Gli oligarchi
Incorpora video
Gli oligarchi
È giusto parlare di oligarchie, ma è una definizione sostanziale, de facto, perché le oligarchie non si autodefiniscono così. Tentano anzi di darsi una definizione più accettabile, per esempio si autogratificano come aristocrazie. Il concetto di aristoi, i migliori, i più bravi, i più competenti, i più preparati ecc., dovrebbe avallare il fatto che essi detengano il potere. Ovviamente chi non ci sta addita quel tipo di potere come oligarchia. A partire dalla città greca, una riflessione per comprendere le dinamiche tra chi detiene il potere, autoproclamandosi competente, il demos-popolo e la massa di schiavi-non uomini.
l'onore presentare il professor luciano canfora il quale ci intratterrà oggi con una lezione sulla oligarchia che è un termine è un concetto di cui abbiamo sentito parlare molto negli ultimi anni diciamo che negli ultimi vent'anni una di quelle parole come la casta come come tecnici la tecnocrazia che rincorrono l'attualità che rincorrono il linguaggio della politica nei quotidiani nella cronaca di ogni giorno però un concetto ovviamente che viene da lontano ed è un concetto che insomma andrebbe spiegato perché come tutti i concetti come tutte le parole che vengono da lontano non sono parole disabitate sono abitate di di un senso ed è importante chiarirlo questo senso perché l'oligarchia fa il paio con democrazia nel senso ora sentiremo il professore ci spiegherà per quale motivo le due parole sono una fondamentalmente implicata nell'altra perché si dice spesso che l'oligarchia oggi che altro non è che il governo dei pochi e si esprima in forma in democratica perché altrimenti sarebbe un paradosso fra un contro senso parlare di oligarchia all'interno di una democrazia che è quella inutile ricordarlo però diciamo è quel sistema politico di cui ci fregiamo ormai da diversi millenni fregiamo essere il modello politico per eccellenza l'unico per lo meno che la nostra società occidentale progredita avanzata avrebbe da dire può dotarsi e può usare come modello politico di riferimento allora il professor canfora credo che spero che ci spiegherà bene la la dialettica che si è venuta a creare fra questi due concetti oligarchia e democrazia e per farlo ora io non voglio rubargli tempo tanto meno anticipare quello che ci dirà però nel libro che vi consiglio su dedicato all'oligarchia che è un dialogo con assicurato da nello prete rossi pubblicato alla terza al quale il professore nel quale il professore si sofferma su quanto andiamo dicendo oggi nel libro dice il professore fa un un esempio ci racconta di un illuminista italiano siano giuseppe maria galanti il quale riporta in una sua opera la storia di tale monsignor dell'ang e alla musica di langhe a un certo momento viene chiamato a processo a due processi dei quali deve rispondere il primo gli viene intentato dalla moglie e viene chiamato processo perché la moglie sostiene di essere di avere un marito impotente il secondo processo invece io e né intentato dall'amante che sostiene di aver avuto un figlio da lui quindi tutta la gente dice beh bene almeno uno dei due processi lo vincerà va da se invece non sia del anche li perderà entrambi e siccome noi par di capire per non fare la fine del museo dei langhe e quindi di rimanere in mezzo tra questa oligarchia democrazia insomma forse professore ci può spiegare come non fare quella fine e gli lascio subito la parola sì questo rischio lo eviteremo senz'altro il tema nostro e lo avevo intitolato gli oligarchi ma è giusto impostarlo in maniera più dialettica no adottando i due classici termini che sono stati ora evocati ma il punto dal quale vorrei prendere le mosse è il seguente chi sono gli oligarchi e soprattutto è una definizione accettata è una definizione polemica per questo conviene risalire un po indietro nel tempo dal momento e voi mi scuserete se prenderò un po di spazio parlando di cose apparentemente remote dal momento ripeto che la parola stessa è una parola che nasce in una realtà piccolissima in realtà arcaica quella della città greca almeno nei limiti in cui a noi è nota questo è questa premessa ha bisogno però di un piccolissimo correttivo tanti anni fa un notevole studioso noto anche attraverso i grandi mezzi di comunicazione amartya sen un po ironicamente fece notare che la nozione di democrazia e ha torto connessa alle sue origini greche uno potrebbe dire beh è una parola greca in tutte e due le sue componenti però questo notevole studioso ci teneva a segnalare che le forme di organizzazione del dibattito pubblico delle decisioni prese collettivamente e attestato già prima che manifesti nel mondo delle città greche in suo aiuto potrebbe venire un celeberrima pagina di uno storico di lingua greca ma nato sulla costa asiatica e cioè erodoto il quale diceva che il principio democratico era stato prospettato già nell'antica persia nel regno questo enorme regno multinazionale retto autocraticamente dal gran re poi soggiunge erodoto quando io ho detto questo i greci non mi hanno creduto e si può capire perché un tema questo che non affronteremo ma che però ci aiuta a diluire questa nozione che siamo abituati a connettere per l'appunto con la città greca un equivoco sorge subito nella nozione diffusa nella percezione anche relativamente avallata dal sapere scolastico comporta che ci sia una polarità come a dire il mondo greco del quale abbiamo nozione abbastanza incompleta si raccoglie intorno a due modelli modello si usa dire oligarchico di cui il capofila è una grande potenza militare sparta e il modello democratico il cui capofila è una città molto più ricca molto più grande di sparta cioè atene tutte le altre città si schierano o con gli uni e con gli altri e se all'interno di ciascuna di esse prevale una fazione politica quella che si definisce democratica si allea con atene se gli oligarchi riescono a prendere il potere più o meno violentemente magari anche ottenendo consenso cosa non è affatto esclusa si alleano con sparta quindi c'è un'idea di due superpotenze che rappresentano due modelli diversi antitetici la cui capacità di attrazione si estende all'intero mondo gravitante intorno a queste due potenze era in realtà una rappresentazione retorica schematica si potrebbe dire quando per un brevissimo periodo ad atene si è affermato un governo di tipo league archico era in corso la guerra contro sparta sparta si è rifiutata di interrompere la guerra quindi non ha considerato il cambio di regime sufficiente per abbandonare il conflitto e questo dimostra che i fattori storici che determinano movimenti spostamenti opzioni vanno oltre la rappresentazione esteriore dei modelli politici si potrebbe dire una cosa ancora più inquietante che cioè il mondo gravitante intorno a sparta innanzitutto sparta medesima era definito dagli studiosi li chiameremmo politologi con termine moderno come il regno dell'uguaglianza essendo tutti gli spartiati uguali tra loro non solo addirittura partecipi di un tipo di società in cui la ricchezza è considerato un disvalore un grande pensatore politico ateniese che si chiamava isocrate diceva l'uguaglianza perfetta sparta per altro verso nel mondo ateniese che si definisce democratico nel senso che la politeia il modello politico e quello comanda sistematicamente per un tempo lunghissimo un pugno di famiglie importanti egemoniche i cui componenti si tramandano il potere sostanzialmente in forma potremmo dire addirittura dinastica è però ottenendo attraverso faticose procedure il consenso della assemblea popolare quindi il modello oligarchico vive dentro la democrazia ateniese e il modello egualitario sta dentro la realtà spartana ecco abbiamo già sufficientemente complicato le cose che era uno dei miei obiettivi cioè dimostrare quanto le definizioni generi che siano insufficienti e sostanzialmente retoriche per avvicinarci alla comprensione dell'oggetto che stiamo studiando naturalmente si potrebbero portare altri elementi che qui lasciamo fuori della porta altrimenti divaghiamo ma ci concentriamo invece sulla realtà che conosciamo meglio appunto questa dell'antica atene in particolare dei secoli quinto e quarto avanti cristo che sono quelli su cui siamo documentati sono quelli più studiati no quando si parla di atene si pensa sempre a quei secoli lima atene poi visti molto a lungo anche durante l'egemonia romana e continuo ad avere le sue strutture politiche funzionanti più o meno secondo l'antico modello dentro la realtà politica di questa città così ricca di produzione intellettuale si può osservare che la traccia scritta che è rimasta a noi la poesia ma tour gica la filosofia la storiografia l'oratoria non considera tranne casi rarissimi con favore il modello del potere popolare cioè della democrazia anzi lo critica anzi lo considera costantemente come difettoso se non addirittura come colpevole dei disastri della città degli errori che la città commette un ceto intellettuale molto ramificato che ha lasciato traccia cospicua quella che noi leggiamo a scuola quando ancora diciamo sì a capriccio la malinconia di studiare i greci a scuola è un corpus di straordinario interesse ma di potente carica critica nei confronti di quel modello politico erano gli oligarchi che lasciavano traccia del loro pensiero in questa forma giunto sino a noi è qui la domanda ci porta al cuore della questione non si definiscono non si autodefiniscono oligarchi coloro che criticano il sistema politico vigente nella città sono i loro avversari che li chiamano li definiscono in quel modo dando a quel termine una carica negativa fortissima se volete raccogliere nelle vostre mani nelle mani di poche persone potenti la guida della città quindi voi siete gli holy goalie i pochi e noi siamo contro il governo dei pochi esiste uno scritto un testo piuttosto importante breve polemico che ci è arrivato insieme alle opere di un autore che però non è l'autore di questo scritto intitolato il sistema politico ateniese questo scritto è sostanzialmente il dialogo potremmo dire tra due inter autori il primo è uno che dice la democrazia è un fattore negativo è tutta sbagliata perché concede il potere a chi non ha competenza chi non ha un nome chi non sa preparazione e per giunta è anche povero l'altro interlocutore invece dice sì tutto questo è vero però è un meccanismo razionale una razionalità perversa però coerente il primo dei due e potremmo dire un tradizionalista scontento l'altro invece si pone un problema più operativo abbiamo le forze per liquidare questo sistema politico lo abbiamo analizzato esso è sotto ogni rispetto a negativo però è una macchina coesa e una macchina alla quale non si può togliere un pezzo senza che crolli l'intero non solo risponde ad una logica che a noi ariston a noi che abbiamo tutte le qualità positive preparazione cultura eccetera non piace e tuttavia funziona dialogo si conclude dicendo per ora non abbiamo le forze per abbatterlo e quindi lascia intendere che prima o poi lo si farà perché ho voluto ricordare questo scritto vivacissimo in breve pungente perché ci mette sott'occhio una realtà di immediata evidenza se uno si avvicina ai documenti superstiti di quella civiltà che cioè essa funziona accettando la sfida dell'assemblea popolare alla quale nominalmente è demandata l'autorità il potere il kratos per l'appunto ma di fatto guida questa comunità quelle grandi famiglie alle quali prima che facevo riferimento le potremmo indicare per nome e cognome la più famosa è quella alla quale apparteneva pericle alla quale apparteneva al cda del suo nipote persone che hanno guidato la città per decenni ma potremmo citare anche l'uomo più ricco di atene aveva l'appalto delle miniere aveva truppe infinite di schiavi che si chiamava misha l'uomo più ricco e queste persone guidano la città e la città accetta di essere guidate da loro il capostipite potremmo dire della famiglia alla quale apparteneva peril e alcibiade era un signore il cui nome forse meno noto ma non meno importante clistene viste nel passa per essere il fondatore della democrazia ad atene per abbattere il governo del tiranno cioè di un capo popolare che guidava la città la nel sesto secolo alla fine del sesto secolo lui ha chiesto l'aiuto degli spartani sparta intervenuta instaurato la democrazia in atene in quel momento ma per molto tempo clistene era un collaboratore del tiranno cioè di pisistrato è stato arconte sotto di lui quindi questo conflitto tra grandi famiglie a come scena l'assemblea popolare erodoto quando parla di queste cose dice clistene mise il popolo nella sua clientela che un'espressione molto interessante la clientela è una parola romana in greco sarebbe la eteria eta i rei a e di solito si considera le teoria una struttura tipica delle consorterie oligarchi che gli eteri sono quelli legati ad un patto che ha come prospettiva un'azione politica è l'osservazione di erodoto e molto bella quando dice porta nella sua eteria il popolo il popolo è l'oggetto del contendere tra il tiranno pisistrato che ne era un leader riconosciuto e clistene che si affaccia come nuovo leader più efficace con l'aiuto degli spartani questi agiscono alla luce del sole sono costretti ogni anno a battersi per vincere le elezioni si dice di solito ad atene i magistrati si scelgono a sorte col sorteggio è vero in parte è vero in parte nel senso che una serie di magistrature o di funzioni pubbliche sono sorteggiate però quella più importante si chiamava la strategia la carica di stratego che militare e politica al tempo stesso si ottiene attraverso le votazioni attraverso le elezioni che si svolgono atene divise in dieci tribù e in ciascuna si elegge uno stratega quindi chi vuole comandare guidare la città deve passare attraverso questa prova a conquistare il consenso significa avventurarsi su quel terreno che noi chiamiamo il mercato del voto no la compravendita del voto il mercato politico si svolgeva in termini se vogliamo piuttosto elementari pericle attraverso una grande politica di lavori pubblici che dava lavoro un'infinità di persone dando vita magari a a lavori interminabili no lo prendevano in giro cerca di finire il partenone no perché è una grande fabbrica se io tiro in lungo la costruzione il salario che non è enorme ma comunque consente di vivere gratifica una serie di persone il suo antagonista era il figlio del vincitore della battaglia di maratona si chiamava cimone suo padre si chiamava milziade era ricchissimo molto più di pericle succede che queste grandi famiglie ogni tanto siano in difficoltà economiche allora risorto risolvono il problema con altri mezzi anche cesare ha avuto questo problema nobilissimo patrizio eccetera però indebitato fino alla cima dei capelli cibona era ricchissimo e quindi metteva a disposizione del pubblico i suoi terreni i suoi giardini si mangiava la frutta gratis nei giardini di cimone e siccome la tena non è una città ricchissima a mangiare senza spendere quel minimo vitale è molto importante la carne era rarissimo che si mangiasse immagina nelle feste soltanto è anche quella è una forma di conquista del consenso molto elementare molto primitiva potremmo dire ma è il veicolo perché i leaders delle grandi famiglie acquisiscano quella funzione direttiva dietro le quinte però ci sono altri i quali non accettano il principio che si debba passare alle forche caudine del consenso sia pure conquistato quei metodi che ho prima ricordato e sono coloro i quali aspettano il momento opportuno per modificare il sistema politico questi sono definiti gli oligarchi cioè quelli che non accettando la sfida del scontro pubblico sono convinti di poter profittare di circostanze eccezionali molto favorevoli per loro per intaccare il meccanismo stesso della cittadinanza estesa anche ai non possidenti qualche volta ce l'hanno fatta un paio di volte nel gli ultimi decenni del secolo quinto avanti cristo hanno preso il potere in concomitanza con sconfitte militare o con difficoltà militari della città anzi quel tale di cui ho prima ricordato l'ho scritta rello sul sistema politico ateniese dice a un certo momento per fortuna atene non è un'isola perché se fosse un'isola sarebbe difficilissimo aprire le porte al nemico il nemico è tendenzialmente sparta che verrà in aiuto dei gruppi oligarchici che intaccheranno il sistema per fortuna non è un'isola è infatti non essendo un'isola e si hanno ottenuto questo successo una prima e una seconda volta di solito si dice non ce l'hanno fatta era incongruo rispetto alla cultura rispetto alla storia del mondo ateniese il modello oligarchico però è vero fino a un certo punto perché alla seconda volta c'è stata una vera e propria guerra civile guerreggiata con morti parecchi morti e quando finalmente con l'aiuto spartano e tornato il sistema tradizionale ateniese da quello democratico non è stata più la stessa democrazia è diventata una democrazia timo cratica potremmo dire in cui il ceto ricco il ceto che possiede le risorse è esplicitamente il personale politico della città potrebbe ricordare un caso tra tutti faccio dei nomi che tutto sommato continuano ad essere abbastanza noti quello dell'oratore demostene demostene era il figlio di un ricco industriale produceva letti produceva armi industriale che aveva parecchi operai alcuni di condizione libera altri no però i suoi tutori ha perso i genitori molto presto si sono impadroniti delle sue ricchezze quindi ha dovuto percorrere una carriera più difficile di quella degli altri per assurgere al ruolo di leader politico nel quarto secolo si chiamava re thor è curioso che noi uccidiamo retore consideriamo quando dico un'offesa ma sono indubbiamente una valutazione limitativa invece nella tena e democratica del iv secolo in re thor è il politico finalmente riconosciuto come tale c'è addirittura una sorta di prova per diventare re tor in questo contesto contesto appunto della cosiddetta democrazia restaurata della tep nel iv secolo un pensatore che non è ateniese di nascita ma è un macedone quindi visto molto male concerto ostilità nel tempo appunto del conflitto fra tenera macedonia quest'uomo si chiamava aristotele era figlio del medico personale del re di macedonia per ora stato atene tanto tempo per 20 anni allievo di platone eccetera riflette sui modelli politici i suoi scolari hanno messo insieme un centinaia di costituzioni cioè di racconti riguardanti i sistemi politici di tante città greche in tutto il mediterraneo non soltanto nella penisola greca e lui sintetizza la sua esperienza di ricerca in un'opera fondamentale tuttora per noi anche se piuttosto difficile per com'è organizzata la politica di aristotele e approda nel cuore diciamo così di questo trattato fine del terzo libro all inizio del quarto ad una definizione che noi potremmo definire sostanzialista lo dico potrei dire in un altro modo e cioè una definizione fondata in termini di classe cioè lui dice non conta il numero non è vero che la democrazia è il governo della maggioranza la democrazia è il governo dei poveri di coloro che non posseggono in un possidenti l'oligarchia è il governo dei ricchi cioè di coloro che hanno i cremata se sono più numerosi i ricchi e governano quello è un governo della maggioranza e al tempo stesso una oligarchia di aristotele riflettendo su tutto questo insieme di fenomeni che ho descritto approda ad una conclusione molto interessante direi che ha avuto poi un futuro lunghissimo nel nello studio dei sistemi politici che cioè la sostanza della questione è il tipo di classe sociale egemone evidentemente anche l'esperienza per lui scienziato che guarda la città dall'esterno perché non è un cittadino ripeto è un macedone un meteco per lui scienziato i modi di ottenere il consenso per raggiungere la maggioranza sono soltanto strumenti sono elementi transeunti la sostanza e chi comanda dal punto di vista della forza economico sociale l'altro grande scenario che è giusto prendere in considerazione quando si cerca di capire la genesi di questi termini di questa terminologia è quello della repubblica romana sono un po tradizionalista nel fare questa partizione no come vedete seguo addirittura un andamento scolastico ma forse non è del tutto improprio si discute molto e ancora oggi in termini ma a mio avviso gli insufficienti o comunque devianti intorno alla natura della repubblica romana che cos'era propriamente negli stati uniti d'america negli ultimi anni è tornato molto di moda questo modello ed è tornata di moda la teoria secondo cui la repubblica romana è una forma molto avanzata di democrazia politica non è strano che ciò sia accaduto dal momento che il modello romano sicuramente è fondato sull'egemonia di ceti molto forti che esplicitamente gestiscono il potere spiegheremo tra un minuto in che modo ed è assai interessante osservare che la politologia anglosassone in particolare americana tenda a dire pensando all'oggi pensando alla realtà contemporanea da cui nasce che quello è il modello democratico non l'avrebbero detto qualche decennio fa qualche decennio fa esisteva come tutti ricordiamo tutti i tom alcuni ricordano una contrapposizione di sistema si diceva allora non c'era il mondo del socialismo reale considerato il mondo della tirannide o più o meno della autocrazia e il mondo della libertà si chiamava il mondo libero e in quegli anni li dire che la democrazia di tipo occidentale in realtà è come quella della repubblica romana sarebbe stato un gesto insano sarebbe stato una definizione autolesionistica oggi lo si può dire perché il conflitto di sistema non esiste più e quindi si parla più liberamente guardando alla sostanza dei modelli politici in particolare di quello superstite sul scena per lo meno più visibile che è appunto quello di tipo elettivo rappresentativo come funziona la repubblica romana indubbiamente il meccanismo elettorale esiste è strutturato per centurie cioè sul modello dell'esercito sulle strutture dell'esercito comandano i nobili i nobili comanda il senato il senato non è un organo elettivo è un organo di cooptazione chi sono i nobili e nobile è colui il cui padre o antenato ha ricoperto il consolato cioè la magistratura più alta e più potente quando fu abbattuta la monarchia a roma il potere monarchico non si estinse ma si ridusse ad una forma annuale quello del consolato è suddivisa tra due persone per bilanciare il potere dell'unico eventuale reggitore questo si legge benissimo nelle fonti ed è interessante osservare come il consolato sia ancora una volta come è tipico della città antica potere militare e potere politico contemporaneamente nella stessa persona chi non sa antenati che sono stati consoli non è nobilis gli ex consoli all'interno del senato che un organo di cooptazione che comanda sulla repubblica hanno un peso enorme prestigio un'autorità che li rende più importanti degli altri senatori come si diventa senatori si diventa senatori perché ciclicamente i censori che sono la magistratura importantissima scelgono tra quelli che hanno raggiunto la questura che uno dei gradi della carriera politica i migliori cioè quelli su cui moralmente si può dare un giudizio positivo e che quindi possono essere acclusi a questa assemblea assolutamente decisiva che il senato senato a un numero limitato che oscilla nel tempo al tempo di romolo ammesso che ci siano fonti attendibili per il tempio di romolo erano 100 cesare ne fece novecento per che disprezzava questo organo e lo ingigantiva mettendoci dentro anche suoi persone persone di fiducia sui suoi clienti e così via silla l'aveva ridotto a 315 numeri oscillanti indubbiamente il criterio di selezione è un criterio affidato ancora una volta al aver percorso una parte del cursus honorum e al giudizio inappellabile di una magistratura quella dei censori all'interno del senato che pure un organo così importante e nobile contano gli altri seguono naturalmente che cosa li accomuna le accomuna il fatto di essere grandi proprietari terrieri di avere risorse economiche enormi e di avere al tempo stesso scelto di fare politica un'altra classe sociale un altro ordine quello dei cavalieri e forse anche più ricco dei senatori però non fa politica direttamente paga la politica coloro i quali intendono assumere un ruolo direttivo nella città si indebitano con coloro che detengono la ricchezza e si ripromettono di risarcire questo pericoloso procedimento arricchendosi una volta che abbiano raggiunto il potere attraverso che cosa innanzitutto il governo delle province andare in provincia significa spremere i provinciali attraverso un sistema di tassazione affidato ai pubblicani i quali sono dei clienti delle classi ricche e i provinciali in quanto sono stati soggetti alla forza militare al predominio militare della repubblica romana si prestano subiscono questo trattamento in questo quadro però c'è una mobilità sociale sì la figura dell'homo novus l'uomo novus cicerone per fare un altro nome molto noto e un homo novus cioè un signore i cui antenati non erano mai stati al vertice dello stato anche caio mario grande e generale sfortunato alla fine ma comunque indubbiamente un pilastro della storia repubblicana fra fine secondo e primo secolo avanti cristo era un homo novus era un signore portato al consolato da una situazione di equilibrio delle forze per cui le centurie maggioritariamente lo hanno eletto a quel punto i discendenti di costoro sono nobili il figlio di cicerone è nobilis perché suo padre è stato console di lui sappiamo poco e molto più noto il padre naturalmente quello che sappiamo non ci entusiasma moltissimo no il padre fu ucciso in modo drammatico durante le prescrizioni tribù virali volute dai 31 taviano lepido e antonio ottaviano poi diventato padrone dell'impero dopo la battaglia di azio si mette accanto come console su fetus il figlio di cicerone di cui aveva fatto decapitare il padre ma nella repubblica romana c'è anche questa brutalità dei rapporti per cui il moralismo per non funziona rispetto la ferocia diciamo così del legge amico nemico caio mario e addirittura un personaggio che vanta di avere infranto l'egemonia dei nobili di essere stato portato al potere da una parte consistente dell'elettorato l'elettorato che è inquadrato come ho detto in centurie le quali funzionano in modo tale per cui le centurie dei più ricchi essendo più numerose votano per prime prevalgono un po come erano i borghi putridi nel sistema inglese all'inizio dell'ottocento quando i collegi elettorali erano di diversa ampiezza e quelli che portavano al parlamento la maggioranza rappresentavano una minima parte della popolazione erano detti appunti borghi putridi mentre altre altri collegi elettorali erano popolatissimi ma producevano lo stesso numero di eletti la riforma di questo sistema negli anni trenta dell'ottocento ha avviato il meccanismo inglese ad essere un po meno oligarchico di come era al tempo in cui l'inghilterra si contrapponeva la rivoluzione francese e poi al bonaparte al termine di questa vicenda della lunghissima vicenda della repubblica romana c'è per così dire il dissolvimento del modello sarebbe un tema nel quale mi addentrerò e volentieri ma l'economia di tempo mi spinge ad essere sommario però si potrebbe dire che la fuoriuscita da questo meccanismo è quella del capo carismatico cioè l'idea che al di là dei rapporti consolidati il meccanismo della magistratura eccetera il popolo romano cioè l'esercito esprime la sua fiducia diretta scavalcando le istanze tipicamente politiche in un capo in un leader che alla fine il modello del cosiddetto cesarismo qual è la lunga durata di questo modello potremmo dire ma con molta approssimazione che ci sono state nel corso del tempo due soluzioni due sbocchi uno è quello della aristocrazia burocratica l'impero bizantino cioè l'impero che nasce nella divisione fra oriente e occidente al tempo di costantino nel iv secolo dopo cristo imbocca la strada dell'aristocrazia burocratica un'aristocrazia che e gratificata dal fatto di essere selezionata per le sue competenze e per un rapporto di sostanziale inquadramento nella amministrazione di uno stato che diventa uno stato consolidato non più uno stato affidato a strutture elementari questa ha avuto una vita lunghissima millennio millennio bizantino è indubbiamente una delle più prodigiose prove della lunga durata l'altro modello quello feudale quello che si afferma nella parte occidentale dell'impero e arriva fino alla crisi di quel modello con la rivoluzione francese come si configura il rapporto tra ceti dominanti e movimento storico tutto quello che abbiamo detto fin qui credo abbia suggerito ma comunque mi pare giusto dirlo esplicitamente un quesito il movimento storico è determinato da masse di uomini dai soggetti collettivi o è determinato dalle élite dai gruppi dirigenti dalle oligarchie chi fa la storia domanda notevole direi su cui si potrebbe evocare una bibliografia amplissima ti ricordo soltanto un esempio tra tanti possibili nel 1939 è un grande e storico inglese ronald saim scrisse un libro bellissimo è un classico che tra qualche giorno sarà ristampato intitolato la rivoluzione romana è un capolavoro dal punto di vista della descrizione dei meccanismi che ho cercato un po alla buona di esporre uno storico italiano che allora era esule in inghilterra a seguito delle leggi razziali che si chiamava arnaldo momigliano lo recensì su una rivista importantissima journal roman studies nel 1940 quindi l'anno dopo è ovviamente apprezzando moltissimo l'opera di quest'uomo che un classico della storiografia però svolgendo un argomento interessante critico e cioè l'autore si è convinto che la storia la fanno i personaggi la cui vita è raccontata nelle enciclopedie di scienze dell'antichità paoli visso va monumento di dottrina che contiene fra l'altro per opera di specialisti importantissimi munser delser e tanti altri le biografie dei singoli componenti della classe dirigente lo studio che si concentra sulla biografia sulla vicenda di coloro che compongono le oligarchie si chiama prosopopea fia no che racconta i propri personaggi e quindi momigliano sia pure con la discrezione di un esule che sta parlando di un potente storico del paese che lo ospita sostanzialmente diceva è un visionario ha preso un abbaglio ha scambiato quello che è visibile per la sostanza delle cose la storia è fatta la storia romana da masse militari o contadini proletarizzati che sono stati inquadrati nelle regioni che hanno determinato il movimento storico che per esempio ha prodotto il cesarismo e poi la trasformazione in direzione autocratica del principato e poi dominato della ex repubblica quindi immobiliare poneva il problema chi è il soggetto della storia aggiungiamo che in quegli anni direi a cavallo tra gli anni che precedono la prima guerra mondiale e quelli che precedono la seconda guerra mondiale un moto storiografico una tradizione un indirizzo storiografico molto forte molto autorevole si è mosso essenzialmente nella direzione di cui quel libro design è il simbolo vi ho nominato sono nomi magari meno noti di quelli più circolanti ma nel nostro campo anche estremamente significativi mi riferisco matias delser svizzero tedesco che scrisse nel 12 la nobilità della repubblica romana di nobili tetto e del re mission republic è perlomeno al grandissimo friedrich münster morto ad auschwitz in data imprecisata autore di un libro importante intitolato famiglie nobiliari e partiti nobiliari nella repubblica romana quindi era un indirizzo di studi che poneva in prima linea come fattore fondamentale il meccanismo delle oligarchie e che in certo senso dissacra va la visione ottocentesca secondo cui grandi partiti politici in lotta tra di loro si fossero affrontati nella città antica fosse ateneo roma in nome di programmi contrapposti saim descrive in un capitolo bellissimo della rivoluzione romana che si intitola l'oligarchia romana quali sono i meccanismi di funzionamento dell'oligarchia e lui dice innanzitutto la ricchezza l'abbiamo detto poi i legami familiari le figlie dei nobili romani sono decisive nella politica di alleanze tra grandi famiglie quindi mentre le donne non fanno politica in prima persona hanno una funzione enorme nel determinare queste alleanze familiari che sono e o demi tempo le politiche e poi il concetto di amicizia qualcuno ricorda che cicerone ha scritto un intero ha trattato sull'amicizia che non è un trattato commovente per dire che è bello essere amici anziché i nemici e un trattato di politica innestato sul concetto principale che amicizia vuol dire alleanza tra stirpi tra famiglie tra gruppi che determinano il funzionamento della repubblica benissimo others barthyan famiglie e partiti nobiliari famiglie nobiliari e il repertorio principale per capire tutto questo ma lo stesso torno di tempo un notevolissimo personaggio della socialdemocrazia russa placano scrive un opuscolo splendido brevissimo ma che andrebbe ciclicamente ristampato il ruolo della personalità nella storia e si interroga sul tema che potremmo dire tolstojano se davvero i grandi protagonisti siano i fattori di storia tutti ricordano la scena della battaglia di austerlitz in guerra e pace principe andrea suscitato simpatia credono universale in tutti i lettori di quel grande romanzo che spero abbia ancora dei lettori comunque me lo auguro e ferito in questa battaglia e quindi è lì per terra e buona parte dopo la vittoria si aggira con fare un po arrogante apparentemente generoso indicando con simpatia i caduti dell'altra parte e quindi si rivolge ai suoi dicendo aiutate questo valoroso che è appunto andrea bolcom ski e andrea vede bonaparte piccolissimo perché lui è sdraiato per terra e vede sulla testa del buona parte una realtà immense il cielo dove buona parte appare nella sua piccolezza perché tolstoj si ferma su questo dettaglio perché la sua visione resa esplicita poi nel resto nel romanzo in pagine teoriche sul movimento storico e che il movimento storico è un movimento profondo della società che viene dal basso io non so se sia stato detto ma mi par giusto dirlo ora che la via d'uscita anche concettuale da questa che sembrerebbe un'antinomia non la storia la fanno i pochi grandi o la fanno le masse e racchiusa e l'intuizione e tolstojana potremmo dire dentro alcune pagine di un libro molto venerato ma poco eletto secondo me e cioè il mediterraneo al tempo di fede di filippo ii libro del no con la sua formulazione anche abbastanza se vogliamo schematica dei tre tempi della storia ed è una formulazione alla quale vorrei richiamarmi brevissimamente lui dice i tre tempi della storia il primo mette in causa una storia quasi immobile una storia fuori del tempo la storia dell'uomo nel nella realtà fisica il terzo tempo della storia è quello di superficie una superficie il cui movimento è rapido a metà tra questi due movimenti ce n'è un altro che lui chiama una storia lentamente ritmata una storia sociale quella dei gruppi e dei raggruppamenti sociali diffidiamo della storia bruciante quale i contemporanei l'hanno sentita descritta è vissuta al ritmo della loro vita breve come la nostra essa ha la dimensione delle loro koller e dei loro sogni delle loro illusioni è un po schematica questa distinzione quando si classifica si è inevitabilmente schematici però il nucleo concettuale vivo secondo di questa formulazione e che probabilmente sono vere tutte e due le risposte il movimento profondo quello che si svolge nel cuore della società nel gli strati usiamo l'immagine della geologia remoti e di lunga durata dai suoi effetti nel tempo il moto epidermico il modo superficiale quello di cui si vedono quotidianamente i segni e quello del quale quasi sempre parliamo quello che è oggetto della polemica politica della riflessione politica della discussione ed è quest'ultimo legato all'attività costante visibile invadente delle oligarchie le quali però si devono rassegnare al fatto che dal fondo della realtà una spinta ineluttabile una spinta costante che non può essere disciplinata imbrigliata dalle amicizie principum come dicevano i romani e alla lunga il vero fattore di storia per cui conclude ray dicendo che riflettiamo sui capricci sulla capacità sulla competenza o incompetenza delle oligarchie ma sappiamo che anch'esse sono destinate a subire il moto storico grazie vi ringrazio il professor canfora per la chiarezza e la ricchezza della sua relazione quella che lui ha delineato per usare il titolo di una grande opera novecentesca cioè il rapporto fra la massa e il potere nel titolo di un'opera di elias canetti è qualcosa che non come dire non sembrerà peregrina a chi oggi ha sotto gli occhi appunto dal rapporto problematico tra quelle che il professore chiamava le élite e le classi dirigenti cioè coloro che ci governano e il popolo e la massa cioè se fino fino a qualche decennio fa noi ci rivolgiamo ai grandi padri costituenti della repubblica guardiamo all'europa e nessuno si sogna di mettere in discussione nomi del calibro di spinelli in qualche modo quelle classi dirigenti hanno delle classi importanti erano degli esempi positivi oggi è difficile dire lo stesso degli attuali politici cioè quando oggi noi pensiamo alla all'oligarchia che che per ragioni di tempo le persone non ha spiegato proprio lanciato aumento entra anche in gioco l'aristocrazia il governo dei migliori cioè un certo momento l'oligarchia è anche fatta da coloro che hanno le capacità di fare le cose di coloro che hanno una visione un'autorità che hanno un riconoscimento da parte del popolo oggi questo riconoscimento difficile averlo è un rapporto molto complicato quella fra la massa tra l'oligarchia tra i potenti che hanno di mira non solo il potere anche i soldi come diceva il flessore che come vedete da atene del quinto secolo avanti cristo ad oggi è cambiato poco sotto il suo punto di vista quindi insomma non lo ringrazio per aver delineato questo rapporto e che ci fa cogliere il senso di di un'attualità nel senso che ancora oggi ci troviamo in una problematica fondamentale di di rappresentanza politica e su questo insomma aprirà il dibattito pregando coloro che vogliono far domande di alzarsi in piedi non mancano spunti prego cioè né un all'iss chiederei domande brevi maniera tale che professore possa rispondere a tutti grazie sono silvano berti la mia domanda è nella storia antica greco romana nella storia qual è il ruolo del sacro il rapporto fra il religioso e il politico grazie a lei la domanda mi pare molto pertinente potrei cavarmela subito dicendo cesare nato nell'anno cento vissuto in un 56 anni ma ha fatto molte cose in quegli anni e un ragazzo prodigio potremmo dire ha investito il grosso delle risorse economiche sue indebitandosi nociva i capelli per diventare pontefice massimo pontifex maximus cioè la massima carica religiosa nello stato romano repubblica romana è una carica elettiva si fanno le elezioni per diventare pontefice massimo potremmo introdurla anche noi altri e questo non è escluso a priori quali siano gli effetti ma insomma si può tentare e egli era di convincimenti agnostici sì si ascrive a lui una sorta di vicinanza o addirittura piena adesione al pensiero di epicuro epicuro sostiene che gli dèi stanno da qualche parte ma si disinteressano dei fatti umani quindi la vicenda umana non ha nessun rapporto con la divinità è un agglomerato di atomi e comunque svincolata dal divino è una forma si potrebbe dire di semi ateismo nel senso che se gli dèi stanno da qualche parte ma non fanno nulla è come se non ci fossero sostanzialmente è un episodio famoso quando sono arrestati alcuni capi della congiura di catilina nell'anno 63 si vorrebbe in senato decidere un'esecuzione capitale sommaria senza processo data la gravità del reato che essi hanno in animo di commettere non l'hanno ancora commesso potrebbero farlo e quindi vengono condannati a morte e cesare in quel caso e pontefice massimo in carica pretore designato per l'anno dopo quindi la sua funzione principale pubblicamente e ponti per massimo in quel momento si oppone alla esecuzione capitale poi soccombe nel dibattito in senato ma con quegli argomenti che porta sono vari uno dei quali famosissimo ripreso ironicamente da cicerone nella quarta caterina aria e la pena di morte è più lieve della detenzione perché la morte e il nulla dopo la morte non c'è nulla quindi se noi li facciamo fuori tutto sommato gli facciamo di infliggiamo una pena minore che non il tenerli in galera per chissà quanto tempo scontro questa sua strumentale osservazione che mirava a tenere in vita queste persone cui bene o male era un pochino legato anche lui ironicamente catone il futuro suicida dice il nostro pontefice ha amabilmente intrattenuto de vita e morte allora la domanda il sacro e sacro fa parte integrante della politica si può essere come cicerone scettici su tutto l'armamentario degli auguri nel consultare il volo degli uccelli per stabilire la volontà degli dei ed essere egli stesso auguro come cicerone lo è stato perché perché è una parte integrante del meccanismo della politica augusto è stato un luogo di una spregiudicatezza e forse insuperata ed è il principale restauratore della religione tradizionale a roma nella realtà profonda però anche in questo caso si muove qualcosa che la religione ufficiale non può imbrigliare i culti misterici la religione popolare che viene magari dall'oriente pian piano pian piano questo carsico movimento di carattere spirituale no di carattere intellettuale sentimentale che sono le religioni di salvezza ha scardinato l'impero romano quindi il sacro potremmo dire viene assunto dallo stato come elemento di cemento fortissimo della compagine statale e però poi nella sua forma più vera quella sentita e non codificata quella che allora come ho detto si chiamava le religioni di salvezza i culti non ufficiali acquistato man mano le coscienze arrivando a conquistare anche i vertici per cui dopo secoli no le famose principesse si dica che non della corte severiana avevano accanto al proprio pubblico l'on il ritratto di apollonio di tiana un santone diciamo così della religiosità misterica di mosè e di gesù tutti insieme perché l'unione fa la forza il caso di dire però questo cosa significava significava che questo bisogno di sacro che non fosse codificato dentro la struttura dello stato trasformato in magistratura era arrivato molto in alto grande storico inglese si ama arnold toynbee ha scritto un bellissimo librino il mondo e l'occidente è congiunzione naturalmente in cui dice queste religioni di salvezza questo moto spirituale che ha conquistato le coscienze in maniera pervasiva ha sfilato di mano agli imperatori romani il potere ed è una bella immagine che rende bene un meccanismo quello per cui anche le religioni che sono dei fattori di storia importantissimi entrano in questo meccanismo per cui le masse contano qualche cosa ci sono altre domande si prima qui vedo subito dopo lei buongiorno professore mi chiamo matteo pedrini della testata ferrarese estense.com il passato è utile la storia è utile soprattutto a capire il presente ea ipotizzare il futuro quindi io le farò una banalissima domanda contemporanea obietterei che ha il presente è altrettanto utili per capire il passato questo è le due cose vanno in questo è un ottima chiave di lettura d'altra parte l'affermazione dei partiti personalistici secondo lei non ha fatto altro che creare tanti oligarchie autorizzati da una democrazia illusoria e se sì c'è una via d'uscita perché il destino delle masse ritorni di fatto nelle mani delle masse stesse grazie no domandina piccolo piccolo però è inevitabile norme giustissimo che i problemi di questo genere ci assillano quindi non a parte gli scherzi è giusto porsi lei parla di fenomeni visibili nel nostro presente non soltanto nel nostro presente italiano la riflessione su questo non è recente c'è uno scritto famosissimo di max weber 1919 la politica come baruffa come mestiere che ha al centro il concetto che il funzionario di partito lui scrive all'inizio della repubblica di weimar e il nuovo oligarca e al tempo stesso lui dice inevitabile che sia così 1919 anni prima qualche anno prima uno studioso allora militante nella socialdemocrazia tedesca si chiamava roberto michels nel 12 scrisse un libro intitolato sociologia del partito politico che ha avuto grande fortuna anche in italia dove poi lui si trapianto e visse e insegnò a perugia durante il fascismo formula quella che lui definì la ferrea legge dell'oligarchia il fatto che anche dentro il partito tipico del proletariato cioè il partito socialdemocratico tedesco il maestro di tutti gli altri partiti analoghi d'europa e anche fuori d'europa all'interno di esso scattano i meccanismi caratteristici di tipo league artico cioè si crea un ceto dirigente uno dei cui obiettivi principali e di conservare questo ruolo dirigente naturalmente lo conquistano attraverso una lotta senza esclusione di colpi in cui la capacità soggettiva conta molto nucleo di un fenomeno che riguarda tutta la società quindi si potrebbe dire uno dei pensatori pessimistici michels come anche pareto e altri i quali ritengono che sia il meccanismo ineludibile potrei dire giusto che un mio capriccio che ciclicamente ripropongo che un'intuizione in questo senso è presente in un libro poco noto e scritto da un autore molto noto cioè napoleone bonaparte il quale in poco prima di morire a sant'elena si annoiava giustamente dopo aver fatto tutto quello che aveva fatto dettava notte tempo a un malcapitato suo aiutante di campo dei libri le sue memorie va bene un libretto le guerre di giulio cesare lui si sentiva in rivalità con cesa dei comuni per tante ragioni era convinto di essere più bravo fa anche un elenco di battaglia e quanto ne ha vinte lui quanti hanno vinte io eccetera vabbè vanità comprensibile e a un certo punto scagiona cesare da un'accusa ricorrente no nella storiografia già settecentesca la famosa clemenza cesaris in fondo è stata autolesionistica perché in questo modo cesare ha rimesso in circolazione i gruppi aristocratici che l'avevano contrastato e combattuto anti ri 2 sul campo di battaglia e dice buona parte male riso grazie sono inevitabili le elimini dalle classi alte rispuntano nella borghesia daily mini nella borghesia rispuntano negli atelier operai quindi c'è un intuizione precocissima e siamo poco prima del 21 lui è morto appunto nel 21 la stessa realtà dell'europa ottocentesca lui non la conosce quasi per nulla ragioni oggettive quindi uno potrebbe dire è una scoperta che ritorna nell'analisi della realtà politico sociale delle dinamiche però io credo che a questa corrente scientificamente molto interessante che viene definita elitisti ca c'è chi la mira c'è chi la detesta però un caso come nell'altro si prende atto del fatto che scopre un meccanismo a questo orientamento di pensiero io tendo sempre a obiettare che la democrazia non essendo un punto fermo ma un prodotto instabile e la proiezione costante del conflitto un vecchio pensatore greco che si chiamava eraclito diceva che paolo polemos e la guerra e padre madre essendo femminile per noi di tutte le cose cosa voleva dire non è chiarissimo perché è un frammento ognuno se lo può trascinare dalla sua parte il conflitto è costante cioè non è possibile consolidare un equilibrio qual è la dinamica che sorregge il conflitto lo alimenta e la spinta l'uguaglianza è l'unico diceva tocco il bisogno ineliminabile come la palla fa meno si può dire alla fame prego si accomodi per ora ne facciamo meno la fame si ripresenta dice vato quel che era un nobile tutt'altro che democratico anzi era ostile esplicitamente al principio democratico il bisogno di uguaglianza è inerente alla natura umana quindi è l'unico vero antidoto al riproporsi costante delle più diverse oligarchie le quali sono in lotta tra loro sono protesi alla conservazione del potere ma sono inevitabilmente destinate ad essere contestate messe in discussione e tal volta nella storia per periodi più o meno lunghi da quella fondamentale spinta all'uguaglianza un italiano famoso che si chiamava don abbondio diceva che ogni tanto la scopa no della storia fa piazza pulita lui era tutto contento che la peste aveva eliminato quel delinquente non di don rodrigo non era uno spirito cristiano e donna povertà ed un curato però in maniera empirica e un po alla buona contadine ska aveva intuito una cosa fondamentale che cioè anche le acquisizioni di carattere egualitario durano per un certo tempo poi vengono soverchiate e poi si ripresentano e il nostro bisogno di assoluto di desiderare di vedere la fine la conclusione idillica di questo processo e il processo stesso la realtà della quale noi facciamo parte che è fatto di questo conflitto costante da qui c'è un'altra domanda qui la quarta fila e poi prendiamo l'ultima domanda in fondo si buongiorno paolo ricci di quotidiano online verona in se ho capito bene mi pare che lei configuri una sorta di inconscio collettivo della storia che in qualche modo si fa beffa dei vari io che occasionalmente vengono in superficie chiedevo se diciamo questo questo inconscio è governato da una sorta di volontà da una sorta di necessità o se più in generale possiamo identificare una direzione verso cui va a questo movimento della storia che può essere appunto quella dell'uguaglianza di cui ha citato adesso alcuni riferimenti grazie a un pochino il passaggio successivo è la questione dell'immortalità dell'anima e questo è sicuro perché mi è parso già molto avanti il quesito precedente questo travalica a parte che forse ha espresso modo mirabile ma estremo quello che io dicevo quando dice si fa beffe non credo di aver usato queste espressioni che poi mi è un po estranea però trovo icastica e la domanda sostanzialmente è quella suprema cioè c'è una logica immanente nella storia questa è la domanda e sottintende una domanda del genere che sotto i nostri occhi c'è spesso la smentita di tale linearità effettivamente ci sono momenti della storia in cui i protagonisti il senso comune o perlomeno di coloro che sono più coscienti ritiene di cogliere una linearità progressiva non se l'è legge per esempio della pubblicistica degli anni della rivoluzione francese insomma fino a buona parte c'è un certo trionfalismo una tappa un tornante della storia è stato marcato è stato doppiato e si va avanti pochi anni dopo questo non era più senso comune tra mille contraddizioni in ora come caduta il venticinquenne o no del vicenda rivoluzione impero è molto contraddittorio napoleone viene abbattuto come tiranno da una coalizione in cui l'elemento liberale l'inghilterra ma l'elemento fondamentale e lo zar di russia all imperatore dell'austria dopodiché la restaurazione non è un ritorno ad pristinum non è un punto ea capo torniamo indietro la restaurazione non rassomiglia all'ansia il regime anche se è carica di sentimenti pensieri i propositi che vengono dall ansia 3g ma per fortuna gli studiosi della restaurazione il grande adolfo omodeo di 1 su questo è stato storico notevolissimo sanno bene che la restaurazione 1 e altrettanto contraddittoria e complicata quanto il periodo il 25 anni precedenti io potrei cavarmela dicendo se consideriamo la storia umana su un termine una scala dei millenni e leggiamo seneca che cerca di spiegare che anche lo schiavo è un essere umano mentre aristotele era convinto che fosse invece un oggetto e non un essere umano potrei dire ecco la prova che comunque si va avanti e che quindi c'è sulla base della spinta verso l'uguaglianza una immanente logica progressiva sarei un po retore nel dire questo no non del tutto ma sarei un pochino retore perché perché ancora al tempo di carlo magno si vendevano schiavi in europa quindi la fine di quel meccanismo che è un po il simbolo dell'eventuale progresso la fine di quel meccanismo non fu così veloce così come dire definitiva conclusiva l'apostolo paolo raccomandava allo schiavo di tornare dal padrone poi raccomandava al padrone di trattarlo bene considerano un mio fratello però mi raccomandava e torna al padrone oggi noi siamo messi dinanzi all'osservazione drammatica che la schiavitù che pensavamo essere abrogata per sempre riappare in altre forme anzi il profitto che una volta si chiamava il profitto capitalistico io penso che il tutto sommato sia un termine che possiamo usare senza scandalo perché rende bene il concetto oggi si giova soprattutto di quel tipo di lavoro quando si dice delocalizzo e vado nel bangladesh che cosa prosa che vuol dire poiché le garanzie sindacali nei paesi più ricchi mi mettono in difficoltà e il mio profitto si riduce vado dove posso usare un lavoro di tipo schiavile e o semi schiavile e quindi sullo scenario del pianeta la schiavitù riappare e riappare in una situazione di estrema difficoltà per chi la vuole combattere perché lo scenario è talmente grande e la dispersione di chi difende i diritti del lavoro è talmente profonda che una lotta impari quindi per molto tempo assisteremo al rinvigorirsi del meccanismo schiavistico e non soltanto in luoghi remoti non se uno pensa alla realtà dell'immigrazione nei nostri paesi dove certi lavori pagati in modo umiliante o addirittura non pagati ha fatto sono praticati sotto gli occhi i nostri che fingiamo di non vederli questo è un tipo di meccanismo che ci dovrebbe insegnare che la schiavitù è ancora vitale abbiamo qualche anticorpo in più sì certamente abbiamo anche però molte sconfitte quindi mentre 30 anni fa avrei detto eppur si muove oggi lo direi meno entusiasticamente c'era un ultima domanda da dall'ultima fila prima di salutarci e giovanni riccio nell'italia contemporanea c è una forte presenza delle criminalità organizzate queste criminalità organizzate non potrebbero essere definite una specie di aristocrazia feudale visto che hanno l'uso delle armi hanno una prevalenza molto forte nel territorio o nei settori e puntano anche a un'estensione dentro il cuore della politica non è questo forse una forma come dice lei attuale contemporanea di aristocrazia feudale o se vogliamo sintetizzare oligarchie grazie mille non userei il termine riso krazia tutto sommato per buon gusto nel senso che gli aristoi tendenzialmente sono quelli che hanno determinati requisiti di presentabilità no anche i più feroci aristocratici della repubblica romana avevano una istituzione una formazione dei valori magari in contrasto con la loro pratica di vita però lo dico semplicemente perché poi la parola aristocrazia a rigore è sempre stata adoperata in alternativa a quella un po brutale di oligarchia il tema che lei solleva è un tema non solo grandissimo ma molto ramificato no tante realtà diverse una storia in fieri che conosciamo solo in parte l'implicazione dei poteri illegali con i poteri legali e indiscutibile non avrebbero vita se non ci fosse questa implicazione né essa è limitata ad alcune aree direi che se è vero che un paese importantissimo nello scenario mondiale come gli stati uniti d america hanno dentro di sé centri potentissimi inattaccabili di carattere malavitoso che vengono mobilitati nelle campagne elettorali per far eleggere il presidente il caso di john kennedy e famosissimo da questo punto di vista la mafia italiana fu uno dei pilastri della sua campagna elettorale questo lo si dice qua dopo non lo si dice subito chi lo dice subito è visto con fastidio però è documentato quindi no ormai non è un mistero ecco se il paese leader di quello che un tempo un po buffa mentre si chiamava il mondo libero presenta questo scenario vuol dire proporsi ogni tanto di vincere quella battaglia è illusorio un grande poeta tedesco ci siano da bertold brecht descrisse un certo punto e mise anche in scena conformemente a questo suo convincimento che alla fine la ricchezza e la malavita si sarebbero compenetrate sarebbero state la stessa cosa non so se avesse completamente torto io credo che abbia visto lontano che abbia visto un fenomeno che è sgradevole ammettere è che ci istruisce sulla natura del potere economico ringraziare nel ringraziare e salutare il professor canfora volevo dirvi che generosamente si presterà alla firma delle copie del libro che troverete sotto e lo salutiamo con con richiamato arnaldo momigliano il grande storico italiano che era oxford momigliano aveva una massima che ripeteva spesso e che mi piace ricordare a non leggere non succede nulla arrivederci
{{section.title}}
{{ item.title }}
{{ item.subtitle }}