Nuove povertà e nuove reti sociali – Forum
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Nuove povertà e nuove reti sociali – Forum
con CRISTIANO GORI, FRANCA MAINO, ROSSELLA MICCIO, NATALIE WESTERBARKEY, MASSIMO BALDINI coordina PAOLA PICA Sebbene incompleti, i redditi di cittadinanza e di emergenza hanno offerto un argine all’emergenza economica. Il Terzo settore ha dato una risposta capillare, dal basso, all’avanzare delle nuove povertà di donne, bambini, anziani. Proposte per comporre strumenti diversi nel disegno di una nuova rete di sicurezza e inclusione sociale. http://www.festivaleconomia.it
all in questo spazio che il forum di discussione curato dagli economisti della voce.info qui si parla sia dei temi del festival ci si confronta sui temi del festival sia come abbiamo visto in queste ore sin da ieri sin dall'inizio nel festival sui temi di grandissima attualità e nuove povertà e nuove reti sociali abbiamo visto nella pandemia all'aumento dei cosiddetti nuovi poveri un milione secondo l'istat sono numeri che qualcuno riconduce diciamo una terza guerra mondiale abbiamo visto però abbiamo visto le corde del pane ci siamo state con il professor gori che vi presento tra poco ne abbiamo anche discusso a lungo sul corriere della sera e il giornale per il quale lavoro e e diciamo quali sono gli strumenti cioè le nuove reti di cosa si compongono ci sono gli strumenti messi a disposizione dallo stato adesso poi ne parleremo più approfonditamente e poi ci sono diciamo né con lo stato né con il mercato possiamo dire così abbiamo visto che si sono sono nate e si sono rafforzate e sono diventate un attore importantissimo nella società le reti di del cosiddetto terzo settore ma vi presento i nostri ospiti e anche vi spiego come siamo organizzati i professor baldini che alla sinistra che l'economista della voce che farà l'introduzione sulla quale poi si discuterà i tempi sono purtroppo un po tiranni un po stretti abbiamo un'ora un'ora e dieci comprese delle domande dal pubblico se volete cominciare a pensarci quindi professor baldini che insegna all'università di studi di modena e reggio emilia farà questa introduzione tra poco poi abbiamo rossella miccio rossella miccio allora se lo dice la presidente di emergency e lei io la ringrazio tanto di essere venuta altissima e la ringrazio in particolare di partecipare a questo panel perché diceva perché non l'avete invitata quando avete parlato di sanità fra poco ve lo spieghiamo poi abbiamo il professor gori che diciamo gioca abbastanza in casa perché insegna all'università di trento e autore di un libro che noi giornalisti abbiamo ascoltato in tutti i modi per noi è un testo fondamentale combattere la povertà per gli anticorpi di laterza anzi approfitto per ringraziare editore laterza per questo spazio che organizzazione ogni anno e del festival e questo spazio anche del forum abbiamo in collegamento sé ecco sono presenti la professoressa franca maino che insegna scienze politiche alla statale di milano dirige il laboratorio per corsi di secondo welfare un volto noto per il settore e fa parte anche del comitato scientifico dell'alleanza contro la povertà corretto buongiorno è benvenuta grazie e poi abbiamo la professoressa western barche ai kennedy ami rete in più grazie per essere con noi e allora la professoressa queste barche si occupa e qua diciamo in veste di esperta di educazione finanziaria di educazione finanziaria che uno dei grandi strumenti per combattere la povertà come sappiamo il diciamo lo scivolamento verso la povertà lei è adesso il job title devo fare un po di attenzione vice chair dell'investor education comici del gf ei e mei correct ok allora professor baldini pareggio sì grazie molte si e corrette grazie molte esatto abbiamo una piattaforma di conoscenza di educazione istruzione e formazione del settore e quindi i globe e l'asset manager sono coinvolti nell'attività di in destro education ci torniamo spieghiamo bene quanto più avanti lascerei la parola intanto a professor baldini per cui già occupato fin troppo tempo ok bene grazie mille buongiorno a tutti dunque io il compito di introdurre i temi generali del di questo incontro le cose da dire sarebbero tantissime sicuramente non riuscivo a dirle tutto in modo ordinato ma ci però il tema è appunto quello delle nuove povertà e delle nuove reti sociali e in generale il welfare state e pensando appunto al titolo del festival di quest'anno punto il ritorno dello stato suona un po strano parlare di ritorno del web dello stato nell'ambito del welfare che da welfare state lo stato soprattutto in italia non se n'è mai andato anzi la spesa sociale per la spesa sociale in generale pubblica è aumentata tanto come sappiamo negli anni 50 60 70 ma continuato ad aumentare anche negli ultimi vent'anni quindi dal 2000 in poi tutte le principali voci di spesa sociale sono aumentate in percentuale del pil al top sempre la spesa per le pensioni ma anche le altre voci disoccupazione famiglia invalidita sono comunque cresciute e quindi evidentemente c'è una domanda molto forte di spesa sociale per tanti motivi principali forse quello che l'economia italiana non capisce più da tanti anni la produttività non aumenta siamo anche l'unico paese che ancora nel 2019 non era riuscito a recuperare i livelli di reddito pro capite del 2007 quindi precedenti alla crisi del 2008 poi abbiamo avuto la nuova crisi del covip con un calo del pil della di di un altro 10 per cento e quindi chiaro che in queste in questo contesto aumenta la quota di famiglie in difficoltà e questo appunto il primo tema che volevo suggerire in questa in questa occasione appunto prima idea sarebbe la prima domanda è questa come sono cambiate le condizioni economiche delle famiglie sia prima del covip che negli ultimi due anni e quali effetti questo queste nuove domande anno hanno posto sul nostro sistema di welfare come il sistema di welfare ha reagito alle nuove esigenze che vengono dalla società e noi sappiamo che diciamo i cambiamenti il sistema di welfare state sono in corso da tanto tempo non è che fosse tutto fermo prima del covip e poi improvvisamente abbiamo cominciato a cambiare se pensate a qualche diciamo 15 anni fa ma anche molto prima cioè non esisteva un reddito minimo di ultima istanza in italia i sussidi contro la disoccupazione sono stati riformati due volte non negli ultimi dieci anni quindi è un processo continuo di cambiamento quello del welfare italiano su cui si è innestata la crisi del copit della pandemia e questo ha prodotto nuove esigenze ad esempio abbiamo visto che aveva detto di cittadinanza che pure ha solo due anni di vita neanche due anni anzi no a poco più di due anni non è stato sufficiente abbiamo dovuto introdurre una nuova misura temporanea che però è stata più volte rinnovata cioè il reddito di emergenza poi abbiamo avuto il prolifica il proliferare dei bonus no a tantissimi bonus interventi spot per colmare varie situazioni di difficoltà ma non sono in italy ovviamente non nel mondo si contano solo nel 2020 a qualcuno ha contato ben 1600 nuovi schemi di aiuto alle famiglie alle imprese un numero enorme quindi che colloca la versione delle politiche a questa crisi in un contesto completamente diverso da quello del 2008 non loro si parlava di austerità di ritorno al vincolo di bilancio adesso si aspettano nessuno dice dovete tornare subito a ad equilibrare il bilancio pubblico no a tutti i livelli non solo in italia ma ma in tutti i paesi quindi il primo la prima domanda è questa c'è che cosa sta succedendo della società e l'economia italiane quali esigenze questo pone il secondo la seconda domanda è appunto come è messo il nostro sistema di welfare e come deve mutare noi non abbiamo un sistema di welfare ideale 20 mi ricordo che 25 anni fa un noto economista anthony atkinson scrisse un articolo è stato anche qui ospite al festival qualche volta scrisse un articolo che aveva come titolo una domanda e la domanda era il welfare state è necessariamente un ostacolo alla crescita economica cioè diciamo l'onere della prova dove stava dalla parte di chi doveva difendere welfare state dalle accuse di frenare di ostacolare la crescita economica e la prima risposta a questa domanda è ma il welfare state e non ha come obiettivo principale la crescita economica no a tutelare le persone dai rischi della vita no infortunio o malattia vecchiaia povertà eccetera però ciò detto è posto che riesca davvero a realizzare questi obiettivi il welfare è comunque un ostacolo alla crescita o può essere anche un elemento di crescita economica e la risposta che dà la tensione era appunto dipende da come il welfare state è costruito possiamo essere molto possiamo costruire welfare state dannoso per la crescita economica oppure un welfare che invece aiuta la crescita perché ad esempio investe contro la povertà a favore del capitale umano dei giovani per la salute e protegge dai rischi anche di chi vuole rischiare un'attività d'impresa e sa che comunque c'è una rete di protezione se qualcosa andrà male ecco in questo contesto è chiaro che il nostro sistema di welfare e dei problemi ne ha no perché sappiamo tutti che molto sbilanciato sulle pensioni e molto sbilanciato sui trasferimenti di denaro di poco sui servizi infatti anche nel caso del reddito di cittadinanza vedete che subito alla parte moneta denaro trasferimenti diretti alle famiglie è stata realizzata invece la parte di servizi non solo per il co lead praticamente no è ancora fermano tutto anche i problemi che abbiamo e ovviamente la difficoltà del covip ha spinto ancora di più verso i trasferimenti in denaro e quindi c'è bisogno sicuramente di cambiare il sistema di welfare che noi abbiamo ereditato dal passato e anche di pensare nuovi rischi sociali un sistema di welfare quindi che dovrebbe essere molto più veloce a reagire quando le cose cambiano le prospettive anche delle persone camino della serie la mattina perché c'è un lockdown perché c'è una chiusura di una grande azienda una crisi un terremoto che sono ci sono le nuove tecnologie da utilizzare per individuare le situazioni di difficoltà per organizzare i servizi e per intervenire velocemente insomma abbiamo un bisogno sia di riconsiderare il sistema che abbiamo ereditato dal passato che di pensare a come la specifica crisi del copit possa produrre dei mutamenti ulteriori con rischio poiché dopo tutti questi voli pindarici alla fine ci troviamo in autunno a discutere di nuove solo di pensioni perché 400 scadrà alla fine dell'anno e quindi ci sarà il problema di pensare che cosa fare per sostituire quota 100 la terza il terzo tema che mi pare molto interessante da studiare la relazione fra il welfare pubblico e il welfare privato perché un po tutti i paesi stanno investendo ancora di più con la crisi né welfare pubblico basti pensare agli stati uniti che hanno preso con biden chiaramente la direzione di un sistema almeno di trasferimenti monetari molto più simile a quello dei paesi europei negli ultimi proprio negli ultimi mesi nelle ultime settimane ma in generale il nostro sistema di welfare pubblico soffre di alcuni limiti importanti e primo limite cioè diciamo il macigno che che domina un po il futuro del west dal pubblico e all'invecchiamento perché un invecchiamento buone nuove domande di aiuto sia per la sanità che per le pensioni e allo stesso tempo anche produce nuove maggioranze politiche favorevoli a questo tipo di investimento quindi vendono difficile intervenire per compensare i nuovi rischi sociali oltre a quelli oltre a quell'idea che chiede comunque devono essere affrontati poi abbiamo il debito pubblico campo voleva bello importante no e quindi può limitare l'azione del welfare pubblico che tende comunque sempre ad essere bilanciata dal lato dei trasferimenti monetari quindi quale può essere la relazione tra welfare pubblico e privato come il terzo settore può intercettare e offrire anche quel tipo di servizi a intercettare le domande che il sistema pubblico invece ha più difficoltà a raccogliere per tutti questi motivi quindi mi sembra che il argomenti ce ne siano e io avrei terminato grazie bravissimo è stato perfettamente dei tempi ma sembra letti economisti della voce.info gori direi che chiamato in causa come primo interlocutore e stiamo sugli strumenti nazionali hanno funzionato cosa è successo ma è la pandemia e cosa quali sulle prospettive nel senso che se è vero quello che hanno detto ieri gli scienziati cioè che siamo nell'era pandemica non sarà il primo shock che dovremo affrontare cioè non sarà l'ultimo ciò che dovremo affrontare grazie allora partiamo dalle parole chiave della povertà in questa fase storica la prima e crescita ricordiamoci che la povertà è in costante crescita dal 2008 non scambiamo le cose dell'ultimo anno come un'eccezionalità della pandemia sono tendenze che la pandemia a kuyt ma c'è una fragilità zione della società italiana che è in atto da molto più tempo il secondo aspetto in questa fragilizzazione che in alto da molto più tempo è la trasversalità della povertà fino alla crisi del 2008 la povertà colpiva solo alcuni gruppi sociali ad esso colpisce questi ma la novità è che colpisce anche gli altri che prima si sentivano al sicuro prima la povertà era concentrata al sud adesso è cresciuta al sud e ha sfondato al nord prima era concentrata tra chi non aveva lavoro adesso ha sfondato anche tra i lavoratori prima era concentrata solo tra chiara almeno tre figli adesso basta averne uno quindi il secondo punto è la trasversalità della povertà il terzo punto è la rapidità dei processi di impoverimento quel punto di baldini risposte veloci è vero che gli italiani hanno patrimoni hanno risparmi ma i patrimoni sono distribuiti in maniera molto ineguale quindi nella parte bassa della popolazione il patrimonio è poco e quindi ci vuole c'è un attimo ad andare giù davanti a una a una povertà di queste di questa natura come possiamo giudicare le misure secondo me noi ragionando di intervento statale dobbiamo distinguere la quantità dalla qualità se noi guardiamo in tempo di co lead diciamo sicuramente se senza le misure senza dell'ampio pacchetto di misure messe in campo tassi di povertà sarebbero cresciuti molto questo è un dato di fatto non sappiamo di quanto ma sarebbero ok la quantità degli interventi è da valutare positivamente delle risorse c'è stata una misura ordinaria reddito di cittadinanza che esiste dal 2019 e prima c'era ray del centrosinistra ma era molto meno finanziato quelli dal 2019 abbiamo una misura introdotta da cinque stelle è molto ben finanziata e poi due misure straordinarie durante la crisi il regio di emergenza nazionale e i buoni comunali come quantità ok positivo come qualità luci e ombre proviamo a vedere qualche qualche dato e quasi ci sono di istruire professor baldini la metà dei poveri non riceverete di cittadinanza ci sono fasce di popolazione importanti proprio molto scoperte una è il nord e l'altra sono le famiglie numerose ma pensiamo al nord quindi la metà dei poveri non ricevere le cittadinanze ci sono fascia di famiglie importanti scoperte almeno un terzo degli utenti dalle di cittadinanza non sono poveri ma non perché abbiano fatto loro delle frodi per disegno della misura e basta e basti pensare che l'app quella che doveva essere la principale misura di emergenza e il reddito di emergenza è stato preso solo da 4 aventi diritto su dieci perché mentre negli altri paesi le misure di emergenza erano molto facili da domandare in italia erano difficilissime da domandare quindi sulla quantità delle risposte ok sulla qualità luci e ombre ma perché è importante fare questa differenza perché noi io penso che tra 12 anni se la voce cir in vita non saremmo a discutere del ritorno dello stato da discutere del prossimo ritorno che è quello dei vincoli di bilancio in qualche misura non sappiamo come ma non si sta non ci sarà non sarà più una situazione come quella attuale in cui comunque c'è più spesa pubblica e allora noi verso che società andiamo andiamo verso una società dove il rischio di povertà è sempre più diffuso e trasversale è però ci sotto progressivamente torneranno dei vincoli di bilancio e quindi sarà decisivo indirizzare le risorse verso chi ne ha veramente bisogno e questo sarà la sfida perché il re di cittadinanza mette molti soldi ma molti problemi di disegno e quindi la sfida è il governo italiano questo il prossimo sarà capace di fare quell'operazione che che è l'unica cosa che sa guardare la società e dire signori cui bisogna aiutare alcune persone che sono state fuori ma non possiamo più aiutarne altre perché non sono tra quelli che stanno peggio addizioni e sottrazioni le istituzioni saranno in grado di fare questo non è così semplice ma non dimentichiamoci che in un contesto in cui ci sono dei vincoli di bilancio se io non sono in grado di fare delle sottrazioni non avrò mai le risorse per raggiungere qualcuno che rimane fuori ok quindi la prossima sfida è indirizzare le risorse verso chi ha veramente bisogno e saper costruire una risposta alla società italiana che è fatta di addizioni e sottrazioni quindi un ruolo dello stato che lavora sulla qualità non solo sulla quantità e se diciamo se uno dovesse dire che cosa ti lascia preoccupato di questi due anni di pandemia che stiamo disimparando a fare scelte complicate perché negli ultimi due anni è sempre stato ci vogliono piu fondi ci vogliono i fondi d'altra parte l'argomento ci vogliono piu fondi è storicamente l'argomento che si usa quando non si vogliono fare scelte complicate quindi se dovessi dire la mia preoccupazione è che abbiamo disimparato a fare scelte complicate e andiamo verso un'italia in cui bisogna farne di complicatissima però c'è un ultimo punto che voi avete chiamato queste ore a questo percorso ritorno dello stato ma sulle aree su tante aree di welfare povertà bambini non è il ritorno dello stato è il ritardo dello stato l'ha già detto benissimo valdini qui secondo me il mio punto finale sarà bisogna essere un po più indulgenti verso i governanti di oggi è un po più critici verso i governanti degli ultimi 40 anni perché come baldini ci ha detto c'è un problema di politica contro la povertà che non hanno abbastanza servizi di comune di centri per l'impiego beh certo perché si discute di fare una misura nazionale contro povertà dagli anni 90 se ne inizia a fare nel 2017 quando già la povertà ed è un casino e ci sono tutti vogliono moltissimi anni prima di adottare i servizi di personale ed è quello che si sta facendo ma ci vorranno moltissimi anni se si fossero fatte se si fosse introdotta misurazione contro povertà negli anni 90 prima i primi anni duemila oggi saremmo molto più strutturati ma guardiamo le altre altre due riforme che sono al centro del dibattito attuale una e l'assegno unico se ne parla in questi giorni una misura unica di sostegno alle famiglie con figli se ne discuta dagli anni 80 80 quando già i trend di denatalità erano visibilissimi l'altra è nel pnr c'è la riforma dell'assistenza agli anziani non autosufficienti se ne discute dagli anni 90 quindi per quelli che riguardano i nuovi rischi sociali cioè le aree del welfare tradizionalmente poco coperte pensiamo alla povertà bambini non autosufficienza stiamo semplicemente facendo le cose giuste al momento sbagliato cioè arriviamo in ritardo lo facciamo quando c'è tantissima povertà quando ormai i tassi di natalità sono un minimo quando c'è un sacco di anziani non autosufficienti e fare le cose giuste al momento sbagliato è un tantino più complicato e per questo però è il mio punto finale diciamo in questi dibattiti io ho sempre di più penso che ok critiche verso i governanti di oggi però veramente io penso che una cosa che questa fase di pandemia ci ha insegnato e anche riconsiderare diciamo le scelte che sono state fatte dagli anni 80 in poi e distribuire le responsabilità i tra le diverse generazioni dei governanti in questo festival tigris ha detto che ne avrebbe il neoliberismo e fallito cioè che è tutto tre i danni che vediamo oggi sono proprio esatto e la costruzione di scelte politiche sbagliate cioè la disuguaglianza una scelta ecco impastare direttamente a micio che cosa ha capito emergency di questo mondo di questo segmento degli esclusi ma innanzitutto grazie per averci invitato e in questo contesto perché come dire noi ci siamo sempre occupati di salute però è stato un po come dire anche un passaggio obbligato occuparci di salute in senso ampio quindi di prendersi cura di chi da quella che è nata come una crisi sanitaria poi è diventata quasi immediatamente anche una crisi economica e sociale quindi guardarlo un po più ad ampio ad ampio raggio e come dire io sono assolutamente d'accordo con le parole chiave di cui parlavamo prima perché del professore gori perché le abbiamo proprio riscontrate in quest'ultimo anno di attività che abbiamo fatto di supporto diciamo alle alle cosiddette nuove povertà a partire dalla città di milano che quella che che ospita la sede di emergency che quindi conosciamo un po meglio ma poi si è un po sviluppato su tutto il territorio anche diciamo con modalità leggermente diverse ed è stata una una scoperta a volte molto dolorosa sicuramente molto dolorosa ma anche molto molto interessante perché da un lato abbiamo verificato noi adesso siamo attivi con un progetto che abbiamo chiamato nessuno escluso esatto proprio perché il senso e davvero che se vogliamo essere una società dobbiamo come dire avere come punti cardine quello proprio del non lasciare indietro nessuno soprattutto quelli più vulnerabili emergency è esattamente allora sì noi abbiamo come dire sviluppato a partire da quella che è stata la risposta immediata alla prima fase di lockdown e quindi di supporto a domicilio la consegna della spesa a chi archi non poteva non poteva uscire di casa li abbiamo scoperto che in realtà c'erano tantissime persone che avevano perso il lavoro anziani da soli famiglie che fino al giorno prima riuscivano a gestire i bisogni almeno primarie che all'improvviso in un momento all'altro si sono trovati assolutamente scoperte con una risposta pubblica che come dire era inadeguata ma è inadeguata nel senso che non riusciva ad intercettarli a vederli a riconoscerli e neanche loro giustamente avevano gli strumenti per comunicare questo loro nuovo bisogno quindi siamo stati un po un intermediario e da lì ci siamo inventati questo progetto per cui una cosa molto banale di consegna di generi alimentari ma anche di prodotti per l'igiene della persona e della casa perché le due cose soprattutto il momento di pandemia andavano di pari passo destinato a chi appunto era un po escluso da quello che era il welfare solito conosciuto perché per tanti motivi banalmente perché tanti dei sistemi di welfare si basano sulla dichiarazione dei redditi medi sull'isee l'anno prima queste persone avevano idee assolutamente normale quindi non venivano identificati come possibili beneficiari quindi abbiamo fatto un po tutte queste mappature grazie anche tantissimo alla partecipazione dal basso di giovani piccole associazioni di quartiere ma non solo a milano anche a roma a napoli associazioni che si occupavano di economia a circolare che conoscevano molto bene il territorio e quindi abbiamo identificato una serie d persone perché odio chiamarli beneficiati perché assolutamente proprio neanche paziente anche se egli quindi abbiamo iniziato a sostenere con un messaggio però molto chiaro sia per loro che verso le istituzioni soprattutto comunali con cui abbiamo abbiamo interagito il primo era che come dire questo è un supporto che non sarebbe durato vita ma che avremo monitorato ne avevano fatto una scala di come dire condizioni per cui si identificavano quelli che appunto avevano le condizioni più più più critiche quindi che quindi queste questo supporto sarebbe stato valutato poi di mese in mese in base all'andamento della situazione e l'altro verso le istituzioni e cioè che noi entravamo come ovviamente in un momento di emergenza ma l'obiettivo poi era quello di aiutare queste persone a rientrare nel sistema e quindi anche a trovare i meccanismi per trovare lavoro eccetera eccetera e devo dire la verità che questa cosa poi ha dato abbastanza risultati noi abbiamo visto al di là della differenza nord sud rispetto ai ai bisogni e la tipologia delle persone non so al nord c'è molto forte questo problema della casa che ha un impatto molto grosso sul sul menage familiare diciamo al sud invece questo non è tanto un problema probabilmente perché ci sono queste reti familiari molto più ma lo è invece l'accesso alle cure quindi molto spesso le persone proprio anno a questo punto si maggiormente bisogno di servizi e noi inedito poi ci torniamo però la butta lì il modello triage modello trial e padella fate sapere stesse logiche chiedo la patente di povero però non voglio capire chi sei cosa ti mai e poi magari bollente se non hai per parlare esattamente se non è la casa se non hai soltanto fino a quella data erano erano proprio bilanciati quelli per i bambini e cioè del gruppo esatto torniamo sul dettaglio proprio anche cosa c'era in questi pacchi ma solo da c'è purtroppo cosa ancora ancora in corso andrea maino buongiorno mi fa una prima sintesi su quello che abbiamo detto ma sul diciamo il secondo welfare sia tenuto cosa ha funzionato che cosa non ha funzionato così io mi giro ma realtà e devo guardare devo guardare davanti nella in questo diciamo enorme stress test in corsa dal marzo 20 20 si va intanto buongiorno a tutti e devo dire che diciamo in parte già l'intervento che mi ha preceduto ci racconta di quello che successe del modo in cui si è provato ma solo a fronteggiare la crisi pandemica ma intercettare i poveri le persone a rischio di povertà e anche i nuovi poveri perché come ci ricordava cristiano cristiano gori questa povertà che non è più da tempo solo povertà materiale ma tante facce ha bisogno di interventi che a loro volta sono multi dimensionali e che mettono in campo tante energie diverse il contributo di attori differenti che non sono solo attori e istituzioni pubbliche ma anche attori privati del privato non profit quindi questo terzo settore è così ampio anche e variegato al suo interno ma io credo delle risposte sono arrivate anche dalla dal mondo dal mondo produttivo e allora se il tema è come prendere in carico le persone in condizioni di povertà e i nuovi poveri dobbiamo muoverci a più livelli quindi abbiamo le misure nazionali il reddito di cittadinanza che è già stato menzionato e il il rennes che è stato il reddito di emergenza che è stato introdotto durante la crisi durante nel 2020 la risposta a questa crisi e poi considerare anche che le risorse no che il governo messo a disposizione che dal centro sono arrivate agli enti locali per fronteggiare la prima come dire la prima manifestazione delle conseguenze di questa crisi quella che possiamo chiamare la povertà materiale e alimentare che io penso ai buoni e buoni ai buoni spesa che sono facilmente e rapidamente arrivati alle famiglie in tutto questo quindi queste misure questo quadro di intervento che origina dalla dal centro si è inserito intersecato con l'azione che gli enti locali i territori le comunità sono chiamate a mettere i mettere in campo perché io direi che territorio comunità hanno saputo dar prova di rispondere in modo tempestivo al look da una la fase 1 alla fase due della crisi e adesso la sfida è proseguire perché lì si è visto che mettere in atto una serie di risposte agito come diciamo non solo sorta di volano rispetto a quelle che erano le sfide no i bisogni l'emersione di bisogni materiali che non erano però solo tali e quindi come ri inserirsi inserirsi nel mercato del lavoro come prendere in carico i figli componenti fragili dentro i nuclei familiari e un punto importante quindi io credo possa essere anche in parte un po la risposta a quella sfida che cristiano gori ha sollevato e spostare un po il fuoco da livello nazionale a livello locale ai territori i territori possono diventare già parte lo sono stati non solo durante quest'ultimo anno dei laboratori di innovazione l'innovazione sociale e di investimento sociale e quindi un welfare che non è solo risposte ai bisogni ma può diventare anche motore di crescita e di sviluppo anche qui per ricollegarmi diciamo alle domande che sollevava baldini allora c'è un problema a livello territoriale noi sappiamo non possiamo valutare diciamo la capacità di risposta dei territori delle comunità solo guardando alla capacità di spesa perché perché questa capacità di spesa e bassa rispetto all'investimento che lo stato fano stiamo parlando di poco più di 7 miliardi di euro lo 0,4 per cento del pil ma il modo in cui noi dobbiamo guardare io credo ai territori e alle comunità è la capacità di attivazione di progettualità e di collaborazioni proprio di tipo multi attore che chiamano a raccolta e valorizzano il contributo che viene da attori in onda non pubblici e quindi è proprio a livello territoriale che abbiamo visto ma questo già prima io penso della della crisi pandemica in risposta a quella crisi del 2007 nel 2008 i territori gli attori pubblici e non pubblici agire dentro delle reti anche però alto grazie a a bandi a finanziamenti a sostegni esterni che hanno permesso questi attori di lavorare insieme di sperimentarsi di fare che cosa dico progettare interventi e di provare a iniziare a produrre a co produrre anche risposte ora non mi nascondo e non vi nascondo che ci sono ovviamente tutta una serie di criticità e di sfide che vanno affrontate anche a livello locale d'accordo quindi i problemi non sono solo a livello nazionale ma è proprio la consapevolezza di queste criticità di questi rischi che può permettere a livello territoriale a presentare i può più efficace di quelli che sono i problemi e dico soltanto gli elenco perché so che non c'è non c'è tempo tra le criticità io li conosco la frammentazione territoriale e ovvio che il paese anche sotto questo profilo questo a guardare i territori come laboratori di innovazione non procede allo stesso modo ci sono territori che lo sanno fare meglio lo fanno da più tempo hanno maggiore capacità istituzionale organizzativa e altri che fanno fatica il tema delle differenziazioni di trattamento e quindi rispetto ad uno stesso problema territorio che sono in grado di affrontarlo e altri che non ce la fanno e questo accrescere le disuguaglianze nel paese la dispersione delle risorse le risorse comunque anche quelle risorse che arriveranno attraverso il piano nazionale ripresa resilienza rimangono risorse però da un lato comunque scarse diciamo è che vanno usate bene e quindi bisogna mettere a sistema agire in una logica sistemica integrata perché non si sperperino si usino male le risorse e l'altra sfida che io vedo che è connessa davvero a questa crisi è il rischio che le risposte emergenziali che molti contesti sono restate risposte comunque efficaci non reggano la sfida della sostenibilità e quindi non riescano a dare continuità a quegli interventi che comunque sono stati messi in campo e questo io penso un po quello su cui a livello locale le amministrazioni ma non solo devono investire nei prossimi mesi e nei prossimi anni le anticipo una cosa che vorrei chiedere dopo è d'accordo con gori quando dice noi siamo abituati a pensare è che i poveri siano principalmente al sud e forse in una certa misura insomma i poveri sono anche al nord e quel anche baldi neto è cominciato molto prima della pandemia è quello che abbiamo visto no spente le luci a milano e delle fiere saloni del mobile del grande attività internazionale sono rimasti senza lavoro i lavoratori precari e le lavoratrici precarie di questi sistemi quindi il nord a un tema nuovi poveri mica da ridere ecco magari poi adesso siamo un po nella tabella di marcia così riusciamo a fare un secondo giro e magari affrontiamo questo anche questo tema queste barche le facce o chiudere questo primo giro lei ha una traduzione o capisce l'italiano così bene ha una traduzione in flash buongiorno buongiorno o la traduzione verso l'inglese quindi ho potuto seguire c'è un problema di collegamento la interrompo anzi ansa se riusciamo a ripristinare il collegamento così poi magari facciamo chiudere la dottoressa bar queste barche nel finale ok se qualcuno ci dice come possiamo procedere facciamo allora scusate ci ricolleghiamo poi nel finale quindi tornerei tornerei a gori buttandoli un altro tema è importante cioè si parla di noi poveri di giovani esclusi di assegno unico le famiglie ma c'è un tema che come fosse rimosso qui lei è stato molto attivo con delle proposte che sono state in buona parte accolte nel nel piano di recovery e si tratta del dl forme di welfare per gli anziani sì grazie l'assistenza agli anziani non autosufficienti è appunto uno degli altri grandi ritardatari del welfare di questa riforma nazionale si parla degli anni 90 nel pnr promosso dal governo con te non c'era una serie di associazioni o messi insieme con noi un gruppo di studiosi abbiamo fatto una proposta l'abbiamo portata e ministro orlando e speranza che l'anno e l'anno in gran parte fatta loro e quindi ci sarà una riforma stati incrementati gli investimenti e ci sarà una riforma a partire da approvare entro il 2023 quindi questo diciamo direi la lascerei qui perché se è il tema prossimo venturo adesso direi qualcosa sull'assegno unico ok giusto perché è il tema di giornata giornate o fare un po di violenza perché questa cosa dell'assistenza agli anziani e la mia passione però se andate su il apprezziamo la pre però allora e volevo anche perché non faremo in tempo instabile io volevo mettere lì tre temi sulla questione della del dell'assegno unico allora il primo tema è il mio timore cioè se tra due amici invitati al dibattito sul fallimento della segno unico e mi spiego il l'assegno unico fa parte di un pacchetto di riforme necessarie e ritardataria ok adesso è stato introdotto il pacchetto transitorio e va a regime dal primo gennaio 2022 l'assegno unico serve a tre cose fondamentali incremento ai fondi per il sostegno economico alle famiglie con figli semplifica perché da sette misure si passa 1 e fa equità perché non ci sono più disparità per esempio tra i dipendenti gli autonomi ora guardiamo la dal punto di vista degli obiettivi l'obiettivo sostenere meglio le famiglie con il costo per i figli delle famiglie questo raggiunto il problema è che c'è un altro obiettivo che viene molto legato alla segno unico che è riprendere incrementare la natalità e questo sarà molto complicato da raggiungere ed è il classico obiettivo che se si fosse cominciato alcuni decenni fa questo trend è noto dagli anni 80 sarebbe stato molto più facile da raggiungere per due motivi uno perché per quanto tu possa fare delle buone politiche pubbliche uno dei motivi che mi spinge a fare dei figli e sono ottimista sul futuro in questa fase storica non c'è ottimismo sul futuro mentre negli scorsi decenni c'era il secondo motivo è che perché le politiche pubbliche mi spingono a fare più figli io devo quindi ci vogliono molti anni per chi vuole che la popolazione come dire maturin se questo si è visto negli altri paesi la certezza di essere aiutata dallo stato sono processi lunghi e adesso come dire quindi come minimo ci vorrà molto tempo quindi questo è il primo è il primo primo punto e questa è questa fase storica bisogna fare le cose giuste in contesto difficile e speriamo per il meglio la secondo punto che vorrei vorrei proporvi e riprendo e l'ha scritto benissimo baldini sulla voce è la domanda ma per quali bambini el'assegno unico che poi alla domanda anche ma per chi è lo stato sociale cioè l'assegno unico è una misura economica che va a tutte le famiglie con figli ma che poi diciamo a una base comune e poi deve essere distribuita in base alle condizioni economiche e la cosa interessante che tuttora il governo non ha deciso come fare per quando la misura andrà a regime è come dire io penso che il dibattito su questo sia emblematico del dibattito del dl sul welfare del tempo davanti a noi perché ci sono due opzioni tu puoi avere un'opzione più diciamo di natura universalista per cui tendi a dare lo stesso importo o abbastanza stesso importa la maggior parte della popolazione magari hai proprio più abbienti in opera oppure un approccio di tipo più selettivo per cui tu tende a concentrare il grosso delle risorse a dare molto di più alla parte più bassa della popolazione ok ok ci sono fortissimi argomenti a favore di entrambe baldini ci ha spiegato sulla voce a favore dell'universalismo ci sono almeno due argomenti primo tutti i bambini sono uguali secondo questo l'ha messo baldini ha detto sulla voce attenzione ragazzi perché se voi non fate l'universalismo voi state sempre più costruendo una società dove ci sono alcuni che finanziano il welfare e altre che lo ricevono però questo non va bene perché questo nel tempo ridurrà il consenso nei confronti del welfare quindi questo è un argomento più universalismo le persone anche le fasce medie mediante devono ricevere delle prestazioni se non dividiamo la società in chi finanze che riceve argomenti per universalismo però ci sono anche fortissime argomenti per la selettività che sono il diffondersi dei delle disuguaglianze e soprattutto il fatto che la società sta andando all'indietro e tu hai bisogno di politiche diciamo non solo per gli ultimi ma anche per i penultimi per i terzultimi affinché smettano di arretrare quindi io devo dire che su questo mesi fa avevo un'idea più precisa non ce l'ho però vorrei portare questo punto che il dibattito sull'assegno unico è importante e interessante perché ci fa riflettere sulla su quella che è la domanda chiave dei prossimi anni a chi è rivolto lo stato sociale e la battaglia tra universalismo e selettività sull'assegno unico è un caso di scuola poi l'ultimo punto è una cosa che io non ho capito però è su questa questione del sostegno alle famiglie con figli cioè la domanda è se sia un bene le gare le politiche a favore delle donne con le politiche a sostegno per le famiglie con figli cioè mi spiego tutta la spinta per ampia parte della spinta a favore delle piante tema delle politiche per famiglie con figli nasce dalla questione femminile però questo è un gatto che si morde la coda perché se nasce da questione femminile assume che sia sempre le donne a prendersi cura cerchio e va vediamolo in concreto ci sono tre assi nelle famiglie per le famiglie con figli assai contributi economici si è molto sviluppato a segno per i figli a seni di colpi nr è stato molto rafforzato qual è l'unico asset siamo rimasti indietro congeli dello stesso oggetto è però qual è qual è la peculiarità della seconda etica è l'unico dei tre che prevede di mettere in discussione la ripartizione dei campi dei compiti di cura khoikhoi congedi di paternità guardate assegni e contributi monetari non mettono in discussione la ripartizione dei compiti di cura congedi si nei paesi in cui ci sono concetti di paternità forti ora poi c'è anche una grata mente economico vantaggioso questo è un altro punto però stiamo su questi su questi tre classi perché a me ha fatto riflettere il fatto che sui due che non mettono in discussione la ripartizione dei compiti di cura siamo andati avanti sull'altro siamo siamo più indietro io diciamo ovviamente molto e molto complicato per questioni culturale rispetto al mercato del lavoro eccetera poi insomma questa è la questione se come è nel welfare davanti a noi appunto la questione diciamo di fare sì che le politiche a sostegno delle famiglie con figli non siano politiche a favore della donna perché abbiano un altro presupposto credo che sia una questione fondamentale grazie grazie a lei che tratterà stata proposta da resina credo anche in uno dei delle edizioni passate del festival è sicuramente sulle colonne del corriere mitch io torno torno a lei sul modello che ci interessa molto che avete sperimentato forse non a caso anche qui possiamo a ricollegarsi al tema del nord è vero che a milano avete una sede importante però partire da milano con un progetto di aiuti ci sia una cosa che ha sorpreso molto anche le eco un progetto di inclusi nel senso che noi comunque lavoriamo in italia dal 2006 con ambulatori fissi e mobili e abbiamo notato assolutamente questa trasversalità dell'aumento del bisogno anche soprattutto quando guardiamo stranieri italiani c'è sempre più italiani hanno chiesto di beneficiare dei servizi dei nostri ambulatori quindi questo modo abbiamo visto quello che è successo davvero che che abbiamo visto in succedere a milano è stata questa improvvisa questo improvviso crollo delle capacità di una una fascia che appunto non erano gli ultimi ma erano probabilmente i penultimi terzultimi che però immediatamente proprio cadevano nella nella nel bisogno assoluto e punto come dicevo prima non avendo gli strumenti ma anche proprio l'approccio l'atteggiamento quindi noi per esempio abbiamo visto che a milano o almeno al nord perché siamo anche a piacenza eccetera c'era pochissima almeno pochissimi di quelli che abbiamo incluso nel programma di nessuno escluso aveva mai aveva accesso al regio di cittadinanza eccetera cosa che invece abbiamo visto e cioè che c'è un problema anche a rimettere di essere poveri e di chiedere aiuto dura nell'ultimo due mesi fa mi dicevano addirittura non cominciato a chiamare giovani professionisti detto abbiamo tirato fino ad ora adesso non ce la facciamo più dateci una mano professionisti dei servizi che professionismo anche avvocati giovani avvocati cioè proprio liberi professionisti che si sono trovati davvero a non avere più dove aggrapparsi per riuscire a mantenere magari anche un minimo di autonomia el indipendenza rispetto alle famiglie di origine eccetera eccetera e adesso la domanda che come dire che ci stiamo ponendo è proprio quella di capire come magari proseguire in questo attività sostenute le dice di non avere assolutamente diversa e ci siamo dati sperando che come possiamo rispettare questa spesa scadenza alla fine dell'anno per concludere con questa fase di nessuno escluso e capire nel frattempo invece come riuscire a comunque rimanere a dare una mano a chi a chi ne ha bisogno ma proprio in quest'ottica di come dire integrazione e di non dipendenza dall'aiuto e soprattutto di far parlare poi il cittadino con l'istituzione soprattutto la più vicina i comuni ma anche al di sotto dei dei comuni comunque la povertà va intercettata dal basso cioè non c'è niente che funziona di più che a e andare porta a porta assoluta ma almeno questa è stata la nostra essenza e anche perché credo per una questione di fiducia di vicinanza forse anche di maggior tempo che si può dedicare a queste alle persone perché questo è un elemento importantissimo credo il coinvolgimento per questo non mi piace chiamarli beneficiari proprio prendersi il tempo per ascoltare le persone per capire quali sono veramente i loro bisogni e ragionare anche insieme di come poter poi poterne venirne fuori e questo purtroppo è un limite che delle istituzioni pubbliche abbiamo visto tantissimo sulla sanità soprattutto sulla sanità territoriale lo abbiamo verificato anche anche in questa questo progetto di aiuto di supporto alle nuove povertà è però credo che da questo punto di vista è l'interazione tra attori nel terzo settore no profit e istituzioni pubbliche sia proprio importante da questo punto di vista noi possiamo essere una specie di ponte di traduttore di per per far crescere un po insieme un sistema nuovo il punto in cui si concretizza diciamo all'alleanza d'aver allenamento si assolutamente si e mai non le faccio a rispondere sia sul nord sia sulla una nuova alleanza tra gli attori tutti noi non mi devo girare devo guarda scusate va bene grazie no volevo riagganciarmi diciamo questo intervento dicendo che è vero che la povertà si intercetta dal basso ma penso che le cose sarebbero un pochino più facili se le banche dati che nel paese ci sono fossero messe l'integrazione tra di loro e quindi poi messe a disposizione delle amministrazioni questo faciliterebbe una presa in carico più come viene organica integrata delle persone e dei loro bisogni quindi non sottostime ray il fatto che vado ha fatto un investimento del paese anche in questa direzione che poi si ricollega tutto il tema della rivoluzione della del ripensamento delle logiche di l'utilizzo dei nuovi strumenti digitali però per tornare alla sua domanda diciamo che ha ragione cristiano i dati istat ha non solo lista ce lo confermano che la povertà crescita molto al nord in questi anni e già prima della crisi pandemica io quello che vedo è che però forse il nord ha saputo anche reagire più prontamente diciamo a questa questa sfida perché perché c'è un capitale istituzionale e sociale che si è subito attivato e quindi torniamo al tema di quelle reti reti sociali quelli quei nuovi modelli di governance multi attore che dalla 2010 2011 2012 sono quando quella quella crisi ha toccato il picco si sono attivate e lì anche complice il fatto che enti filantropici penso alle fondazioni di origine bancaria le fondazioni di comunità quelle corporate hanno cominciato a ad investire ma ma non solo dal punto di vista delle risorse proprio nell accompagnamento nella creazione di queste di queste reti allora no io non sto dicendo che tutta la risposta debba arrivare solo da queste reti e è solo da attori che non sono pubblici quello che sto dicendo che dobbiamo riuscire ad attrezzare così come è successo in questi anni nelle regioni del centro nord ha anche il paese tutto il paese e le regioni del sud perché anche lì queste queste reti abbiano modo di ricevere risorse ma di utilizzarle bene per fronteggiare il problema della della povertà e poi se posso prendermi ancora pochi minuti di nuovo un po per riagganciarmi al tema della povertà delle nuove povertà io penso che investire sulle nuove forme di welfare che puntano ai servizi e quindi alla traduzione no delle risposte in il servizio e non trasferimenti poi dovrebbe portare proprio a investire nell'area del bilanciamento dei carichi di cura che siano delle donne che siano degli uomini delle persone rispetto ai componenti più fragili di minori componenti la disabilità gli anziani allora tutto questo tema investire oggi in un nuovo welfare che mette al centro i servizi e anche in larga parte il tema della conciliazione in senso più più generale può andare io penso in quella direzione perché vuol dire fare un investimento ragionando delle persone di come i bisogni delle persone cambiano nel corso della vita no i bisogni sono diversi bisogna intercettarli dalle primissime fasi quindi fare degli investimenti sui minori sui giovani sui giovani che poi dal sistema scolastico possibilmente abbiano le reali possibilità di entrare mercato del lavoro la vita adulta e poi una come dire un azione che guardi anche ai processi di invecchiamento e prenda consapevolezza che diciamo il tema dell'invecchiamento della non autosufficienza ma è qualcosa di aleatorio qualcosa che aspetta tutti dato la crescita e la speranza di vita nel paese e il fatto che questa si accompagna a un certo punto in poi con la perdita progressiva della dell'autonomia e l'ultimo problema che voglio ricordare è quello delle trasformazioni dei della struttura familiare che porta con sé un altro problema che quella della crescita della solitudine e dell'isolamento quindi le sfide sono enormi e penso vadano affrontate in un rapporto sempre più sinergico tra centro e periferia in una logica è il più possibile integrata grazie grazie mi dicono ecco che è tornata la professoressa queste barche buongiorno di nuovo siamo tifosi si esce marchi mini e ecco spero vi sentiate eccomi qui di nuovo scusate mi sarò brevissima nell'interesse del nel tempo sono d'accordo con quanto hanno detto gli altri diciamo che il divario tra ricchi e poveri si sta ampliando con lampade mia molte persone che avevano bassi salari che operavano in certi settori hanno dovuto vivere nei propri risparmi per questi gruppi è molto importante e aiutarle a ripristinare possibili sviluppi di lungo periodo per sostenere la vita nelle età più avanzata innanzitutto è importante sensibilizzare gli investitori in ogni fase di vita secondo l'ocse prima si comincia sensibilizzando all'investimento dei propri beni fin dalla scuola primaria maggiore se la capacità di persone di e disporre di beni finanziari attraverso la vita e in ogni fase della vita è importante diciamo aggiornare queste competenze di gestione del proprio denaro a volte si pensa che la persona debba essere ricca prima di poter accantonare dei soldi ma questo è sbagliato anche le persone a basso reddito devono avere una forma mentis che consenta loro di capire che anche accantonando piccoli importi mensilmente possono garantirsi un futuro finanziario più roseo c'è un altro aspetto molte persone pensano di dover risparmiare depositando dei soldi in banca però sappiamo che c'è l'inflazione i tassi di interesse sono bassi eccetera bisogna proprio fare un cambio di mentalità e far capire alle persone che portate investire anche nei fondi di investimento di lungo periodo partecipando adesso c'è nelle cave di friends dell'unione quindi il settore del retail potrà partecipare dalla prossima fase di crescita si potranno essere messi dei fondi in questi fondi infrastrutturali che sono basta a basso rischio ma hanno un ritorno nel lungo periodo ultimo non meno importante è importante dare incentivi alle persone non solo per garantire un buono stato di solidità finanziaria ma anche per il fatto che il consumatore è interessato ad ambiente a salvare il mondo e avere un ambiente salubre quindi c'è anche il discorso della finanza sostenibile e si possono coinvolgere le persone nei fondi e sostenibili in questo modo è possibile anche mitigare il rischio di povertà che incombe in alcuni ambienti sociali grazie una nostra comune amica avrebbe stressa lusardi sostiene che l'educazione finanziaria andrebbe fatta la cioè non calata dall'alto un po come avviene quando avviene oggi ma c'è una sviluppata laddove le persone stanno e così anche scherzando diciamo nella bocciofila da dove si gioca alle bocce oppure dal parrucchiere cioè dove le perle nei teatri nel dove le persone stanno vivono e si muovono sì assolutamente sono d'accordo al 100 per cento per raggiungere anche l'importanza della tecnologia in queste i nostri giorni perché tutti oggi indipendentemente alla ricchezza di chi rispondono hanno comunque accesso ad internet quindi deve essere tutto parte della nostra vita quotidiana in prospettiva di politiche pubbliche la commissione europea ha appena lanciato un'iniziativa all'interno della capital market unit quest'anno è un piano d'azione che cerca di creare un quadro all'interno del quale gli stati membri inclusa l'italia abbiano maggiore accessibilità odiano maggiore accessibilità le persone che non hanno un background di finanzalive as l'istituto per la vigilanza sulle assicurazioni che ha un nuovo progetto educativo grazie anche all ocse ma il governo italiano anche al mio lanciato un sito web è quello che conta dove le persone possono trovare informazioni su risparmi acquisto della pillola casa famiglia eccetera ma è giusto dire che tutto questo deve essere in tutto intorno a noi dove cercano in darci le questioni finanziarie ci accompagnano sempre quando si va al supermercato da parrucchiere non soltanto a scuola non soltanto in certe attività ma ovunque quindi noi come industria facciamo molto per informare i nostri clienti e abbiamo anche sui vari seminari specifici dedicati alle donne perché le donne hanno un maggior bisogno di pianificare rispetto all'uomo perché intanto vivono molto più a lungo e quindi hanno bisogno dei piani a disposizioni appunto per un arco di vita più lungo e poi c'è un gap finanziario il caso del fatto che si prendono cura dei figli nella famiglia degli anziani che spesso non guadagnano tanto quanto l'uomo quelli devono ricevere un maggior supporto in questo ed avere anche un approccio più customizzato più su misura per le donne per i bambini e per gli anziani questo molto in parlato importante quindi è la cultura finanziaria deve avere dei degli specifici prodotti per rispondere a questi bisogni specifici un'altra cosa importante per noi come industria portiamo avanti molte iniziative per informare i nostri clienti e il pubblico ma in effetti solamente il settore pubblico alle scuole i governi e anche il i governi locali possono dare erogare educazione finanziaria in modo indipendente ed olistico quindi il nostro contributo è sicuramente molto importante un'acqua oggi si si parla di asset management di gestione patrimoniale altri magari potrebbero parlare più verdi interbancario dell'assicurativo e il ruolo del settore pubblico e dare un indicazione agli investitori oggi che cosa più importante oggi di quanto non sia mai stato grazie sull'alfabetizzazione finanziaria delle donne che soprattutto in italia sono spesso c'è il volto diciamo della povertà è spesso quello di una donna con redditi insufficienti e con figli e sempre più spesso e quindi grazie a lui dico il nome del sito perché può essere interessante anche se l'ha pronunciato benissimo il sito si chiama quello che conta è fatto benissimo vi consiglio di andare a guardarlo perché ricchissimo di anche di informazioni pratiche sulle scelte finanziarie che facciamo nella vita perché tutto è scelta finanziaria c'è qualsiasi decisione che prendiamo in qualsiasi fase della nostra vita è una scelta finanziarie spesso ci può salvare dalla dallo scivolamento nella povertà io ringrazio e no abbiamo tempo per prendere delle domande abbiamo detto dal pubblico scusatemi e comunque ringrazio nel frattempo anche i nastri relatori che sono stati bravissimi tutti nei tempi veramente un grande panel eccoli un grazie scusate perchè in covi di ci costringe a questo sì sarò troppo breve e timi e mi rivolgo con il massimo rispetto a voi in sintesi l'articolo 53 della costituzione italiana ei 100 e 12 tutto quello che avete detto oggi che ho sentito sul pubblico impiego è dentro qua però il signor gori mi ha illuminato più e meno quindi se noi non rispettiamo il dettato del 53 sarà sempre meno le entrate e quindi sempre meno i servizi e un dato che nessuno dice perché purtroppo abbiamo una stampa che è una televisione pubblica e privata con troppe notizie da dare professor boeri 2018 lo ha intercettato era in scadenza come presidente dell'inps 11 miliardi mancano di contributi previdenziali non se ne parla mai sempre imposte dirette o indirette sui contributi previdenziali 2018 11 miliardi certi poi ci sono tutte le nuvole sparse qua e là dalla domanda che si vuole porre è questa no è il rispetto di questo articolo e del 118 è un altro esempio emergency vivo in una regione con la sanità migliore dopo quella lombarda per carità perché altrimenti dalle aree della regione trentino era mi va bene tutte le classifiche 9 lei no e allora allora e allora sono ancora più pesante secondo la stampa alla televisione il veneto viene subito dopo la lombardia per l'assistenza ospedaliera ok otto anni fa vengo a sapere che a mestre c'è emergency con grande simpatia ma c'è qualcuno che grida paroni a casa vostra quindi emergency da ad andare in africa non a mestre basta ho cominciato col più o meno asi più male la promessa britannica mary illusa i comuni i comuni stanno sopportando un carico previdenziale enorme diavoli la possibilità di mettere l'imu questa non me l'aspettavo che si diceva giustamente che ci sono i trasferimenti monetari mancano i servizi il professor gori diceva i servizi insomma per essere fatti hanno bisogno di tempo e quindi in questo momento si stanno facendo ma ovviamente i risultati si avranno nei nei prossimi anni la mia domanda è effettivamente così si stanno facendo questi servizi perché per esempio nel caso del reddito di cittadinanza sembra che non ci sia interesse a per esempio a espandere le politiche attive vogliamo rispondere al massimo rispondo sempre che sia marghera ma le risponderei baldini grazie luca risponde sulla seconda sì è vero è un periodo un po particolare per il reddito di cittadinanza chiaramente c'era l'esigenza di contrastare la povertà materiale monetaria proprio economica e quindi appunto quel lato avuto molto successo abbiamo perso un milione di posti di lavoro quindi la possibilità di inserire le persone i beneficiari del reddito in nel mercato del lavoro sono state molto limitate fra l'altro per alcuni mesi mi sembra la legge stessa impedisce l'attivazione sono stati chiusi 9 centri d'impiego nella pandemia quindi ci sono stati dei vincoli oggettivi sicuramente gli sforzi si fanno delle risorse ci sono in questo periodo appunto molto particolare di mancanza di vincolo di bilancio anche dal lato del dei servizi quindi omi mi auguro che qualche passo avanti anzi sono sicuro che ci sarà anche sul lato dell'attivazione compatibilmente appunto col recupero del sistema economico perché se non c'è domanda di lavoro da parte delle imprese è difficile attivare le persone però sicuramente questo è un tema molto più generale cioè il welfare style italiano poi chiudono subito a questo il grande dilemma che abbiamo di fronte ad esso è questo cioè da un lato la palmenta la domanda di aiuto no perché le famiglie aumenta appunto come abbiamo detto più volte la quota di famiglie che è in difficoltà e che ha bisogno di un aiuto immediato e dall'altro però vediamo tutti i difetti strutturali del sistema e quindi la necessità di fare riforme strutturali che richiedono tempo e che avranno effetti benefici solo nel medio lungo periodo quindi è davvero difficile per la politica resistere alle pressioni alle domande legittime molto legittime di aiuto e usava invece le risorse anche verso investimenti e verso i servizi che avranno efficacia solo sicuramente più lenta perché ci vuole più tempo nodari denaro è facile no però appunto la pressione e anche i voti vanno in una certa direzione invece il ragionamento più di lungo periodo forse dovrebbe andare anche almeno uno nato da solo un dato un a proposito delle donne del lavoro femminile se guardate i dati eurostat alcune regioni del sud italia anno il tasso di occupazione femminile più basso di tutte le regioni europee non c'è nessun'altra regione neanche nelle zone più povere della grecia o della spagna che ha meno donne che lavorano di alcune regioni italiane prendiamo anche la turchia ci sono anche quei dati nel sito di eurostat solo da turchia est la zona più arretrata a quote di lavoro femminile più basse di alcune regioni italiane quindi per questo servono più servizi sicuramente è appunto sta a noi anche chiedere alla politica i governanti questo tipo di politica e non solo e non solo aiuti immediati grazie io posso solo rispondere durissimo per capire meglio spiegare che punto siamo a marghera dal 2010 e come tutti gli altri progetti il programma italia il nostro non è un intervento che mira a sostituirsi al sistema sanitario nazionale ma mira a integrarsi ea facilitare l'accesso di chi resta fuori per tantissimi motivi alcuni purtroppo sono ancora oggi nel nostro paese nonostante l'articolo 32 della costituzione legati alla ricchezza quindi a quanto alla povertà anzi direi e quindi cerchiamo di fare questo accompagnamento dei cittadini stranieri italiani verso il sistema sanitario a marghera il nostro primo paziente è stato un italiano nel 2010 che aveva perso il lavoro aveva avuto problemi di salute soprattutto ai denti eccetera a quel punto riusciva più a mangiare quindi aveva tutta una serie di conseguenze banalmente non aveva i soldi per il dentista e sistema pubblico non gli garantiva quel quel tipo di servizio per cui c'è questa integrazione e un dialogo sempre costante con le autorità responsabili per capire come integrare e come modificare le politiche questo diciamo il percorso che abbiamo fatto dal 2006 a oggi in italia in varie regioni con più o meno su compreso il profondo nord compreso il profondo nord siamo milano come di intermediazione assolutamente assolutamente due punti diceva prima è vero che stiamo facendo le cose giuste al momento sbagliato però ne stiamo facendo con decenni ritardo non c'è mai stata una fase storica con così tante riforme povertà da pochi anni assegno unico pianini di non autosufficienza non c'è mai stata una fase storica così quindi è tanto complicata quanto pieno di opportunità e quindi bisogna veramente impegnarsi e rompe le scatole al potere documentarsi e studiare questo il primo punto però il secondo punto c'è una regola fondamentale per capire se la riforma e funzionano se una riforma fa contenti tutti sicuramente non va bene questa è la prima regola perché lavora e non si applaude su questa cosa quindi vero cioè una questione tecnica perché allora vuol dire che stai facendo le solite cose appunto scaricando tutto sull'espansione della sud annacquate spesa pubblica leggendo i più forti chi può parlare di più altra cosa l'assegno unico parte però danno un segnale da più da una platea di esclusi diciamo il lavoratore dalle partite magari coloro che erano i più svantaggiati in genere ma fredda accordo ponte quello lì e sugli autonomi e coloniale se no perché scusate dico un'altra cosa rimaneva a me ha molto colpito perché rimane la questione universalismo selettività che ci ha posto baldini perché se sentiamo i discorsi in sala alla fine to concentrare steel assegno unico sulla meta più bassa della popolazione perché no se vuole frenare che la società per allora la meta più alta della popolazione a un certo punto dice vabbè ciao ciao perché io devo finanziare le cose in cui poi non ricevo niente quindi le scelte sono comunque complicate beh forse anche per una responsabilità sociale adesso non voglio arrivare alla tassazione dell'un per cento però c'è la meta che sta sopra fa la cortesia di restituire qualcosa alla società no avevamo un'altra domanda però a voleva rispondere pensavo avesse un amica del pubblico che si è allora non abbiamo non abbiamo l'audio professoressa è tornato è tornato ok grazie no volevo inserirmi rispetto alla seconda domanda se posso e dire che allora intanto abbiamo previsto la cittadinanza ed è un enorme conquista se pensate che fino a due anni fa non avevamo assolutamente una misura nazionale di contrasto alla povertà ma il fatto che ci sia non vuol dire che sia la misura perfetta anzi a una serie di criticità e quindi io penso che il governo dovrebbe avere presto il coraggio di fare degli interventi che ad esempio vadano nella direzione di semplificare alcune procedure di conseguenza alcuni processi che rendano più facile poi l'accesso da parte di quelli che sono le persone in condizioni di povertà e possibilmente anche i nuovi poveri quindi quel penultimi oi terzultimi di cui si si parlava prima è che favoriscano poi l'attivazione dal basso proprio di quella presa in carico attraverso servizi e non solo interventi monetari quindi c'è molto da fare anche su questo e sicuramente questo sarà non tanto le pensioni ma forse questo dovrebbe essere un tema su cui investire nei prossimi mesi grazie prego anzi ringrazio i proventi percepiti momento brevi tacchio e questi a nagoya prima sottolineava un argomento a favore della selettività degli interventi è quello legato alla a rischio di diventare in condizione di povertà che è sempre più importante su questo fenomeno di scivolamento e di se vogliamo di arretramento della società la su questa condizione ecco a osservare gli eventi della pandemia c'è l'impressione che coloro che rischiano questa condizione siano vittime di nuove condizioni di disuguaglianza che magari erano intuibili prima ma che la pandemia veramente diciamo accentuato mi riferisco ad esempio alla disparità di accesso alle infrastrutture digitali della connettività o le disponibilità anche di device o penso altrimenti e soprattutto in un momento in cui siamo stati chiamati a lavorare da casa e ad apprendere da casa anche la disparità di condizioni abitative in senso stretto quindi legata alle caratteristiche dell'abitazione ma anche magari in senso più ampio territoriale non solo nel classico divario nord sud ma anche tra periferia e centro città nei grandi centri urbani o anche tra zone rurali e cittadine ecco legata anche all'accesso ai servizi banalmente nell'accesso alle cure e volevo chiedere a voi a chi si sente di rispondere se questa lettura può essere condivisa e o se avete percepito voi che avete avuto diciamo delle posizioni da osservatori molto attenti delle ulteriori nuove disuguaglianze e nuove fonti di nuove cause di povertà grazie grazie bellissima domanda chi ti vuole baldini sia una bellissima domanda non so per quanto mi riguarda penso a due elementi a due gruppi diciamo primo è quello dei giovani adolescenti che potesse possono essere anche una percentuale piccola però se lo moltiplichiamo per il numero delle persone poi sono migliaia di ragazzi che rischiano di essere lasciati da parte che non hanno non sono riusciti a seguire bene la didattica a distanza e che forse abbiamo tantissimi netto gente che giovane ragazzi che non studiano lavorano e non sono altrimenti coinvolti nella vita lavorativa attiva non diversa non è pure su se stessi temo molto che questo numero dopo essere calato molto va detto negli ultimi 15 anni con la cona pandemia stia riprendendo e l'altro l'altro aspetto cui non si pensa tanto è quello dei diciamo fra virgolette dei cinquantenni perché i dati sul reddito di cittadinanza ci dicono che tantissimi beneficiari sono nuclei composti in realtà da una sola persona non più giovane no che un quadro che è una figura molto diversa da quella cui forse si pensava a dieci anni fa quando si è cominciato a parlare di reddito di cittadinanza cioè il trentenne disoccupato no che deve ricevere un sussidio ma che deve essere anche accompagnato al lavoro che facilmente potrà uscire dalla povertà trovando il lavoro quando invece rai che insomma non solo la popolazione italiana in generale sta invecchiando ma anche anche i poveri stanno invecchiando e quindi diventa ancora più difficile intervenire efficacemente contro questo tipo di povertà perché chiaramente un conto è avere un trentenne da riqualificare e da inserire un conto è avere un 55enne allora c'è il rischio che il reddito di cittadinanza per alcuni almeno possa essere in realtà una specie di pensione anticipata no e questo chiaramente sarebbe un disastro perché appunto vorrebbe dire perdere tantissimo capitale umano e quindi noi abbiamo questo duplice problema noi giovani che hanno abbandonato la scuola o che sono stati lasciati un po in disparte da questa pandemia e anche tantissimi baby boomers che hanno perso il lavoro per tante ragioni non solo per la pandemia che per il cambiamento delle reti commerciali e così via e che possono forse aspettare la pensione piuttosto che essere aiutati a trovare un lavoro va bene se non ci sono altre domande io chiuderei perchè siamo stati bravi era anche giusto accogliere le domande del pubblico vi ringrazio e ringrazio tutti della presenza di come siete stati molto attenti e partecipi ringrazio i nostri redattori e vi da appuntamento oggi pomeriggio che si parlerà del proprio del cuore del del festival cioè la mano pubblica grazie grazie arrivederci
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