Occidente e leadership
Incorpora video
Occidente e leadership
Luca Cordero di Montezemolo analizza i problemi italiani, evidenziando la necessità di un ruolo più incisivo in Europa, la vulnerabilità dell'export e le criticità interne come sanità, scuola e salari. Si discute, inoltre, del declino industriale italiano, in particolare nel settore automobilistico, e della necessità di investimenti in formazione e innovazione per attrarre talenti e contrastare la fuga di cervelli. Infine, Montezemolo riflette sulla mancanza di leadership in Italia e in Europa, sottolineando l'importanza dello spirito di squadra e della competitività per affrontare le sfide future.
Grazie per questa partecipazione così numerosa a questo nostro incontro. Naturalmente le presentazioni non sono tanto necessarie nel caso di Luca Cordero di Montezemolo per la storia che ha attraversato nell'industria italiana, presidente della FIAT, presidente di Ferraria e amministratore delegato di Ferrari, fondatore di una delle delle attività che ha dato concorrenza all'Italia, quella dell'alta velocità con Italo ma tantissime altre attività tra cui anche un quadriennio di presidenza della confindustria. Quindi il ragionamento con lui sui dilemmi del nostro tempo che sono un po' il tema di questo festival e sulle questioni della leadership in una situazione globale molto complicata credo che avrà tanti punti di interesse. Io da questo punto di vista la prima cosa che vorrei chiedere a Luca Cordero di Montezemolo è come si trova l'Italia in un mondo che ha alcune questioni molto conflittuali con nuovi asseti geopolitici, siamo usciti da una pandemia, abbiamo due guerre in corso, c'è una competizione economica che sta spostando verso l'Asia il baricentro e un paese che deve rinventarsi, deve rinventare la propria industria, la propria collocazione internazionale con i rapporti giusti e soprattutto deve ritrovare un senso, lo vede questo senso in questa situazione? Allora intanto buongiorno a tutti, è la seconda volta che vengo a Trento, non in assoluto al festival perché a Trento sono venuto tante tante volte, mi fa piacere e mi fa molto piacere di avere la possibilità di dialogare con una persona che stimo come Luciano Fontana che è il direttore del più bello e del più importante giornale italiano che è il Corriere della Sera quindi anche questo mi fa molto piacere e poi mi fa piacere di vedere molti giovani, siamo quasi coetanei con molti di voi quindi possiamo usare anche lo stesso linguaggio e questo mi fa piacere ma io credo che se riflettiamo un attimo se arrivasse da Marte un marziano una situazione mondiale così complessa e per certi aspetti in certe aree anche così potenzialmente pericolosa dalla seconda guerra mondiale ad oggi non c'è mai stata, sì abbiamo avuto il Vietnam, una guerra lunga ma che coinvolgeva fondamentalmente gli Stati Uniti d'America oltre al Vietnam, abbiamo avuto altri momenti come la guerra fredda tra Khrushchev e Kennedy però dei focolai in alcuni casi delle guerre, dei focolai di guerre e di guerre come in questi giorni dal dopoguerra ad oggi non c'erano mai state, il che influisce non tanto e non solo logicamente sul mondo intero ma anche sulle scelte, i comportamenti dei paesi e io direi in questo caso auspicherei di un'Europa Unita che avesse una politica estera unica, che avesse una politica della difesa, una politica di militare unica, vediamo invece che così non è. Però credo che questa situazione internazionale che tra l'altro viene dopo, che eravamo tutti felici di riprenderci dal dopo Covid, finalmente si continuava a respirare un altro tipo di area, sta portando a notevoli condizionamente di molti paesi. In più abbiamo dei paradossi perché se noi vediamo che la più grande potenza del mondo gli Stati Uniti ha due presidenti 80enni che certo non possono almeno sotto l'aspetto generazionale rappresentare il futuro, se vediamo che l'Europa ha una mancanza enorme di leadership oggi, la preoccupazione è che l'Italia, tornando alla tua domanda, l'Italia è di fronte a mio modo di vedere a tre tipi di problemi. Il primo è quello di giocare un ruolo importante in Europa. Giocare un ruolo importante in Europa vuol dire credere nell'Europa, spingere su poche ma chiare priorità, ma anche distaurare dei rapporti forti uniti con alcuni paesi europei, cito la Francia, ne dico uno, ma abbiamo oggi un'Italia che ha bisogno di giocare un ruolo importante in Europa e contribuire a che l'Europa diventi un vero insieme di paesi che ragionano e puntano agli stessi obiettivi. Questo è il primo problema dell'Italia, la vigilia dell'elezione europea e lasciatemi dire che abbiamo avuto una campagna elettorale in cui si è parlato di più di nomi, di non nomi, più che di veri problemi del paese e quindi dell'Europa e anche la ricerca di candidati che potessero portare in Europa competenze specifiche in tanti settori. Ho avuto la sensazione che i partiti italiani si siano più interessati di trovare un posto in Europa e qualche politico trombato in Italia che non aveva ruolo in Italia e dice lo mandiamo in Europa e questo non mi sembra una gran bella cosa, né tanto meno ci fa sperare di poter come gruppo, come squadra, avere un ruolo importante. Speriamo di essere smentiti dai fatti. Il secondo tema dell'Italia di oggi in relazione alla situazione internazionale è che noi siamo un paese che vive, ha sempre vissuto e fortunatamente continua a vivere di export. Però è un export che ha numero uno il mercato di sbocco alla Germania e che stava iniziando da un po' di tempo a svilupparsi in paesi dell'estremo oriente, eccetera. Certamente sul nostro export questa situazione internazionale giocherà un ruolo non certamente positivo perché è un ruolo di incertezza sui paesi, su quello che può succedere, sulle alleanze e su quant'altro. Il terzo problema dell'Italia che è quello che come cittadino mi sta più a cuore è che purtroppo molti dei problemi di fondo del nostro paese sono rimasti sempre gli stessi. Se voi pensate che la più grande azienda italiana è la politica in termini di adetti, di numero di persone che ci lavorano, questo deve far riflettere. Pensiamo che oggi la stragrande delle aziende italiane vive di export, ma soprattutto se vediamo che, io cito così, tre, quattro priorità, sottolineo priorità, il tema del clima, il tema dell'emergenza climatica. Io penso che per voi giovani uno dei temi fondamentali da portare in Europa è proprio quello dell'emergenza climatica, dell'ecologia, di quello che sarà il mondo tra non 40 anni, ma tra pochi anni se si continua a andare avanti così, se ne parla molto e si fa poco. Il tema della sanità, io oggi non auguro al mio peggiorio namico di avere la necessità di andare in un pronto soccorso e questa per la sanità pubblica in un paese è estremamente importante. Il tema dei salari, sicuramente noi abbiamo bisogno di tener conto che il costo della vita, l'inflazione, rende molto difficile per molte famiglie arrivare alla fine del mese, in ogni caso noi abbiamo un livello di salari inferiore agli altri paesi europei. Ed infine cito delle priorità, sottolineo delle priorità, il tema due temi, la scuola. Io credo, Luciano, che nella vita noi dobbiamo mettere tutti in condizioni, i bambini, i ragazzi, di vincere il Gran Premio. Io mi sono occupato per qualche ora della Ferrari e dei Gran Premi, per poco tempo, ma 23 anni. Dicevo, metterli tutti in condizioni di vincere la gara, quindi partire dalle stesse posizioni. Noi abbiamo oggi dei divari ancora troppo forti tra le scuole del nord e le scuole del sud, abbiamo un distacco scolastico di ragazzi che vengono tolto dalla scuola troppo giovani e non siamo in condizioni di mettere i giovani, in condizioni di partire alla gara della vita tutti uguali, vinca il migliore, qualunque sia il colore della pelle, qualunque sia il loro passato. Abbiamo tanti ragazzi, io un bambino di 13 anni, ha a scuola con lui dei ragazzi stranieri nati in Italia molto più bravi di lui che ancora non sono italiani. Io ho avuto la fortuna di studiare e vivere negli Stati Uniti dove perfino un presidente della Repubblica, il presidente de Sida degli Stati Uniti è diventato tale non essendo un cittadino, non essendo esattamente un americano puro e dico oggi io vedo sulla scuola fondamentale per il futuro del paese, un paese che non investe nella scuola e nella ricerca, un paese che non pensa al proprio futuro ed infine ho finito. Paradossalmente questa situazione internazionale ci offre delle possibilità per la formazione. Noi viviamo in un paese in cui tutti, dico tutti, si lamentano che non riescono a trovare persone per la loro attività. Una volta era l'agricoltura, oggi in tutti i settori. Luciano perfino nell'industria, anche la più raffinata, non si trovano i saldatori, non si trovano persone che sono disponibili a fare certi mestieri. Ci si lamenta ma non si fa niente. Io auspico un grande centro di formazione. Prima si deve fare una forte analisi delle figure professionali che mancano e poi si usino anche gli immigrati, anche persone che possono dare il loro contributo formandoli a coprire dei lavori che gli italiani non faranno mai. Io nel 92 sono andato a visitare la Volkswagen, 50% degli operai che la rovano erano turchi. Allora noi non dobbiamo continuare a porre i problemi senza porre le soluzioni. Quindi per finire questa situazione internazionale che ci preoccupa per molti aspetti, che rende ancora più incerto il futuro di tanti giovani e di tanti paesi, ha sull'Italia un'influenza perché io spero anche se mi prendono sempre in giro quando dico che bisogna fare squadra, io sono convinto che se l'Italia fosse capace a fare un gioco di squadra vincerebbe il Mondiale, perché quando io parlo di sanità, quando parlo di scuola, quando parlo di formazione, io non credo che siano temi né della destra né della sinistra, sono i temi del futuro di un paese e che guarda al futuro. Io auspico che ci sia meno litigiosità, meno impossibilità a fare delle riforme perché appena proprio a farne una ci sono gli altri che si mettono di traverso, ma su queste priorità ci sia un po' di condivisione, spirito di squadra per arrivare a raggiungere questi risultati che da troppo anni sono ancora sul tavolo dell'Italia. Scusa la lunghezza. Però hai dato tanti spunti su cui adesso possiamo approfondire con alcune domande e vedere, anche legarle un po' all'attualità e un po' alla prospettiva. Parto dal primo punto, fare squadra se c'è un posto in cui sarebbe necessario che il paese avesse uno sguardo unito dovrebbe essere l'Europa. Siamo in campagna elettorale ormai, in realtà, sull'Europa per niente. Questa non è una campagna elettorale sull'Europa, ci stiamo avviando a un enorme sondaggio d'opinioni sulla forza dei partiti italiani. Questo è il primo punto. Ma che campagna elettorale è una in cui competenze? Non offriamo all'Europa competenze. Andiamo divisi, ci misuriamo solo su noi stessi e addirittura candidiamo deliberatamente persone che hanno già detto che in Europa non ci stanno a fare. Quindi o consideriamo che l'Europa non ci serve a niente, che è molto importante, oppure siamo auto-lesionisti, siamo suicidi. Ma qui forse c'è un po' di tutti e due, non lo so. Quello che è certo è una cosa. Queste elezioni, intanto vi devo dire una cosa e lo dico ai giovani, quando io mi sento dire i giovani non vanno a votare, guardate che è un grande errore, perché uno non può stare alla finestra lamentarsi e poi non dare un contributo al cambiamento. Votate chi volete, mandate a votare. Andate a votare per il vostro paese, andate a votare per chi ritenete possa migliorare se non cambiare il paese in cui voi vi giocherete il vostro futuro. Certamente, come diceva Fontana, questa è una campagna elettorale basata sui nomi, basata, quasi fosse una campagna di politica italiana. Io non ho sentito temi reali europei, sì, delle dichiarazioni di principio. Non ho visto, se non in alcuni casi, ma non voglio citare i partiti perché non voglio qui parlare di un partito o un'altra persona di nessuna vera competenza specifica. Noi dobbiamo mandare in Europa delle persone che sull'agricoltura, sull'industria, sulle attività militari, sull'economia, sulla politica estera siano esperti, validi e credibili. Non dobbiamo mandare solo perché abbiamo da piazzare delle persone che magari hanno perso il ruolo in Parlamento, hanno perso il ruolo da Presidente delle Regioni, hanno perso un ruolo nella politica, se noi continuiamo a pensare solo a quello, di nuovo andremo in Europa con persone di non grande livello professionale ma soprattutto senza credere all'Europa. Guardate, l'Italia ha bisogno dell'Europa, io credo che anche l'Europa ha bisogno dell'Italia, ma l'Italia l'ha bisogno dell'Europa, ma non è solo la storia dei soldi e del PNR che sono arrivati l'Europa, per fare delle riforme che evidentemente da soli non siamo in grado di fare e che abbiamo bisogno perché quando parliamo di salute, quando parliamo di scuola, quando parliamo di formazione stiamo pensando all'Italia di domani, non all'Italia di oggi. Ne possiamo far sì che oggi gli imprenditori italiani, quelli più bravi fanno da sé, quelli che hanno la fortuna di non dovere avere troppo rapporto con il pubblico, con la burocrazia, hanno un buon export e stanno andando relativamente bene grazie all'export. Però Luciano, la verità è che quella che dicevi te e cioè che oggi noi abbiamo fatto e stiamo finendo una campagna elettorale che con l'Europa, con i problemi dell'Europa ha purtroppo molto poco a che fare, mentre l'Europa è di fronte ad una crisi come io non avevo visto, crisi di leadership perché se noi vediamo le difficoltà che ha Macron in Francia, le difficoltà che ha il cancelliere in Germania, se vediamo le situazioni economiche, se vediamo i consumi, se vediamo infine che su qualunque vicenda a cominciare dalla guerra in Ucraina facciamo una grande fatica dopo un po' ad avere una posizione comune, forte e coesa. Io sogno un continente che non ha avuto guerre, che non ha avuto spargimenti di sangue, che potrebbe essere un continente forte, autorevole, se fosse unito e avesse qualche cosa in comune a cominciare dalla politica estera o dalla politica economica o dalla politica anche militare. Un altro punto che hai affrontato nel primo intervento è quello della nostra industria. Intanto partiamo da alcuni dati di fatto, i segnali di Scricchiolio non sono pochi, c'è una produzione industriale che nonostante un Paese che ha ancora un tasso molto basso ma molto diverso dal resto d'Europa di crescita, però la produzione industriale sono diversi diversi mesi che sistematicamente non migliora. C'è una questione enorme che riguarda l'esport perché è evidente più la geopolitica è complicata, più ci sono guerre, più ci sono tensioni e le guerre non sono solo quelle disastrose combattute con i morti ma sono anche quelle economiche, sono quelle delle materie prime, più diventa difficile. Nel frattempo l'Italia sta perdendo perché l'Italia è chiaro, è turismo, è creatività, è tantissime cose ma era anche tanta manifattura, sta perdendo i suoi capisaldi industriali. Abbiamo visto l'acciaio, adesso stiamo discutendo e lei qualcosa dovrebbe saperne di automobili, ma come è possibile che non ci sia una visione molto seria di quanto sia importante avere una manifattura, un'industria forte altrimenti cosa siamo? Non essendo un Paese che ha materie prime e tanto meno terre rare. Questo è un punto veramente grave. Noi siamo un Paese che come giustamente dicevi vive di manifettura. Attenzione, quando parliamo di industria maninfatturiera parliamo poi di tutto quello che gli sta intorno perché un'industria ha bisogno di servizi, dalla logistica all'informatica, cioè non è l'industria di una volta, la fabbrica di oggi o l'operaio di oggi sono molto diversi dalla fabbrica di 10 anni e l'operaio è molto diverso dall'operaio di 10 anni fa e sarà molto diverso da quello che ci sarà tra 10 anni. Quando io vedo l'industria automobilistica io l'ho detto un anno fa e questo se pensate che noi oggi siamo il settimo o l'ottavo Paese a produrre le automobili, quando noi avevamo dei marchi come la Lancia, la Fiat, come l'Alfa Romeo e oggi siamo addirittura dietro la Romania e nessuno dice niente. Quando noi vediamo che tutte le decisioni vengono prese a Parigi, abbiamo avuto in questi ultimi 10 giorni addirittura il fatto che sono state fermate una macchina che si chiama Topolino, un nome storico italiano fatto mi sembra in Marocco, in Polonia, non so dove, però in Africa arrivava, in Italia con scritto Made in Italy, ma siamo al limite della truffa, al limite in termini di marchio. Quando vediamo che produciamo all'estero, Stellantis produce all'estero praticamente tutto e tutti gli stabilimenti ex Fiat in Italia sono in cassa integrazione, la 600 la facciamo in Polonia, la 600 è un'icona delle macchine del dopoguerro italiano. Questo però non ha un impatto solo sui numeri degli automobili, ma un impatto, attenzione, su una filiera di fornitori eccezionali perché ci sono tante piccole e medie aziende che lavorano per l'automobile che hanno una grande qualità. Questo è un tema, questa deindustrializzazione che va avanti senza sosta sull'Italia mi preoccupa moltissimo perché vuol dire far venire meno uno del core business, uno dei capisaldi di un Paese. Il turismo andrebbe anche affrontato e qui uno non deve essere sempre critico ma deve essere in grado di proporre come i medici, una cosa è l'analisi, la diagnosi ma più importante è la terapia. Noi avremo bisogno per esempio di una grande agenzia che sia un'agenzia di incoming, cioè un'agenzia che attragga le persone a venire in Italia. Noi abbiamo un'offerta turistica come credo nessun altro al mondo in termini di tipologia di turismo per tutte le tasche, per il mare, per la montagna, per l'archeologia, per le città d'arte. Abbiamo un'offerta come fossero un catalogo che nessun altro può avere. Però nel frattempo cosa è successo? Che negli ultimi anni c'è stata concorrenza. Io vi cito un nome Dubai dieci anni fa. Oggi Dubai è uno dei Paesi che attrae più turismo al mondo, il che vuol dire che abbiamo lavorato male, perché il Colosseo o Venezia o Firenze o le Alpi o Tormina o la costa Malfitana c'erano. Vuol dire che abbiamo lavorato male e anche qui manca uno spirito di squadra. Io sono dell'idea che questo Paese deve individuare poche chiare priorità e cercare che le persone più responsabili di tutti gli schieramenti politici lavorino insieme per queste priorità che sono priorità Paese, né di destra né di sinistra, ma priorità del vostro futuro, del futuro dei nostri figli. Quindi quando tu dici l'industria manifatturiera questa cosa che sta venendo nell'auto non da oggi è gravissima, però io sento un silenzio di tomba su questo. Questo è un problema Paese. Attenzione, questa è una deindustrializzazione del nostro Paese che rischia di perdere anche delle aziende di qualità nel mondo dei fornitori che il mondo ci invidia, perché quando ero alla Ferrari vi assicuro lavoravamo con tante anche medie aziende italiane di primissima ordine come qualità di prodotto, come servizio e come tutto. E l'altra cosa è che più l'industria cresce più crescono i servizi intorno l'industria, perché la digitalizzazione ormai è in tutte le aziende, però se voi vedete le medie aziende anche del vostro territorio, del Veneto, della Lombardia, della Emilia-Romagna, ma anche del Sud, che hanno avuto la capacità di rinnovarsi, hanno avuto la capacità di innovare, perché innovare non è solo innovare nel prodotto, vuol dire innovare nell'organizzazione dell'azienda, innovare nel marketing, innovare nella capacità di vendere all'estero, innovare nella capacità di far crescere all'interno delle persone di qualità. Vi faccio un esempio se posso finire, che è quello di Italo. L'Italia è un paese strano. Se voi pensate che noi, io devo dire, quando lui diceva, quando Fontana elencava un po' le cose che ha fatto, non mi permettevo, bastavo per interrompere, perché dico no questo è il passato, parliamo del futuro, del futuro. Io un giorno ho detto, ma l'Italia è un paese perfetto per il treno e ho detto, ma forse dopo non so quanti centinaia di anni di monopolio in cui tu eri obbligato a pagare il prezzo che ti dicevano le ferrovie dello Stato, andare dei treni che arrivavano più o meno in orario nelle ferrovie dello Stato, la concorrenza ragazzi questo vale per voi, nell'università, a scuola, chi è più bravo deve essere messo in condizioni di vincere, di poter andare avanti, però dipende anche molto dalla vostra curiosità, dal vostro coraggio, perché oggi nel mondo la competizione è altissima. Quando io ho deciso di fare il treno, io mi ricordo come fosse oggi, ho chiamato alle 7 e mezza della mattina, la notte non avevo dormito, un mio amico che faceva tutt'altro mestiere, gli ho detto senti, ma perché non facciamo un treno bello, privato, pulito, fatto bene, con un servizio eccezionale che fa concorrenza e lui mi ha detto ma tu ieri sera dove sei stato? Ti sei ubriacato, ma dove? Ma che c'entriamo noi con un treno? Bene, noi grazie abbiamo messo insieme delle imprenditori che hanno investito, perché attenzione il ruolo di un imprenditore è rischiare il proprio denaro per lo sviluppo dell'impresa, non si fa impresa con i soldi solo delle banque, con i soldi dello Stato, bisogna avere anche la forza, il coraggio, la creatività, la determinazione che è la cosa bella dell'imprenditore. 2023, 2024 non ho ancora le cifre, 23 milioni di persone hanno viaggiato con Italo, il che vuol dire prezzi migliori, possibilità di scelta, le ferrovie dello Stato ci dovrebbero fare un monumento perché grazie a noi sono migliorate moltissimo e io auspico che sia lo stesso sui servizi regionali, auspico che sia lo stesso, la nostra è stata la più grande privatizzazione dopo la televisione, perché la telefonia è così in tutto il mondo, in tutto il mondo c'è Vodafone, c'è Tim, nei treni siamo l'unica azienda al mondo di alta velocità e adesso gli abbiamo fatto l'azienda degli autobus, perché se io arrivo a Trento con Italo, tra l'altro usatelo, vi trovate bene, buon servizio, qualità, prezzi, sarete soddisfattissimi, perché a me vi invitano sempre, anche quando ero presidente di Confindustria, non puoi parlare delle tue aziende, ho capito, allora dicevo però c'è Itabus perché io arrivo a Trento, ma se da Trento voglio andarmi da qualche altra parte, arrivo a Verone voglio andare sul Garda, arrivo a Firenze voglio andare a Pisa, San Gimignano, a Siena, a Vedermisiena, se arrivo a Napoli voglio andare a Palermo o a Pompei e alla costiera Malfitana, io ho studiato negli Stati Uniti, tra l'altro ho incontrato adesso il Premio Nobel che è stato un grande maestro e negli Stati Uniti il Pullman non è un prodotto di serie B, attenzione, in Italia noi abbiamo tanti piccoli centri ma non tutti possono permettersi la macchina con l'autista o affittarsi una macchina, allora anche per il turismo, sto dicendo che la concorrenza è una delle cose di cui parliamo tanto ma manca in Italia, se ci fosse più concorrenza in tanti settori avremo più occupazione, miglior servizi e costi minori però ne parliamo tanto ma il livello di concorrenza in Italia è ancora molto molto basso. Volevo restare un secondo sulla questione dell'auto perché so che la passione particolarmente... io devo stare attento a non esagerare a dire quello che penso. No no ma esageri pure, siamo qui, deve esagerare, deve dire anche esplicitamente tutto, quindi responsabilità, come è stato possibile che alla fine, al di là del cambio di nome, che alla fine abbiamo perso un'industria così rilevante e poi adesso la soluzione è portare i cinesi a produrre in Italia, questa è la soluzione per cercare di migliorare la produzione italiana di auto. Io credo che questa crisi viene un po' da lontano ma che ha avuto il momento dei culmine quando c'era l'idea da parte del gruppo Fiat nel suo complesso di fare accordi con altre aziende era diverso dal fatto di vendere un'azienda. Oggi le decisioni che riguardano l'auto italiana sono prese a Parigi, molte piattaforme sono piattaforme non italiane, piattaforme di costruzione delle macchine e noi vediamo come ormai ci siamo abituati a vedere stabilimenti praticamente chiusi, attenzione alcuni degli stabilimenti italiani sono stabilimenti di grandissimo livello tecnologico ancora oggi. Allora continuiamo a sentirci dire che dobbiamo arrivare a un milione di auto ma è meglio che le favole le raccontiamo ai bambini anche molto piccoli perché già quelli grandi celli non ci credono più alle favole, abbiamo bisogno di portare dei noi che abbiamo io ricordo nel 75 io vinci il mio primo mondiale di formula 1 con Niki Lauda pensate in quell'anno l'alfa romeo vinse la 24 ore di Le Mans e la lancia vinse il mondiale di Rally quindi le tre maggiori competizioni formula 1 Rally e Le Mans furono vinti da tre marchi diversi italiani. Noi abbiamo oggi una situazione che la macchina il modello base è un modello nato più di 30 anni fa che è la panda e abbiamo tutti gli stabilimenti chiusi allora io credo per rispondere che sia necessario avere due cose, una chiarezza enorme con Stellantis per avere una volta per tutti sapere tempi, modi di impegno sull'Italia e due non possiamo accettare che si investa per portare dei cinesi in Italia invece di investire in Italia in modelli nuovi in stabilimenti italiani dove noi abbiamo ancora speriamo non per poco oltre che dei bravissimi fornitori degli stabilimenti di primordine ma gli stabilimenti si evolvono la tecnologia e l'organizzazione se continuiamo a tenerli chiusi rischiamo moltissimo quindi io credo che la cosa sia di fare un grande piano di rilancio però purtroppo che sia stata venduta o meno il gruppo a Stellantis le decisioni vengono prese a Parigi ecco perché torno anche al problema la prima domanda sull'Europa noi dobbiamo anche avere dei rapporti stretti di collaborazione di buon vicinato con alcune paesi europei con cui poter condividere certe operazioni perché sono certo che al presidente Macron interessi molto di più non perdere un operaio uno stabilimento un fornitoro in Francia che non in Italia e questo per noi non è accettabile. Volevo tornare sul punto della formazione e sul punto dei salari naturalmente noi leggiamo in continuazione rapporti che ci dicono di della mancanza di figure professionali di soprattutto nell'area tecnica nell'area scientifica e ci dicono problemi di formazione cioè ci sono troppi pochi laureati in quelle materie o troppo poche specializzate in formazione di alto livello in quei settori però c'è anche un'altra questione vera che spesso i pochi che formiamo scappano all'estero e quando allora in un mondo in un mondo come dire normale possibile anche bello spostarsi in un altro paese è un'esperienza meravigliosa. Sarebbe bello che anche altri da altri paesi venissero a lavorare in Italia trovando una benda accogliente quindi c'è una questione di formazione di numeri di qualità dell'istruzione ma c'è forse anche una questione di trattamento e di salari come imprenditore questa questione vera vera ponente se poi un ingegnere un informatico scappa perché all'estero guadagna il doppio è anche abbastanza approvzibile. Allora questo veramente stiamo di nuovo parlando abbiamo parlato dell'industria manufacturiera abbiamo parlato della gravissima situazione dell'auto che per noi è un punto fondamentale. Tu hai toccato un altro punto che di nuovo è un punto che dobbiamo tener fuori dal dialogo tra i partiti o dalla politica ma è un punto centrale. Allora intanto dobbiamo dire una cosa e lo dico ai tanti ai giovani che sono presenti qui oggi. Qui bisogna studiare perché vince chi è più bravo non posso pensare che voi abbiate già da subito le idee chiare su cosa volete fare da grandi però la competizione è fondamentale vince chi è più bravo quindi impegnatevi curiosità guardate quello che succede nel mondo mettete anche il naso fuori. Io ho avuto la fortuna di vincere una borsa di studio andare a studiare per due anni negli Stati Uniti volevo fare l'avvocato internazionale poi mi sono occupato di formula 1 però quei due anni mi hanno aperto la testa mi hanno fatto capire tante cose mi hanno tolto dal tran tran di tutti i giorni se avete la possibilità di passare un periodo dovunque all'estero pensate a voi stessi per crescere per essere più curiosi guardate ogni tanto anche qualche giornale straniero che non parla con parla solo del dibattito tra Salvini e la Meloni o tra Monte Fontana guardate fuori però il direttore dice attenzione molta gente va fuori perché va fuori va fuori per due motivi uno perché crede che fuori il merito conta se uno fiduci in se stesso si sente bravo sa che se è bravo in un altro paese viene apprezzato e questo è un primo punto e la seconda motivo per cui va fuori è un motivo che spesso riguarda i salari ma questo discorso generale e torniamo al tema della formazione noi oggi una volta si faceva fatica nel mondo dell'agricoltura perché nessuno voleva passare ore e ore piegate a raccogliere i pomodori oggi attenzione non lo trova l'industria molte persone oggi il turismo non trova molte persone oggi gli ospedali non trovano molte persone parlo di infermieri che vanno magari a fare gli infermieri fuori d'italia perché guadagnano di più questi sono temi che vengono dovrebbero essere il pane quotidiano di chi ha l'onore e la responsabilità di gestire questo paese questi sono i temi che interessano alla gente questi sono i temi per cui io vi dico andate a votare perché poi non ci possiamo lamentare allora dice benissimo sono come quelli che stanno sempre in tribuna e poi si lamentano se chi va in campo non gioca bene andiamo in campo mettiamoci la faccia abbiamo il coraggio di dire certe cose ora il tema della formazione noi abbiamo dovremmo fare se io fossi il presidente di confindustria e mi auguro che il nuovo presidente lo faccia noi dovremmo fare un inventario delle figure professionali che mancano che sono tante e fare un grande centro di formazione per formare le persone che possano occupare questi spazi il che vuol dire crescita delle aziende crescita dei consumi crescita dell'economia ma oggi se voi parlate con tanti imprenditori o tanti commercianti un giorno ero a rezzo vedo vado a prendermi un caffè la mattina erano le 7 e mezza cercasi barista il proprietario era lì che mi faceva il caffè ma riconosciuto ma cosa fa sta ferrari non vince mai perché loro pensano che io continuo a lavorare alla ferrari io sono stato ferma io la stagno luciano l'estate scorza ero andato a far due passi per napoli si è avvicinato un signore vestito bene che stai a fare qua stai vai a mararello a lavorare che state a fare la figura dei dei cioccolatai mi disse ma dico guardi che io sono sei anni che non lavoro più alla ferrari sto a napoli a fare il turista per dire e poi lo pensavo che stava ancora a ferrari però voglio dire oggi oggi come oggi il fatto di essere come posso dire essere in questo paese competitivi questo è un paese che offre delle potenzialità eccezionali perché adesso non parlo solo del treno quante startup sono nate in questo periodo quanti giovani hanno la possibilità di lavorare però attenzione attenzione il vero tema di oggi è che noi abbiamo bisogno di di di renderci conto che molti lavori gli italiani non lo vorranno più fare il barista di arezzo quando aveva scritto cerca si barista mi dice non vogliono cominciare a lavorare alle otto le sette e mezza della mattina quando io ho la clientela che prima di andare a lavorare viene a prendere il caffè non vogliono lavorare di sabato attenzione attenzione questo è un tema che riguarda il futuro di tante persone io credo che il reddito di cittadianza è stato un disastro per come è stato gestito io credo però anche che noi abbiamo bisogno di pensare a un salario minimo garantito perché non possiamo avere delle persone che guadagnino così poco e facciano così fatica arrivare alla fine del mese ma abbiamo anche bisogno Luciano a mio modo di vedere adesso che siamo con un governo che ha tutte le caratteristiche per poter durare abbiamo bisogno di mettere al centro poche chiare fondamentale priorità per lasciare il paese e io speravo che anche i soldi che arrivavano sono arrivati dall'europa servissero a fare due o tre cose che cambiassero veramente il paese ed essere un segnale forte di cambiamento invece sto vedendo che questo purtroppo non è quello che uno spera. Sì certamente ma su un punto però il tema del salario dei giovani anche un po' gli imprenditori dovrebbero prenderselo come spunto. Io penso assolutamente di sì cioè attenzione uno dei più bei giorni della mia vita a parte qualche vittoria nel campionato mondiale fu quando noi ricevemmo dal financial times noi ferrari il premio the best place to work in europe il posto migliore dove lavorare in europa con un'analisi di mercato fatto tra i dipendenti di tantissime aziende europee. Il più grande patrimonio di un imprenditore sono le donne e gli uomini che lavorano nella azienda. Per me la più grande soddisfazione di vedere un giovane che magari è entrato come operaio che magari è entrato come perito perché attenzione qui c'è un altro tema c'è il tema degli istituti tecnici io alla ferrari non potevo farlo solo con gli ingegneri quanto importante anche i periti tecnici non ci può essere tutti ingegneri gli istituti tecnici per un paese industriale sono fondamentale fondamentale attenzione allora quando tu hai donne e uomini che lavorano bene quando tutti stai circondare come ho sempre cercato di faria io nella mia vita alla ferrari a italo alla fiat dovunque ho lavorato di persone molto più brave intorno a me e allora tu capisci quanto è importante lo spirito di gruppo premiare chi merita perché deve andare avanti chi è più bravo per me la più grande soddisfazione ripeto è uno che entra come operaio e diventa l'amministratore delegato di un'azienda tanto di cappello vuol dire che ha lavorato bene o come io parlo con i capi treni nei nostri treni che è entrato per fare lo steward o una donna per fare la la hosta se oggi è capo treno si sente gratificata sente che stai in un'azienda in cui se sei bravo cresci che non hai bisogno della raccomandazione dell'onorevole x o dello zio y o de ma che sei brava perché un'azienda deve mettere in condizioni di premiare chi è più bravo nell'interesse dell'azienda perché per crescere ha bisogno di persone molto molto brave e per avere delle persone molto brave la formazione fondamentale perché il mondo si sta evolvendo adesso c'è il grande tema dell'intelligenza artificiale che sembra che sia un dramma la dobbiamo gestire la dobbiamo utilizzare fu come quando nacquero il computer che erano tutti a dice adesso come deciderà tutto il computer no il computer è importante se tu lo sai dominare se tu lo sai gestire se tu sai cosa chiedere al computer non è che il computer ti che deve fare da solo allora vedi io credo che noi oggi tornando alla tema degli imprenditori gli imprenditori devono sapere che il loro più grande patrimonio sono le persone che lavorano in azienda debbono a mio modo a ricevere molti premi in funzione dell'utile raggiunto perché senza di loro l'utile non si raggiunge devono essere coinvolti sui risultati e devono sapere che c'è un tracciato di carriera che se io entro in azienda che so che tutta la vita dovrò fare lo stesso mestiere non va bene ma se sono bravo devo sapere che l'azienda ti mette in condizioni di salire credo che questo sia una grande responsabilità degli imprenditori come finisco se lo 0,0001 o quant'è del loro utile intanto io sono favorevolissimo a detassare chi assume nuove persone se io assumo dei giovani bravi devo avere un incentivo dallo stato in questo senso per pensare ai giovani non farli andar via ma soprattutto se l'1% degli utili li metti in una grande centro di formazione nazionale usando anche gli immigrati attenzione guardate che c'è tanti immigrati di qualità non pensate che gli immigrati sia solo gente che viene qui e non fa niente c'è gente io il mio meccanico io ho la passione di farmi mettere a posto delle macchine vecchie è un ragazzo che è arrivato dal marocco vi assicuro è un meccanico straordinario è arrivato qui si è messo a lavorare è un meccanico straordinario come lo saranno straordinari i cittadini che magari non hanno la pelle dei nostri figli che sono nati in italia stanno studiando in italia ma non sono considerati italiani dobbiamo fare dei salti di qualità di questo e la formazione gli imprenditori hanno un grande responsabilità sia in fronte di salari più competitivi e anche il sindacato perché uno deve usare anche il premio se l'azienda raggiunge certi risultati deve essere in condizioni di premiare chi è stato fondamentale per raggiungere quei risultati io ho avuto dei problemi con il sindacato perché quando io volevo premiare i collaboratori della della scuderia ferrari che lavoravano anche di notte il giorno prima del gran premio per provare a vincere e abbiamo vinto tanto io devo premiare loro non devo premiare tutti altrimenti non è più un premio è un ulteriore salario però anche i salari devono aumentare in funzione dei risultati dell'azienda credo che in questo senso ci sia una grande responsabilità culturale degli imprenditori anche se vedo che molti imprenditori alla fine dell'anno poi danno un premio adeguato importante io penso che questo stia avvenendo ma deve venire di più bene abbiamo finito il nostro tempo ma non è finito, avevamo detto che ora e mezzo c'è tutto da affrontare il tema, no ma io ho un'altra domanda una domanda finale però ma questa ferrari quando la facciamo vincere? Ma io sai Luciano che magari questo weekend dove andavamo bene anche quando non eravamo competitivi perché monte carlo non è solo una rulletta davvero può succedere di tutto certo io sono triste sono triste perché è 11 anni che la Ferrari non solo non vince ma non arriva nemmeno all'ultima gara in condizioni di vincere io ho perso nove campionati del mondo e vi assicuro che se ci penso, ne ricordo uno dopo l'altro, mi viene il mal di stomaco devo uscire di qui andare a prendere un malox in farmacia se penso che una volta con Felipe Massa abbiamo tagliato il traguardo in Brasile tutti abbiamo vinto dopo 16 secondi arriva Hamilton che uno l'ha fatto passare e per un punto vince il mondiale, se con Niki Raudo abbiamo perso per mezzo punto un mondiale, se con Alonso abbiamo perso due mondiali di fila all'ultima gara perlomeno la bello dello sport è come quando l'Inter fece la finale con Manchester City l'anno scorso se l'è giocata in finale noi siamo ma perché perché oggi manca a mio modo di vedere una vera leadership della Ferrari Enzo Ferrari era un leader anzi certe volte io che gli devo tanto io che da lui ho imparato tanto tanto perché ragazzi un altro consiglio che vi do io nella mia vita ho sempre cercato di avere dei riferimenti delle persone da cui ho imparato molto studiando quello che hanno fatto valutando quello che hanno fatto Michele Ferrero piccola pasticceria di Alba oggi è una delle due più grandi industrie dolciarie del mondo si inventò la Nutella, Tic Tac, Roche un imprenditore che aveva una pasticceria grande come meno della metà di questa sala, Ralph Lauren in America aveva una baracchina vendeva delle cravate a Manhattan nel centro di New York ed è uno che si è inventato la moda io ho sempre guardato posso fare tanti altri esempi di persone di persone eccezionali la Ferrari ha bisogno di una faccia ha bisogno di un leader ha bisogno di avere persone competenti di formula 1 ha bisogno io quando arrivavo terzo il lunedì mattina mi ricordo facevo le riunioni urlavo mi dava un fastidio oggi arrivi terza la Ferrari sul podio arrivata terza ma noi dobbiamo arrivare primi non terzi non quarti non secondi dobbiamo avere l'ambizione però dobbiamo avere anche l'organizzazione lo spirito finisco perché Ferrari mi ha insegnato due grandi cose uno che bisogna non arrendersi mai mai anche nei momenti più difficili avere la forza e allora prima parlavamo a colazione del gruppo dello spirito di squadra devi avere delle persone con te con cui ti senti unito che nel bello nei momenti belli e nei momenti brutti quando si vince e quando si perde questa è anche la differenza dei piloti ci sono alcuni piloti straordinari che sono un tutt'uno con la squadra che quando vincono è merito di tutti e quando ci sono altri invece che quando vincono è merito loro e quando perdono è colpa della squadra quello è meglio non averli l'altra cosa che mi ha insegnato Ferrari che vi trasferisco quando si è al top che va tutto bene la gente pensa ormai non abbiamo bisogno di si rilassa e proprio quando si è al top quando si è forti che bisogna sapere che per rimanere lassù bisogna lavorare ancora di più quando noi abbiamo vinto cinque mondiali di fila io non dimenticherò mai un articolo del The Guardian inglese che dice adesso che dopo 21 anni gli italiani hanno vinto il mondiale e passeranno altre vendi a festeggiare bene cari inglesi noi ne abbiamo vinto i cinque di fila uno dopo l'altro e poi ne abbiamo persi nove con Schumacher con Raikkonen con Felipe Massa con Niki Lauda con Fernando Alonso perdere il mondiale per tante volte all'ultima gara dopo aver lavorato tanto giorno e notte è dura però per rispondere alla tua domanda alla Ferrari oggi spero spero che non sia non sia contenti più di vincere una gara o di andare sul podio ma finalmente abbia un'organizzazione una mentalità una leadership e anche delle competenze per poter vincere di nuovo un mondiale perché 11 anni che non vinciamo bene grazie grazie al cordero di monte Zemolo e grazie soprattutto a voi che siete stati qui per questo pomeriggio grazie io ringrazio Luciano Fontana grazie non mi era mai capitato di avere devo dire oltre che il piacere l'opportunità di dialogare con te ti ringrazio tanto grazie a tutti
{{section.title}}
{{ item.title }}
{{ item.subtitle }}