Pensioni, sanità e transizione demografica
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Pensioni, sanità e transizione demografica
Intervengono diversi esperti, tra cui Alberto Brambilla, Elsa Fornero e Stefano Scarpetta, che analizzano le sfide poste dall'invecchiamento della popolazione, la sostenibilità del sistema pensionistico, e le necessarie riforme economiche e sociali. Il dibattito esplora le implicazioni demografiche, economiche e politiche di questi fenomeni, evidenziando le necessità di riforme strutturali e di un cambiamento di prospettiva.
Buongiorno, buona mattinata. L'applauso all'inizio non si fa perché non sapete quello che dirò. Io sono Corrado Chiaminto, sono un giornalista, sono il responsabile della redazione economica dell'agenzia ANSA. Io sono abituato a correre sui flussi, quindi a raccontare le notizie che vanno minuto dopo minuto. Oggi invece sarò un po' più riflessivo. Il tema che noi affrontiamo è pensioni, sanità e transizione demografica e quindi avremo la possibilità di fare un approfondimento. Di che cosa vi voglio parlare? Allora, su questo tema della transizione demografica, recentemente Martin Wolf, che è forse uno dei principali giornalisti economici del mondo, sul Financial Times ha esaminato un libro che era di Andrew Scott e ha fatto, diciamo, quattro scenari. Il primo degli scenari è quello che si legge leggendo il libro di Galaver, gli Stulbrooks, che sono delle persone che vivono a nit eterno e invecchiano e quindi, diciamo, continuano a vivere con tutti i loro acciacchi. Oppure ci stava un secondo scenario che è quello di Dorian Gray su Oscar Wilde, che rimane giovane in eterno e trasferisce, diciamo, tutti i propri problemi sul quadro e diventa anziano quando more. Poi ci sta Peter Pan, Peter Pan che è eternamente giovane, ecco io vorrei veramente avere la stessa ingenuità. E poi c'è Wolverine. Wolverine è un personaggio immaginario che poi è stato trasformato anche in film con Hugh Jackman, che ha la capacità di rigenerarsi. Devo dire che alcuni di questi sono suggestivi. La verità è che forse la cosa più brutta è che noi in questo momento la popolazione invecchia e non sempre invecchia bene, siamo andando sempre più in là con l'età e quindi forse è proprio il primo caso quello che ci caratterizza in più. Che cosa dice Martin Wolff? Che forse bisogna cominciare a immaginare una nuova gestione del nostro tempo nella vita. Questo serve, io sono giornalista economico, serve per l'economia ma serve anche per la nostra società, serve per la salute. Per parlarvi di questo, della necessità forse di un cambiamento e che va al di là del flusso delle informazioni che ogni giorno io vi racconto attraverso Anza, invito qui a venire con me Alberto Brambilla che vi farà una presentazione. Alberto Brambilla, credo che la sedia sia quella, è presidente e fondatore del Centro Studi Dinerari Previdenziali, è stato sottosegretario al Welfare nel governo Berlusconi II ed è stato soprattutto presidente del nucleo di valutazione della spesa previdenziale. Ascoltatelo con attenzione e credo che scoprirete tante cose. Prego, lei la farò. Grazie, buongiorno a tutti. Abbiamo parlato di transizione demografica, entriamo subito nel tema. Cominciamo a capire da dove partiamo. Partiamo da allarmi, paure, ansie dovute alla demografia. Nascono troppo pochi bambini, le colle sono vuote, la popolazione si riduce, chi lavorerà, chi pagherà le nostre pensioni. Il tema vero, la prima domanda che ci dobbiamo porre, sono paure veri? I problemi ci sono oggi o ci saranno nel 2045? Noi vedremo che ci sono già oggi. La seconda domanda è come stiamo affrontando la più grande transizione demografica di tutta la storia umana, con quale bussola, solo con le paure o impostando una transizione razionale. Per capire dove siamo oggi però, dobbiamo fare un salto indietro e vedere che cosa è successo negli ultimi 78 anni. Dobbiamo capire che cosa è successo, c'è stato un enorme sviluppo sia demografico che economico, però uno sviluppo disordinato che ha avuto alcuni effetti problematici dal punto di vista sociale, economico e anche ambientale. Dobbiamo comprendere le sfide del nostro tempo perché la demografia è già scritta e quindi sicuramente stiamo invecchiando, capire le altre sfide che caratterizzarono i prossimi 25 anni, quindi quella ecologica, energetica, digitale, e così facendo potremo affrontare meglio la situazione. Capiremo che anche rallentare non è la decrescita felice, ma è un bene che dovremmo affrontare in modo positivo. Cosa è successo? Dividiamo il tema in tre parti, prima del 1945, poi che cosa è successo? Allora, in realtà noi ci abbiamo messo 150 mila anni per arrivare nell'anno zero della nostra epoca a essere 250 milioni di individui, poi ci abbiamo messo 1945 anni per passare da 250 milioni a 2 miliardi e poi come vedete in 78 anni siamo partiti con tanta velocità e siamo passati da 2 a 4 da 4 a 8. I demografi dicono che un tasso di incremento della popolazione del 2% l'ara doppia in 35 anni. Abbiamo anche avuto una crescita mondiale del PIL che è volata, che è praticamente centuplicata, però abbiamo avuto anche una crescita del debito nel 1950, il debito globale degli Stati, delle famiglie e delle imprese era pari al 100% del PIL, oggi siamo arrivati al 300%. Consumiamo tanta energia, vedete questo muro di crescita che parte proprio dalla fine della seconda guerra mondiale e abbiamo praticamente che i due terzi sono ancora fossili, petrolio, carbone e biomasse. Anche per il consumo di acqua i due terzi come vedete sono dovuti all'agricoltura e prevalentemente all'alimentazione, soprattutto alla carne, perché per dare da mangiare a tutte queste persone ci vuole tanta, tanta carne. Noi emacelliamo ogni anno 50 miliardi di animali e ne teniamo in condizioni che sono forse un po' incivili, ma saltiamo il tema. L'università inglese, la London School, che cosa ha fatto? Ha approvato con i dati della FAO a rispondere a una domanda, siamo soltanto 8 miliardi qui sulla terra e siccome ci sono tutta una serie di animali che noi alleviamo, un miliardo e 300 mila bovini, ma ce ne sono tanti tanti, hanno fatto il calcolo della biomassa e hanno diviso questa biomassa per un peso specifico di 50-60 chili e abbiamo scoperto che noi siamo 33 miliardi di respiranti su questa terra che hanno un peso tra 45-50 chili che quindi respirano, bevono e scrementano e fanno tutto esattamente come noi. E' bene capire subito che noi non abbiamo le conoscenze tecniche, scientifiche per capire in una scala da 1 a 10 quanto dipende dall'uomo il cambiamento climatico e quanto si è in natura. Certo, guardate questo grafico, anche qui è una montagna, noi ogni anno mandiamo in atmosfera circa 36 miliardi di tonnellate di CO2 per non parlare del CH4 che è il metano e ne abbiamo mandate in questi ultimi 78 anni 250 miliardi di tonnellate che è giusto per farvi capire visto che non le vediamo è come se avessimo sulla testa 800 milioni di Airbus 380 e abbiamo anche i giorni a debito, l'altro giorno l'Italia praticamente ha raggiunto quello che è il giorno, l'Earth ever should day, cioè il giorno del consumo, abbiamo consumato tra i giorni fa tutto quello che il nostro pianeta, la biologia, la bioentità del pianeta può produrre in un anno. Seconda parte cresciamo, cresciamo, cresciamo e continueremo a crescere ma a partire da circa 15 anni del secolo scorso abbiamo cominciato a decrescere come quantità di persone quindi il tasso di natalità che era arrivato al 227% è cominciato a scendere, questo è il grafico delle Nazioni Unite ma quello nuovo che è stato preannunciato ci dice che stiamo ancora calando ancora di più e in tutto il mondo anche in Africa il tasso che è il 2,1% che è il tasso di livello di ricambio generazionale non ci sarà più e perché non ci sarà più e questa è la definizione delle Nazioni Unite ed è il primo grande regalo che ci ha fatto la nostra epoca con tutti i danni che ha fatto e lo direi in questa formula qua, le Nazioni Unite dicono più libertà per le donne, più educazione, più scuola, più cultura, più parità di genere, più aspirazione, dico io più la capacità che anche le donne possano avere e mettere in pratica gli stessi sogni degli uomini e più la natalità cala. Noi gestiamo una grande scuola in Kenya e il ministero dell'istruzione del Kenya ci dice che se una ragazza rimane nella sua tripola, nel suo villaggio fa ancora 4 o 5 figli, una ragazza che esce dalle scuole secondarie quindi al nostro liceo non arriva a due, una ragazza che esce dalla università non arriva a un figlio. Vediamo se riparte. Questo è il grafico, come vedete il muro della crescita della popolazione e il Big Bang però rallenta e quindi il massimo sarà di 9,7 miliardi quindi aumenteremo ancora fino alle 2064. Le domande che ci dobbiamo porre e andiamo verso la conclusione sono tante rispetto a chi vuole continuare a crescere e a produrre pill. Le domande sono è possibile uno sviluppo della popolazione, della ricchezza, dei consumi infinito in un mondo che non è infinito? La perenne crescita della popolazione ma anche dei consumi è compatibile con la preservazione della nostra casa comune, la terra? I nostri attuali stili di vita sono razionali e soprattutto siamo una società a misura d'uomo o abbiamo trasformato l'uomo mentre il corpo in una macchina per i consumi? E noi se diamo le risposte a questi interrogativi, possiamo anche vedere il futuro in un'ottica un pochettino più positiva e capire perché rallentare probabilmente è positivo. Dopodiché ci dobbiamo attrezzare, la parola d'ordine è attrezzarci perché diventiamo vecchi. Questo è il grafico gli ultra 65 anni, l'Italia ha il record degli ultra 65 anni in percentuale sul totale della popolazione, erano 13,1 negli 80, siamo al 24% oggi e arriveremo al 35. La stessa cosa la dobbiamo fare con gli ultra 80 anni che anche qui, non capisco perché non parte, arriveranno sono il 7,6% arriveranno al 14,1% della popolazione e tutto questo ci dice che cambia la struttura per età della famiglia e quindi nel 2045 avremo il picco dell'invecchiamento ma attenzione non cambia soltanto la struttura per età della popolazione ma cambia anche la composizione della famiglia, oggi il 30% delle famiglie sono mononucleari, questa è l'ondata, il 93% di tutti noi in Italia è nato in questi ultimi 78 anni e dovremmo, adesso vediamo se arriva, ecco qua, dobbiamo capire se i problemi ce li abbiamo già oggi o nel 2045, noi ce li abbiamo già oggi, in Italia oggi ci sono 38 milioni di persone in età da lavoro ma non riusciamo a farne lavorare più di 24 milioni, in Italia il 14% della popolazione dichiara 35 mila euro, quindi l'altro giorno l'agenzia dell'entrata ci diceva che nel 2023 gli italiani si sono giocati 150 miliardi lotto lotterie gratte vinci eccetera che costa molto di più e quindi i problemi ce li abbiamo già oggi, avremo problemi su chi lavora nel 2050? No perché avremo ancora 32 milioni di persone in età da lavoro, certo dobbiamo attrezzarci a aumentare l'età pensionabile, i contratti di lavoro devono tenere conto anche dell'età e dello stato di salute della persona, devono tenere conto della formazione continua, bisogna riorganizzare l'abitare, riorganizzare e dare un reimpiego sociale a Milano il 33% delle persone sono oltre 65 anni, non possiamo permetterci di metterle in panchina e dobbiamo fare di più prevenzione, il 70% della spesa sanitaria è per le cronicità e guardate noi abbiamo avuto il secondo grande regalo oltre a quello delle donne che è un'aspettativa di vita in più quindi abbiamo avuto dall'inizio della seconda guerra mondiale a oggi abbiamo avuto 23 anni di aspettativa di vita in più ma una donna e questo è il grafico di due anni fa ha 65 anni e ancora quasi 22 anni di aspettativa di vita ma solo 10 in buona salute quindi dobbiamo attrezzarci e metterci nella condizione di poter affrontare meglio il tutto se noi ci attrezziamo il futuro potrebbe essere molto più semplice di tutte le lagnie che sentiamo e quindi potremmo anche immaginare un futuro migliore anche se invecchiamo grazie. Devo dire che il professor Bambilla è stato bravissimo e ha fatto in 10 minuti ci ha fatto un bignamino di quello che è il suo libro Italia 2045 che trovate anche fuori in vendita e fuori ce n'è anche un altro e quindi faccio un po' il venditore in questo momento quello di Elsa Fornero che tra poco sarà qui sul palco con noi che ha paura delle riforme non ne troverete un altro ma lo trovate in libreria ed è quello di Eugenio Corso Stefano Scarpetta che mi sono andata a comprare prima e che invece è un altro libro dei tanti dei direttori di un altro relatore che sarà qui con noi sul palco e cominciamo il dibattito è inutile che parla un giornalista quindi mi darei sul palco Elsa Fornero Stefano Scarpetta e Marcello Signorelli Si mette al centro, prego. Allora è inutile che credo che sia quasi inutile presentare Elsa Fornero che è professoressa honoraria di economia all'università di Torino che tutti noi conosciamo perché è stata ministro del lavoro delle politiche del governo Monti e il suo nome è legata a una riforma che è anche molto criticata e asponamente criticata che però ha messo in salvaguardia le nostre pensioni e credo che di questo parleremo sarà difficile sfuggire anche da questo Stefano Scarpetta che invece al suo fianco al suo fianco destro è direttore per l'impiego e il lavoro degli affari sociali dell'Oxse quindi si occupa ha una visione generale complessiva e ci potrà forse portare anche qualche esempio non solo nazionale Marcello Signorelli professore ordinario di politica economica e direttore del dipartimento di economia dell'università di Perugia e anche un componente del consiglio di presidenza della società italiana di economia quindi abbiamo dei relatori che saranno in grado di raccontarci qualcosa in più di quello che posso fare io come giornalista e partirei da Elsa Fornero. Insomma, abbiamo sentito la presentazione di Brambilla io ho letto un suo recente articolo nel quale dice che c'è un po' una controprocecente nostalgia del passato nel nostro paese e riferimento sia al lavoro sia alla previdenza che cosa intendeva e poi ma con la sua riforma il sistema pensionistico attualmente è salvaguardato? Siamo tranquilli o c'è qualcosa che ancora sfugge? Allora intanto buongiorno lei dice abbiamo un bel gruppo di esperti ma soprattutto io dico abbiamo un bel pubblico perché è sempre straordinario vedere la partecipazione delle persone, il desiderio di ascoltare, di dialogare, di capire un mondo che è molto complesso e Alberto Brambilla ce ne ha dato una prova perché zoom zoom zoom quelle sue slide erano un po' angoscianti Alberto lasciamelo dire poi però lui dice basta dare le risposte razionali io aggiungerei scientifiche magari e forse ce la caveremo anche questa volta io penso di sì alla fine ce la caviamo il punto è come ce la caviamo e noi dobbiamo cavarcela non soltanto guardando noi stessi ma dobbiamo guardare al futuro io non voglio parlare di quella riforma e della sua sostenibilità voglio solo però dire una cosa in maniera chiara che molte delle critiche che sono state fatte sono state un grande dispendio inutile di energia collettiva un grande alimentatore di cattiveria che non fa mai bene alla società non fa bene a nessuna allora ci sono sta nessuna riforma nasce in modo perfetto nessuna lox e che abituato a valutarli a criticarle lo dice avete fatto questo un passetto in avanti però potevate anche fare meglio è normale ma le cose si prendono e si portano avanti questo è una società che discute e progredisce quello che è stato fatto invece una sorta di demonizzazione che ha portato il paese a sprecare risorse allora quello che io voglio dire a me piace usare questa metafora il sistema pensionistico è una casa comune è come questo bel teatro una casa comune dove dentro ci siamo noi anziani io faccio ormai parte della categoria degli anziani e ogni giorno ringrazio il cielo per l'energia che ho ancora noi anziani quelli meno anziani quelli giovani i bambini e anche quelli che nasceranno la casa è comune perché non lo ripetiamo mai abbastanza ma il modo in cui noi abbiamo costruito il sistema previdenziale è che ci sono diciamo quelli giovani che lavorano ora i ragazzi che sperabilmente lavoreranno domani che pagano le pensioni per quelli che oggi sono in pensione o per quelli che ci andranno tra poco tempo è un legame un contratto generazionale ma siccome questo contratto noi non l'abbiamo firmato dal notaio è stato lo stato che l'ha costruito per noi allora lo stato quando stabilisce le regole non deve guardare solo gli anziani che oggi sono più numerosi e votano di più ma deve anche domandarsi e domani quelli che oggi sono giovani come saranno io nel fare le promesse devo pensare che saranno soprattutto quelli oggi più giovani a pagarle quelle promesse ecco se lo stato non fa questo e fa invece molte promesse azzardate la casa comincia a mostrare delle crepe e all'inizio ci puoi mettere una mano di bianco sopra la copri ma poi la crepa si allarga e se si allarga bisogna intervenire perché poi c'è il rischio che la casa crolli è quello che chiamiamo concetto di sostenibilità lei mi ha detto è sostenibile e dipende abbiamo chiuso molte crepe ma poi dipende da che cosa due elementi la demografia avremo penuria di giovani noi in italia avremo penuria di giovani se questi giovani se non gli diamo una buona istruzione partiamo di lì perché il lavoro viene dopo l'istruzione e non basta neanche fermarsi a quando entriamo nel mondo e il lavoro se non gli diamo istruzione non gli diamo opportunità di lavoro serio cambiato rispetto al passato ma serio e ben remunerato e gli altri come arriveranno alla pensione chi la chi la pagherà questo è allora abbiamo la popolazione e l'economia le pensioni nostre ma ci mettiamo ce l'ho in testa ma soprattutto vostre di giovani mettiamo ce l'ho inteso non dipendono dalle promesse politiche quelle vanno e vengono a seconda della campagna elettorale uno promette poi anno dopo magari è cambiato il governo non c'è più la gente si dimentica le pensioni dipendono dal lavoro delle persone quindi abbiamo bisogno di fare in modo che il lavoro ci sia che i nostri giovani non siano costretti ad andare all'estero e dipendono anche dalla qualità del lavoro cioè dalla sua produttività e questo molto che fare con l'innovazione con l'istruzione con le tecnologie e quindi dalla retribuzione se mancano queste cose possono fare le promesse politiche sulle pensioni più generose ma non ci sono le basi per sostenerle le crepe si allargheranno e il sistema non starà in piedi ma i giovani a un certo punto una via d'uscita ce l'avranno sempre andare all'estero e questo che vogliamo il sistema come adesso è abbastanza sostenibile ma la sua sostenibilità dobbiamo andare a cercarla soprattutto nel lavoro nella qualità e nella quantità di lavoro quindi l'ipotesi di quota 41 di cui parla qualcuno non è sostenibile che costerebbe un sacco di soldi no no ma chiedete al ministro giorgetti se trova i 10 15 10 per una cosa e 5 per l'altra 15 miliardi che servono a mantenere in piedi per l'anno prossimo due misure che il governo non può toglierlo può cancellare per il prossimo che sono il cuneo che sono l'arbinamento delle aliquote fiscali più basse e il fatto di dire ai lavoratori che hanno una pensione un reddito fino a 35 mila guardate il vostro contributo pensionistico ve lo lascio in tasta non lo pagate ma le vostre pensioni non diminuiranno perché lo paga lo stato cioè lo paga la collettività l'unico problema è che per pagarlo a collettività hanno detto facciamo debito quindi lo paga la collettività di domani che sarà chiamata a sostenere il debito questo è il problema allora è inutile parlare di contro riforme aiutiamo le persone in difficoltà e per il resto cerchiamo di avere una buona vita di lavoro senza necessariamente pensare che il massimo della soddisfazione arrivi con il pensionamento anticipato questo è sbagliato devo dire che ma è un bel applauso devo dire che sinceramente la professoressa fornera ha toccato per esempio per quanto riguarda delle corde caldissime pensato io ho il figlio all'estero perché perché lo pagano di più no e del resto avendo visto e perché ha studiato tanto e quindi abbiamo messo molte risorse nel sistema dell'informazione della formazione che abbiamo regalato in questo momento ad un altro paese e quindi per questo voglio parlare parlare con diciamo con scarpetta dell'oxe devo dire che una delle tabelle che più ci fa discutere a casa al bar è proprio quella dell'oxe in cui si vede qual è il salario meglio degli italiani rispetto a quello degli altri paesi insomma voglio chiedere ma noi in realtà abbiamo delle risorse che sprechiamo perché per mantenere un sistema in equilibrio c'è bisogno di occupazione è vero che abbiamo raggiunto la quota di occupazione la più alta in italia un record però rispetto a quelli europei siamo comunque ancora fanalini e coda ecco diciamolo e al di là delle chiacchiere pre-elettorali diciamo questo periodo le passo la parola secondo lei quali sono queste risorse che dobbiamo dire a fuori ma grazie a tutti e buongiorno a tutti devo proprio cominciare con quello che diceva elsa fornero perché è sempre un piacere di partecipare al festival di trento ma devo dire che l'italia è il paese dei festival ce ne sono tantissime una grandissima partecipazione quindi noi vogliamo discutere anche i temi complessi come quelli di questo pane allora vengo al suo punto ma vorrei sfatare un po di miti si stiamo affrontando l'autunno che diventerà un inverno rigido inverno demografico i dati ce l'ha presentati il presidente brambilla dal 2060 perderemo il 35 per cento della popolazione età lavorativa non abbiamo mai visto un cambiamento di questa di queste dimensioni allo stesso tempo effettivamente in italia abbiamo un paradosso perché abbiamo molte risorse che non stiamo utilizzando lei ricordava giustamente i trassi di partecipazione femminili siamo arrivati con grande fatica adesso oltre il 50 per cento delle donne età lavorativa che hanno un posto di lavoro poi andiamo a guardare il tipo di posto di lavoro che hanno comunque nei paesi o se siamo oltre il 60 per cento secondo le stime dell'oxe se noi riuscissimo a chiudere il gap di partecipazione di occupazione uomini donne in media oxe il pill potrebbe crescere di 0,22 punti percentuali all'anno ora visto che l'italia cresce lo 07 022 non è poco in italia addirittura visto che il gap è ancora più ampio il pill potrebbe crescere di 0,35 per cento la metà della crescita di quest'anno quindi un potenziale enorme tra altre cose le ragazze che entrano sul mercato del lavoro sono più istruite dei giovani ragazzi c'è un gap in termini di numero di laureati donne rispetto agli uomini che è significativo oltre 10 punti percentuali sfatiamo un altro mito e questo è un po un grafico che ha presentato il presidente brambilla è difficile conciliare vita lavorativa e fare figlia una famiglia in italia è vero ma non è vero in generale paesi oxe in realtà se guardiamo i pesi oxe l'esperienza i paesi che hanno tassi di fertilità più elevati sono anche quelli che hanno tassi di occupazione femminile più elevati quindi si può riconciliare vita personale vita familiare la scelta di fare figli con la possibilità anche di avere una carriera nel mercato del lavoro c'è un grafico in quel libro che lei presentava che secondo me un po sintetizza tutto a vedere tassi di occupazione fra uomini e donne per classi di età allora all'inizio in italia i tassi di occupazione degli uomini e donne giovani uomini e giovani donne sono molto simili non ci sono grandi differenze verso i 30 anni si apre un gap nel senso che alcune donne si assentano dal mercato del lavoro perché fanno i figli e quindi per la maternità il problema che in italia questo gap non si chiude più in paesi come la svezia ma anche come la francia o addirittura come la spagna questo gap si richiude quindi le donne hanno la possibilità di reintegrarsi sul mercato del lavoro e in alcuni casi di riprendere il loro percorso di carriera hanno investito molto nella nuova formazione tutti i diritti di poter avere lo stesso tipo di carriera senza sacrificarla perché hanno scelto di fare i figli seconda cosa stiamo facendo dei piccoli passi sugli assegni di paternità altri paesi sono molto più avanti di noi addirittura hanno creato un equilibrio nel senso che la gestione dei figli deve essere condivisa tra il padre e la madre una bella rivendicazione vogliamo parlare tassi di occupazione parla di italia è difficile perché sono le grandi differenze i tassi di occupazione femminile in regioni come la calabria la campania la sicilia sono del 30 per cento la media il 50 siamo al 30 per cento quindi meno di una donna su tre in età lavorativa in queste regioni lavora è un potenziale enorme ma anche in qualche modo è un grande passo verso una vera eguaglianza di opportunità quindi abbiamo un grande bacino che purtroppo utilizziamo poco l'altro giustamente quello che è quello che vi do è quello dei giovani allora stiamo ancora volta celebrando il fatto che abbiamo alti tassi di occupazione che anche il tassi di occupazione giovaneo è diminuito però il nit è quel famoso dato che ci dice i giovani tra i 25 34 anni di età che al meglio sono disoccupati ma almeno cercano lavoro al peggio sono inattivi e non sono coinvolti nel processo formativo in italia sono il 22 per cento dei giovani uomini e sono il 24 per cento delle giovani donne se vi do i dati di alcune regioni del sud passiamo oltre il 40 per cento quindi è vero che abbiamo fatto dei progressi ma non stiamo dando opportunità a tanti giovani molti dei quali hanno studiato di avere un primo ingresso sul mercato del lavoro elza fornero assolutamente raggiore tutto ciò parte nell'investimento formativo nel capitale umano ancora alcuni dati che quando non con questa gravità perché i numeri sono migliori in altri paesi si ferma il paese e ci sono interperlanzi parlamentari tutto tutto il paese parla di quello in italia alcune regioni del sud abbiamo percentuali che sfiorano il 50 per cento dei giovani 13 anni che sono analfabeti funzionali cioè che non riescono a comprendere un testo adeguato a loro età ora quel sotto investimento nel capitale umano di quei giovani non si recupera più se a 13 anni abbiamo già perso tanto in termini di formazione poi è difficile recuperarla nel processo formativo che sia che molti di questi giovani abbandono la scuola e ovviamente loro prospettive di lavoro sono molto basse quindi c'è tantissimo da fare anche sui giovani partendo da l'asilo nido per poi continuare nello scuola dell'obbligo e ovviamente dare anche delle opportunità di formazione tecnico professionale una sola parola perché secondo me l'altro punto importante che in italia in particolare quando si parla di invecchiamento della polozione si parla di pensioni subito ma secondo me bisogna sicuramente quello che ha fatto elza fornero le riforme dei sistemi pensionisti sono essenziali per mettere in sicurezza i conti pubblici dall'altro lato dobbiamo veramente lavorare sull'altro fronte che è quello dell'offerta nel senso sulle competenze sul capitale umano dei lavoratori senior in italia oltre i 45 50 anni avere accesso alla formazione è molto molto difficile anche per chi lavora una grande impresa quindi bisogna lavorare a mio avviso molto di più sull'occupabilità dei senior anche lì l'evidenza è molto chiara attraverso i paesi ci dicono che le imprese che hanno una forza lavoro meglio distribuita anche in termini di età sono più produttive non è che lo fanno soltanto per il bene collettivo lo fanno perché comunque l'esperienza dei signori aiuta anche alla formazione dei giovani siamo in un periodo in cui sono profonde trasformazioni tecnologiche intelligenza artificiale ma anche la transizione verde dare formazione anche ai signori cominciando presto dando anche un aiuto a capire quali sono i processi di carriera perché nei 40 50 anni è fondamentale quindi lavorare più sull'offerta cioè sui signori perché questo permetterà a loro anche di avere una maggiore disponibilità a continuare a lavorare ma anche delle maggiori capacità di poter continuare a lavorare prima di prima di rispettare i messaggi sono chiari no c'è andiamo un po di distrazione su questo fronte che è quello dell'occupazione prima di passare a signorelli per ritornare anche un po a brambilla e nell'ultimo articolo che ha scritto la fornero c'era un accenno alla necessità rispetto all'invecchiamento della popolazione al calo diciamo delle persone all'immigrazione al che è un altro dei temi molto caldi quando si parla di politica quando si stai abbiamo bisogno di immigrati? La risposta è sì è così. Provo a chiedere anche all'oxe che cosa ne pensa. Argomentare ma la risposta è sì non possiamo pensare di chiudere gli occhi di fronte agli squilibri nostri e di fronte agli squilibri mettiamola così tra le due sponde del mar mediterraneo domandatevi ma questi ragazzi abbiamo visto tutto il fil di garrone ma questi ragazzi che nascono in paesi che non danno nessuna prospettiva perché non dovrebbero avere l'aspirazione a migliorare perché non dovrebbero cercare di attraversare un mare tutto sommato piccolo in condizioni disastrose qualche volta e venire da noi perché li dobbiamo considerare un peso nella migliore delle ipotesi. Scarpetta ma anche queste sono una risorsa? Assolutamente sì credo che l'idea anche che uno possa aprire e chiudere le frontiere e quindi accettare i migranti che vuole credo che sia un po' illusorio francamente lo ricordava Elsa Fornero nei prossimi decenni l'unico continente che aumenterà in termini di popolazione è il continente africano parliamo di un numero enorme di giovani che anche con le prospettive più rose di crescia del pille di quei paesi probabilmente non potranno essere assorbite da quelle economie quindi ci sarà una pressione molto forte. Credo che la migrazione vada gestita. Alcuni paesi gestiscono la migrazione in maniera positiva ricordo solo un dato anche di per sfatare un mito se guardiamo all'impatto fiscale cioè nei conti pubblici dei migranti guardiamo quanto loro pagano come contributi sociali tasse e quanto ricevono come accesso ai servizi pubblici eccetera in Italia questo saldo è positivo nel senso che i migranti per tutto in Italia lavorano più dei nativi degli italiani secondo contribuiscono le tasse e con i contributi sociali più di quanto ricevono in termini di accesso ai servizi quindi sono già una risorsa sia perché non abbiamo lavoratori in alcuni settori ma sia perché comunque anche da un punto di vista prettamente fiscale ma va gestita attraverso un'integrazione dei migranti che sia efficace molti dei migranti in Italia sono sotto occupati e non gli vengono riconosciute quelle competenze che hanno quindi c'è molto da fare su questo punto di vista. Su questo faccio un po' di pubblici da anch'io allora facciamo dei podcast della redazione economica dell'agenzia ANSA che si chiama ANSA voice economia è per esempio una delle valutazioni che abbiamo fatto ci sono e potrete trovare anche sul valore del proprio dell'immigrazione e vi raccontiamo un pochettino i costi e i benefici che ne abbiamo e sono come si può dire fuori dalla logica delle valutazioni politiche quindi vi invito a andarli a ascoltare sono molto c'è neanche uno sulle pensioni molto interessante andate ad ascoltare il fatto di aver parlato di squilibri macroeconomici internazionali mi porta a Marcello Signorelli e in particolare gli volevo chiedere secondo lei quali sono i rischi che posso derivare da questa crescita demografica in un quadro geopolitico globale lei è un macroeconomista no e quindi forse ci può raccontare qualcosa in più. Ho ascoltato i colleghi con interesse anche il presidente su tanti dati spesso ci guardiamo molto diciamo tra noi simili nel contesto europeo occidentale ma il resto del mondo non va trascurato nella nostra osservazione intanto osservazione delle evidenze anche in prospettive più lunghe magari di alcuni decenni e cosa emerge ma come dato di attualità anche oggi uno su due dei nati è asiatico solo uno su venti è nel continente europeo questo come semplice dato più in prospettiva degli ultimi quattro decenni la Cina che il paese emergente come ben noto che ha fatto avanzamenti economici più impressionanti è passata da pesare a parità di potere d'acquisto il 2,3 per cento del pil globale al 19,5 per cento attuale diventando già da alcuni anni secondo questo calcolo il primo alla prima potenza economica perché accenno questi aspetti peraltro apri chiudo una veloce parentesi una delle tante ragioni della impetuosa e prolungata crescita cinese ha a che vedere con l'elevato risparmio privato delle famiglie si aggira intorno al 50 per cento da molti anni che è spiegato può sembrare paradossale ma dall'assenza in quel paese di un sistema pensionistico e sanità e sulla sanità è generalizzato universale quindi sono anche questi elementi per certi versi paradossali quel risparmio rimane in parte internamente quindi con investimenti interne poi va in giro per il mondo quindi il contesto globale si va cambiando con un'accelerazione che in un'ottica anche di pochi decenni è impressionante e questo sfida tanti aspetti innanzitutto ne accenno uno che riguarda gli stessi valori anche di democrazia perché oramai da qualche decennio il peso economico globale di quelle che noi definiamo paesi democratici sta declinando e sta risalendo dopo oltre un secolo e più di arretramento il peso economico dei paesi autocratici a seconda delle categorizzazioni ricordiamoci sempre che l'evoluzione economica porta con sé magari con qualche legge con qualche ritardo anche un'evoluzione di peso politico e anche di peso culturale quindi chiaramente io ritengo ma penso a molti dei presenti che nel contesto soprattutto dell'Unione Europea siamo sul livello di diritti certo si può fare sempre di più di meglio molto avanzati ma il contesto di sostenibilità se consideriamo il quadro globale ha delle criticità considerevoli non ci dimentichiamo il contesto italiano che da oltre trent'anni è stagnante ma anche quello europeo arranca su tassi di crescita piccoli sì si parla di rallentamento dell'economia cinese ma è normale dopo che ha avuto un così lungo periodo tassi di crescita con due cifre ha avuto in passato e ora già da un paio d'anni l'anno siamo escesi sotto al 5% ma è fisiologico anche perché c'è un meccanismo accumulativo che lo rende inevitabile insomma gli aspetti in gioco sono tanti ricordiamoci che in un contesto economico in cui la crescita o non c'è o è troppo bassa tutto il resto entra in difficoltà un altro elemento dello sviluppo cinese che purtroppo diciamo è molto evidente la capacità sia pure in un regime autocratico di realizzare politiche industriali estremamente efficaci che non stanno realizzando non le sta realizzando da pochi anni ma ormai da decenni cosa che gli stati uniti in parte hanno cercato con qualche successo parziale di fare nel contesto dell'unione europea purtroppo alla prova di fatti poco di concreto viene fatta anche di risorse che ci vengono messe quindi il ruolo dello stato nel caso della cina ma vale anche per qualche altro peso emergente è un ruolo sì molto forte preponderante e che va a sfidare in un contesto futuro in cui la stagnazione economica dell'italia del contesto europeo dovesse proseguire va a sfidare anche gli stessi conti pubblici e sostenibilità più in generale ricordiamoci che anche le nuove riformate regole del contesto dell'unione europea sul patto di stabilità e crescita di fatto introducono sì un nuovo indicatore che tiene fuori la spesa per gli interessi quindi fa riferimento alla spesa primaria ma non dà un rilievo particolare ad alcune voci di spesa pubblica particolarmente meritevoli per la crescita di quantità e qualità della produzione che sono l'investimento in capitale umano quindi scolarizzazione università insanità quindi questi aspetti ricerca e sviluppo sono aspetti su cui se guardiamo le variazioni cina e altri paesi emergenti da tanti anni stanno investendo tantissimo con risultati incredibili quindi il contesto anche delle regole che ci siamo dati che gli stati si sono dati sono quelli di rimanere nel loro piccolo ambito decisionale autarchico potremmo dire del singolo paese senza avere una visione più complessiva che è di consapevolezza innanzitutto del contesto globale dove sta andando e in che direzioni anche su aspetti non solo economici anche ripeto di tipo valoriale culturale democratico abbiamo parlato un po di geopolitica però possiamo diciamo dal grande al piccolo lo portarla un po sul sull'aspetto invece della persona abbiamo parlato di pensioni di lavoro prima nella presentazione anche un po di ambiente sono tre tre mi che incrociano le persone no papa francesco insomma senza voler parlare no di religione ma ha parlato di sostenibilità integrale no cioè quindi la necessità anche di ripensare un po le regole della vita lo diceva anche martin wolf nel suo articolo sul financial times ma allora la centralità della persona anche nei suoi diritti l'ho detto all'inizio no a me pare a tanti penso che ci paia nel contesto dell'unione europea sia forse il livello più avanzato no poi ci sono diversità anche fra paesi però questo è un livello che ha anche una sua complessità che coinvolge peraltro anche l'età più avanzata dubbiamente include anche gli aspetti relazionali quindi la qualità delle relazioni specialmente dei nostri anziani ma tra un po lo siamo in un certo senso un po tutti che spesso è stato detto dal presidente no c'è già un trenta per cento e oltre di famiglie con un solo componente insomma la qualità relazionale che quindi coinvolge aspetti non solo economici della vita delle persone ha una importanza fondamentale quindi riuscire a cogliere e su questo devo dire che mi piace richiamare carlo rovelli cioè un fisico di torino non credente quindi non accusabile di approccio clericale diciamo sì che nel recente visita di papa francesca verona ha richiamato anche mi sembra un articolo sul cori della sere insomma dei punti di realtà quindi di osservatore che riconosce in questo papa una capacità di leggere la complessità della realtà peraltro anche nei conflitti geopolitici non dimentichiamoci che noi ragioniamo di aspetti economici di sostenibilità economico finanziaria ma siamo sempre lì diciamo in mano per certi versi a poche persone che possono decidere in una direzione dell'altra nel contesto globale che peraltro è diventato anche non molto distante da noi quindi questa complessità che coinvolge la relazione tra le persone e che può fare la differenza sia sui scenari più o meno catastrofici ma anche nella qualità della vita dei nostri anziani è un qualcosa da considerare quindi non limitare il tutto alla quantità ma e quindi anche delle produzioni ma anche le qualità delle stesse ripeto questa attenzione anche sul fronte dei flussi migratori che è importante averla però bisogna stare anche un po attenti a capirne la sostenibilità soprattutto in contesti pensiamo alle periferie delle nostre città in cui l'impatto migratorio può essere un peggioramento della qualità di vita già spesso non buona di tante persone che li vivono è più facile stare diciamo come si suol dire sulla ztl e usufruire magari di servizi nelle nostre abitazioni quindi ci sono molte complessità ripeto per rimanere sulla domanda effettivamente questo papa anche per non credenti anche per suscita interesse per le sue posizioni anche per la capacità di far addirittura incontrare a verona no un israeliano un palestinese farli abbracciare perché c'è una complessità che non può essere decisa dal contigente quindi da chi commette l'errore in quel momento la storia è un contino di errore più o meno gravi commessi da persone anche da popoli talvolta ma bisogna andare oltre in una prospettiva di potremmo dire seguendo un po il papa di bene comune che però è anche un interesse individuale quindi ripeto qualità delle relazioni delle sviluppe non solo quantità volevo volevo ritornare su brambilla perché insomma il titolo era pensione sanità e transsezione demografica abbiamo parlato di pensione abbiamo parlato di lavoro abbiamo accendato un po all'ambiente abbiamo parlato di dinamiche geopolitiche volevo ritornare a parlare la sanità che è uno dei temi anche questo che scalda molto la politica diciamo la verità ma stiamo facendo guardando un po alla transizione demografica al fatto che la nostra popolazione diventa anziana che abbiamo visto ci sono molti nuclei formati da una sola persona sempre più avanti con l'età ecco su questo cosa possiamo immaginare per inoltre se stiamo facendo tutto e poi cosa possiamo immaginare cioè la possibilità di costruire case dove anziani una volta c'era la vecchia casa dove il papà viveva insieme ai figli e quindi si viveva in una comunità diciamo ora in realtà le nostre case non sono più adeguate a questo si può immaginare un futuro diverso anche su questo. Beh innanzitutto dobbiamo fare un'osservazione cioè ci sono molte osservazioni che noi facciamo quindi aiutare le persone non lasciare indietro nessuno eccetera che hanno una loro dignità è una loro consistenza dal punto di vista teorico poi c'è una società che produce e che deve garantire una certa situazione di equilibrio di servizi e di finanza ora noi ci troviamo in Italia in una situazione di squilibrio la settimana scorsa al ministero delle economie e finanze abbiamo elaborato i dati delle dichiarazioni dei redditi degli italiani redditi del 2022 dichiarati nel 2023 e elaborati adesso e che cosa risulta risulta che circa il 60 per cento della popolazione paga po meno del 7 per cento dell'irpef per dare il diritto alla sanità a queste persone visto che la sanità è costata 2220 euro pro capita occorre che qualche un altro metta sul piatto 60 miliardi l'anno ma solo per la sanità poi c'è la scuola poi c'è l'assistenza l'altra cosa che abbiamo guardato è la povertà listat ci dice che in italia abbiamo 5,6 milioni di poveri assoluti quindi non arrivano neanche la terza settimana e quasi 9 milioni di poveri relativi che fan fatica arrivare alla fine del mese e siamo già al 25 per cento della popolazione italiana ma che cosa è successo nel tempo nel 2008 per sostenere la povertà e poi vengo alla tua risposta per sostenere la povertà lo stato spendeva 73 miliardi nel 2023 ne ha spesi 157 ma quanti erano i poveri nel 2008? Nel 2008 avevamo 2 milioni e 100 mila poveri assoluti e poco meno di 6 milioni di poveri relativi ora voi capite benissimo che se un'azienda raddoppia più che raddoppia le spese per promozione marketing e tutto e poi di mezzo al fatturato qualche cosa di problema c'è se noi agganciamo il fatto prima domanda ma secondo voi uno stato può mantenere tutte queste cose sapendo che il grosso il 63 per cento dell'irpef e quasi il 90 per cento dell'ires e dell'irap è pagato da poco meno del 15 per cento della popolazione possiamo andare avanti dobbiamo aiutare ancora? Cioè questo è il tema perché poi tutte le frasi sono molto molto belle li dobbiamo aiutare tutti sì il problema però che cosa cos'è? è che facciamo debito allora il nostro sistema pensionistico è un sistema a ripartizione cioè significa che con i contributi che vengono versati da chi lavora si pagano le pensioni e quindi è sostanzialmente fondato su un grande patto intergenerazionale ora se noi abbiamo il 140 per cento di rapporto tra ricchezza prodotta e debito pubblico ai giovani non è che gli lasciamo il sistema che va e non va gli lasciamo una botta di debito che se non viene onorato è capace di mettere anche in discussione la democrazia di un paese un paese che è indebitato è come la famiglia indebitata non ha grande potere come dire sovranazionale e quindi noi dobbiamo sempre capire che ci sono dei punti di vista buoni non dobbiamo lasciare indietro nessuno dobbiamo aiutare tutti ma poi dobbiamo andare a vedere ecco qui si diceva abbiamo bisogno di immigrati sì probabilmente anche ma se ho 38 milioni di italiani in età da lavoro e ho fatto il record di tutti i tempi arrivo a 23 milioni e 850 mila persone e se in etta cioè i giovani che uno studio non lavorano fino ai 34 anni sono 2 milioni e 100 cioè 3 milioni e 100 scusa credo che sia un po scesi adesso non è un tre durante siamo no no no no no sono cioè quelli dai 19 ai 34 anni sono poco più di 3 milioni e noi abbiamo il record assoluto tra i paesi e euro state con un tasso di inoccupati quindi di net che è quasi siamo vicini al 24 per cento mentre la media è l'undici per cento allora noi ci dobbiamo fare tutte queste domande un paese così a prospettive dopo di che dobbiamo misurarle con l'invecchiamento della popolazione la sanità e la sanità in italia e bisognerà che faccia come in altri paesi deve avere i fondi sanitari fortunatamente i fondi sanitari vanno ma non c'è una legge noi non abbiamo una legge sulla non autosufficienza non abbiamo nulla ecco perché dicevo noi dobbiamo cominciare a mettere i paletti e organizzarci per una società di questo tipo ma soprattutto conoscere anche i numeri perché capite benissimo anche voi che se il 25 per cento della popolazione non arrivasse neanche alla quarta settimana avremmo l'assalto ai forni di manzoni ha una memoria quindi questo dato non si coniuga con il fatto che giochiamo 150 miliardi siamo il primo paese anzi siamo il secondo perché il primo paese è l'australia ma in rapporto spesa al gioco su prodotti interno lordo noi di nuovo siamo i primi e siamo i secondi in europa per rapporto spesa sociale su pil perché ci batte leggermente la francia ma siamo a pari dell'austria vogliamo mantenere queste cose e dobbiamo coniugare i diritti diritti diritti ma dobbiamo metterci anche la parolina doveri come la dichiarazione di diritti della parolina doveri allora ho visto scarpetta che prendeva punti quindi poi ci torna però volevo voglio ritornare dalla fornera no abbiamo parlato i fisco e quindi abbiamo ma se si vezza così poco no e c'è un problema dei fiscali come si può risolvere poi il fisco è una leva importantissima spingere l'economia e siamo andando avanti un pochettino con dei meccanismi diciamo di richiamo che è rappresentato quello dei bonus siamo un po il paese dei bonus eravamo santi navigatori no poeti ora anche per scettori di bonus ecco volevo sapere da lei che cosa ne pensa e se qual è la strategia per far pagare e poi un'altra cosa le volevo chiedere se c'è bisogno di un riequilibrio sul fonte del lavoro cioè se bisogna ripensare le fasi della vita no che ora sono caratterizzata un primo periodo di studio da un secondo di lavoro da un terzo di pensione se queste cose invece devono essere un po più amalgamate possono essere diciamo cambiate allora le domande sono tante e il tempo è pochissimo al quadro delineato da brambilla io aggiungerei l'elemento fondamentale in una democrazia che è la tassazione noi abbiamo bisogno facciamo sempre tanti patti però a un certo punto la tassazione non deve essere un argomento tabu non è ammissibile lasciatevelo dire in questi termini che un presidente del consiglio una presidente del consiglio parli delle tasse dicendo che sono pizzo di stato non voglio non voglio il vostro applauso voglio che siamo convinti di questo non è possibile che un ministro guarda caso tecnico che fa il suo lavoro che è competente che dice e l'ha fatto in un decreto il la questione del redditometro fiscale del redditometro dobbiamo parlarne dobbiamo parlarne attenzione siamo nella fase pre-elettorale non si parla di tassazione quando siamo in fase pre-elettorale ma questo vuol dire puntare sulla maturità delle persone o puntare sistematicamente sull'inganno lo congeliamo non guardate non io faccio il profe facevo il professore adesso quello che faccio è quello che io chiamo dialogo sociale vado dove mi invitano e se mi ascoltano e io ascolto loro e dialogo ma questo non costruisce un paese democratico voglio dire una cosa a proposito dei valori noi mondo occidentale all'indomani eravamo ancora nella guerra mondiale quando qui in europa si è pensato di costruire un sistema che fosse basato sulla libertà di iniziativa sulla libertà di scambio sul mercato ma al tempo stesso avesse un sistema di welfare pensato collettivamente pensato all'interno di un quadro di solidarietà che desse materialità ai diritti sociali i diritti sociali che sono stati sempre ignorati prima nella storia non ce li avevamo i diritti sociali quello era un grande disegno ma un disegno fatto così ha bisogno che ciascuno contribuisca al bene comune in proporzione delle sue risorse in proporzione delle sue risorse e non ho detto il reddito perché le risorse comprendono anche il patrimonio e il patrimonio io non mi scandalizzo di quei paesi che hanno un'imposta patrimoniale perché giorgia meloni ha detto ieri noi vogliamo andare sui grandi evasori ma forse potremmo anche andare sui grandi ricchi che forse le imposte le pagano un po' poco quindi per costruire una democrazia ci vuole un sistema fiscale equo ma un sistema fiscale che indirettamente incoraggia l'evasione strizzando l'occhio di qua peraltro non è che dall'altra parte perché quando qualche governo ci prova allora si parla di evasione di necessità che ci può essere ma la necessità è di aiutare una persona non di aiutarla a evadere le imposte questo è il punto che anche su questo vi segnalo un podcast dell'agenzia alza dal titolo è le tasse sono utili che sono di un qualcuno aveva detto pagare le tasse è cosa buona aveva detto le tasse sono Roberto Roberto seghetti che è un giornalista di lungo corso ha recentemente detto quando si dice che bisogna tagliare le tasse bisognerebbe dire a che cosa poi dobbiamo rinunciare con quel piccolo taglietto di tasse così si eviterebbe un po di populismo quindi questo ve lo dico andate a vedere sul sito anza.it anza voice economia una democrazia che si basa su una grande evasione non è una buona democrazia noi su questo stiamo rispondendo il tempo scorre veloce rimarre ancora qui ad ascoltare a lungo però voglio sapere scarpetta gli appunti su che cosa gli ha presi ma dunque è difficile dopo elsa fornaro ha dato i grandi messaggi quelli importanti un paio di osservazioni martin wolf ha ragione dobbiamo ripensare il nostro modo di vivere credo che non saremo peter panne non saremo dorian gray il problema è che bisogna anche capire che bisogna andare al di là dell'aggregato cioè se noi fossimo tutti uguali e quindi tutti potessimo decidere quanto lavoriamo quanto tempo per nostra vita personale eccetera si potrebbe fare il problema che è oggi è nostra società e nostra economia è tale per cui c'è chi lavora molto anzi troppo e chi non lavora o lavora poco quindi c'è un problema anche di distribuzione delle ore lavorate delle tipologie di lavoro quindi l'idea di martin wolf è giusta da mettere in campo non è così ovvio fino a ieri devo dire che il mondo dell'impresa era abbastanza sordo all'idea di riconsiderare le modalità di lavoro poi la crisi del covid della penuria dei lavoratori adesso un po il dibattito si è aperto ci sono grandi potenzialità la tecnologia può essere un fattore che ci permette di lavorare meglio ma lavorare anche meno potenzialmente il problema è come questo viene distribuito se poi ne beneficiano solo alcuni a scappio di altri che invece faranno lavori basso pagati e magari con difficoltà anche con lunghi ore di lavoro il presidente brambilla ragiona l'italia è il secondo paese per spesa sociale il problema è questa spesa è largamente presa delle spesa pensionistica se guardiamo l'assistenza sociale italia spende decisamente poco credo che ci sia bisogno di misure di protezione che permettono di affrontare chi purtroppo si trova in situazioni di povertà e che deve essere accompagnato verso anche una rintegrazione sul mercato sul mercato del lavoro questo a mio avviso è fondamentale e l'altro punto fondamentale a mio avviso è che bisogna lavorare veramente sulle basi che permettono la crescita economica vi ricordo un dato che ancora una volta dati molto meno dramatici di questi in altri paesi fanno scandalo l'italia dal 1990 al 2022 i salari reali sono cresciuti del 2,9 per cento quindi sostanzialmente per più di 30 anni in media i lavoratori hanno visto il loro reddito il loro salario reale è constante d'accordo ora negli stati uniti i salari reali sono aumentati del 48 per cento ma anche venendo a casa nostra in europa in francia del 34 per cento in germania del del 38 per cento quindi siamo un paese immobile in cui la produttività del lavoro dopo aver fatto un enorme catching up come dico gli economisti inglesi dagli anni 70 fino a metà degli anni 90 per raggiungere i livelli degli stati uniti addirittura ha riperso tutto e quindi noi cresciamo di uno zero virgola creando occupazione ma ovviamente senza produttività e quindi sostanzialmente creiamo posti di lavoro a bassa remunerazione bisogna rilanciare l'economia rilanciare l'investimento utilizzare nuove tecnologie anche un po svecchiare quelle tante piccole e medie imprese che sono state diciamo la forza della nostra economia ma che non sono riusciti a cogliere tutte quelle potenzialità che la tecnologia il digitale ed altro anche l'apertura dei mercati hanno creato quindi bisogna veramente fare molto e bisogna lavorare sull'offerta di competenze cioè sui lavoratori così come poi sul quadro delle infrastrutture e di quel tessuto economico che permette di creare nuove imprese e anche nuovi investimenti. Devo dire che abbiamo fatto un panel molto molto denso di indicazioni quindi vi dico pure che c'è uno streaming che poi si può riandare ad ascoltare se volete e che quello che ci ha spiegato è che in realtà noi viviamo in un contesto globale in cui ci sono non possiamo guardare solo sempre solo il nostro ombelico dobbiamo confrontarci con gli altri e quindi per esempio sui salari noi siamo fermi sembra che tutto va bene in realtà gli altri vanno avanti quindi noi siamo andati indietro e i figli vanno all'estero. Le lascio fare la chiusura Marcello Signorelli abbiamo scaduto, è finito il nostro tempo però so che ne potremo approfittare ancora per qualche minuto. Riprendo l'intervento corretto della professoressa Fornero sui padri fondatori dell'integrazione europea che aveva una visione lunga e in un contesto dove la popolazione era largamente analfabeta all'epoca quindi con un livello appunto anche culturale limitato abbiamo avuto la fortuna anche nel contesto italiano di avere personaggi di un certo tipo però segnalo che la qualità anche per me devo dire non particolarmente soddisfacente dei politici non riguarda solo l'Italia, riguarda tutto il mondo occidentale e questo è un aspetto molto delicato perché io ritengo che abbia a che vedere anche con la qualità di approfondimento di temi complessi di cui la vasta parte della popolazione domina o non domina i contenuti di sostanza più che di slogan quindi se non riusciamo a fare noi come università ma anche questi eventi aiutare a elevare il dibattito diciamo anche sui contenuti e sulle evidenze e sull'osservazione piuttosto che su un eccesso di ragionamento non facciamo un servizio utile nel migliorare appunto la qualità e la differenza che c'è in tutte le persone nel comprendere la complessità delle cose e sospingere che certo ci vorrà del tempo verso l'alto una qualità della politica che ripeto del paese occidentali è veramente scadente pensiamo agli Stati Uniti chi si va a contendere la presidenza il prossimo novembre. Il nostro tempo è scaduto vedo già chi corre verso un altro confronto devo dire che secondo me è stato un confronto molto ricco da parte mia che faccio il comunicatore vi racconto quello che gli altri dicono e ci deve essere l'impegno a continuare ad affare approfondimenti di questo genere e non vivere solo sull'onda dell'informazione che giorno dopo giorno siamo diciamo ci troviamo a dare quindi ogni tanto bisogna fermarsi e riflettere per costruire un buon futuro buon giornato a tutti
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