Orazio Schillaci Orazio Schillaci Orazio Schillaci Orazio Schillaci Orazio Schillaci Orazio Schillaci Orazio Schillaci Orazio Schillaci Orazio Schillaci Orazio Schillaci Orazio Schillaci Orazio Schillaci Orazio Schillaci Orazio Schillaci Orazio Schillaci Orazio Schillaci Orazio Schillaci Orazio Schillaci Orazio Schillaci Orazio Schillaci Orazio Schillaci Orazio Schillaci Orazio Schillaci Orazio Schillaci Orazio Schillaci Orazio Schillaci Orazio Schillaci Orazio Schillaci Orazio Schillaci Orazio Schillaci Orazio Schillaci Orazio Schillaci Orazio Schillaci Orazio Schillaci Orazio Schillaci Orazio Schillaci Orazio Schillaci Orazio Schillaci Orazio Schillaci Orazio Schillaci Orazio Schillaci Orazio Schillaci Orazio Schillaci Orazio Schillaci Orazio Schillaci Orazio Schillaci Orazio Schillaci Orazio Schillaci Orazio Schillaci Orazio Schillaci Orazio Schillaci Orazio Schillaci Orazio Schillaci Orazio Schillaci Orazio Schillaci Orazio Schillaci Orazio Schillaci Orazio Schillaci Orazio Schillaci Orazio Schillaci Orazio Schillaci Orazio Schillaci Orazio Schillaci Orazio Schillaci Orazio Schillaci Orazio Schillaci Orazio Schillaci Orazio Schillaci Orazio Schillaci Orazio Schillaci Orazio Schillaci Orazio Schillaci Orazio Schillaci Orazio Schillaci Orazio Schillaci Orazio Schillaci Orazio Schillaci Orazio Schillaci Orazio Schillaci Orazio Schillaci Orazio Schillaci Orazio Schillaci Orazio Schillaci Orazio Schillaci Orazio Schillaci Orazio Schillaci Orazio Schillaci Orazio Schillaci Orazio Schillaci Orazio Schillaci Orazio Schillaci Orazio Schillaci Orazio Schillaci Orazio Schillaci Orazio Schillaci Orazio Schillaci Orazio Schillaci Orazio Schillaci Orazio Schillaci Orazio Schillaci Orazio Schillaci Orazio Schillaci Orazio Schillaci Orazio Schillaci Orazio Schillaci Orazio Schillaci Orazio Schillaci Orazio Schillaci Orazio Schillaci po' gli anni. La ringrazio per l'intervento e anche per le priorità che ha dato. L'unica cosa nella quale spero sinceramente è che l'attenzione venga data soprattutto ed in primis a tutti i professionisti sanitari. 30 sono le figure professionali che lavorano per la sanità italiana e tutte hanno comunque a tutti dobbiamo essere grati. Si sente spesso parlare della figura del medico, che è vero essere importante, però io penso che una riforma strutturale vada data per il riconoscimento di tutti i professionisti sanitari e un investimento come è stato strutturale tramite il PNR e le case di comunità, come lei ha ben detto, vanno riempite dei nostri professionisti. Chiedo un'attenzione particolare su questo tema. Grazie. Ha perfettamente ragione, infatti vede io parlo sempre di medici, operatori sanitari, abbiamo oltre 30 figure professionali, tutte contribuiscono in maniera determinante al funzionamento del sistema sanitario nazionale. A tutti dobbiamo essere grati per quello che fanno, sacrificandosi quotidianamente per la salute dei cittadini. Uno dei due collegati alla finanziaria riguarda proprio il riordio delle professioni sanitarie e ripeto quello che ho detto, cioè oggi il mondo sanitario è cambiato e quindi è giusto che gli operatori sanitari abbiano anche delle manzioni diverse, abbiano delle prospettive di carriera diverse, abbiano meno burocrazia. Sono persone che normalmente ormai hanno tutte una laurea triennale, la gran parte ha una laurea anche specialistica, sono persone che hanno studiato cinque anni, quindi non possiamo più pensare che svolgano le manzioni che svolgevano in una sanità, mi scusi, dello scorso millennio e che vengano pagate come sono pagate oggi. Ribadisco, i dati OXE dimostrano realmente che se c'è un vero differenziale rispetto alle retribuzioni riguarda più gli operatori sanitari che non i medici. E poi lo dobbiamo dopo il covid? E poi lo dobbiamo dopo il covid, assolutamente, non c'è dubbio. Va bene, se non ci sono altre domande, eccole no, prego, un'ultima domanda, scusate ma siamo un po' stristi. Ci sarà la possibilità di superare il numero chiuso a medicina. Ma c'è già un progetto di legge che è stato avviato al Senato della Repubblica, i numeri sono stati già ampiamente aumentati e io credo che si vada assolutamente verso un aumento dei numeri con un numero che definiamo programmato. Esatto, perché non si può aprire neanche... Siamo passati, io ho fatto il preside per quasi nove anni, quando io facevo il preside venivano iscritti alla Facoltà di Medicina circa 8.000 persone. Ogni anno, devo dire, la conferenza dei presidi chiedeva di aumentare questo numero. Se noi avessimo avuto negli ultimi 10 anni, al posto di 8-9.000 iscritti e 15.000, a quest'ora avremmo avuto 50.000 medici in più che sono quelli che ci servono. E non sarebbero mancati. Oggi, lei consideri che nell'ultimo bando che adesso il MUR ha pubblicato, ci sono quasi 20.000 posti. Il numero programmato verrà ancora aumentato nei prossimi anni, quindi io credo che il rischio di trovarci in una carenza di medici, assolutamente, non lo avremo più. Sui medici dobbiamo fare però un discorso un po' diverso, quello che prima lei giustamente faceva, il fatto che purtroppo ci sono delle specialità che sono diventate meno attrattive. Di questo me ne dolgo molto come medico, perché quando guardo le scelte che fanno i giovani medici e vedo che non solo il pronto soccorso, perché il pronto soccorso, diciamo, nell'immaginario collettivo, è il posto dove il medico non vuole andare, ma se lei guarda, non vogliono più fare l'anatomopatologo, non vogliono fare il radioterapista. Questo è veramente preoccupante. Il chirurgo, però, se guardate bene i dati, il chirurgo sì, perché ci sono sempre le controversie che stiamo cercando di sanare con lo scuro penale, ma quando non vogliono fare l'anatomopatologo o il radioterapista è preoccupante, per cui io credo che bisogna intervenire anche negli anni di formazione durante il corso di laurea in medicina, perché oggi l'oncologia non può fare a meno dell'anatomopatologo o del radioterapista. E devo dire che se uno guarda attentamente a questo trend, che non è iniziato oggi, perché io da rettore lo avevo già esaminato quattro anni fa, noto con un po' di dispiacere che le specializzazioni meno scelte sono quelle che non permettono al medico di fare un'attività privata da solo. E questo mi lascia un po' di amaro in bocca, perché come diceva giustamente Bartoloni, io sono convinto che i medici, gli operatori sanitari debbano guadagnare di più perché sono sottopagati, sono professionisti e che più lavora deve guadagnare di più. Devo dire che però se uno ha come fine ultimo il guadagno, forse fare il medico o l'infermiere non è la scelta migliore che può fare. Bene, mi sembra che questa è la chiusa migliore. Mi dispiace che c'erano altre domande, ma abbiamo davvero terminato il tempo. Grazie davvero per averci seguito, per la pazienza, grazie davvero Mr. Schillaci per essere venuto a Trent al Festival d'Economia e ci vediamo presto. Grazie.