Montagna e bici: ambiente, sostenibilità, turismo
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Montagna e bici: ambiente, sostenibilità, turismo
Il panel si è concentrato sulle modalità di sviluppo e gestione sostenibile del turismo legato alla mountain bike, considerando gli aspetti ambientali, sociali ed economici delle comunità di montagna. La collaborazione e la consapevolezza sono emersi come elementi chiave per affrontare le sfide e sfruttare appieno le opportunità offerte da questa forma di turismo.
Sottotitoli creati dalla comunità Amara.org Buongiorno, buongiorno a tutti, benvenuti, ben arrivati. Qui c'è un panel di tutto rispetto, io volevo partire da un'altra cosa. In questi giorni, oggi proprio, il giro d'Italia si decide sulle montagne. Noi non siamo qui a parlare di sport, però evidentemente il ciclismo e la montagna è una relazione che viene da lontano e le grandi imprese sportive dei nostri campioni sono quelle in montagna. I passi alpini diventano delle mete per tutti gli appassionati di montagna proprio sulle orme degli sportivi e allora io volevo partire da qui per dire perché si parla di bicicletta a un festival dell'economia che sembra una contraddizione, perché in effetti la bicicletta è uno strumento che fa nascere economia, è un volano di economia, una risorsa che non è soltanto divertimento come era concepita fino a qualche tempo fa, ma è effettivamente uno strumento, un volano di economia, una risorsa soprattutto per i territori e da questo punto di vista la montagna ha cavalcato la bicicletta non da oggi. Siamo qui a parlarne con Anna Faccini, presidente della SAT, Società Alpinista di Tridentini ma è inutile dirlo, Umberto Martini, professore ordinario di economia e gestione delle imprese all'Università degli Studi di Trento, Vittorio Menghini, responsabile prodotto bike a Pt Valdisole a destra e Luca Bortolotti vice presidente Imba International Mountain Bicycling Association Italia. Benvenuti a tutti e allora io partirei da Anna Faccini perché stiamo parlando di bicicletta ma partiamo l'evento organizzato dalla SAT che è alpinistica e noi identifichiamo come camminatori, come escursionisti, come uomini di montagna ma da questo punto di vista. Allora vorrei capire perché voi organizzate questo evento, siete promotori di questo evento sulla montagna e bicicletta. Buongiorno a tutti e grazie a chi ha reso possibile questo incontro. Perché la SAT si occupa di bici? Beh bisogna fare una piccola storia della SAT, la SAT che nasce 150 anni fa e promuove fin dall'inizio anche la pratica e la frequentazione della montagna. Per arrivare subito nel cuore del problema e del tema dico che ancora nel 2010 la SAT affrontò questo tema dedicando un'intera giornata di studio al tema montagna e bici. In quell'occasione avevamo modo di ascoltare tutti i portatori di interesse che all'epoca cominciavano a promuovere la montagna anche attraverso un prodotto turistico derivante proprio dalla bicicletta. In quell'occasione ascoltammo i rappresentanti di società di impianti a fune che nei primi anni promuovevano l'uso degli impianti di risalita d'estate per portare le biciclette in quota. Ascoltammo responsabili e direttori di aree protette, giuristi per affrontare il problema della responsabilità reciproca allorché ci si incrocia sui sentieri e sulle piste ciclabili o sui percorsi che possono permettere ai bikers di frequentare strade forestali ma anche sentieri. E quindi arrivo un po' al focus del problema la SAT in provincia di Trento per specifica legge provinciale per chi fosse interessato la cito la numero 8 del 1993 cura il controllo e la manutenzione di una rete di sentieri di quasi 6.000 chilometri. A seguito di quella giornata di studio si avvia un percorso molto virtuoso con rappresentanti della provincia di Trento che portò ad una legge successiva, una legge provinciale che è quella attualmente in vigore. Sembrava in quel momento da aver trovato quasi una soluzione ma nel frattempo il fenomeno della bicimontagna cresce, esplode, l'avvento poi delle e-bike aumenta ancora di più il numero degli appassionati di questa pratica sportiva oggi siamo intenzionati a riprendere quel confronto avviato nel 2010 dicevo e questo potrebbe essere in questa occasione proprio una ripartenza nel ritrovarsi con rappresentanti degli stessi direi tutto sommato portatori di interessi di allora per aggiornarci su qual è lo stato attuale della situazione. Da quella giornata ne uscimo con parlo come SAT in questo momento con un atto di indirizzo approvato dal nostro consiglio centrale come si chiama in realtà è in tutto e per tutto un consiglio d'amministrazione che poneva in capo a SAT alcuni impegni ad esempio a contribuire a fare cultura della frequentazione della montagna in modo molto rispettoso cercando quindi di promuovere pratiche virtuose per chi in quel momento ricordiamo all'epoca le bici elettriche erano molto poche forse c'erano solo i primi modelli che in quel momento cominciava e trovava nella bicicletta un modo di passare tempo libero anche in montagna in quel momento rivolgemo anche degli appelli sia all'ente pubblico alla provincia ma anche agli enti territoriali affinché nella programmazione dei propri percorsi ponessero molta attenzione nella tracciatura di quella che diventò poi la rete escursionistica provinciale che vede molte migliaia di chilometri dedicate ai bikers e lancio un appello anche agli enti di promozione turistica affinché limitassero oppure cercassero di fare una promozione per immagini che non inducessero i frequentatori o gli amanti della bicicletta a percorrere ad esempio c'erano bellissime tuttora ci sono delle bellissime fotografie di bikers che scendono ma attraverso che cosa prati magari quindi in luoghi dove non ci sono sentieri e so di dire cose banali per chiunque abbia frequentato sentieri o magari usi la bicicletta è ovvio che percorrere delle ruote della bicicletta in determinate condizioni anche ambientali produce e aumenta l'usura e quindi la necessità dopo di intervenire a mantenere quel piano di calpestio che dicevo prima fa parte un po dei compiti che attraverso i propri volontari la SAP pone in essere in un'ottica di mantenere la rete sentieristica ecco questo è il panorama da cui siamo partiti dieci anni fa e oggi questo dicevo per noi è un punto di ripartenza per riprendere il confronto su questi temi se posso dire una cosa il tema come l'affrontiamo oggi ci ha subito portato ad una convinzione che il meglio di questo modo per affrontare il problema nasce lo riprenderò magari dopo da una prospettiva e da una sperimentazione in corso che vede tutti gli enti le associazioni e anche le imprese che promuovano il turismo insieme a braccetto trovando modi di collaborare questo è il tema da guardare in prospettiva prima vi ho parlato della storia oggi nel presente ci rendiamo conto che la parola chiave diventerà collaborazione cco riprendendo il concetto del meglio come diceva il cantante il meglio deve ancora venire e su questo siamo sicuri che dobbiamo proseguire per alcune parole chiave sono venute sono già immerse collaborazione e cultura della montagna io volevo fare un passo indietro con Umberto Martini appunto docente della Università di Trento per capire visto che comunque c'è questa rapporto forse un po' conflittuale ma in cui dobbiamo cercare di smussare e arrivare a una convivenza pacifica tra diverse modalità di sperimentare la montagna di vivere la montagna allora l'occasione qui si chiama ambiente sostenibilità e turismo legato alla bicicletta qual è il vero valore della bicicletta che in qualche modo è l'ultima arrivata in montagna ma videntemente appunto come diceva prima è una risorsa economica non indifferente ecco qual è il valore vero allora intanto buongiorno a tutti a tutti credo sia importante partire dalla riflessione che lei faceva all'inizio lo sviluppo di un'economia legata a delle attività ludicori creative. Noi siamo partiti molti anni fa alle radici del turismo quando il turismo e tutte le forme di chiamiamole vacanza svago erano limitate concettualmente solo ad alcuni settori cioè sembrava che parlare di turismo fosse sinonimo di parlare di ricettività alberghiera e forse di ristorazione quindi c'era una visione molto stretta dove turismo uguale albergo tanto che per esempio si dice lavorare nel turismo uguale lavorare nell'albergo la realtà degli ultimi anni quando dico gli ultimi intendo almeno gli ultimi trent'anni almeno gli ultimi trent'anni ci dice che non è così ci dice che il tempo libero delle persone che è diventato sempre più importante in tutte le società sviluppate ha fatto nascere un'industria una vera e propria industria chiamiamola in senso lato dell'entertainment un'industria ludicori creativa che a sua volta è diventata un'economia perché diventa un'economia perché trascina una quantità incredibile di attività che spaziano negli ambiti più diversi allora venendolo specifico la bicicletta perché la bicicletta diventa uno degli elementi dell'industria dell'entertainment perché intanto è una pratica sportiva come si diceva in apertura ormai di grande rilevanza a livello internazionale e quindi trascina l'entusiasmo e l'entusiasmo trascina il mito del campione il mito del campione trascina a sua volta l'appassionato che in qualche modo cerca di provare soddisfazione mozione emulando ciò che fa il campione quindi la banalizzo ieri abbiamo visto la tappa dolomitica del giro d'italia è una delle più importanti manifestazioni da appassionati non d'atleti è il giro dei passi addirittura ci sono dei giorni in estate in cui viene chiusa la strada per permettere a migliaia di appassionati anche questo è un indicatore importante ci sono pochi minuti per prenotarsi un numero di pettorale perché la vendita dei biglietti per poter accedere a questa manifestazione del sella ronda prevede che le persone stiano ad aspettare ore prima davanti al computer che si avvi la richiesta online e in pochissimo tempo migliaia di pettorali vengono venduti questo non dice lunga e questo trascina un entusiasmo nei confronti della bicicletta su strada come in questo esempio ma ovviamente anche fuori strada ci mancherebbe altro che non ha precedenti e questo spiega perché sia nata un'attività economicamente molto significativa nel mondo della bicicletta del ciclismo che trascina un indotto che è sempre più importante pensiamo a tutto ciò che riguarda l'attrezzatura l'abbigliamento gli accessori ma pensiamo anche proprio alla frequentazione di luoghi con tutto quello che questo genera naturalmente si parla anche qui di vacanze legate al prodotto bike come si dice no nel gergo nel gergo turistico piuttosto che il fatto che le persone poi rimangono consumano consumano nel senso di vanno a mangiare acquistano souvenir quindi c'è tutta un'economia turistica legata sempre più alla bicicletta questo porta a un problema sul quale magari poi avremo modo di tornare molto tempo fa negli studi di cui io stesso mi occupo sul turismo sostenibile uscì un libro molto importante che conteneva un assunto basilare a mio avviso ancora oggi nel quale si sosteneva che è impossibile parlare di sostenibilità al di fuori di qualunque tipo di regolazione c'è un fenomeno lasciato andare è per sua natura insostenibile ecco allora è chiaro che è faticoso e per alcuni versi fastidioso parlare di regole nel mondo ludico ricreativo perché sembra quasi un ossimoro no perché il mondo ludico ricreativo ci sembra un mondo dove tutto è consentito perché noi dobbiamo divertirci quindi quando io vado in bicicletta su un percorso di montagna beh insomma è chiaro che attraversare un prato perché magari mi sembra un pendio affascinante piuttosto che sfrecciare su un sentiero con dei salti e delle sibizioni di un certo tipo ritengo sia un mio naturale e innegabile diritto ecco questo è un po il tema quindi quando poi noi magari ragioneremo sulle ipotesi di convivenza dobbiamo partire dall'assunto che senza un minimo di regole e di rispetto di regole reciproche perché le regole non riguardano mai una sola persona faccio l'altro tipo di rapporto fra automobilista e ciclista perché spesso quando si parla di escursionista e ciclista quello forte è il ciclista naturalmente perché è su un mezzo e comunque occupa più spazio di te quando invece tu sei un automobilista allora il ciclista diventa il soggetto che chiamiamolo debole allora anche lì il rispetto delle regole deve valere per entrambe le categorie questo credo sia il punto sul quale poi vale la pena confrontarsi un po di più assolutamente io vengo da Milano dove il problema è esattamente l'opposto quindi però il problema di fondo è lo stesso cioè è il rispetto delle varie modalità di utilizzare la strada o la montagna allora io volevo aggiungere a questo boom della bicicletta in montagna anche il fatto che come era stato accennato la tecnologia spande quest'uso perché io che non ho il fisico da grimpeur ho fatto con la bicicletta elettrica ho fatto il passo dello stelvio ed ero felice come un bambino quando sono arrivato in cima cco luca bortolotti mondo bike è stato citato evidentemente la bicicletta è diciamo l'ultima arrivata in montagna sta iniziando a entrare entrata si parla di regole si parla di rispetto videntemente non ci sono dei percorsi ovunque dei percorsi dedicati alle biciclette e quindi è un problema davvero di convivenza dal vostro punto di vista esponente del mondo biking quali sono le sigenze le richieste i limiti che possiamo immaginare? Se posso fare un minimo di storia di imba e allora noi non ci possiamo avvantare della storia così lunga della sat però la bicicletta a 200 anni quindi assolutamente sì però vorrei semplicemente dire che imba nasce negli stati uniti alla fine del degli anni 80 nell'88 precisamente proprio perché essendo nata lì la mountain bike e si erano accorti subito che questa presenza sui sentieri o comunque nelle zone dove normalmente ci si andava solo a piedi o comunque in altri modi la bike avrebbe potuto creare dei conflitti quindi imba nasce proprio sulla base di eliminare in maniera etica in maniera attenta i conflitti che possono nascere tra i diversi utilizzatori creando un ambiente disteso proprio lo scorso anno abbiamo festeggiato i 10 anni di imba europe in val di sole siamo presenti in 26 nazioni quindi tutto sommato possiamo dire che imba ha un'esperienza internazionale molto importante quindi raccoglie testimonianze molto diverse e comprese le testimonianze di conflitti non conflitti e collaborazioni imba si basa su quattro pilastri importanti il primo dei pilastri di imba è il dialogo il secondo è la costruzione il terzo è il rispetto e solo all'ultimo posto mettiamo pedala quindi capite bene che comunque la nostra attenzione nei confronto di questi aspetti è altissima e noi ci occupiamo fondamentalmente di trail building sostenibile ma di educazione ad un rispetto dell'ambiente che vada incontro alle esigenze sia degli utilizzatori ma soprattutto dei diversi aspetti dell'ambiente e trail building sostenibile cosa vuol dire innanzitutto cercare di insegnare alle persone che vengono ai nostri corsi gli errori da non commettere più è molto frequente che le varie associazioni sportive ma anche il singolo si mettono a realizzare a costruire percorsi che fondamentalmente non c'entrano nulla con l'ambiente in cui si trovano allora tornando anche un po' indietro noi ci siamo noi abbiamo sviluppato la nostra tecnica di guida e la nostra cultura della mountain bike utilizzando percorsi che fondamentalmente non sono nati per la mountain bike nascono per esigenze storiche legate all'economia rurale e quindi fondamentalmente la maggior parte dei sentieri a parte dei sentieri alpini sopra certe quote sono costruite sulla massima pendenza massima pendenza cosa vuol dire che sarà assolutamente la direzione che percorre l'acqua quindi automaticamente l'usura della bici accoppiata anche ai fattori climatici attuali è sicuramente un dato importante quindi cosa facciamo noi durante i nostri corsi cerchiamo di fare in modo che la gente capisca che un certo tipo di costruzione barra manutenzione deve essere attentamente mirato alla riduzione dei danni in più cerchiamo di portare una grande attenzione nei confronti della percorrenza sostenibile del sentiero e io ho la fortuna anche di essere formatore della federazione ciclistica quindi ho a che fare con persone che vanno anche in bici quindi diciamo c'è un grosso studio anche a livello psicologico è vero che lo sport fa bene la montagna fa bene però effettivamente forse siamo di fronte ad un momento in cui la responsabilità e comunque anche la scelta di rinunciare a qualcosa possa diventare un fulcro importante per avere diciamo un mondo futuro completamente diverso. Ecco grazie adesso con Vittorio Menghini volevo arrivare diciamo un'esperienza concreta perché appunto Val di Sole ha puntato sulla bicicletta ci sono territori montani che sono riusciti quasi a pareggiare diciamo l'economia della stagione estiva con quella della stagione invernale anche non solo ma anche soprattutto con la bicicletta allora mi viene da chiedere perché Val di Sole ha puntato sulla bicicletta e come ha affrontato questi temi di conflitto. Buongiorno a tutti niente la storia turistica della Val di Sole è sempre stata per lo più invernale nel senso che le nostre tre schiare erano la realtà turistica che ha fatto la maggior parte di numeri nella nostra storia turistica. Diciamo che da inizio anni 2000 si è voluto puntare fortemente sulla bici con l'organizzazione nel 2008 del primo mondiale di mountain bike a cui hanno fatto seguito poi altri due eventi il mondiale 2016 il mondiale 2021. Abbiamo in programma nel 2026 un altro evento sempre di caratura mondiale ma annualmente organizziamo e ospitiamo degli eventi di coppa del mondo di mountain bike. A seguito di questi importanti eventi mondiali si è deciso di investire di promuovere in maniera convinta e si spera il più decisa possibile il prodotto bike nel senso di organizzare e prevedere all'interno della nostra realtà turistica delle infrastrutture che siano utili per i nostri ospiti su due ruote. Parliamo di percorsi mountain bike, parliamo di servizi a servizio dei biker tra cui banalmente impianti di risalita, treno più bici, bici bus, una rete appunto di servizi che permette ad un ospite di vivere un'esperienza il più positiva possibile in vale. È chiaro che nel corso degli anni non è stato ovviamente tutto rosa e fiori, io nello specifico seguo lo sviluppo del prodotto bike dal 2017 e abbiamo avuto bisogno anche noi di sbagli perché sono stati fondamentali nella nostra crescita e di sperimentare alcuni metodi di lavoro che ci stanno dando, dico in tutta sincerità da 2-3 anni dei buoni risultati nel senso che inizialmente non avevamo riscontro nei confronti delle iniziative che mettavamo in campo mentre successivamente a seguito di alcuni accorgimenti siamo riusciti a notare qualche risultato. L'offerta nostra è ampia nel senso che il prodotto più conosciuto è la nostra pista ciclopedonale che è di 35 chilometri da Cogolo di Peio fino a Mostizzolo. A fine giugno inizio luglio inauguriamo il nuovo tratto ciclabile da Vermiglio fino ad Osana che poi prosegue fino in Bassavalle. Abbiamo due bike park, il bike park di Passo Tonale, il bike park Val di Sole che sarà oggetto di un importante ampliamento nel 2024 in zona folgarida. Abbiamo una rete di oltre 300 chilometri di percorsi mountain bike. Quest'anno lanciamo il nuovo prodotto turistico che è l'Alpine Gravel, stiamo cavalcando appunto la moda gravel, è chiaro che è un prodotto per lo più, parliamo volutamente di Alpine Gravel nel senso che le colline del Chianti in Val di Sole non l'abbiamo ancora, nel senso che la conformazione tipica del nostro territorio è diversa, sono versanti ripidi impegnativi, quindi proponiamo sei nuovi itinerari con pendenze importanti, con dislivelli di conseguenza molto forti e quindi vogliamo anche provare a vendersi sul mondo gravel che nell'ambito delle due ruote sta facendo particolarmente tendenza. Attualmente a livello di numeri sulla Ciclabile abbiamo un passaggio estivo di circa 100 mila persone, quindi è un flusso importante verso per lo più la Bassavalle e dei servizi collegati alla Ciclabile importanti sono ovviamente il treno più bici, il nostro bike bus al quale abbiamo affiancato il bici bus proprio per riuscire a soddisfare le richieste in termini numerici di numeri importanti per il rientro da Mostizzolo. È un processo continuo quello che noi viviamo annualmente nel senso che come parlavano i relatori prima di me ci sono alcune parole chiave tra cui la convivenza, la collaborazione, il confronto, il dialogo e è quello che ci siamo resi conto che dobbiamo fare annualmente soprattutto ad inizio o fine stagione in modo da poterci coordinare in maniera adeguata con tutti gli stakeholder del nostro territorio. Ecco io vorrei ripartire da Umberto Martini perché evidentemente 100 mila persone che percorrono una Ciclabile in montagna sono un numero che inizia a essere l'elevante anche perché immagino che non sia soltanto il passaggio ma poi gente che comunque si ferma, ritorna e quindi che come dicevi prima porta un'economia e tendenzialmente il cicoturista oggi non è più quello che va in bicicletta perché non altri mezzi per muoversi ma è un turista tendenzialmente altospendente insomma quindi c'è un'economia, c'è un'opportunità che è a portata di mano e allora proseguendo il discorso che stavi facendo prima quali sono le condizioni per poter sviluppare questo dialogo, questa collaborazione e questa convivenza che diventa necessaria per il bene di tutti. Sì, senz'altro la convivenza credo sia proprio il tema. Ecco partirei da questa interessante testimonianza che viene dalla Val di Sole per sottolineare un aspetto che anche adesso sottolineavi cioè il fatto che oramai il turismo è diventato un'attività talmente complessa dove c'è una tale esigenza da parte del turista, dell'ospite in termini di servizio che chi lavora seriamente sull'offerta turistica non può trascurare e quindi c'è un processo di trasformazione del territorio a favore dell'ottimizzazione della fruizione turistica e quando nasce un nuovo segmento di fruitori, parliamo della bicicletta però insomma voi mi insegnate che dire bicicletta vuol dire nulla perché è come oggi parlare di sciatore, gli sciatori, vabbè, bisognerebbe poi in realtà essere molto più precisi e parlare di che tipo di sciatore, che tipo di ciclista stiamo considerando, ognuno di questi richiede l'apprestamento di servizi specifici e in qualche modo questi servizi possono riguardare anche una certa trasformazione del paesaggio, delle strutture, dell'infrastruttura cioè se parliamo di piste ciclabili oppure parliamo di creazione di bike park oppure creiamo di creazione di percorsi specifici per gli appassionati di mountain bike o altri tipi di bicicletta più o meno assistita dall'energia elettrica. Ecco che andiamo a immaginare un impatto molto forte su quel territorio che aiuta anche però a creare un qualche tipo di ordine perché come dicevo prima il vero problema è quando abbiamo migliaia e migliaia di appassionati di diversi tipi di bicicletta che al di fuori di qualunque senso di organizzazione frequentano in maniera magari disinformata e inconsapevole dei percorsi e dei territori che non sono stati minimamente pensati per le loro esigenze. Quindi io credo che siccome si è inevitabile pensare che esistano ormai queste due comunità di fruitori delle zone alpine delle zone di montagna e per semplificare li chiamo e beh basta cambiare una consonante hikers and bikers con l'inglese ci aiutiamo perché rimane uguale dalla i in avanti ci mettiamo la b ed è una comunità di fruitori ci mettiamo un h e diventa la seconda comunità di fruitori. Queste due comunità saranno sempre di più comunità che diventano una comunità allargata che fruisce più o meno gli stessi spazi. Ecco lì è fondamentale che ci siano le due cose secondo me che sono state dette proprio per arrivare a questa ottimizzazione e a questa possibile durata nel tempo. Da una parte che entrambe le comunità siano consapevoli dell'esigenza dell'altra. Qui andiamo a toccare un tema credo molto rilevante per la società contemporanea che è l'accettazione dell'altro. È chiaro che queste due comunità sono altre perché hanno esigenze comportamenti diversi però devono imparare reciprocamente a condividere degli spazi che a volte saranno gli stessi spazi a volte no ma a volte sì. Allora faccio un esempio personale io sono un hiker non un biker sono una particolare categoria di hiker che è l'hiker con cane. Ecco personalmente ritengo scorretto chi tiene il cane libero in montagna senza preoccuparsi minimamente della presenza di altre persone altri cani e ciclisti. Io ho cercato di insegnare al mio anche se è una razza un po' particolare perché è un bigol che è un cane che fa tutto di testa sua però il comando al piede lo ha imparato e quando ci sono dei ciclisti che mi stanno superando cerco di fare in modo che non diventino delle prede perché lui li confonde per dei conigli non so bene perché succede però succede. Allora il mio ruolo come si dovrebbe dire tecnicamente di conduttore del cane è quello di insegnare al cane cosa numero uno due qualora lui decidesse essendo un bigol che il mio insegnamento non si applica i bigol lo fanno spesso avere un certo tipo di guinzaglio e avere anche una certa banale manualità nel come tenere un cane che pesa solo 16 kg ma vi garantisco che sono difficoltà paragonabile a quelle di avere un elefante a volte al traino e questo è il primo aspetto quindi educazione e comprensione del problema dell'altro poi c'è un secondo aspetto che quello che ci viene dalla testimonianza della val di sole che è io territorio che so di ospitare queste due comunità gli hikers e i bikers che faccio mi pongo il problema oppure no ecco loro ci stanno dicendo ecco come me lo pongo cercando di rendere il territorio ospitale che è la parola chiave del turismo per entrambe queste comunità allora devo dare a entrambe le comunità delle possibilità perché se io do entrambe la possibilità di avere i propri spazi di andare a esercitare la propria passione in sicurezza le renderò anche più disponibili ad accettare che quando questi spazi invece li condividiamo non siamo più liberi di fare esattamente quello che vogliamo ma dobbiamo tenere conto del fatto che c'è anche l'altro ecco questo credo sia una delle sfide fondamentali e quindi a mio avviso insisto i due temi fondamentali sono da una parte quella dell'educazione dell'informazione e dall'altra parte quella dell'organizzazione cioè fare in modo che ci sia un territorio dove i diversi attori abbiamo parlato dell'azienda per il turismo ma ovviamente l'assat per quello che riguarda la gestione dei sentieri i comuni perché non dimentichiamoci che molti percorsi sono magari strade comunali o strade forestali che sono gestite dal comune piuttosto che qualsiasi altro ente un parco naturale qualsiasi altro ente abbia in gestione dei percorsi deve farsi carico della situazione proprio perché i numeri ormai non ci permettono più di dire non è importante non dobbiamo preoccuparcene lasciamo solo a loro la responsabilità la autoresponsabilità di non infastidire l'altro perché questo secondo me invece può causare quei dissidi quei conflitti che poi diciamo ce lo ti rovinano una giornata perché un litigio fra un hiker e un biker su un sentiero per tutte e due doveva essere una bellissima giornata in montagna per tutti e due per tutti e due quello diventerà ma anche senza immaginare che si siano fatti del male perché c'è stato un investimento no semplicemente si sono presi a brutte parole diciamo così già lì ti sei rovinato la giornata e questo credo sia il danno massimo e direi tendenzialmente ti sei perso un turista se non due questo è l'altro aspetto più perché se poi questi usano i social media entrami fanno un post parlano alle rispettive community e lì il danno si amplifica perfetto io utilizzavo questi due criteri che hai posto quello del rispetto e la consapevolezza dell'altro e l'ospitalità per vedere appunto aspetto alpinisti hikers come abbiamo definiti voi avete detto avete già avviato un percorso di ipotesi di regolamentazione di documenti di indirizzo che proseguirà ecco come immaginate la prosecuzione su questi due due aspetti vedevo che prendevi appunti mi faceva paura perché detto qui adesso ha una pagina di appunti no non voglio spaventare nessuno sì io sono molto abituata a segnarmi delle parole che mi colpiscono e che secondo me possono poi diventare la molla che fa scattare idee e anche progetti eccetera e quindi questo concetto di comunità che poco fa veniva citato per riferirsi alla comunità di chi va piedi rispetto alla comunità di chi usa il mezzo meccanico mi ha portato subito a pensare cerchiamo di astrarre un attimo l'esempio e quindi io che vado in bici a piedi e lo porto proprio sul piano di sat rispetto a tutti quelli che propongono e promuovono abbiamo sentito parlare di prodotto turistico che sia una pt o non qualsiasi altro ente allora quando parlo di comunità questo accenno all'accoglienza alla comprensione delle reciproche esigenze questo è il punto nodale e dicevamo prima sat che cura e controlla quasi sei mila chilometri di sentieri lo fa attraverso i propri volontari e questa è una comunità al lavoro a titolo gratuito i volontari sono organizzati hanno un progetto un programma di lavoro annuale e c'è il rischio che si crei disamore nel continuare a fare i volontari proprio perché quel tratto di sentiero viene usurato e questo comporterebbe un continuo tornare sui propri passi letteralmente a rifare sempre gli stessi lavori questo può portare non solo a disamoramento ma a far venire meno anche un impegno ripeto parola volontario significa proprio che c'è qualcuno che va cammina raggiunge il luogo e si mette a lavorare dietro poi c'è tutta l'organizzazione che programma individua i percorsi c'è un programma molto molto capillare molto articolato che dura di anno in anno quindi questa è una comunità al lavoro al servizio di chi cammina e in questo addirittura la legge che vi citavo prima assegna viene assegnato alla sata addirittura una funzione pubblica di garantire una frequentazione anche in ottica in chiave turistica dall'altra parte ci sono queste nuove esigenze credo che anche la sata deve rendersi conto di questa esigenza che nasce da uno sviluppo e da un'innovazione di una offerta turistica quindi quando io sono io sat sono consapevole dell'esigenza di chi promuove di chi promuove anche il turismo attraverso la bici questo deve essere il punto che ci fa trovare quel centimetro quadrato in una mappa di interessi comuni su cui lavorare in modo che diventi poi una programmazione condivisa. Abbiamo sperimentato questo negli ultimissimi anni la possibilità di arrivare a un termine burocratese un protocollo è molto più semplice se dico degli accordi di collaborazione con APT addirittura questo accordo non viene stipulato con la sola APT ma con tutti gli enti territoriali che in una zona in una valle lavorano e quindi quando parlo di enti territoriali mi riferisco a comunità di valle a comuni ad azuk e grazie a questi accordi c'è la possibilità ad esempio ad inizio d'anno grazie alla programmazione che viene fatta dalla nostra struttura in particolare dalla commissione sentieri di andare a individuare esigenze l'intervento sui territori su cui trovare la collaborazione anche e lo sottolineo mettendo a disposizione risorse e di nuovo risorse sono sia risorse umane sia risorse anche finanziarie perché ovviamente determinate lavorazioni comportano anche sostenere dei costi vivi quindi questo secondo me questa sperimentazione che abbiamo in corso può essere quella modalità di riconoscere le esigenze dell'altra comunità. Bellissimo la stessa domanda la giro a Luca Bortolotti hai parlato di corsi di educazione che state già facendo e cercate di fare per sviluppare questa consapevolezza ecco su questo doppio binario rispetto dell'altro e ospitalità rispetto dell'ambiente. Allora mi aggancio all'interessante discorso di Anna perché ha aperto una parentesi molto interessante. Allora vedo due cose intanto si parla prevalentemente di macrosistemi economici legati ai grandi centri di promozione del turismo ma molto spesso si dimentica di quel substrato di appassionati che non vanno in vacanza, adesso parlo della nostra regione provincia, che non vanno in vacanza nelle grandi aree turistiche ma che vivono in zona, che vanno in bici in zona e che grazie al loro apporto economico creano un mini indotto attraverso i negozi locali, punti di assistenza locali e quindi molto spesso si parla di grandi progetti di infrastruttura senteristica di ciclovie ma non si pensa minimamente che ad esempio una persona di Trento ha tutto il diritto di partire da casa e andare in bici sui sentieri o comunque sulle strade forestali senza l'utilizzo della macchina quindi diminuendo ampiamente l'impatto nei confronti dell'ambiente. Siamo in un periodo in cui anche questi piccoli, non tanto piccoli temi dovrebbero essere fondamentali e forse on top of the list per usare questo inglese che ci piace tanto e quindi spesso si dimentica di questa fascia. È vero che ci devono essere dei grossi investimenti nei confronti delle grandi realtà ma ci devono essere anche dei piccoli grandi investimenti nei confronti delle piccole realtà che comunque fanno parte di una conbiuntà importantissima. Seconda cosa si parla di collaborazione quindi di creare comunque gruppo e al di fuori del Trentino appunto girando tutta l'Italia proprio per i workshop di Imba ho la possibilità di confrontarmi con realtà esistenti, radicate e coese. La collaborazione tra CAI che è al di fuori del Trentino e le varie associazioni che promuovono la mountain bike è estremamente diffusa e non a caso l'Emilia Romagna è una delle regioni dove c'è la maggior collaborazione tra CAI e le associazioni di mountain bike ed è per questo che si è sviluppato un ambiente disteso, collaborativo e costruttivo e estremamente produttivo senza dover ricorrere a grossi fondi pubblici e quindi riuscendo anche a deviare molto di questo denaro su iniziative completamente diverse. Tra l'altro allora si parlava di costruzione di bike park e comunque di percorsi nuovi, siamo in una situazione di sfruttamento del territorio completamente al di fuori di qualsiasi controllo e ormai pensare di rubare ulteriore territorio per costruire cose nuove è abbastanza, abbiamo un po' sorpassato anche un po' la linea e onestamente bisognerebbe cominciare a pensare di sfruttare ciò che esiste piuttosto ridisegnarlo, rivederlo e riproporlo in una chiave completamente diversa, quello che dicevo prima è di rinunciare, si può cominciare a rinunciare ad avere 50 sentieri, ne possiamo avere 4 ricostruiti, realizzati bene, ridisegnati in maniera che comunque l'usura delle bici sia minore, stiamo portando avanti delle collaborazioni anche con Val di Sole attraverso la squadra di manutentori per rivedere proprio alcuni di questi aspetti, perché loro stessi si sono resi conto che diversi dei percorsi sono molto consumati, le percorsi sono molto più spaventate, i social media aumentano la presenza in zona delle persone, gli stessi influence comunque tutto ciò che deriva dal carico dei social media porta persone che emulano azioni, probabilmente invece che promuovere una cultura dell'epico, faccio lo stesso giochetto di consonanti, sarebbe il caso di promuovere una cultura dell'etico, quindi l'hiker può anche essere etico e non solo epico, o il biker a sua volta, quindi tutto molto delicato, tutto agganciato a fili molto sottili che però intrecciati possono diventare un cavo d'acciaio e un cavo traente molto importante. Assolutamente tu hai parlato di Emilia-Romagna, conferma il fatto che settimana prossima saranno un evento a Cesena legato al cicloturismo che è stato confermato proprio perché Emilia-Romagna ha deciso che la bicicletta deve essere un mezzo di ripartenza anche dal punto di vista economico e non solo le spiagge su cui stanno lavorando. Finivo il giro con Vittorio Manghini, anche a lui, come avete declinato questi due aspetti, già un po' l'avevi detto, ci sono delle strutture dedicate, però è chiaro che non è che possiamo pensare a percorsi separati, è una convivenza che è necessaria. Noi in seguito ai primi anni che abbiamo puntato sul prodotto bici, quindi sull'offerta sentieristica nostra, ci siamo resi conto che a fine anno, inizio primavera, facevamo degli interventi a spot su alcuni tratti di percorso che erano particolarmente accidentati o non adeguati al passaggio di bici. Erano, come ho detto poco fa, degli interventi a spot, quindi non ne regolamentati e ne particolarmente organizzati. Quindi è nata l'esigenza nel 2021, abbiamo iniziato a pensarci nel 2020, di organizzare delle squadre di manutenzione, bike e track, che si prendessero cura della rete sentieristica nostra, autorizzata a livello provinciale. Ovviamente noi in questo processo ci siamo avvalci della collaborazione burocratica della comunità di Valle Nostra, dei comuni in valle e delle AASUC, che sono i custodi e i gestori del nostro territorio. Quindi sono stati creati dei tavoli di lavoro per capire anche a livello economico come poter sostenere delle squadre di lavoro che prevedono la presenza da inizio primavera fino a fine settembre di quattro persone, cinque giorni a settimana sui percorsi. Sono delle persone informate, Luca è vicepresidente Imba, e un requisito che noi chiediamo alla squadra di manutenzione bike è che ci sia un trail builder, sempre per cavalcare l'inglese, un costruttore di percorsi, che sia una persona che sape di cosa si tratta, di cosa deve manutenare, nel senso che il percorso bike deve avere delle accortezze, deve essere sistemato in un determinato modo per essere agibile in maniera adeguata. Quindi noi annualmente da parte burocratica troviamo il finanziamento per far vivere queste squadre, ma al tempo stesso diamo delle indicazioni per fare in modo che questi operai, queste persone, intervengano in maniera corretta su percorsi già autorizzati, ma anche su percorsi che noi annualmente cerchiamo di mettere all'interno della nostra offerta turistica. E' chiaro che sui nuovi percorsi, dovevo fare una premessa prima, sono anche membro della SAT di Di Maro, quindi non dico in doppia vesta perché sono più sbilanciato verso il bike, anzi, però noi annualmente, a partire da novembre fino a febbraio, organizziamo degli incontri in sede nostra a PT o presso gli uffici a Asuk comuni, dove cerchiamo di portare una nostra proposta su due ruote. La presentiamo ai presidenti delle Asuk, che sono l'ostacolo più grande che abbiamo, per un tema di responsabilità che ha accennato Luca, ma sarà predominante nei prossimi anni. Il tavolo prevede anche la presenza del corpo forestale, presenta la SAT e presenta i comuni di riferimento dei vari percorsi. Quindi è un tavolo totalmente aperto, dove c'è dialogo, si cerca di capire se le nostre proposte possono essere accettate o meno. Inizialmente non avevamo questa procedura, nel senso che noi siamo andati dritti nell'individuazione di alcuni percorsi, che ci erano stati individuati come particolarmente interessanti per i biker ci sono state sbattute varie porte in faccia, proprio per un approccio sbagliato con il territorio. Abbiamo capito quindi che il dialogo con i singoli enti, la condivisione comunque di un piano che ipotizziamo sia pluriennale, possa permettere appunto una crescita turistica nostra importante. Ultima cosa, ho accennato prima lo sviluppo del bike park Val di Sole in zona folgarida. Attualmente il bike park Val di Sole è sul versante di Dau Lhasa come Zadura e è molto impegnativo, presenta quattro percorsi che sono per dei biker molto preparati di un livello altissimo. Non per nulla là si svolge annualmente una tappa di Coppa del Mondo o il Mondiale di Downhill. Lo sviluppo in zona folgarida permetterebbe la fruibilità di percorsi a famiglie o comunque a semplici appassionati che potrebbero divertirsi senza avere un'abilità tecnica particolare. Anche qua è un progetto lungo di 2-3 anni per via di un itero autorizzativo ritengo assolutamente corretto, nel senso che dal punto di vista ambientale c'era la presenza di alcune specie, dal punto di vista faunistico c'era la presenza del gallo forcello e del gallo cedrone che in quelle zone nidificano quindi avevano diritto di esserci e di starci. Quindi anche là nell'individuazione, nella selezione dei percorsi si è volutamente cercato di rispettare l'ambiente perché la Val di Sole è coperta da un terzo del proprio territorio da aree protete e quindi è anche interesse nostro mantenere l'integrità del nostro territorio e quindi sono state trovate delle alternative lungo il versante del monte Spolverino che permettessero il rispetto dell'ambiente il divertimento dei nostri ospiti. Però non è stato il nostro un approccio immediato, nel senso che nel primo intervento parlavo di alcuni errori che sono stati fatti anche per inesperienza, nel senso che non c'erano qualcosa di scritto, stiamo cercando di avviare un processo nuovo però ci rendiamo conto che con il lavoro delle squadre di manutenzione abbiamo ricevuto credibilità da parte dei vari enti territoriali, che siano i comuni, che sia l'Assat, che sia il corpo forestale. Quindi già il fatto di essere individuati come un riferimento è importante nel senso di pensare ad uno sviluppo turistico. Quindi si è creato un dialogo che è produttivo e speriamo continui ad esserlo. Faccio l'ultimo sempio un percorso in zona Pellizzano, l'anno scorso c'era stato dato un divieto assoluto, quest'anno c'è stata un'apertura con un'alternativa però riusciamo a mettere in rete un percorso che per noi è interessante dal punto di vista turistico e lo è stato anche per l'asogo di riferimento di quel territorio. È un processo il nostro, nel senso che il processo nostro come APT, penso sia un processo come lo è per Sat, lo è sicuramente come per Imba e lo è per tutti gli enti amministrativi del nostro territorio. Certo, credo che sia importante visto che voi avete fatto degli errori in questo percorso mettere a sistema la vostra esperienza in modo da non ripetere e poi filteritare gli stessi errori ma partire da un'esperienza già consolidata e quindi anche questo momento serve anche per avviare, proseguire un dialogo che mi sembra già ben avviato perché c'è comunque una consapevolezza, mi viene da dire ma come proposte che mentre parlavate veniva in mente al di là dei tavoli burocratici poi di magari mettere insieme le due comunità proprio sull'aspetto operativo, se i volontari fossero non solo hikers ma anche bikers forse anche i bikers si realizzerebbero della difficoltà e della fatica di fare questo lavoro così come i corsi di educazione sarebbe utile mettere insieme le due esperienze. Però io avevo chiesto ai relatori di essere rapidi, abbiamo quasi più di 5 minuti per interventi dal pubblico, domande se ci sono, là c'è un microfono. Piero Angelo, scusate volevo solo fare un ultimo intervento che è una dimenticanza mia, semplicemente il fatto di dire che noi anche a livello di segnal etica sul territorio stiamo cercando di lavorare. Proprio in questi giorni posizioneremo dei cartelli che indicano la promiscuità del passaggio biker e pedone e quindi si consiglia al biker viene avvisato di rallentare e di porre attenzione. Bisogna tenere conto anche della sottocategoria dei hiker con cani, non so se ci sono anche dei biker con cani. Quella è probabilmente una proposta turistica che puntiamo nel futuro. Prego. Sì, buongiorno a tutti. Ci sono anche i biker che mettono gli ski sulle biciclette, quindi ci sono gli skier. Io ormai sono 8 anni che praticamente utilizzo soltanto le biciclette per fare qualsiasi cosa tra cui andare a fare queste attività di cui avete parlato. C'è una segnalazione e poi c'è di riflesso una domanda che pongo tutti quanti voi. Io ho notato che oggi c'è una grandissima discrepanza tra quello che è l'affetto e la passione per questo mondo dell'uscire in natura a spostarsi e quello che è poi di fatto la fribilità di un servizio che vada a ridurre drasticamente l'overtourism che si riporta sulle strade statali. Banalmente io passo tantissimo tempo sul lago di D'Alba, vi posso assicurare che da Pasqua a Novembre c'è una colonna che si ritrova nelle dromitiche anche nella Val di Sole e quant'altro e più di una volta mi sono detto io se volessi prendere la mia bicicletta o volessi fare un tour con dei miei amici noi non troviamo spazio sugli autobus o sui treni per mettere queste biciclette e uno potrebbe anche rispondere vabbè quelli sono i servizi pubblici sai com'è? La verità è che no non è più così basta andare in una qualsiasi stazione si vede specialmente nei weekend. In più sempre ma porto a titolo l'esempio la questione di torbo dove ogni mattina ci sono questi shuttle bikes cioè c'è un pulmino 12-15 posti dietro c'è una rastellera 12-15 posti per le biciclette ti portano in cima alla montagna e tu fai downhill e vieni giù. Non è ipotizzabile trovare una coesione tra pubblico e privato per cominciare a fornire servizi del genere non è possibile voi non siete in una posizione tale per cui potete cominciare a fare un dialogo più con la pressione o comunque puntualizzare. Guardate che in Val di Sole se noi fossimo capaci di in Bassa Valle dare la possibilità di ridurremo tantissimo il traffico e via e via e via. Grazie. Non so, passiamo, parliamo da Val di Sole che come avete gestito questa collaborazione? Sì, per l'aroma mio non ho citato 31 trasporti all'interno dei collaboratori insomma con i quali ci rapportiamo annualmente. Il caso specifico nostro di sovraffollamento è il rientro col trenino da Mostizzolo quindi a fine ciclabile dove annualmente nelle prime settimane centrali di agosto prendere e caricare la bici sul treno è un'impresa quasi epica. Quindi qua noi in questo dialogo con Trattino Trasporti abbiamo cercato di aumentare il numero di bici caricabili sul treno e ci siamo riusciti. Abbiamo implementato il servizio di rientro da Mostizzolo con un bici bus che permette il carico di ulteriori 24 bici quindi ogni rientro da Mostizzolo garantisce 104 bici circa di rientro. È chiaro che c'è ancora moltissimo da migliorare e il fatto che lei abbia detto anche di un intervento privato oltre che pubblico è importante. Noi abbiamo finanziato per anni i bici bus che da Mezzana portavano a Passo Tonale e da Mezzana portavano a Coglu di Peio la partenza della nostra pista ciclabile e erano parecchio fruiti c'era poi una linea che da Di Maro portava a Carisolo in Varendina. Quest'anno proviamo contributo nostro a istituire un sistema di mobilità chiamata. Ci saranno tre bus che in Val di Sole si muoveranno sul territorio utilizzando una app Shuttle e sarà un servizio chiamata dove io utente potrò richiedere il servizio bici bus per una trata specifica indicando il punto di partenza e il punto di arrivo. È chiaro che questa è una prova ma penso che chiunque può darti testimonianza che magari provando si riesca a trovare una soluzione corretta però stiamo cercando di provare a gestire questi flussi in alcuni punti importanti in maniera alternativa a quella che sia il servizio pubblico ordinario. Quindi speriamo che questo sistema di mobilità chiamata possa funzionare garantendo all'utente che lo richiede un servizio adeguato. È chiaro che il servizio mobilità chiamata non prevede degli orari fissi ma degli orari che possono essere massimamente utili. Può capitare che se io richiedo il servizio di trasporto bici tra Malè e la Val di Rabi la app mi chieda di aspettare anche venti minuti. Però dal punto di vista economico nostro e pensiamo anche di fruizione del turista riteniamo che possa essere un sistema utile rispetto alla tabella classica degli orari del bici bus. Per dire il sistema bici bus che organizzavamo verso Passo Tonale era organizzato il mercoledì e venerdì con tre corse giornaliere. Obiettivamente bisognava anche aver fortuna nel beccare il bici bus che salisse a Passo Tonale. Quindi ra un servizio ma anche no. Quindi il ragionamento che abbiamo fatto sempre con Trentino Trasporti è anche quello di spostarci da una viabilità pubblica ordinaria ad un servizio a chiamata in modo che possa permettere una maggiore fruizione da parte di potenziali interessati. Beh credo che sia importante comunque il fatto di avere un overtourism. Prego, poi dopo magari lasciamo, perché lì c'è una domanda. Poi dopo se volevi intervenire. No, no, sentiamo la domanda. Intanto grazie mille per insomma gli argomenti importanti che avete portato sul tavolo e complimenti per il lavoro fatto finora. Io mi occupo di ricerca in regione Lombardia attualmente diciamo sto lavorando su due progetti principalmente uno è diciamo sull'indice di stagionalità in regione in vista dell'Olimpia di 2026 e poi un altro è proprio di recente riguarda la costruzione di una pista ciclabile in Valle Olona che praticamente collegherà non so se la conoscete collegherà praticamente Milano con la Svizzera passando per la parte test di Varese. Si tratta comunque di un di un progetto importante oltre quattro milioni di euro finanziato da fondazione Cariplo. Io avevo queste due domande e magari chiedo anche se posso registrare perché potrebbe essere magari un materiale utile per. Avete problemi? Chiedo perché altrimenti sono grazie e niente le domande sono queste. Allora innanzitutto quanto il cicloturismo sta soffrendo secondo voi di stagionalità e prima magari mi collego anche a quello che diceva prima il collega qui in aula sul fatto dell'overtourism e quindi quali policy attualmente si stanno adottando secondo voi o si stanno pensando per ridurre l'impatto e l'altra domanda è quale impatto economico sociale stanno diciamo danno le piste ciclabili nel settore del cicloturismo dato che comunque mi parlavi prima vittorio di questa pista ciclabile importante qui in zona. Grazie. Non è facile gestire il flusso turistico perché sai se posso darti del tu sai benissimo che ormai i social sono una tendenza quindi a volte anche solo che dirti un'immagine che ci attira per fare un'attività per fare un'escursione noi siamo stati fortunati per quel che riguarda la pista ciclabile della val di sole che attualmente è il prodotto turistico bike principale cioè i flussi stanno salendo anche sulle altre offerte bike però attualmente la ciclabile è lo strumento più utilizzato insomma diciamo che l'avvento della bici elettrica ci ha aiutato nel senso che prima il flusso della ciclabile era un unicamente verso il fondo valle e quindi noi andavamo in direzione mostizzolo e si risaliva poi con i mezzi bici bus o treno più bici l'avvento della e-bike ha sconvolto l'offerta bike e tra cui l'offerta ciclabile appunto permette la risalita magari dal centro valle verso o Cogolo di Peio o da quest'anno Vermiglio quindi noi abbiamo cercato con i nostri operatori quindi i centri e non le e-bike di non dico desistere dallo scendere a mostizzolo perché un'esperienza sicuramente bella ma dal momento che permettono il noleggio di una e-bike di suggerire la salita verso alcuni borghi come pelizzano o sana c'è un passaggio sotto il castello bellissimo con una difficoltà fisica ridotta nel senso che comunque l'e-bike permette di divertirsi con uno sforzo fisico minore quindi è un po' torrevole quello che dico ma abbiamo cercato di deviare alcuni flussi turistici per evitare l'intasamento a mostizzolo in questo l'e-bike ci ha sicuramente aiutato noi abbiamo cercato di fare rete con i nostri soci sul territorio operativi quindi gestori di centri bike e gestori di noleggi per chiedere di variare il flusso che era quasi a senso unico verso la bassa valle si sa che l'italiano non è propriamente il turista che vuole far fatica nel senso che il turista tedesco il turista olandese è un biker che arriva in valle già molto preparato conosce nel dettaglio le caratteristiche tecniche del percorso gli piace far fatica la nostra estate turistica è perlopiù italiana e quindi la ciclabile sicuramente è fruita in maniera importante dal turista italiano quindi la direzione era unicamente in discesa o quasi l'italiano preferisce non far fatica se non avete altre cose da dire siccome lì c'è una time is up l'arme rosso è davvero una battuta Umberto Martini siamo partiti dalla convivenza tra due comunità siamo arrivati al tema di gestire flussi eccessivi allora evidentemente è una prospettiva concreta una battuta finale sulla dove eravamo partiti il valore economico della bicicletta. Certo sicuramente è emerso anche da questo confronto il valore economico e potenzialmente potrà essere molto alto a condizione però di riuscire a ottimizzare questi processi nel tempo e nello spazio quindi credo che questa tentativo di costruire dei ragionamenti condivisi e delle politiche condivise vada assolutamente fatto con una complessità intrinseca molto alta perché quando si parlava prima nella domanda del utilizzo del mezzo pubblico da un punto di vista della scienza economica si va a toccare un tema estremamente rilevante e difficile che è quello dell'utilizzo rivale delle risorse nel senso che noi stiamo parlando di utilizzare degli spazi, spazi naturali o infrastrutturati da parte di utilizzatori diversi. Questo fisiologicamente pone un problema di conflitto il conflitto è intrinseco cioè non possiamo sperare che non ci sia e lo dico con un esempio telegrafico quando in una città come Trento il comune va nella direzione di aumentare la fruizione ciclabile deve per forza di cose per forza di cose compiere due scelte o costruire nuove infrastrutture che sono estremamente costose sappiamo che il costo di realizzazione di una pista ciclabile al chilometro non è basso soprattutto se devi fare percorsi difficili non so salire a ponte alto fare queste cose qua e quindi perché utilizzo il rivale perché a quel punto sono risorse economiche cioè il comune e altri enti che dicono destiniamo x mila x 100 mila x milioni di euro a costruire questa e allora lì comincia subito qualcuno a dire ma come seconda utilizzo il rivale io decido cito alcune vie via Leroveretto via Grazioni via Perini sono via e della città di Trento che hanno avuto stanno avendo modifiche in vista di una migliore fruizione ciclabile allora lì sono due categorie di rinunce che devi fare o chiudo una corsia del traffico o tolgo una fila di parcheggi ecco allora naturalmente da una parte ci saranno i ciclisti chi magari vuole usare la bicicletta per andare a lavorare tutti i giorni che dicono finalmente finalmente ma dall'altra parte avrete la popolazione gli automobilisti e quelli che avevano il parcheggio a pagamento sotto casa a cui viene detto sapete che vi dico c'erano 100 posti auto saranno 30 perché costruiamo la pista ciclabile questo è il problema dove sta la soluzione è appunto difficile trovarla appunto venendo da milano so che questi conflitti sono assolutamente esponenziali io davvero ringrazio i panel se posso chiudere con una battuta prendendo da luca bortolotti siamo partiti dall'epica del ciclismo in montagna siamo arrivati all'etica di un rispetto dai vari e dei vari utilizzi della montagna grazie davvero a tutti al pana che ha contribuito
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