Soros e la crisi dell'eurozona
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Soros e la crisi dell'eurozona
Nell'evoluzione della crisi dell'eurozona contano gli errori ma anche le aspettative. E sono queste che decidono in che direzione andremo, se verso il collasso dell’area e dell’euro o la sua salvezza. Il problema è che le aspettative possono essere essere generate anche da percezioni sbagliate e ciò nonostante finire per autorealizzarsi. L’originale e controcorrente analisi della situazione economica da parte di un testimone eccellente e protagonista indiscusso del mondo della finanza.
no da qualche tempo si è ritirato dalla gestione quotidiana del quantum fund per dedicare più tempo alla all'altra attività che lo assorbe molto che quella della filantropia della donazione soros ha donato fino a questo momento però il umiliano capisco che il suo patrimonio personale in attività di filantropia per esempio nel per favorire la transizione democratica in europa centrale e orientale per il funzionamento delle società civile più di recente soros è stato uno dei fondatori e dei grandi finanziatori di ainet institut fornire economics and kings che come dice il nome stesso è un istituto per favorire un nuovo pensiero economico perché source è convinto che questa crisi più che mai la crisi che è iniziata dai subprime nel 2007 imponga un ripensamento a partire dalla teoria economica ed è proprio questo di cui soros ci parlerà oggi andrea parola thank you very much grazie grazie mille sin dal crollo del 2008 c'è stato un riconoscimento crescente da parte non soltanto degli economisti ma anche della gente in generale che la teoria economica vigente non aveva funzionato quello che ancora non è chiaro nessuno però è perché questo sia avvenuto e quale sia l'entità di questa situazione io credo che la causa sia ben più profonda di quanto non si ritenga di solito e richiama in causa le basi stesse della teoria economica l'economia è una scienza che ha cercato di basarsi sulle regole della fisica newtoniana ci ha cercato di individuare delle leggi universali che dovessero governare la realtà in qualsiasi tempo in qualsiasi momento però si è dimenticato che l'economia è una scienza sociale e che tra scienze naturali e scienze sociali sussiste una differenza profonda i fenomeni sociali sono il risultato dell'attività di soggetti pensanti le cui decisioni sono basate su conoscenze imperfette questa è la cosa che la teoria economica ha cercato di ignorare un metodo scientifico richiede un criterio indipendente in base al quale si possa giudicare la correttezza la validità di una teoria i fenomeni naturali rappresentano questo criterio e invece i fenomeni sociali no questo perché perché i fenomeni naturali sono costituiti da eventi da fatti che si evolvono in modo indipendente da qualsiasi affermazione ad essi correlate i fatti quindi servono come evidenza oggettiva in base alla quale giudicare la validità di una teoria scientifica e questo ha permesso alle scienze naturali di progredire in modo incredibile invece gli eventi sociali come dicevo sono il risultato di soggetti pensanti che hanno una loro volontà non sono degli osservatori distaccati ma sono direttamente coinvolti in scelte che poi influenzano profondamente il corso degli eventi quindi gli eventi non rappresentano un criterio indipendente in base al quale i soggetti possano valutare la correttezza delle proprie opinioni in assenza di un criterio indipendente è necessario basare le proprie scelte non su conoscenze vera e propria ma su un interpretazione della realtà interpretazione che in qualche misura tende a essere per forza distorta e magari errata in un modo o nell'altro questa mancanza di conoscenza scientifica questa fallibilità introduce un elemento di inter indeterminatezza nel corso degli eventi che non esiste invece quando parliamo di eventi correlati al comportamento di oggetti inanimati l'incertezza che deriva da tutto questo impedisce alle scienze sociali di sviluppare delle leggi analoghe alla fisica newtoniana l'economia che è divenuta la scienza sociale con un maggiore impatto sulla vita umana ha cercato di eliminare aggirare questo ostacolo adottando un approccio assiomatico un po analogo alla geometria euclidea per capirsi però gli assiomi di euclide rappresentano molto da vicino la realtà mentre invece la teoria delle aspettative razionali e le ipotesi efficienti di mercato si sono allontanate sempre più da questa situazione fino a un certo punto questo approccio assiomatico anche funzionato ad esempio la teoria della competizione della concorrenza perfetta postulavano conoscenza perfetta però questo postulato è valso soltanto fino a quando è stato applicato allo scambio di merci fisiche nel momento in cui si è cominciato a parlare invece di produzione non di scambio o dell'uso del denaro dell'uso del credito questo fortunato crollato perché perché le decisioni e dei partecipanti riguardavano un futuro il futuro non lo si può conoscere fino a quando non si verifica forse non sta a me criticare la teoria delle aspettative razionali e l'ipotesi del mercato efficiente perché essendo direttamente o essendo stato direttamente coinvolto nel mercato le o considerate è talmente irrealistiche che non ho neanche mai voluto studiare a fondo questo forse è un problema di per sé però eventualmente la critica dettagliata queste teorie la lascio ad altri io vorrei quest'oggi invece offrirvi una pronto completamente diverso ai mercati finanziari una prossimi spirato da karl popper che mai insegnato che l'interpretazione che si dà della realtà non corrisponde quasi mai alla realtà vera per questo ho deciso di studiare i rapporti che sussistevano tra queste due realtà e ho trovato una connessione duplice tra il pensiero dei soggetti e le situazioni all'interno delle quali questi soggetti si trovano da un lato la gente cerca di capire una situazione è questa è la funzione diciamo cognitiva dall'altro lato però cercano in qualche modo di modificarla quella situazione e questa è quella che io ho definito definisco la funzione causati varo manipolativa queste due funzioni rapportano gli agenti i soggetti pensanti e le situazioni in cui sono coinvolti in direzioni opposte nella funzione cognitiva la situazione dovrebbe determinare l'opinione o la visione che hanno i partecipanti nella funzione causati va invece sono proprio le visioni dei partecipanti che dovrebbero influenzare l'esito finale ma quando ambedue le funzioni operano al contempo interferiscono anche l'una con l'altra formando una sorta di rapporto circolare o di loop questo look è quello che io definisco la riflessività che cosa intendo con questo in una situazione riflessiva l'opinione dei soggetti non può corrispondere la realtà perché la realtà non è un dato indipendente dipende contingente appunto alle visioni e alle scelte dei partecipanti a loro volta le scelte non possono essere basate unicamente sulla conoscenza devono essere basata in parte almeno anche su un tentativo di immaginare il futuro perché il futuro dipende dalle scelte dei partecipanti la fallibilità e la riflessività sono unite come due gemelli stia mesi senza la fallibilità non ci sarebbe riflessività anche se non si può dire l'opposto però la comprensione che noi abbiamo sarebbe in perfetta anche in assenza della riflessività dei due gemelli quella che è nata prima quello che è nato prima la fallibilità e assieme i due gemelli garantiscono sia una sia una divergenza tra la visione che ognuno di noi ha della realtà e la realtà vera è anche una divergenza tra le nostre aspettative e il risultato che poi effettivamente si verifica ovviamente non sono io ad aver scoperto la riflessività l'avevano già fatto molti altri prima di me anche se magari le avevano dato un nome diverso robert merton parlava delle profezie che si verificano del cosiddetto bando agnes set keynes confrontava i mercati finanziari a una gara di bellezza in cui le partecipi le partecipanti avrebbero dovuto immaginare chi di loro avrebbe vinto ma a partire dalla fallibilità e dalla riflessività io ho cercato di focalizzare la mia attenzione su un aspetto un problema cioè il ruolo degli errori nel dar forma a quel corso di eventi che l'economia tende a ignorare ho cercato di ignorare per questo forse la mia interpretazione della realtà è stata più realistica rispetto a quella del paradigma prevalente tra le varie altre cose ha sviluppato un modello della bolla che è parte integrante dei mercati finanziari non è il risultato di un impatto di uno stimolo esterno in base a questa mia teoria le bolle finanziarie non sono dei fenomeni veramente psicologici hanno invece due componenti da un lato una tendenza che è quella effettivamente prevalente nella realtà e dall'altro un'errata interpretazione di quella tendenza una bolla si può sviluppare nel momento in cui inizialmente il feedback positivo nel senso che sia la tendenza e la sua interpretazione forse errata si rinforzano reciprocamente si rafforzano reciprocamente e infine il divario tra una tendenza e l'interpretazione prevalente cresce al punto tale da non essere più sostenibile dopo un certo periodo ambedue queste cose sia la tendenza sia la sua interpretazione si invertono e si rafforzano nella direzione opposta le bolle di solito hanno una forma asimmetrica c'è una crescita che si sviluppa lentamente e poi lo scoppio il crollo è rapido improvviso e devastante questo è dovuto a un motivo preciso il calo dei prezzi induce una liquidazione forzata delle posizioni principali le bolle finanziarie seguono sempre questo tipo di andamento però ciascuna fase a un'entità è una durata imprevedibili inoltre questo processo può interrompersi in qualsiasi momento e quindi è per questo che le bolle finanziarie vere e proprie sono abbastanza rare in qualsiasi momento esistono una serie di segnali di fippa alcuni positivi e altri negativi e questi segnali interagiscono gli uni con gli altri inducendo un andamento irregolare dei prezzi che il fatto che tende a prevalere in generale ma nei rari momenti nelle rare occasioni in cui le molle si sviluppano appieno tendono a mettere in ombra tutte le altre influenze tutti gli altri fattori che influenzano il mercato secondo questa mia teoria i mercati finanziari possono produrre delle bolle e tendere a un equilibrio con la stessa rapidità siccome le bolle danneggiano i mercati finanziari la storia di crisi finanziarie ne ha conosciute molte ciascuna di queste ha indotto una risposta di tipo regolatorio normativo e così si sono evolute le norme delle banche centrali tutte le norme finanziarie parallelamente all'andamento dei mercati le polle sono rare però il periodo tra il gioco diciamo di interazione tra mercato e regolatori e costante siccome si partecipanti al mercato sia i regolatori agiscono sulla base di conoscenze interpreti imperfette questa interazione tra di loro è di tipo riflessivo inoltre la ri flessibilità e la fallibilità non sono caratteristiche unicamente dei mercati finanziari ma valgono anche in altre sfere della vita sociale soprattutto nella politica direi che alla luce dell'interazione in corso tra mercato e regolatori forse non ha più senso studiare i mercati finanziari come se fossero isolati dietro alla mano invisibile del mercato che è la mano visibile della politica invece di cercare di realizzare delle norme fuori dal tempo dei modelli fuori dal tempo dovremo cercare di studiare gli eventi all'interno del contesto in cui contesto anche temporale in cui si verificano la mia interpretazione nel mercato finanziario è sotto vari aspetti diversa dal paradigma prevalente io sottolineo il ruolo della fallibilità cioè dalla rata visione errata concezione dei fatti nel dar forma al corso della storia e considero le bolle come una cosa in larga misura imprevedibile la direzione che prendono il loro sgonfiamento sono prevedibili quello che non è prevedibile è loro entità la loro entità alla loro durata partire dal punto di vista della stabilità permette secondo me di creare un quadro concettuale più realistico però questo ha un prezzo che l'idea il prezzo è il prezzo che dicevo è che bisogna abbandonare l'idea che le leggi o i modelli di validità universale siano in grado di prevedere il futuro fino a relativamente poco tempo fa la mia visione dei mercati finanziari era ignorata o guardata dall'alto in basso dagli economisti poi a partire dal 2008 la situazione è cambiata si è cominciato a riconoscere il valore della riflessività riflessività però con l'eccezione della knowledge economics l'economia della conoscenza imperfetta le basi della teoria economica non sono state sottoposte a quella riace riesame che secondo me sarebbe stato necessario riflessività è stata in qualche modo adattata parlando di molteplici equilibri anziché di uno solo ma questo non basta la fallibilità dei partecipanti al mercato del regolatore e degli economisti è un altro dato che va riconosciuto non si può comprendere una situazione che è davvero dinamica studiando equilibri molteplici quello che dobbiamo studiare il processo di mutamento in questo la crisi dell'euro insegna molte cose dimostra il ruolo che possono avere dei concetti errati o che può avere una mancanza di comprensione nel dar forma alla storia le autorità non hanno capito qual'era la natura delle crisi dell'euro hanno pensato che fosse un problema fiscale mentre invece è molto di più un problema bancario è un problema di concorrenza e quindi hanno usato la medicina sbagliata non si può ridurre il problema del debito limitando l'economia ma soltanto facendola crescere la crisi continua a crescere perché non si è riusciti a capire le dinamiche del mutamento sociale delle scelte politiche che avrebbero potuto funzionare in un dato momento del tempo nel momento in cui venivano applicate non erano più sufficienti siccome la crisi dell'euro attualmente ha tuttora un enorme peso sull'economia globale è proprio della crisi dell'euro che vorrei parlare oggi nel tempo che ho a disposizione e devo iniziare facendo una osservazione la discussione ci porterà al di là dei confini della teoria economica fino al campo della politica e delle dinamiche sociali ma il mio quadro concettuale basato sui due pilastri della fallibilità e della riflessi di riflessività questo quadro concettuale vale lo stesso riflessi vita non sempre si manifesta sotto forma di una bolla e interazione riflessiva tre mercati imperfetti e autorità normative imperfette continua sempre a su stenta a sostenere mentre sempre ad esserci mentre le bolle avvengono di tanto in tanto questo è un raro momento in cui questa interazione ha un effetto molto importante che getta un'ombra sull'economia di tutto il mondo ma perché questo è avvenuto secondo me c'è in gioco un discorso di una bolla però non è effettivamente una questione finanziaria bestie politica cioè è legata all'evoluzione politica dell'unione europea e io sono giunto alla conclusione che la crisi dell'euro minaccia davvero di distruggere la stessa unione europea come sono arrivato a questa conclusione cercherò di chiarirlo io sostengo che la stessa unione europea è come una bolla nella fase di crescita l'unione europea era quello che uno psicanalista debita che chiamava un oggetto fantastico il reale ma estremamente affascinante era la rappresentazione di una società aperta un'associazione di nazioni che si univano grazie a una condivisione dei principi della democrazia dei diritti umani della legalità in cui nessun paese avrebbe avuto una posizione dominante rispetto agli altri il processo di integrazione è stato stimolato da un piccolo gruppo di statisti che praticavano quella che karl popper chiamava l'ingegneria sociale a pezzettini riconobbero che non si può arrivare alla perfezione quindi stabilirono degli obiettivi limitati delle scadenze precise e poi stimolarono la volontà politica per poter fare una serie di piccoli passi sapendo benissimo che nel momento in cui fossero arrivati a destinazione l'inadeguatezza di questa scelta sarebbe stata apparente avrebbe richiesto un ulteriore passo avanti quindi era un processo che si alimentava del proprio successo proprio come una bolla finanziaria e così la ceca venne pian piano trasformata un passo dopo l'altro nell'unione europea in questo processo la germania era in prima linea quando cominciò a disintegrarsi l'impero sovietico il leader tedeschi si resero conto che era possibile una riunificazione soltanto nel contesto di un maggiore unità europea e furono pronti a fare dei sacrifici per riuscire a raggiungere questo obiettivo erano disposti a contribuire a dare un contributo un po maggiore di quello degli altri prendendo in cambio un po di meno degli altri per arrivare a un accordo al tempo gli statisti tedeschi sostenevano che la germania non aveva una politica estera indipendente aveva soltanto una politica estera europea questo processo culminò col trattato di maastricht e con introduzione dell'euro ma questo seguì un periodo di stagnazione che dopo la crisi del 2008 si trasformò in un processo di disintegrazione per appropria il primo passo venne fatto dalla germania che dopo il crollo della lehman brothers dichiarò tramite angela merkel che la garanzia virtuale estesa ad altre istituzioni finanziarie avrebbe dovuto venire da ciascun paese separatamente in onda l'europa nel suo insieme per i mercati finanziari si volle più di un anno per capire quali fossero le implicazioni di questa affermazione e questo già di per sé dimostrò che questi mercati non sono perfetti c'era un errore intrinseco nel trattato di maastricht che dimostrava la fallibilità delle autorità il suo punto debole era perfettamente noto ai suoi architetti creava un'unione monetaria senza avere però un'unione politica gli architetti ritenevano però che nel momento in cui ci fosse stata la necessità si sarebbe potuto creare una volontà politica sufficiente a fare i passi che avrebbero portato verso l'unione politica ma l'euro aveva anche degli altri difetti di cui chi ha creato l'euro non era consapevole e che forse ancora oggi non sono del tutto chiari guardando indietro è ormai chiaro che la fonte principale del problema è il fatto che gli stati membri dei paesi euro hanno ceduto alla banca centrale europea il loro diritto di stampare moneta non si sono resi conto di che cosa questo implicasse e non se ne e reso lo resero conto nemmeno le autorità europee al momento dell'introduzione dell'euro le banche ebbero la possibilità di acquistare dei titoli pubblici in quantità illimitata senza mettere da parte del capitale e la banca centrale accettava tutto tutti i titoli pubblici a parità di termini diciamo parità di condizioni le banche commerciali si resero conto che poteva essere vantaggioso accumulare i titoli di stato dei membri dei paesi membri più deboli per poter guadagnarci un po di più questo induce una convertire una convergenza dei tassi di interesse che portò a una sempre maggiore differenza di competitività la germania che aveva il problema della riunificazione fece delle riforme strutturali e acquisti maggiore competitività in altri paesi vi fu un boom dell'edilizia dei consumi sulla scorta di un credito a basso costo rendendo questi paesi meno competitivi poi si verificò il crollo del linea 8 che pose le condizioni ben diverse rispetto a quelle che erano prescritti dal trattato di maastricht molti governi dovettero spostare le proprie passività nei propri bilanci e dovete impegnarsi in una massiccia spesa in disavanzo questi paesi si trovarono nella posizione di un paese del terzo mondo che si era pesantemente indebitato in una valuta che non era in grado di controllare a causa della differenza della prestazione economica l'europa si divise tra paesi creditori e debitori e questo ha avuto delle profonde implicazioni politiche sulle quali ritorneremo fra poco ci vuole qualche tempo prima che i mercati finanziari scoprissero che i titoli di stato che erano stati considerati privi di rischio in realtà erano soggetti ad attacchi speculativi e potevano anche andare in default ma quando lo fecero i premi di rischio ammontarono di moltissimo per cui le banche commerciali i cui bilanci erano pieni di questi titoli resero divennero potenzialmente insolventi e questo costituisce una delle due parti dal problema che ci troviamo davanti oggi la crisi del debito sovrano che si associa la crisi e dalle banche che sono due crisi che sono strettamente collegate le autorità dell'eurozona stanno ora replicando ciò che era successo più volte nel sistema finanziario globale c'è uno stretto parallelo tra la crisi dell'euro e la crisi bancaria internazionale scoppiata nel 1982 allora le autorità finanziarie internazionali fecero l'impossibile per tutelare il sistema bancario e si spostarono le avversità alla periferia per proteggere il centro ora la germania e gli altri paesi creditori stanno senza saperlo svolgendo lo stesso ruolo i dettagli delle operazioni sono diversi ma l'idea è la stessa i creditori in effetti stranoto spostando l'onere del adeguamento sui paesi debitori ed evitando in questo modo le proprie responsabilità per gli sbilanci è interessante notare che i termini centro e periferia si sono inseriti nel discorso quotidiano comune senza che nessuno se ne accorgesse proprio come negli anni 80 tutte le colpe sono state attribuite alla periferia e non si è mai preso atto della responsabilità del centro tuttavia nella crisi dell'euro la responsabilità del cosiddetto centro è ancora maggiore rispetto a quanto lo fosse nel 1982 il centro è responsabile di avere costituito un sistema bacato di aver attuato dei trattati bacati di perseguire delle politiche bacate e di fare troppo poco e troppo tardi negli anni 80 l'america latina ha vissuto il cosiddetto decennio perduto un destino simile sta aspettando l'europa e questo è da attribuire alla germania e agli altri paesi creditori che se ne devono rendere conto però sembra che questo non sia affatto avvenendo le autorità europee hanno capito poco cosa stava avvenendo erano pronte a gestire problemi fiscali ma solamente la grecia si prefigura come paese colpito da una crisi fiscale il resto dell'europa ha sofferto di una crisi bancaria e da differenze nei gradi di competitività che ha dato origine a una crisi delle bilance dei pagamenti le autorità non hanno nemmeno compreso la natura del problema tanto meno la soluzione e quindi hanno cercato di prendere tempo di solito questo funziona a un certo punto il panico finanziario viene meno e le autorità portano a buon fine propri interventi questa volta questo non è successo perché i problemi finanziari sono stati ulteriormente aggravati da un processo di disintegrazione politica mentre veniva creata l'unione europea dai leadership si occupava di una ulteriore integrazione ma dopo lo scoppio della crisi finanziaria le autorità si sono impegnate al massimo per conservare lo status quo questo ha fatto sì che tutti coloro che consideravano insostenibile allo status quo o intollerabile e se hanno adottato una posizione anti europea questa è la dinamica politica che pone a rischio l'esistenza delle unione europea questa è la cosiddetta bolla politica che citavo prima all'inizio della crisi la dissoluzione dell'euro era considerata inconcepibile gli attivi e passivi denominate in una valuta comune erano così correlati tra di loro che una dissoluzione dell'euro avrebbe portato a un crollo in dominabile ma col progredire della crisi il sistema finanziario è stato progressivamente rimesso in ordine secondo linee nazionali in particolare negli ultimi mesi è stato adottato il meccanismo di finanziamento di lungo termine ltr o da parte della banca europea centrale che ha consentito alle banche spagnole italiane di impegnarsi e un arbitraggio a basso rischio molto proficuo acquistando i titoli di stato dei propri paesi altri investitori hanno disinvestito molto attivamente per quanto attiene al debito sovrano dei paesi della periferia se questo avesse continuato per altri anni sarebbe stata possibile una dissoluzione dell'euro senza un crollo finanziario però ciò avrebbe fatto sì che le banche centrali dei paesi creditori che hanno delle grosse richieste di credito rispetto alle banche centrali dei paesi debitori ecco questi crediti sarebbero diventati inesigibili e questo ha portato un ulteriore problema del sistema di compensazione dell'euro chiamato target2 contrariamente al sistema di compensazione del federal reserve che viene liquidato annualmente del target 2 si accumulano gli sbilanci questo non crea un problema nella misura in cui funzionava il sistema interbancario perché le banche regolavano gli sbilanci fra loro attraverso il mercato interbancario tuttavia il mercato interbancario ha iniziato a non funzionare bene dal 2007 e quindi le banche si sono appoggiate di più sul sistema target dall'estate del 2011 mi è stato un incremento della fuga di capitale da parte dei paesi più deboli e quindi questi sbilanci sono cresciuti in maniera esponenziale alla fine del marzo di quest'anno la bundesbank avanzava 660 miliardi di euro rispetto alle banche centrali dei paesi della periferia la bundesbank si è resa conto di un potenziale pericolo essa è ora impegnata in una campagna contro un'espansione indefinite dell'offerta monetaria ed essa ha cominciato ad adottare delle misure per limitare le perdite che sosterrebbe in caso di una dissoluzione dell'euro e questa è una profezia che si auto realizza una volta che la bundesbank ha comincia a difendersi contro una dissoluzione dell'euro tutti dovranno fare la medesima cosa è una cosa che sta già avvenendo le istituzioni finanziarie stanno sempre più mettendo in ordine la propria esposizione europea lungo linee nazionale in caso l'unione si divida la naturalmente le banche preferiscono ovviamente pareggiare all'esterno dei capi dei confini nazionali ei manager di rischio cercano appunto di farlo all'interno dei confini nazionali è piuttosto che nell eurozona nel suo insieme l'effetto indiretto di questo tentativo di pareggiamento è quello di rinforzare il processo di deleveraging e di ridurre la disponibilità del credito in particolare nei confronti delle piccole e medie imprese che sono la principale fonte di occupazione quindi la crisi sta ulteriormente peggiorando sono nate tensioni nei mercati finanziari ormai a livelli di picco come da dimostrato dal livello storico più basso di rendimento dei bonds ancora più indicativo il fatto che il rendimento sui titoli di stato a 10 anni i britannici non è mai stato così basso nei suoi 300 anni di storia ma mentre il premio di rischio dei titoli spagnoli è a un livello di picco l'economia reale dell'eurozona sta declinando mentre la germania sta passando ancora una fase di boom questo significa che il divario si sta ulteriormente ampliando le dinamiche politiche sociali stanno anch'esse muovendosi verso la disintegrazione l'opinione pubblica come ha espresso nelle recenti elezioni si oppone sempre di più l'austerità e questa tendenza si diffonderà fino al punto in cui queste politiche saranno invertite qualcuno dovrà accedere a mio avviso le autorità hanno a disposizione una finestra di tre mesi nel corso della quale potranno ancora correggere i propri errori e invertire le attuali tendenze e per autorità intendo principalmente il governo tedesco e la bundesbank perché in una crisi i creditori sono coloro che stanno seduti al posto di guida e non si può fare nulla senza il sostegno della germania io credo che il pubblico greco sia sufficientemente spaventato dalla prospettiva di essere sposa dall'unione europea che esso voterà dando una piccola maggioranza a una coalizione che è pronta a inchinarsi agli attuali accordi ma a nessun governo potrà predisporre le adeguate condizioni per far evitare la grecia di arrivare a un massimo della crisi per l autunno all'epoca anche l'economia tedesca convincerà a dare segni di debolezza e quindi la cancelliera merkel troverà ancora più difficile rispetto ad oggi il poter persuadere il pubblico tedesco ad accettare ulteriori responsabilità europee ed è per questo che parlo di una finestra temporale di tre mesi per correggere gli errori e invertire le tendenze feriti serviranno delle politiche straordinarie per riportare le condizioni a un livello di quasi normalità per poter dare respiro ai mercati finanziari e al sistema bancario queste politiche tuttavia dovranno essere in linea con gli attuali trattati poi trattati potranno essere emendati in un clima più tranquillo in modo che non si ripetano gli attuali squilibri è difficile ma non impossibile definire delle politiche straordinarie che possano appunto attuare i requisiti necessari esse dovranno affrontare contemporaneamente problema bancario e il problema dell'eccessivo indebitamento perché questi sono problemi correlati affrontarne uno senza l'altro come si è fatto nel passato non porterà a nulla le banche hanno bisogno di un sistema di garanzia dei depositi a livello europeo in modo da bloccare la fuga di capitali serve anche a finanziamento diretto da parte del meccanismo di stabilità europeo il che deve essere accompagnato dall attuazione di meccanismi di supervisione e di regolamentazione nell'eurozona i paesi gravemente indebitati hanno bisogno di respiro per quanto riguarda gli oneri finanziari vi sono varie modalità per fare tutto questo ma ci vuole anche il sostegno attivo della bundesbank e del governo tedesco ed è qui che c'è la situazione di stallo le autorità stanno alacremente lavorando per presentare una serie di proposte a tempo debito e prima del vertice europeo che starà a fine di questo mese in base a quanto dicono i media queste misure riguarderanno tutti gli aspetti che ho citato però solamente a livello minimo affinché tutte le parti possano trovare un accordo in realtà serve un impegno veramente significativa per invertire la tendenza questo significa che queste misure ancora una volta consentiranno un respiro temporaneo ma la tendenza continuerà siamo comunque a un punto di flesso dopo che saranno scaduti i tre mesi della famosa finestra i mercati continueranno a chiedere di più ma le autorità non saranno in grado di rispondere a questa richiesta è impossibile prevedere quale sarà l'esito finale come abbiamo detto prima un graduale riordinamento del sistema finanziario a livello nazionale potrebbe rendere possibile un ordinata dissoluzione dell'euro in qualche anno e se non fosse per le dinamiche sociali e politiche si potrebbe immaginare un mercato comune senza una valuta comune ma chiaramente le tendenze non sono lineari e una dissoluzione precoce e potrà verificarsi solo in modo disordinato questo porterebbe indubbiamente il crollo del trattato di schengen del mercato comune e dell'unione europea stessa ricordo tra l'altro che esiste un meccanismo di uscita dall'unione europea ma non dall'euro quindi i crediti non esigibili le vertenze irrisolte faranno sì che l'europa stia peggio di quanto non lo fosse all'inizio della costituzione dell'europa unita comunque è probabile che l'euro sopravviva perché una sua dissoluzione sarebbe devastante non solo per la periferia ma anche per la germania la germania rimarrebbe con moltissimi crediti inesigibili nei confronti dei paesi della periferia la bundesbank da sola rimarrebbe senza il più di un trilione di euro dovuti in base al target 2 alla fine di quest'anno oltre naturalmente a tutti gli obblighi e le obbligazioni intergovernativi un ritorno al marco tedesco farebbe sì che la germania forse esclusa dai propri mercati di esportazione per non parlare delle conseguenze politiche quindi la germania sicuramente farà ciò che è necessario per salvare l'euro ma nulla di più e questo farebbe sì che l'eurozona sarebbe dominata dalla germania una zona in cui la divergenza tra paesi creditori e debitori continuerebbe ad ampliarsi e la periferia diventerebbe una zona depressa impermanenza una zona che avrebbe costantemente bisogno di trasferimento di pagamenti e quindi se così fosse l'unione europea diventerebbe qualcosa di molto diverso da quello che era stato un fantastico sogno che aveva acceso la fantasia dei popoli sarebbe un impero tedesco e la periferia sarebbe su hinterland io credo che la maggior parte di noi ritenga tutto questo scenario molto opinabile però io devo dire che capisco la germania nella sua attuale difficoltà il pubblico tedesco non è in grado di capire perché una politica di riforme strutturali di austerità fiscale politiche che hanno funzionato per la germania un decennio fa non dovrebbero funzionare per l'europa di oggi germania all'epoca ha avuto una ripresa guidata dalle esportazioni ma l'eurozona oggi è intrappolata in una trappola del debito deflazionistica il pubblico tedesco non riscontra la tendenza deflattive in patria al contrario salari aumentano e ci sono molti posti di lavoro liberi per mano d'opera qualificata che vengano riempiti dagli immigranti di altri paesi europei c'è una riluttanza ad investire all'estero c'è un afflusso del capitale che era andato in fuga che sta alimentando un vero boom del immobiliare magari l'esportazione stanno rallentando ma l'occupazione sta aumentando in queste circostanze ci vorrebbe uno sforzo straordinario da parte del governo tedesco a convincere i cittadini tedeschi ad accogliere le misure straordinarie che sarebbero necessarie per invertire l'attuale tendenza e la finestra disponibile per farlo è di soli tre mesi quindi dobbiamo fare tutto il possibile per convincere la germania a dimostrare un ruolo di leadership e a difendere l'unione europea come quel sogno fantastico che era in passato perché il futuro dell'europa dipende da essa grazie emozioni farò a george soros un paio di domande per le quali passeri ovviamente all'inglese e poi prenderemo qualche domanda dal pubblico awards speak english for my questo e ha sollevato tutta una serie di punti importantissimi ascoltandola non si poteva non pensare alla sua storia lei è nato in europa e se n'è andato poi in america a causa di quello che è stata la storia europea quindi abbiamo due modelli la storia europea dell'ultimo secolo e gli stati uniti che si sono integrati a livello politico e poi finanziario attraverso delle crisi penso alla guerra civile penso alla crisi finanziaria che ci fu all'inizio del ventesimo secolo che portò alla creazione della federal reserve nel 29 con la plastic all art ora lei accetterebbe questo parallelo si potrebbe dire che l'europa si sta integrando attraverso le crisi proprio come ha fatto hanno fatto gli stati uniti nel loro passato negli ultimi secoli lei ritiene che questa in fondo si ha quindi una storia positiva che sia una crisi che in fondo serve a permettere un'integrazione maggiore dell'europa le faccio un esempio sarebbe stato impossibile impensabile anche qualche mese fa pensare a un unione bancaria a un certo livello di controllo comune nel settore bancario e magari un sistema comune di garanzie bancarie eppure sono cose di cui adesso si parla sono messe sul tavolo se ne discute alcuni hanno delle attese anche in questo senso dal consiglio europeo di giugno quindi lei direbbe che si possa ritenere che l'europa attraverso queste difficoltà proprio nello stesso modo in cui l'hanno fatto gli stati uniti in passato c'è un parallelo forse con quello che avvenne dopo la guerra d'indipendenza in cui i vari stati si trovarono in situazioni di indebitamento enorme però a me li convinse a unirsi e accettare anche di mettere in comune una certa responsabilità per il pagamento di questo debito è questa fu la nascita in realtà degli stati uniti d'america io penso e spero davvero che avvenga una cosa analoga anche qui però devo dire che ho una grossa preoccupazione cioè io temo che questo processo diventi troppo lungo si sta effettivamente discutendo attualmente di tutte le misure necessarie per poter riuscire ad acquisire il controllo della situazione e poter modificare la tendenza in atto però si lavora a livelli minimi mentre invece bisognerebbe fare dei passi più lunghi possibile e questo atteggiamento quello che c'è sempre stato se avessero fatto certe cose con un anno di anticipo si sarebbe potuta anche contenere la crisi ma non è stato fatto e questa è l'ultima opportunità che esiste questa è una delle osservazioni che io cerco sempre di sottolineare esiste ancora una finestra di opportunità la possibilità di riconoscere l'esigenza di misure veramente straordinarie che vengano assunte prima e non troppo tardi perché a tre mesi da oggi la situazione sarà ulteriormente peggiorata e la volontà a quel punto di assumersi ulteriori responsabilità sarà ancora minore mentre invece l'esigenza continuerà a essere sempre crescente posso fare una domanda anche un po più personale che ci sono andate populista in europa abbiamo visto in grecia in francia anche in italia e i populisti e destra sinistra hanno un dato tratto comune sono opposti alle banche le criticano criticando le banche gli hedge fund le persone come lei sarebbero la causa della crisi attuale in gran bretagna anche in italia lei spesso è ricordato da molti come la persona che nel 92 ha avuto un ruolo importante nel danneggia per danneggia nel danneggiamento delle valute lei è considerato quindi uno dei colpevoli della crisi d'altro lato vedo anche che lei ha un grosso impegno personale intellettualmente e politicamente e anche economicamente per risolvere questa crisi e per creare un nuovo pensiero economico secondo lei cerco di ho cercato interpretare quello che la gente pensa sono stato scortese o realistico la mia posta una domanda ben venga ben difficile io sicuramente anche in base alla mia storia e alle mie esperienze sono giunto al punto di vedere anch'io l'unione europea come un oggetto meraviglioso e cerco in qualche modo di dare un mio contributo a far sì che si possa davvero realizzare questo sogno europeo lei parlava di queste ondate populiste io da un certo punto di vista capisco anche la gente che si trova improvvisamente in questa situazione è confusa e arrabbiata secondo me le autorità hanno fatto non soltanto degli errori che accettabile questo ma hanno sbagliato non riconoscendo quegli errori non sono soltanto gli osservatori esterni come me che parlano di queste cose ne parlano i fatti stessi che di per sé dimostrano che le politiche che si sono assunte o che si vogliono assumere non funzionano non sono state non sono quelle giuste io credo che la responsabilità principale di tutto questo ricada proprio sul potere sulla politica sulle autorità gli hedge fund i mercati finanziari possono indubbiamente influenzare l'andamento degli eventi quando i paesi membri hanno dato alla banca centrale europea ha il potere di stampare moneta di battere moneta in quel momento sono diventati un po come dei paesi del terzo mondo che non più il controllo della valuta la valuta in cui sono espresse espresso il loro debito pubblico e quindi sono effettivamente soggetti anche ad attacchi speculativi certo uno può dire che gli hedge fund hanno fatto questo e quindi hanno una colpa però non si può nemmeno prevedere che non lo facciano nel momento in cui si rendono conto che c'è la possibilità di guadagnare molto perché il loro lavoro non è quello di sostenere un sistema ma di guadagnare quindi è ovvio che si comportano in questo modo sono fanno quello che gli investitori si aspettano da loro in qualche modo fanno il loro dovere se vogliamo però il problema forse è questo che la politica cerca di scaricare la colpa dalle proprie spalle verso gli hedge fund incolpando gli elefanti tutto quello che è successo però è come sparare al messaggero cioè sono loro quelli che hanno creato il problema quindi alla fin fine la responsabilità principale ricade proprio su di loro grazie mille abbiamo ancora tempo per qualche domanda da parte del pubblico vediamo se c'è qualcuno che ha delle domande ci sono domande buonasera vista soros nel 1998 è andata che si può fare nel agosto del 1998 ho acquistato un suo libro che si intitola va alla crisi del capitalismo globale e poi mesi dopo la russia e belle default erano momenti drammatici e il mondo sembrava finito in effetti poi ci fu lento un recupero e come dice lei si è passata depressione fortissima alla bolla del 2000 della tecnologia impatto emotivo dei mercati ormai sulle masse talmente forte e talmente aderente che la volatilità diventa lo stesso spirito con cui adesso ci parliamo in questo istante le avrò sempre finito lei ci apre una finestra di tre mesi fa parte di questa ormai diciamo anche rapida rapidi rientri dalla dal pessimismo questa sua possibilità perché altre perché in questo istante siamo tempo fare la domanda la domanda è proprio questa la immagina un rapido rientro della lana dalla crisi questo i tre mesi che si dà fashion non ho sentito l'inizio della domanda in realtà perché non avevo le cuffie ma venendo proprio la domanda finale direi che purtroppo ed è anche per questo tra l'altro che ho cercato di suonare il campanello d'allarme per dire che questa è l'ultima possibilità che abbiamo per superare il problema per riuscire a superare la curva e per poter costituire creare una delle riforme istituzionali strutturali significative in grado di dare un segnale forte ai mercati un segnale che l'euro non scomparirà adesso non voglio andare in dettagli perché ci vorrebbe un'altra ora per parlare di questo in dettaglio ma diciamo che è necessario secondo me creare a livello europeo un'autorità finanziaria perché gli stati membri possono possono fare quello che la banca centrale europea non può fare che possono in qualche modo assumersi il rischio di solvibilità che non dovrebbe essere un rischio della banca centrale europea se creassero un'autorità finanziaria europea a quel punto il rischio di solvibilità praticamente scomparirebbe quindi in questo modo gli stati membri magari guidati dalla germania perché no riuscirebbero a eliminare completamente i rischi che adesso temono così tanto è questo che serve lei è ottimista sull'italia guidata dal professor monti grazie agli ottimi secondo me il governo monti ha avviato una serie di politiche molto promettenti con un grosso sostegno anche da parte degli italiani però ha bisogno di avere anche il sostegno da parte della comunità europea perché altrimenti non è possibile realizzare nessun progresso il sostegno pubblico evapora può quindi a un certo punto diventare ancora più difficile per lui realizzare un programma quindi ha avviato una serie di riforme strutturali che sono sicuramente necessarie però non sono sufficienti è necessario una riforma strutturale anche a livello dell'euro ed è lì che ci sono dei difetti gravi se l'unione europea o diciamo sei paesi dell'euro queste scelte non le fanno il governo monti da solo per dare forza e non sarà quindi in grado di realizzare le riforme sulle quali sta attualmente lavorando dalle riforme del mercato del lavoro si sono diluite noto notevolmente se ci fosse un'autorità finanziaria europea che come dicevo prima si assumesse gran parte del rischio di solvibilità e quindi l'italia potrebbe rifinanziare il proprio debito a un tasso vicino a quello della germania ecco in questo caso allora sì il governo monti potrebbe effettivamente realizzare tali riforme la domanda ok buongiorno si afferma che le politiche di austerity sono semplicemente un errore un modo sbagliato per risolvere il problema della crisi la crisi dei debiti sovrani non crede che invece come diceva per esempio krugman ieri su new york times sia il tentativo del dell'elite conservatrici di distruggere totalmente il welfare state europeo qui una scusa che la crisi una scusa per fare questo e altre questioni to destroy the way to say no io non sarei d'accordo su questo secondo me le riforme strutturali in realtà sono necessarie nei singoli paesi perché si sono deteriorate le condizioni lo stato il welfare state lo stato assistenziale non può più essere conservato nella forma che aveva in passato negli anni passati quindi è necessaria effettivamente una applicazione di qualche limitazione qualche vincolo anche di natura fiscale queste cose sono necessarie ma non sufficienti di per sé e sono cose che devono essere accompagnate da altre cose cioè si può vivere con il fisco il compaq purché ci sia anche una serie di misure finalizzate alla crescita che devono essere abbastanza sostanziali per stimolare veramente di nuovo la crescita allora in questo modo si potrebbe poi superare anche il problema del debito pubblico gli sforzi in direzione delle riforme strutturali e nei paesi europei ovviamente questo tutte queste cose non saranno più possibili la ringrazio moltissimo dottor source per questo suo intervento che è stato molto interessante è che è indubbiamente il nostro pubblico ha seguito con la massima attenzione e sono quindi molto grato e la ringrazio ancora se abbiamo tempo ancora per una domanda allora vorrei approfittare per chiederle una cosa che riguarda la germania farle una domanda sulla germania la germania ha modificato completamente la sua posizione rispetto all'europa era molto a favore dell'integrazione europea della creazione di una federazione europea ai tempi del trattato di maastricht dopo di che la situazione è cambiata e oggi sono più i francesi a volere la federazione oggi i tedeschi a quanto sembra sembrano essere forse gli ultimi in europa a volere l'integrazione almeno questa è la percezione che c'è nell'europa meridionale anche in francia ecco secondo lei come si spiega questo cambiamento questo mutamento così enorme ma io direi fondamentalmente che si potrebbe dire questo fino al momento dell'unificazione la germania era come lei diceva giustamente una sostenitrice dell'integrazione a tutto tondo adesso superata la riunificazione con i relativi costi la germania non vuole più essere quella che paga i debiti di tutto il resto dell'europa io questo lo capisco indubbiamente è comprensibile trovo però credo che la germania debba fare una cosa debba trovare il modo si debba in generale trovare il modo di premiare i paesi che aderiscono al fisco compact fornendo loro delle concessioni delle garanzie potrebbero a quel punto affrontare anche tutta una serie di rischi perché togliere queste garanzie potrebbe essere anche una grossa punizione sufficiente quindi a fermare un paese prima di fare certe scelte questo potrebbe funzionare nel momento in cui esistesse un certo grado di simmetria diciamo di corrispondenza tra e inizia incentivi garanzie che verrebbero prima eventualmente punizione anche attraverso la rimozione di queste garanzie in un secondo tempo ecco questo potrebbe evitare che il fisco compact spingesse l'europa in direzione di questa spirale deflazionistica ci vuole un minimo di fantasia ed ovviamente ma io credo che questo sia un sistema che potrebbe funzionare quindi spero davvero che di questo la germania si renda conto il motivo per cui io dico questo pubblicamente è anche che sono stato di recente in germania e non ho visto nessun segno di questo tipo in germania non mi sembra che questo stia avvenendo per questo suono il mio campanello d'allarme con molta insistenza grazie grazie mille
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