Occupazione, produttività e prodotto interno lordo
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Occupazione, produttività e prodotto interno lordo
Il Ministro del Lavoro italiano, Marina Calderone, affronta temi cruciali del mercato del lavoro italiano, tra cui la discrepanza tra domanda e offerta di lavoro qualificato, le iniziative per la formazione professionale (come il sistema duale e il Fondo Nuove Competenze), le politiche attive per il lavoro (Goal), la lotta alla povertà (sostituzione del Reddito di Cittadinanza), l'aumento della produttività e dei salari, e le politiche a sostegno dell'occupazione femminile. Vengono analizzati dati statistici sull'occupazione e la produttività, evidenziando i punti di forza e di debolezza del sistema italiano a confronto con quello europeo.
di occupazione prodotto interno lordo produttività e lo facciamo con il ministro del lavoro Marina Rilacarderone che è video collegata e ringraziamo per la sua disponibilità e niente vorrei iniziare anzitutto ricordandovi quelli che sono gli ultimi dati dell'Istart. L'Istart ci dice che ci stiamo avvicinando verso i 24 milioni di occupati che per l'Italia è il numero più alto dall'inizio delle serie storiche. Abbiamo un tasso di occupazione al 62,1%, l'ultima rilevazione, che ripeto per l'Italia è il tasso più alto ma se lo confrontiamo rispetto al resto d'Europa, a noi siamo ben 13 punti sotto rispetto alla media europea. Cosa significa questo? Che l'Italia ancora pochi, per poche persone, lavorano. Abbiamo una platea di lavoratori che è ancora minima rispetto a quello che è la media europea. Peraltro le dinamiche poi demografiche tenderanno a comprimere ulteriormente quella che è la massa di lavoratorinità tra i 15-64 anni che possono lavorare. Il punto è che il paradosso è che le imprese adesso però invece faticano a trovare la mano d'opera che cercano. Circa un'assunzione su due, dicono le imprese, è difficile da trovare. Qui c'è un enorme problema, quello che si chiama il mismatch tra la domanda e l'offerta, c'è un enorme problema di carenza di figure professionali che rispondono all'esigenza delle imprese. Allora proprio da questo vorrei partire con il Ministro per capire cosa state facendo sul versante della formazione per cercare di superare quello che adesso è uno dei principali nodi del mercato del lavoro. Prego. Buonasera innanzitutto, buonasera a voi. Non l'ho interrota prima ma ci tengo a salutare chi è in sala e chi è collegato e grazie dell'invito. Mi spiace non essere lì con voi ma c'è stato un impedimento dell'ultimo momento però è un piacere iniziare la nostra conversazione guardando un attimo a quelli che sono i dati attuali del mondo del lavoro per capire anche non solo ciò che stiamo facendo ma quello che ci aspettiamo poi possa essere il prosego di questa nostra esperienza e degli investimenti che andiamo a fare. Ha detto bene lei, oggi noi abbiamo sicuramente una indicazione importante che è quella del tasso di occupazione più alto di sempre, che si collega al tasso di disoccupazione più basso di sempre, però questo certamente non può essere un elemento che al di là di quella che può essere una annotazione positiva poi ci fa dimenticare che abbiamo parecchio da fare, da lavorare per arrivare a quelli che sono gli obiettivi che via via nel corso degli anni sono state indicate anche nell'ambito delle diverse strategie comunitarie. Oggi abbiamo indubbiamente da lavorare sul fronte dell'inserimento al lavoro delle donne e dei giovani perché ancora le percentuali di inserimento lavorativo sono basse seppure i dati siano anche in questo caso invece incoraggianti perché si è invertita la tendenza alla riduzione del tasso di occupazione giovanile e femminile e contemporaneamente certamente è necessario però lavorare su una serie di elementi che dal mio punto di vista poi si collegano tutti cioè bisogna da un lato ragionare su quello che è il tema dei temi cioè il fatto che le aziende in questo momento hanno i posti di lavoro ma non riescono a trovare i lavoratori con le competenze adeguate. Oggi è un momento in cui le aziende non ricercano neanche dei profili che come dire si sposano al 100% con quelli che sono i loro bisogni ma invece c'è da parte delle aziende anche una disponibilità e una attenzione anche a tutto quello che è il percorso legato invece al consolidamento e alla nascita anche di alcune competenze per cui ecco io credo che si debba parlare prima di tutto di ciò che stiamo facendo sul fronte della formazione, della formazione formale quindi sull'orientamento, sul potenziamento anche dei percorsi di formazione duale. Qui c'è una buona notizia perché i dati verranno pubblicati a giorni però per quanto riguarda proprio il sistema di formazione duale quindi quello che collega il mondo della formazione scolastica al lavoro noi abbiamo dei risultati estremamente positivi perché rispetto a quelli che sono i dati tendenziali abbiamo che nel 2023 registriamo un più 170% diciamo di iscrizioni ai percorsi di formazione duale addirittura al sud questo numero si raddoppia ulteriormente quindi vuol dire che uno dei, come dire, degli approcci anche che nel tempo hanno condizionato l'esito positivo dell'offerta formativa duale cioè a volte anche se volete la perplessità delle famiglie invece ecco questo approccio sta cambiando e quindi anche il sistema della formazione duale della formazione professionale viene visto dalle famiglie come un canale di formazione che anzi in questo momento ha un maggiore contatto col mondo del lavoro. Poi accanto a questo c'è sicuramente da potenziare la formazione aziendale perché ecco una delle altre questioni che poi le dicevo prima è quello del fatto che oggi le zene hanno bisogno ovviamente di accompagnare quelle che sono le grandi transizioni che sono in corso, la transizione digitale, quindi tutto quello che poi comporta anche l'avvento di tecnologie che erano sconosciute fino a poco tempo fa e poi c'è certamente anche il grande tema della transizione ecologica, la transizione green, quindi gli obiettivi sono tanti per questo bisogna anche ragionare su come accompagnare questo percorso attraverso anche degli strumenti che siano adeguati. Noi abbiamo in questo definito anche recentemente quella che è la missione del Fondo Nuove Competenze che sarà sempre più invece destinato a gestire tutta la formazione, la riqualificazione dei lavoratori e delle lavoratrici sulla materia digitale sul green e in più ecco il fatto che rispetto alle altre nazioni, alla media europea invece nel periodo 2019-2023 l'Italia sia stata caratterizzata da una maggiore crescita dell'economia ci dice che questo dinamismo va sicuramente accompagnato con interventi importanti. La interrompo un attimo perché così creiamo un po' più di dinamismo. Una grande novità per sempre rappresentata dalla piattaforma che dovrebbe aiutare appunto l'incrocio tra la domanda e l'offerta di lavoro, SISL, sistema. Uno dei grossi problemi in Italia è quello che appunto i centri per l'impiego fino in passato non riuscivano a dialogare con gli altri soggetti che a vario titolo sono coinvolti nella misura di occupabilità. Poi i privati per esempio, le agenzie di lavoro erano escluse ci dice un po' come voi pensate di far funzionare la macchina del reinserimento lavorativo di chi appunto ha perso il lavoro con questa piattaforma e perché voi dovreste riuscire là dove fino ora i governi ci hanno provato ma hanno fallito. Prima di tutto perché il sistema per l'inclusione sociale e lavorativa che poi si sostanzia appunto nella piattaforma di cui lei ha parlato è una novità assoluta in un contesto in cui sempre chi ha posseduto dei dati delle formazioni se le tenute molto strette cioè ha sempre il possesso dei dati è sempre stato identificato come una fonte come dire di di conoscenza ma nello stesso tempo anche un valore da non condividere invece la piattaforma nasce proprio con il concetto opposto quello di mettere in relazione tutti gli attori del mondo del lavoro tutti coloro i quali hanno dei dati che possono essere utili proprio per leggere quelle che sono le dinamiche del mondo del lavoro per rendere più efficace e anche più strutturato quell'incrocio tra domande offerta di lavoro di cui parliamo e soprattutto per valorizzare quel sistema di sussidiarietà di complementarietà pubblico privato che ci aiuta anche a sostenere lo stato là dove lo stato non è in grado da solo di poter portare a compimento un'opera che per i numeri che noi abbiamo quelli a cui ci rivolgiamo se pensiamo ai disoccupati che devono essere presi in carico con il programma goal quindi garanzia o copabilità lavoratori da solo lo stato non può fare tutto allora ecco che si isla diventa un prima di tutto una non è solo ed esclusivamente una piattaforma ma è un sistema di accesso a cui le persone hanno la possibilità di far confluire quelli che sono le loro competenze soprattutto anche i loro i dati allora lì abbiamo che abbiamo messo in relazione il mondo della formazione finanziata quella regionale per la prima volta sappiamo quanti sono i corsi di formazione finanziata che vengono fatti in italia e che soprattutto sono gestiti su base regionale quanti sono i posti a disposizione quali sono le figure professionali per i quali si fa la formazione questo è un dato importantissimo prima di tutto perché la formazione catalogo diventa sempre meno importante soprattutto non è in grado da sola di poter ovviamente rispondere a tutte quelle che sono le esigenze delle imprese noi abbiamo bisogno invece di mettere queste informazioni a confronto con quelle che sono le tendenze del mondo del lavoro e soprattutto quelli che saranno i mestieri non solo richiesti oggi ma fra 5 anni allora avere conoscenza di quali sono gli investimenti complessivi che si fanno sul fronte della formazione finanziata è indispensabile anche per migliorare quelle che sono le performance degli enti formatori col decreto coesione che abbiamo pubblicato recentemente noi abbiamo inserito delle indicazioni precise su quelle che sono le ulteriori implementazioni della piattaforma che apriremo anche alla pubblicazione da parte delle aziende direttamente del loro richieste di lavoratori quindi della domanda di lavoro e in questo caso anche faremo un ulteriore passaggio sugli enti formatori che verranno anche come dire valutati sulla base di quelle che saranno le risultanze dell'attività formativa in termini di lavoro e quindi di posti di lavoro che si sono creati. Ha detto due cose molto importanti che voglio sottolineare, la prima il fatto che la formazione molto spesso è stata fatta una formazione a catalogo la stessa in tutta Italia a prescindere da la formazione deve seguire la vocazione territoriale e questo è molto importante non deve essere la festa dei formatori ma deve essere finalizzata all'occupabilità appunto di chi frequente i corsi. Interrompe me ne scuso già ma credo che sia importante sottolineare un concetto magari fosse stata la stessa formazione in tutta Italia. Certo. La frammentazione a livello territoriale portasse a definire anche dei percorsi di formazione diversi per le stesse qualifiche professionale quello è invece il tema che poi di fatto ha reso ancora molto più frammentario diviso e soprattutto anche inefficace invece il mercato del lavoro in Italia. Le performance sono legate proprio le cattive performance sono legate a questo. Ma è fondamentale infatti che gli enti formatori vengano valutati e pagati al risultato conseguito che non può essere solo la presa in carico del disoccupato ma deve essere poi lo sbocco occupazionale e adesso vorrei introdurre un altro aspetto lei ha parlato solo accennato, goal, garanzia occupabilità dei lavoratori e noi per la prima volta in Italia noi finora avevamo un sistema di ammortizzatori passivi cioè tutti i finanziamenti andavano per la cassa integrazione. La grande novità era una novità per noi storica è il fatto che finalmente c'è una dote importante che viene dall'Europa dal piano nazionale di presa in resilienza per le politiche attive del lavoro. Noi abbiamo è una occasione storica non ci sono più alibi ci sono 4 miliardi e 4 il PNRR più un miliardo di riallocazione di risorse. Questo vorrei sapere a che punto siamo, qual è diciamo nella presa in carico e anche nella messa a terra, perché è evidente che un'occasione simile non ci capirà mai più quindi o prendiamo questa occasione veramente per realizzare nel concreto le progettive del lavoro oppure sarà difficile se falliamo. Questo per noi è un banco di prova fondamentale. A che punto siamo? Siamo a buon punto perché come ha detto lei noi adesso abbiamo un miliardo in più quindi sono praticamente 5 miliardi e 400 milioni perché nel processo di revisione di goal noi abbiamo proposto alla commissione europea di potenziare alcuni target e quindi di definire anche dei percorsi di inclusione lavorativa e soprattutto di formazione delle categorie come dire più fragile del mondo del lavoro che hanno convinto cioè la bontà della nostra revisione del PNRR è piaciuta però al di là di questo ovviamente adesso come diceva giustamente lei e noi mettiamo a terra tutto questo anche introducendo delle modifiche d'accordo con le regioni qui c'è una sinergia importante la voglio la voglio sottolineare delle modifiche a goal, garanzia o occupabilità lavoratori sia per quanto riguarda la gestione dell'argoritmo che serve per definire qual è il livello di prossimità di un lavoratore al mercato del lavoro e quindi anche poi definirne il percorso di formazione e di riaccompagnamento e poi per in questo collegare anche tutti gli altri processi prima noi parliamo di goal che prevede che prendiamo la presa in carico di 3 milioni di soggetti entro il 2025 noi a oggi siamo oltre 2 milioni di soggetti presi in carico però non è solo la presa in carico ma è invece il disegnare un abito su misura se volete per quello che è il percorso di accompagnamento che deve essere ovviamente legato a quelle che sono le esigenze reali del mondo del lavoro lei citava prima i territori e i territori io direi anche i distretti produttivi perché poi la differenza la fa proprio questo cioè quelle che sono le reali esigenze che poi vengono dai vari comparti ma anche dalle varie realtà territoriali e su questo ovviamente costruiamo un percorso di formazione anche attraverso il nuovo fondo nuove competenze transizioni non a caso si chiama così e poi colleghiamo anche la politica di coesione perché il ministero del lavoro e delle politiche sociali oltre alla gestione dei 5 miliardi e 400 milioni di gol e quindi degli interventi del pnr poi entro il 2029 deve realizzare gli interventi della politica di coesione 21 27 sono quasi 9 miliardi quindi diciamo che a fronte di questo ovviamente noi stiamo disegnando una serie di interventi tra pnr e coesione in modo da dare una dimensione di attenzione a tutte quelle che sono le dinamiche in atto sulla coesione noi abbiamo messo in campo con l'ultimo decreto e interventi per quasi 3 miliardi di euro che vanno a favore del lavoro autonomo e anche del lavoro subordinato. Sì, sì, abbiamo scritto ampiamente sul sole gli incentivi appunto per le contribuzioni per le assunzioni di giovani, donne over 35 e anche gli incentivi per l'auto impiego ma adesso visto il tempo limitato vorrei aprire un altro fronte perché accanto al tema occupazione c'è il tema povertà, inclusione sociale ecco voi avete appunto dal primo gennaio non c'è più il reddito di cittadinanza è stato sostituito da due strumenti uno strumento è l'assegno di inclusione che appunto riguarda la platea considerata meno occupabile comunque in situazioni di disagio e il secondo strumento è il supporto per la formazione lavoro per i cosiddetti diciamo attivabili al lavoro ecco vorrei sapere sul terreno appunto della quindi lotta alla povertà ecco voi verrate prefissati un obiettivo con l'assegno di inclusione di intercettare circa 737 mila nuclei familiari rispetto a questo target a che punto siamo? Guardi mi consente di fare una precisazione prima di tutto quando si parla di target e soprattutto quando su questi target e poi si dimensionano gli interventi e le misure in legge finanziaria ovviamente si parla di target annuale quindi noi abbiamo previsto che nel corso del 2024 avremmo intercettato la nostra platea di 734 7400 famiglie nuclei familiari e a maggio con il pagamento del mese di maggio l'assegno di inclusione arriverà a 6.672.926 nuclei familiari e a questo si aggiungono circa 29.000 domande che sono in istruttoria e questo lo sottolineo perché la differenza rispetto a quello che è il reddito di cittadinanza prima di tutto è che l'assegno di inclusione è rivolto ad una platea di nuclei familiari che hanno al loro interno delle condizioni di fragilità e quindi è lo strumento che serve per sostenere quella parte di assistenza all'inclusione sociale lavorativa dei nuclei fragili. Accanto a questo abbiamo certamente il supporto per la formazione e il lavoro ma se noi ci raccoltiamo a quello che è la dinamica con cui vengono esaminate le domande e concessi quindi gli interventi allora mi farete dire che la differenza è anche che per quanto riguarda sia il supporto per la formazione e il lavoro che l'assegno di inclusione le domande vengono sottoposte a controllo al 100% prima dell'erogazione del primo assegno. Quindi c'è un approccio diverso rispetto al reddito di cittadinanza che invece vedeva l'erogazione del dell'assegno e poi i controlli expos di cui gli scandali della gran quantità diciamo di persone che ne beneficiava senza avere appunto diritto. Ma restando sempre sul terreno di povertà abbiamo parlato di aumento dell'occupazione ma c'è anche un tema salariale. Ieri abbiamo avuto appunto i segretari generali CGL, Will e il segretario confederale della CISL e ci hanno appunto lanciato l'allarme peraltro anche l'Istat l'ha confermato. Negli ultimi 10 anni le retribuzioni dei lavoratori sono in Italia sono aumentate del 4-5% ma siamo ben lontano rispetto a quelli che sono gli altri paesi, la Francia, la Germania eccetera. Allora il tema è di come assicurare con quali strumenti assicurare la tenuta del potere d'acquisto delle retribuzioni. Quali strumenti pensate di mettere in campo come governo al di là poi per consentire anche alle parti sociali attraverso la contrattazione di fare loro parte? Non devo dire in casa del sole 24 ore che il tema ovviamente del potere d'acquisto delle retribuzioni si lega strettamente anche all'andamento dell'inflazione perché credo che questo sia assolutamente un dato scontato e che nelle nostre riflessioni debba essere messo come punto di partenza perché se è vero che negli ultimi 10 anni l'effetto sulle retribuzioni l'orde è stato di un meno virgola 4-5% mentre in Germania crescerano il 5-7% in Francia il 1-1% quindi insomma. Però se noi andiamo a vedere invece l'ultimo periodo cioè da ottobre 2023 anche le tendenze di questi primi mesi ce lo confermano invece noi abbiamo un più 4-7% di retribuzioni orarie quindi quasi un più 5% sulla retribuzione oraria ma perché? Perché c'è una riduzione del tasso di inflazione allora in presenza ovviamente di un tasso di inflazione alto allora quel punto è evidente che c'è una minore disponibilità e un minore potere d'acquisto da parte delle retribuzioni questo non vuol dire certamente che non si debba stimolare quello che è il giusto dinamismo della contratazione collettiva e quindi rinnovi contrattuali ci sono contratti collettivi che vanno rinnovati da parecchio tempo che sono scaduti da parecchio tempo però c'è anche da guardare a un tema che è strettamente correlato che è quello della produttività e della competitività produttività che in alcuni settori però non è ripagata da quello che è il volume da fare prodotto da quel settore e abbiamo settori in cui anche l'alta incidenza degli appalti riduce di molto quelle che sono anche le possibilità delle aziende di poter investire sul fronte del contratto io credo che una risposta anche in termini di ausilio a quella che è la contratazione collettiva di primo livello sia anche potenziare attraverso anche degli strumenti che poi siano di detassazione, di detassazione agevolata tutta quella parte invece legata al contratto di prossimità e la contratazione integrativa su cui noi ci siamo già espressi in termini ovviamente di detassazione agevolata. Ci dica infatti questo ci interessa molto è che lei ha evocato il tema della produttività i salari fermi al palo produttività ferma al palo questa è la dinamica diciamo di Italia vi do un dato che sempre arriva dall'Istat in Italia la produttività del lavoro tra il 2014 e il 2022 è cresciuta dello 0,4 per cento medio anno contro l'1 e 3 per cento della media dell'Europa 27 cioè è una quindi problema legato anche a la mancanza di sufficienti investimenti da parte del sistema di piccole imprese però c'è un problema enorme che si chiama produttività in Italia però solo meno di un terzo dei lavoratori sono coinvolti dalla contrattazione decentrata. Allora la domanda è voi avete fatto giustamente avete dimezzato la cedolare secca dal 10 al 5 per cento leggi di bilancio dello scorso anno e di quest'anno ritiene che sia una priorità il fatto di e vi ha premiato perché effettivamente sono aumentati l'ultimo dato proprio del ministero più 29 per cento dei contratti aziendali e territoriali ritiene che questa sia una delle priorità in vista della prossima legge di bilancio la conferma di una della tassazione della liquida secca al 5 per cento presso i premi di produttività? Io credo che sia assolutamente un impegno che noi dobbiamo e che dobbiamo portare avanti perché come dice lei giustamente i dati sono assolutamente positivi un aumento del più 30 per cento vuol dire prima di tutto che le aziende hanno risposto positivamente che quindi si è avviata anche una stagione di contrattazione di prossimità perché non lo dimentichiamo per poter usufruire della tassazione agevolata le aziende devono sottoscrivere i contratti con le rappresentanze sindacali e poi lo devono depositare presso il ministero del lavoro quindi oltre che un'operazione di rinnovata stagione di dialogo sociale e soprattutto anche di relazioni industriali che poi parlano proprio il territorio c'è anche per quanto ci riguarda la possibilità di andare a guardare e a vedere quali sono gli strumenti di cui si dotano le aziende per migliorare in termini di produttività ma soprattutto anche per migliorare la qualità della vita dei lavoratori e delle lavoratrici perché c'è tutto un tema legato ovviamente al benessere organizzativo al benessere delle persone al welfare aziendale che è oggi uno strumento assolutamente importante anzi per come la vedo io e per quello che sarà il mio impegno sarà quello di ampliare le voci diciamo delle voci retributive che possono entrare all'interno di un accordo di produttività su cui poi si può scontare la tassazione agevolata. È molto importante questo aspetto perché in effetti poi il potere d'acquisto delle attribuzioni se si interviene con tutta diciamo la cassetta di attrezzi quindi rinnovi di contratti di primo livello e contratto nazionale, diffusione appunto della contrattazione aziendale perché noi è come se ci avessimo di fatto un solo livello in Italia con i contratti aziendali così o territoriali così poco diffusi quindi contratti nazionali, contratti aziendali il terzo strumento è il welfare aziendale peraltro appunto voi avete qui però c'è un aspetto un aspetto che bisogna stare attenti perché qui di anno in anno si modifica sempre quelle che sono le soglie dei fringe benefits in tasse e questo in qualche maniera condiziona anche l'intese tra aziende e sindacati. Io ho parlato con tantissimi capi del personale sindacalisti e qui ogni anno si porta su e giù l'asticella, adesso appunto mille euro per i lavoratori appunto senza figli, 2000 euro per i lavoratori con figli in precedenza era 3000 euro per costo oro e 258 euro per i primi cioè ogni anno si porta su e giù a seconda anche probabilmente delle risorse che avete però questo in qualche maniera condiziona anche un po' quella che è la contrattazione. Non ritiene che sia anche necessario accanto al sacrosanto aspetto diciamo di rifinanziare c'è da dare anche stabilità e una programmazione un po' più su più anni per consentire poi alle parti sociali di spiegare la loro capacità negoziale a pieno? Guardi io su questo sono assolutamente d'accordo con lei, d'altronde sono un professionista del mondo del lavoro quindi conosco perfettamente quelle che sono le dinamiche soprattutto come si scaricano e questo non è sicuramente invece l'immediatezza non è l'elemento che caratterizza quelli che sono i movimenti in positivo dei dati del mondo del lavoro però è anche da dire che bisogna fare i conti ovviamente con quelle che sono le condizioni del bilancio dello stato e la possibilità di liberare risorse io posso ribadire perché non sono da sola ma l'ha detto anche il ministro dell'economia Giorgetti che l'impegno del governo dovrà essere quello di riconfermare le misure sul taglio del cuneo contributivo a favore dei lavoratori e delle lavoratrici quindi quelle misure del 6-7% che erano già state inserite e poi certamente c'è tutto il tema del salario di produttività e delle misure che devono diventare un qualcosa di stabile su cui stiamo ovviamente lavorando prima abbiamo parlato della coesione io ci tengo a fare un passaggio perché si collega proprio a questo tipo di ragionamento perché qualcuno potrebbe dire anche che la stagione comunque dei bonus e quindi delle riduzioni contributive per le assunzioni poi è come dire una stagione che non porta a strutturare invece degli interventi che possano poi rendere in termini di performance il valore di un investimento aziendale io sono invece in disaccordo perché perché da un lato si deve intervenire per creare nuova impresa e soprattutto nuova impresa giovanile e fare in modo che le imprese in quanto tali possano strutturarsi per rimanere sul mercato il più a lungo possibile noi oggi abbiamo un problema anche legato alle startup per esempio le startup giovanili che dopo due anni la maggior parte di queste finisce la propria esperienza perché magari i giovani hanno l'idea però non hanno la capacità di gestione di un'azienda noi mettiamo a disposizione attraverso il nuovo strumento che abbiamo varato invece un accompagnamento che non è solo nella partenza del progetto ma invece nella fase proprio quella più importante dei primi anni che sono quelli più cruciali ma diamo anche delle risposte in termini di contenimento del costo del lavoro per favorire l'inserimento di giovani donne e di lavoratori svantaggiati perché da un lato si deve poter tornare a investire dall'altro si deve poter investire su risorse umane di qualità e contemporaneamente anche poter gestire quello che in Italia è certamente un elemento da non sottovalutare l'alta incidenza del costo del lavoro e poi lei ha parlato appunto dell'occupazione femminile che ci vede appunto agli ultimi posti nel nell'Europa 27 e quando parliamo di bassa occupazione femminile parliamo che poi come dire a livello nazionale si articola ben diversamente tra il nord e il sud quindi abbiamo poche occupate molto disoccupate e questo chiama in causa da un lato diciamo l'organizzazione ecco parlo al ministro ma parlo anche alla consulente del lavoro alla professionista quindi che conosce bene anche le dinamiche aziendali questo chiama in causa anche l'organizzazione del lavoro in Italia che vede penalizzata appunto la donna chiama anche in causa il sistema di welfare che è inadeguato rispetto a quelli che sono gli standard delle nazioni europee dove si fanno più figli e chiama in causa anche forse la politica di incentivi come governo che da consulente del lavoro come vede appunto il problema come si può cercare di dare una spinta perché si avrebbe un impatto se noi riuscissimo a portare il livello di occupazione femminile ai livelli degli altri paesi europei si avrebbe una spinta pazzesca anche al di là del fatto di equità ma anche per il PIL ecco come governo come pensate di intervenire da questo punto di vista. Prima di tutto mi lasci dire che portare le donne al lavoro consentire le donne di lavorare è un atto di giustizia sociale quindi la prima cosa credo che sia assolutamente da sottolineare poi io da donna che lavora ovviamente non posso che avere una attenzione particolare per questi temi prima di tutto perché è veramente come società anche di fronte a tutti quelli che sono gli altri grandi temi gli altri grandi problemi che dobbiamo risolvere compreso anche l'impatto della demografia noi non possiamo lasciare alla finestra né i giovani in senso ampio né ovviamente le giovani donne per questo bisogna creare tutta una serie di strumenti lo stiamo facendo che siano a sostegno anche dei tanti ruoli che le donne svolgono nella società e che volte svolgono contemporaneamente quindi quelle ovviamente di gestione di conciliazione dei tempi di vita e di lavoro legati anche alla gestione della famiglia famiglia che può avere figli ma può avere anche anziani non autosufficienti anzi sempre di più ci sono anziani non autosufficienti da sostenere e da accompagnare allora ecco che credo che accanto ovviamente a quelle che possono essere delle politiche per il lavoro che rendano anche facile poter far lavorare le donne ci vogliono delle politiche di conciliazione delle politiche di welfare familiare che portino il tema della conciliazione ad essere un tema di conciliazione familiare non una conciliazione che poi sia solo ed esclusivamente una questione da donne un problema delle donne ecco questo è un cambio culturale molto importante io credo che ci siano oggi le condizioni perché da un lato ci sono anche gli strumenti per poter gestire l'esperienza lavorativa e quella personale e familiare con una maggiore flessibilità non è un caso che i giovani che si che attrontano un colloquio di lavoro la prima cosa che chiedono è quanto quel lavoro poi incide sulla vita personale e quali sono gli strumenti che l'azienda mette a disposizione per consentire invece la flessibilità non è un caso che chiedano quanti giorni di smart working l'azienda mette a disposizione oppure quali sono gli strumenti di welfare integrativo che sono che sono che sono previsti ecco una delle condizioni guardate su cui a volte proprio da professionista rifletto di più è che in un colloquio un giovane chiede per esempio qual è la polizia sanitaria che l'azienda sottoscrive per i propri dipendenti vuol dire che c'è forse anche questo un retaggio e una come dire un lasciato della pandemia una maggiore attenzione non solo alla qualità della vita personale ma anche alla tutela della salute personale dei propri familiari allora quando abbiamo parlato di strumenti di welfare e soprattutto di potenziare la contratazione secondo livello di fatto non abbiamo fatto altro non abbiamo fatto altro che disegnare una serie di strumenti flessibili che possono consentire di poter lavorare bene di produrre perché poi quello è il grande tema cioè quello della produttività ma di non consegnarsi a un lavoro che poi diventi la condizione di vita preponderante. Infatti lei ha evocato un tema quello è cambiato un po' proprio il valore che viene attribuito al lavoro noi boomers avevamo come dire un tutto un altro approccio cioè e i nostri genitori un altro ancora rispetto a noi è un po' totalizzante se vogliamo del lavoro adesso in effetti si guarda più ad altri aspetti che sono accanto ovviamente alla retribuzione c'è l'aspetto qualità della vita eccetera però ecco noi paghiamo anche abbiamo aperto una finestra sull'altro anello debole del mercato del lavoro che sono i giovani tanti giovani che denunciano di essere mal pagate da noi e che devono andare negli altri paesi per realizzarsi per guadagnare stipendi buoni ecco e questo è un paradosso se pensiamo appunto al mismatch al fatto che nel tempo stesso le imprese lamentano di non riuscire a trovarli da questo punto di vista quindi politiche specifiche mirate per i giovani cosa si cosa cosa state mettendo in campo guardi prima di tutto c'è da dire anche che è vero che tanti giovani vanno all'estero magari anche pensando indubbiamente di trovare delle condizioni di vita migliori però ecco anche in questo io credo che ci siano da fare tanti distinguo perché poi la differenza per quanto riguarda ovviamente anche il valore di una retribuzione dato dal fatto da ciò che quella retribuzione poi ti consente di fare ecco non in tutti i paesi il costo della vita è tale da poter poi consentire appunto di vivere una esistenza significativa e anche se vogliamo soddisfacente sotto tutti gli altri profili quelli che abbiamo elunciato fino a prima perché perché il costo della vita eccessiva o poi ti comporta di non poter di dover comprimere tante altre aspettative così è in tanti paesi stranieri e non vuol dire che non ci sia un problema anche l'italia legato indubbiamente a alcuni settori che sono meno performanti sul rispetto a quella che è la logica salariale ma io credo che invece una delle grandi sfide sia quella di portare a bordo i giovani soprattutto coinvolgendoli nella grande sfida della transizione che noi dobbiamo vivere perché altrimenti guardi ci dobbiamo rassegnare non è quello quello che voglio fare io ed è il motivo per cui ho accettato di fare il ministro del lavoro delle politiche sociali noi ci dovremmo rassegnare invece a utilizzare l'intelligenza artificiale come elemento sostitutivo rispetto al lavoro umano se non riuscissimo invece a coinvolgere i giovani e le donne all'interno del mondo del lavoro e non è quello che è alla base delle riflessioni che stiamo facendo anche con gli altri paesi del g7 e all'impostazione che diamo questo tema che invece deve avere sempre una declinazione umano centrica noi abbiamo bisogno di migliorare certamente la qualità del nostro sistema di formazione soprattutto la capacità di presa sul mondo reale e sul mondo del lavoro quindi individuando dei percorsi di formazione che poi abbiano una reale ricaduta lavorativa contemporaneamente dobbiamo sostenere le aziende nei processi di investimento e anche nei processi di recupero di quelle che sono delle professionalità ma anche dei margini di produttività importanti quindi sostenendo anche i nostri settori chiave che vanno certamente dalla manifattura alla gestione dei servizi avanzati per poi ovviamente passare attraverso quelle che sono delle logiche di sottoscrizione di contratti di accordi che guardino anche alla capacità di individuare dei percorsi lavorativi che non sono uguali per tutti quindi io vedo anche molta flessibilità contrattuale e una rivisitazione di alcuni strumenti come dire legislativi perché oggi non esiste più il lavoro a tempo indeterminato subordinato a tempo indeterminato che prevede un inizio dell'orario di lavoro e una fine nello stesso luogo fisico per tutta la vita ecco invece esiste la costruzione di carriere che abbiano molta più dinamicità, molta più flessibilità e anche di prestazioni lavorative che in sé hanno una come dire un'ibridazione se vogliamo del lavoro autonome del lavoro subordinato. Infatti la grande sfida è la gestione delle transizioni occupazionali e quindi formale appunto abbiamo parlato torniamo al tema formazione che è decisivo formazione l'aggiornamento professionale ha parlato prima appunto il tema fondo nuove competenze che ricordo è proprio quel fondo che consente attraverso gli accordi aziendali, infatti appunto aziende e sindacati, la diminuzione dell'orario di lavoro che viene pagata questo fondo e i lavoratori durante queste ore si formano e aggiornano le loro competenze. Ci sono novità da questo punto di vista, c'è un nuovo bando se non sbaglio che avete pubblicato e quindi questo dovrebbe diciamo consentire di fare nuovi accordi anche tra tra tra le parti. Non pensa che più andiamo avanti e più servirà avere strumenti di questo tipo. Assolutamente sì, più andiamo avanti e più abbiamo bisogno anche di saper gestire con strumenti adeguati non uno solo ma invece un insieme di strumenti quelle che sono non solo le grandi transizioni ma anche le grandi crisi perché ovviamente abbiamo da affrontare anche dei percorsi di riconversione industriale, di riconversione di modelli industriali che a fronte di quello che è oggi anche il tema green digitale richiedono grandi investimenti proprio per ridefinire anche le professionalità alla luce delle nuove sfide quindi da un lato avremo bisogno certamente anche di strumenti che possono in qualche modo essere definiti degli amortizzatori sociali di seconda generazione come può essere un fondo nuove competenze che però ha una sua valenza perché tutto quello che è la riduzione dell'orario di lavoro la scarica invece in ore di formazione in ore di formazione di riqualificazione verso nuove figure professionali verso nuove sfide anche in altri settori noi dobbiamo sempre di più guardare a una gestione concertata e a 360 gradi di tutti quei grandi fenomeni di che vanno sotto il nome di crisi industriale che per me sono delle opportunità anche di ridefinizione di perimetri di attività e di lavoro che poi devono guardare a quelle che sono le grandi sollecitazioni che vengono dai territori noi dobbiamo investire sui distretti produttivi sono tante ovviamente le temi che le sollecitazioni da questi di questo intervento ma il tempo è finito noi ringraziamo il ministro per la sua disponibilità ringraziamo voi per l'attenzione e buona giornata una buona serata buon festival grazie grazie
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