Obiettivo internazionalizzazione di ricerca e formazione
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Obiettivo internazionalizzazione di ricerca e formazione
La Ministra dell'Università e della Ricerca, Anna Maria Bernini, discute l'importanza di investimenti in infrastrutture, come il supercalcolatore Leonardo e l'Einstein Telescope, per attrarre ricercatori e studenti internazionali. Si affrontano anche le sfide demografiche che impattano il sistema universitario italiano e la necessità di collaborazioni tra università e imprese per garantire l'occupabilità dei laureati. Infine, vengono menzionati i finanziamenti del PNRR e l'importanza dei fondi europei per il futuro del sistema.
Buongiorno a tutti, benvenuti al Palazzo della Regione. Do il benvenuto alla Ministra dell'Università e della Ricerca, Anna Maria Bernini. Grazie, grazie, grazie a tutti voi. Grazie. È un piacere averla qui sia perché i temi dell'università sono importanti a prescindere visto che riguardano i giovani, sia perché oggi parliamo di internazionalizzazione, della formazione superiore, della ricerca, un tema cruciale in un mondo globalizzato o internazionalizzi oppure sei destinato a retrocedere. Tiri-tiri. Esatto. Partiamo a proposito di internazionalizzazione. Lei reduce nei suoi mille giri, è reduce da un Consiglio europeo a Bruxelles, mi sembra due giorni fa, a giovedì, dove avete parlato di un accordo politico sui supercalcolatori. Ora noi in Italia un supercalcolatore, ce l'abbiamo, Leonardo a Bologna. Che cosa ci possiamo aspettare come Paese? Allora, perdonatemi, solo un saluto velocissimo ai miei ospiti, grazie al presidente Garrone, grazie a tutti gli ospiti del Sole 24 ore, ai presenti, grazie ai rettori e già rettori che vedo presenti, perché il rettore deve sapere Dottor Bruno è come un sacerdote, seme il semper, seme il rettore, sempre il rectori, quindi anche se devo dire è un ruolo che in questo momento non è facile ricoprire per tanti motivi, è insieme al Ministro dell'Università e della Ricerca il ruolo fondamentale per gestire le grandi sfide dei nostri tempi, quindi grazie per tutti al rettore dell'Università di Trento, con cui ci siamo spesso interfacciati e devo dire, abbiamo sempre creato delle buone sinergie, compatibilmente con l'autonomia dell'Istituzione universitaria e la libertà dell'insegnamento, che è diciamo il brocardo fondamentale, cui si ispira tutta la nostra azione, l'azione di questo Ministerio, di questo Governo, una leale collaborazione, questo come premessa anche per l'internazionalizzazione e grazie a lei mi faccio a dire che i suoi articoli sono sempre puntualissimi e per noi è una grande soddisfazione poter parlare bene di università, perché se c'è un comparto sensibilissimo, delicatissimo, si parla di diritto allo studio, noi siamo una fabbrica, Ferruccio resta facendomi vedere una volta un bellissimo video di un nuovo, era ancora rettore del Politecnico di Milano, facendomi vedere un bellissimo video di Renzo Piano che stava costruendo una nuova parte di campus di studentato per il Politecnico di Milano, diceva, noi siamo una fabbrica che produce futuro, ecco questa è l'università, un hub che produce futuro, però come tutti i creatori di futuro non ci si può muovere in solitario, bisogna muoversi insieme, tutti, tutti i cosiddetti stakeholders, qua siamo al solo 24 ore e parliamo di stakeholders, dobbiamo darci tutti un'indicazione di percorso, dobbiamo cercare di raggiungere lo stesso obiettivo che è quello di fare dell'università italiana una ancora più grande fabbrica di eccellenza di quanto non sia mai stata fino ad ora agli occhi del mondo, perché noi sappiamo di avere un'offerta formativa di altissima qualità, dobbiamo essere più attrattivi nei confronti del mondo, lo dobbiamo fare con dei temi attrattivi, dobbiamo raccontarci bene ed è per questo che la ringrazio, ringrazio solo 24 ore per il lavoro che fate e non è, mi creda, banale e non è la progr... stia buona, no, non mi dica che non devo parlare di lei, perché è importante la comunicazione, se noi veniamo raccontati per slogan è già una perdita secca, se noi non riusciamo a far capire quanto sia importante dare una prospettiva, dare una speranza nell'università in genere il rapporto con i giovani, lo sconfittismo è già un passo indietro, anche se stiamo facendo le cose migliori, quindi quando si va a brucell e si affrontano temi come il supercalcolo che è uno dei grandi temi su cui questo ministero e questo governo stanno puntando per il futuro dell'università, della ricerca e quindi per il futuro del nostro paese, supercalcolo, big data e tecnologie quantistiche significa futuro del futuro ed è la grande copertura che può essere applicata a qualsiasi cosa, all'agricoltura, alla biodiversità, alla mobilità sostenibile, a qualsiasi ambito, ovviamente alle imprese, già il supercalcolo è applicato alle imprese, per dare un boost di velocizzazione e di internazionalizzazione ad attività che noi già svolgiamo e anche molto bene. Quello che noi stiamo cercando di fare, che l'Europa sta cercando di coordinare e finanziare, e questa è la parte che ci interessa, l'avrei messo prima di tutto però pareva brutto quindi ho fatto una premessa, e finanziare e per noi questi finanziamenti sono fondamentali perché bisogna fare investimenti, non spesa corrente, è un coordinamento di queste grandi intelligenze e supercalcoli che devono essere non subite o accompagnate ma governate dall'intelligenza umana e dai bisogni umani soddisfatti attraverso i supercalcolatori e questo avviene in una dimensione domestica sicuramente sta già avvenendo, Leonardo è una solida realtà, Leonardo è uno dei 5 centri nazionali che sono stati creati con gli 11 miliardi di investimento che il Ministero e il Governo hanno fatto sulle infrastrutture di ricerca italiane, che sono quelle che fanno tornare i cervelli, i ricercatori sono come le rondini, seguono i progetti di ricerca, se ci sono le infrastrutture di ricerca i ricercatori restano e o tornano, se non ci sono no, quindi avere una grande infrastruttura finanziata dall'Europa e renderla supercalcolatore più potente nel mondo e l'hub di intelligenza artificiale più eclatante e significativo nel mondo è una scommessa vinta per il nostro Paese ed è il più grande boost di internazionalizzazione che noi possiamo avere, questo è il modo giusto di utilizzare l'Europa, di stare in Europa. È vero assolutamente, tra l'altro il tema dei ricercatori l'altra cosa che noi scopriamo è che ogni volta che c'è un bando europeo che ci sono dei grant, gli italiani, l'Italia è sempre sul podio come nazionalità di ricercatori che si aggiudicano la borsa, poi purtroppo quando si tratta di scegliere dove però fare ricerca, i grant in genere consentono di finanziare anche lo staff, diventiamo quinti, sesti, settimi, quindi questo è uno dei temi, ma restando un attimo sulle infrastrutture. No ma è una questione di infrastruttura anche questo perché se io vinco un bando e lei mi chiude in una stanzetta col mio computer e mi isola rispetto alla comunità internazionale e alle tecnologie applicate dalla comunità internazionale io faccio fatica di venire in Italia anche se mi piace l'Italia o se sono italiano e amo il mio Paese sono patriotico quindi è dalle infrastrutture che nasce il network della ricerca e diciamo l'inserimento dell'Italia nel network della ricerca. Balletta così quindi immagino la proposta di portare in Sardegna il nuovo Einstein telescope, la miniera di Sos Senatos, non so se ho sbagliato la pronuncia ci sono sardi che mi vogliono corrette. Sos Senatos, no l'ho benissimo, miniera di Sos Senatos, Lula, Nuoro, quindi come potete immaginare tutto uno spettro di benefici portati a quella zona. Allora lì un rischio interno mi pare che l'abbiamo sminato, no? Cambio di governatore però anche la nuova governatrice. A livello europeo. Questa è una super infrastruttura, ecco allora sono andata a parlare anche di questo diciamo che la mia missione era divisa in due parti, la prima si parlava di supercalcolatori su cui appunto l'Europa sta investendo e noi dovevamo dire siamo qui, parteciperemo al bando e vogliamo un bel investimento su Leonardo che deve diventare computer ancora più evoluto e la seconda era dire che noi siamo il luogo migliore come Italia per ospitare un meraviglioso interferometro sotterraneo, diciamo un telescopio di terza generazione che capta in maniera sensibilissima e super innovativa le onde gravitazionali. Ma questo non è solo un modo per fare ricerca di base o laboraturistica, ha degli spaccati e delle ricadute sull'impresa immediati, sui materiali avanzati, sulla meccanica avanzata, sull'ottica, sugli strumenti per rilevare diciamo il le diciamo captazioni sismiche che sono così importanti per il nostro Paese, intelligenza artificiale, quantistica, potrei andare avanti all'infinito. Quindi mette insieme la possibilità di fare in Sardegna a Lula, devo dire che sono impazziti dalla felicità anche perché noi ci siamo, abbiamo cominciato a fare i lavori con il presidente dell'Istituto nazionale di fisica nucleare, con INAF che sarebbe l'Istituto nazionale di astrofisica e l'Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia dentro questa miniera dismessa che sarebbe la casa ideale per il telescopio che ha bisogno di silenzio, ha bisogno di quiete, ha bisogno di cieli puliti, perché è sotterraneo, quindi per la prima volta il telescopio non vede ma sente e per sentire deve avere condizioni particolarissime che la Sardegna offre in maniera privilegiata. Quindi noi siamo stati in Europa e abbiamo detto sappiamo che abbiamo dei competitors però abbiamo la sede migliore in assoluto che può garantire un hub, una città della scienza nel cuore del mediterraneo che si può collegare con tutto e che porterebbe per noi e questo è il grande vantaggio, lei diceva perché non scelgo gli RC, perché non scelgo le borse di studi in Italia, pensi quanti ricercatori affluirebbero su un'infrastruttura del genere italiani, stranieri, scienziati, professori, tecnici, technology e questo arricchirebbe i territori, porterebbe immediatamente vantaggi in termini di lavoro, di arricchimento imprenditoriale e strapperebbe diciamocelo questo territorio ad usi improprii che noi non possiamo accettare, siamo nel cuore della barbagia e quindi mi è piaciuto moltissimo, poi mi taccio, la prima volta che sono andata a visitarlo c'erano i minatori, loro sono chiusi da 15 anni come miniera e i minatori erano entusiasti diciano finalmente la nostra miniera potrà ritornare ad avere il senso che ha avuto fin dall'inizio, cioè un grande arricchimento per la nostra regione, ecco io ho questa foto con i minatori che è meravigliosa, loro che aspettano, quindi tutte le volte che vado in Europa io mi ricordo di questo entusiasmo, di questa aspettativa e di questa grande opportunità per il nostro Paese perché è così che si costruisce il futuro, non chiacchierando di varie opportunità. Sarebbe un'opera di riconversione industriale in qualche modo di cui comunque c'è sempre bisogno. E' un grande app scientifico tecnologico, le onde gravitazionali sono il futuro e ripeto hanno applicazioni medicali, non ho parlato della cosa più importante, che tramite questi telescopi si hanno delle applicazioni mediche che sono in grado di rendere più lunga e più degna di essere vissute alla vita di tutti noi. Attrattività, l'abbiamo già accennato, attrattività riguarda sicuramente i ricercatori e poi vorrei un giudizio flash su come sta andando però il rientro dei cervelli che il PNRR finanzia, ma attrattività significa anche cominciare ad attrarre studenti dall'estero perché siamo un Paese che non cresce, che non fa figli, che a scuola già vede le classi ridursi, i professori no, ma questo ne parlerà il suo collegaval di Tarano, sconfiniamo, però contemporaneamente a breve anche le università risentiranno del calo demografico, c'è una stima che parla di meno 30 per cento di studenti nel 2040, ecco noi dove li troviamo perché avere studenti significa avere laureati? Allora come tutte le giustissimo questo è un problema enorme, cioè il gelo demografico ha colpito tutti e gli effetti si producono già comunque sull'università, cioè sono già arrivati i primi effetti, la stima del meno 34 per cento è ulteriormente agghiacciante, credo che esistano diciamo diverse possibili soluzioni, anche qui è un lavoro di network, non è il ministro dell'università e della ricerca pro tempore, perché siamo tutti pro tempore, che può risolvere il problema, c'è bisogno di una collaborazione con le università che devono capire che non è più come una volta che aumentando i corsi genericamente, magari creando corsi anche molto attrattivi, si aumenta l'attrattività generale dell'università perché se mancano gli studenti i corsi in più non servono, che da un certo assetto dimensionale in poi è complicato per l'università sopravvivere e che quindi forse, e questo discorso è difficilissimo da portare all'attenzione dei rettori e per certi versi anche degli utenti, sarebbe importante cominciare a fare delle federazioni di università, mettere insieme l'offerta formativa per dare maggiori garanzie proprio agli studenti, perché noi dobbiamo ricordare sempre che i nostri destinatari finali non sono i nostri colleghi, sono gli studenti, quindi quando si creano delle strutture universitarie che non hanno un immediata ricaduta, non hanno un immediata efficienza, bisogna cominciare a guardarsi dentro e dire, visto che le università sono autonome e hanno un dovere di governance e di fare tornare i conti, alla fine dire ha senso che noi in questo momento offriamo un'offerta solitaria o magari replichiamo le offerte all'interno di una regione quando dobbiamo essere più attrattivi verso studenti, non solo italiani che si riducono ma anche studenti stranieri, perché non facciamo network? Perché non ci internazionalizziamo veramente? Perché non offriamo delle opportunità che risultino belle anche viste da fuori? E naturalmente io come ministero incentivo moltissimo questo do all'interno del fondo, allora i lettori tendenzialmente mi ascoltano poco, cioè sono garbatissimi, carinissimi, però proprio per questo concetto del pro temple c'è un unico momento in cui io ricevo il massimo dell'attenzione, quando compilo il fondo per il finanziamento ordinario degli università, li mi ascoltano, è un momento magico che finisce subito, però bisogna cercare di dare un senso alla nostra collaborazione anche attraverso gli incentivi, quindi se io incentivo l'internazionalizzazione, se incentivo le fusioni di università che hanno pochi studenti, magari hanno più professori, più personale tecnico amministrativo e bibliotecario che studenti, dobbiamo dircele queste cose altrimenti giriamo intorno al problema ma lo risolviamo solo in parte e poi ovviamente un altro tema legato all'attrattività, questo è diciamo un tema strutturale di un tema di rapporti tra ministero e università, io rispetto immensamente l'autonomia universitaria perché da utente, cioè da studente, da professore universitario, l'ho sempre considerata un presupposto, figuriamoci se posso cominciare adesso a metterle in discussione, però all'autonomia corrisponde la responsabilità, non è che le università siano autonome e i conti li faccia quadrare il ministero dell'università, così non funziona, ci vuole una collaborazione, quindi in quest'ottica di collaborazione noi possiamo insieme elaborare delle strategie, cioè fare una ricerca che non sia più solo una ricerca universitaria diciamo da Turri-Seburnia, ricerca di base e basta, dobbiamo cominciare da subito e di questo stavamo parlando anche con il presidente Garrone a creare un collegamento con le imprese, le università devono, ormai il ministero con le università hanno il dovere di rendere il più breve possibile quel tempo che va dalla fine della formazione al lavoro, quindi il modo migliore per farlo è non creare opportunità che non abbiano una destinazione, poi chi vuole studiare filosofia, chi vuole studiare astrofisica teorica, a parte che la filosofia adesso è un momento molto dinamico perché si applica l'intelligenza artificiale, quindi sta cambiando il mondo, sta cambiando tutto, però lo può fare, ma la cosa importante per essere attrattivi è creare subito un collegamento con il mondo del lavoro, dell'impresa, del terzo settore, delle opportunità lavorative e questo lo si può e lo si deve fare quando si costruiscono i percorsi universitari. Ma siccome l'abbiamo citato l'FFO, siccome la soia di attenzione dei rettori aumenta immediatamente, l'anno scorso 9 miliardi e 200 milioni l'anno scorso più o meno. Abbiamo aumentato di un miliardo in due anni il loro FFO, quest'anno vediamo, quest'anno come al solito cercheremo di fare tornare tutti i conti ricordando ai rettori due cose, prima che abbiamo vissuto e stiamo vivendo, io sento qualcuno che si lamenta dei fondi destinati alla ricerca. Se mi dovessi mettere dall'altra parte, io direi non è una questione di fondi, di fondi ce ne sono tantissimi, in Italia è un problema di continuità di erogazione di fondi per la ricerca ed è su questo che dobbiamo lavorare veramente, perché adesso di fondi ne hanno tantissimi, anzi vorrei lanciare un altro appello ai rettori che è non dimenticate i fondi europei perché adesso ed è una cosa di cui parlavo proprio con Ferruccio, la mia preoccupazione maggiore è cosa succederà dal 2026 in poi, noi in questo momento siamo doppati dai fondi del piano nazionale di riprese resilienza, le università sono sazie, satolle, hanno un sacco di fondi, non ne hanno mai avuti tanti, gli enti di ricerca idem però non deve essere spesa corrente, li devono investire, è per quello che dico che mai come ora ci vuole un coordinamento perché non posso essere io a decidere per le università come investirli, ma dobbiamo trovare una misura comune e soprattutto dopo il 2026 dobbiamo continuare a fare programmazione europea, in questo momento io ho notato perché li leggo, ho notato che le università non fanno più bandi per fondi europei perché hanno troppi soldi e questo mi preoccupa moltissimo perché i fondi europei fatti adesso, parlo on average ovviamente, ci sono università che continuano a farli e tantissimo, altre no, quindi la sazietà di oggi non sia un ostacolo al domani altrimenti dopo il 2026, se non abbiamo i fondi europei che prenotati ora arriverebbero dopo il 2026, quindi con una tempistica perfetta, rischiamo di andare in crisi di astinenza, io sto già lavorando sui fondi di coesione post 2026 ma ripeto deve essere un lavoro fatto insieme, cioè io non rinuncerei ai fondi di Horizon Europe adesso perché se non li prendiamo noi li prende qualcun altro, quindi l'appello è fate bandi Horizon perché quello è il modo migliore per utilizzare l'Europa. Ok, parlare di PNRR e di fondi significa per forza di cose secondo me parlare di diritto allo studio perché il PNRR è un booster sulle borseghe studio ed è un booster sui alloggi, se con miliardo e due a disposizione per gli alloggi, 60 mila posti letto, è un obiettivo sfidante, avete una nuova commissaria. Commissaria per l'housing, per sburocratizzare e semplificare le procedure per andare avanti il più velocemente possibile, abbiamo anche 880 milioni dedicati alle borse di studio per gli studenti, posso fare una domanda, ma lei lo sa non serve, allora quando faccio una domanda banalissima, secondo voi quante persone frequentano gratuitamente l'università italiana? Tutti mi rispondono 10%, 15%, 40%, il 40% degli studenti frequenta gratuitamente l'università italiana, questa è welfare, quindi non diciamo che l'università non investe sui giovani perché non è vero e noi abbiamo finanziato ulteriormente questa università, però si crea un effetto paradosso perché la spesa per gli studenti paganti è intorno a 1300 euro circa, però il tema vero è che se il 40% è gratis, nel restante il 60% un terzo è comunque agevolato, il restante terzo che rimane inevitabilmente subisce l'impatto di tutto questo e voi lo avete evidenziato nel solo 24 ore ed è stato un ottimo servizio, che non significa che le nostre fees siano alte, perché se guardiamo al resto del mondo, anzi anche quello è un grande incentivo perché ci sono alcuni italiani che sono andati a lavorare in istituzioni internazionali all'estero che mandano i loro figli a studiare in Italia proprio perché sanno che l'offerta qualitativa italiana è straordinariamente alta ed è anche straordinariamente conveniente sotto profilo economico. Sono rimasti due minuti, io le devo chiedere due cose di attualità, la prima anche per non sembrare lunare, sono mesi di proteste, due giorni fa tre giorni fa l'università di Torino ha ospitato un politecnico invece si è rifiutato? Non l'ho visto così da lontano, ovviamente ho parlato con i rettori sempre nel rispetto della loro autonomia perché i rettori sono i padroni di casa, decidono loro chi entra, chi esce e come gestire l'ordine pubblica all'interno dell'università, però ricordiamoci che gli studenti hanno un diritto, che si chiama diritto allo studio, che non è solo borse di studi housing, è soprattutto borse di studi housing, ma è anche utilizzare le università per gli scopi a cui sono destinate, cioè fare formazione, insegnare, utilizzare le aule, utilizzare i laboratori, noi siamo assolutamente rispettosi delle proteste, della libera manifestazione di qualsiasi pensiero, anche il più radicale, anche il più urticante, anche il più lontano da noi nelle università, pur che questo prima di tutto non traccimi nella violenza, ma questo è banale, e non ingerisca nelle attività delle università, non possiamo trasformare le università in luoghi occupati perché questo è come posso dire una distorsione delle sue funzioni, dei suoi doveri perché è un diritto costituzionale al diritto allo studio e soprattutto non possiamo trasformare le università nelle moschee, quindi in moschee improprie, peraltro in un'aula occupata, quindi ho detto molto chiaramente a Geuna e a Corniati che sono stati rettori dell'Università di Torino e del Politecnico di Torino che avrei sostenuto qualsiasi azione che non consentisse, soprattutto il secondo giorno in cui questa preghiera aveva una valenza simbolica nell'aula occupata si voleva dire noi facciamo quello che vogliamo, non si può fare quello che si vuole nell'università, l'egittimissima la libera manifestazione del pensiero ma attenzione perché esistono ogni diciamo che quello che noi dovremmo insegnare altrimenti dismettiamo i nostri doveri formativi è che la libertà più semplice da riconoscere è la nostra ma la vera libertà è quella degli altri ed è su questo che dobbiamo giocare il nostro ruolo di formatori altrimenti siamo cattivi maestri. Ministra abbiamo sporato però tra tre giorni ci sono i test di medicina si sono iscritti in 61 mila i vogliamo dire quanti posti ci saranno a disposizione? Sì perché ho fatto il decreto sono... allora aspetti è 20.867 l'anno scorso erano 19.636 miseria complimenti cioè io lo devo sapere ma lei dimostra un certo attaccamento al mio ministero. Solo per poi farle la domanda. Ok esatto quindi abbiamo già aumentato l'iscrizione ai corsi di laurea in medicina e chirurgia e lo faremo ancora perché perché è doveroso sempre per evitando la pletora medica sempre nel rispetto dei fabbisogni non siamo dei disconsiderati non facciamo demagogia però è importante allargare. Grazie mille la ministra grazie a tutti voi per l'attenzione. Grazie a voi.
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