomia e c'è bisogno di soldi consideriamo invece chi ha una cattiva performance poco bacio per studente allo stato a stabilire quello che sono gli stipendi c'è un'elevata rigidità negli stipendi quindi bisogna investire tanto in istruzione e lo ripeto ma bisogna avere anche più autonomia questo non significa privatizzazione sono due cose diverse lo stato deve essere sì coinvolto però non deve essere permeante non bisogna essere maniaci dei controlli bisogna lasciare che lo stato entri nel sistema ma che crea un sistema che favorisca a sua volta la concorrenza la competizione in modo da raggiungere l'eccellenza e questo non significa avere meno stato significa avere un contributo statale diverso o una presenza dello stato diverso quanto tempo ancora tra l'altro quasi finita ma quando ho altri 20 minuti ma non ne ha neanche bisogno di 20 minuti fisco prima ma magari insomma possiamo ritornare su alcune cose parlavamo della flessibilità del mercato del lavoro dicevamo e possiamo mostrare che la flessibilità del mercato del lavoro è più importante per quei paesi che sono vicini alla frontiera tecnologica naturalmente per aumentare il proprio 39 c'è bisogno di essere innovativi e quindi c'è bisogno di essere vicini a questa frontiera tecnologica perché altrimenti magari si va in un altro paese dove si trova la manodopera di cui si ha bisogno eccolo stato naturalmente può dare un suo contributo se c'è la flessibilità ma che cosa significa aprire anche un sistema flex security che regoli per esempio il sistema delle assunzioni e dei licenziamenti e anche in questo caso lo stato deve deve entrare nel sistema creando il sistema monitorando anche il processo di formazione e promuovendo un sistema per cui per esempio le persone in lista di disoccupazione hanno delle offerte di lavoro ma nel momento in cui la rifiutano per più di un paio di volte per esempio vengono escluse da queste liste di disoccupazione quindi c'è bisogno di contributo da parte di tutti e di tutte le parti sociali delle aziende lo stato i sindacati questo è assolutamente fondamentale c'è sempre stato questo rapporto però c'è bisogno di riconfigurare un po le cose e questo vale per tutti i nostri paesi lo stato deve rimanere parte attiva di questo processo e questo punto è concetto che continua a reiterare adesso occupiamoci di politica macroeconomica è molto importante in relazione all'area dell'euro è certa un grosso dibattito che magari conoscerete sulla banca centrale europea e sul patto di stabilità e di crescita e c'era un immagine che io amo sempre mostrare e che ci mostra la variazione del deficit strutturale e negli anni e poi in relazione anche ai tassi di interesse a breve termine e qui abbiamo la situazione negli anni vedete anche prima del 2000 alle recessione vediamo la situazione negli stati uniti cosa hanno fatto gli stati uniti sono intervenuti nel caso della della recessione così come vedete mostrato dalla curva invece le varie dell'euro sia sostanzialmente immobili e se siete claustrofobici non guardate queste immagini tra che vi sentirete intrappolati da queste immagini che danno un senso di mobilità di di chiusura e abbiamo bisogno di più innovazione sostanzialmente quindi quando si è in un momento recessione bisogna innovare di più quindi bisogna uscire dalla recessione facendo qualcosa di nuovo se le cose non vanno bene anche nella vita personale che cosa si fa ci si deve chiedere beh insomma forse devo cambiare qualcosa e la stessa cosa nei periodi di recessione non le cose non vanno bene allora devo rinnovare e allora cosa faccia magari investo altrove ma per investire devo anche prendere in prestito del denaro perché magari non ce l'ho e siano dei vincoli sul credito e qual è il problema il problema è che è molto difficile avere dei crediti e proprio nei periodi di recessione è più difficile accedere al credito e visto che il cash flow è molto basso nel periodo di recessione proprio lì il momento in cui non si ottengono i crediti e e quando ci sono questi vincoli sul credito c'è una sofferenza doppia diciamo così perché si soffre ancora di più per la recessione e si tagliano gli investimenti si tagliano gli investimenti innovazione proprio nel momento in cui piace questo questi investimenti andrebbero fatti allora il governo che cosa deve fare deve restare fuori da tutto questo no in effetti il governo lo stato deve subentrare al mercato creditizio e intervenire laddove i prestatori diciamo così privati non ci sono più lo stato deve intervenire questa è l'idea di base questa è l'idea fondamentale per cui abbiamo una sorta di politica contro ciclica da parte del governo per dare di nuovo impulso all'economia proprio perché ci sono quei vincoli creditizi di cui si diceva prima e quei vincoli creditizi nessuno veramente la morte dell'innovazione e quindi propagano sostanzialmente la recessione allora lo stato nel momento della recessione deve intervenire diventa vedere di meno nei momenti invece di espansione qui vi faccio vedere una tabella non guardate i dettagli della tabella ci dice sostanzialmente però questa tabella che quando si hanno sia una pro ciclicita dell'investimento governativo in relazione appunto al paese e all'anno che cosa succede e quando invece il governo non interviene che cosa che cosa cosa avviene ma diceva non entriamo nei dettagli di questo consideriamo invece questo andamento annuale in relazione al budget ai deficit ranzi di bilancio qui abbiamo per esempio il regno unito vedete che ha avuto un approccio molto più contro ciclico negli anni e lo stesso vale anche per gli stati uniti ma vedete che l'area del non ha fatto altrettanto avrebbe dovuto essere molto più contro ciclici diciamo così di quanto siamo stati è un grosso problema come facciamo a risolvere allora questo problema abbiamo bisogno di un governo diverso vero è un rogo verno direi e questo non lo abbiamo in inghilterra non la bank of england alla banca d'inghilterra e il tesoro e c'è un rispetto reciproco tra le tra i due enti le due istituzioni e insieme pongono gli obiettivi in termini di infezione anche a livello macro economico quindi definiscono insieme le politiche più in base a precisi obiettivi ma in europa non c'è questo c'è la banca centrale europea che sta lì non ha una controparte non c'è un gordon brown nella zona europea che parli con la banca centrale europea che dica guarda quando qualcosa non va bene magari ripensiamoci a questo tasso di inflazione o ad altre cose questo non esiste i paesi dell'eurozona hanno problemi ad essere contro ciclici sono pro ciclici anzi e quindi è questo si vede in relazione a vari elementi legati ai finanziamenti e su cui bisognerebbe intervenire per essere più contro ciclici c'è bisogno di un intervento più attivo per avere questo intervento più attivo c'è bisogno di più euro governo e si dibatte molto di queste cose era sarkozy ne parla di queste naturalmente io sono a favore della politica di sarkozy quando dice delle cose giuste è evidente comunque bisogna avere una politica macroeconomica europea questa sostanzialmente la conclusione la conclusione è che un'economia innovativa lo ripeto non ha bisogno di meno stato ma di uno stato diverso c'è bisogno di accompagnare la politica sulla concorrenza con politiche di ri collocamento diciamo così delle risorse bisogna investire nella flex security in modo che le persone si assumano dei rischi perché sapranno che la mobilità non è una cosa soltanto che si paga diciamo da soli ma che viene distribuita tra tutti bisogna investire di più nell'istruzione superiore al sociale universitaria c'è bisogno di essere più attive a livello di politiche macroeconomiche perché altrimenti industrie saranno scoraggiati ad investire perché se investire perché sapranno che i momenti di recessione non potranno più fare alcun investimento non saranno supportati dal governo bisogna anche ripensare la politica industriale e naturalmente le cose sono diverse da area area da settore al settore ci sono aree in cui magari c'è bisogno di una continuità di investimenti che non c'è altrove di cui non c'é necessità il problema ci sono elementi che richiedono un approccio congiunto da parte di tutti pensiamo anche alle questioni climatiche al problema del surriscaldamento del clima ecco che ci sono degli ambiti in cui noi tutti dobbiamo intervenire e poi è una questione di fissare le riforme e e dare una priorità anche alle riforme di questo stiamo parlando in francia che cosa dobbiamo fare prima cosa viene prima del resto allora che riforma bisogna fare e quando le si deve fare che budget sia per queste riforme perché non si può intervenire ovviamente in contemporanea su tutte le cose però bisogna appunto per affrontare tutti questi aspetti che sono legati al programma e questo sostanzialmente la conclusione di quello che volevo dire grazie bene grazie professore l'honda questo appassionato intervento abbiamo l'occasione anche per svolgere una sessione di domande e risposte con il nostro pubblico senza un problema come si sa come di consuetudine in queste occasioni quindi chi vuole possiamo discutere delle argomentazioni delle proposte che ha avanzato il professore aghion col quale devo dire sono molto solidale perché ho sentito che la sua parte politica ha perso le elezioni in francia noi invece in italia abbiamo vinto ma non siamo per niente soddisfatti lo stesso quindi no l'anno scorso vai di tir e allora io pare un osservazione al discorso del professor aghion chiedendogli questo nuovo ruolo che lui attribuisce allo stato nella funzione dello sviluppo e dell'innovazione di un paese che si può fare qualche esempio pratico che lui considera positivo che ha vissuto positivamente che analizzato positivamente magari di un paese europeo che ha svolto un ruolo propositivo nel campo dell'innovazione utilizzando lo stato non più con un vecchio intervento interventista del passato ma con questa funzione diciamo progressiva diversa beh ho la sensazione che per esempio i paesi nordici possano essere un esempio in tal senso la danimarca in particolare tra i paesi scandinavi o anche la finlandia eccoli abbiamo dei paesi in cui cercato veramente di promuovere innovazione con grandi stimoli con anche investito anche le nuove tecnologie pensiamo ai cellulari al tempo poi internet così via e paesi in cui anche però si fa tanto in relazione alla flex security c'è questa forte preoccupazione di combinazione dei due aspetti della flessibilità e delle garanzie e naturalmente ci sono delle differenze però da paese a paese non è che possiamo copiare quello che è stato fatto altrove e evidente che ci sono differenze fra la francia e la danimarca per esempio per cui non è che il modello danese possa essere immediatamente trasportabile in francia però abbiamo anche dei casi che sono quelli dei paesi scandinavi che ci mostrano che possiamo combinare i due aspetti entro questo concetto della flexsecurity c'è un microfono fosse grazie cioè un giustamente con acemoglu e zilibotti e guida una spiegazione del perché quando si è lontani dalla frontiera l'intervento statale serve di più man mano che si avvicini alla frontiera diventa più importante la liberalizzazione la prima domanda è di trovare una conciliazione fra quanto ha detto oggi e aghion ac modulo di botti la seconda che non è del tutto ci sono dentro l'argomento è la seguente ritiene philippe che ci troviamo ci potremmo trovare oggi all'inizio di un nuovo periodo di cacciato delle economie europee che hanno perso 8 10 anni nell'acquisire la tecnologia nell'assorbire lo shock a tecnologico che veniva dagli stati uniti e che oggi possono riprendere gli stati uniti tenendo presente che l'incremento della produttività negli stati uniti forse ha toccato un limite dopo wall mart salvo ritornare la schiavitù di finanza si può fare grazie lo spavento pacchetto sì lei ha fatto riferimento appunto all articolo il paper che ho scritto con gli altri autori eccoli noi abbiamo considerato per esempio l'esempio delle politiche sulla concorrenza dicendo che la concorrenza può essere un bene vicino alla frontiera tecnologica ma non necessariamente se si è lontani dalla frontiera e abbiamo detto che c'è anche un problema della transizione perché ci sono alcuni istituzioni che vanno bene se si è lontani dalla frontiera sembra che vadano meglio se si è vicini alla frontiera e allora bisognerebbe spostarle queste istituzioni per esempio che cosa dovremmo fare in europa dopo la seconda guerra mondiale avremmo dovuto avere sempre solo delle politiche molto liberali beh allora non avremmo avuto un problema di transizione però a questo punto avremmo non più problema di del catch up ma magari avremmo un problema di un'eccessiva liberalizzazione questo è un dibattito molto grosso che c'è stato e che appunto solleva il problema della transizione noi non diciamo però che la concorrenza non vada bene o altro noi nel paper in realtà parliamo della questione della transizione la transizione può essere difficile ma magari possiamo avere un consenso tipo quello di washington che dice va bene liberalizziamo sempre comunque perché si evita allora la questione della transizione ed essi può dibattere a lungo su questo aspetto se veramente sia opportuno avere un consenso tipo washington oppure no potremmo lo ripeto parlare a lungo di questa cosa allora iniziamo dalla in fondo ma ce la fa philippe ai 9 stand dei notato durante la prima parte della presentazione che lei ci ha mostrato moltissime tabelle ma appena ha iniziato a parlare di finanziamenti all'università sono scomparsi tutti questi dati e allora sono un po sospettoso rispetto alla sua raccomandazione secondo cui il grande segreto per migliorare l'università sarebbe quello di pagare di più la gente perché non riesco a capire da dove debbano venire le forze della concorrenza in un sistema che essenzialmente ancora controllato dallo stato nel regno unito ed è stato un grande sviluppo della spesa per i medici però purtroppo la produttività non è cambiata e questo è un problema di responsabilità bene ho mostrato solo un grafico che si riferiva all istruzione superiore non volevo entrare eccessivamente nei dettagli tecnici ho lavorato con carol ai box ci sarà la prossima settimana ecco perché credo che potrò essere più preciso in realtà vi è un aumento della crescita per l'istruzione bisogna vedere dove si posizionano gli stati se vicino lontano alla frontiera vi sono degli strumenti di politica economica che possiamo utilizzare proprio per la spesa per l'istruzione possiamo veramente vedere che più ci si avvicina alla frontiera e più aumenta la crescita se si investe di più nell'istruzione superiore abbiamo visto i dati sulla regressione nelle università pubbliche e vediamo una interazione tra danaro e autonomia se si investe di più se l'università pubblica e più autonoma l'effetto del danaro in termini di crescita e molto maggiore questo è particolarmente interessante abbiamo realizzato un'analisi sulle università europee ed è proprio una conferma dei nostri dati vanno di pari passo il danaro e l'autonomia è questa la combinazione vincente e sono proprio questi gli strumenti opportuni e comunque ecco come dicevo la prossima settimana avremo modo insieme a creare lo spy di parlarne in maniera più dettagliata quei dati confermano assolutamente quanto dicevo ma è interessante proprio questa combinazione tra danaro e gava lance d'oro ecco volevo ritornare al caso della della finlandia per per affrontare alcuni aspetti di dettaglio di questo cioè il caso della finlandia in realtà ha molto a che vedere con la storia di nokia che è di fatto una grande impresa in un piccolo paese e che è riuscita a diventare un leader mondiale dei telefonini in un modo nel quale non è molto chiaro il ruolo della politica economica a mio avviso cioè se uno deve andare a studiare come mai la finlandia diventato questo paese di cui tutti parlano sì oggi quello che facciamo di guardare il fatto che la finlandia spende tanto in arendi che spende tanto in istruzione però la verità è che una parte importante della storia nel successo di nokia della finlandia magari risale addirittura alla fine del xix secolo quando loro erano sotto i russi e hanno dovuto sviluppare un sistema di telegrafo cioè per consentire alle imprese finlandesi di comunicare che era xvi che forse svincolato dallo stato e quindi hanno sviluppato un abitudine a competere su un abitudine per lo stato a fornire degli dei servizi utili alle imprese che nel resto dell'europa e nel resto del mondo non era una cosa assolutamente diffusa perché appunto nel settore delle telecomunicazioni era pubblico nel resto del mondo in finlandia hanno avuto bisogno fin da allora proprio per sfuggire l'influsso negativo diciamo della presenza di una dominazione straniera di avere un mercato molto tempo prima che degli altri e questa abitudine a con la commercializzazione dei prodotti di telecomunicazioni è stata parte del successo di nokia di insomma alla base diciamo dell'abitudine ai finlandesi di essere bravi e la commercializzazione delle telecomunicazioni tutto ciò non c'entra in realtà con la politica economica il supporto dell'innovazione quindi in qualche modo potrebbe anche portarci a dire che è il caso per certi aspetti che cioè è successo in finlandia una cosa che forse non è tanto facile replicare in altri paesi c'è stata anche una grandissima recessione in finlandia che ha in modo un po su un peperino eliminato le imprese esistenti e favorito e incoraggiato i manager di nokia a fare la rivoluzione insomma quanto replicabile davvero è il caso finlandese solo mattina vi è sicuramente molto interessante da dire sulla finlandia abbiamo a che fare con un'economia che ha attraversato una grande crisi negli anni 90 con il crollo dell'unione sovietica e poi questa economia è stata indotta a riformarsi in maniera simile a quanto è accaduto nel regno unito è uno degli aspetti dell'eurozona è proprio questo che vi erano delle politiche non particolarmente reattive sul piano macroeconomico che non sono servite per le riforme ma hanno avuto una sorta di effetto anestetico cioè non ci si è accorti poi così tanto della crisi come invece era accaduto ad esempio in francia nell 83 la finlandia è un caso interessante di un paese che ha reagito in modo diverso rispetto al regno unito ha infatti preservato il suo modello sociale pur operando profonde riforme strutturali ma come dicevo è un paese che ha conservato una serie di riforme sociali il rapporto sapir dimostra proprio che vi sono due tipi di paesi vi sono quei paesi che riformano e funzionano bene il regno unito da un nei paesi scandinavi da un lato e poi l'europa continentale dall'altro speriamo allora il regno unito tassi elevati di crescita ma grandi diseguaglianze i costi sociali i paesi scandinavi sono riusciti a ridurre questi costi invece nell'europa con diventa continentale non si è fatto né l'uno dell'altro e non vi è stata la crescita eccetera si potrebbe dire allora che si potrebbe optare piuttosto che per il modello britannico per quello scandinavo l'idea è quella di poter fare delle riforme strutturali corrono un basso sociale più corsa più ridotto rispetto a quello del regno unito ed effettivamente nei paesi scandinavi questo costo è stato inferiore rispetto al regno unito vi sono diversi modi dunque di riformare lo vediamo dal dibattito in francia in italia tutti siamo d'accordo sull'idea di riformare ma non sappiamo se seguire l'approccio di mark faccio all approccio scandinavo è vero la finlandia ha le sue peculiarità però vi è un aspetto interessante sì c'è chi dice a abbassiamo le tasse in europa non basta non è vero vi sono dei paesi che non hanno abbassato le tasse se la cavano piuttosto bene altri che hanno scelto un'altra linea ma la questione cruciale quella delle riforme sociali e non invece a quello della riduzione della pressione fiscale abbiamo ancora tempo prego buongiorno e avrei due domande che riguardano la parte sulla sulla struttura del sistema universitario che ha accennato prima la prima riguarda qual è il modello universitario migliore abbiamo un modello diciamo anglosassone americano inglese che privilegia che da molti finanziamenti ma che privilegia anche pochi grandi centri di ricerca i grandi università molto famose mentre nel sistema universitario anche quello italiano soprattutto ci sono molte università molto diffuse sul territorio che danno la possibilità più possibilità alle persone di accedere a ranghi elevati di istruzione ma che poi hanno scarse possibilità di accedere al chiamo il mercato del lavoro veramente produttivo e la seconda domanda riguarda invece quello che sta succedendo adesso in cina la cina era un paese molto lontano dalla frontiera fino a qualche anno fa poi una serie di politiche economiche l'hanno spinto fino a tassi di crescita che adesso lo porta lo portano a essere una delle maggiori economie mondiali questo significa che dovranno rivoluzionare il loro sistema universitario ma la diffusione della conoscenza ad alti ad alti livelli ha speranze di incidere anche su politiche sociali e di diffusione di diritti quelli non questi aiuti sono domande piuttosto complesse queste parlavo di questo studio europeo ed effettivamente in gran bretagna vi è meno spesa ma più autonomia bene quindi nel regno unito abbiamo alcune università che funzionano benissimo di altre invece ai cui risultati sono piuttosto scarsi e ovvio dipende dalle risorse naturalmente di ciascun istituto la svizzera la svizzera investe di più è effettivamente quello svizzero è un sistema che è fortemente basato sullo stato vi è una media piuttosto elevata e più università che funzionano piuttosto bene ma ci sono più fondi e quindi ritorniamo alla questione del rapporto saper si può pensare al modello britannico e dire doppio autonomia ma naturalmente vi saranno più di vari oppure posso dire investo di più nel sistema per preservare una certa uguaglianza e comunque naturalmente vi sarà un livello medio che salirà perché in italia in francia abbiamo un grave problema dobbiamo aumentare la media perché l'abbiamo visto dalla classifica di shanghai le cose funzionano male i dati parlano molto chiaro c'è una domanda qui davanti ok abbiamo parlato dei paesi sviluppati ma vorrei sapere quale sia il ruolo del brasile dell'india e della cina interni della cina in termini di tecnologia dell'innovazione molto interessante com'è possibile concepire delle politiche per la crescita è chiaro bisogna tener conto della rivoluzione i ct che cosa bisogna cambiare è tipico l'esempio del brasile io conosco un po meglio il sudafrica rispetto al brasile lo devo ammettere il problema del sud africa è quello della mancanza di concorrenza questo vale anche per il brasile il brasile investe troppo nell'istruzione superiore rispetto all'istruzione inferiore e questo è collegato al grande livello di disuguaglianza sociale che esiste in quel paese la maggior parte della spesa va l'istruzione superiore e si trattava si è trattato di un tipo di spesa non adeguato rispetto alla situazione sociale purtroppo la domanda non è stata udita dall'interprete india e cina l'india un caso molto interessante che ha affrontato negli anni 80 e 90 profonde riforme strutturali per liberalizzare l'entrata di nuovi operatori e il commercio e abbiamo visto che questo va bene per chi già è in buona salute e meno bene per gli altri vi sono alcuni stati indiani in cui vi è una maggiore rich di rigidità del mercato del lavoro e quindi vediamo che lo stesso tipo di riforma può avere degli effetti diversi a seconda delle istituzioni presenti e direi che l'india è proprio un caso interessante io ho dedicato un articolo proprio all'india che cosa significa questo significa che le politiche vanno adeguate all'ambiente parlo dello sviluppo finanziario anche delle istituzioni per il mercato occupazionale beh scuse ho una domanda molto dettagliata diciamo così ritorniamo alla macro alle macro politiche e supponiamo di creare un politico europeo per l'area dell'euro quali dovrebbero essere i leader politici di questa amministrazione in modo che facessero veramente qualcosa al di là del far sentire la loro voce con la banca centrale europea noi lavoriamo con pisani sapir proprio su queste cose non posso ancora rispondere quindi perché ci stiamo lavorando però ci sono tanti esempi da fare potremmo avere dei fondi per esempio che vengono messi da parte nei periodi in cui le cose vanno bene nei vari paesi per poi utilizzarli nel momento in cui invece le cose non vanno bene e se avessimo una parte terza come un euro governo costerebbe più facile fare una cosa del genere e poi per esempio se c'erano euro governo si può dire anche un paese guarda devi fare delle riforme strutturali e questo magari ti ti costa troppo questo ti porta oltre la soglia del 3 per cento e allora visto però che fai queste riforme strutturali noi ci diamo un accesso al credito maggiore poi rimborserà i questi questi fondi questa è un'altra possibilità e poi magari l'euro area potrebbe anche diventare uno strumento utile per gestire la pensione la mobilità delle pensioni magari questo non in tutti i 26 paesi dell'unione europea ma in un'area più ristretta o pensiamo poi alle questioni del cambio chi parla con gli altri paesi in relazione il tasso di cambio per esempio rispetto allo yen rispetto al dollaro ecco questo potrebbe farlo l'eurogoverno queste sono le cose importanti queste sono le idee che noi così portiamo e quindi universe icuramente in questo modo potremo anche rapportarci meglio la banca centrale europea così come avviene nel caso appunto dall esempio che ho citato prima quello britannico gordon brown grazie prego io vorrei spostarmi un po dal livello scientifico a quello del grande pubblico se possibile e voleva porre un paio di domande e poi professore può anche rispondermi lentamente perché io non ho fretta la prima è questa sentendo ascoltandola in questa proposta che prevede una continua flessibilità del comportamento dello stato ma immagino anche del tipo di e di politica nella formazione del della forza lavoro nel tipo di di stato sociale i magi mi pongo due problemi il primo è quello della dimensione cioè se lei mi porta a modello lo stato svedese o con la finlandia e chiaro che sono paesi molto piccoli e molto coesi in cui queste operazioni si possono fare con una relativa facilità è molto più difficile per uno stato che ha una notevole dimensione dove l'economia a seconda delle regioni a apprende forma molto diverse e dove c'è una grande popolazione quindi con livelli anche di formazione molto molto diversi quindi la prima il primo problema che mi pongo è che tipo di costi sociali anche nella coesione si vanno a pagare va bene nel momento in cui cominciamo a fare questi queste continue variazioni già oggi noi stiamo assistendo per esempio a una generazione di giovani che hanno un problema di identità e quindi proprio perché non sanno cosa faranno domani allora se se se ci sono questi continui cambiamenti cosa succede prima cosa seconda cosa io ho sempre un po di paura quando ascolto questi discorsi molto scientifici molto specialistici e poi dico ma il problema della sostenibilità ambientale lei nel fare questi conti ce lo mette un occhio e quindi il comportamento dello stato della finanza eccetera non tiene conto anche deve tener conto per esempio di qualche cosa che di una sostenibilità da parte dell'ambiente e come dicevo prima anche della coesione sociale mi pare che sono due elementi fondamentali e assenti completamente da questo discorso e trovo che cioè ed è preoccupante per me grazie ho chiesto in relazione alla sua domanda cercherò di fare degli esempi consideriamo la francia di oggi è sicuramente diversa dalla danimarca dove tutti fanno parte di una sindacato in francia no in danimarca sostanzialmente c'è un grosso sindacato e tutti ne fanno parte mentre in francia ci sono tanti i sindacati diversi ecco allora in francia credo che le cose debbano cambiare che più persone debbano far parte del sindacato e su questi due candidati alle elezioni erano d'accordo c'è bisogno di aumentare appunto l'appartenenza del sindacato e molto spesso le persone hanno paura di iscriversi al sindacato e questo può essere cambiato poi in francia abbiamo delle agenzie per l'impiego che sono la confusione più totale perché ci sono i siti che vengono da una parte d'altra parte le agenzie che si occupano di trovare un impiego ma dovremo avere lo stesso ente che organizza il tutto per vedere la dove intervenire con dei sussidi e laddove dare l'impiego come bilanciare le due cose quindi abbiamo per esempio in francia un dipendente pubblico che si occupa di 140 persone a 640 disoccupati persone in lista disoccupazione è troppo ecco in danimarca la percentuale tra chi si occupa appunto dei disoccupati è lungo disoccupati è molto più basse e questo significa che la persona può seguire effettivamente disoccupato proseguire nella sua formazione nel suo sviluppo ma questo ovviamente richiede dei soldi e questo rientra nelle riforme strutturali di cui si parlava prima ovviamente bisogna essere anche parsimoniosi nell'usare i soldi non bisogna regalare i soldi o pensare di utilizzare gli investimenti per abolire la tassa di successione come vuol far star così noi soldi vanno utilizzati là dove ce n'è bisogno se c'è bisogno di 70 milioni di euro per istituire le nuove agenzie di cui parlavo prima allora sì questa è una istituite e poi ci saranno degli strumenti di rimborso successivamente e poi l'ambiente la questione sta in questi termini si dice appunto adesso che la crescita viene da innovazione prima si pensava che la crescita derivata dall accumulo di capitale e si pensava che quindi non c'era un elemento della sostenibilità perché l'accumulo di capitale implicava un esaurimento delle risorse e quindi si pensava di essere arrivati alla crescita zero e si pensava di dover imparare a non crescere più ma adesso non è più così abbiamo cambiato il nostro modo di vedere le cose perché con l'innovazione e si possono trovare nuove risorse per esempio nuove risorse energetiche si può trovare il modo di risparmiare energia e in effetti se consideriamo gli effetti degli shock petroliferi ecco vediamo che le che i paesi senza petrolio sono riusciti addirittura a crescere quanto gli altri che erano ricchissimi di petrolio o magari ancora di più perché si sono insomma dati da fare sono stati innovativi hanno trovate altre soluzioni proprio perché dovevano togliersi da questo problema della crisi petrolifera per continuare andare avanti quindi bisogna avere innovazione naturalmente questa innovazione va guidata in modo giusto affinché la crescita sia sostenibile e di questo che adesso si sta parlando credo che veramente questo sia un argomento molto affascinante per la ricerca io credo che valga la pena investire ricerca su questo si no li ho ammazzati li ho spesi tutti nessuno vuole più parlare bene e le conclusioni no in realtà non vi ringrazio semplicemente stati qui credo volevo chiedere dal punto di vista così un po tecnico se per esempio prendiamo la situazione di alitalia oggi e volevo chiedere l'intervento dello stato su aziende così che sono già di un periodo siamo quasi fallimento secondo lei è utile intervenire ancora su questa azienda oppure è meglio lasciarle andare significa in effetti io non sono un esperto di questo non sono tanto cosa dirle però visto che il mercato creditizio e imperfetto lo stato può intervenire in modo opportuno per un determinato periodo investendo in determinate aziende che hanno appunto un valore da altri punti di vista per esempio lohan stone francese è un caso di questo tipo e qui ritorniamo alle politiche contro cicliche di prima perché le case della recessione appunto lo stato deve intervenire e questo vale anche per l'intervento dello stato in condizioni di difficoltà per le aziende poi quando le cose vanno bene di nuovo lo stato si ritira di nuovo e ovviamente ci sono dei rischi insiti nell'intervento però se ci sono delle aziende con grande esternalità con dei costi fissi di un determinato tipo ecco che allora può essere opportuno che lo stato niente inter intervenga e ci sono altri casi anche attuali oltre a quello dell'alitalia a cui pensare ci sono dei magari anche dei settori strategici non solo delle aziende che può valer la pena tenere in piedi e allora la domanda è come si fa intervenire dove si interviene perché non si può intervenire dappertutto bisogna essere selettivi e come si fa a selezionare questo punto fondamentale però lo ripeto nei momenti di difficoltà o di recessione lo stato dovrebbe intervenire per aiutare con per così dire a sopravvivere e poi si ritira un'altra volta secondo me questa è un'idea abbastanza logica ovviamente non ci possano essere interventi a pioggia ma se selettivi e ci possono essere diversi strumenti e partecipazioni in capitale oppure ordini pubblici o altro ma entreremo nei dettagli di una questione di cui ripeto io non sono un esperto e quindi non un continuo nella risposta il rinnovamento si poteva estendere anche alle istituzioni internazionali come la banca mondiale e il fondo monetario e se allora si può dire che l'errore certe volte nelle politiche di sviluppo per quei paesi penso soprattutto all'africa conosco bene realtà dell'etiopia ritrae eccetera e forse perché talvolta non si riesce a spostare l'ottica dall'imitazione all'innovazione cioè se forse queste politiche appunto internazionali non riescono a cogliere il passaggio tra i due livelli ecco tra prima della frontiera e dopo ecco chiedo se questo il ruolo delle organizzazioni internazionali una cosa molto complessa e non è molto chiaro quale sia il ruolo del fondo monetario internazionale per esempio ad essere lo stesso vale anche per la banca mondiale forse bisognerebbe che ci fosse un adeguamento del loro ruolo alla nuova epoca in cui ci sono tanti attori anche nell'ambito privato e ci sono leo ng che hanno un ruolo molto importante allora le due cose come vanno insieme ci deve essere complementarietà oppure uno deve sostituire l'altro probabilmente dobbiamo proprio ridefinire il ruolo di queste grosse istituzioni mondiali e questo è una grossa domanda sicuramente il supporto alla microfinanza dato di recente è stata uno è stata una buona mossa per cui queste istituzioni e si sono messi insieme al settore privato per supportare il microfinanziamento e questo secondo me è stato appunto un passo molto molto significativo è adatto dei successi però in generale sono d'accordo nel senso che queste istituzioni devono ripensare il loro modo di operare e ci sono stati dei momenti in cui a seconda di chi era alla guida di questi tizi istruzioni si decideva di essere e di stare fermi e poi invece di essere molto attivi adesso insomma siamo in una fase in cui bisogna forse riorganizzarsi un po professore finanziamenti alle imprese politiche contro cicliche finanziamento e sviluppo della dell'università quanto questa se quanto queste questa situazione può si può adottare in italia con una struttura produttiva basata sulle piccole imprese e con un bilancio pubblico è perennemente in crisi con un deficit erano oltre al cento per cento del rapporto con il pil seby la domanda ottima ma enorme ecco ci possono essere tante cose da fare per gestire meglio il il bilancio ecco magari possiamo ritornare a quello che dicevo prima relazione all'euro governo che potrebbe aiutare i paesi dicendo che magari appunto c'è un investimento maggiore negli ambiti strutturali e in questo modo i governi hanno un po di sollievo e possono intervenire altrove ma naturalmente tutto questo deve essere transitorio deve essere stabilito un sistema di rimborso per cui alla fine si paga un maggiore tasso di interesse se non c'è un rimborso appunto di quando è stato di quanto è stato prestato si potrebbero pensare diverse diverse cose in relazione alla riorganizzazione alla spesa per esempio in italia si potrebbe pensare ad un piano che faciliti l'autonomia delle università e questo non implica necessariamente dare un finanziamento maggiore ma significa mangiare e riorganizzare le cose e allora ecco che un potenziale o possibile euro governo potrebbe dire bene valuto positivamente questa tua strategia e ti aiuto di supporto però ovviamente se si vuole semplicemente spendere di più ma senza portarne su un cambiamento che a lungo termine di ad è risultato evidente che questo non verrebbe valutato positivamente bisogna considerare la crescita in relazione all'investimento e non un investimento in relazione a niente altro che soprattutto il fatto che la struttura produttiva italiana è basata su piccole imprese cioè la piccola impresa sarà in grado di poter usufruire di finanziamenti di innovare e ne ha bisogno di nuovi laureati di crescono da noi riformatori non dell'università e questo cielo cioè la piccola impresa non sarà in grado di supportare questa cosa vuol dire tanto prize sisma b le piccole medie imprese io ho cercato di esaminare i fattori che inibiscono la crescita delle piccole e medie imprese in europa un aspetto è quello della flessibilità del mercato del lavoro da un secondo aspetto è quello creditizio effettivamente manca innovazione perché mancano i crediti forse perché il sistema bancario non è sufficientemente concorrenziale o forse perché i creditori non sono disposti a sostenere a rischio forse perché mancano i cofinanziamenti da parte dei cosiddetti però ecco il fattore principale che inibisce la crescita è sicuramente il credito occorre una riforma del mercato creditizio sappiamo che il credito è fondamentale ma non sappiamo ecco da che cosa esattamente dipenda il problema la mancanza di capitali di rischio la concentrazione nel sistema bancario sicuramente però il settore creditizio è un fattore inibitorio per quanto riguarda gli investimenti in innovazione è un aspetto che è stato trascurato ad esempio dallo stesso rapporto sapir si è parlato del mercato occupazionale del mercato dei prodotti ma poco invece nel mercato creditizio buder ringraziando festival dell'economia che ci ha dato l'occasione per questo incontro molto stimolante e piacevole grazie per queste ragioni
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