Paradossi italiani. Più meritocrazia e meno mobilità ascendente
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Paradossi italiani. Più meritocrazia e meno mobilità ascendente
Dagli inizi del Novecento ad oggi, il peso delle origini familiari sui destini lavorativi e sociali delle persone si è progressivamente ridotto. Ma tra i quarantenni e i trentenni di oggi i flussi di mobilità sociale ascendente si sono contratti riportandosi ai livelli che facevano registrare quarant’anni or sono. Perché?
fare bene i pratesi le gare gesù si mescola con la madre posto in quanto pare si sta verificando in contratti le 16 come te professor schizzerotto non ha bisogno di presentazioni qui a trento perché gioca in casa e lui ci dovrà illustrare i risultati di alcune di alcuni studi che dimostrano un paradosso italiano cioè è la mobilità sociale che normalmente dovrebbe essere associata al venir meno della trasferibilità da una generazione all'altra dei propri incarichi o occupazionali e che quindi dovrebbe permettere di liberare posizioni che non sono più trasmesse ereditariamente da padre in figlio eccetera dovrebbe liberare posizioni e quindi favorire la mobilità sociale invece questo da noi non succede e in più mi sembra di aver capito anche che non c'è una correlazione tra livello di educazione ed istruzione raggiunto e la possibilità di mobilità sociale cioè non si tratta di due variabili così direttamente dipendente ora questo è interessante notare in italia perché è in qualche modo una verifica nel nostro paese di quello che ci è stato spiegato anche stamattina nhtsa se c'erano delle persone che sono qui che erano anche stamattina alla presentazione della ricerca dei losing da blatt per quanto riguarda la mobilità sociale degli immigrati di seconda generazione in inghilterra anche lì c'era un forte vincolo alla mobilità in relazione all'educazione cioè nel senso che soprattutto alcuni segmenti della popolazione immigrata per esempio i pachistani e le faceva l'esempio hanno una educazione ben più alta della capacità di poter poter accedere a posizioni professionali quindi sarà interessante vedere anche questo aspetto allora il professore adesso ci illustrerà le sue side e le sue ricerche il comizio solo poi mi alzo perché se non vedo le mie diapositive non riesco a sottrarre esattamente ciò di cui vi parlo è la premessa funziona più o meno così che io ho partecipato ad alcune amiche tutte qualcuna delle conferenze delle elezioni dei dibattiti del festival è come dire è difficile dire di averne trovato qualcuno che non fosse una volta interessante quindi come dire io ho avuto molte stimolazioni sul piano sostanziale per certi versi a rita anche sul piano del metodo nello stesso tempo però ho anche avuto l'impressione che almeno per quel che riguarda la mobilità sociale intergenerazionale in senso stretto e i principi come chiamarli di carattere etico morale di principi di equità che in qualche modo dovrebbero sottostare al fenomeno della mobilità dicevo che per questo riguardo mi sembra che dalle iniziative alle quali ho partecipato siano emerse rappresentazioni nello stesso tempo più pessimistiche e più ottimistiche di quella che io cercherò di disegnare qui oggi ho sentito più volte ripetere e con ottime ragioni che non si può misurare esattamente il merito che il concetto di meritocrazia è un concetto scivoloso vero verissimo solo che non vorrei che per questo come dire eccesso di acribia dei ricercatori qualcuno finisse col tirava benes come il merito non è misurabile non è più un problema non parliamone più c'è misure parliamo di una cosa che si fa fatica a capire cosa sia e come dire io ripeto sono sensibile e credo che siano problemi veri quelli che i vari studiosi ricercatori hanno presentato in questi giorni circa la concettualizzazione della meritocrazia e della del concetto di merito a parte che meritocrazia è stata creata da michael young all'interno di una rappresentazione distopica della società inglese dell'immediato dopoguerra per cui forse come dire al merito young non sarebbe contento ecco diciamo così che il termine razzia fosse usato nel senso in cui lo usiamo noi però dicevo che almeno è possibile credo fornire una proxy un'approssimazione almeno in negativo della meritocrazia e cioè credo che si possa ragionevolmente dire che società nelle quali l'ereditarietà sociale con appunto diceva e la dottoressa calabra or ora è bassa si possa ragionevolmente assumere dicevo che queste società sia abbiano un sistema di stratificazione sociale relativamente fluido e che dunque da questo punto di vista non sarà esattamente il merito ma qualcosa di vicino al riconoscimento delle capacità e dell'impegno individuale in qualche modo si verifica e io e con questo atteggiamento diciamo così di non completa adesione all come dire alle argomentazioni prevalenti che ho sentito più frequentemente esporre in questo festival riguarda anche il nostro paese cioè si è detto e ripetuto che è un paese ingessato da sempre che non c'è il riconoscimento del merito che conta solo di chi si è figli o figlie e cercherò invece di farvi vedere che non è così o per lo meno che qualche cosa nel nostro paese è cambiato ma e questa è la parte ottimistica diciamo così ma per altro verso vi farò vedere che il nostro paese ha se possibile problemi ancora più drammatici del mancato riconoscimento del merito diciamo che non riconosce il merito perché oggi si trova in una condizione che strutturalmente glielo impedisce questo non significa che dobbiamo rimanere così questa mattina con enzo cipolletta ti hanno variamente intervistato su cose che lui sapeva che io no ma sul punto tesi ritrovate abbastanza d'accordo e cioè che è possibile pensare a politiche pubbliche che intervengano su questa situazione è dunque in questo senso recuperare seriamente questa volta l'importanza della sfera politica intesa non come la liturgia della politica politicante ma come serio e sensato governo della cosa pubblica questa è una premessa che ho scritto 30 secondi fa o poco più ma che ci tenevo a fare perché come dire chiarisce un po quello che devo dirvi funziona adesso si va bene quindi il titolo e lo vedete lì quello che appunto vorrei raccontarvi è che in generale gli studi comparate cioè quando si confrontano tra loro diversi paesi per quel che riguarda il tema della mobilità intergenerazionale quello che succede è che laddove il sistema della stratificazione occupazionale è fluido più fluido lila questa maggiore fluidità cioè una bassa ereditarietà sociale si accompagna ad una crescita delle possibilità di mobilità sociale ascendente gli spostamenti dall'alta il basso verso l'alto della stratificazione sociale aumentano di più di quanto non succeda per gli spostamenti ali in versi e l'italia come appunto abbiamo appena accennato ho appena accennato due minuti fa l'italia costituisce un'eccezione a questa regola rita ma perchè non si sente nelle tele grazie vi farò vedere che da noi c'è stato un declino lento ma tutt'altro che che di piccola consistenza è tutt'altro che neglizì bile lento del livello di fluidità sociale o se preferisce se preferite diritti di sensibile riduzione del grado di rendita rietà sociale senza però che questo si accompagni ad una crescita dei flussi di mobilità sociale ascendente e adesso cercheremo insieme di vedere perché questo si verifica però prima voglio farvi vedere quello che succede è quello che succede questa faccenda qui esistono opportuni modelli statistici di cui vi faccio grazia per non avervi eccessivamente che consentono di misurare l'intensità dell'influenza delle origini degli individui sui loro destini occupazionali quello che vedete è un amico me varia posto convenzionalmente ok no stiamo cercando un light un laser ma non funziona si ok in qualche modo funziona sì allora se poniamo convenzionalmente pari a 1 l'intensità in media dell'associazione tra le origini sociali degli individui e le loro destinazioni occupazionali tra i nati nel 1922 tra il 1922 il 1937 quindi diciamo nella prima parte del ventesimo secolo quello che possiamo vedere che questa intensità declina progressivamente e che tra i nati negli anni 70 80 diciamo gli attuali 35 anni trenta quarantenni diciamo così si è ridotta si è ridotta di un bel po come potete vedere del 40 per cento naturalmente si può dire che quello che viene coperto qui è più di mezzo secolo di storia italiana però diciamo che è una riduzione del grado di ereditarietà sociale del 40 perfetto è un qualcosa di degno di attenzione diciamo così questo vale sia nel caso in cui si consideri l'ultima occupazione o quella fatta al momento dell'intervista sia che si consideri la classe al primo impiego in modo da eliminare gli effetti della diversa durata delle carriere che gli individui possono percorrere potete anzi vedere che nel caso della grado di ereditarietà la prima occupazione la riduzione di poco ma insomma ancora più consistente di quella che vi ho fatto vedere prima bene per quel che riguarda i meccanismi quindi operanti nel processo di allocazione degli individui nelle varie posizioni sociali sembra difficile negare che la società italiana di oggi sia più aperta e fluida di quello che era 50 o 60 anni fa da questo punto di vista è per questo che io dicevo come dire che ha un'immagine per alcuni versi a meno pessimistica e questa maggiore fluidità e qui siamo ancora come dire nella norma di quel che succede nella generalità dei paesi europei si è accompagnato ad un incremento nel tempo dei complessivi tasse di mobilità sociale in intergenerazionale la proporzione di individui che hanno raggiunto nella loro vita una posizione diversa da quella della loro famiglia d'origine dei loro padri e delle loro madri è però se guardiamo e vi risparmio i miei commenti le direzioni di questi flussi si vede che c'è qualcosa che non funziona sono sempre le stesse corti che vi ho le stesse corti di nascita si chiamano così quattro generazioni chiamatele come volete che ho preso in considerazione se volete se vedete il tasso di mobilità totale cioè gli individui che hanno posizioni diverse da quelle delle loro famiglie di origine e comunque crescente attraverso le generazioni è stato più incisivo all'inizio ma poi insomma tra appunto i nati tra le immediati intorno della seconda guerra mondiale quelli successivi come potete vedere le differenze sono più o meno simili quello che succede è che lo potete vedere qui la mobilità laterale significa puramente e semplicemente che si tratta di individui che si spostano tra classi sociali poste più o meno allo stesso livello che ne so il figlio di un impiegato che apre un negozio tanto per capirci che diventa un lavoratore autonomo tanto per fare un esempio quello che qui interessa invece sono i tassi di mobilità ascendente e i tassi di mobilità sociale discendente quello che potete vedere qui è che la mobilità ascendente ha un andamento a un capovolto cresce fino ai nati nei primi anni è agli ultimi anni 60 e poi a un tracollo che va al di sotto di quello sperimentato tra i nati nel 1938 il 1953 la mobilità discendente ha un andamento pressoché identico sodo che in questa volta è un andamento a v con la concavità diciamo così rivolta verso l'alto ma anche qui le storie raccontate le stesse i tassi di mobilità discendente sono più alti nella generazione più giovane di quanto non fossero nelle corti ha più anni delle corti di nascita più anziane e qui il problema è perché succede questa faccenda cos'è che rende l'italia così diversa dal resto del mondo beh una prima spiegazione è che le vicende economiche non solo economiche anche quelle politiche messo per il momento diciamo quelle economiche hanno fatto hanno prodotto una conseguenza decisamente preoccupante ed è che da noi lo spostamento verso l'alto della stratificazione occupazionali in buona sostanza la scomparsa delle occupazioni a basso livello di qualificazione e l'espansione delle occupazioni maggiormente qualificate e dei ruoli direttivi e di coordinamento ha avuto un arresto cioè la stadiazione della quale siamo dai primi anni novanta e poi la successiva crisi che tutti abbiano sperimentato fa sì che succeda questa faccenda qui vi presenterò un po di dati ma potere chiedo scusa potete due ne ho saltato potete vedere che appunto se questi qui sono i dati della banca va bene della banca d'italia e quindi quello che potete vedere appunto è che questi sono dati infatti decennio per decennio insomma comunque qui è tra il 77 e 81 c'è quasi un raddoppio con vedete che negli anni 90 la cosa non funziona più granché bene cresce un pochino tra il 91 del 2002 ma poi tra il 2002 il 2012 non è cambiato sostanzialmente nulla tenete presente che qui abbiamo tutte le corti di nascita quindi ci trasciniamo dietro anche la storia pregressa diciamo così la classe media impiegatizia si riduce e da questo punto di vista forse vi sarebbero io non credo che la classe media scompaiono insomma si sta riducendo si riducono i lavoratori autonomi pur cose e quello che è bizzarro è che aumenta la classe operaia quindi potete vedere che fino al 91 gli effettivi dell'aquila classe operaia e intesa at large diciamo così insomma una definizione lata e potete vedere che poi dal 91 in avanti aumenta possiamo passare questa volta correttamente le tabelle successive lo potete vedere anche qui per quel che riguarda la consistenza delle dimensioni delle classi superiori sempre banca d'italia abbiamo una crescita fino al 2002 poi un declino classe media impiegatizie e succede la stessa cosa la classe operaia incrementa la propria la propria consistenza e se consideriamo i tassi di variazione nel decennio tra il 2002 il 2012 classe superiore classe media impiegatizie lavoro autori autonomi hanno declini cioè tassi di incremento negativi si riducono la classe operaia aumenta di consistenza quindi come dire in cui vi racconto più o meno la stessa storia sono dati chiedo scusa sono dati diversi sono dati diversi ma sostanzialmente questo riprende le porte anagrafiche per le quali vi ha illustrato il declino dell'ereditarietà sociale quindi come dire possiamo andare avanti se è vero appunto che le origini sociali delle persone decidono incidono meno di un tempo sui destini occupazionali delle persone è anche vero ripeto che questo non si traduce in mobilità perché i posti disponibili e per questo parlavo di una ragione strutturale che impedisce di riconoscere il merito i posti disponibili sono nelle fasce superiori medie superiori si sono ridotti così che anche se l'origine familiare conto meno non si riesce ad arrivare e di farlo così nelle posizioni medie superiori o perlomeno non si riesce ad arrivarci con la stessa frequenza con cui ci si arrivava nel passato e diciamo così che oggi neppure i genitori e di classe media e di classe superiore riescono a garantire ciò che mi potrete portare numerosi episodi individuali che contrastano con questi dati ovviamente parlo in termini di tendenze medie quindi diciamo le reti di protezione contro la discesa sociale che usualmente avevano efficacemente operato per i figli delle classi medie superiori nel nostro paese non so cosa sia successo non funzionano più e dunque da questo punto di vista la questione non non è per questo dicevo per certi versi sono più pessimiste di quelli che dicono che non c'è mai stata meritocrazia dico distrazione peggiore perché c'è una crescita di fluidità che non si traduce praticamente in pratica e quindi queste sono risorse a come dire inutilizzate in qualche modo vi ho detto dunque che una ragione è questa ragione strutturale che ha a che fare con le variazioni dimensionali attraverso il tempo delle classi sociali ma c'è anche un'altra ragione ed è questo come dire in parte è anche una buona notizia è che esiste un altro meccanismo che ha favorito la riduzione della ereditarietà sociale e si tratta pur con tutti i limiti che sono state illustrati anche a questo festival della crescita dei livelli medi di ristrutturazione e della riduzione anche in questo caso degli effetti delle origini sociali sulle chance di ottenere i diversi titoli di studio e questa è un'altra questione io credo importante che mano a mano che i livelli di istruzione aumentano il peso delle origini sociali sui destini occupazionali delle persone tende a diminuire quindi da questo punto di vista dobbiamo dire che qualsiasi cosa si possa affermare circa la scuola nel sistema scolastico del nostro paese l'istruzione rappresenta ancora una risorsa di mobilità sociale e per certi versi uno strumento di eguaglia mento perché appunto quando esiste uno titoli di studio elevati l'effetto del titolo di studio è più consistente di quello delle origini sociali almeno per ciò che riguarda i processi di allocazione degli individui nelle varie posizioni sociali qui e lo stesso grafico che più o meno la stessa logica che vi ho fatto vedere prima si grazie chiedo scusa anzi lo stesso grafico che vi ho fatto vedere prima solo che qui l'origine sociale riguarda l'esito non è la collocazione occupazionale ma il livello di istruzione e quello che potete vedere è che le origini sociali incidono attualmente diciamo c'è stata una riduzione nel corso dei 50 anni che io ho considerato anche qui come potete vedere di 22 23 punti percentuali che anche qui non è poca cosa quindi diciamo che c'è stata questa riduzione ecco quello che interessa quello che appunto voglio far vedere è che è questa immagine che da qual è il peso delle origini sociali nel destino degli individui sul destino occupazionale degli individui in funzione del titolo di studio degli individui stessi quello che potete vedere è che quando ci sono scolari pa d'obbligo e diploma di scuola secondaria superiore guardiamo l'ultima forte per brevità il peso delle origine sociale è decisamente più consistente di quanto non sia tra i laureati e lo potete vedere qui quindi più elevato il titolo di studio minori sono i condizionamenti esercitati dalla origine sociale quindi come dire i meccanismi ripeto della maggiore fluidità sono due riduzione delle capacità di protezione delle classi medie superiori nei confronti delle loro figlie e figli e un'accresciuta uguaglianza dei livelli di una cresciuta uguaglianza di fronte all'istruzione e un certo riconoscimento del valore dei titoli e dei titoli di studio il problema è che ritorniamo al punto che avevo affrontato per primo anche il rendimento occupazionale dei titoli di studio per la ragione strutturale che ho detto prima cioè la riduzione dimensionale delle classi medie superiori fa sì che il valore di scambio chiamiamolo così del titolo di studio sia si sia ridotto quindi se noi il grafico è sempre lo stesso a parità di titolo di studio se facciamo uno quello che era negli anni venti trenta dato quello stesso titolo di studio anche qui abbiamo una riduzione di circa il 30 per cento del valore di scambio delle credenziali educative quindi come dire nonostante questi problemi in credo si possa ripetere che oggi la società italiana è un po più equa di quanto non fosse mezzo secolo fa il problema è che la mobilità sociale non si fa solo con la risorsa dell'istruzione oltre che con quella della famiglia d'origine e non si fa solo via occupazione si può avere mobilità sociale anche via matrimonio e adesso mi tratterrò per non molto sul effetto dei processi di formazione delle coppie sui processi di mobilità sociale vi dico da subito che favole come cenerentola pretty woman e cose simili non c'è spazio e che tutto sommato come vedrete l'ideale dell'amore romantico ci sarà c'è indubbiamente ma questo amore romantico nella formazione delle coppie e socialmente strutturato si manifesta all'interno di cerchie sociali e non si espande al di là delle mettiamola così va bene possiamo saltare tutto il modo con cui vi faccio vedere questa faccenda è costruito sulla base di pavol e si chiamano di omo etero ga mia non so cosa farci tecnicamente no lobo eteronomia frasi non è quello ok ok terre nella d'accordo non è sessuale ma educativa d'accordo quindi qui avete due tavole che riguardano la corte più anziana dove diavolo è finita questa cosa non lo so ma insomma va bene lo potete in alto a sinistra avete alla tavola di omo etero damian della corte più anziana e qui sotto quelle più giovane quello che potete vedere è che quello che potete vedere è che questi tassi di omo etero ga mia soprattutto dei livelli di istruzione più elevati sono decisamente più alti nella corte più giovane di quanto non lo fossero nella corte più vecchia qual è la ragione di questa l'azienda beh lo sappiamo le donne vanno molto più a scuola di quanto non andassero un tempo e in virtù di ciò la scuola è diventata uno dei più importanti mercati matrimoniali che esistano non solo nel nostro paese e quindi questo spiego e quindi come dire c'è una crescita dell'omogeneità dei livelli di istruzione all'interno della coppia questa faccenda che è un po più complicata riguarda invece la classe e occupazionale dei mariti e delle mogli e anche qui potete vedere che nonostante l'obiettivo per l'obiettiva persistente discriminazione negativa a svantaggio delle donne che sia sul mercato del lavoro anche qui dicevo potete vedere che i livelli di omo etero biologa mia chiedo scusa diventano decisamente più consistenti soprattutto per le classi medie la faccenda ecco ora più complicato da un'altra questione ed è che non ci si sposa solo guardando chi si ha davanti il futuro marito la futura moglie insomma anche convivenze stabili vanno bene sono accettate in queste analisi quello che succede è che le coppie si formano anche in funzione delle origini sociali dei componenti della coppia e qui la faccenda come dire un po più bizzarra per il nostro paese perché abbiamo visto che sul mercato del lavoro il peso delle origini socio l'allocazione degli individui e le varie posizioni occupazionali il peso delle origini si riduce nel tempo abbiamo visto che qualcosa del genere si verifica anche per l'istruzione quando si tratta di formazione delle coppie e qui fait non si ok questa qui però volevo farli è quella qui che mi interessava le altre due che vi ho fatto vedere semplicemente si riferiscono alla omo etero ga mia in funzione delle appartenenze delle livelli di istruzione delle persone qui invece è quella delle origini sociali e qui vedete che il peso delle origini sociali nella formazione delle coppie non è cambiato nel nostro paese è rimasto assolutamente immutato e allora cosa dire beh quello che possiamo dire è che la parte di fluidità che in qualche modo è emersa dal mercato del lavoro viene di fatto fortemente contrastata dalla relativa rigidità che rimane in quello che possiamo chiamare mercato del lavoro matrimoniale qui chiudo così non vi tedio eccessivamente con i numeri se noi guarda questo quello che succede appunto il peso delle origini nei processi di allocazione degli individui nelle varie posizioni occupazionali via occupazione va bene di occupazione e potete vedere che c'è questa riduzione di circa il 40 per cento via matrimonio convivenza siamo a circa la metà quindi da questo punto di vista come dire c'è questo contrasto tra le questioni credo che a questo punto possiamo anche chiudere qui iniziano così quindi ripeto la struttura economica nel senso della nel senso delle dimensioni delle classi sociali e i meccanismi di formazione delle famiglie contrastano con i processi di apertura e sociale che in qualche modo si aprono nel caso della allocazione degli individui nelle varie posizioni occupazionali e all'interno della e all'interno del mondo del mondo della scuola quindi come dire per questo dicevo la mia posizione a 1 stesso tempo più ottimista è pessimista più ottimista perché qualcosa si sta aprendo si è aperto indubbiamente nel nostro paese pessimista perché sulle dimensioni delle classi sociali è difficile intervenire e su quelli delle formazioni delle coppie credo ancora di più vi ringrazio sì volevo fare una domanda il professore poi passerei alle domande del pubblico cioè questa stagnazione che dura ormai da un quarto di secolo novi fatto e deve essere considerata quindi un fattore diciamo non solo economicamente negativo per la nazione ma per i singoli individui che non riescono più a muoversi non riescono più a fare i salmoni si risalgono la corrente e quindi si si muovono quindi è un forte causa d blocco anche delle aspirazioni individuali non c'è dubbio che questo non c'è dubbio che sia così oggi la situazione è quella che lei ha perfettamente riassunto in questo momento è dunque come dire il problema è che i vincoli strutturali vetrano così alla mobilità sociale dati questa volta delle dimensioni delle classe sono consistenti e quindi come dire ad un certo punto di vista c'è un po meno di disuguaglianza ma tutti stanno peggio e se dovessi riassumere in una battuta in una notazione delle note scritte che non ho potuto leggere lei ha sottolineato che il nostro sistema produttivo si è arenato o meglio delle nostre le nostre aziende adottano tecniche produttive a bassa intensità di capitale ea bassa produttività del lavoro e quindi necessitano di forza lavoro con ridotte risorse di capitale umano mi sembra che questa descrizione sia all'illustrazione è migliore di un disastro umano e sociale oltre che puramente economico certamente così direi che le analisi degli economisti mi sembra che vadano in questa direzione poi ovviamente loro precisano che ci sono le imprese che esportano quelle che non esportano eccetera ma mediamente mediamente rivista italiana sia quella che appunto in quelle due battute descritta in quelle due battute che lei ha letto domande dal pubblico fino adesso sei parlato si è fatto il confronto sempre sullo stesso paese a distanza di anni si è visto un certo miglioramento per ogni estate è stato fatto in qualche modo lo studio comparato cioè l'italia rispetto agli altri paesi in qualche modo magari anche simili sviluppati perché da quello che sono si è letto magari da fonte ocse o in questo show del genere l'italia è un paese dove la mobilità forse c'è l'inghilterra che è messa peggio di noi ma provano un po la conferma un attimo di queste letture che intanto si si vedono sul giornale grazie si beh del punto di vista cioè esistono dettagliate analisi comparative insomma sulla mobilità sociale io non vi ho messo li una bibliografia di riferimento ma insomma esistono in particolare esiste uno studio curato da richard green che si chiama social mobility in europe in cui ci sono credo 13 o 14 monografie dei paesi europei per l'appunto tra i quali anche l'italia ovviamente è quello che possiamo dire da questi studi comparati è più o meno quello che vi dicevo prima cioè dal punto di vista della tassi di mobilità esiste sede dell'ama della proporzione di individui che si muove nel sistema della stratificazione sociale direi che l'italia negli ultimi anni nell'ultima delle corti delle generazioni che vi ho fatto vedere lì si è riportata in perfetta media europea per quel che riguarda i livelli di fluidi per dipende non si può dire che esiste una convergenza a livello europeo diciamo però che l'italia non è lontanissima dalla quella che possiamo considerare una media europea certamente i soliti paesi scandinavi sono più fluidi di quanto non lo sia noi però la fluidità rileva nei termini che l'ho detto prima io cioè di associazione netta tra origini e destinazioni non è così diversa dalla germania la nostra è un po più bassa di quella rilevata nell'inghilterra dove non è affatto cambiata nel tempo problema però rimane quello cui faceva riferimento appunto anche la dottoressa calabrò che in germania in inghilterra le posizioni medie e superiori si espandono per lui dato quel livello di fluidità i processi di mobilità ascendente si innescano da noi no per questo dicevo che è una sorta di dispersione improduttiva i progressi che siamo riusciti a fare del dopoguerra ad oggi rischiano di essere disperse improduttivamente questa è la faccenda da quelle dicevo come dire nemmeno drammatizzata da un lato ma più preoccupante dall'altro grazie quali sono gli effetti delle migrazioni quello che lei ha potuto vedere in particolare delle migrazioni degli italiani visto che partiamo dagli anni venti gli vengono in mente immigrazioni dei decenni 50 60 anche 70 e quelle più recenti di quella che viene chiamata fuga dei cervelli su questa correlazione tra l'origine e la destinazione sociale grazie sì non quei quei dati che vi ho fatto vedere non rispondono a questa domanda ovviamente perché è come dire sono dati che riguardano persone residenti nel nostro paese quello che sappiamo sui processi di suoi processi migratori ampiamente noto è dunque quello che sappiamo è che agli inizi del secolo diciamo ancora il tempo della mia prima sulla prima del boom dell'immediato dopoguerra era un'emigrazione di forza lavoro a bassissimo livello di qualificazione e dunque diciamo che in italia sono rimasti più qualificati tenete presente però che i livelli medi di istruzione erano decisamente contenuti nonostante l'arretratezza italiana per quel che riguarda l'istruzione media rispetto alle medie europee non c'è confronto tra il livello di istruzione di oggi e quello di 30 40 anni fa e quindi dicevo emigrava principalmente forza e lavoro adulta e forza lavoro a basso livello di qualificazione e di istruzione oggi emigra principalmente forza lavoro altamente istruita e come dire e devi di età giovane in buona sostanza il problema vero che io vedo è che mentre noi esportiamo faccio lo faccio una battuta che non vorrei che fosse interpretata come una battuta razzista perché non è così quello che succede che noi esportiamo ingegneri ed importiamo badanti ecco questa è la faccenda dei processi migratori del nostro paese per cui può essere che pur non avendoli io controllato questa come dire saldo migratorio sia un saldo migratorio negativo da quel punto di vista però questo significa puramente e semplicemente che la domanda che proviene dal nostro paese di forza lavoro è quella lì quindi che siano poi italiani da sempre al top non autoctoni o immigrati o immigrati e direi che cambia poco grazie io non riesco a vedere grazie volevo sapere una cosa siccome lei nella sua analisi si può dire ha identificato quasi la famiglia come un fattore stabile che diciamo fortifica l'assetto sociale volevo sapere se nella sua visione c'è una contrapposizione già se lei parte più dall assetto sociale o più da dinamiche produttive quindi anche purtroppo in questi anni purtroppo o per merito globalizzanti c'è la mia domanda era se lei si pone all'opposto rispetto alle attese di un dani rodrik che partendo dalla sottoufficiale di choc dice che è quello da salvare rispetto alla globalizzazione selvaggia o giù di lì e come si pone in tutto questo la decrescita se anche per le la decrescita è una una demografica intendo da crescita demografica nella sua analisi economica sia un fattore dabo c'è una cosa assolutamente da evitare e non un fattore possibile del rilancio pochi ma buoni pochi ma qualificati e stride grazie si no lei mi ha fatto una domanda complicata allora io non mi metto né dal punto di vista della produzione del punto di vista delle famiglie allora premessa questa è un'analisi che vi ho presentato che riguarda i processi di mobilità che si verificano nel nostro paese da quelli da questo punto di vista come dire io ho cercato di considerare i due canali e la risorsa principale che governano la mobilità sociale nel nostro paese i canali sono mobilità via occupazione mobilità via matrimonio prima non l'ho detto ma lo dico qui non è che la mobilità via matrimonio riguardi solo le signore riguarda anche gli uomini ma di questo ne parlerà in un'altra volta e quindi come dire io ho tenuto conto di tutti e due questi elementi diciamo io ho cercato di studiare la società e nella società la struttura economica e i processi di formazione delle coppie e quindi delle famiglie sono come dire componenti assieme a tutti gli assetti ordinamentali ai modi di funzionamento del sistema scolastico e così via il modo di funzionamento della pubblica amministrazione sono tutti come dire elementi che in qualche modo influiscono su questi processi per cui come dire io non ho anch'io non ho nessuna tesi diciamo così ecco prenda quello che io ho esposto come una sorta anzi non con una sorta come se un semplice esercizio analitico non privo credo io di implicazioni per la politica insomma ecco io non ho discusso di politiche pubbliche perché non è questa la sede e questo che mi era stato chiesto i problemi che ho sollevato sono eminentemente problemi di politica pubblica almeno per la parte che si riferisce al sistema produttivo al funzionamento del mercato del lavoro e al funzionamento del sistema scolastico sul resto come noto tra moglie e marito non mettere dito la decrescita demografica come dire credo che in questo momento per il nostro paese sia un problema serio e preoccupante voglio dire sito un problema per tutti il tasso di dipendenza demografica degli anziani che continua a crescere voglio dire sempre meno giovani che partenza nel mercato del lavoro rispetto alla quota di soggetti con 65 anni e oltre come dire è un campanello d'allarme consistente al quale l'innalzamento dell'età pensionabile proporre un temporaneo e limitato riparo e rispetto al quale invece ancora una volta politiche demografiche di sostegno alle famiglie di sostegno ai figli contro la povertà delle famiglie numerose eccetera sarebbero essenziali lo ricordare una cosa molti anni fa io ho fatto un esame di statistica e demografica con la loro professoressa che ne ha fondato la demografia in italia lei e bocciò una mia allieva che era immediatamente prima di me all'esame perché nel momento in cui le chiese di una struttura di popolazione con pochi figli allungamento della vita della della vita cioè tra eccetera tu come la giudichi anni in cui c'è forte tendenza femminista insomma piuttosto battaglieri e la collega se ne uscì subito dicendo bellissimo pochi figli vanno benissimo se la bocciò la demografia 1 perchè dice è un disastro sarà un disastro questo avveniva già molti anni fa però questa percezione del fatto che una popolazione come un individuo e che quindi si invecchia i suoi problemi diventano veramente tanti e chiaro che nel pur non è ovviamente nella libertà di scelta degli individui che poi possono volere o non volere dei figli piuttosto che questo è ovvio però naturalmente diciamo le politiche dei decisori politici devono permettere a chi li vuole tifoseria che ecco a non frapporre ostacoli enormi e che poi hanno degli effetti devastanti su altri varese un altro poi lenzi e un'informazione innanzitutto relativa all i dati dei dati demografici che si fermano all 85 il nelle sue slide se se questa come fascia di riferimento come fa scusi come fascia di riferimento nelle sue slide l'ultima fascia di riferimento termina all 85 e questo per me risultava abbastanza poco comprensibile rispetto all'evoluzione successiva nelle considerazioni che li faceva è un altro dato che mi sfugge ma evidentemente è difficile da recepire e l'incrocio fra i dati demografici i dati qualitativi relativi ai sistemi d'istruzione di riferimento cioè quando si ci fanno indagini prendendo come dati di riferimento soltanto gli esiti scolastici in termini per esempio di laureati piuttosto che gli diplomati e non non conosco per lo meno la prego di eurusd il mio merito se ci sono dati che incrocino anche l'aspetto qualitativo dell'istruzione con i riferimenti i democratici perché mi sembra che siano abbastanza significativi e importanti e consentono di fare analisi più approfondite sì bene lei deve tener presente che io per studiare la mobilità ho bisogno di avere a che fare con persone adulte non posso i nati negli 85 oggi hanno 30 anni se tanto mi dà tanto hanno appena iniziato la loro carriera per cui come dire in un certo senso con il riferimento è un riferimento obbligato io devo sapere qual è la posizione adulta cioè presa raggiunta dagli individui dopo aver abbandonato la famiglia d'origine perché è in questo modo che si studia la mobilità sociale avrei potuto prendere anche i nati negli anni 90 ma a questo punto siccome almeno i tassi di scolarità secondaria superiore nel nostro paese sono molto elevati come dire avrei a che fare con un numero talmente esiguo di persone rispetto alle quali non riuscirai a dire nulla rispetto alla loro ai loro processi di mobilità quindi la ragione dei nati nel 85 si spiega con il fatto che io devo sapere che il mestiere fanno e devo riuscire ad avere un'idea che se non si sono sposati sono vicini a farlo come dire visto lo spostamento in avanti della formazione del dell'assunzione dei ruoli coniugali nel nostro paese se prendo gente più giovane non ho niente si vivono ancora nella casa nella casa a vita quindi che mobilitate insomma ecco quindi se ho capito bene la sua obiezione la mia risposta alla prima delle sue obiezioni e quella lì è quella che gli ho dato per quel che riguarda i titoli di studio beh certo anche qui come dire si possono fare analisi più raffinate andando a vedere le carriere scolastiche pregresse si possono fare analisi più raffinate tenendo conto dei livelli effettivi di apprendimento ma come dire per le persone che io ho considerato qui informazioni spezzini sono diciamo le ricerche pisa i dati piac non erano disponibili per tutte le corti che io ho analizzato per cui come dire il titolo di studio è una ragionevole proxy una ragionevole approssimazione delle competenze possedute dagli individui che poi ai pezzi di carta o per me come io preferisco chiamarli alle credenziali educative non sempre non necessariamente corrispondono competenze ben determinate e un altro dato di fatto però come dire è il meglio che si può fare dovendo studiare i processi e i percorsi di vita che io ho studiato stante le informazioni disponibili dell'inizio del secolo fino ad oggi io sono un pubblico dipendente per cui per sapere se sono pubblico dipendente ripetere della pubblica amministrazione vorrei sapere se tecnicamente sarebbe possibile diciamo spezzare i dati relativi agli impiegati pubblici e anche alle persone delle classi superiori in privati e pubblici cioè non sarebbe il caso diciamo di dedicare un apposita riga un'apposita colonne a questo punto anche un apposito approfondimento alla posizione degli impiegati pubblici in premesso che diciamo gli operai pubblici quasi non esistono nel senso che quasi tutte queste attività diciamo operaie sono date in outsourcing e poi c'è la questione diciamo dei dirigenti pubblici in cui potrò mettere anche dolce cio a tutta una serie di figure anche abbastanza eterogeneo ma certamente importanti per la società lo chiedo perché soprattutto per certe aree del nostro paese in particolare il mezzogiorno l'impiego pubblico è sempre stato considerato diciamo la prima opzione e a volte anche proprio in mancanza di alternative sia per persone tt con un'alta formazione sia per persone magari con una media formazione e anche per gli altri in sostanza e poi un'ultima considerazione non teme che questa insistenza sulla riduzione della spesa pubblica che si dovrebbe realizzare soprattutto con la riduzione del numero dei dirigenti e delle posizioni alte non possa portare anche diciamo un po un impoverimento di dell'amministrazione della sua capacità di diciamo di rispondere ai bisogni nuovi eco cioè quando si parla di riduzione dei dirigenti pubblici un pò tutti applaudono salvo diciamo sì sindacati dei dirigenti tutti applaudono diciamo questa è la mia impressione però forse pochi considerano diciamo i rischi in termini di come dire di disincentivazione di coloro che magari ancora dirigenti non lo sono ma potrebbero avere le capacità figli come dire i miei dati sono limitati e per fare quello che lei chiede sarebbe necessario avere a disposizione una massa di dati decisamente più ampia di quelli che io e la banca d'italia per il momento disponiamo il giorno in cui adesso che tito boeri è diventato presidente dell'inps speriamo che contrariamente ai suoi predecessori segua una politica di accesso aperto ai dati amministrativi disponibili verso l'inps e che attraverso opportune connessioni tra dati di pannelli insomma tra dati riguardanti derivanti da rilevazioni su campioni di persone e i dati amministrativi si possa come dire avere una quantità di dati a disposizione e di informazioni decisamente più ampie di quelle che abbiamo adesso in modo tale che la distinzione che lei propone tra io credo che non ci siano drammatiche differenze però è vero che io allo stato non sono in grado di documentare in modo puntuale se le logiche nella pubblica amministrazione siano diverse da quelle che agiscono nel settore privato per le poche cose che io so della mobilità di carriere non intergenerazionale questa volta nel nostro paese tenderei a dire che la faccenda nel settore privato non è drammaticamente di forme da quella pubblica però potrei sbagliarmi e su cui non ci sono rappresentanti della confindustria che possono smentirmi e per quel che riguarda invece la questione della che ha affrontato lei come dire insomma credo che adesso non spetta a me io non sono un tecnico di quelle di questi aspetti di quelle questioni però credo che poco prima di questa nostra o forse questa mattina e sono ricordo più c'è stato l'intervento di carlo cottarelli che credo che come dire abbia non ha parlato solo di quello ma che come dire l'idea di utilizzazione del bisturi anche nella dirigenza pubblica non sarebbe male soprattutto il problema vero che io vedo nella dirigenza pubblica è la mancanza di competizione sostanzialmente un mercato relativamente protetto per cui credo di non svelare nulla di trascendente se dico che meglio che è stato il direttore generale del miur fino a poco tempo pochi anni fa non utilizzava il calcolatore come si chiama c'è insomma il pd se il computer quindi come li che qualcuno di più giovane che sapesse almeno utilizzare il computer sarebbe stato più utile è un sospetto non del tutto infondato sì allora chiudiamo qui grazie a voi per la vostra attenzione e grazie al professore per queste nuove fare bene i propri le cause del genere europa ma come si fa se ci mettete lo dice anche in contrattile senso
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