Economia della bellezza - Art & craftsmanship: il bello e ben fatto italiano
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Economia della bellezza - Art & craftsmanship: il bello e ben fatto italiano
Conversazione al Festival di Trento sul tema "Economia della bellezza", incentrata sul ruolo dell'artigianato e del design italiano. Si discute la definizione stessa di "economia della bellezza", il valore aggiunto del "bene" rispetto alla semplice "cosa", e l'importanza di trasmettere il sapere artigiano alle nuove generazioni, contrastando la minaccia della tecnologia e dell'intelligenza artificiale. Viene inoltre presentata Homo Faber, una mostra veneziana che celebra l'artigianato internazionale, e si riflette sull'importanza di un'educazione che valorizzi il talento umano e la creatività. Infine, si discute del ruolo degli archivi e della necessità di un approccio autentico alla promozione dei mestieri d'arte.
e benvenuti a questo nuovo appuntamento di Economia della Bellezza qui al Festival di Trento e benvenuti a voi in sala e benvenuti a chi ci sta seguendo in streaming poiché sabato mattina e quello che cercheremo di fare è tenere viva la vostra attenzione con questa nostra conversazione sull'arte e il design e l'artigianato, il bello e il ben fatto italiano e voi sapete se c'è qualcuno che torna dall'incontro che abbiamo fatto ieri che questa serie di incontri sono fatti proprio per in occasione del decennale di Autospend it made in Italy e quindi ieri abbiamo parlato delle prime due f del made in Italy fashion and food e oggi parliamo variegandola e sfaccettandola con due sguardi anzi tre sguardi ma io il vostro lo assimilo tre sguardi diversi il mondo del design dell'oggetto diciamo di tutto quello che ruota intorno alla capacità di fare ma siccome vi dicevo quello che cercheremo di fare facendovi vedere cose belle facendovele immaginare oltre che raccontando vele e mostrandovele l'attenzione e il tema e quindi ho pensato di introdurre questo incontro con un brevissimo stralcio poetico di un poeta che ama molto che angelo andrea otti che dice sentite lo leggo perché i poeti si possono solo leggere non oppure si citano esattamente a memoria che dice l'attenzione e esporsi sporgersi ed ischiudere l'involucro che ci contiene per partecipare a ciò che altro ecco mi piaceva molto quest'idea che ci dobbiamo un po' sporgere per conoscere qualcosa di nuovo e l'idea di questi incontri è proprio di sporgersi di far sporgere i nostri interlocutori in mondi che si incrociano che si toccano a volte dialogano anche ma che sono distanti ieri abbiamo messo insieme due persone che più distanti non potevano essere da una parte forse uno il più famoso maestro pasticcere Eugenio Massari e dall'altra un imprenditore della moda italiana come Marenzi oggi invece mettiamo in dialogo e finalmente vi presento i nostri protagonisti alla mia sinistra Alberto Cavalli che è direttore della Michelangelo Foundation direttore della fondazione coloni dei mestieri d'arte e curatore oltre che anima proprio di homo faber e poi ti farò raccontare che cos'è e invece accanto a me all'altro lato Paolo e Michela Baldessari vi presento insieme lo studio è Baldessari Baldessari quindi non posso che presentarvi insieme menzione d'onore alla ventiseiesima edizione del compasso d'oro studio di design di architettura e anche di architettura di interni e come vedete appunto punti di contatto ma anche mondi diversi perché da una parte appunto un mondo di progettazione industriale dall'altra invece un mondo di creazione di pezzi singoli pezzi unici ma vedrete che in realtà questi mondi si incrociano più di quanto si possa immaginare partiamo proprio dall'inizio io chiedo velocemente ad Alberto se ha voglia di darmi la definizione di economia della bellezza visto che questo è il contenitore dentro cui siamo per noi che ci occupiamo di mestieri d'arte l'economia della bellezza significa creare le condizioni culturali sociali anche economiche perché la creazione della bellezza sia vista proprio come un generatore di valore la bellezza genera valore dipende dipende come viene percepita come viene comunicata come viene trasmessa i mestieri d'arte generano valore sì nel momento in cui si percepisce che ciò che gli artigiani creano quindi oggetti è diverso da una cosa gli artigiani non creano cose dimenticabili che finiscono in una discarica creano beni ecco che allora economia della bellezza a mio avviso la definizione sta in questa parola bene una cosa è diversa da un bene un bene qualcosa di fatto bene che fa bene che trasmette un significato profondamente positivo economia della bellezza significa reintrodurre il principio e il desiderio del bene nel creare nel commerciare nel trasferire e già abbiamo visto scorrere qualche immagine e quindi prima di chiedervi la stessa cosa vi lascio tanto tempo per pensare lui è stato più ha dovuto più dire di di di getto che cos'era appunto l'economia non era preparata mi aveva mandato un'altra domanda la incorretta perché le scalette sono fatte così sono fatte per avere tante domande ma poi vabbè quando gli interlocutori sono conosciuti no allora e torno a quello che dicevi il concetto di bene anche se a me ti confesso che la parola cosa non dispiace proprio quasi in senso filosofico no la cosalità delle cose perché la cosa da comunque l'idea di qualcosa che si tocca che si maneggia poi è vero che la lavorazione umana appunto ci aggiunge il concetto di bene ma veniamo io ho detto che tu sei oltre che il curatore sei un po l'anima no di homo faber dovete sapere che io proprio ho chiesto ed è un favore quello che alberto cavalli ci sta facendo perché creiamo una sorta oggi creiamo una sorta di gemellaggio tra trento e venezia perché homo faber a venezia comincera appunto a settembre era un po troppo presto per parlarne qua ma alla fine come diceva ieri gilio massari io sono testardo io anche sono molto testarda e ho insistito lui non mi ha detto di no quindi perché ci tenevo perché mi sembrava interessante appunto interessantissimo parlarne qui a trento homo faber proprio perché la scelta di un festival da festival a festival che si chiama homo faber nel 2024 perché ci sono tante iniziative che mettono in valore che mettono in luce il saper fare il design peraltro il nostro adi da una definizione bellissima di design come un processo creativo culturalmente consapevole quindi processo creatività consapevolezza e cultura tutto questo include la parte appunto di immaginazione la parte creazione la parte di realizzazione ci sono tante iniziative che lo fanno però vedi nicoletta viene il momento e secondo noi era venuto proprio in occasione della prima edizione di homo faber in cui il valore aggiunto creato dagli esseri umani deve tornare al centro delle riflessioni in un mondo sempre più non dico minacciato ma sicuramente è sollecitato dalla tecnologia dall'intelligenza artificiale da tutto quello che volete qual è il ruolo degli esseri umani del loro talento a milano gli sforza dicevano merito et tempore no con il talento riesce a incidere un segno che cambia la storia allora è ancora il caso secondo noi sì ci sarà sempre qualcosa che gli esseri umani sanno fare sempre sapranno fare meglio di qualunque macchina non per entrare in una sciocca stupida competizione fuori tempo nessuno è luddista nessuno guarda indietro nostalgia e creatività non vanno mai bene insieme ma per dare un senso ai nostri giorni ecco ogni volta che mi arriva la lettera dell'inps in cui mi dice quando vado in pensione non è una buona idea leggerla quindi e se penso ai miei studenti del politecnico io forse andrò in pensione a 90 anni loro mai allora tra adesso e mai vogliamo trasmettere il messaggio che il lavoro non è la fatica di un insetto che continuamente fa le stesse cose senza senso il lavoro è un modo per esprimerti e oggi il craft l'artigianato in tutto il mondo per tante giovani generazioni diventa un modo per far sentire la propria voce homo faber la celebrazione di tutto questo è un luogo a venezia la fondazione giorgio cini dove centinaia di mestri artigiani da tutto il mondo arrivano loro stessi a lavorare o i loro oggetti prodotti con consapevolezza e con bellezza in una scenografia immersiva dove tutto parla di lavoro di bellezza di stratificazioni temporali che però per riprendere di sforza hanno vinto il logorio del tempo rimanendo contemporanei e come faber è tutto questo siamo arrivati alla terza edizione ancora non ci siamo stancati di insistere sulla centralità del talento umano per creare una bellezza che non sia solo un innamoramento estetico che dura il tempo di niente ma che ci cambi perché se niente ci cambia niente ci rende felici grazie questo è verissimo ci voleva l'applauso ho fatto una pausa perché secondo me arrivava e mi piace moltissimo questa questa serie di incontri in questo festival di trent ovviamente come in tutti i festival ci sono moltissimi stimoli moltissimi spunti io non so come fate voi del pubblico perché appunto non si sa che cosa scegliere no troppe cose in contemporanea avresti voglia di seguire tutto e poi fai una selezione mentre sei qui magari vorresti anche essere da un'altra parte però la cosa bella è che c'è un filo che passa e devo dire tu dicevi la centralità dell'uomo e giovedì in un altro incontro appunto di che seguivo come auto spendit avevamo Federico Marchetti che è l'emblema del digitale quindi dell'innovazione anzi lui si definisce un innovatore e lui parlava la cosa più importante adesso è ripristinare come se fosse no no no made in italy l'etichetta made in italy addirittura lui diceva facciamo made by human e appunto no questo filo questo testimone che alla fine scorre in mezzo a personalità figure diversa al festival di trento stiamo dando moltissimo spazio all'intelligenza artificiale e se c'è tempo magari qualche domanda proprio in questo contesto ve la farò e però c'è il contraltare poi delle cose deni appunto vengo a voi e chi di voi due vuole rispondere proprio su questa definizione dell'economia della bellezza anche brevemente e poi invece accoglierei un po degli spunti a proposito del design che ci ha lanciato alberto ha lanciato degli stimoli condivisibilissimi e assolutamente praticati ricordo che per stare dentro questa questa proprio questo ragionamento giulo d'orfles di cui ho avuto l'onore e il piacere di frequentare per tanti anni noi insomma era un curioso infinito e non di e assolutamente non finiva mai di essere addirittura bulimico in certi aspetti in certi momenti e la sua curiosità travalicava anche tutto quello che era il suo sapere le sue cose e portava economia perché voleva sapere proprio di mondi diversi e ci ha insegnato a traversare questi mondi diversi nella nostra pratica professionale in studio non siamo su una rotaia siamo su tanti percorsi che girano divagano e curiosano e appunto questo ci porta a poi a generare però una una sorta di economia nostra interiore prima di tutto perché se poi noi non siamo in grado di trasferirla e di generarla attraverso idee progetti valori se non l'abbiamo se non l'abbiamo dentro di noi questo poi non riesce e questo succede anche con i ragazzi di studio a cui adesso abbiamo detto che il prequisito per entrare è che abbiano ascoltato almeno una lezione del prof. Alberto perché questa insegna perché questo appunto noi appunto siamo architetti designer ma proprio nella nostra formazione nel nostro ragionamento nel nostro portare avanti la professione Michele Dio abbiamo ci piace dire fuse confuso le nostre ricicole che partenze diciamo come dire accademici lei ha fatto industrial design ho fatto architettura però poi siamo uno l'occhio terzo dell'altro e comunque noi non sappiamo più chi adesso progetta questo che progetta l'altro e questo è un elemento che porta secondo noi una grande come dire qualità nella nostra e quindi non ci fermeremo mai non pensiamo nemmeno noi che ci arrivi mai la lettera o che ci mandiamo noi reciprocamente una lettera per andare in pensione non è non sta al mondo non esiste questa frase poi mi rimanda proprio a una primissima frase che mi era stata raccontata e inculcata nei primi anni di studio che il design da un valore aggiunto al prodotto ma valore aggiunto in termini di economia perché appunto mette in campo una serie di percorsi di lavorazioni di modi di pensare di persone che ruotano attorno a questo progetto e attorno a questo oggetto quindi sì la bellezza oltre a creare emozione crea sicuramente economia io credo ma qui vi riporto proprio a quelle che sono le distinzioni anche un po standardizzate perché appunto invece e che che a volte mi fanno ridere proprio perché in realtà veramente siamo nel mondo del dell'incrocio continuo quindi dividere le cose in settori e segmenti e da un certo punto di vista assurdo e sono felice peraltro di avere l'unico magazine in italia che non ha sezioni perdonatemi se faccio questo momento di questo spazio su autospendit ma perché mi sembra una cosa così scontata no che che che come tutti noi abbiamo vite piene di sollecitazioni diverse non ci siano giornali con sezioni no la sezione della moda la sezione del design la sezione ma i mondi si incrocia e però non è ancora così scontato perché invece appunto la norma è che uno ciascuno di noi faccia delle letture specialistiche no benissimo perché poi bisogna andare in profondità ma bisogna incrociare ma torno quindi quindi faccio il ragionamento inverso in fondo se c'è un modo di definire il design e anche un merito che è andato al grande design è stato quello di industrializzare la bellezza continuiamo ad usare questa metafora quindi di renderla più economica no più accessibile e però è un processo industriale che apparentemente è l'opposto di quello che ci stava raccontando Alberto sì e no perché poi qui stanno andando a lupe le vostre immagini e si vede che l'industriale insomma c'è poco no questo si chiama tricot e vedo la cosa meravigliosa che adesso tanto si dice il tocco umano è anche fatto di imperfezione però me lo spiegate sì io prima quando si diceva appunto che ci sono queste due professioni diverse ma poi in realtà non tanto diverse credo che si stia proprio infittendo l'aragnatela di fili che ci collega no perché anche noi appunto nel nostro modo di affrontare il progetto penso che c'è sempre una grandissima attenzione a quello che ci riporta al saper fare artigiano per prendere spunti da quella magnifica magnifico bagaglio di informazioni di dettagli di materiali e quindi è un po un principio che applichiamo un po nel nostro progetto un po tutto tondo come diceva paolo non solo nel design ma anche nell'architettura nell'architettura di interi qui in particolare che adesso è passato però è un ultimo progetto presentato al salone del mobile per un'azienda molto conosciuta per la per la capacità di lavorare i metalli e qui salutiamo al albino albino celato che abbiamo con piacere qui in sala e che proprio per tutto il loro percorso di ricerca dove han voluto dare una nuova vita al metallo perché se noi pensiamo al metallo di primo occhito ci diventa un materiale freddo invece loro con tutta la lavorazione con tutta la ricerca sulle ossidazioni sulle texture su certi particolari lavorazioni hanno reso questo materiale caldo tridimensionale persino e caldo al tatto in quest'ultimissimo lavoro che appunto è tricò e al di là degli oggetti che avevamo già progettato e presentato per loro e c'era proprio la voglia di dar vita a un'ultima loro ricerca che ha chiamato ornamentum e che nasce anche qui guarda caso dalla ricerca di un vecchio di un vecchio sistema di stampa la stampa d'acqua forte l'incisione d'acqua forte che loro hanno riportato poi mi correggerai albino se dico male che loro hanno riportato a livello industriale e quindi ci hanno chiesto anche amato una trentina di designer con i quali loro collaborano per portare delle tracce contemporanee ma che e riprendessero un po il nostro modo di lavorare ecco qui dove abbiamo voluto lasciare nel nell'elemento tricò un segno di imperfezione perché crediamo che l'imperfezione sia un valore aggiunto grazie in tutti e tre avete detto appunto con grande entusiasmo parlate no del vostro lavoro avete rimarcato continuiamo a farlo cioè continueremo a farlo e però dobbiamo anche come direi sottoscrivono è talmente bello quello che si fa se lo fai con passione che è difficile lasciare e parte diventa parte integrante no della tua vita però poi bisogna attirare nuovi talenti no coinvolgere i giovani far capire la bellezza di questi lavori ecco su questo secondo me l'italia ancora è indietro e non capisco perché appunto perché siamo comunque il paese del che ha la migliore figliera che ha delle tradizioni incredibili ma poi quando si tratta di attirare i giovani sul lavoro manuale perché di lavoro manuale si fa ancora fatica le iniziative iniziano a essere tante però e quindi vorrei però sono tante e private è così abbramolinko diceva se pensate che l'educazione costi cara provate l'ignoranza provate cioè pensate per un paese come l'italia cosa significa trovarsi di fronte a una serie di clienti interlocutori ignoranti che non capisco nel valore aggiunto di qualcosa progettato come quello che abbiamo visto realizzato come abbiamo immaginato no rispetto a qualche cosa che invece magari l'apparenza ti dice a me guarda quelli me pare insci no non è insci perché è un è un prodotto che dietro di sé ha una storia dell'orrore di cui tu non sai niente non vuoi sapere niente ma che ormai è inaccettabile su questa nuova sensibilità che accumula la bellezza del prodotto alla bellezza del processo noi crediamo si giochi una parte importante dell'educazione delle giovani generazioni che è vero per tanti anni ormai l'italia ha perso moltissimo moltissimo terreno nell'educazione di una nuova generazione di maestri artigiani in tutti i campi in cui l'italia è famosa nel mondo dal design alla nautica dalla gioielleria alla liuteria alla ceramica alla forcellana le banisteria il valore aggiunto lo fa certamente alla progettazione creativa ma anche l'alta artigianalità c'è un valore aggiunto straordinario però se tu guardi dove si formano i sarti più importanti d'italia cioè dove si formano no i maestri della porcellana che poi vanno a integrare le nostre manifatture l'incisore del cristallo ma estri vetrai dove si formano perché noi non abbiamo l'equivalente di jale o di osford sui mestier di arte ma chi non verrebbe in italia a imparare questi mestieri soprattutto perché siamo in italia quindi è un brutto posto dove venire c'è la liuteria cremona è diventata secolarmente un patrimonio mondiale perché fin dal rinascimento no da fysse da la fermania venivano i liutai a studiare poi a cremona stava bene si mangiava bene ma tutto questo voglio dire creava un valore aggiunto che oggi abbiamo un pochino perso certo la fondazione coloniali hanno finanziare i pirocini informativi per le giovani artigiani paghiamo noi loro stipendio per sei mesi e offriamo loro una set un mese di master prima di mandarle a bottega michelangelo foundation fa la stessa cosa a livello europeo quindi ogni anno finanziamo dei pirocini informativi per dei giovani artigiani come dicevi tu sono iniziative importanti ma che sicuramente meriterebbero magari di essere di propagarsi arriverà anche quel momento ma se non si cambia la mentalità non si va da nessuna parte i mestieri d'arte così come i mestieri creativi torneranno a essere seducenti quando riusciremo a raccontarli in maniera autentica fuori dalla narrazione retorica o da mastro geppetto che risente di quello che hertzfeld chiama il razzismo gentile hertzfeld è un antropologo di harvard che diceva che verso gli artigiani c'è un razzismo gentile tipo sei un artigiana come dire povera scema non potevi fare nient'altro ma no queste sono persone che hanno un talento straordinario allora se non cambi la mentalità non cambi niente per quello che esistono anche no le fondazioni per fare progetti culturali e anche magari gli imprenditori oggi si rendono conto che per popolare i loro atelier le loro botteghe le loro imprese di giovani talenti occorre davvero abbracciare una nuova cultura del fare cioè in brianza ag più di fiore che verrà in laurea ho capito d'inverno ai 11 gradi ma chi è che viene a lavorare con 11 gradi tira sul riscaldamento e magari qualcuno adesso è una banalità però cambiare il modo in cui si vive il lavoro significa probabilmente creare delle condizioni anche culturali diverse per fare in modo come dicevo prima che il lavoro non sia solo un modo per portare a casa uno stipendio a fine mese ma un modo per esprimersi e per essere felici credo che anche chiamarli maestri artigiani banalmente maestri e qualcosa che dà valore aggiunto in francia richiamano un metro da in giappone richiamano tesori nazionali viventi in italia se va bene richiamiamo operai specializzati ogni lavoro è nobile però accidenti le parole sono i mattoni con cui costruiamo il pensiero ma la stessa legislazione in italia c'è una legge quadro dell'85 e un dpr neanche una legge un dpr del 2001 ma in giappone nel 1950 hanno creato la legge che situisci tesori nazionali viventi ma pensate cos'era il giappone nel 1950 un paese annichilito dalla sconfitta dove l'imperatore era stato demensionato dal suo ruolo divino eppure subito hanno cercato di proteggere ciò che costituiva l'identità del paese l'arte l'artigianato e francia altrettanto in francia altrettanto con i metri ed ar etc noi cerchiamo di farlo ogni due anni la fondazione colonia assegna il titolo di maestro d'arte e mestiere ai più grandi artigiani italiani e devo dire le istituzioni leggono tutto questo con una certa fatica però tu sei testarda ma anche uno scherzo e quindi insomma piano piano ci arriveremo ci arriviamo e il contesto del festival di trento è questo anche no quello di mettere bella questa immagine della della della pietra del mattone con cui si costruisceco si dicono parole che però sono mattoni anche per costruire richieste per costruire la grossa presenza anche di politici questo significa no poi si fa cultura si produce pensiero e si e il pensiero produce richieste domande che vanno poste riposte magari non sempre e non velocemente hanno le risposte che meriterebbero ma appunto si costruisce anche un mattone alla volta non si può pretendere subito però per voi che ci ascoltate qui e per chi ci ascolta da fuori io dico una cosa anche semplice semplice forse banale anche ai genitori non necessariamente l'unica via per i vostri figli è l'università lo dico con una frase che che che che fu detta al dottor colonico corregimi se sbaglio e me la son segnata perché volevo dirla non riesco a dirla in dialetto bergamasco perché non sono di quelle parti però il fu detto meno dottori e più lavoratori hai voglia di raccontarlo in un minuto perché il nostro presidente franco colonio la figura leggendaria del mondo del lusso presidente di cartier del gruppo risci monte eccetera eccetera ma lui inizia come professore di storia del teatro in università cattolica e come redattore di un giornale che oggi si chiama l'avvenire che una volta si chiamava l'italia redattore vuol dire che poi proprio andava giù dai tipografi che componevano le pagine lui che sempre ha sempre avuto uno stile una concinnita ciceroniana questi poveretti dovevano comporre i suoi e c'era un po di tensione e quindi ogni volta che scendeva giù a vedere la pagina che veniva composta il capo appunto della tipografia diceva ue dottor meno dottori più lavoratori cioè tutto questo tutta questa sapienza tutta questa trasmissione poi si deve confrontare con una traduzione pratica che non è banale che non è sciatta ma che diventa il tuo interlocutore quindi il senso che il dottor colonia sempre detto è che è il lavoro che ti misura e ce lo dice anche il primo articolo della nostra costituzione è il lavoro che ti misura è il lavoro che ti dà la possibilità di esprimere e quindi senza nulla negare ovviamente ai percorsi più augusti di formazione però se non c'è proprio il desiderio di trasformare il proprio talento in una professione viene meno la parte importante della nostra umanità e poi se si e poi devo dire che appunto quello che è importante è trasformare anche appunto il percorso di formazione artigievale in un augusto percorso perché lo è lo può essere allora apparentemente anche qui marco le differenze perché perché mi piace partire apparentemente anche di cui invece il mondo del design vive di tutt'altra spinta no i dati gli ultimi dati presentati al salone di quest'anno dicono che in italia sono 63.485 gli occupati nel mondo del design e sicuramente è un mestiere molto desiderato no ci sono molti giovani che desiderano ecco e poi è davvero appunto è davvero tutt'oro qualche lucica o poi alla fine anche nel mondo del design venire fuori con una propria identità non è così facile anche se magari appunto ci sono più opzioni e sicuramente c'è più comunicazione i percorsi sono sempre difficili no sempre complicati se non ti guadagni insomma qualche obiettivo diventerebbe tutto scontato il sistema diciamo dei numeri sono questi ma c'è anche un credo un altro bacino nascosto di capacità nei sottoscala noi li abbiamo trovati girando dal veneto alla varianza in una maniera proprio così affascinante dove trovi competenze trovi delle sorprese totali per cui ti preparano un campioncino nell'attesa che tu vai a mangiare un panino e ritorni lo rivedi fatto ritrovi una cosa quindi il tema dell'ascolto del rapporto tra progettisti di attore chi realizza è fondamentale cioè tu devi sapere dare degli stimoli ma devi sapere tantissimo ascoltare e questo vale anche in architettura se tu vai e come succede no tu sei appena laureato architetto in cantiere adesso l'architetto e trovi il capomastro che la salunga in carta in carta e ti mette via e ti prende anche le cose rovesce quindi tu devi trovare anche un modo vivendi ma intelligente in cui sapere che i ruoli sono assolutamente assolutamente sullo stesso livello e sapere assolutamente capire velocemente le decisioni che devi prendere quelle che devi scartare perché poi c'è anche questo c'è evidente che il mondo artigiano piuttosto che alcuni mondi artigiani cercano di stare sempre in una sorta di comfort zone e quindi di non come dire accettare subito immediatamente la proposta di qualcosa di innovativo non perché non lo sappiano fare o perché siano sbagliati ma perché tendono a restare nella loro comfort allora tutte le cose magari all'inizio appaiono sempre impossibili da realizzare poi si parlano in canturino che non capiamo niente ci sembra quasi il cinese e poi alla fine insomma no con sti vedi arrivano e arrivano le cose allora le aziende che hanno questo valore questo valore di mettere a sistema cultura cultura di base e anche poi sistema di come dire industrializzazione insegnano a noi progettisti no come poi il prodotto si configura e va sul mercato e va possibilmente vincendo perché non è necessario che un prodotto sia disegnato per poi non essere venduto perché non buca il mercato cioè il prodotto quando viene disegnato supera tutta una serie di come dire di soli e preventive non prima e non ultime quelle diciamo dei referenti commerciali dell'azienda che ti dicono sì e danno il loro parere sì prodotto va il prodotto va cioè fai bellissimi esercizi che sono rimasti sulla casta e sono rimasti pezzi unici no poi per tante vicende non ci sono noi in questo loop che gira se poi avete voglia ci siamo portati ma proprio ripeto non per bulimia ma perché siamo accorti che abbiamo lavorato con le materie principali e primarie diciamo legno ferro metallo ceramica inconsapevolmente ma perché poi alla fine sbatti dentro queste queste conoscenze queste cose e da lì sono venuti fuori i nostri prezzi questi progetti ci sono tantissimi aneddoti tantissime cose felice molto simpatiche molto belle molto ironiche però il problema è proprio questo e poi per chiudere e per non dilungarmi io credo che appunto il sistema da un punto di vista generale deve organizzarsi appunto con una capacità di dare delle degli aspetti formativi che provengono dalla dalla dalla spola dall'istituzione dalle cose una delle delle come dire delle forme anche più come dire percorsi in questo momento lo dico anche perché in qualche maniera coinvolto nel festival di cui lo scorso anno avevamo parlato di danza qui no che facciamo si forma attraverso delle residenze residenze che sono in qualche maniera sono degli stage interni no che producono no ricerca qualità e restituiscono poi spettacoli un pezzo un'esperienza e consiglieresti più di fare l'artigiano o il designer a un figlio allora diciamo che mi è piaciuta molto la frase di prima che diceva l'importante sì sì l'importante è essere felici quando fai il tuo lavoro e infatti io ho rintracciato una frase che mi piace sempre citare per aggiungere alle nostre famose 3f riconosciute oramai a livello internazionale quindi il foodie forniture fashion e la quarta f della felicità del fare quindi del fare con la mano perché poi la mano è lo strumento dell'intelligenza dell'uomo e quindi e per dare anche seguito a quello che avevo detto prima secondo me non c'è più questa grande divisione cioè ci vogliono veramente delle competenze delle conoscenze che abbraccino entrambi i campi perché io credo non per essere nostalgici ma che dall'artigianato troviamo tantissimi spunti tantissime sollecitazioni chiaro è che dovremmo proiettarci nel futuro e sapere che le cose vanno presentate prodotte e sviluppate con le tecnologie che adesso ci vengono messe a disposizione ma non scapperete la domanda sull'intelligenza artificiale quindi ci arriviamo ho segnato due parole che spontaneamente state state usando no alberto ha quasi sempre parlato di bene voi avete quasi sempre parlato di prodotto no e questo credo nella affinità nella vicinanza però definisce non allora c'è questa definizione bellissima del confine proposito di definizioni che che io adoro di ugo morelli lo citto perché giusto citare l'autore che dice il confine non è dove qualcosa finisce non è qualcosa che separa ma il confine è dove qualcosa e quindi è proprio quella soglia su cui ci affacciamo reciprocamente quindi posto che siamo io io rappresento idealmente la vostra soglia e voi vi state sporgendo l'uno verso l'alto però ecco è giusto poi anche capire le differenze e nel mondo punto del bene dei beni scusami usiamo lo singolare se no si equivoca a proposito di retorica di racconto un po sbagliata spesso forse troppo spesso si dice a un nuovo rinascimento io voglio sapere se a te irrita quanto a me questo no meraviglioso rinascimento sarebbe meraviglioso però appunto ti chiedo se ha senso usare ancora appunto anche coi giovani d'oggi con chi hanno stimoli diversi questo tipo di narrativa o forse dobbiamo immaginarci un altro modo di raccontare guarda hai perfettamente ragione irritante anche un po svilente essere costantemente confrontati con questa metafora del rinascimento che sarebbe perfetta se chi la utilizza fosse veramente consapevole di che cos'era il rinascimento e di che cosa stai proponendo rinascimento vuol dire che di colpo vengono riproposti come attuali dei valori dei valori eroici dei valori di visione dei valori umani nei quadri e no le figure si spogliano per rivelare un'umanità che certamente confina con il divino ma che trasmette una grandissima autenticità è questo che si vuole trasmettere con la metafora del nuovo rinascimento stiamo dicendo ai nostri giovani dovete essere più autentici più eroici più valorosi per permettere no a una nuova visione del mondo di affermarsi probabilmente si sta solo capitalizzando su nembi di ricordi scolastici che sono rimasti intrappolati no ai rami della memoria per usare qualche cosa dispendibile ecco come tutto quello che esce facile dalle dita gli artigiani insegnano non va bene non va bene questo vale anche per noi che digitiamo articoli e che facciamo parole artigiani anche voi quindi per noi è molto cara l'immagine del rinascimento e la nostra speranza è che c'è tutti noi che facciamo anche un po di trasmissione che insegniamo la nostra speranza è che davvero si ci si avvicina a una nuova consapevolezza dei valori che oggi sono fondamentali però il punto di partenza è quello di pensare come diceva quinchiliano che i giovani non sono vasi da riempire ma sono fiaccole da accendere altrimenti li subisiamo di nozioni che li lasciano straniti perché non rappresentano più il loro mondo mentre soprattutto in tempi che diventano forse più più cupi per certi versi no la famosa richiesta dell'ascolte edume alla sentinella di israeli a custos qui de nocte sentinella che punto è la notte la risposta è sempre quella da 3000 anni venit mane sedeziam nox verrà il giorno ma per adesso è notte allora se è notte a maggior ragione queste fiaccole che si accendono diventano tanto più importanti e soprattutto ci permettono di ricordare che sì è ancora notte però accidenti c'è una promessa venit mane il giorno nuovo viene e se noi guardiamo all'entusiasmo con quale tanti giovani cercano di costruirsi il loro futuro ci diciamo che forse sta arrivando speriamo speriamo siamo qui siamo però però però siamo in un festival dell'economia pur all'interno appunto di questo involucro bellissimo che economia della bellezza che però vogliamo anche rompere no perché gli involucri sono fatti per sporgersi per uscire fuori ecco siamo qui anche per essere molto pragmatici no poi bisogna costruirle le condizioni perché questi sogni si realizzino quindi far arrivare dei messaggi e capire poi concretamente che cosa si può chiedere proprio istituzionalmente per fare vengo al mondo del prodotto che forse è più tutelato in questo momento no è più appoggiato però anche qui dire voglio fare il designer significa poco io ho visto l'elenco delle 29 professioni legate al mondo del design che vengono me le sono segnate ve ne leggo qualcuna magari appunto i ragazzi che sono in sala le conoscono meglio di me per me alcune erano relativamente sconosciute però mi ha colpito perché appunto sono 20 diverse no non so leggervele via ma ma che proprio sono nuove professioni professioni inventate oggi all'università probabilmente si studiano materie che formano dei giovani che faranno dei mestieri che noi oggi ancora ignoriamo no quindi come si fa a formare a quel tipo di futuro lì che ancora non prevediamo però è fondamentale no tanto più nel mondo della produzione che poi deve mettere a terra io penso che questo possa essere veramente il ruolo dell'istituzione della scuola della cultura perché deve avere sempre un occhio avanti nel futuro per capire che formazioni poter dare agli studenti nuovi per creargli veramente un nuovo lavoro e risentivo per esempio una sciocchezza una cosa importante ma minima che nei nuovi principi della sostenibilità che adesso usciranno a nuova normativa europea oltre a quelli che sempre sentiamo e oramai facciamo nostri è quello della riparabilità dell'oggetto perché adesso noi stiamo facendo immondizia su immondizia su immondizia quindi qui il design della sostenibilità è una delle professioni fra l'altro scusa mi e questa sarà una professione da creare perché non vuol dire che l'azienda a questo punto magari vende meno perché il progetto dura di più c'è più nel tempo eccetera ma si creeranno nuove professioni per riuscire a riparare queste cose la smagliatura lo insegna la smagliatura lo insegna tra l'altro la smagliatura ci rimandava nel cavo della nostra memoria proprio a come le nonne erano così brave a ripristinarli a rimagliare e a riportare a nuovo l'oggetto che noi non vogliamo e adesso e no perché il segno appunto dell'imperfezione però questo è vero il tema dell'aggiustabilità e della invece della possibilità della separazione dei vari materiali oramai deve diventare il vade mecum indispensabile credo per ogni azienda ma i ragazzi che prima raccontavate dietro le quinte diciamo davanti alle quinte perché eravamo qui che voi fate molti colloqui perché appunto un periodo di grande lavoro ecco i ragazzi che arrivano che dovrebbero arrivare già formati diciamo nel vostro nel vostro anno le competenze per l'oggi io ho parlato del futuro ma per l'oggi o appunto proprio dal punto di vista della formazione bisognerebbe fare di più soprattutto sulle nuove tecnologie non sto parlando dell'auto formazione perché poi c'è anche un auto formazione perché devo dire che sulla tecnologia tanti tanti ragazzi sono più avanti non tanto per quello che gli viene insegnato ma per quello che sono in grado di approfondire da soli noi portiamo qualche testimonianza in qualche corso in qualche master al Politecnico piuttosto che in altre academia e quindi questa è una parte un côté della cosa l'altro è on the road e noi nello studio siamo on the road e capita di tutto e lì è bello perché l'ultima studentessa che è arrivata è molto brava la sua lieva solo per un altro master ma no scusate ma non c'era questa curiosa l'ultimo colloquio non è stato neanche un ultimo colloquio questa è l'ultima ragazza che è stata inserita in studio e che appunto proprio un settimana scorsa 10 giorni fa e mentre preparavamo questo materiale ha visto che il nome del professor ha tenuto una lezione fantastica bellissima lo sapevamo e cosa nota e tant'è che appunto abbiamo detto questo diventa il prerequisito per i prossimi colloqui se avranno ma dicevo questo che è arrivato un'altra ragazza formata con un percorso triennale in design in interior design e poi ha fatto un master dove noi portiamo qualche esperienza in exhibit design che è un altro tema fondamentale nel quale noi stiamo molto attenti quando facciamo i nostri colloqui perché per la parte diciamo progettuale l'exhibit è un tema così centrale e fondamentale nella cultura professionale dalla quale non sappiamo prescindere insomma cioè devono sapere devono e qui c'è un master specifico dove noi andiamo al Politecnico a dare qualche contributo su tanti allestimenti che abbiamo fatto che sono allestimenti di tipo culturale per mostre musei o anche di tipo commerciale e quindi è arrivata per fare questo suo master poi poi in certo punto noi stavamo allestendo una mostra di un amico diciamo artista in una galleria a milano ne avevamo già fatte altre prima possiamo fare anche un nome per la Gianluigi Colin che è stato l'art director del Corriere e ha impaginato il Corriere per 40 anni per l'artista e 5 6 7 anni fa è stato interessante questo ha accompagnato nelle amici nelle istamilimenti dove ci sono le macchine rotative e ha trovato un oggetto uve quello che e sono questi tessuti non tessuti che puliscono le macchine delle rotative che si imbibiscono e si imprimono nel pulendo le macchine delle rotative dell'inchiostri delle notizie che si risolvono e quindi diventa una tela straordinaria che lui ha solo concettualizzato nella dimensione delle cose non ha fatto nessun tipo di innesto successivo artistico perché sono talmente belle e sono stati oggetti di tre mostre ne abbiamo fatta la prima la abbiamo fatta alla triennale nella sala dell'impluvio nella seconda l'abbiamo fatta in questo spazio straordinario di questa chiesa sconsagrata piacenza che è sede di una galleria d'arte con questi le catene qui le catene delle capriate sono qua no le catene di quella chiesa erano a 27 metri quando mi ha detto dobbiamo facciamo abbiamo avuto l'idea insieme di avvolgere di svolgere questi questi lunghi nastri colorati fantastici di corso a 27 metri ho detto ma no ma guarda ci siamo sbagliati c'è qualcosa che non funziona cioè sono nove piani di una casa no guarda è la chiesa così insomma abbiamo dovuto farlo con una poi una gru interna è stata una cosa fantastica l'adattabilità siamo contenti speriamo adesso vediamo se è stata scelta nell'adindex nella parte di exibiti vedremo vediamo le dita incrociate e appunto però ho fatto che stavamo facendo questa mostra che poi stata fatta lo scorso qualche mese fa a milano in un'altra galleria la stessa sia si ha aperto gli occhi l'ho portata nello studio dell'artista ha cominciato a conoscere un mondo diverso nuovo totalmente totalmente ignoto perché se non frequenti le gallerie sono frequenti latte per noi è come ti mancasse lo zucchero la mattina ha messo che lo zucchero va nel caffè ma cioè lo zucchero ci deve essere al proposito di legami fra i vari incontri ieri si è tenuto un incontro sull'immaginazione sulla l'alimentazione come si alimenta l'immaginazione e manuella trinci una delle ospite ha detto è come il principio omeopatico l'immaginazione si nutre di immaginazione il bello si nutre di bello e così via quindi bisogna nutrirsi di immaginazione crea subito un link anche con con alberto perché tu hai parlato di di un aspetto importante no quello del mostrare no del mettere in mostra si è tanto detto che il mondo delle fiere no un certo punto si diceva forse è superato non è più tempo nell'era in cui tutto si può raggiungere online e invece mi sembra che tutti i dati ci stiano confermando che invece io dico fiera ovviamente per entendere la cosa più comune diciamo ai vostri mondi ecco e torno a homo faber perché io so che tu puoi rivelare poco però io vorrei che qualcosa ci rivelassi scendendo un po nel particolare dei mondi perché poi i beni facci immaginare ecco facci immaginare la prossima edizione di homo faber avrò luogo sempre alla fondazione giorgiocini a venezia dal primo al 30 settembre vi aspettiamo e avrà un tema scelto dalla nostra vicepresidente haneli rupert che è il viaggio della vita quindi homo faber sarà composto da dieci mostre una dopo l'altra negli spazi della cini ogni mostra sarà dedicata a un tema fondamentale nella vita degli esseri umani perché che tu sia alto basso vivi in alaska vivi a singapore non importa siamo esseri umani e quindi ogni volta che c'è un momento importante noi lo celebra quando si nasce quando si dichiara il proprio amore quando si sceglie la persona della vita quando si viaggia quando si sogna quando si trasmette ciò che si è imparato è un tema molto federatore ci saranno artigiani da tutto il mondo quindi stiamo scegliendo maestri che veramente da tutto il mondo rappresenteranno questi dieci temi dalla nascita fino alla morte negli spazi della fondazione giorgiocini e questo viaggio meraviglioso sarà raccontato dalla maestria dal talento di luca guadagnino che è il nostro art director che insieme a nicola rosmarini sta a e sta disegnando questo meraviglioso viaggio tra i chiostri e gli spazi e i linguaggi stessi della fondazione giorgiocini sarà prodotta da marsilio arte con l'aiuto dello studio a pml di venezia quindi parlando di exibit design leon battista alberte diceva che la caratteristica più importante dell'architetto è la filologia e quindi amare il linguaggio e saperlo tradurre quindi alessandro pedrone e i suoi ragazzi stanno proprio traducendo i linguaggi di luca guadagnino di nicola rosmarini della cini in una sintesi quindi sarà un bellissimo momento di celebrazione del talento umano e che tocca tutti devo dire le passate due edizioni hanno avuto un certo successo abbiamo avuto circa 60 mila visitatori per ognuna delle edizioni che vi assicuro per isola di san giorgio è tanto speriamo che vada bene anche così e poi vi dico alla fine di solito quando sono le cinque e mezza sei mi metto a aiutare le persone a salire sul vaporeto però dice al curatore il direttore ma si fa tutto il fare lo sole che attaccia e ripesca il bambino che sta precipitando sull'adarsena verde aiuti e li aiuti anche a salire sul vaporeto e vedi nelle persone questo perché mi dicevi il successo delle fie delle cose sì se mantieni quello che hai promesso se prometti autenticità e bellezza le persone trovano autenticità e bellezza ed escono da queste esperienze io vedo nei loro occhi qualcosa che io chiamo speranza speranza che tutta questa bellezza vera che tocca la tua vita di tutti i giorni oggetti che tu puoi usare oggetti decorativi oggetti che ti raccontano una storia oggetti raccontati dai nostri young ambassador questi 70 ragazzi che scegliamo da tutto il mondo che vengono a venezia per un mese gli artigiani di domani che raccontano ogni pezzo perché il bello diventi significativo e quindi memorabile ecco la speranza che tutto questo abbia un futuro io devo dire che alla scorsa edizione forse perché appunto lavorando nella carta e sulla carta io sono convinta l'abbiamo anche scritto sul giornale che la carta sia il nuovo oro davvero e il padiglione dei dei maestri carta c'erano delle creazioni veramente veramente sublime creazioni di nulla creazioni sembravano fatte d'aria ed erano ricami di carta e la carta rimanga sempre e la carta la carta in una con una preziosità e con un intero cioè la carta non è la cosa bella appunto di cambiare prospettiva è che lì la carta non era supporto di qualcos'altro la carta era il protagonista no questa questa abilità di di cambiare il ruolo vi giro l'ultima domanda e il timer ci metta a questo punto fretta ma non posso non farla perché questo sia un credo un anello di congiunzione fra di voi voi lavorate molto sul tema degli archivi anche no che è un po una domanda trappola esattamente come ho chiesto prima il rinascimento adesso tutti più che mai nel mondo del fashion per esempio si stanno buttando sul tema dell'archivio benedetto e utilissimo però anche lì attenzione a non trasformarlo in un razzismo gentile scusa se utilizzo la tua espressione però il tema dell'archivio è certo radice che però poi va proiettata declinata va assolutamente cioè è la partenza di una di un nuovo percorso di una nuova via di una nuova proposta di due allora i valori degli archivi sono fondamentali devono essere assolutamente interpretati studiati ma devono essere proprio la libertà soluta devo consertiti la libertà soluta di poterti proprio muovere di poterti su loro stimolo su questo stimolo su questa su questa conoscenza degli archivi di sapere di andare a ritracciare le fonti di certe cose per aprirne di nuove indubbiamente però senza ancoraggi solo solamente riproponendo quindi l'archivio è un pezzo è un amicia è un amicia per accendere il fuoco e se posso aggiungere anche una cosa che appunto prima nominavi anche un po la tendenza dei giovani invece a fare ricerca solo online solo che diventa a mio parere una ricerca molto più superficiale l'archivio ti dà la possibilità di vedere veramente tutto quello che c'è stato di poterlo toccare con mano questa è la cosa importantissima sempre proiettato poi verso il futuro l'archivio di sue già bellezza già bellezza come pensi come è catalogato inserito messo e poi proprio la carta la rilegatura tutta una serie come si scrive una fonte di grande di grande proprio fascinazione fra l'altro a proposito di archivi e radici avrete visto entrando davanti al castello del buon consiglio c'è la scritta no conoscita e stesso e certo non si può innovare se la pertenza non è l'archivio interiore diciamo così allora però come diceva alberto cavalli bisogna mantenere le promesse e io vi avevo promesso che parlavamo di intelligenza artificiale e quindi vi che però vi chiedo una brevità assoluta e quindi sarà solo una battuta perché dobbiamo anche mantenere la promessa di restare di restare nei tempi e poi ci attendo un aperitivo in giardino dopo e che vogliamo condividere con voi e avete così la possibilità di ancora se volete fare qualche qualche domanda insomma e conoscere un po più da vicino ai protagonisti di oggi craft oggetto fatto mano abbiamo valorizzato la centralità dell'uomo l'uomo faber è l'uomo progettatore l'uomo inventore l'uomo maestro l'intelligenza artificiale ci fa paura o è uno strumento o che cosa può essere nelle mani di un maestro artigiano l'intelligenza artificiale come la tecnologia è appunto uno strumento che può liberare delle potenzialità e che può sicuramente togliere no tempo del lavoro magari più servile per permettere all'artigiano di usare quel tempo per creare qualche cosa di più di più suggestivo di più umano di più interessante anche però va intesa così come uno strumento nella rete è diverso se sei il pescatore o se sei il pesce e la stessa cosa vale per l'intelligenza artificiale perché per noi vale sempre quello che un quasi sconosciuto comediografo edisabetiano william shakespeare fece dire al suo amleto essere o non essere e io aggiungo umani questo è bellissimo e però ti ruba vi ruba 30 secondi perché a proposito di fili un altro incontro questo di giovedì il tema è stato attenzione perché in italia ormai fra essere e non essere ci contentiamo dell'essere stati e anche questo è un buon punto in teli designer con la i sì o no sì oramai è indispensabile e deve essere inteso come uno strumento appunto un aiuto non una sostituzione ieri ho sentito una bellissima frase che non ricordo chi chi l'ha detta che dice l'intelligenza artificiale deve essere come il copilota i piloti siamo noi io vi ringrazio guardavo paolo se voleva aggiungere qualcosa ma ha lasciato la battuta finale giustamente da gallantuomo a michela io ringrazio innanzitutto voi che ci avete ascoltato e di cui abbiamo spero catturato l'attenzione facendovi sporgere sulle cose che abbiamo detto grazie ad alberto cavalli di questo gemellaggio 30 mesi di questo il dito esceso a tutti a conoscere più da vicino e grazie a paolo e michela balde star che sono stati con noi mente e animali questa economia della bellezza grazie
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