L'impoverimento culturale
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L'impoverimento culturale
La modernità è stata poco rispettosa delle culture, sacrificandole sull'altare del progresso. E le religioni monoteiste, specie la cristiana, hanno fatto tabula rasa delle convinzioni tradizionali, giudicandole spesso opera del demonio. Questo ha prodotto una rottura dei micropatti di convivenza e in molti casi ha generato violenza. Dal caso dell'Africa all'Occidente, un'analisi disincantata della cosiddetta globalizzazione.
allora buongiorno buongiorno a tutti l'incontro che sta per cominciare ha poco a che fare almeno apparentemente solo apparentemente con l'economia molto invece mi pare con il titolo di questo festival con il tema di questo festival rientrando mi pare pienamente questo incontro in quel tema appunto del capitale sociale in quella sfera dell'immateriale di cui parla tito boeri presentando appunto questo festival di trento e collegando l'economia non soltanto a alle strade alle imprese industriali e al prodotto interno lordo ma anche ai livelli di istruzione oppure alla fiducia reciproca dunque questa mattina con francesco remotti si parlerà di cultura e più specificamente di impoverimento culturale dunque mi presento molto rapidamente mi chiamo francesco erbani faccio il giornalista lavoro per repubblica francesco remotti insegna antropologia culturale alla facoltà di lettere e filosofia dell'università di torino ha scritto molti libri ne cito qualcuno noi primitivi nel 1990 luoghi e corpi nel 1993 etnografia nand e sono tre volumi usciti per 93 il 96 poi c'è il dizionario di antropologia poi c'è contro l'identità scritto nel 1996 forme di umanità e prima lezione di antropologia questi sono i libri di remotti ma dietro i libri di un antropologo c'è una vastissima esperienza sul campo i campi dell'antropologo remotti sono soprattutto l'africa equatoriale dove dal 79 al 2004 ha diretto la missione tecnologica italiana un istituzione del ministero degli esteri e poi altro fulcro geograficamente più specifico del suo impegno di studioso e la repubblica del congo anzi la regione più precisamente la regione del kivu dove fin dal 1976 ha condotto ricerche sulla popolazione dei ban ande etnografia nand e è il libro che ha diciamo raccolto tutte le esperienze ieri remotti mi spiegava che nand e si usa per indicare un singolare ban ande invece per indicare il plurale con un prefisso i settori di studio sono stati i sistemi di parentela i modelli matrimoniali e le implicazioni politiche che questi hanno ma poi è emerso anche un tema molto molto interessante che coinvolge anche diciamo altre comunità il tema del conflitto fra iban ande per esempio è la foresta è un tema che segna la storia di questa etnia al punto che l'espressione più completa diciamo del modello di umanità declinato al maschile e quella degli abbattitori di alberi indagando però su questo tema un certo punto remotti si è accorto si è imbattuto nel dubbio che emergeva in questa comunità dubbi legati alle conseguenze ambientali della distruzione di una foresta dubbi quindi legati diciamo alla tutela di un equilibrio ecologico e questo quindi è una modifica diciamo dell'atteggiamento culturale di questa di questa popolazione l'altro libro sul quale mi sono fermato brevemente contro l'identità che un libero nel 1996 è un libro che molto molto lucidamente anche con una direi apprezzabilissima pulizia di scrittura nitore di scrittura si dedica a contestare uno dei valori più spesso esibiti per marcare la differenza diciamo fra un noi e un loro con tutte le conseguenze che poi che proprio in quello scorcio di anni alla fine degli anni novanta devastava i paesi della ex jugoslavia c'erano state le stragi le pulizie etniche religiose e un capitolo remotti lo intitola al germe della pulizia che mi sembra un bellissimo ossimoro il germe infatti rimanda all'idea della sporcizia la polizia dovrebbe spazzar via iger ma veniamo molto rapidamente al tema di stamattina la cultura appunto e l'impoverimento culturale intanto che cosa non intende remotti quando parla di cultura non intende riferirsi alla semplice cultura intellettuale una definizione della quale siamo molto abituati spesso portati a ricorrere quando parliamo parliamo di cultura una cultura che una definizione che spesso restringiamo proprio a quell accumulo di sapere che si trasmette prevalentemente attraverso i libri per via accademica tanto meno quando remoti parla di cultura si riferisce a quella porzione ancor più piccola della cultura intellettuale che la cultura umanistica quella che in italia ha più credito quella per cui diciamo rovesciando la questione si è considerati sovranamente incolti se non si sa chi è ludovico ariosto e non si conoscono le sue opere un po meno incolti se non si conosce la formula chimica dell'azoto una definizione che ho trovato molto interessante troppo di cultura insomma di questa definizione come dire a banda larga della cultura che da che da remotti chiedo scusa ma mi dispiace ecco l'ho trovato ecco la definizione che mi sembra più calzante della cultura e quella in cui remoti dice che la cultura è secondo lui una mappa o meglio un insieme di mappe la cui funzione non è soltanto quella di rappresentare un territorio di descrivere una realtà ma anche di fornire istruzioni per costruire strutture istituzioni realtà individuali e collettive e tra le realtà che occorre culturalmente costruire vi è la propria umanità ecco riferendoci quindi a questa definizione molto ampia molto più ampia della cultura intellettuale che remotti da al termine cultura possiamo anche capire che cosa significa l'impoverimento di una cultura noi siamo spesso orientati a pensare che la cultura possa soltanto crescere e raramente che possa impoverirsi e invece questo può accadere e accade direi che un festival come quello di trento oppure festival dello stesso tipo che in italia si svolgono da alcuni anni come quello di mantova come quello di modena oppure le lezioni di storia che si sono svolte a roma l'auditorium con un pubblico così partecipe così competente danno spesso l'impressione che ci sia come dire questo elemento di sviluppo di crash ecco che sia quasi questa una specie di metafora di un paese che culturalmente cresce e invece e invece i dati dimostrano che questo non accade quella strana abitudine che abbiamo di pensare che una cultura possa solo crescere ci fa spesso voltare la testa altrove non solo quando si legge che in italia si laurea solo il 9 per cento della popolazione contro una media del 21 in europa che ci si laurea pochissimo in facoltà come chimica o fisica non ormai non più rispetto agli stati uniti alla germania o al giappone ma rispetto all'ungheria alla repubblica slovacca alla polonia questi dati possono anche crescere in assoluto in effetti qualche lieve spostamento in avanti si è verificato ma il problema è che crescendo molto di più quelli degli altri noi restiamo indietro ma già questi dati sono forse un po relativamente noti ciò che ancora produce molta sorpresa sono le cifre che cita spesso tullio de mauro e che ha citato ancora l'altro ieri qui a trento un 5 per cento di analfabeti totali in italia è un 66 per cento di persone che ha una insufficiente competenza analfabeti ca alfabetico o matematica che rischia di rientrare in una forma di alfabetismo anche strumentale e cioè che fa fatica un 66 per cento di persone che fa fatica a riconoscere ea riprodurre una frase con una proposizione principale ed una proposizione subordinata e che non ci si raccapezza di fronte ad una operazione aritmetica a due cifre ecco io mi fermerei qui lascerei la parola remotti perché ci dirà come dire degli elementi di inquadramento più teorico sulla possibilità su come è possibile che una collettività veda la cultura restringersi veda una cultura che lascia scoperti dei settori fondamentali per la propria esistenza la parola remoti grazie chissà magari grazie agli organizzatori grazie a tutto il pubblico io cercherò di illustrare appunto questo concetto di impoverimento culturale sfruttando diciamo che da una parte alcune competenze teoriche se così posso dire dall'altra le mie esperienze sul campo in africa devo dire in effetti che come un po tutti gli altro polo g che fanno ricerca sul campo devo devo molto devo moltissimo alla società la popolazione alle persone con cui con cui ho lavorato in africa devo moltissimo non solo sul piano diciamo così personale perché pure ci sono questi aspetti da non sottovalutare nella ricerca sul campo da parte degli antropologi voglio dire in termini di amicizia in termini di legami anche affettivi e devo moltissimo anche sul sul piano sul piano teorico devo moltissimo perché dalla ricerca sul campo provengono degli degli stimoli che magari all'inizio non non appaiono in tutta la loro importanza e che poi è che poi maturano diventano di 21 di 21 magari temi temi culturali e non sto a fare evidentemente tutto l'elenco degli stimoli che ho avuto da quella popolazione che sono i ban ande del congo della repubblica democratica del congo più precisamente nel nord kivu praticamente ai confini con lugan da dicevo non farò tutto un elenco di questi temi ma mi concentrerò su due temi che per me sono diventati importanti diciamo per l'elaborazione delle mie delle mie riflessioni antropologiche il primo tema con un termine con un'espressione un po arzigogolata chiedo scusa l'ho chiamato antropo pugliesi e cioè e cioè il tema della costruzione dell'umanità ecco questa è questa società dei dei bande come beninteso molte altre società in africa e altrove nel mondo ha tradizionalmente posto al al centro diciamo così dalla propria cultura tradizionale esattamente questo compito del fare umanità del costruire esseri umani questo tradizionalmente veniva fatto attraverso dei rituali di iniziazione quali che noi il gergo e tecnologico antropologico ormai in uso insomma diciamo appunto rituali di iniziazione dei rituali di iniziazione maschili e femminili più importanti quelli maschili in questo caso esplicitamente questa società esplicitamente pensava appunto di fabbricare di modellare esseri umani e questi rituali di iniziazione si chiamava il nome era horus un baffo il punto il nome di questo rituale questi rituali avvenivano avvenivano in foresta ed erano rituali come vedete sto usando sto usando il passato è perché ormai non ci sono più erano erano rituali che abbastanza complessi si svolgevano per circa sei mesi in in foresta i ragazzi perché di questo si trattava si trattava di radunare insomma dei ragazzi che grossomodo nell'età dell'adolescenza venivano raggruppati e portati lontano dalle loro famiglie dai loro villaggi e appunto in foresta in quella foresta che iban andranno da sempre da sempre è molto relativo naturalmente ma quella foresta che essi hanno da sempre combattuto venivano portati in foresta e li sottoposti a una serie di prove la prima delle quali era anche la più più cruenta e anche la più pericolosa e cioè la circoncisione inutile dire una circoncisione fatta in condizioni appunto in foresta non certo in una clinica settica e questo questo rituale poi proseguiva appunto con tutta una serie di altre prove che adesso non visto ad illustrare e e insieme a queste prove come dire si trasmetteva si trasmettevano i contenuti fondamentali di quella determinata cultura era come si usa dire una vera e propria scuola in foresta ecco antropo poi e si vuol dire vuol dire questo vuol dire cioè quel settore di una determinata cultura che si pone esplicitamente l'obiettivo di costruire poi ese da puglia in greco poiein fabbricare modellare e centra costruire esseri umani uno splendido canto preghiera che all'inizio i circonciso ri nand e rivolgevano alla alla divinità acat onda questo canto preghiera appunto recitava è esattamente questo che il nostro viaggio generi degli uomini cioè questo rituale d'iniziazione interpretato come un viaggio come una sorta di avventura in qualche modo che il nostro viaggio generi degli uomini non c'era sicurezza c'era un auspicio l'auspicio appunto che da questa esperienza uscisse venissero fuori degli uomini degli uomini all'altezza diciamo così dei problemi della realtà che che avrebbero dovuto affrontare nel futuro nella loro nella loro vita questo era loro somma tanto tempo fa io ho avuto la fortuna di conoscere ancora dei degli anziani che avevano avevano affrontato lo zumba ancora negli anni 40 del novecento e questo già da questo voi capite appunto che si tratta di un rituale che ormai da vari decenni non esiste più se non nei ricordi io quello che ho potuto fare è ricostruire attraverso questi ricordi attraverso queste testimonianze ricostruire questo rituale un rituale particolarmente ricco e qui cominciò a introdurre certi concetti che che sono pertinenti in questo nostro discorso un rituale è particolarmente ricco un rituale particolarmente denso uso il termine appunto di densità culturale o di ricchezza culturale per dire che in certi momenti è una cultura appunto se sviluppa una particolare attenzione per certi problemi come in questo caso per il problema del fare umanità del costruire umanità ecco quella cultura può si può dire che in quello specifico settore quella cultura raggiunge una certa densità una densità culturale nel caso specifico dello luzon da questa densità culturale la si coglie sotto tanti punti di vista beh tanto per cominciare appunto l'idea del fabbricare esseri umani a cui ho accennato secondo qui vado molto rapidamente ovvio secondo il il la dimensione della socialità si diventa esseri umani socialmente non ognuno per conto proprio ma questi questi ragazzi questi giovani venivano appunto venivano raccolti insieme e insieme affrontavano affrontavano tutta questa serie di prove di esperienze eccetera un'altra dimensione che dava sostanza ricchezza densità appunto a questa esperienza era il luogo in cui veniva fatta cioè appunto la foresta e la foresta alla foresta per i bande è il luogo virgolette nemico ricordo che quando io andavo in foresta mi recavo in foresta i miei amici banane mi dicevano ma dove vai ma scherzi non deve andare la foresta non va bene piena di piena di pericoli eccetera per loro la foresta è veramente il mondo altro e iban ande abbattono appunto la foresta o tratti di foresta per per fare che cosa per fare dei campi campi villaggi e getta la foresta è e l'alterità e un'alterità naturale ecco questa esperienza l'esperienza della lo zumba svolta esattamente in questo mondo così così lontano e così ostile lontano culturalmente intendo dire non non fisicamente così ostile ma la foresta e anche il mondo naturale che ospita altre culture altre società in particolare i pigmei bambù t e e qui c'è una differenza culturale notevolissima tra iban ande che sono disboscatori abbattitori di foresta da una parte e dall'altra invece i pigmei i pigmei bambù tic e che rappresentano esattamente l'opposto rispetto ai banane rappresentano cioè una società che al contrario al contrario dice la foresta c è padre e madre dobbiamo avere non solo ma i pigmei dicono dobbiamo avere anche e kimi verso la foresta e chi mi vuol dire affetto vuol dire amore per la foresta tutto il contrario rispetto ai bonante bene lo zumba viene fatto nella foresta a contatto con i pigmei in modo da conoscere questo altro mondo ecco anche qui anche questa è ricchezza anche questo ecco perché in quel canto preghiere si parlava di viaggio che il nostro viaggio genere degli uomini un viaggio verso l'alterità un viaggio un viaggio verso una cultura quella dei pigmei completamente non solo diversa ma opposta rispetto a quella dei dei banane e non per nulla quel canto preghiera si concludeva con un con un'invocazione alla divinità particolarmente significativa e cioè l'invocazione era oddio caton da insegnarci ad abitare queste colline insegnarci ad abitare queste colline un po come dire noi abbiamo preso questa strada la strada cioè dell'abbattimento della foresta noi abbiamo fatto questa scelta questa scelta culturale che ha contraddistinto e tuttora contraddistingue la società dei ban ande differenziandola nettamente da quella dei pigmei eccetera ma vedete come appunto questa conclusione del canto preghiera non è l'affermazione di una verità non è l'affermazione di una certezza c'è il dubbio c'è il dubbio o di oaka tonda insegnaci ad abitare queste colline se chi si rivolge a dio cat onda per avere lumi su come abitare queste colline è perché evidentemente una certa perplessità un certo dubbio diciamo così si diffonde nella cultura nand e proprio nel momento in cui questo dura cerca di riprodursi attraverso i rituali di iniziazione cerca di riprodursi attraverso la formazione all'umanità dei suoi giovani dei suoi figli diciamo così è significativamente signori sempre in questo canto preghiera che come vi ho detto veniva cantato all'inizio dello zoom significativamente in questo canto preghiera c'era un'altra domanda ancora più radicale ma che si collegava strettamente a questo dubbio questa perplessità ecologica e la domanda era o mondo niki un uomo che cos'è c'è una frase un verso molto molto bello iniziale con cui inizia appunto questo accanto preghiera che dice in un territorio in un villaggio in una famiglia o mondo niki un uomo che cos'è ecco quindi queste circonciso ricche stanno per letteralmente mettere le mani mettere le mani sui su questi ragazzi stanno per farli modellarli fisicamente psicologicamente in vista di una forma di umanità condivisa dai dai banane dalla società eccetera in quello stesso momento pongono questa domanda inquietante ebbene a questa domanda kat onda la divinità non risponde in nessun momento del rituale né in altri momenti della cultura nand e c'è una risposta a questa domanda e quindi diciamo così in questo tema della troppo pugliese dalla formazione dell'umanità che io ho ricavato da da questa società ma che ripeto si può generalizzare a molte altre società come vedete questo tema si collega strettamente a questo a questo aspetto che non va sottovalutato anzi che vorrei esaltare vorrei sottolineare l'aspetto cioè del dubbio l'aspetto della perplessità il tema del della domanda ecco dico tutto questo perché il secondo insegnamento che ho tratto dal dalla mia esperienza tra i ban ande è quello che costituisce appunto il tema di questa mattina l'impoverimento culturale io e dal 76 che ho iniziato il 66 ho iniziato la mia ricerca tra i grand e sono andato poi diverse volte nell'arco di questo ormai più che trentennio l'ultima volta è stato nell'agosto dell'anno scorso e ho avuto modo certamente in questo trentennio di notare trasformazioni sempre maggiori e le trasformazioni che ho creduto di poter notare sono soprattutto vanno soprattutto in una direzione che io chiamerei appunto quella dell'impoverimento culturale ho parlato dello lo zumba ancora oggi si pratica onlus un bar ancora oggi i ragazzini vengono sottoposti all usura ma qual è lo lo zumba cui vengono sottoposti è una semplice operazione chirurgica il papa prende il suo figlioletto che può avere 4 5 6 anni certo la lo porta in un dispensario e si pratica la circoncisione e la cosa è fatta è uno zoom rispetto all'oro zumba che vi ho descritto ecco credo che non ci voglia molto a notare un impoverimento culturale fortissimo scomparsa l'idea dell'antropologo manita scomparsa quasi del tutto scomparsa scomparsa la dimensione della socializzazione scomparsa l'altro aspetto che vi ho messo in evidenza cioè il rapporto con l'alterità l'alterità naturale la foresta l'alterità culturale i pigmei bambù t e così via è rimasto ben poca cosa ancora oggi certo si pratica lo russo mbah ma ma ormai questo all usura è veramente insomma ridotto ridotto a poco più che un semplice taglio taglietto chirurgico perché questo il potere un movimento a che cosa sa che cosa sa che cosa è dovuto beh direi che è dovuto e dovuto fondamentalmente possiamo dire così a due a due fattori due fattori che non solo in questa in questa società ma più in generale nelle società africane hanno hanno agito fortemente è il primo fattore è indubbiamente questo cioè l'intervento l'intervento dei missionari i missionari da quando hanno messo piede nel nel kivu e in particolare nel territorio debba nand e mi riferisco questo ovviamente subito hanno individuato nello lo zumba un un'istituzione che essi hanno definito ci sono i documenti che parlano hanno definito come un un costume barbaro senza senso un costume appunto che che doveva che doveva essere eliminato e doveva essere eliminato non soltanto perché frutto di barbarie di superstizione di ignoranza eccetera ma anche perché anche perché era come dire c'era lo zampino del demonio questa idea che insomma portare questi ragazzi in foresta e e cercare di costruire umanità che il nostro viaggio genere degli uomini non dimentichiamolo questo questo è è apparso starei per dire tra virgolette giustamente il passo giusto in mente starei per dire ai missionari come un qualcosa di demoniaco perché di demoniaco ma perché il cristianesimo insieme e reti in questo senso diciamo anche con con l'ebraismo eccetera non non contempla diciamo così la l'idea la possibilità che siano gli uomini con la loro cultura con i loro mezzi che hanno a disposizione che possono essere gli uomini appunto a tentare di fabbricare esseri umani questo è qualcosa che va contro ecco perché demoniaco ecco perché diabolico qualcosa che va contro a quello che invece l'ordinamento l'ordine generale delle delle cose dell'umanità eccetera gli uomini non vengono fatti da altri uomini vengono fatti da dio genesi eccetera eccetera questa idea che che siano gli uomini che invece si danno da fare per modellare gli altri uomini è qualcosa che visto appunto come una specie di ecco perché ha detto giustamente perché dal punto di vista cristiano certamente questo atteggiamento ha qualcosa appunto di demoni cioè è come se te è come se ti ribellarsi contro appunto alla divinità significativamente i missionari per esempio non solo tre banane ma qui possiamo anche considerare tante altre situazioni significativamente i missionari per esempio hanno sempre combattuto gli interventi estetici e gli interventi estetici sul corpo che essi avevano osservato in numerose e numerose società pensate ai tatuaggi pensate per scarificazioni alle pitture facciali corporali e così via goalie lì le hanno sempre combattute proprio sotto esattamente questo segno opera del demonio opera del demonio del resto la bibbia cosa dice e lo stessa divinità che è appunto nella bibbia ebraica non viene detto chiaramente non farai segni sul suo corpo non farà i segni sul tuo pop e invece questi missionari che vanno in queste società vedono vendono tutto questo agenti dipinta tatuata scarificata e legge del trono questo è opera del demonio e quindi senza rendersi conto o forse anche in qualche modo rendendosi conto intravedendo in tutto questo è esattamente ancora questa volontà questo disegno questo progetto diciamo di fabbricare esseri umani perché lan troppo pugliesi appunto spesso prende anche assume anche questi aspetti cioè dvd di intervenire esteticamente sul corpo questa dal punto di vista di un antropologo questi segni sul corpo questi rituali eccetera sono sono appunto densità culturale io l'ho interpreterei appunto come densità culturale missionari missionari torniamo mai banale tanto per avere un punto di riferimento missionari da una parte ma anche ma anche possiamo dire più genericamente modernità dall'altra nella mia esperienza più che trentennale come ho detto ahimè e tre bande ecco io credo di aver potuto constatare una nettissima convergenza tra diciamo così tecnologia moderna introduzione della tecnologia moderna da una parte e teologia tecnologia che e teologia teologia cristiana da torrente una nettissima convergenza sembrano sembrano mondi molto diversi un conto è la tecnologia moderna che so l'esperto che arriva per per dire come si fanno come si costruisce un pozzo o i ponti eccetera ingegnere o geometra che sia eccetera certamente estraneo diciamo così alla questioni di ordine teologico per carità certo nel suddetto non c'è dubbio portatore portatore di una cultura tecnica di una tecnologia che appunto conosciamo di un di una concezione di una prospettiva economica e a noi a noi assai nota eccetera da una parte dall'altra dall'altra invece questioni appunto di tipo religioso e jazz ebbene c'è un legame c'è un nesso o perlomeno questi fattori in africa hanno lavorato un po nella stessa direzione e in che senso hanno lavorato nella stessa direzione hanno dato nella stessa direzione perché ecco potremmo dire che questa direzione ecco io lo definirei una direzione anti culturale in che senso nel senso che da una parte abbiamo abbiamo concezioni e pratiche tipiche della modernità occidentale come grossomodo noi conosciamo che che si fonda sul sul presupposto sul presupposto che occorre liberarsi da tutta una serie di vincoli di ceppi diciamo così dovuti alle culture tradizionali se noi prendiamo noi prendiamo molti aspetti del nostro del pensiero che si è sviluppato nel l'occidente moderno noi noteremo noteremo questo c'è spesso un spesso ritenere che quanto facciamo sul piano economico sul piano razionale sul piano filosofico e se diventerà sia in qualche modo un un aderire alla natura ma aderire alla natura ecco questo tema secondo cui nella misura in cui ci liberiamo ci liberiamo dai costumi ci liberiamo dalle opinioni diffuse ci liberiamo da quella che gli antropologi anno alla fin fine chiamato cultura ecco la misura in cui ci liberiamo da tutto questo misura in cui ci emancipiamo se manci piano dalle dalle tradizioni dalle culture eccetera ecco raggiungiamo raggiungiamo che cosa uno zoccolo duro raggiungiamo raggiungiamo una base naturale la scienza la scienza come è stata concepita da parte della del pensiero occidentale moderno è stato concepito esattamente come quel pensiero che riesce appunto a aderire aderire alla natura rispecchiare la natura senza avere di mezzo appunto il filtro o lo schermo appunto della delle culture delle culture tradizionali e così via nella modernità c'è indubbiamente una spinta una anti anti culturali in questo senso essa stessa una cultura ma appunto è una cultura in qualche modo anticulturale serge latouche in questo suo libro l'occidentalizzazione del mondo esprime esattamente questo questo pensiero l'occidente come l'occidente inteso come modernità occidentale europea chiedete l'occidente come anticultura esattamente in questo senso da una parte c'è questo e dall'altra e dall'altra e dall'altra c'è cristianesimo il cristianesimo come si pone nei confronti delle culture cristianesimo si pone come una religione rivelata come la sappiamo è una religione rivelata che rispetto alle bra ismo rispetto all ebraismo ancora tutto condizionato agli occhi dei dei cristiani bene inteso l'ebraismo tu ancora tutto condizionato dai suoi rituali dalle sue tradizioni culturali appunto eccetera il cristianesimo si pone invece come una rivelazione compiuta compiuta l'idea della completezza in paolo in questo concetto di pleroma di completezza abbiamo raggiunto la verità al di là al di là di tutte le frammentazioni le divisioni delle divisioni culturali siamo in grado ormai di non solo di cogliere la verità ma a questo punto avendo la colta di poterla di poterla diffondere nel mondo di poterla diffondere nel mondo fra l'altro in paolo tutto questo vado accordo anche con l'idea che che questo messaggio che questa rivelazione combacia esattamente con la natura umana quindi qui ritorna di nuovo il tema della natura gene getta anche da questo punto di vista cioè anche dal punto di vista della rivelazione di una verità religiosa che anche da questo punto di vista le culture locali particolari eccetera che cosa sono se non se non degli ostacoli che cosa sono se non appunto degli schermi che impediscono di cogliere appieno appunto la la verità modernità da una parte anche una modernità non solo laica persino atea da una parte dall'altra il cristianesimo così concepito ecco che funzionano entrambi come fattori dico la parola di distruzione culturale di distruzione culturale cioè le culture e le culture locali sono di inciampo nei miei 30 anni di esperienze tra i banani ho visto tanti aspetti ecco per esempio facciamo un esempio non solo l'esempio dell'usura ecco ma anche per esempio il il costume secondo cui quando quando ci si sposa quando ci si sposa il fidanzato di chiama così è tenuto a portare in fasi diverse e in momenti diversi momenti rituali diversi 10 capre alla famiglia di lei missionari primi i primi technology subito a pensare ecco subito a pensare guardate qui la med la mentalità mercantile che scatta subito a comperano comprano la la donna non è questione di non era questione di comperare non era questo punto era invece una forma di scambio non ve la sto adesso ad analizzare perché il tempo passa eccetera era una forma di scambio piuttosto piuttosto raffinata dove dove cenno vari elementi che entravano in questo scambio eccetera un modo di collegare le due famiglie un legame oltretutto che si verificava su piani diversi eccetera quale è stato con le stata appunto la spinta diciamo così è la spinta da parte degli stessi missionari con cui con cui ho parlato diverse volte su questo punto qual è stato via tutto questo via via via tutto questo via tutto questo ecco qui di nuovo l'impoverimento l'impoverimento culturale risultato risultato monetarizzazione oggi oggi molto spesso si sa che anziché le 10 capre dai dai il corrispettivo in dollari neanche più la moneta locale perché non esiste neanche più questo via dollari prendi dall tech e la cosa finisce lì e cioè le ramificazioni culturali di quelle di quel determinato costume di quella determinata istituzione sono andate completamente verso le società con le loro con le loro culture possono cambiare in tanti modi possono cambiare nel senso di arricchirsi culturalmente beninteso allargando orizzonti approfondendo temi eccetera e possono anche impoverirsi ecco qui stiamo parlando dell'impoverimento perché perché credo di poter dire che il fenomeno una serie di fenomeni a cui era cui stiamo assistendo nel mondo io ho parlato di un angolo molto piccolo molto particolare dell'africa ma credo che si possa generalizzare credo che sia caratterizzato si è caratterizzato proprio anche da questo cioè cioè da un impoverimento culturale che a mio modo di vedere va a colpire va a colpire determinati aspetti particolarmente importanti quali aspetti importanti non per niente vi ho citato l'antro popò jesi ecco io credo che l'impoverimento culturale quello che maggiormente dovrebbe suscitare il nostro la nostra preoccupazione va a colpire esattamente l'idea antropo poetica l'idea cioè della fabbricazione di esseri umani l'idea cioè che gli stessi banane si ponevano o mondo di chi ma un uomo che cos'è lì l'idea ovvero che si può esprimere con questa domanda ma quale forma di umanità vogliamo costruire e credo che questo sia una domanda che non riguarda soltanto i ban ande credo che questa sia una domanda che riguarda ogni società anche noi con tutto con tutto il nostro potere con tutta la nostra ricchezza con tutta la nostra ricchezza economica se noi ci guardiamo dall'altro capo del mondo se noi andiamo a finire appunto in un villaggio nand e e ci guardiamo di lì ragionante per dire qualsiasi altro villaggio eccetera certamente certamente come dire la nostra ricchezza per la nostra ricchezza la nostra ricchezza economica diventa un qualcosa di enorme di enorme ancora l'estate scorsa quando ero ancora il villaggio per raggiungere il quale ci vogliono tipo così tanto per dare un'idea che vogliono 55 ore di cammino a piedi lasciando la macchina non certo punto poi per dirvi l'isolamento ecco e molti giovani che mi chiedevano ma come hai fatto venire fin qui è preso l'aereo a eccola erano questo la ricchezza noi disponiamo di una ricchezza spaventosa spaventosamente alta ebbene con tutta questa ricchezza credo però che anche noi siamo poco attrezzati ovvero siamo poveri culturalmente per quanto riguarda esattamente questo tema il tema del che tipo di umanità intendiamo realizzare e siamo poco attrezzati culturalmente a questo perché perché se ci pensiamo bene le risposte a questo tipo di domanda ecco se siamo se siamo religiosi come dire questa domanda viene in qualche modo messa da parte bas tese se riteniamo che appunto e la divinità che ha la responsabilità del formare del formare l'umanità non siamo noi se ricordo bene in isaia c'è un c'è un verso che dice forse che il vaso chiede al vasaio come mi hai fatto e noi siamo il vaso evidentemente forse che il vaso chiede al vasaio con eto'o non lo chiede oppure se invece prendiamo l'altra l'altro l'altro aspetto la modernità di cui a cui ho accennato è lì certo c'è l'idea certo c'è l'idea del del fare del farsi un'idea credo di poter dire culturalmente molto povera il self made man l'uomo che si fa da solo ma l'uomo che si rifà da sole o quello che si fa i soldi fondamentalmente è molto povero culturalmente tutto ciò credo che siamo poco attrezzati a questo ecco è già un punto ancora che vorrei recuperare eventualmente sottoporre alla vostra riflessione e discussione anche un punto che rimasto nel mio discorso che adesso vorrei riprendere io avevo sottolineato il fatto che tra iban ande in quel in quel rituale o lo zumba così denso così ricco di aspetti c'era anche una dimensione che a me sta molto cuore che mi sembra che aggiunga densità aggiunga ricchezza culturale e la dimensione del dubbio e la dimensione dell'incertezza guardate anche qui da questo punto di vista credo di poter dire che più i nostri studi antropologici storici eccetera vanno avanti e non solo per quanto riguarda l'africa piu ci rendiamo conto che molte culture che noi abbiamo abbiano ritenuto essere tradizionali nel senso di legate vincolate alle tradizioni sommerse dalle tradizioni sommerse dalle dal sacro dall'idea del sacro dell'in discutibilità del sacro eccetera bene questa era un'idea una proiezione che noi abbiamo costruito e con cui abbiamo malamente inteso e male interpretato molte di queste culture non solo per quanto riguarda i miei tra virgolette bande ma anche per molte altre società io credo di poter dire che la loro religiosità tradizionale era appunto caratterizzata dall'incertezza dal dubbio ancora un piccolo esempio se se se siete ancora disposti ascoltarli per guardi momento io ricordo l'esempio viene sempre dalle bande ma voglio generalizzare il ricordo che all'inizio della mia esperienza tra i ban ande quando si trattava di di parlare di cose religiose ecco iban ante hanno un un'idea di di una divinità di una divinità diciamo così suprema che si chiama diamo anda e allora niente di più invitante per un etnologo cercare di sfondare cercare di capire un po no come fatta questa divinità quali immagine quali the appunto i bandi avessero di questa di questa divinità e ricordo che la risposta è invariabilmente e ras era di questo genere ma ma tu la tua divinità l'hai mai incontrata per la strada e a me piaceva molto a questa questa risposta un po per dire probabilmente c'è diamo anga ci sarà dove sia non lo sappiamo certamente molto lontano certamente molto e molto diffusa in africa l'idea che la divinità sia molto lontana molto lontana dall umanità gli uomini si arrabattano fanno un po quel poco che possono e la divinità che in qualche modo ha fatto sì che ci fosse anche l'umanità su questo mondo se n'è andata per qualche motivo se n'è andata ci sono anche delle in africa delle tradizioni di tipo umoristico su questo è che raccontano delle cose da ridere insomma l'umorismo teologico e sarebbe una bella e un bel temo una bella ricerca è un ritmo teologico africano anche questo scusate anche questo è ricchezza culturale ecco anche queste ricchezza culturale vabbè all'inizio all'inizio le risposte erano di questo tipo l'anno scorso ritornando un po su questo tema del dl religiosità mi sono messo appunto a sondare di nuovo su su su uniamo anga e del 7 e la risposta ormai invece era certa non c'erano più dubbi c'erano più dubbi la risposta certa era magnamo andrà è lo stesso che il dio dei cristiani è la stessa cosa non c'erano più dubbi ecco l'idea che ma chissà no niente ecco anche questo mio modo di vedere questa perdita della dimensione del dubbio della dimensione dell'incertezza invece è al contrario l'acquisto diciamo così di queste certezze anche questo io credo che debba essere messo sul conto appunto del impoverimento culturale credo che debba andare verso la conclusione suppongo e vedo che qualcuno dice sì sì devi andare verso alcuni dicono no farò un compromesso insomma un piccolo un piccolo compromesso allora io io voglio dire l'impoverimento culturale specialmente quando questo impoverimento va a erodere a impoverire appunto determinati settori della cultura io ho messo in evidenza specialmente quel settore che a che fare con l'idea del costruire umanità fare umanità eccetera ecco provoca provoca dei provoca poi degli effetti uno di disorientamento di grande disorientamento non solo io ma devo dire anche con con l'aiuto anzi più che un aiuto di un mio mio studente che ha svolto la sua ricerca per il dottorato esattamente tra iban ande esattamente nel periodo della guerra del conflitto del kivu e jeda un ragazzo molto coraggioso adesso mai si è se addottorato è ok ecco e abbiamo potuto vedere abbiamo potuto vedere constatare lui specialmente proprio da vicino parlando e vivendo insieme a questi giovani e durante il periodo del conflitto del kivu abbiamo potuto constatare il grado di disorientamento dei giovani di forte disorientamento e la violenza come praticamente l'unica risorsa disponibile l'unica risorsa in questo quadro in questo scenario di povertà che no che povertà culturale a questo punto e povertà economica dove la povertà culturale la povertà economica un certo momento si mescolano e diventano un tutt'uno e dove dove come dire non c'è neanche più non ci sono neanche più mezzi culturali con cui far fronte alla povertà economica la situazione diventa veramente diventa veramente tragica io da questo punto di vista vorrei vorrei leggere un brano che non so se a qualcuno di voi ha assistito ad una rappresentazione teatrale che alcuni anni fa è stata stata rappresentata anche qui da noi in italia credo anche a roma altre tutto dunque si trattava del ruanda 94 e cioè una rappresentazione teatrale che rifugiati rifugiati a bruxelles hanno allestito con l'aiuto ovviamente di registi di uomini di teatro e vegeta ed è uno spettacolo che dura sette ore ruanda 94 per non solo ricordare ma per per analizzare e far vedere insomma le persone che cosa che cosa è avvenuto nel ruanda nel 94 il tanto per dire nell'arco di un mese poco più di un mese 800mila tutti fatti fuori d'aiuto nell'arco di un mese quando 94 allora in questa rappresentazione teatrale c'è il coro dei morti che interviene ogni tanto e sentiamo alcuni versi di questo coro dei morti amici non pretendiamo di sapere esattamente perché sulle verdi colline del ruanda dei figli di gyan ga di anga era l'eroe fondatore del regno del regno del ruanda allora non pretendiamo di sapere esattamente perché dei figli di gyan ga abbiano fatto a pezzi altri figli di yanga ma riteniamo di poter comprendere questo strappate per tutto un secolo fino alle radici la cultura di un popolo e con la stessa foga piante rete in ogni testa i germi del crimine ecco insomma io vorrei allora a questo punto concludere mettendo in evidenza appunto quali sono gli effetti abbiamo parlato prima un po di alcune cause fattori eccetera ma quali effetti possono provenire appunto dall impoverimento culturale brevissimamente io ho portato anche questo libro a cui sono molto affezionato di colin torball il popolo della montagna sono gli dell'uganda che egli aveva studiato negli anni sessanta quindi diverso tempo fa dormono ormai è già morto eccetera e questo libro è impressionante perché fa vedere una società una società culturalmente oltre che economicamente impoverita e che cosa significa significa tutto questo la perdita la perdita di senso la perdita di orientamento è qualcosa a cui stiamo assistendo io credo non soltanto localmente qua e là localmente ecco questo libro per esempio di mike davies il pianeta dell'islam un libro che è uscito da poco e che è che prende in considerazione le baraccopoli oggi il mondo è pieno di baraccopoli il destino dell'umanità nella misura in cui è un destino di urbanizzazione attenzione dice dice davis è un destino sempre più di baraccopoli e la povertà e la povertà economica certamente e insieme la povertà culturale delle baraccopoli è qualcosa su cui su cui dobbiamo dobbiamo riflettere non solo in africa mani moltissime altre parti del mondo un episodio per dirvi che cosa significa la povertà economica certo ma anche ma anche culturale viene citato in questo libro appunto il caso dei bambini stregone at incassa la capitale del congo un fenomeno che non era mai non era mai apparso un fenomeno inedito nella diciamo così nelle società africane nella cultura congolese chi sono i bambini stregone sono bambini bambini piccoli che vengono accusati di essere stregoni fattori quindi di mare cause di male da parte delle loro stesse famiglie che in questo modo si liberano buttano fuori fuori dalla famiglia bocche da sfamare sono i più deboli sono i sono gli esseri più deboli ecco la crudeltà a cui si arriva ho citato le baraccopoli ecco forse però possiamo anche concludere in questo modo e cioè nonostante tutto nonostante tutta la povertà economica e culturale assistiamo però a tentativi a tentativi di costruire solidarietà micro tentativi se volete sono come dire elementi spiragli fattori spunti di speranza famiglie in queste baraccopoli distrutte o che non esistono più perché perché va beh il padre il padre praticamente non esiste spesso abbiamo che fare con delle giovani donne con i loro con i loro bambini spesso poi succede che questi giovani donne muoiono i bambini sono veramente eli chi interviene intervengono le nonne che tentano in qualche modo di ricostruire strane forme familiari dove ci sono generazioni alterne le nonne e nipoti appunto ecco oppure oppure i bambini che si organizzano che si organizzano tra di loro e che costruiscono dei gruppi diciamo pure delle bande in cui in cui si intravedono anche delle regole ecco questo tentativo estremo di costruire qualcosa che che dia un minimo senso di umanità ecco direi che proprio come dire questi episodi questi elementi su questo sfondo di povertà beh sono sono un elemento di speranza a cui a cui a cui riferirci a cui a cui appellarsi tenendo presente che come diceva torball in questo suo libro il rischio è che questa società così culturalmente impoverita potrebbe essere lo specchio del nostro futuro e concludo allora ringraziamo il professor remotti sono moltissimi gli argomenti emersi mi piace ricordare appunto questa idea che l'umanità sia un elemento culturale che si costruisce non è dato in natura e che se si impoverisce la cultura si depaupera lo stesso sentimento di umanità ecco io non so se è possibile aprire uno spazio di dibattito se ci sono delle domande da parte del pubblico credo non credo possono essere tantissime ma cominciamo subito ma gli organizzatori non ci sbattono diciamo fino all'ora di pranzo ma non avevo software questo è possibile c'è la signora prego però dovrebbe alzarsi ecco una domanda relativa a quello che diceva all'inizio quando spiegava ed era molto suggestivo questo fatto dei riti dell'iniziazione mi veniva in mente al di là del deprecare il fatto che si intervenga brutalmente a scalzare una cultura ricca sicuramente è importante perché vi sono valori vi sono principi che sono alla base appunto di quella comunità quando noi in una cultura riusciamo a vedere a capire quelli che sono gli elementi di crudeltà e di barbarie che invece devono venire combattuti adesso mi pongo anche al fatto non so agli inizi prima che si discutesse si parlasse di una certa cultura islamica risultava molto suggestivo vedere le donne con lo shadow ecco era questo magari un'altra domanda c'è il signor el in fondo la mia domanda è sull'occidente cioè la cultura occidentale la nostra hines è l'antidoto la capacità critica nel rapportarsi con le altre culture sia sul versante religioso del cristianesimo sia sul versante moderno della scienza e della tecnica oppure il destino dell'occidente e un destino di dominio oppure abbiamo appunto un antidoto dentro la nostra storia che ci permette di criticare la pretesa universalistica con cui ci siamo rapportati nei confronti degli altri anche perché qui in trentino siamo coinvolti da alcune settimane da un dibattito sulla mostra la scimmia nuda sulla teoria dell'evoluzione e a me pare che questo dibattito il versante cristiano il versante religioso della cultura occidentale riesce in qualche modo a accettare che sia l'uomo a costruire l'uomo se fa i conti fino in fondo con il darwinismo cioè con un filone della cultura moderna la ringrazio ho fatto così c'è qualcun altro se no ecco c'è il signore li e poi magari rispondiamo che risponde il professore remoti a questo primo gruppo di domanda sì grazie una domanda di carattere un po più antropologico forse è lei neanche brevemente accennato in chiusura della sua relazione è possibile allora come cambia la considerazione dell'altro ha seguito dell'impoverimento culturale lei ha accennato che uno dei valori di questo rito era proprio quello di mettere in contatto i giovani one ande con i pigmei bambù ti della foresta allora io mi chiedo l'impoverimento culturale e come dire il venire meno da parte di una società di questa funzione antropo poetica di costruzione dell'uomo può portare come reazione come dire ad un aumento dell'aggressività nei confronti delle colture circostanti e un po quello che succede in politologia si dice quando uno stato non riesce a risolvere le sue contraddizioni interne è facile che scarichi le contraddizioni verso l'esterno con una guerra con una politica di aggressione allora è possibile che il degrado di una cultura e in particolare di questi aspetti della cultura provochi come conseguenza un aumento dell'aggressività proprio perché l'unica maniera per farsi a quel punto diviene quella di confrontarsi in maniera anche aggressiva con l'altro lo penso con riferimento sia naturalmente alle guerre che hanno interessato la regione dei grandi laghi ma anche con riferimento ad esempio la ex jugoslavia visto che è stato accennato non all'inizio grazie si permette soltanto appunto di diciamo di agganciarmi alla domanda dell'ultimo signore in effetti uno degli elementi paradossalmente che produce l'impoverimento culturale e proprio l'irrigidirsi della dimensione dell'identità ecco sembra quasi che siano due termini che procedevano procedere parallelamente ma invece con gli impoveriti dell'uno si vede che il tema dell'identità l'ossessione dell'identità diventa sempre più forte ecco allora ora il professore motti risponde ecco la prima prima domanda riguardava il quando riusciamo a vedere crudeltà quando riusciamo a vedere barbarie beh devo dire una cosa quando quando qualche tempo fa da alcuni anni fa ho cominciato a riflettere riflettere su questo tema dell'impoverimento culturale eccetera ho avuto reazioni piuttosto piuttosto come dire negative critiche da parte di molti miei colleghi perché perché gli antropologi dubitano hanno paura insomma ecco praticamente che si vada poi a a parlare quando si quando si tira fuori l'impoverimento si si tirano fuori categorie appunto come barbarie eccetera allora io adesso sento di rispondere alla sua domanda dicendo questo che io rimango dell'idea a proposito di barbarie rimango dell'idea di di montagne i quali e montagne nella seconda metà del cinquecento affermava che che barbaro e non tanto il popolo di cui si dice che è barbaro ma invece barbaro è il modo con cui noi lo giudichiamo barbarie e il giudizio dalla barbarie non non la barbarie in quanto tale io sono un po di quest'idea anche se con questo con questo come dire non voglio affatto attenuare la gravità anche per esempio dalla violenza ho citato prima ruanda 94 proprio per mettere di fronte tutti noi ecco insomma a questi a questi episodi che forse lei di potrebbe dire ma come non te la senti di qualificarli come barbarie non è questa la barbarie quello che io voglio dire allora è questo che questi episodi ci fanno ci fanno capire quanto facilmente gli esseri umani possono scivolare da un determinato atteggiamento in in questi atteggiamenti di di di violenza di violenza di violenza estrema del resto io ho citato ruanda 94 ma appunto se noi pensiamo alla ex jugoslavia se noi andiamo ancora un pochino più indietro se noi pensiamo a che cosa è avvenuto nel cuore dell'europa esattamente a metà del novecento un po prima se noi pensiamo appunto il nazismo ma se noi pensiamo anche a che cosa è avvenuto nella storia europea nella storia europea ci rendiamo conto che che probabilmente a questo punto non è tanto il caso di tirar fuori la categoria di barbarie perché tirar fuori la categoria di barbarie significa dire gli altri sono barbari e noi invece siamo esenti da tutto questo e invece se noi provassimo a penta non sa utilizzare questa categoria ma ad adottare un una prospettiva una mentalità secondo la quale appunto gli esseri umani gli esseri umani rischiano spesso di scivolare verso questi atteggiamenti verso la violenza e la violenza estrema e chiederci e attrezzarci mentalmente per capire appunto quali siano i motivi i fattori che determinano questa possibilità ecco io credo che facciamo facciamo un un passo diciamo così verso verso la comprensione anziché verso il giudizio non mi voglio esimere dal giudizio voglio dire non è che io dico che che questi fenomeni no questi fenomeni suscitano giustamente la nostra reazione ma a mio modo di vedere non è il caso non è il caso di utilizzare categorie che servono soltanto ad allontanare questi fenomeni da noi e dire che appartengono ad altri ecco non so se mi sono spiegato e cioè appunto io diffiderei della categoria di barbarie a favore invece dell'adozione del dell'adozione di in una serie di strumenti alcuni alcuni strumenti ho cercato di illustrarli in questa in questa conversazione di questa mattina ma tanti altri se ne potrebbero costruire e reperire appunto adottare degli strumenti per capire che cosa avviene e che cosa può venire ecco questo mi sembra un più più importante la seconda la seconda domanda la seconda domanda e cioè l'occidente che può avere entro di sé l'antidoto diciamo così contro la sua pretesa universalità ma io voglio dire questo ovviamente quando noi parliamo di occidente dobbiamo stare attenti non dobbiamo intenderlo come un blocco nel blocco unitario così come beninteso qualsiasi qualsiasi altra cultura anche perché introduco un tema che che mi sembra significativo in questa nostra conversazione il tema cioè della meta cultura cioè dalla capacità di riflessione che una cultura di riflettere su se stessa a lungo si è ritenuto che l'occidente sia l'unico capace di fare questo cioè d io appartengo a quella corrente se così possiamo dire dvd di antropologi eccetera che invece vanno a ricercare questa capacità di riflettere su stesse anche in altre culture e io credo che per esempio i miei soliti banane di cui forse sarete un tipo stufi a questo punto ecco per esempio iban ande hanno sviluppato avevano sviluppato in certi in certi campi in certi settori della cultura appunto una capacità una capacità di riflessione su seste ma io credo che sia che sia che sia tipico di ogni di ogni di ogni cultura sufficientemente densa ecco l'impoverimento culturale anche questo aspetto quando cioè si perde questa capacità di auto riflessione l'auto riflessività spostandoci dalle culture alle lingue ricordo una tesi molto bella di roman jacobson mi sembra sia tuttora valida ed efficace quando egli diceva che ogni lingua e è di per sé anche una meta lingua ecco io credo che possiamo dire la stessa cosa appunto per per per le culture e quindi l'occidente l'occidente appunto la sua capacità che indubbiamente ha insomma come ogni cultura di riflettere su e tuttavia è tuttavia l'occidente ha messo in moto una macchina che lei giustamente ha tirato fuori un tema che che era implicito nel mio discorso ma che io non ho tirato fuori la ringrazio per questa cioè il tema del dominio tema del dominio il tema del dominare io ho studiato ho avuto a che fare con una cultura come quella dei banali che anch'essi per beninteso condividono il tema del dominio cioè dominare la foresta distruggere la foresta per farne dei campi eccetera loro uso nell'espressione eri tu a e chiunque cioè tagliare un territorio nel senso proprio di abbattere gli alberi possederlo eccetera però però con con una grande differenza diciamo così rispetto rispetto all'occidente perché la macchina la macchina occidentale beh intanto è enormemente più potente e poi e poi solo di recente forse forse e in una certa misura ci stiamo rendendo conto che che non si può pensare sempre e solo in termini di dominio di dominio della natura di dominio delle altre società delle altre culture delle cere perché la natura lasciamo stare in altre società perché la natura si ribella questo tema dell del dominio della natura è molto presente anche in termini anche nelle nostre nelle nostre fondamenti religiosi e se noi pensiamo la genesi libro della genesi e noi troviamo che appunto la divinità quando ha creato gli esseri umani ha dato loro ha dato loro la terra dato loro le piante ha dato gli animali eccetera perché appunto gli esseri umani dominassero il tema del dominio e era è originario del sonno ma penso che ecco pensiamo però a quanto stentiamo a come questa macchina spenti a ad affrontare in maniera efficace e appunto il dialogo con con la natura lo vediamo lo constatiamo non specialmente le grandi potenze oggi non ne vogliono sentir parlare non vogliono accettare di scendere a patti con la natura la natura deve essere ancora dominata sfruttata eccetera per ritornare ai miei ban ande invece loro hanno una bellissima frase che dice ovuli tv di ria omu sito a tassi che vuol dire ovuli e il mangiare l'attività del mangiare quello che noi facciamo per procurarsi cibo eccetera il mangiare non mangia la foresta senza che lei lo sappia a proposito di consapevolezza una consapevolezza una riflessività diciamo così attribuita alla foresta è un gioco è un gioco molto molto curioso molto bello molto interessante la foresta che noi distruggiamo viene mangiata viene mangiata perché noi lo facciamo per procurarsi cibo ecco i campi siete eccetera ma lei lo sa lei lo sa che noi la distruggiamo ecco questa consapevolezza che che si combina anche con quel di oaka tondo insegnaci ad abitare queste colline ecco la terza la terza domanda si sono sono perfettamente d'accordo la ringrazio certamente l'impoverimento culturale e qui anche quello che diceva erbani prima insomma l'impoverimento culturale io lo vedo appunto molto collegato esattamente al tema ossessivo dell'identità ecco forse possiamo dire che nel mio modo di vedere tra impoverimento culturale e identità c'è un nesso causale reciproco nce e gori posso dire e cioè e cioè l'impoverimento culturale porta probabilmente a sviluppare questa ossessione per l'identità è a sua volta a sua volta l'ossessione per l'identità si traduce si traduce in un in un in un impoverimento culturale perché ossessione per l'identità insistere così come si fa di questi tempi in una maniera impressionante insistere appunto sull'identità significa togliere via tutta una serie di altre di altre possibilità culturale e soprattutto insistere sull'identità significa colpire colpire alla radice quello che secondo me dovrebbe essere in questi in questi tempi la cultura che dovremmo sviluppare di più proposito di arricchimento culturale cioè la cultura della convivenza cultura della convivenza sia con le altre culture sia della convivenza con la natura insisto su questo tema ecologico che mi sembra estremamente importante ma lo si può fare nella misura la misura in cui si si rinuncia all'ossessione per l'identità secondo me si può vivere tranquillamente senza senza l'identità sì si può non so se ci sono altre domande forse c'è una signora lì in fondo abbiamo avuto una leggera deroga sui tempi quindi possiamo andare avanti ancora qualche minuto va bene ringrazio e mi scuso io volevo chiedere se in questa ampia riflessione può trovare spazio una valutazione del carattere patriarcale delle culture di cui stiamo parlando forse comunque delle culture che conosciamo compresa la nostra nel senso che la mia domanda si riferisce a questa necessità dell'uomo di incidere nella costruzione dell'uomo come diceva lei anche agendo sul corpo e segnando il carattere di una cultura in maniera diciamo quasi indelebile fondando un dominio di fatto che definisce l'ambito entro cui poi ci si colloca forse questo non dire potrebbe non essere dentro una visione meno patriarcale che lascia alla generazione della vita la possibilità di agire nel mutamento di chi la produce cerco di essere più chiara una donna che partorisce e che dà vita modifica se stessa nel dare questa vita modifica la propria identità un uomo che incide sul corpo di un altro uomo modifica il nuovo soggetto riproponendo se stesso sì anche questo è un bel un bel tema naturalmente perché io ho parlato appunto di di antropo poesie eccetera è però nell'economia diciamo così del mio del mio discorso ovviamente ho tagliato tagliato via o tra gli autori a il tema il tema del potere ecco lei in fondo mi sembra che stia sollecitando esattamente questo tema il tema il tema del potere fabbricare esseri umani significa anche chiedersi chi si arroga il diritto l'autorità di mettere le mani su le mani si in senso fisico sia in senso più ampio mentale sede eccetera è ed è tutto come dire tutta un'altra problematica che ripeto io ho tralasciato proprio per poter economizzare e è però è però è un tema ovviamente estremamente estremamente importante questo da da prendere in considerazione c'è nella sua domanda tanto per cominciare un po la differenziazione tra tra ruolo maschile e ruolo femminile in questo in questo fare umanità e devo dire che in effetti un po tutte le società si trovano di fronte a questa a questa questo fatto questo fatto ovviamente innegabile e cioè che sono le donne che mettono al mondo mettono al mondo i figli sono loro qualunque siano le concezioni che le società possono elaborare a proposito del concepimento e sono molte le concezioni che si ma qualunque sono evidentemente le donne che che hanno questo virgolette questo potere questa capacità appunto di non solo di mettere al mondo i figli ma poi anche di nutrirli pensiamo all'allattamento ovviamente sto riferendo mia società specialmente di tipo tradizionale l'allattamento e così via ecco in molte società e in molte società noi assistiamo questo cioè che gli uomini gli uomini gli uomini come maschi intendo lire si arrogano invece il diritto il potere l'autorità la capacità di fare loro invece i maschi e allora molto spesso cosa si verifica si verifica all'idea dalla doppia nascita no per esempio tra iban ande tipico cioè si parla esplicitamente di una doppia nascita cioè la nascita biologica su un piano è invece la nascita sociale sull'altro piano alla nascita biologica provvedono le donne la nascita sociale provvedono gli uomini una sorta di divisione in qualche modo del lavoro diciamo così dal punto di vista antropologico è indubbiamente qui si inserisce poi il tema del del dominio del dominio degli uomini nei maschi appunto e quindi è chiaramente in una società come quella come quella dei come quella nand e indubbiamente noi troviamo questo questo arrogarsi da parte degli uomini appunto di questo di questo potere di però c'è sempre un però e cioè voglio dire sia tra i ban ande sia anche in altre società dove anche lì assistiamo a questo fatto che sono gli uomini che si arrogano il diritto di lecce tra c'è sempre un discorso che mette in discorso a cui partecipano uomini e donne che mette in luce il fatto che queste nascite sociali sono virgolette delle finzioni finzione qui da intendere proprio nel senso anche timo logico del termine cioè fabbricazione modellazione eccetera ma anche con quel significato come dire di c'è qualcosa di finto in tutto ciò c'è qualcosa di costruito di socialmente di socialmente costruito e in molte società hanno in effetti assistiamo a questo cioè assistiamo ad una sorta di convenzione e cioè e cioè non mettiamo in discussione questo potere degli uomini ma sappiamo che è un potere che gli uomini si sono preso e le donne sanno che questo è un potere e roulette finto e gli uomini sanno che le donne sanno e facciamo finta che nessuno sappia ecco e quando si esaminano i rituali di iniziazione molto spesso vengono fuori questi questi aspetti quindi sono molto curiosi molto belli belli nel senso che è divertente vedere tutto questo gioco questo gioco quasi di specchia lecce tra che ancora una volta va a incrementare quella consapevolezza quella riflessività di cui vi dicevo prima per cui è vero molto spesso abbiamo a che fare con questo potere potere maschile sede eccetera ma ma altrettanto spesso noi vediamo come questo potere viene concepito viene concepito come un potere dai piedi di argilla c'è un caso ce ne sono diversi ma c'è un caso che vi voglio citare perché è famoso in antropologia letteratura antropologica cioè il caso degli at noon della nuova guinea studiati da gregory bateson e da margaret mead no parentesi quali si erano incontrati lì e poi erano diventati marito e moglie per ora insomma accenderlo tanto tempo fa bene tra gli atolli della nuova guinea abbiamo esattamente questa situazione cioè che i maschi si prendono appunto questo potere di costruire costruire i giovani eccetera eccetera ma tutto questo potere è fondato sul fatto è un potere molto molto molto fragile è un potere come dire che di parata di facciata pensate che gli uomini uomini hanno la cosiddetta casa degli uomini dove dove preparano i rituali i loro canti le loro danze è certa le donne le donne sfaccendato sempre no in cucina con i bambini tra i piedi eccetera e la vita quotidiana gli uomini invece è così insomma hanno questo sono sempre sul palcoscenico diciamo così dalla società e fanno teatro en fanoteatro bene e ma quando poi si tratta di recitare recitare i loro rituali i loro canti genere eccetera sono le donne che giudicano le donne sono lì nel pubblico che giudicano e se il loro giudizio il loro giudizio può essere impietoso cioè se uno stona ecco che le donne non lo perdonano non solo ma come dire tutte queste queste costruzioni e molto segreta cioè gli uomini gli uomini tengono segreti per esempio persino i loro strumenti i loro strumenti musicali flauti e le donne non devono vedere tutto questo ma tutto questo è ecco se una donna punto per caso vede vede un un flauto ecco tutto crolla e cioè tutto questo costruzione diciamo così è veramente una costruzione dai piedi di argilla perché basta basta che una donna passando per casoli da quelle parti mentre gli uomini stavano preparando la loro recita vede vede quello che c'è dietro le quinte vede male tutti sanno cosa c'è dietro le quinte ma il fatto di vedere di che per caso una donna punto riesce a vedere quello che c'è dietro le quinte tutto tutto tutto la scena crolla e bisogna e bisogna abbandonare la casa degli uomini costruirne un'altra eccetera poi mi chiederete ma che significato ha tutto questo ha un bellissimo significato quello di far capire e di rappresentare che tutto questo potere questo potere maschile in realtà ha appunto basi estremamente fragili e si basa solo sulla tacita convenzione che voi uomini fate le vostre cose e noi donne facciamo finta di non sapere che cosa fate la ma in realtà non sappiamo e se per caso lo scopriamo e nelle centro tutto miseramente crolla ecco quindi società patriarcale fino a un certo punto grazie al professor remoti grazie a tutti quanti voi che siete rimasti qui buongiorno a tutti
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