Denaro e religioni
Incorpora video
Denaro e religioni
L'incontro analizza il complesso rapporto tra economia e fede. Intervengono esperti che espongono le prospettive di diverse religioni sulla finanza, contrapponendo, ad esempio, l'etica della finanza islamica all'accumulazione dei fondi sovrani. Si discute inoltre il ruolo del lavoro nella vita umana, confrontando diverse prospettive filosofiche ed economiche, dalla visione di Aristotele fino alle teorie moderne. Infine, si affronta l'importanza dell'integrazione religiosa nei luoghi di lavoro e la necessità di un'etica economica più inclusiva e sostenibile.
Edproblems Giorgio Ortigiali Microchipin Denaro ha sempre stimolato la riflessione critica dell'umanità, dunque anche delle religioni, sul terreno del rapporto con il prossimo. Il grande tema dei testi sapienziali e dei testi religiosi è sempre stato quello del giusto mezzo. Come ci si procura Denaro? Come lo si gestisce? E da questo punto di vista la storia è costellata da una serie di incongruenze. Pensiamo ad esempio al cristianesimo, salvo alcune eccezioni, come l'adesione totale all'ideale di povertà assoluta predicata dal francescanesimo. Il cristianesimo ha poi dovuto constatare il trionfo del capitalismo. L'islam, d'altro canto, la finanza islamica è una finanza che potremmo definire etica, ne parleremo dopo con i nostri ospiti, perché segue i dettami della sciaria e dunque contrasta l'accumulo di ricchezza, di capitali, nelle mani di poche persone. È però anche fiorita una sorta di brand islamma. Penso per esempio ai fondi sovrani che invece muovono la leva dell'accumulazione finanziaria. Pensiamo ad esempio al Fondo Sovrano del Catara, che solo nel 2022 fatturava 445 miliardi di dollari. Allora, di questo parleremo, anche di quelle che sono le prospettive di dove andremo, Quo Vadis, che è un po' il fil rouge di questo festival, parleremo con i nostri ospiti, che vi presento immediatamente. Sono Richard Robb della Columbia University, Paolo Costa, che è un filosofo studioso di Stili di Vita della Società, l'Imam Yaya Pallavicini, vicepresidente Coreis, Laura Zanfrini, che è sociologa dell'emigrazione, Università Cattolica di Milano, Federica Miglietta, che è esperta di Finanza Religiosa, e che dell'Università di Bari Aldo Moro. Allora, io passerei subito la parola a Richard Robb. Prego, benvenuto. Grazie, Solvia. Mi piacerebbe dire che a 6.30, su una sera di satura, con un po' di vento, mi piacerebbe vincere così molte persone qui. È come se avessi in un'area magica di Trento, di intellezione e curiosità. In l'Egipto antico, nel secolo di 100, gli egipti hanno scoperto l'enginato di steame. L'ho usato per fare un'immaginazione, un'immaginazione che era un tipo di intertornamento robotico. Non era fino a 17 secoli dopo, che a nessuno accadde che l'enginato di steame fosse usato per usare produttive. Nel 1880, era usato per riuscire a cuocere l'acqua e, ovviamente, per la traspoltazione. Perché? Perché ha avuto tanto tempo? Perché non pensava che si poteva fare una produzione? Abbiamo un'enginato di steame, possiamo via, trovare i pesci, passare in rive. Nel Roma antico, era speculato che la maledizione era causata da piccoli animali. Credo che l'evento del medioevo fosse più bello se avessero avuto a fare con questa idea. Ma non c'era molto in modo di miglioramento nel well-being materiale, per tutto il tempo fino alla renazionale. Credo che possiamo trascendere il cominciato di questo, nel mondo antico. E vorrei considerare gli archi di valori, come li capisco, durante gli anni, spesso formati da religione. Perché credo che ha... Dicta come lavorano le persone difficili, quanto di calma mettono in lavoro, se innovano, se prendono rischi in attività attività. E se non prendiamo valori seriamente, come pensano molti economisti, non capiranno mai la verità della macroeconomia, per esempio. E, al very... Per iniziare, Aristotle ha pensato che la pensata rationale, la contemplazione, era l'attività più unica di tutti gli umani. E che il lavoro fisico era qualcosa che abbiamo svolto per incontrare i necessari materiali che avevamo in comune con gli animali. E che una vita nobile non avrebbe potuto essere in lavoro. E che... E, in prima cristiana, il lavoro era un elemento definito della spulsione dal paradiso, una distrazione da più esaltate pursui. E, per gli anni, l'aristocracia e la iglesia portavano a fronte questa mindset di Aristoteli fino a che Silvia ha detto che, in finito, abbiamo fatto paura con la produttività nel tempo della Renaissance. Sì. Il... Il primo, con Martin Luther, nella Reformation Protestanta, ha detto che il lavoro era una pursua dignificata, un chiamamento da Dio, una attività morale che trasformava il mondo per essere sottile per gli animali e per gli animali. Calvin è andato ancora in più a dire che... Che ogni persona era indossata da Dio con alcuna skill e che sviluppare quella skill sarebbe piacere a Dio. E, qui, in Trento, Ignatius Loyola ha messo tre rappresentativi alla consulina e ha avancato questa nuova visione che ogni lavoro che non sia evo può essere meritorioso per la vita spirituale che si ha prevenuto per la glorificazione di Dio. Quindi, era una nuova visione di lavoro e di intercambio che era la promuovere del mondo. Ok. Una nuova visione di lavoro e di commercio è stata promulgata da un economista classico. Questo è nel XVIII secolo. Per Adam Smith, il lavoro e il commercio erano un strumento, una forma di produzione. E questo sarebbe una versione semplice di come gli economisti si ricaricotano i nostri obiettivi, che vogliamo maximizzare il valore presente e il valore di un'utilità di consumazione e di pregge dei nostri obiettivi, a subito del nostro lavoro, del nostro budgeto. Quindi il lavoro è un sacrificio volontario di pregge per ottenere il pregge, per avere la consumazione. E il pregge che è rimasto è combinato con quei prodotti per creare il well-being. E pensiamo al well-being di tutti i nostri obiettivi e poi lo massimizziamo. E la calcolazione è passiva. Non si tratta di un punto di vista unico o l'altro, sia il lavoro positivo o il negativo. Sì, si, potete dire che alcuni job sono più felici. In alcuni casi, potete diventare un colminario invece di un bagagliere. Potete mettere dentro questa equazione alcune varie per considerare la nostra flessibilità, la socializzazione nel lavoro. E devo dire che, ovviamente, perché si massimizza l'utilità di consumazione, questa consumazione non significa che le persone devono sentire a selfishità e non attrazione con la loro consumazione. Questa utilità può contenere strumenti come l'altruismo, l'adherenza di una persona alle loro valori morali, o anche l'utilità di altri. Ma, nonostante, questa è un'equazione e questo è quello che le persone massimizzano e il lavoro è un modo di manovra. Karl Marx ha battuto. Ha detto che Adam Smith non ha alcun inclinamento, che l'overcambio di obstacoli è un lavoro che si libera in attività. Che... che si drive a capire, a realizzare, o, in suoi parole, a liberare, le loro attività, precisamente, al lavoro. Ora... Quello che Marx ha in mente, è un lavoro che non è alienato. L'alienazione per lui era essere... essere oppresso da un dispositivo della nostra creazione. E ha in mente qui lavoro in una fabbrica dove c'era la divisione del lavoro, ore lunghe, e condizioni difficili. Ora, la soluzione di Marx per questo... per ristorre le... le qualità liberate del lavoro, che i lavoratori hanno i mezzi di produzione, non ha mai lavorato in quale parte ha avuto la possibilità. Una nuova e speranza risposta alla critica di Marx viene dal brillante economista Edmund Phelps, che è qui con noi oggi, che... argue che, dentro un economico capitalista, una cosa che può creare, non alienata, un lavoro alienato, che produce la sua self-actualizzazione e il significato. Ora, per Phelps, la debattica non era del comunismo verso il capitalismo, ma del tradizionale verso i valori moderni. I valori moderni sono l'avventura per il suo propietà, l'espressività, la crescita personale, l'individuità, l'espressione, l'espressione di un realismo. E un'economia che è svolta dai valori moderni, i lavoratori si svolgono nel spirito del moderno, creano dinamismo e innovazione che, in turna, creano lavoro rivolto, che permetterà a persone, non solo quelle con l'abbilità di lavorare come un'intelligenza artificiale in Silicon Valley, ma quelle con la quale il lavoro dipende dalla responsabilità di dischargare, la cleverità, il muscolo, la sociabilità, che per i lavoratori a tutti i livelli potranno trovare queste soddisfazioni. La crescita massima, come la chiamava il professor Phelps, in una frase che risunirà nel corso di storia. Sono convinto. Dovremo trovare qualcosa di nuovo, perché l'idea di lavoro per la gloria di Dio è, certamente, in mio paese, non è un mercato di bambina. E' un mercato di bambina. E' un mercato di bambina. Non abbiamo l'opposizione di un mercato di bambina. L'immigrante della nostra religione è molto rapidamente in Stati Uniti. La... qualcosa come... la parte del profetto del dito di Dio è in grado di 95% di 20 anni a un'ultima di 80% oggi. E il 30% dirà a i gal polsteri che non hanno religione. E' un nuovo fenomeno nella Stati Uniti, e sembra non poterlo stoppare. Quindi guarda, non è un sorriso che le persone sono in grado di farlo. Anche se i valori reali sono in grado nel mondo e nel Stato Unito, e, a causa di ciò che luoghi nel noticiero, l'inequalità, da quando è stata la pandemia, è certamente stato declinata. Anche se il 23% di persone rapportano che stanno a freddo sulle loro job, e la maggior parte dice che si è quietamente di farlo. E lo vediamo in noi, che è una meno soddisfazione del lavoro, ma una meno produttività. Questa è la produttività che non può essere esprimita da crescita di capital. Inoltre, con una piccola sforza durante l'adopzione dell'Internet nel late 1990 e early 2000, la produttività è stagnata. Un'immaginazione di dinamismo è iniziata. Quindi, qualcuno può dire, beh, non sono non mi compro con questo notione che mi faccio lavorare per guadagnare la consumazione, l'economia non mi descrive. Quale tipo di alternativa do noi, come economisti, offerte? Beh, diciamo, sì, il solo problema è che sei un vittimo di biazza cognitiva. La forma in cui le cose sono freddate può effettuare la tua decisione, tu tu fai solo dei errori sistematici quando tu provi a risolvere questa equazione. E ti insegnerò come essere un robot migliore e non fare questo errore, quindi sei migliore programmato e poi puoi essere completamente racionale. Ma che, che grima vista ciò che è, non c'è un ruolo per l'agenzia o il will, o per agire sul mondo. È, essenzialmente, possiamo dire che si medicalizzano le dipartite da le scelte racionali. È una sospettazione che forse un buon economista possa insegnarci come raffreddare. E, penso, penso che sia un po' triste. E quindi Quovatis. Io credo che il messaggio di Professor Phelps che adorare i valori moderni che si riconosce che, per l'istoria, le persone trovano lavoro come sport team, che vengono i rivali, che è un essenziale che produce un prodotto o una servizia che è nuovo, che è innovativo, che ha le capacità di persona, a l'estante che non lo ha. È sempre stata un'importante parte, per le ultime 500 anni, per sicuro, è stata un'importante parte di una buona vita. E, penso, noi, come economisti, possiamo insegnare una vista più nuova e umanista del nostro campo. Non vogliamo farlo fuori perché è molto potente per esprimere tutte le cose, ma possiamo anche riconoscere che non è la storia che non si può scegliere, Phelps e modernismo, in questa equazione. Non c'è modo di scegliere cosa significa agire sul mondo quando la tua immagine di te è una che solo risolve un'equazione che è essenzialmente fatta a te come te le preferenze, o che puoi scoprire a base del scopo di a farlo. Quindi, io, io, quelli di voi che ho visto il professor di Phelps' parola due giorni fa, penso che è stato un momento molto inspirante per tutti noi, e penso che dentro le memorie che sono ora pubblicate in italiano c'è abbastanza da imparare da quello, ma penso che abbiamo raggiunto una sorta di fine, certamente che gli economici si promogliano, e che pensano che il lavoro significa una buona vita e che c'è una soluzione per farci farlo. Oh, devo dire anche che non c'è una soluzione, è ad abbracciare il movimento anti-verso. Penso che sia una cosa per la prevenzione di giovani, che devono provare a a farci farlo come si può, perché il lavoro è un cosa inalentante per loro, e devono provare a vedere cosa possono farlo. Penso che sia un trend spero, la notizia che le diparazioni di risorse umane sono promovendo lavoro inclusivo, dove i lavori sono trattati con rispetto e e si accorgono ad esibire la loro agenzia. Ok, grazie. Thank you, thank you very much. Thank you very much, Rob. Tu lo hai citato, è seduto qui con noi in prima fila Edmund Phelps, Premio Nobel 2006, con lui anche James Heckman, Premio Nobel 2000, quindi diamo anche al loro il benvenuto, facciamo un applauso, che ci onorano con la loro presenza. Bene, Federica Miglietta, le leggo un passaggio da un libro, il dio visibile, le radici religiose del nostro rapporto col denaro. Le banche nella loro architettura somigliano a chiese o templi, sono le custodie di una divinità visibile, il denaro, e celebrano l'insolita religiosità del capitalismo. Lei è esperta di finanza religiosa, esperta anche di finanza islamica, ha scritto dei libri, rispetto a quel dio visibile in cui si parla in questo libro, è come se la finanza islamica fosse permeata da un'etica segue i dettami della sciaria, lo dicevamo prima, contrasta l'accumulo di molte ricchezze nelle mani di poche. Questo da una parte, dall'altra però, è fiorito un altro filone, che è quello appunto dei fondi sovranie, che spingono sulla leva dell'accumulazione finanziaria. Come riescono a convivere queste due anime? La domanda è composita, grazie, buonasera a tutti quanti. Partiamo dalla finanza islamica. La finanza islamica, perché accostiamo due termini, il primo dei quali finanza è laico, secolare, mentre ovviamente islamica è un termine che si rifà alla religione. I motivi sono storici, la finanza islamica è una finanza coranica che si base sul corano che è il libro sacro dell'islam, ed è un libro sacro che non parla solo di religione ma che tocca tutti gli ambiti, non solo della spiritualità ma anche della vita di ogni giorno, incluso, lo diciamo in arabo, vale a dire la giurisprudenza commerciale. Le ragioni sono di tipo storico perché il profeta nasce a Mecca e dopo la rivelazione, quando Dio si presenta a lui attraverso l'archangelo Gabriele cominciano una serie di rivelazioni che sono di tipo spirituale. Il profeta però, a un certo punto, per ragioni che per motivi di tempo non abbiamo qui come dire non riusciamo a tratteggiare, si trasferisce poi agli Atribu, che è una città vicina che da lì diventa Madina Tannabi, la città del profeta. E lì invece le rivelazioni sono quindi il profeta non è solo un capo religioso ma diventa un capo politico e di conseguenza quelle rivelazioni che sono poi nelle sure coraniche, nelle cosiddette sure medinesi sono di economia, sono delle sure in cui si tratta il diritto penale, il diritto familiare, il diritto commerciale. Quindi al Corano tutti i fedeli musulmani guardano anche per la strutturazione tutto quello che ha a che fare con il commercio, quindi la finanza, ecco perché finanza islamica. Finanza islamica ha alcuni capisaldi, il più famoso dei quali è la cosiddetta riba, quello che sarebbe il divieto di tasso di interesse. La parola riba deriva dall'arabo rabà, che vuol dire a crescere. E vuol dire cosa? Usura o piuttosto solo tasso di interesse? Nei secoli ci siamo un po' interrogati se ci sia una coincidenza della parola riba con l'usura quindi superare un certo tasso di interesse e questo lo avvicinerebbe un po' alla finanza convenzionale dove l'usura è un tasso di interesse superiore a un certo livello o piuttosto non sia proprio il semplice accrescimento del capitale. Si è discusso un po' i giurisperiti ma anche gli economisti islamici ne hanno parlato ne hanno discusso, la riba è un accrescimento del capitale indipendente dal dal successo o meno dell'attività finanziaria facciamo un esempio se lei ha intenzione di intraprendere un'attività imprenditoriale e io le presto dei soldi indipendentemente da come va la sua attività imprenditoriale lei è costretta a restituirmi il tasso di interesse beh questo è riba, per quale ragione? Perché indipendentemente dal fatto che la sua attività imprenditoriale sia andata bene o sia andata male è costretta a restituirmi dei soldi e questa va a violare quell'idea equitativa e caritativa che permea tutto il corano quindi l'idea è, io ho diritto ad un capitale ho diritto ad avere un guadagno a patto che condivida anche le perdite, quindi passiamo dalla riba all'altro caposaldo della finanza islamica che è il cosiddetto profit and loss sharing, quindi la guadagnazione dei profitti e delle perdite se partecipi alle perdite anche solo potenzialmente allora hai diritto anche ad avere un rendimento del suo capitale, quindi non è che la finanza islamica è una finanza che nega il guadagno, tutt'altro il guadagno è importante così come negli altri tipi di finanza, però il guadagno non può essere scisso dal partecipare alle perdite quindi il guadagno è una generazione dello sforzo imprenditoriale questo è l'altro caposaldo il terzo e poi possiamo terminare sulla finanza islamica, tratta il cosiddetto Gharar, cioè nei contratti c'è necessità di avere la maggior chiarezza possibile per quale ragione? Sempre per quell'idea equitativa e caritativa che sempre sottende tutte tutte le sure coraniche, perché? perché nel Gharar, in un contratto scritto male o scritto in una maniera poco chiara, chi si avvantaggia? generalmente si avvantaggia diciamolo in termini moderni chi può pagare è l'avvocato più bravo e quindi il contraente debole viene in qualche modo messo in difficoltà invece con un contratto scritto con la maggior chiarezza possibile evidentemente c'è la possibilità di essere equi anche nella poi realizzazione del contratto stesso e qui vengo alla seconda sua domanda, quella relativa di sovrani. Dobbiamo fare una precisazione, che in realtà nel corano non è tanto l'accumulazione che viene in qualche modo diciamo su cui viene posto un accento negativo quanto la tesaurizzazione ovvero tenere il denaro fermo senza utilizzarlo a scopi utilitaristi di utilità per la comunità intera, cioè se il denaro viene tenuto sotto il materasso fermo, quella è tesaurizzazione e non è permessa ma quando il denaro viene fatto girare per scopi produttivi, per scopi di ugualianza, per scopi per esempio di maggiore occupazione, ecco allora che il denaro, far girare il denaro è un qualche cosa visto in termini positivi. Cosa sono i fondi sovrani? che lei ha citato prima, i fondi sovrani sono dei fondi di investimento di proprietà le banche occidentali sono un po' di firmi molti di questi sono venuti un po' diciamo sono diventati famosi soprattutto dopo la crisi leman perché hanno fatto un po' di shopping delle banche occidentali e proprio le banche, lì si è posto il problema dice ma come, ma se nella finanza islamica è vietato il tasso di interesse e le banche sono il tempio del tasso di interesse perché vanno a comprare proprio le banche? vanno a comprare le banche, per esempio del banko più grande mondiale di sitiqor e allora questo dovrebbe essere in qualche modo un po' in disaccordo con quello che abbiamo detto prima. In realtà in alcuni paesi islamici e arabi per esempio nell'emirati arabi uniti vige un sistema legislativo che è un sistema di tipo duale cioè ci sono delle regole di common law per le società mentre per le persone fisiche vale la scioria e in molti paesi per esempio la somalia non esiste una costituzione perché la scioria è la costituzione stessa quindi che cosa che cosa voglio dire che i fondi sovrani nessun fondo sovrano se non forse quello dell'oman che è l'unico si autodefinisce un veicolo islamico di conseguenza seguono una regola che è una regola di common law e questo spiega perché possono andare a investire nelle banche possono andare ad investire nelle assicurazioni possono andare quindi ad investire in società che secondo i dettami più stretti non dovrebbero essere società permesse. Bene grazie. Possiamo fare un incip.. forse possiamo fare anche un accenno se lei me lo permette alla finanza religiosa in generale. Rapidamente? Rapidamente. Allora nel mondo abbiamo circa 4500 confessioni religiose potremmo avere potenzialmente 4500 società che investono in maniera diversa sulla base della religione questi sono i cosiddetti faith based investment quindi investimenti fondati sulla religione la maggior parte convergono sulla protezione dell'ambiente tanto che l'interfaith center for corporate responsibility ha aderito a quelli sono i principioni dell'environmental program finance initiative così si chiama hanno tutti aderito mentre l'ordine valoriale che esprime ogni religione vi sono degli investimenti che si esprimono proprio secondo l'etica religiosa espressa. Ora la finanza etica perché all'epoca si chiamava così nasce grossomodo nel 18° secolo con il reverendo John Wesley che scrive the use of money il suo primo sermone in cui dice possiamo guadagnare ma non a spese degli altri non a spese dell'ambiente non a spese del mondo perché noi siamo solo dei servi infedeli a cui è stata affidato un qualche cosa. Ecco da lì abbiamo la finanza cattolica abbiamo la finanza quacchiera la finanza mennonita la finanza jasinista cioè ogni religione può esprimere la propria e non stiamo parlando di pochi soldi perché la finanza di questo tipo la finanza religiosa gestisce circa 3000 miliardi di dollari nel mondo quindi una finanza alla quale guardare con molta attenzione l'ultimo inciso se me lo permette io non la definisco finanza etica perché etico ethos vuol dire costume uso abitudine nel fatto nel caso invece delle religioni c'è una certa dovuta autoreferenzialità cioè ciò che nella mia etica è giusto allora diventa anche etica per gli altri la chiamerei piuttosto finanza socialmente responsabile che quindi guarda a quelli ai pilastri di cui oggi si parla i pilastri esg quindi all'environment al social e poi alla quindi cercherei di distanziare perché secondo il mio parere la finanza religiosa è simile ma non ha punti di contatto precisi e puntuali con la finanza etica che invece un'altra cosa grazie allora laura zanfini veniamo al puo vadis cioè dove stiamo andando allora al di là delle varie dimensioni religiose è innegabile che il denaro nella sua accezione più ampia sia una bussola a guidi esposti la mobilità umana contemporanea dunque le migrazioni con cui noi necessariamente dobbiamo fare i conti queste migrazioni stanno modificando strutturalmente il nostro continente non parliamo del nostro paese che affonda proprio nel mediterraneo come è come una lama e quindi quello che volevo chiederle dobbiamo fare i conti con l'integrazione l'integrazione attraversa diversi canali fondamentale il tassello fondamentale all'integrazione religiosa integrazione religiosa anche nei luoghi di lavoro lei è una fautrice lei che ha scritto libri ha scritto fortezza europa no questa europa inespugnabile che ancora fatica ad accettare l'idea dell'integrazione a cui deve essere poi fatta una narrazione che non spaventi perché ancora abbiamo paura dell'altro ci spiega perché è importante che le varie religioni e le varie spiritualità siano integrate nel luogo di lavoro che diventa che questo diventa un beneficio sia per l'azienda che per le risorse umane ma anche questa è una domanda facile immagino intanto buonasera a tutti a tutti immagino di aver visto il tempo che scorre velocemente pochi pochi minuti a disposizione ma insomma partirei da questo che la migrazione ha avuto il merito a mio viso no di riportare nel dibattito pubblico seppur faticosamente seppure con tanti imbarazzi con tante anche ambivalenze con una certa no diciamo incandescenza sul piano ideologico il tema del posto della religione nella sfera pubblica e appunto del posto della religione della visibilità della legittimità della religione nella nei luoghi di lavoro nella sfera pubblica e nei luoghi di lavoro dentro un'europa che spesso ha interpretato in maniera radicale per non dire distorta il principio di laicità ecco io voglio così prendo a riferimento un episodio che mi ha molto colpita una sentenza della corte europea che dava ragione diciamo così a un'azienda olandese rispetto alla licenziamento o spostamento di mansione di una dipendente di origine immigrata che indossava il velo nel luogo di lavoro io credo che questo episodio sia davvero emblematico al di là appunto chiaramente in punta di diritto sicuramente ci saranno state delle motivazioni più che plausibili per arrivare a questa a questa soluzione ma di quello che io appunto reputo un atteggiamento miope dell'europa delle società europee contemporanei in rapporto alla religione in particolare in rapporto alla religione dei migranti ecco miope per almeno quattro ragioni in primis è abbastanza singolare che questo episodio sia avvenuto proprio mentre noi tutti eravamo impegnati a tagliarci i capelli per solidarietà con le donne iraniane che rivendicavano la loro libertà di non indossare il velo è quasi che il diritto a non indossare il velo fosse un diritto superiore del diritto ad indossarlo quindi un'interpretazione distorta del principio di libertà no che perde di vista come la libertà religiosa sia qualcosa di costitutivo delle nostre democrazie liberali e che proprio all'interno di una democrazia liberale la religione può liberarsi anche dalla sua dimensione dalla sua accezione a volte appunto autoritaria vestatoria esprimere invece il suo potenziale generativo miope in rapporto alla sfida dell'integrazione delle comunità immigrate in particolare delle donne immigrate noi in tutta europa da diversi anni attenzioniamo il tema della scarsa partecipazione al mercato del lavoro delle donne immigrate soprattutto provenienti da paesi a maggioranza islamica per tutte le implicazioni che questo comporta un'estranità del mercato del lavoro che poi pesa in termini di sostenibilità di vulnerabilità di queste famiglie ma anche in termini di socializzazione delle giovani generazioni e noi cosa abbiamo bisogno di offrire a queste donne io credo abbiamo bisogno di offrirgli il principio per cui si può benissimo essere fedeli praticanti e donne che partecipano attivamente a tutti gli ambiti di vita di lavoro di una democrazia europea quindi assolutamente anche come dire no miope proprio anche in termini puramente economici qui siamo al festival dell'economia nessun economista dotato di razionalità potrebbe pensare che indossare un fazzoletto di stoffa incide influisce sulle capacità prestazionali di una lavoratrice ma miope anche per un'altra ragione perché come dire in una fase storica in cui le aziende si riempiono la bocca di la diversity inclusion con tutta anche l'ambivalenza di queste espressioni non si capisce perché la diversità religiosa sia l'unica che si pretende di lasciare fuori le mura dell'azienda non si capisce perché tra le tante caratteristiche individuali che poi rendono ognuno di noi unico e ripetibile unica e ripetibile che i lavoratori le lavoratrici vogliono portare con sé nei luoghi di lavoro e farne no e vedersi riconosciuti nella propria unità che anche unitarietà noi portiamo tutti noi stessi nei luoghi di lavoro non solo le nostre capacità tecniche professionali in senso stretto non si capisce perché quel tipo di caratteristica debba creare tanto imbarazzo noi tra l'altro abbiamo esperienze da questo punto di vista estremamente interessanti di come dove invece no questa caratterista questa esigenza guardate che a tutt'oggi pure in una società secolarizzata la gran parte delle persone del pianeta si dichiara appartenere a qualche fede a qualche tradizione religiosa ma mio e anche perché questa scelta assolutamente va in contrasto con quella che oggi no tutta l'enfasi che nella gestione delle risorse umane si dà al benessere dei lavoratori e alla ricerca di senso dei lavoratori oggi i lavoratori soprattutto in una fase storica in cui le aziende sempre più lamentano difficoltà di attrarre di trattenere risorse umane diventate più preziose la capacità di dare senso a quello che si fa diventa assolutamente oltretutto una leva importantissima nella gestione del personale ora per andare a chiudere perché è vero che il tempo scorre molto velocemente ecco è proprio come dicevo prima il ricorso la visibilità di questa dimensione ovviamente nella libertà dei figli di dio qualcuno lavora a rendere visibile qualche altro un altro no dentro cioè c'è un doppio no un doppio legame che va sottolineato da un lato come dicevo prima è il contesto democratico no che consente di vivere liberamente la propria fede in alcune ricerche noi interviste bellissime di donne musulmane che ci dicevano solo una volta arrivati in europa arrivati in italia io ho capito cos'è il vero islam non è quello che avevo conosciuto nel mio paese magari vestatorio magari no maschilista e quindi no un contesto libero di pluralismo religioso di libertà religiosa in senso pieno è quella che consente anche di esperire in senso pieno nella sua autenticità anche l'esperienza l'esperienza di fede e poi appunto il dare visibilità a questa dimensione ci sono esperienze molto belle per esempio di un pensiero sociale islamico che si sta sperimentando nelle aziende francesi pensate il paese che ha interpretato in maniera più radicale il principio di laicità dove giovani giovani di seconda di terza generazione dicono noi non vogliamo fare come i nostri padri nostri nonni che hanno tenuto nascosta non si sono sentiti di dover tenere nascosta nel luogo di lavoro in qualche maniera no oscurata allora appartenenza religiosa ma proprio ispirandoci a quella che è stata l'esperienza dei cattolici del cattolicismo sociale vogliamo farla diventare un ingrediente per rendere il nostro modo di lavorare più onesto più collaborativo più rigoroso no per essere buoni lavoratori proprio in quanto buoni musulmani questo per chiudere cosa voglio dire che le nostre aziende la nostra moderatrice diceva l'europa fa fatica ma fa fatica non perché siamo razzissimi perché insomma noi partiamo da una concezione dell'identità nazionale europea come qualcosa di omogeneo dal punto di vista culturale linguistico religioso quindi è complesso inserire elementi che non fanno parte di questa tradizione ma il punto interessante da sottolineare che sono proprio i luoghi di lavoro insieme alle scuole che stanno diventando delle palestre di convivenza e dove proprio lavorare sulla dimensione religiosa anche nella gestione dei conflitti che inevitabilmente no il confronto fra i diversi comporta specie da chi magari proviene da paesi non democratici dove non è abituato appunto al pluralismo delle idee dei modi di vita bene gestire questa cosa consapienza con lungimiranza dando visibilità questa che è una dimensione importantissima per tanti di noi vuol dire trasformare le aziende in palestre non solo in luoghi di integrazione ma in palestre di cittadinanza e vuol dire anche magari essere capaci di attingere la tradizione valoriale custodita da tante tradizioni religiose per trovare risposte per costruire anche un'etica che ci consente di fare quel salto ospicabile verso nuovi paradigmi che siano paradigmi più sostenibili più inclusivi più rispettosi della dignità di ogni persona. Grazie Gianfranco grazie anche per il suo messaggio di mamma Iaia Pallavicini lei recentemente ha parlato di ricadute di fanatismo citando il saggio di huntington the clash of civilization a contro di civiltà ha invece parlato di scontro di inciviltà l'altro giorno in apertura di questo festival il cardinal Ravasi ha citato una poesia molto bella di Mario Luzzi il bulbo della speranza che cova sotto le maciari in attesa di rifiorire alla prima primavera ecco le chiedo noi possiamo coltivare questo bulbo della speranza e le fedi possono attivare una rifondazione etica dell'economia che sia terreno di convergenza? Buonasera a tutti devo dire che da credente la risposta è sì dobbiamo però da credenti farlo con fede e anche con intelligenza e forse anche con umiltà il che vuol dire che quando vi so che lei faceva riferimento a questa polarizzazione delle inciviltà no ecco sentendo anche le splendide relazioni precedenti ecco adesso mi riferisco soltanto alle ultime due però perché da un lato c'è il rischio che alcune interpretazioni purtroppo nazionaliste o ristrette persino della finanza islamica degenerano nel confessionalismo quindi la soluzione è mettere un label mettere un aggettivo in tutte le cose e quindi diventa etico o diventa islamico no ecco e questo è un artificio perché non è in qualche modo un'esasperazione identitaria a essere qualche cosa di come veniva detto inclusivo dall'altro lato però c'è questo rischio invece da parte forse più dell'occidente di una visione anche dell'economia come di una standardizzazione della globalizzazione quindi c'è una omologazione pseudoculturale che non è più identitaria ma è qualche cosa di astratto o di pragmatico no ecco però dove a mio modo di vedere manca la fede manca l'intelligenza e manca l'umiltà di rispettare il patrimonio delle ricchezze identitarie sia culturali che religiose quindi se se abbiamo arginato queste possibilità negative tra confessionalismo fondamentalista che in realtà è un tradimento della vera identità confessionale di qualsiasi genere possiamo parlare e cerchiamo di arginare l'esasperazione anche di una omologazione o di una standardizzazione dove però in realtà a differenza invece dello splendor riferimento che faceva in apertura il professore sulla questione della contemplazione sulla questione comunque di una visione metafisica che Aristotele insegna e non è forse un caso che alcuni intellettuali musulmani abbiano cercato di attingere a quel pensiero per poi tradurlo anche in un'ottica che qualcuno potrebbe chiamare anche una radice di modernità ma che per me invece è più una questione di riattualizzazione di alcune possibilità veramente di pensiero e di visione. Qual è per sintetizzare e chiudere con la risposta forse quello che diceva ancora la professoressa Zanfrini o cosa intendeva l'aneddoto del cuovadis o piuttosto del cuovadis domine, quello che manca o l'impressione anche tra dei religiosi che diventano dogmatici o schilerotizzati e tra persone che invece vogliono esasperare l'assenza di riferimenti spirituali è il fatto, non bisognerà ricordarsi che per quello che ho visitato questa chiesa sull'Appia dove si dice che c'è stato questo incontro tra l'apostolo Pietro e Gesù ed è Pietro come uomo e come apostolo che vede Gesù e gli chiede cuovadis domine e questa è per me la questione comunque di riuscire a tendere anche sul piano dell'economia anche sul piano del lavoro persino sul piano della finanza o della gestione della moneta come simbolo o del denaro come mezzo a rendersi accessibili alla visione dell'invisibile che è presente, non c'è possibilità di gestire un'economia globale senza un riferimento all'economia spirituale, non c'è la possibilità di considerare la dignità del lavoratore senza considerare che è anche una persona, non c'è la possibilità di considerare il commercio senza considerare che c'è un'occasione di scambio di arricchimento e come diceva anche la professore Stamiglietta di partecipazione al rischio alle perdite perché se no c'è un ideale di arricchimento costante, il bilancio deve sempre essere inattivo, ecco ora io lo auguro a tutte le aziende però attenzione a non creare una filosofia delle illusioni, a non creare un'idolatria della moneta, a non creare una pseudo religione in antitesi alle vere religioni ecco quindi in quel senso lì credo che lo scenario è comunque alla fine per chi liberamente crede ad una dimensione spirituale e religiosa di riuscire a integrarsi, però a integrarsi in un'ottica dove almeno il contributo delle fedi come lei mi chiedeva è quello comunque di considerare se posso dire l'uomo e la donna, la persona, il lavoratore, il professionista o il consumatore, in un'ottica veramente dove c'è una presenza di spirito, una complessità animica e anche una funzione di servizio, se non c'è questa punto di partenza che è la visione che anche la dottrina islamica o i maestri dell'islam ma credo anche i padri della chiesa, i maestri dei rabbini per limitarci soltanto al monoteismo abramitico vedono il gestore della tesoreria di stato, Paita al Mallo, la putista del califato islamico, il servizio come ricaduta sociale ma anche l'ottica comunque di coltivare un rapporto per i cittadini dove non c'è soltanto sviluppo sociale o piuttosto c'è sviluppo sociale se c'è sviluppo anche della pienezza della persona in un'ottica anche di sviluppo spirituale. Grazie, grazie per il suo contributo. Paolo Costa le chiedo un'ultima cosa per chiudere, allora uno dei grandi obiettivi delle religioni storiche è stato quello di distinguere tra vero Dio e falsidoli e allora dobbiamo rapportarci all'oggi le chiedo quanto è attuale questa saggezza questa forma di saggezza oggi? Allo stesso tempo attuale ed è sorprendente quanto facilmente diciamo la perdiamo di vista non riusciamo ad applicarla nelle nostre vite e in effetti sarebbe interessante chiedere alle persone che partecipano al festival dell'economia se quante volte diciamo incontrano nella loro esistenza la distinzione tra i valori forti diciamo i valori deboli nella vita. Questo secondo me è al centro anche dell'interesse che le religioni ma soprattutto la riflessione teologica verso il funzionamento anche dell'economia e il denaro in particolare perché non so se ci pensate diciamo mai ma il denaro è una cosa molto strana perché è una costruzione umana ma tende ad autonomizzarsi da noi funziona come un'entità indipendente che ha un'influenza e orienta le nostre vite in maniera stupefacente quindi visto che le religioni hanno una familiarità con le cose strane anche stravaganti invisibili sono molto attirate da questa cosa cioè il denaro ha questa caratteristica di essere molto terreno ma allo stesso tempo di trasformarsi rapidamente in una potenza che guida l'esistenza e quindi almeno nella nostra tradizione spirituale in particolare ma credo che sia abbastanza trasversale le religioni hanno spesso insistito ed è questo l'elemento sapienziale che resiste di più all'asura del tempo sulla distinzione tra ciò che è reale e ciò che è apparente ciò che è essenziale e ciò che non lo è e particolare diciamo nelle religioni monotistiche c'è questa distinzione così importante tra una divinità diciamo così che noi adoriamo e che diciamo così rispetto ai quali quindi abbiamo anche un atteggiamento possiamo dire servile ma che allo stesso tempo ci libera e una divinità invece nei confronti dei quali abbiamo un atteggiamento servile e che ci rende schiavi questa distinzione secondo me se l'applicassimo alle nostre vite ci aiuterebbe molto anche proprio in relazione ai valori che riconosciamo come fondamentali nelle nostre esistenze perché la sapienza diciamo e questo non interessa solo le persone che si dedicano diciamo in maniera virtuosa o per tutta la propria vita non so a questi beni non apparenti ma reali i valori forti ma perché diciamo riconoscere questa distinzione ha un effetto cruciale nella definizione della gerarchia dei nostri valori ovunque orienta la nostra esistenza allora per concludere uno potrebbe dire sì vabbè però questa cosa qua questi riferimenti al culto il vero dio appunto appartengono a un'epoca non secolarizzata no ma se guardiamo le diciamo così quella la situazione presente in cui diciamo la descrizione più corretta non è come ormai sappiamo dal nuovo dibattito sulla secolarizzazione l'idea che il sacro si sia dissolto ma che ci sia una diaspora del sacro cioè che le persone cercano il sacro in luoghi che non sono luoghi tradizionali potremmo riconoscere esattamente la stessa logica all'opera in queste ricerche strane io sono particolarmente interessato vivendo a trento alle ricerche spirituali che avvengono in montagna cioè le persone che cercano nel paesaggio per esempio un aiuto per riuscire a fare questa distinzione tra valori forti e valori che non lo sono e riconosceremo che anche se queste persone partono spesso dal corpo dalla materialità del paesaggio ricercano esattamente questo tipo di saggezza che è una saggezza centrale anche per gli economisti tra i valori veramente forti quelli a cui dovremo o cui comunque alla fine della nostra esistenza sulla base dei quali noi faremo i conti e che meritano di essere adorati perché ci liberano dei valori che invece che liberarci ci impregionano chiediamocelo se il denaro se inteso nella maniera sbagliato non sia esattamente uno di questi valori grazie grazie paolo costa io starei qui ore a parlare ancora con voi purtroppo il nostro tempo è terminato quindi ringrazio tutti i nostri ospiti che ci hanno davvero onorato con la loro sapienza con le loro conoscenze e ringrazio tutti voi buona serata grazie
{{section.title}}
{{ item.title }}
{{ item.subtitle }}