Migranti e rifugiati: esperienze e progetti a confronto
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Migranti e rifugiati: esperienze e progetti a confronto
Le ondate di immigrazione e l’arrivo dei rifugiati rendono più difficili i rapporti tra Nord e Sud dell’Europa: il nostro continente non sembra più in grado di gestire le relazioni con il Sud del mondo e la crisi umanitaria che ci arriva in casa. A confronto esperienze e progetti di due grandi organizzazioni internazionali.
buon pomeriggio e benvenuti un ringraziamento agli organizzatori del festival per l'invito e per aver dedicato questo spazio all'approfondimento e al dibattito su un tema di grande attualità come quello dell'immigrazione della questione rifugiati un tema che purtroppo è diventato ostaggio non solo del populismo che in crescita in europa ma anche di una disinformazione direi imbarazzante un conflitto politico e ideologico che mette in ombra quelli che sono invece fatti e dati concreti per spiegare il fenomeno noi qui spero in questa sala oggi approfittando della presenza di due ospiti di peso perché del tema se ne occupano da vicino carlotta sami portavoce dell'alto commissariato delle nazioni unite per i rifugiati con aria del sud europa e federico sodano direttore coordinatore dell'office for the mediterranean dell'oim cercheremo di far luce su queste ombre anche se abbiamo 60 minuti proveremo con massima sintesi di farlo proveremo a fare il punto della situazione con numeri dati e progetti tenendo sempre bene a mente la differenza tra questione rifugiati e quella degli immigrati e in un secondo momento una volta fotografata questa realtà invito ai nostri relatori di cercare di dare anche delle proposte a questa sfida epocale dove molti si affrettano ad etichettare raccontare come il problema tra virgolette invece che la risorsa e l'opportunità vorrei anche che si cercasse di spiegare questo e questo lo vediamo anche nei nostri giornali c'è una vera e propria schizofrenia ultimo dato e quello sulle pensioni abbiamo visto che da una parte si parla di pensioni per quanto riguarda gli immigrati come una risorsa invece dall'altra parte la cosa inversa e vorrei quindi cercare da tutte le due parti da tutti i nostri due ospiti fa fare le giuste differenze quindi iniziò proprio dal federico soda e quindi dalla questione immigrazione questo movimento continuo di persone no che si dimentica spesso come sia come faccia parte della storia dell'umanità e e oggi sappiamo ormai anche che una volta chiuse le porte per un arrivo legale rimangono le vie illegali disperate i morti del mar mediterraneo che anche in questi ultimi giorni abbiamo assistito sono la più drammatica prova di questo lo è dalla sua parte segue questo fenomeno anche a livello globale noi qui vogliamo cercare di parlare del caso italiano degli sbarchi sulle nostre coste e capire che intanto questi arrivi in questi ultimi mesi sono soprattutto arrivi che da parte della somma sono arrivi dal continente africano arrivi che secondo le statistiche aumenteranno sempre di più e quindi vorrei capire e cercare di capire anche con voi come prepararsi a questi eventi quali sono i dati concreti di questi flussi quali le previsioni i progetti in campo gli ostacoli e in un continente come il nostro che un continente che sta invecchiando e davvero possibile descrivere questi flussi come una minaccia e non come una risorsa prego grazie mille karima e grazie al comune di trento alla provincia autonoma di trento ai tutti gli sponsor per aver organizzato questo bellissimo festival e per l'invito a long cari saluti anche a carlotta ormai un'amica sono molto contento di essere qui insieme a voi oggi la situazione si è veramente complessa e forse siamo solo all'inizio del della complessità direi iniziamo un attimo con i dati anche permettere un quadrare un po la questione perché secondo me i dati dicono già molto riguardo se questa è un'invasione o no l'anno scorso sono arrivate 153 mila persone in italia tramite i barconi di al mediterraneo è un totale di poco più un milione in tutta l'europa se includiamo la rotta balcanica dalla grecia dalla turchia alla grecia verso l'europa più a nord l'italia quest'anno siamo più o meno allo stesso livello durante lo stesso periodo dell'anno scorso c'è un koran circa 47 mila sbarchi fino ad oggi dal primo gennaio che come esattamente quasi esattamente lo stesso lo stesso numero di arrivi durante lo stesso periodo nel 2015 e dalla grecia cioè dalla via della rotta del dai balcani e dell'europa e del mediterraneo orientale ne sono arrivati circa 150.000 persone sono sicuro che carlotta parlerà anche di più di questi flussi perché sono molto diversi da quelli che osserviamo nel mediterraneo centrale verso l'italia per il momento quelli verso la grecia sono abbastanza fermi perché abbiamo questo accordo tra lui e la turchia che sta tente mantenendo un po la situazione per il momento ferma diciamo anche se negli ultimi giorni osserviamo degli spostamenti che ci preoccupano molto dalla turchia verso creta e anche dalla turchia tentativi di raggiungere l'italia direttamente verso creta per poi raggiungere l'italia infatti oggi non non ho gli ultimi dati sono sicuro che carlotta ce l'ha più precisi di me perché questo è tocca al suo lavoro più direttamente del mio come portavoce ma si parla di centinaia di morti dalla rotta in questi giorni da creta giusto se non è ancora certo ma c'è stato un naufragio potrebbero esserci circa un centinaio di queste sono le notizie di qualche ora fa quindi e morti in mare anche nel mediterraneo un notevole aumento dall anno scorso 2000 più circa 2000 fino fino ad oggi nel 2016 una rotta che sta diventando più pericolosa nonostante una forte presenza di navi e di operazioni sia dagli eserciti che dalla guardia costiera ovviamente è anche da navi commerciali una rotta sempre più pericolosa perché i rischi sono sempre più i rischi che diciamo i trafficanti costringono questi migranti e rifugiati a prendere sono sempre più alti settimana scorsa si è capovolta una nave un barcone che lo stava trainando un altro barcone e il secondo quello che trainavano era senza motore perdeva acqua già quando parte partito e lapse rotta la pompa dell'acqua dopo qualche ora essere capovolto e sono molte centinaia di persone quindi un modo cioè è allucinante che nel 2016 la gente si sposti in questi modi e che muoia non solo del mediterraneo ma anche probabilmente molti di più muoiono attraversando il deserto allora in tutto questo quali sono le prospettive beh innanzitutto non possiamo illuderci di cercare di fermare questi flussi anche se quello fosse il risultato che vogliamo ottenere ed è sicuramente non quello che mantiene la mia organizzazione ma anche se forse quello è diciamo mission impossible abbiamo delle pressioni dei drivers in africa che sono diciamo epocali innanzi tutto un continente con 1,2 miliardi di persone oggi ne avrà circa 2,2 2,4 nel nel 2050 quindi stiamo osservando un raddoppiamento della popolazione africani nei prossimi 30 anni più o meno queste questa crescita di popolazione è impossibile che sarà assorbita da la crescita economica solo in africa non è non importa alla velocità cresce l'africa anche se fosse come la cina negli ultimi 15 anni non ce la farebbe ad assolvere tutte queste nuove queste nuove persone che entrano il mercato il lavoro dall'altra parte abbiamo come sappiamo bene in europa un tasso di fertilità basso in tantissimi paesi una contrazione della forza della forza del lavoro e soprattutto in paesi anche anche del nord anche la germania nei prossimi nei prossimi 12 o 13 anni avrà circa 8 milioni di persone in meno nel mercato di lavoro quindi c'è una contrazione notevole e non possiamo però anche in italia e non possiamo permetterci una contrazione della forza del lavoro perché abbiamo dei sistemi di welfare che vanno mantenuti tramite tasse altra altri pagamenti e ovviamente non possiamo entrare in un ciclo di continua perpetua contrazione senza senza senza manodopera sennò non facciamone una bella fine quello è quella è ovvio c'è anche una una disuguaglianza enorme non solo tra gli diciamo i paesi del sud e quelli del nord cioè i paesi dell'africa e i paesi europei occidentali queste questa disuguaglianza è fortissima tra il nord e sud ma è anche forte nelle sub regioni dell'africa in ogni ogni regione dell'africa dell'africa occidentale o dell'africa orientale o del sudafrica abbiamo delle economie forti che attirano anche per conto loro migranti e popoli che cercano lavoro e migliori opportunità e quindi abbiamo degli dei grandissimi flussi diciamo inter intra regionali in africa che paragonati a quelli che arrivano in europa fanno abbastanza ridere a dir la verità perché non parliamo del della gente che è costretto a spostarsi che arriviamo velocemente nei dei milioni e carlotta magari ci dirà ci dirà di più di questo ma anche per ragioni economiche nell'africa occidentale e nell'africa orientale ci sono di continuo milioni e milioni di persone in movimento che non lasceranno mai l'africa non hanno nessuna intenzione di lasciare l'africa quindi il fatto che ci fa che all'europa fa paura un arrivo di quello che l'anno scorso con più di un milione di persone rappresenta il virgola 2 per cento della popolazione europea sinceramente abbastanza imbarazzante e imbarazzante che questo continente non abbia la capacità e la forza di fare meglio di quello che sta facendo e di gestire questa situazione nel modo migliore e di attrezzi ce ne sono tanti i cambiamenti climatici mi preoccupano molto perché io sono 16 anni che faccio questo lavoro non solo in italia sono in italia solo da 18 mesi però posso dirvi che anche solo dieci anni fa non se ne parlava molto del dei cambiamenti climatici e della migrazione e invece oggi giorno possiamo vederle vedergli vederli questi impatti possiamo già osservare l'impatto dei cambiamenti climatici proprio in queste regioni dell'africa occidentale da cui vengono moltissimi dai migranti che arrivano in europa perché in questo periodo fino adesso quest'anno la grandissima parte sono nazionalità dell'africa occidentale proprio i posti che sono anche colpiti da certi cambiamenti climatici la tecnologia il social media ha un ruolo importantissimo ha rimpicciolito il mondo in un modo in tutti i modi lo sappiamo bene tutti noi però anche in come la gente decide e decide di spostarsi e dove spostarsi ormai la comune la comunicazione dei migranti che stanno facendo il percorso o che sono arrivati in europa è instantanea e questo anche determina molto le decisioni di quelli che li seguono li seguiranno e anche questo è un aspetto l'altro aspetto molto negativo e anche che ha osato moltissimo dai trafficanti per vendere informazioni false promesse e speranze che tante volte non so non si realizzeranno e in più ovviamente che non considerano mai gli altissimi rischi di questa migrazione irregolare ormai gli eventi quindi abbiamo globalizzato tantissime delle nostre attività dei nostri settori economici sociali eccetera però la globalizzazione globalizzazione della migrazione è andata un po per conto suo cioè se è realizzata anche questo si è realizzato anche questo ma in un modo finora molto più disordinato gli eventi che succedono in paesi che sembrano lontane ci toccano direttamente molto molto rapidamente e sto pensando un esempio di dei giovani somali che sono arrivati in italia qualche settimana fa ma che ci hanno raccontato che erano lavoravano erano negati dalla somaglia allo yemen per questioni di lavoro e stavano discretamente bene in yemen cioè meglio in di emmen di che in somaglia lavoravano guadagnavano qualche cosa poi con la situazione in yemen che peggiora di continuo non potevano più sopportare il conflitto la guerra il pericolo eccetera e hanno deciso di lasciare lo yemen non per tornare in somalia dove sapevano già cosa li aspettava nulla nulla è cambiato da quando se ne sono andati e quindi se sono spostati verso nord ed è così che anche i conflitti e le guerre che non toccano solo ovviamente i popoli di quegli stessi paesi ma di di gente che si che si sposta verso quei paesi e poi si trova in pericolo dopo una volta in pericolo una volta che decidono di spostarsi nuovo sovente si spostano in in una direzione diversa dal loro paese d'origine in questo caso in europa e di guerre e dei conflitti ne abbiamo una lunghissima lista non ne risolviamo quasi nessuno una lista che diventa sempre più lunga conflitti sempre più complessi dall'afghanistan al all'africa centrale alla situazione in nigeria al mali e quindi possiamo cioè se non se non se non ci dedichiamo seriamente a una serie di aspetti che appunto creano questi questi questi driver schegge geren ce n'erano questa migrazione zie nell'ambito sociale economico sia nell'ambito socio politico di conflitti e di guerre sicuramente continueremo andare avanti in un grandissimo di disordine quelli che soffrono di più sono assolutamente i popoli di questi paesi e i migranti e rifugiati che li lasciano e in questo momento sono abbastanza abbandonati abbiamo dei programmi in europa che cercano di diciamo distribuire un pochettino questo peso ma sinceramente non stanno andando avanti non sono portati avanti dai dai governi non paesi in una in un modo serio quindi li stiamo abbastanza bloccati per il momento ed è una ed è un quadro molto molto deprimente questa non è una sala che uscirà probabilmente piena di gioia purtroppo non deve essere deprimente però ed è quello che secondo me l'aspetto molto difficile del nostro del nostro lavoro innanzitutto l'europa ha bisogno di questa gente ovviamente non ne ha bisogno nel senso in come nel modo in cui stanno arrivando questo non è il nostro aiutando nessuno eccetto i trafficanti che si arricchiscono spostando la gente in pericolo in modo irregolare e in modo disordinato che colpisce molto i popoli europei secondo me siamo in un ciclo vizioso dove l'elettorato tanti paesi ha perso la fiducia nel loro l'idea di gestire la situazione e quindi e quindi questo anche se probabilmente adesso sta risultando in una grande frammentazione in europa su questi temi quindi abbiamo bisogno innanzitutto di canali legali non solo per le persone che hanno il diritto alla protezione internazionale ma anche per diciamo in non rifugiati perché non tutti quelli che arrivano avranno il diritto alla protezione internazionale però avremo bisogno anche come ho detto prima di altri di altri tipi di immigrazione per gestire questa situazione dobbiamo fare di più nei paesi di origine e nei paesi di transito innanzitutto si può fare molto di più nei paesi di transito per cercare di proteggere la gente prima che arrivi arrivi alle sponde del nord africa per attraversare il mediterraneo si può anche fare molto di più per per per diciamo filtrare ed aiutare le vittime di tratta e minori non accompagnati due flussi che anche lì anche gli stiamo stiamo osservando un notevole aumento che ci preoccupa e poi dobbiamo lavorare in vera partnership con questi questi paesi d'origine per creare opportunità economiche per proteggere i paesi che sono su un buon percorso ma sono fragili e ce ne sono tantissimi la lista la lista è lunghissima l'africa occidentale praticamente è una collezione dei paesi più poveri del mondo quindi c'è moltissimo lavoro da fare su su sostenere la loro crescita la loro stabilizzazione e creare opportunità lì la migrazione dovrebbe essere una scelta non l'unica opportunità per un giovane di migliorare la propria vita dovrebbe essere una scelta e dovrebbe essere percorso tramite canali regolari se lavoriamo verso questo obiettivo c'è moltissimo da guadagnare dalla migrazione leggevo un articolo di un economista americano qualche giorno fa che diceva appunto che per l'america la migrazione è un tipo di lui ha detto risset bot cioè un bottone che riattiva l'economia ed è proprio questo che i migranti possono portare ovviamente in europa abbiamo bisogno di politiche di integrazione serie in italia non abbiamo neanche un piano di integrazione nazionale su una cosa che io considero importantissima e dobbiamo creare delle condizioni che permettano a queste persone di contribuire non solo a le nostre alle nostre economie e le nostre il nostro alle nostre crescita ma anche da un punto di vista appunto fiscale dei sistemi di welfare eccetera grazie grazie per aver descritto in modo eccellente anche con dati fatti numeri abbiamo bisogno di canali legali ha ripetuto certamente ne abbiamo bisogno lo chiedono in molti non solo i migranti ma io ho avuto nella nella mia quotidianità nel lavoro che faccio come giornalista e mi occupo di immigrazione ho realizzato diversi reportage sul tema immigrazione è legato all all'italia quindi a famiglie italiane mi è capitato spessissimo di incontrare storie per esempio di famiglie che avevano una badante piuttosto che un lavoratore straniero e che non potevano insomma regolarizzare perché era difficile accedere a questi canali legale questo è veramente non solo deprimente ma è uno scandalo vero proprio perché da una parte c'è la richiesta c'è la domanda ma non c'era l'opportunità non c'è la possibilità di poter agire in un diciamo un cammino legale quindi troviamo ci sono delle statistiche che parlano di almeno 500 mila clandestini mia questi 500mila grandissimi in realtà lavorano e quindi contribuiscono a un'economia ma invece che contribuire a un'economia legale contribuiscono un'economia che è sotto tracce che illegale che non fa bene assolutamente al paese purtroppo la macchina della legalità per quanto riguarda l'immigrazione ormai inceppata da un bel po ed è l'unico tema che veramente trova un muro pazzesco da da da battere eppure continuano gli arrivi e continuano insomma i drammi poi abbiamo anche una migrazione sul sud e ne parlavo prima io sono di origine marocchina sono figlie di immigrati una delle prime famiglie di marocchini che arrivarono qui in italia negli anni la fine degli anni settanta e il mio paese di origine e diventato un paese di emigrazione nel senso che arrivano altri diciamo persone dall'africa e trovano questo paese come una possibilità un'opportunità per poter comunque accedere al lavoro avere portare avanti il proprio sogno oppure sfuggire a una guerra ci sono anche rifugiati siriani insomma è una trasformazione in questi cinque anni che pazzesca e addirittura adesso si sta discutendo sulla cittadinanza quindi mentre qui dopo vent'anni forse anche di più non si riesce a cambiare la legge sulla cittadinanza abbiamo paesi del sud che con tutti i drammi con tutte le difficoltà e la povertà che hanno si trovano oggi a rispondere al tema immigrazione quindi davvero e è un mondo molto complesso che però ha bisogno di una visione ha bisogno di risposte adesso passiamo all'altra parte di questa di questo incontro e quindi parlare invece di rifugiati che un'altra parte un altro fenomeno di migrazione ne abbiamo sentito parlare soprattutto e abbiamo visto il riflettore accendersi soprattutto su questo tema per quanto riguarda le primavere arabe con gli sbarchi e e queste diciamo cosiddette primavere arabe realtà poi hanno messo anche alla prova non solo la solidarietà della comunità europea ma anche quanto davvero contino poco quelle parole scritte nero su bianco nei trattati europei e che da sempre sono state però fiore all'occhiello dell'unione europea sempre attenta ai diritti umani con invece questo rimbalzare delle responsabilità abbiamo scoperto purtroppo ce lo dirà ancora meglio la portavoce carlotta sano di quanto è difficile poi far sì che queste parole a queste parole seguano dei fatti e quindi ci troviamo oggi ancora discutere sulle quote su quanti di queste persone che rischiano la propria vita per aver riconosciuto per essere riconosciuto il loro diritto che è quello di rito dell'asilo ci troviamo a delegare un paese terzo che alla turchia per fare il lavoro che dovremmo fare noi e poi ci troviamo la guerra dei numeri e io vorrei qui anche in questo secondo intervento capire realmente perché da questi numeri che possiamo raccontare questa realtà numeri che vengono raccontati come qualcosa di impossibile da cogliere mentre invece troviamo numeri molto più alti accolti da paesi del sud nord africa pakistan eccetera che hanno molti più problemi di noi quanti sono quanto sono veri questi numeri e come questa diciamo questo tema questo grande rebus può essere realmente risolto prego grazie e buona sera a tutti intanto lasciatemi dire che è molto importante e credo saggio è anche un segnale di speranza al fatto che il tema dell'immigrazione il tema dell'asilo siano così presenti in questo festival hodges solo oggi credo che siano almeno quattro gli incontri in cui si parla in diverso modo di questo aspetto e se ne parla dal punto di vista delle soluzioni dell'azione umanitaria ma se ne parla anche dal punto di vista degli investimenti economici e questo è estremamente utile ed è poi importante che a voi sia forse è la prima volta sia data questa opportunità anche di avere informazioni su questo fenomeno giustamente da due punti di vista cioè dal punto di vista dell'immigrazione per motivi economici e dal punto di vista dell'immigrazione forzata perché per motivi di richiesta d'asilo questi due aspetti vengono costantemente ma non soltanto dai media in maniera magari superficiale ma anche scientemente e alle volte consapevolmente per obiettivi precisi confusi in realtà questa confusione rende impossibile trovare delle soluzioni soluzioni che riportano sempre a delle strategie che emettano elementi di legalità nella gestione dell'immigrazione economica nella gestione dell'asilo allora veniamo al tema del dell'asilo e dei rifugiati i rifugiati sono migranti ma non tutti i migranti sono rifugiati perché perché il rifugiato è quella persona che è costretto a fuggire dal proprio paese per motivi di persecuzione di carattere religiosa di genere o perché nel proprio paese c'è un livello di violenza intollerabile per torre per terrorismo o per l'esistenza di un conflitto i migranti forzati cioè coloro che lasciano le proprie case nel mondo oggi sono 60 milioni di cui 40 milioni sono sfollati interni cioè persone che non vivono comunque più nella propria città nel proprio villaggio sono rimasti nei confini del proprio paese ma si sono spostati pensate in siria noi abbiamo circa 8 milioni di sfollati che in media ogni siriano si è spostato in questo modo dieci volte dopodiché abbiamo 20 milioni di rifugiati persone che vivono fuori dal proprio paese bene la maggior parte di queste persone non vivono ha fatto in europa o negli stati uniti o in paesi di economia avanzate mia vivono nei paesi poveri ossia in quei paesi che immediatamente confinano col paese in guerra riporto alcune stime gli sfollati interni appunto sono 40 milioni sono circa 7 milioni in siria sono 6 milioni in colombia non so se lo sapevate perché pochi lo sanno in sud sudan paese poverissimo sono 2 milioni in yemen sono 2 milioni e in iraq sono tre milioni gli altri i rifugiati i 20 milioni di rifugiati nel mondo vivono solo è prevalentemente in 78 paesi nel mondo che sono i paesi più poveri il 90 per cento di loro vive in paesi poveri quindi quello che diceva federico so da poco fa cioè il pensare che qui ci sia un invasione è assolutamente lontano da una verità fattuale lontano dai fatti e lontano dalla realtà perché questo venga come dire propagandato in qualche modo perché si crea un circolo vizioso determinato innanzitutto dal fatto che questi flussi che sono aumentati perché effettivamente dal 2011 e qui veniamo alle primavere arabe anche in poi il numero delle persone che sono state costrette a fuggire dal proprio paese è passato da circa 11 mila persone al giorno in media a 42 mila e 500 persone al giorno oggi quindi questi flussi sono aumentati sicuramente ma è davvero una minima parte quella che riesce ad arrivare qui eppure nonostante sia una minima parte le istituzioni europee non sono state in grado di trovare una soluzione gli strumenti che hanno in mano ancora adesso le istituzioni europee paesi europei non sono adeguati non sono funzionali perché sono stati pensati diversi anni fa quando la situazione a livello mondiale era completamente differente ma non era possibile pensare che la mobilità della quale godiamo tutti in qualche maniera non avrebbe seppur malamente beneficiato anche tanti migranti e tanti rifugiati i sistemi non funzionano e quindi nel momento in cui l'anno scorso sotto una pressione determinata da cinque anni di guerra in siria e circa 5 milioni di rifugiati che vivono tutti in libano iraq giordania e turchia in una situazione che si faceva anno dopo anno sempre più disperata questo ha fatto sì che circa un milione di siriani ci si è spostato da questi paesi verso l'europa l'europa non è riuscita ad affrontare questa situazione perché perché in europa non esiste un sistema di accoglienza dei rifugiati che sia omogeneo e un sistema di accoglienza come quello italiano è pieno di diciamo di difficoltà e di falle ma non esiste in nessun altro paese europeo noi abbiamo 113 mila posti in accoglienza e neuro in italia questa situazione non esiste in nessun altro paese europeo hanno dovuto metterle in piedi in fretta e furia in alcuni altri paesi ad esempio la germania ad esempio la svezia la grecia ancora sta lottando contro il tempo sostanzialmente contro una crisi umanitaria molto preoccupante perché ci sono 54 mila rifugiati e migranti adesso in grecia stanno lottando appunto contro il tempo nel creare 27 campi rifugiati ma pensate che a giugno dell'anno scorso parliamo di un anno fa quando questo flusso si cominciava a manifestare ormai già da un paio di mesi in grecia erano disponibili 1.500 posti in accoglienza ora è chiaro che se arrivano a 800.000 persone e 900 mila persone che si informano come me come vuoi che leggono voi pensate che il 34 per cento dei siriani che sono arrivati in grecia l'anno scorso ha un diploma ha una laurea quindi voi immaginate che come si fa a immaginare queste non sono persone che non leggono non si informano sanno benissimo che un sistema di accoglienza e migliore in un paese europeo piuttosto che un altro se non c'è un sistema omogeneo che sia in grado di rappresentare una sicurezza un'accoglienza reale per tutti queste persone si muovono allora abbiamo visto questi flussi incontrollati attraverso la cosiddetta rotta balcanica sino a quando i singoli paesi non si sono come dire opporsi con delle anche delle iniziative estemporanee di chiusura delle frontiere con delle forze di polizia messe a controllare in maniera totalmente inefficace la pressione di migliaia e migliaia di persone il nascere di scontri fisici anche violenti tutto questo chiaramente spaventa spaventa le persone perché dimostra spaventa i cittadini europei nonostante ci sia un rifugiato ogni mille europei perché dimostra un incapacità nella gestione e poi dall'altra parte e chiudiamo il circolo vizioso ci sono alcune forze politiche che trovano estremamente utile utilizzare questa parola questa paura con delle parole di intolleranza e che non hanno nulla a che fare con i fatti per spostare l'attenzione da alcuni problemi che esistono in europa perché in europa non dimentichiamoci che tutto questo si inserisce in una crisi del welfare una crisi finanziaria una crisi del mercato del lavoro a cui occorre dare delle risposte ma che evidentemente a cui non si dà delle risposte perché il focus dell'attenzione viene spostata sull'invasione e si sposta tutto sul tema del i rifugiati portano via il lavoro agli italiani e le europee oggi per fortuna iniziano a esserci però è questa forse è la nota un po più positiva inizia intanto esserci una presa di coscienza perché vi assicuro che due anni fa io mi ricordo incontri a bruxelles e in cui si cercava in maniera nostre sono agenzie che porti cercano di portare delle soluzioni non facciamo politica facciamo portiamo delle soluzioni si prospettavano delle soluzioni il rimando che si aveva era quello di una sorta di negazione quasi psicologica della realtà una sorta di diniego della realtà oggi questa consapevolezza crediamo che ci sia e seppur con un certo disordine ci siano dei tentativi di portare avanti delle soluzioni vediamo sempre più istituti fra cui la world bank il fondo monetario internazionale e diversi studiosi che hanno incominciato a vedere in alcuni paesi come l'integrazione rugiati nell'economia abbia portato un dei benefici in termini di investimento proprio poche settimane fa è stato pubblicato uno studio in cui si dice che a fronte di 69 miliardi di euro viene valutato l'impegno che potrebbe investire l'europa nell'accoglienza di alpi di circa 2 milioni di rifugiati si avrebbe un ritorno in cresce in termini di crescita del prodotto interno lordo di 126 miliardi di euro questo perché perché si dovrebbero adottare delle soluzioni che al momento non ci sono ossia valutazione delle competenze delle capacità di ciascun richiedente asilo che arriva immediatamente iniziare un attività di insegnamento della lingua e di indirizzo delle di ciascuna persona nei luoghi laddove c'è bisogno di determinate figure lavorative e quindi la crescita di nuove imprese che danno lavoro anche a cittadini europei o l'inserimento di rifugiati in lavori che gli europei non fanno dando la possibilità agli europei di sviluppare altre altri canali di carriera insomma le modalità ci sono il problema è che siamo davanti a una situazione epocale che richiede delle soluzioni molto veloci e le soluzioni sono veloci ma i benefici si potrebbero vedere molto più in là quindi questo è il paradosso è la difficoltà della politica che invece vuole dare ha bisogno per avere diciamo sostegno di dare soluzioni immediate soluzioni immediate con benefici immediati su questo tema purtroppo non ce ne sono però come diceva appunto federico noi sappiamo come vi dicevo che il tema forte è soprattutto quello della presenza nel sud del mondo di migranti e di rifugiati ci sono molti paesi come il niger ma anche il kenya che sono già paesi poveri estremamente poveri e che ospitano e supportano la responsabilità di centinaia di migliaia di rifugiati allora è chiaro che se voi pensate un rifugiato st normalmente fuori dal proprio paese in media circa 18 20 anni parliamo di almeno una generazione e chiaro che se no non diamo una soluzione di sviluppo ea rifugiato e al paese che lo ospita prima o poi questa persona si sposterà insieme a questa persona se ne sposteranno altri allora dal nostro punto di vista le soluzioni che si possono e si devono mettere in campo sono duplici innanzitutto una forte complementarietà con le politiche di legalizzazione della migrazione per motivi economici poi un intervento nei paesi che sono in conflitto se voi ci fate caso la grande difficoltà ci si trova di fronte da circa vent'anni è la totale incapacità di portare pace nei paesi in guerra noi siamo di fronte soprattutto a paesi che hanno conflitti interni dove però ci sono interessi di molti paesi fuori da quelli interessati ma non c'è capacità di portare pace allora per noi è fondamentale che in quei paesi si aprano però dei canali per l'intervento umanitario vi dicevo 40 milioni di sfollati noi quelli sfollati di dobbiamo supportare dobbiamo essere in grado di portarli degli aiuti altrimenti sicuramente poi diventeranno rifugiati e diventare rifugiati non è solo una questione così pratica materiale è una questione che cambia radicalmente la condizione di una persona ne cambia la nazionalità e la cambia per per decenni quindi è importante e stabilizzare quelle situazioni pensate in siria ci sono dei villaggi a cui abbiamo avuto accesso proprio in questi giorni dove non si riusciva a portare un aiuto da quattro anni quindi stabilizzare queste situazioni in molti paesi non solo la siria non solo l'iraq ma anche tanti paesi africani veramente tanti paesi africani dopodiché aiutare i paesi che stanno loro attorno quindi tutte le iniziative che mirano adesso finalmente a considerare il supporto ai paesi in via di sviluppo dal punto di vista anche della migrazione dei rifugiati sono benvenuti fino adesso si pensava che sempre i rifugiati erano solo una questione di me vicenza ma se un rifugiato rimane tale per almeno 20 anni e chiaro che ci dobbiamo mettere in un'ottica più di di sviluppo quindi parliamo di scuola parliamo di economia parliamo di lavoro e poi i famosi canali legali appunto canali legali per l'immigrazione certo non esistono ma voi dovete immaginare che canali legali per l'asilo anche non esistono se pensiamo alla seconda guerra mondiale ci ricordiamo che tantissimi antifascisti perseguitati per motivi di genere di religione sono scappati anche dall'italia e all'interno dell'europa grazie ai trafficanti ma i trafficanti di allora non come i trafficanti di oggi è oggi nessun richiedente asilo ha modo di arrivare legalmente anche se ne avrebbe diritto io conosco una storia di un rifugiato siriano che è arrivato in italia e in modo irregolare e che per riunirsi con la propria famiglia ha dovuto rifare il viaggio da capo quindi attraversato il mediterraneo su un barcone due volte la prima da solo e la seconda con la famiglia e che è inconcepibile è una sconfitta assoluta per la capacità di implementare delle norme che sono sacrosante quindi far arrivare in modo regolare chi è più vulnerabile e si può fare vi faccio l'esempio del canada che è il paese di federico adesi canada deciso il nuovo primo ministro di far arrivare in modo regolare 26.000 siriani lo ha deciso a novembre ea marzo erano arrivati in canada tutti i 26mila siriani io stessa li ho visti partire dal dal libano quindi si può fare però sono ancora troppo pochi nel mondo in questo modo riescono a partire solamente 70 mila persone all'anno e io ho detto ci sono 20 milioni di rifugiati ora abbiamo chiesto a 92 paesi nel mondo di accogliere in modo regolare 450mila siriani a voi non sembrerà nulla eppure rappresenterebbe già un orizzonte di speranza per molti che a quel punto potrebbero decidere di non prendere più le barche e poi l'ultimo punto il tema del migliorare come vi dicevo il sistema europeo il sistema europeo dell'asilo al momento non funziona devono essere migliorate cambiate completamente le regole e deve esserci finalmente una presa di consapevolezza che o si fa tutti assieme oppure le soluzioni non si trovano e il danno di queste mancate soluzioni ricadrà invece sulle spalle di tutti questa crediamo noi sia la situazione grazie un'ultima domanda ricollegandomi al discorso fatto prima perché io ho avuto una segnalazione di una signora che un immigrata marocchina in siria da 12 anni in siria si era sposata con un siriano con la guerra persson marito ha una figlia di 4 anni e non riesce a uscire dalla siria come si fa ad aiutare le persone che sono però dentro la siae come il caso di questa signora che non è riuscita non riesce ad uscire dalla siria perché uscire per le con una bambina di 3 4 anni significa rischiare di morire o in questo caso di perdere la propria figlia lei mi ha spiegato che ha provato diverse volte ma ha rischiato molto ne ho anche scritto sulla stampa mi dicono tutti che deve uscire e deve arrivare in libano questa è una situazione veramente drammatica le persone che si trovano in siria ci sono tanti migranti si trovano in siria non hanno sono intrappolate non hanno modo al momento di uscire dalla siria perché la presenza di dash e di altre milizie comunque di estremismo islamico hanno fatto sì che i paesi confinanti sviluppassero un timore fortissimo di una diciamo fuoriuscita del conflitto nei loro paesi parlo del libano e della giordania innanzi tutto ma parliamo anche della turchia anche se la turchia molto più complesse diversa quindi il libano l'anno scorso ha deciso di non registrare più nessun rifugiato siriano cosa significa registrazione la facevamo noi noi registriamo ogni rifugiato cyrano che in libano e questa registrazione consente a rifugiato di avere accesso all'assistenza libano c'è un rifugiato siriano ogni tre libanesi potete immaginare come se ci fossero 15 milioni di siriani in italia e quindi è impossibile appunto uscire in modo legale dalla siria è per questo che è così importante per le persone che in questo momento non possono uscire riuscire ad avere accesso a loro e aiutarle anche se non possono uscire riuscire a stabilire dei corridoi che permettano di proteggere il più possibile non esiste il modo per uscire in modo legale da un paese in guerra in questo momento mostra per far sì che questo avvenga concreta i canali questi cosiddetti mediaticamente corridoi umanitari cioè far arrivare le persone più vulnerabili più vulnerabili cosa significa persone malate e donne da sole con bambini e bambini perché ci sono anche molti bambini e giovani soli e farli arrivare direttamente in modo sicuro in un paese sicuro questa è la proposta concreta noi il 30 di marzo abbiamo avuto una conferenza mondiale in cui abbiamo avuto 92 delegazioni di governi ma abbiamo anche coinvolto gli imprenditori perché uno dei modi anche legali per far arrivare le persone così potrebbero essere delle borse lavoro messe diciamo in relazione con dei visti procurati dai ministeri degli esteri vari paesi facendo arrivare le persone così i canali legali sono la via principale per intervenire su situazioni così drammatiche grazie noi abbiamo ancora un po di tempo quindi ne approfitto per magari dare lo spazio a qualche domanda dal pubblico visto che abbiamo questa opportunità per altre domande ai nostri relatori che volevo fare da tempo e mi riferisco in primo luogo ai rifugiati economici noi sappiamo che se è meglio così il problema b e questo noi sappiamo che 28 paesi dell'unione europea del proprio pil dovrebbe passare una piccolissima parte mi pare 0 800 qualcosa e genova a favore di investimenti nei paesi sottosviluppati ed è terzo mondo quarto mondo come vogliamo non ha importanza il problema per me questo o questi investimenti onde evitare migrazione futura o questi investimenti sono troppo piccoli o inefficaci o inefficienti o tutte e due esigono risposte ragazzi innanzitutto piccola correzione rifugiati economici è un po una concedersi contraddizione di terminologia diciamo che quelli che non hanno chiamiamo quelli che non hanno il diritto alla protezione internazionale non rifugiati tanto per semplificare un pochettino la terminologia oggi allora questo ai finanziamenti in gran parte questi finanziamenti non arrivano mai al target del puntello 7 per cento non so quanti paesi ci sono arrivati europei lei ovviamente è dei dati molto più precisi di me però sospetto che una gran parte dei paesi europei non arrivano mai a questo video a 7 per cento gli investimenti probabilmente sono troppo piccoli sicuramente ci sono degli sprechi però a prescindere a quelle da quei due punti li i risultati come diceva carlotta prima ci vorrà molti anni a osservarli dei frutti da questi investimenti in più questo tema di sviluppo e molto strettamente collegato anche le questioni di barriere di commercio e tariffe tasse eccetera e qui anche qui ci sia siamo in un contesto secondo me è paradossale abbiamo per esempio i migranti dall'africa occidentale che arrivano in europa che erano contadini in in africa ma più ma non riuscivano a vendere il loro prodotto è piuttosto di soffrire non riuscire andare avanti dov'erano vengono in italia a raccogliere la frutta qui quindi anche questo questa è una questione di rapporti non di migrazione tra i paesi ma è una questione di rapporti economici c'è un'ottima c'è un ottimo piano per di creare delle zone economiche in giordania per i rifugiati siriani una delle condizioni è che questi prodotti appena sono in linea con gli standard europei abbiano immediato accesso al mercato europeo e questo solo questo punto sta bloccando tutta l'iniziativa quindi possiamo ovviamente dobbiamo creare opportunità ma creare questa opportunità vuol dire anche essere più aperti a livello economico di di scambi di merce di riduzione di tasse per i prodotti dai paesi che vengono dall'estero eccetera non è una questione solo di metterci dei soldi dentro e fargli fece dei pomodori perché poi se i pomodori non compra nessuno se ne andando comunque sì io buongiorno volevo fare una domanda di questo tipo noi sappiamo che una volta che le persone sono qua sono un po come bambini cioè dobbiamo accompagnarli a conoscere il nostro paese è come avere dei grandi che però sono bambini nella conoscenza del luogo dove risiedono perché per potergli dare la possibilità poi di integrarsi anche culturalmente c'è bisogno di indirizzarli allora io volevo sapere esistono grandi progetti di integrazione culturale che stanno partendo perché la cultura e la conoscenza della cultura del paese dove vivi sicuramente è un modo per aiutarti a integrarti in quel paese ci sono sicuramente piccole cose che vengono fatti in tante città d'italia però volevo capire se anche altri paesi hanno fatto magari grandi progetti di integrazione culturale che noi possiamo in qualche maniera mutuare purtroppo non ci sono grandi progetti di integrazione però anzi non ci sono delle strategie forti però va tenuto anche presente un aspetto non solo non ci sono dei grandi progetti di integrazione delle strategie forti ma alle volte l'integrazione come dire è frenata anche da alcune pratiche tantissimi i migranti che stanno nel nostro paese come altrove in realtà arrivano per conto proprio poi dopo trovano il lavoro e ci sono ovviamente più facile per loro entrare in relazione con persone del loro stesso della loro stessa nazionalità quindi ci sono dei gruppi culturali che si creano in italia questo è abbastanza diffuso non ci sono grossi ghetti in italia divisi per nazionalità però c'è anche l'altro aspetto cioè tutti quelli che invece arrivano in maniera che viene in un modo che viene in qualche maniera intercettato soprattutto quelli via mare non vengono sicuramente stimolati ad un lavoro ad un percorso di integrazione dalle prime ore cosa che invece dovrebbe avvenire purtroppo anche se sono passati adesso delle leggi che permettono ad esempio ai richiedenti asilo di lavorare appena presentano la domanda eccetera in realtà servirebbe un metodo città molto maggiore nell'insegnamento della lingua nella accettazione di determinati incarichi di lavoro nell'entrare in relazione molto prima adesso invece c'è tutta una fase di assistenza che può durare anche un anno un anno e mezzo due anni e il cui rischio è di tenere sempre le persone fuori in questo si paragonano alcuni modelli quello iper assistenziale ad esempio della svezia con quello americano che invece assiste per un breve periodo e dopo da alla persona diciamola la responsabilità di rimettersi dimette di inserirsi nel mercato del lavoro molto poi in maniera molto più auto autonoma il progetto adesso di integrazione tedesco proprio fresco di qualche settimana fa che impone ai rifugiati un percorso molto molto diciamo condizionato in termini di apprendimento della lingua tedesca della lingua inglese di accettazione di alcuni lavori in maniera obbligatoria addirittura di residenza in determinati città perché in quelle città è stato valutato che c'è la possibilità di assorbire nuova forza lavoro quindi ci sono delle spinte diciamo che vanno verso una progettazione migliore nel nostro paese l'elemento si è fatto abbastanza sul termine in termini di accoglienza immediata ma l'elemento dell'integrazione ancora molto fragile si aggiungo solo una cosa è fragile per quanto riguarda i rifugiati che dovrebbero essere insomma ed è assente per quanto riguarda l'immigrazione proprio noi ci troviamo oggi comunità appunto si non abbiamo dei ghetti ma persone che vivono in italia da vent'anni ma che non sa parlare l'italiano e poi si dice loro pro voi non sapete si pretende che per la richiesta della cittadinanza sappiano gli articoli della costituzione e cioè delle cose veramente assurde non perché si giustifica il fatto che un immigrato non sappia non so mai valori la cultura eccetera ma proprio perché dall'altra parte c'e realmente un vuoto non c'è un programma di integrazione che effettivamente dia la possibilità a queste persone di conoscere il paese dove vivono la cultura le leggi diritti doveri eccetera quindi è come se non ci fosse veramente una coscienza una consapevolezza del fatto che questa realtà si arriva da lontano ma sta facendo parte della mia comunità queste persone hanno figli che nascono crescono nel nostro paese forse grazie ai loro figli che qualcosa riusciranno a conoscere anche l'italiana perché vediamo dei bambini che insegnano le madri l'italiano ma perché dall'altra parte non c'è veramente nulla e questo è veramente un punto di domanda è una riflessione sulla quale veramente bisogna insomma che ci siano delle risposte concrete salve primo luogo volevo ringraziare per i vostri interventi che per me sono molto formativi lo sono perchè io esco proprio in queste settimane da un progetto di italiano come lingua seconda e di interculturalità quindi sono molto contenta molto sollevata che dalle vostre bocche esca una parola preziosissima che è quella della lingua la metafora che ho usato la persona che ha parlato prima in riferimento al all'adulto migrante che arriva da noi ed è come un bambino è assolutamente calzante nel senso che se i nostri bambini quando entrano a scuola nascono una seconda volta perché nascono per la società e non solo per la famiglia il migrante adulto quando arriva in italia è e ve lo dico dopo tre mesi di tirocinio presso un centro di istruzione per adulti la cui utenza oggi al 90 per cento di migranti che hanno la assoluta necessità di imparare la nostra lingua queste persone secondo me nascono tre volte nascono tre volte perché appunto arrivano in un contesto che non conoscono specialmente del quale non conoscono la lingua e io semplicemente dopo questo piccolo contributo e lodo come come appello perché ad oggi la situazione dell'italiano come lingua seconda che dovrebbe essere il primo strumento per queste persone per perché imprescindibile la lingua per iniziare qualsiasi percorso di stadi nanza ad oggi ha affidato a delle figure che non hanno le professionalità giuste che sono ancora oggi i maestri elementari che andavano benissimo negli anni 60 quando volgarmente alle serali ci andavano gli italiani che per vari motivi motivi che ci portava dietro la seconda guerra mondiale non avevano concluso la scuola quindi ci stava tutto che ci fosse maestro elementare in queste scuole oggi non più oggi occorre una professionalità nuove occorre uscire dall'ottica del volontariato che è una cosa preziosissima non è sufficiente che specialmente non crea percorsi a lungo termine quindi io sono qua per perché vorrei che tutti riflettessimo su questo al di fuori della lingua non è possibile iniziare niente e non è possibile andare avanti senza una revisione veramente accurata di quelli che sono i centri provinciali di istruzione per adulti che hanno bisogno di figure che sappiano veramente cosa significa insegnare una lingua seconda cosa significa intercultura e quindi spero veramente che questo rientri nella linea di un più di una revisione dei protocolli accoglienza grazie grazie in continuità con con l'ultimo intervento è anche con quello che ha affermato all'azienda giornalista io veramente sono molto dispiaciuto proprio che dopo oltre dieci anni in italia non si sia ancora arrivati veramente a un progetto e alla ricerca così di una via per aiutare per integrare anche se integrare indubbiamente rimane una parola un po equivoca io però sono stato molto colpito dalla quello che ha detto lila carlotta sani in merito che se l'europa investisse circa 70 miliardi bene e per raccogliere rifugiati questo genererebbe bene un girone quindi con un ritorno di circa oltre 120 miliardi ora io penso che visto che qua siamo al festival dell'economia questo potrebbe bene in questo luogo va bene e generare una uno stimolo è veramente così capace di divulgare in fondo quello che può essere un ritorno importante tutto tutti i media in fondo non fanno altro che allarmare non fanno altro va bene che sottolineare questi arrivi sembra quasi che siamo sull'orlo del collasso per questa invasione mentre invece mancano veramente dati certi io penso che questo festival con i suoi obiettivi e con sé come giustamente sottolineato il fatto che ci siano quattro incontri oggi va bene su questo tema debba davvero alzare la voce lanciare un messaggio altro rispetto a quello che normalmente ascoltiamo dai media e quindi visto che sarà la presenza anche di rappresentanti del governo penso che sia una bella opportunità anche per loro per sottolineare va bene per lanciare queste sfide e per dare questi dati in fondo che possono davvero aiutare da una parte va bene a lavorare bene in questo lavoro d'accoglienza indispensabile e dall'altro far vedere anche che questo può avere dei risultati dei risvolti economici interessanti ultima domanda posso intervenire ultima allora più di due terzi degli attuali immigrati regolari in italia sono passati da periodi più o meno lunghi di presenza irregolare e sono stati sanati con delle sanatorie vere e proprie oppure con dei decreti flussi che nascondevano delle sanatorie sappiamo tutti che erano già qua e che lavoravano e e quindi hanno approfittato poi del decreto governativo per regolarizzarsi come erano arrivati questi qua in italia non sui barconi erano arrivati attraversando i varchi di terra di aeroporto di mare in maniera regolare con regolari visti di ingresso schengen e con permessi che poi potevano durare fino fino ai tre mesi non essendoci la possibilità di regolarizzarsi se non aspettando la sanatoria hanno fatto gli irregolari da over stage e poi alla prima occasione sono andati a regolarizzarsi perché non avviene così anche con quelli che vengono dal sud del mondo quelli che abbiamo adesso è che ho descritto venivano in gran parte dell'est europeo non facenti parte dell'unione europea ma perché non avviene così perché a loro è negato dall ambasciata del del paese in cui si trovano il visto d'ingresso per un visto di ingresso che per sé richiede tutta una serie di garanzie che vengono riconosciute nel momento in cui sono provate a ai cittadini degli stati uniti o di altri paesi ma quelli del senegal dello sri lanka o della cina non vengono non vengono regolarizzati perché non viene dato il visto d'ingresso a loro e qui senza nessuna spiegazione perché si prevede che non venga data nessuna spiegazione al diniego perché c'è la paura dell'invasione ma questa paura dell'invasione sappiamo benissimo che è creata in maniera in maniera artificiosa allora cos'è che si potrebbe fare per allentare per abbassare l'allarme l'allarme invasione è soprattutto in riferimento al mercato del lavoro che bisogna dimostrare che è capace di assorbirli allora pensando a un combinato disposto di tenere di tre provvedimenti uno quello del visto d'ingresso per motivi di turismo negato non negato ad alcuno negato a nessuno purché ci siano le garanzie la lettera dei parenti il la cauzione eccetera eccetera 2 il secondo è la convertibilità del permesso di soggiorno mentre è in corso di validità sul territorio in permesso di soggiorno per motivi di non di ricerca di lavoro ma di lavoro che ceca è dimostrato che c'è come quando con le sanatorie si va in prefettura a datore di lavoro e emigrante a firmare gli accordi e terzo con tutti i soldi che si risparmiano dalle dal contrasto all'immigrazione come avviene adesso in maniera praticamente inefficace si possono anche mettere in atto quelle misure di espulsione di chi non i diritti di chi non è stato ai ai patti per quanto riguardava il visto d'ingresso per motivi di turismo e la conversione del dl visto di ingresso per motivi di turismo in permesso in permesso di lavoro così che possa essere efficace come espulsione esemplare sarebbe riguarderebbe tutto sommato pochi casi perché gli immigranti lo sappiamo tutti in gran parte nella stragrande maggioranza non sono né delinquenti ma neanche deficienti cioè sanno dove vanno a collocarsi migliorando le proprie condizioni di vita oppure no quindi se li trovano la possibilità di migliorarle rimangono altrimenti se ne vanno da un'altra parte grazie grazie anche questo ultimo intervento che diciamo che riesce ancora di più che abbiamo anche un pubblico che ha delle proposte quindi non è solo un pubblico insomma che ascolta io e dico per finire questo diciamo questo incontro ringraziando i nostri relatori per aver veramente in 70 minuti cercato di raccontare attraverso fatti date dati il complesso tema dell'immigrazione visto sia da da una parte di rifugiati sia immigrazione quindi in senso insomma molto più allargato le dico che io sono qui con voi oggi grazie anche un ricongiungimento familiare la legge martelli mio padre arrivato con mia madre attraverso un visto negli anni fin anni 70 senza documenti e poi però non è successo niente lavorano o fratelli sono tranquillo ho avuto la mia al mio percorso professionale non credo di essere un invasione e quindi di non far male nessuno quindi c'è una possibilità di un'immigrazione che sia insomma anche una risorsa per questo paese la mia storia una delle tante che ci sono in italia che spero ne valga la pena anche di raccontare grazie ancora a tutti voi e buon festival grazie
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